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Capitolo 16.

Il potenziale elettrico

RISPOSTE AI FERMATI A PENSARE DELLA TEORIA

 1. L’energia potenziale elettrica


pag. 201
Nel campo elettrico generato nel vuoto da una carica puntiforme fissa Q, una carica di prova q è lanciata
da molto lontano verso Q, in direzione radiale. La sua energia cinetica iniziale è K.
 Se le due cariche hanno lo stesso segno, q può avvicinarsi a Q fino a toccarla? Perché?
Risposta
qQ
Se q e Q hanno lo stesso segno, l’energia potenziale elettrica U  , nulla all’inizio, quando le due
40 r

LI
cariche sono molto lontane, è positiva e aumenta al diminuire di r. Per la conservazione dell’energia
meccanica, U è sempre inferiore o al massimo è uguale all’energia meccanica totale Etot  K delle due
EL
cariche. Ciò significa che q non può cadere su Q, ma arriva con velocità nulla a una distanza minima rmin
da Q e poi torna indietro. Per r  rmin vale l’uguaglianza U  K :
CH
qQ qQ
 K  rmin 
40 rmin 40 K

 2. Dall’energia potenziale al potenziale elettrico


NI

pag. 206
Quanto vale il lavoro compito dalle forze elettriche sulle cariche del fulmine?
ZA

Risoluzione
 Il lavoro delle forze elettriche è uguale all’opposto della variazione di energia potenziale:
W  U  2 108 J

 3. Le superfici equipotenziali
pag. 213
Considera una zona di spazio abbastanza piccola da potere considerare uniforme il campo elettrico al suo
interno.
 Nella zona considerata, che forma hanno le linee di campo elettrico?
Risposta
In generale le linee di campo hanno una forma incurvata. Ma, quando il campo elettrico si può
considerare uniforme, le linee di campo hanno la forma di segmenti paralleli.

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

TEST

 L’energia potenziale elettrica


1 D
2 AeC
3 B
4 A
5 AeD
6 AeC

 Il potenziale elettrico
7 D
8 A

LI
9 C
10 C EL
11 C
12 C
13 C
CH
14 D
15 BeC
16 B
17 A
NI

 La circuitazione del campo elettrico


ZA

18 D
19 B
20 B
21 C

PROBLEMI

 1. L’energia potenziale elettrica


1 L’energia potenziale del sistema è data dalla somma delle energie potenziali che si ottengono
scegliendo le cariche a coppie in tutti i modi possibili, escludendo le ripetizioni.
Chiamando le cariche q1, q2, q3, q4, q5, le possibili coppie (senza ripetizioni) sono:
(q1, q2), (q1, q3), (q1, q4), (q1, q5), (q2, q3), (q2, q4), (q2, q5), (q3, q4), (q3, q5), (q4, q5)
Quindi in totale 10 coppie.

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

2 Un’energia potenziale elettrica nulla è possibile perché le cariche elettriche possono essere positive
e negative, quindi il lavoro totale per costruire il sistema può essere dato da contributi positivi e
negativi che si bilancino.

1, 602 1019 C


3 U   8,99 10 N  m / C 
9 2 2
11
 4,36 1018 J
5, 29 10 m

q1q2
4 L’energia potenziale del sistema è U  , quindi:
4 AB


q1q2

 2, 00 109 C  3, 00 109 C 
 1,86  10 10 C
2

U 4 AB  6, 42 109 J  4  0, 400 m  N  m2
La costante dielettrica relativa è
 1,86 1010 C2  N –1  m –2

LI
r    21, 0
0 8,854 1012 C2  N –1  m –2

5 Traduzione
EL
Due cariche puntiformi sono nel vuoto a una distanza di 25 cm l’una dall’altra. L’energia potenziale
elettrostatica del sistema è 8, 6  108 J . La carica Q1 è pari a 3, 0  109 C .
CH
 Calcola il valore di Q2.
Risoluzione
Ur
  0,1110 C / (N  m ) 
 8, 6 108 N  m  25 102 m 
NI

9
Q2  40 2 2
9
 8, 0 1010 C
Q1 3, 0 10 C

q1 q2 q1 q2
ZA

6 U  AB  1, 0  x  
40 AB 40U

x
q1 q2
 1, 0 
 5, 0 109 C  6, 0 109 C 
 1, 0 m  1, 7 m
4 0U 4  8,85 1012 C2 / (N  m 2 ) 1, 0 107 J 

7  La forza elettrica tra le due cariche è diretta nel verso uscente dal piano, mentre lo spostamento è
diretto verso il piano. Quindi, il lavoro richiesto è negativo:

W  qEy  
qy

 7, 72 109 C  5,14 107 C/m 2   0, 283 m 
 6,34 105 J
2 0 2  8,854 10 C  N  m 
12 2 –1 –2

 Il valore calcolato è anche, per definizione, l’energia potenziale del sistema nella condizione
iniziale.

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

8 Poiché U B  0 J , il lavoro della forza elettrica per portare la carica puntiforme q da A a B è


U A  WA  B
Nello spostamento di q da A a B la forza elettrica e lo spostamento hanno la stessa direzione e lo
stesso verso e, poiché q < 0, si ha
W   qEd  0
Quindi:

W  q d 
2 0
2W 0 2  54  10 J  8,854 10 C  N  m 
8 12 2 –1 –2

   4, 2 106 C/m 2
qd   3,5 10 C   0, 65 m 
12

9 PROBLEMA SVOLTO

LI
10 Per la conservazione dell’energia totale si ha: EL
Ki  U i  K f  U f  Ki  K f  U f  U i
1 2 1 2
da cui mvi  mv f  U  We   qE  s   qE s , perché la forza elettrica e lo spostamento
2 2
CH
dell’elettrone sono antiparalleli.
Quindi:
1 2 1 2 
mvi  mv f  e s
NI

2 2 20
da cui
2 1 2   
ZA

vf   mvi  e s   vi2  e s 
m2 20  m0

 1, 602 10 19


C  6, 24  108 C/m 2 
1,38 107 m/s   13,3 10 m
2 2

 9,1110 31
kg  8,854 10 12
C/N  m
2 2

 5, 06 106 m/s

1 Q1Q2 1 Q1Q2 Q1Q2  1 1 


11 0 k  k   U   
4 R 4 R 4  r R 

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

1  q2 q2 q2  1 3 q2
12 U        
4 0  d d 2d  4 0 2 d

3 1, 6 10 C 
19 2

   8,99 10 N  m / C 
9 2 2
2
 7,9 1013 J
2 4, 4 10 m

1  Q1 Q2 Q2 Q3 Q3 Q4 Q4 Q1 Q1 Q3 Q2 Q4 
13 U      
4 0  l l l l l 2 l 2 
1
  8,99 109 N  m 2 / C2  2  10  8, 25  13, 2  16, 0  9,33  7, 07  1018 C2 
4,8 10 m
6
 2,5  10 J

