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Corso di Fisica 2

ELETTROSTATICA
INTRODUZIONE
• L’elettromagnetismo è la teoria che
descrive le interazioni tra corpi dotati di
carica elettrica
• In questo ambito, l’argomento
dell’elettrostatica è limitato al caso in cui
tutte le cariche elettriche sono in quiete
CARICA ELETTRICA
Esistono due tipi di carica elettrica denominati carica
positiva e carica negativa.
La carica elettrica di un corpo è rappresentata da un
numero (scalare) positivo o negativo.

La carica elettrica è una proprietà delle particelle


elementari che costituiscono la materia (elettroni e
protoni). Un corpo di dimensioni macroscopiche
possiede una carica elettrica uguale alla somma
algebrica delle cariche elettriche delle particelle
elementari che lo costituiscono
CARICA ELETTRICA

Le cariche elettriche dell’elettrone e del protone sono


uguali in valore assoluto e di segno opposto. La carica
del protone è positiva (e), mentre quella dell’elettrone
è negativa (-e). La carica elettrica e è spesso indicata
come la carica elementare.

Dai due punti precedenti si deduce che la carica


elettrica di un corpo macroscopico è quantizzata,
ovvero è sempre uguale ad un multiplo intero (positivo
o negativo) della carica elementare
CARICA ELETTRICA

UNITA’ DI MISURA: nessuna delle grandezze


dell’elettromagnetismo deriva dalle grandezze della
meccanica. Per avere un sistema completo di unità
di misura fondamentali si affianca a metro,
chilogrammo, e secondo, l’ampère (A) unità di
misura dell’intensità di corrente elettrica. Il sistema di
unità di misura così costituito si chiama sistema
MKSA.
CARICA ELETTRICA

Nel sistema MKSA, l’unità di misura della carica


elettrica è il coulomb (C)
Il valore della carica elementare nel sistema MKSA
è:

e = 1,602  10-19 C
CARICA ELETTRICA

PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELLA


CARICA ELETTRICA: In un sistema chiuso
(cioè per il quale non vi sono scambi di
materia con l’ambiente) la somma algebrica
delle cariche elettriche contenute nel sistema
stesso è costante
FORZA ELETTROSTATICA
(Forza di Coulomb)

q2 q 1q 2 > 0

r
q1 ke q1 q2
F12 = ⎯⎯⎯⎯⎯⎯
r2
F12
1
𝑘𝑒 = Costante elettrostatica:
4𝜋𝜀0
ke = 9  109 kg·m3/(A2·s4)
FORZA ELETTROSTATICA
(Forza di Coulomb)

q2 q 1q 2 > 0
F21
F12 = - F21

r
q1 ke q1 q2
F12 = F21 = ⎯⎯⎯⎯⎯⎯
r2
F12
FORZA ELETTROSTATICA
(Forza di Coulomb)

q2 q 1q 2 > 0
F21 q 1q 2 < 0
F12 = - F21
F21

r
q1 ke q1 q2
F12 = F21 = ⎯⎯⎯⎯⎯⎯
F12 r2
F12
FORZA ELETTROSTATICA
(Principio di sovrapposizione)
q2
r2
F1

q3
F2
r1
q1

La forza risultante che due o più cariche esercitano su di


un’altra carica è la somma vettoriale delle forze che ognuna
delle cariche eserciterebbe se fosse sola
FORZA ELETTROSTATICA
(Principio di sovrapposizione)
q2
r2
F1
F1 + F2

q3
F2
r1
q1

La forza risultante che due o più cariche esercitano su di


un’altra carica è la somma vettoriale delle forze che ognuna
delle cariche eserciterebbe se fosse sola
CAMPO ELETTROSTATICO
q1> 0; q2 > 0 q2
F2
ke q1 q2
B F2 = ⎯⎯⎯⎯
r2
r
q1
Poniamo ora l’attenzione sul punto B e sostituiamo la
A carica q2 con la carica q’2 > 0, mantenendo invariata
q1, e osserviamo come varia la forza F2
La forza F’2 ha la stessa direzione e lo stesso
verso di F2 ma il suo modulo è proporzionale a
q’2 anziché a q2
CAMPO ELETTROSTATICO
Osserviamo che:
F2 F’2 k eq 1
⎯⎯⎯ = ⎯⎯⎯ = ⎯⎯⎯
q2 q’2 r2

La grandezza F2/q2, ovvero il rapporto del modulo della forza


che agisce sulla carica posta nel punto B e la carica stessa,
non dipende dal valore della carica posta in B ma solamente
dalla carica q1 e dalla distanza tra il punto B e il punto A

La grandezza F2/q2 è in pratica una caratteristica del punto B


(se la carica q1 si mantiene invariata)
CAMPO ELETTROSTATICO
Possiamo pensare che la grandezza F2/q2 = keq1/r2,
definita nel punto B, esista indipendentemente dal
fatto che in B si trovi una carica elettrica: questa
grandezza è una proprietà del punto B
Avviene come se la presenza nel punto A della carica
elettrica q1 modificasse le proprietà del punto B in
modo tale che, se si pone in B una carica elettrica q2,
quest’ultima subisce una forza keq1q2/r2. Poiché B è
un punto generico, lo stesso ragionamento vale per
tutti gli altri punti dello spazio.
CAMPO ELETTROSTATICO