1  q 2 qQ qQ 
U   

LI
14 
4 0  d 2d 2d 
q2 qQ q  Q 
U 0   2   Q  q  2, 0 109 C
d 2d d
EL
15 L’energia potenziale del sistema è la somma delle energie potenziali che si ottengono scegliendo le
CH
cariche a coppie in tutti i modi possibili, escludendo le ripetizioni.
Avremo tre contributi dovuti a ciascuna delle coppie q e –q, che sono a distanza a, e tre contributi
dovuti a ciascuna delle coppie –q e –q di cariche consecutive sulla circonferenza a distanza d.
Essendo
NI

d  2a sin 60  a 3
l’energia potenziale elettrica totale è
ZA

1  q 2 q2  q2  3  3 
U  3  3    
4 0  a a 3  4 0  a 
 3 3
  8,99  109 N  m 2 / C 2  4, 2  109 C   7
  1,3  10 J
 1,5 m 

16 Le energie iniziali (cinetica e potenziale elettrica) valgono


1 1
K i  mv02   6, 645  1027 kg  9,11 105 m/s   2, 76  1015 J
2

2 2

2 
qQ 2 1, 60 1019 C 1,18 1010 C 
U i  k0   8,99 10 J  m  C 
9
 2, 69 1018 J
ri 0,126 m
Ui è trascurabile, perché è circa un millesimo di Ki. Nel punto di massimo avvicinamento la
particella alfa è ferma, quindi la sua energia cinetica finale è nulla.

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Se indichiamo con x la distanza incognita finale tra le due particelle, la condizione di


conservazione dell’energia diventa
qQ
U f  K i  k0  Ki
x
Quindi:

2 
qQ 2 1, 60 1019 C 1,18 1010 C 
x  k0   8,99 10 J  m  C 
9
15
 1, 23 104 m
Ki 2, 76  10 J

17  Per la conservazione dell’energia totale si ha:


K i  U i  U g ,i  K f  U f  U g , f
Indicando con d la distanza tra le due cariche e con y la distanza percorsa dal protone prima di
fermarsi, otteniamo:
1 2 qQ qQ

LI
mvi  k0  mghi  k0  mg  hi  d  y 
2 d y
1 2 1 2 
 1 1 1
k0 qQ      mvi2  mg  d  y   Q 2
EL
mvi  mg  d  y  m  vi  g  d  y  
 
2 
 d y 2 1 1 1 1
k0 q    k0 q   
y d y d
CH
Sostituendo i valori numerici, troviamo
1 
1, 67 10 kg    4, 72 106 m/s    9,81 m/s 2   30, 7  20, 0  102 m 
27 2

Q 2 
NI

 1 1 
8,99 109 J  m  C2 1, 602 1019 C   20, 0 102 m  30, 7 102 m 
 
 7, 41106 C
ZA

 Nelle condizioni iniziali si ha:


U g ,i

mghi

1, 67  1027 kg  9,81 m/s 2  1, 00 m 
 4, 711013
Ui qQ 1, 602 10 C  7, 4110 C 
19 6
k0
d 8,99 109 J  m  C2  30, 7  102 m
Nelle condizioni finali si ha:
mgh f 1, 67  10 kg  9,81 m/s  1, 00  0,307  0, 200  m
27 2
U g, f
   3, 40  1013
Uf qQ 1, 602  10 19
C  7, 41  10 6
C 
k0
y 8,99 109 J  m  C2  0, 200 m

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18 Un’energia potenziale negativa impone che le tre cariche non abbiano tutte lo stesso segno. L’unico
modo per cui prevalga il segno negativo nell’espressione dell’energia potenziale è che due cariche
siano dello stesso segno e la terza di segno opposto.
Quindi:
1  q2 q2 q2  1 q2
U       
4 0  l l l  4 0 l
1
q  4 0lU 
8,99  10 N  m 2 / C 2
9  4,5 102 m  9,9 107 J   2, 2 109 C

19  Per la conservazione dell’energia totale si ha:


K1  U1  K 2  U 2
1 2 q r 1 q r
mv1  ln 1  mv22  ln 2
2 20 r0 2 20 r0

LI
q r q r q r
v2  vi2  ln 1  ln 2  vi2  ln 1 
m 0 r0 m 0 r0 m0 r2

 7,86 10 6
EL
C/m  5,88  109 C  10,8 cm
12,1 m/s  
2
 ln  18, 4 m/s
 C2  43, 4 cm
 1, 20  105 kg   8,854  1012
CH

 N  m2 

 2. Dall’energia potenziale al potenziale elettrico


NI

20 No, perché, preso un punto A, il potenziale elettrico in A è dato da


U
VA  A
q
ZA

L’energia potenziale elettrica UA è direttamente proporzionale alla carica di prova q, mentre il


potenziale VA risulta indipendente da q perché è definito come il rapporto tra l’energia potenziale e
la carica stessa.

21 Sì per il potenziale; no per il campo elettrico.

22 È negativa. Per spiegarlo indichiamo con WA B il lavoro compiuto dalla forza elettrica.
La differenza di potenziale tra i punti A e B è data da
WA  B
V  
q
Quindi, se WA B è positivo e q è positiva, allora ∆V risulta negativa.

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U 9, 7 108 J
23 V  VB  VA    5, 4 103 V
q 1,8 1011 C

U
24 V   U  qV  7, 2 1012 C 1, 4 103 V  1, 0 108 J
q

25 Traduzione
Un campo elettrico compie su un protone un lavoro pari a 4, 0 1018 J .
 Quanto misura lo stesso lavoro, espresso in elettronvolt?
Risoluzione
18 4, 0 1018 J
4, 0  10 J  25 eV
1, 6  1019 J /eV

LI
 J 
26 48, 7 eV   48, 7 eV  1, 602 1019 18
  7,80 10 J
 eV 

27
EL
Il lavoro compiuto dalla forza elettrica è
W  eV
CH
Per il teorema dell’energia cinetica vale
1
W me v 2
2
NI

Quindi:

1 2eV 2 1, 602  1019 C   25, 6 V 


eV  me v 2  v    3, 00  106 m/s
ZA

31
2 me 9,11 10 kg

28 Il lavoro compiuto dalla forza elettrica è


W  eV
Per il teorema dell’energia cinetica vale
1
W me v 2
2
Quindi:

1 me v 2 1  9,1110 kg  4, 64 10 m/s 


31 6 2
1
eV  me v 2  V    61, 2 V
2 2 e 2 1, 602 1019 C

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29 Indichiamo con WA B il lavoro compiuto dalla forza per spostare la carica da A a B:
U W
V    A B  WA B  qV
q q
Per il teorema dell’energia cinetica si ha
WA  B   K
per cui
 K   qV  1, 6  1019 C 105 V   1, 6  1014 J

30 Per il teorema dell’energia cinetica, la variazione di energia cinetica della proteina è uguale al
lavoro fatto dalla forza elettrica sulla proteina durante il suo spostamento da A a B. Quindi:
1 2 1 2
mvB  mv A  WA B
2 2

LI
WA B  qV
11 1  m
V  VB  VA    mvB2  mvA2     vB2  vA2  
q2
2, 00 1022 kg 
2  2q
EL
 350 m/s    200 m/s    550 J/C  0, 055 V  55 mV
2 2

2 1,50 10 C 
16 
CH
11 1 
31 V  Vr  V    mvr2  mv2 
q2 2 
NI

Q 11  Q
Poiché vr  0 m/s , V  0 V e Vr  k0 , si ha  mv2   k0 , da cui
r q2  r
2  4, 0  106 C  2, 0  106 C 
ZA

2Qq
r  k0   8,99 10 N  m / C 
9 2 2
 8,3 102 m  8,3 cm
2
mv  3, 0 10 kg  2, 4 10 m/s 
5 2

q  C2 
2 
32 VA   q  4 0VA d  4  8,85  1012 100 V  0, 20 m   2, 2  10 9 C
4 0 d  Nm 
q  4 0VA d  4  8,85  10 12 C 2 / (N  m 2 )  100 V  0, 20 m   2, 2  109 C

33 Il potenziale al centro del quadrato è dato dalla sovrapposizione dei potenziali generati dalle singole
cariche. Le cariche sono tutte alla distanza
2
d l
2

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Poiché qn  q p , otteniamo
1
Vtot 
40 d
 qp  qp  qp  qp   0 V

34 Poniamo uguale a zero il potenziale delle cariche che generano il campo a distanza infinita.
Il potenziale nel punto P è dato dalla somma del potenziale VA, dovuto alla sola carica QA, e del
potenziale VB, dovuto alla sola carica QB.
Quindi:
Q
VA  k0 A
rA
r1  5,00 101 m
QB
VB  k0

LI
rB
rB  8, 00 101 m  5,00 101  3, 00 101 m EL
dove rA e rB sono rispettivamente le distanze del punto P da A e da B.
Q Q   3, 68  108 C 5, 74  10 9 C 
VP  VA  VB  k0  A  B    8,99  109 N  m 2 / C 2   1
 1 
 rA rB   5, 00  10 m 3, 00  10 m 
CH
  8,99  109 N  m 2 / C 2  7,36  108 C/m 1,91 108 C/m   490 V

1  q1 q2 
NI

35  VA    
4 0  r1 r2 
 4, 0  108 C 4, 0  10 8 C 
  8,99  109 N  m 2 / C 2      1,8  103 V
ZA

2 2
 10  10 m 20  10 m 
 VB  0 V
 VC   8,99  109 N  m 2 / C 2  0, 2  106 C/m   1,8  103 V


36 VB  VA  E  yB  y A    yB  y A  
20  r
5,88 109 C m 2
  0, 744 m  0,361 m   21,9 V
2   8,854 1012 F m   5,80

37 Scegliendo come zero della coordinata y il piano di carica, si ha:



V   E y  VB  VA   E  yB  y A    yB  y A 
20r

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

Quindi:
2 0  r
y   yB  y A   VB  VA  

2  8,854  1012 F/m   3,10
  200, 0 V+140, 0 V   0,177 m  17, 7 cm
1,86  108 C/m 2


38 V  E y  VB  VA  E  yB  y A    yB  y A 
2 0
Considerando un punto B sul piano infinito di carica, si ottiene:
  2, 75  108 C
0  VA   0  yA   VA  yA   0, 0708 m   110 V
2 0 2 0 2  8,854  1012 F/m 

LI
39 PROBLEMA SVOLTO

V 4, 2 102 V
40  E
r

6, 0 m
 70 V/m
EL
 Q  V 4 0 r   4, 2  102 N  m / C  0,11 109 C 2 / (N  m 2 )   6, 0 m   2,8  107 C
CH
Q 1 2Q 1
   r2  2r1  12 m
40 r1 40 r2
NI

41  Dal principio di sovrapposizione si ha


q q qL
V  V1  V2   
40 x 40  L  x  40 x  L  x 
ZA

 L’energia potenziale del cilindretto è


q 2 L
U   qV 
4 0 x  L  x 
La conservazione dell’energia tra lo stato iniziale e quello finale porta a scrivere
K f  U f  Ki  U i
Il cilindro parte da fermo, perciò Ki = 0 J. L’energia cinetica nel punto finale x = L/4 è data da

109 C 
2
q2
K f  Ui  U f  U U    1, 2 108 J
x  L /2 x  L /4
3 0 L 3  8,85 10 C / (N  m ) 
12 2 2

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

42 Il potenziale elettrico totale nel punto P che dista x da A è dato da:


k0   q  k0  3q 
VP  
x dx
Imponendo VP  0 , otteniamo
k0   q  k0  3q  1 3
     3 x  dx
x dx x dx
ed elevando al quadrato, si ha:
9 x 2  d 2  2dx  x 2  8 x 2  2dx  d 2  0
Quindi:
x1  16 cm
x2  8, 0 cm

LI
43 Considerando l’origine dell’asse delle distanze nel punto A in cui si trova la carica q1 , il potenziale
elettrico totale nel punto P che dista x da A è dato da:

VP 
k0 q1 k0 q2

EL
x dx
CH
Considerando 0  x  d , si ha VP x  d  x   k0 q1  d  x   k0 q2 x .
Quindi:
VP xd  VP x 2  k0 q1d  k0 q1 x  k0 q2 x
NI

Ordinando il polinomio, si ottiene:


VP x 2  VP d  k0 q1  k0 q2  x  k0 q1d  0
ZA

Sostituendo i valori numerici in unità SI e tralasciando le unità di misura, si ottiene:


27,8 x 2   27,8  25  102    8,99 109  2,3 1010  3, 7 1011   x 

  8,99 109  2,3 1010  25 102   0


da cui
27,8 x 2  8, 685 x  0,5169  0
Risolvendo, si ottengono i seguenti valori:
x1  0, 232 m  23 cm
x2  0, 080 m  8, 0 cm

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

44  Per calcolare la distanza tra le cariche, imponiamo la condizione di potenziale nullo:


Q q Q q Q d a
k0  k0  0    
d a a d a a q a
Q q Q q Q d b
k0  k0  0    
d b b d b b q a
d a d b 2ab
  d
a b ba
2  30 cm 10 cm 
d  30 cm
30 cm  10 cm
Q 30 cm  10 cm
  2
q 10 cm

LI
2

 r     h2   0,50 m 2   0, 25 m 2  0,56 m
45 d
2   EL
 2q q  q 2,50  109 C
VP  k0     k0   8,99  109 N  m 2 / C 2   40 V
 r r r 0,56 m
 WP  Q VP   5,3 109 C   40 V   2,1107 J
CH
46 Visto che i due punti A e B hanno la stessa distanza r da P , troviamo
1 QA 1 QB 1 QA  QB 1 Q  (2Q) 1 Q
V ( P)  VA ( P)  VB ( P)     
NI

40 r 40 r 40 r 40 L2  y 2 40 L2  y 2

 3. Le superfici equipotenziali
ZA

47 Traduzione
Due superfici equipotenziali possono intersecarsi, in uno o più punti?
Risoluzione
No, in nessun caso.

48 Sono parallele al piano yz.

49 La superficie considerata è formata da tutti i punti allo stesso potenziale (superficie equipotenziale):
q 5, 0 108 C
V   45 V
4 0 r 4  3,14159   8,85 1012 C2 / (N  m 2 )  10 m 

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

1 q q 1
50  V  r
40 r 40 V

q 1  6, 2 10 C  8,99 10 N  m / C 


8 9 2 2

r1    1,1102 m
40 V1 5, 0 104 N  m / C

q 1  6, 2 10 C  8,99 10 N  m / C 


8 9 2 2

r2    11 m
4 0 V2 50 N  m / C

1  6, 2 10 C  8,99 10 N  m / C 


8 9 2 2
q 1
 r3    1, 4 101 m
40  r V2 80 50 N  m / C

51  V   E s   8, 0 104 N/C  30 102 m   2, 4 104 V


 W  qV    3, 0 1010 C  2, 4 104 N  m / C   7, 2 103 J

LI
52 PROBLEMA SVOLTO EL
53 Visto che il campo elettrico è uniforme, le linee di campo sono segmenti paralleli ed equidistanti,
quindi il campo elettrico (di modulo costante) ha la direzione delle linee di campo e il verso in cui il
CH
potenziale diminuisce, cioè il verso che va da P a Q.
Calcoliamo il modulo del campo elettrico:
V V V 14, 2 V  32,8 V
E  Q P   724 V/m
s PQ 0, 0257 m
NI

54  WAB  qV   1, 6 1019 C   50 V   80 1019 J  8, 0 1018 J


ZA

V V V 50 V
 E  B A   67 V/m
s s 0, 75 m

55  Wi f  qV   2, 4 106 C   0, 29 V   7, 0 107 J


W W 7, 0 107 J
 s     7,3 102 m
F Eq  4, 0 N/C   2, 4 106 C 

V 24 V
56  E   2, 4 102 N/C
d 0,10 m
 F  qE   4, 0 1018 C  2, 4 102 N/C   9, 6 1016 N

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

q q q q
57 VS1  VS  k0  k0  V  k0  k0  V 
r1 R r1 R
k0 qR R 10 m
r1     5, 7 m
k0 q  RV 1  RV
1
10 m 10 V 
k0 q 8,99 109 N  m2 / C2 1,5 108 C 
q q
VS  VS2  k0  k0  V  r2  k0 q  RV   k0 qR 
R r2
R 10 m
r2    39 m
1
RV
1
10 m 10 V 
k0 q 8,99 109 N  m2 / C2 1,5 108 C 
58  Consideriamo due punti qualsiasi P e Q appartenenti a un piano parallelo al piano infinito di
carica e spostiamo una carica di prova q da P a Q. Lo spostamento è sempre perpendicolare al

LI
campo che, essendo perpendicolare al piano infinito di carica, è perpendicolare anche al piano
arbitrario scelto. EL
Quindi, il lavoro fatto è nullo: Quindi, il lavoro fatto è nullo:
VP  VQ  0 V  VP  VQ

CH
 Per un piano infinito di carica, abbiamo E  . Essendo E = ∆V/d, si ricava
20

2 0 V 2  8,854 10 C / (N  m )   3,5 V 


12 2 2

d  V    2
 5, 2 109 C/m 2
20 d 1, 2 10 m
NI

59  Calcoliamo i potenziali in A e B e poniamoli uguale a zero:


q
ZA

q
VA  k 0  k0 0
Dr rx
q q
VB  k0  k0 0
Dr rx
rx
Dalla prima equazione si ha q  q . Sostituendo nella seconda, si ha
Dr
q q r  x
 0 
D  r  D  r  r  x 
q  D  r  r  x   q  r  x  D  r   0 
rD  xD  r 2  rx  rD  r 2  xD  rx  0 
r 2  0,30 m 
2

x   9, 0  10 2 m  9, 0 cm
D 1, 0 m

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

 Dalla relazione trovata in precedenza, sostituendo il valore di x, otteniamo:


r2 Dr
r r
rx D q D q r 
q  q q
Dr Dr Dr D
0,30 m
 1, 0 109 C   3, 0 1010 C
1, 0 m

V
60 Ex  
x
 4 m  x  3 m
V  V  3 m   V  4 m   1 V  0 V  1 V
x  3 m   4 m   1 m
Ex  1V/m

LI
 3 m  x  2 m
V  V  2 m   V  3 m   1 V  1 V  0 V
x  2 m   3 m   1 m
EL
Ex  0 V
CH
 2 m  x  0 m
x  0 m   2 m   2 m
V  V  0 m   V  2 m   2 V  1 V  1 V
NI

Ex  0,5 V/m
 0 m  x  1m
ZA

x  1m  0 m  1m
V  0 V
Ex  0 V
 1m  x  3 m
x  3 m  1m  2 m
V  V  3 m   V 1 m   2 V  2 V  4 V
Ex  2 V/m
 3m  x  4 m
x  4 m  3 m  1m
V  0 V
Ex  0 V/m

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

 4m  x  5m
x  5 m  4 m  1m
V  V  5 m   V  4 m   0 V   2 V   2 V
Ex  2 V/m

61 Si ha: AB  12  10 3 m , d  5, 0 103 m . Indicando con C il punto in cui la perpendicolare per B


incontra la linea di campo in cui si trova il punto A, si ricava:

 AB  12 10 m    5, 0 103 m   0, 011 m  11103 m


2 2 2
3
y  AC  d2 

Quindi:
VB  VA 98 V  44 V V V
V  E y  E   3
 4,95 103  5, 0 103
y 1110 m m m

LI
62  Il principio di conservazione dell’energia impone che la somma dell’energia potenziale e
dell’energia cinetica della particella sia costante. Poiché la particella parte da ferma, si ha:
EL
1
qV1  qV2  mv 2
2
da cui
CH
1 1,50  10 kg  1, 40  10 m/s 
3
1 mv 2
V2  V1   8, 00  10 4 V  8
 6,50  103 V
2 q 2 2, 00  10 C
 Il vettore campo elettrico è ortogonale alle superfici equipotenziali indicate in figura ed è
NI

orientato dai punti a potenziale più alto a quelli a potenziale più basso. Definiamo il vettore d
come un vettore che è orientato come la linea di campo e ha modulo pari alla distanza tra le due
superfici equipotenziali.
ZA

Possiamo scrivere
 
E  d  Ed  V   V2  V1   V1  V2
da cui ricaviamo
V1  V2 8, 00  10 4 V  6,50  103 V
E   7,35  104 V/m
d 1, 00 m

63  Il potenziale elettrico nel punto P è


 
Q  1 2 
VP  x; y; z   VA  VB  
4  x  d  y  z
2 2 2 2 2 2 
 x  4d   y  z 

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

 La superficie equipotenziale che corrisponde a 0 V è definita dalla condizione


 x  4d  x d
2 2
 y2  z2  2  y2  z2
cioè
 x  4d  y 2  z 2  4  x  d   y 2  z 2 
2 2
 
da cui si ottiene
x 2  y 2  z 2  4d 2
che è l’equazione di una sfera che ha il centro nell’origine e raggio pari a 2d .

 4. La circuitazione del campo elettrico


64 La circuitazione non è nulla perché, anche se chiuso, il cammino è in parte immerso in una zona di
spazio a campo nullo. Sommando i singoli contributi alla circuitazione non si trovano più valori

LI
opposti che sommati danno un risultato nullo.

65 Traduzione EL
Per un campo vettoriale ottieni una circuitazione diversa da zero: è possibile definire per questo
campo un’energia potenziale diversa?
Risoluzione
CH
No, non è possibile perché dal fatto che la circuitazione è diversa da zero deduciamo che il campo
in questione non è conservativo, dunque non possiamo definire un’energia potenziale.

66 Il campo elettrico è conservativo, quindi la circuitazione è nulla lungo qualsiasi linea chiusa
NI

immersa totalmente nel campo:


  
 
 E   Ei  l  E  l   E  l   0   L   0   L   0
i
ZA

67  La circuitazione lungo le linee orizzontali è nulla perché il campo è perpendicolare allo


spostamento; la circuitazione è positiva nel tratto verticale a destra e negativa in quello a sinistra.
A sinistra le linee di campo sono più fitte, quindi il campo è più intenso. A destra il modulo del
campo è minore. Tuttavia, poiché i due segmenti verticali hanno la stessa lunghezza, il
contributo positivo ha modulo minore di quello negativo e la circuitazione non è nulla.
 Di conseguenza, un campo elettrostatico non può avere le linee di campo mostrate nella figura.
68 Il campo elettrostatico è conservativo, quindi per qualunque percorso chiuso la circuitazione è
nulla.
Consideriamo il percorso ABC:
      
 
 ABC E  E  AB  E  BC  E  CA  E AB cos180  E BC cos   E AC cos 90 
  E AB  E AB  0  0

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

69 Scegliamo arbitrariamente un verso di percorrenza del percorso chiuso ABCD, per esempio quello
antiorario; quindi A  B  C  D .
La circuitazione del campo elettrico lungo tale percorso è
    
     
 ABCD E   AB E   BC E  CD E   DA E    
Suddividiamo l’arco AB in n parti, ciascuna così piccola da poterla considerare rettilinea. In ogni
punto il vettore campo elettrico è perpendicolare al vettore spostamento corrispondente alla parte i-
esima dell’arco AB, quindi il prodotto scalare di ogni contributo è nullo. Queste considerazioni
valgono anche per il contributo alla circuitazione del tratto CD.
Quindi:
 
 
 AB E   CD E  0  
Consideriamo il tratto BC. In questo tratto il vettore campo elettrico non è uniforme nei punti del
percorso. Anche in questo caso suddividiamo il percorso in n parti così piccole da poter considerare
costante il campo elettrico in ogni piccolo tratto.

LI
Possiamo scrivere:
        
 
 BC E  E1  l1  E2  l2    En 1  ln 1  En  ln EL
   
E1  EB En  EC
        
 
 BC E  EB  l1  E2  l2    En 1  ln 1  EC  ln
CH
Sappiamo inoltre che
 
Ei  li  Vi
Quindi:
NI


 
 BC E  VB  V1   V1  V2     Vn  VC 
Nella sommatoria sopra si elidono tutti i termini tranne il primo e l’ultimo:
ZA

  1 1   1 1 
 
 BC E  VB  VC  k0 q  
 OB OC 
   8,99 10 N  m / C  2, 0 10 C  
9 2 2 8
 
 6, 0 m 8, 0 m 
 7,5 V
Dato che nel tratto DA i vettori spostamento sono antiparalleli al campo, si ha
 
   
 DA E   BC E  7,5 V
Quindi:
    
         
 ABCD E   AB E   BC E  CD E   DA E  0  7,5 V  7,5 V  0 V

70  No.
  
  E  dl  150 V/m  2  4, 0  102 m   37, 7 V
2
  E   Ei  li  0
i

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

PROBLEMI DI RIEPILOGO

2d 2dm 2dmd 2d 2 m
71 t    
a Eq Vq Vq

2 10 m  10 103 kg 


2
m 2  kg m  kg
  1,110 2
 1,1102  1,1102 s
 24 10 V  7, 2 10 C 
3 9 Nm
C kg 2
m
C s

q q   6, 0  10 9 C 6, 0  10 9 C 
72 VC  k  1  2    8,99  109 N  m 2 / C 2    
 r1 r2   1,3 m 0,3 m 
  8,99 109 N  m2 / C2  15 109 C/m   1, 4 102 V

q q   6, 0  10 9 C 6, 0  10 9 C 

LI
VD  k  1  2    8,99  109 N  m 2 / C 2    
 r1 r2   1,5 m 0,5 m 
  8,99 109 N  m2 / C2  8 109 C/m   72 V

VCD  VD  VC  72 V   1, 4 102 V   68 V


EL
WC D  q3VCD    4 109 C   68 V   2, 7 107 J
CH

q1 1, 4 106 C
73  Vq  k   8,99 109 N  m2 / C2  2
 2,5 105 V
r1 5, 0 10 m
NI

q2 1, 4 106 C
 Vq q  V1  V2  2,5 105 V  k  2,5 105 V   8,99 109 N  m2 / C2  
1 2
r1 3, 0 102 m
ZA

 2,5 105 V  4, 2  105 V  1, 7  105 V

V U 2 0 V 2  8,99  10 N  m / C 1, 0  10 V 
9 2 2 2

74 d     1,8 103 m
E   1, 0  106 C/m 2
2 0

75  Per la conservazione dell’energia totale si ha:


K i  U i  U g ,i  K f  U f  U g , f
Indicando con d la distanza tra le due cariche e con y la distanza percorsa dalla particella con carica
q prima di fermarsi, si ha:
1 2 qQ qQ
mvi  k0  mghi  k0  mg  hi  y 
2 d dy
dove hi è la distanza della particella con carica q dal suolo.

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

Si ricava:
1 2  1 1 y
mvi  k0 qQ     mgy  k0 qQ  mgy
2 dy d  d d  y
da cui
k0 qQ y
vi  2  2 gy 
m d d  y

 9 Jm 
2 
 8,99 10 1,38 1017 C  5, 43 1015 C   0,500 m 
 m
 2
C 
 2  9,81 2   0,500 m  
 3, 69 10 kg  62, 6 10 m 12, 6 10 m 
22 2 2
 s 
m
 5, 74
s
 Le energie potenziali iniziali sono:

LI
9 Jm  
qQ  1,38  10 17 C  5, 43  10 15 C 
U i  k0   8,99  10 2  2
 1, 076  10 21 J
d  C  62, 6  10 m
 m
EL
U g ,i  mghi   3, 69 1022 kg   9,80 2  1, 400 m   5, 063 1024 J
 s 
CH
Le energie potenziali finali sono:

9 Jm  
qQ  1,38  10 17 C  5, 43  10 15 C 
U f  k0   8,99  10 2  2
 5,346  10 21 J ,
dy  C  12, 6  10 m
NI

 m
U g , f  mg  hi  y    3, 69 1022 kg   9,80 2  1, 400 m  0,500 m   6,8711024 J
 s 
Quindi si ha:
ZA

U f Ui

 5,346  1, 076  1021 J  2,36
U g , f  U g ,i  6,871  5, 063 1021 J

76 La forza-peso e la forza elettrica esercitate sulla particella sono uguali in intensità e direzione ma
opposte in verso. Essendo
V
FE  qE  q
d
FP  mg
per la particella carica in equilibrio vale la relazione
V
mg  q
d

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

Quindi:
mgd 1,5  10 kg  9,8 m/s  3, 0  10 m 
12 2 2

V    2, 2  10 2 V
q 2, 0  1015 C

Q 1, 0  108 C
77     8, 0 108 C/m 2
4R 2 4  0,1 m 2

 All’interno della sfera, il campo elettrico generato dalla carica Q distribuita sulla superficie è
nullo, quindi il potenziale è costante e assume internamente il valore che ha sulla superficie.
Quindi:
Q
V
40 R
 Dato che l’energia si conserva, la carica q, una volta uscita dal foro, per sfuggire all’attrazione

LI
elettrostatica dovrà avere una energia cinetica superiore al modulo dell’energia potenziale.
L’energia potenziale è
U  qV
quindi si dovrà avere
EL
1 2 1 qQ
mv0 
CH
2 40 R
da cui
qQ
v0  
NI

2m0 R


 5, 0 10 C 1, 0 10 C 
9 8

 30 m/s
2 1, 0  108 kg  8,85  10 C / (N  m )   0,10 m 
ZA

12 2 2

78 La distanza tra due superfici equipotenziali è la perpendicolare h condotta tra le due superfici.
Indichiamo con  l’angolo che ogni superficie equipotenziale forma con l’asse x e con  l’angolo
che ogni superficie equipotenziale forma con l’asse y.
Dalla figura si ricava che
  27   63
e che, per esempio, la distanza hCA tra le superfici equipotenziali C e A vale
hCA  xC sin 27   4, 0 103 m   sin 27   1,8 103 m

 Il modulo del campo elettrico vale:


VC  VA VC 400 V
E   3
 2, 2 105 V/m
hCA hCA 1,8 10 m

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

 La distanza h100, alla quale si ha una differenza di 100 V, vale:


V 100 V
h100    4,5 104 m
E 2, 2 10 V/m
5

79

LI
 I campi EA ed EB valgono, in modulo,
q
E A  EB 
40 L2
EL
Nel punto C solo le componenti y di questi campi si sommano, mentre le componenti x si
elidono, perciò il campo risultante è diretto lungo y.
CH
In modulo, il campo e la forza valgono
q  q 3
E2 cos 
40 L2
6 40 L2
NI

100  109 C  3
2
q2 3
F  qE    1, 6  102 N
4 0 L2 4  8,85  1012 C 2 / (N  m 2 )   0, 010 m 2
ZA

 Il potenziale è la somma dei potenziali nel punto C:


q q
V 2 
40 L 20 L
L’energia potenziale è

100  109 C 
2
q2
U  qV    1,8  104 J
2 0 L 4  8,85  1012 C 2 / (N  m 2 )   0, 010 m 2

La carica si muove lungo l’asse delle y. Per la conservazione dell’energia meccanica, l’energia
cinetica massima (a grande distanza dalle altre cariche) è uguale all’energia potenziale.
Quindi:

1 2U 2 1,8  104 J 
K  mv 2  U  v   0, 60 m/s
2 m 1, 0  103 kg

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

80  Un nucleo di deuterio contiene un protone e un neutrone. Alla distanza minima raggiunta dai due
nuclei, la somma delle loro energie cinetiche K deve uguagliare l’energia potenziale elettrica U.
Quindi, l’energia cinetica è:
U q1 q2 2,56  1038 C2
2K  U  K  k   8,99 10 N  m / C 
9 2 2
 5,8 1014 J
2 2r 2  2, 0 10 m 
15

3
 Essendo K medio  kBT , si ha:
2
2 K medio 2 5,8 1014 J
T  23
 2,8 109 K
3 kB 3 1,38 10 J/K

81  Nel sistema di riferimento scelto, il campo elettrico nel punto A ha una componente lungo x
dovuta soltanto al filo e diretta nel verso positivo delle x, perché il filo è carico positivamente, e
una componente lungo y dovuta solo alla carica Q diretta verso la carica, che è negativa, quindi

LI
diretta lungo il verso positivo dell’asse y. Le componenti sono:
 Q
Ex   107,9 N/C e E y  k0 2  108 N/C
20 xA
Allore il modulo del campo elettrico è
yA
EL
CH
E  Ex 2  E y 2  1,52  102 N/C

 La differenza di potenziale ∆VAB è dovuta alla sola carica elettrica Q, essendo costante la
distanza dei due punti A e B dall’asse del filo. Quindi:
Q Q
NI

VAB  VB  VA  k0  k0  9, 0 V
yB yA
 Il lavoro fatto dal campo elettrico è L  qVAB , dove q  e  1, 6 1019 C . Quindi:
ZA

L     e  VAB  1, 4  10 18 J
Il lavoro è positivo dato che il campo sta allontanando fra loro due cariche dello stesso segno.

1 1 r r r  r  r
82 V  k0Q     k0Q 1 2  k0Q 1 1
 r1 r2  r1r2 r1  r1  r 
Da questa condizione si ottiene un’equazione di secondo grado:
Vr12  V r  2 k0Q   k0Q r  0

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

La soluzione positiva è
2k0Q  V r  V 2  r   4k02Q 2 2  8,99  109 N 2  m 2 /C2 1,36  109 C    807 V  0, 0209 m 
2

r1  
2V 2  807 V 

807 V   0, 0209 m   4  8,99 109 N  m 2 C2  1,36  109 C 


2 2 2 2

  0, 0231 m
2  807 V 

Quindi si ha r1  2,31 cm e r2   2, 31  2, 09  cm  4, 40 cm

2 
1 q1 q2 3, 0  109 C  5, 0  109 C 
83 F    8,99  10 N  m / C 
9 2
 8, 4  105 N
4 0 r 2  4, 0 10 m 
2 2

Detta x la distanza di P da q1, deve valere

LI
1  q1 q2 
V   0   r  x  q1  xq2  0 
4 0  x r  x 

x
rq1

 4, 0 102 m  3, 0  109 C 
 1,5 cm
EL
q1  q2  3, 0  109 C    5 109 C 
CH
84
 Dalla figura si deduce che AP  rA   x  a 2  y 2 e BP  rB   x  b 2  y 2 .
Quindi i potenziali elettrici generati in P da ciascuna delle due cariche valgono
NI

1 Q 1 Q 1 Q 1 Q
VA   e VB  
4 rA 4  x  a 2  y 2 4 rB 4  x  b 2  y 2
ZA

Di conseguenza, il potenziale totale nel punto P è


 
Q  1 1 
VP  x; y   VA  VB  
4   x  a  y
2 2 2 
 x  b  y 
2

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

 Nel punto medio tra A e B il potenziale elettrico vale


 
 
 ab  Q  1 1  Q  2 2 
VP  ; 0        0
 2  4   a  b 
2
 ab 
2  4  a  b a  b
  
 a  b
  2 


 2

 
Quindi, la condizione richiesta è
 
Q  1 1 0
VP  x; y   
4   x  a
2
 y2 2 
 x  b  y 
2

da cui si trova
ab
 x  a  x  b  x  a   x  b
2 2 2 2
 y2   y2   x
2

LI
che nel piano cartesiano rappresenta la retta verticale passante per il punto medio tra A e B .

85
sulla superficie della sfera stessa:
EL
 Troviamo la differenza di potenziale elettrico tra il centro della sfera A e un qualsiasi punto B

W
V  VB  VA   A B
CH
q
dove WA B è il lavoro fatto dalla forza elettrica per spostare una carica di prova q dal punto A al
punto B.
Il campo elettrico all’interno della sfera omogenea di raggio R è
NI

1 Q Q
E r  r  k0 3 r , r  R
40 R 3
R
ZA

La forza elettrica per spostare una carica di prova q dal centro della sfera alla superficie è
qQ
F  qE  r   k0 3 r
R
Tracciamo il grafico della funzione F = F(r):

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

Il lavoro compiuto dalla forza elettrica per spostare la carica q dal centro della sfera A alla
superficie è dato dall’area del triangolo rettangolo di base R e altezza F(R).
Calcoliamo F(R):
qQ
F  r   qE  r   k0 3 r
R
qQ qQ
F  R   k0 3 R  k0 2
R R
Il lavoro risulta
1 qQ qQ
WA B  Rk0 2  k0
2 R 2R
Per il calcolo del potenziale elettrico nel centro della sfera procediamo come segue:
W Q
V  VB  VA   A B  VA  VB  k0
q 2R

LI
Q
VB  k0
R EL
Q Q 3 Q 3 1, 0  10 9 C
VA  k0  k0  k0   8,99  109 N  m 2 / C 2   13 V
R 2R 2 R 2 1, 0 m
 La differenza di potenziale da considerare è
CH
WA  P
V  VP  VA  
q
Il triangolo rettangolo da considerare ha base rP e altezza F(rP):
NI

qQ
F  rP   k0 3 rP
R
L’area di tale triangolo è il lavoro per spostare la carica da A a P e vale
ZA

1 qQ qQ 2
WA P  rP k0 3 rP  k0 rP
2 R 2R3
Il potenziale in P è
WA P 3 Q 1 Q 2 Q 3R 2  rP2
VP  VA   k0  k0 3 rP  k0 3 
q 2 R 2 R R 2
1, 0  109 C 3 1, 0 m    0,50 m 
2 2

  8,99 10 N  m / C 
9 2 2
 12 V
1, 0 m 
3
2

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

 Fisica&Matematica
86 Determiniamo l’equazione della retta tangente alla curva in P usando la regola dello sdoppiamento:
y  yP 1 x  xP
 x xP  2 1  y  2 x  15
2 4 2
Il campo elettrico ha direzione perpendicolare alla superficie equipotenziale, quindi la componente
E xy è perpendicolare alla retta trovata e forma con la direzione x un angolo  tale che
1
tan  
2

Il campo elettrico è diretto verso punti a potenziale più basso, quindi in P il vettore E xy punta verso
l’altra superficie equipotenziale presente nella figura ed ha componente Ex negativa e componente
E y positiva. Poiché
1 2 1
tan    cos   , sin  

LI
2 5 5
otteniamo EL
2 2
Ex   Exy    26,8 V/m    24, 0 V/m
5 5
1 1
E y  Exy   26,8 V/m    12, 0 V/m
CH
5 5

SEI PRONTO PER LA VERIFICA?


NI

1 Quando la terza carica è molto lontana, l’energia potenziale del sistema è quella della coppia di
cariche A e B:
U i  U AB
ZA

Quando viene aggiunta la terza carica, l’energia potenziale del sistema è la somma delle energie
potenziali di tutte le coppie di cariche:
U f  U AB  U AC  U BC
Il lavoro compiuto dalla forza esterna è uguale alla variazione di energia potenziale:

W  U  U f  U i  U AC  U BC 

 
W  k0QC 
QA

QB   k Q  QA  QB  
0 C 
  xA  xC    y A  yC 
2 2
 xB  xC    yB  yC  
2 2
 a 2a 

  4,1109 C   4,1109 C  
  8,99 109 N  m 2 C2  2,9 109 C     3,8 107 J
 0,14 m 0, 28 m 

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

2 Calcoliamo i valori attesi della velocità con la formula

2eV 2  1, 602  10 19 C  V


v 
me 9,11 1031 kg
Sostituendo i valori della differenza di potenziale tra gli elettrodi, otteniamo

vatteso 106 m/s  5, 93 6, 50 7, 02 7, 50 7, 96


Calcoliamo di quanto si discostano, in percentuale, i valori misurati da quelli attesi:

v  vatteso 1, 7  103 3,1103 1, 4  103 1,3 103 2,5 103


vatteso
Tutti i valori misurati si discostano da quelli attesi per meno dell’1%.

LI
3  Usiamo la notazione scalare, considerando il campo elettrico positivo quando è diretto nel verso
positivo della direzione y. Il sistema è composto da 3 regioni. EL
Nella prima regione di spazio si ha y  0 e il campo elettrico è

 A   B   5,5 10 C/m    1,8 10 C/m 


10 2 10 2

E1    21 V/m
20  C2 
CH
12
2  8,854 10 
 N  m2 
Nella seconda regione di spazio si ha 0  y  d e il campo elettrico è

 A   B  5,5 10 C/m    1,8 10 C/m 


10 2 10 2
NI

E2    41 V/m
2 0  12 C2 
2  8,854 10 
 N  m2 
ZA

Nella terza regione di spazio si ha y  d e il campo elettrico è

 A   B  5,5 10 C/m    1,8 10 C/m 


10 2 10 2

E3    21 V/m
2 0  12 C2 
2  8,854 10 
 N  m2 
Nella regione di spazio con 0  y  d il potenziale elettrico è
V2  y    E2 y   41 V/m  y
Questa espressione soddisfa la condizione V2  0   0 . Inoltre, V2  d   41V .
Nella regione di spazio con y  d il potenziale elettrico è
V3  y    E3  y  d   V2  d     21 V/m  y  d   V2  d  
  21 V/m  y   20 V 

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Capitolo 16. Il potenziale elettrico

Nella regione di spazio con y  0 il potenziale elettrico è


V1  y    E1 y   21 V/m  y

 Il grafico dell’energia potenziale in funzione di y è il seguente:

LI
 Consideriamo la retta orientata perpendicolare alla superficie e passante per la carica puntiforme,
4
EL
con verso dalla superficie alla carica e origine sulla superficie. Indichiamo con y la posizione su
tale retta. L’espressione del potenziale elettrico sulla retta è
Q  Q
CH
V  V  VQ   E y  k0  y  k0
yd 2 0 yd
Dal momento che il potenziale elettrico è la somma di due termini negativi, non si annulla in
nessun punto.
NI

 Sostituiamo i valori numerici nell’espressione del potenziale elettrico:


2 
2,33 109 C/m 2 5,50 109 C 
V   0, 0600 m   8,99 10 N  m C 
9 2
 198 V
 C2  0, 260 m
ZA

12
2  8,854 10 
 N  m2 
 Il lavoro compiuto dalla forza esterna è uguale alla variazione dell’energia potenziale
dell’elettrone. Le posizioni iniziale e finale dell’elettrone son006F
y0  6, 0 cm e y1  10, 0 cm
per cui
  Q  Q 
W  U  q V  q   y1  k0  y0  k 0 
 2 0 d  y1 2 0 d  y0 
   1 1 
 q  y0  y1   k0Q   
 2 0  d  y1 d  y0  

Ugo Amaldi, Il nuovo Amaldi per i licei scientifici.blu © Zanichelli 2021 30

Copia riservata all'insegnante Fabio Lorieri - 5073521


Capitolo 16. Il potenziale elettrico

Inserendo i valori numerici, si ottiene




2,33 109 C/m 2
W  1, 60 10 C   
19
 0, 0400 m  
  12 C2 
 2  8,854 10 
  N  m2 
 N  m2   1 1 
  5,5 10 C  
9 18
  8,99 109 2
    6, 4 10 J
 C   0, 220 m 0, 260 m  
 All’inizio l’elettrone ha solo energia potenziale U i ; alla fine ha energia potenziale U f ed energia
cinetica K f . Tenendo conto del lavoro West compiuto dalla forza esterna, impostiamo il bilancio
energetico:
U i  West  U f  K f
Da questa equazione ricaviamo la velocità dell’elettrone:

LI
Kf U i  West  U f West  U
vf  2  2  2 
m m m
 37, 0 eV  1, 60 1019
EL
J/eV    6, 4  1018 J 
 2 31
 1, 0  106 m/s
9,11 10 kg
CH
NI
ZA

Ugo Amaldi, Il nuovo Amaldi per i licei scientifici.blu © Zanichelli 2021 31

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