Alla grandezza keq1/r2 si dà il nome di campo


elettrostatico. Si dice che è il campo
elettrostatico generato dalla carica q1, o più
brevemente il campo elettrostatico della
carica q1. Si dice anche che la carica elettrica
q1 è la sorgente del campo elettrostatico.
CAMPO ELETTROSTATICO
In realtà, la posizione del punto B rispetto al punto A determina,
secondo la legge di Coulomb, oltre al modulo, anche la
direzione e il verso (se la carica q2 è positiva) della forza F2

q2
F2
B

r
Quindi il campo elettrostatico deve
q1 contenere in sé le informazioni sulla
direzione e sul verso della forza. Cioè
A il campo elettrostatico è un vettore
CAMPO ELETTROSTATICO
q
E F
B B

r r
q1 q1
F=qE
A A

Il campo elettrostatico nel punto B è un vettore E. Se si pone


nel punto B una carica q, essa subisce una forza elettrostatica
F data dalla relazione:
F=qE
CAMPO ELETTROSTATICO
Dalla formula F = qE notiamo che l’unità di
misura del campo elettrostatico nel sistema
MKSA è il newton/coulomb (N/C)
CAMPO ELETTROSTATICO
Proprietà del campo di una carica
Il verso del campo elettrostatico dipende dal segno
della carica che lo genera. Il verso del campo è quello
della forza che agirebbe su di una carica positiva
posta nello stesso punto
E
Se q1 > 0 q1
Il campo “si allontana” dalla carica perché la forza
su di una carica positiva sarebbe repulsiva

E
Se q1 < 0 q1
Il campo “si avvicina” verso la carica perché la forza
su di una carica positiva sarebbe attrattiva
CAMPO ELETTROSTATICO
Proprietà del campo di una carica
modulo del campo elettrostatico di una carica: dalla
legge di Coulomb F = ke q1q2/r2, e dalla formula
F = qE ricaviamo:
E = keq1/r2

E
q1
q F = qE
q1
CAMPO ELETTROSTATICO
Principio di sovrapposizione
q2
r2
E1
E1 + E2

q3
E2
r1
q1

Il campo elettrostatico risultante che due o più cariche


generano in un punto è la somma vettoriale dei campi che
ognuna delle cariche genererebbe se fosse sola
CAMPO ELETTROSTATICO
Il campo elettrostatico può sembrare a prima
vista semplicemente un artificio per la
semplificazione dei calcoli. In realtà esso è
una grandezza fisica misurabile. Inoltre al
campo elettrostatico è associata un’energia
e, nel caso dell’elettrodinamica, il campo
elettrico trasporta energia e quantità di moto.
Il campo elettrico ha quindi una realtà fisica,
pari a quella delle altre grandezze fisiche, e
non è un semplice formalismo teorico.
CAMPO ELETTROSTATICO
Le linee di campo sono delle curve nello spazio
che sono in ogni punto tangenti alla direzione del
campo elettrostatico in quel punto
CAMPO ELETTROSTATICO
le linee di campo sono orientate (mediante frecce)
secondo il verso del campo elettrostatico
Le linee di campo non si intersecano l’una con
l’altra perché in ogni punto la direzione del campo
è unica (se non è nullo)
Le linee di campo possono però convergere (o
divergere) in corrispondenza di una carica elettrica
Le linee di campo danno un’idea dell’andamento
del campo elettrostatico nello spazio quindi sono di
aiuto nella rappresentazione del campo stesso.
CAMPO ELETTROSTATICO
Esempio: q > 0
CAMPO ELETTROSTATICO
Esempio: q < 0
CAMPO ELETTROSTATICO

Il modulo del campo elettrico è proporzionale al


numero di linee di campo per unità di area.
DIPOLO ELETTRICO
y Linee del campo del dipolo elettrico

– +
x
CAMPO ELETTROSTATICO
CAMPO ELETTROSTATICO
DIPOLO ELETTRICO
Momento di dipolo elettrico di una molecola
Ad esempio, la molecola di acqua è una molecola polare. Il
“baricentro” delle cariche positive è spostato rispetto a quello
delle cariche negative

+
p

Il momento di dipolo della molecola di acqua è 1,84 D, un’altra


molecola polare è SO2 con p = 1,59 D. Ricordiamo che
1D = 3,336  10-30 Cm e corrisponde al prodotto di una carica
elementare (1,610 –19 C) per una distanza di 210–11 m che è
circa 1/10 della distanza internucleare in una molecola tipica
DIPOLO ELETTRICO

Invece, le molecole simmetriche non possiedono un momento


di dipolo elettrico. Ad esempio O2 non è una molecola polare:
in essa i “baricentri” delle cariche positive e negative
coincidono

Altri esempi di molecole non polari: He, H2, N2, CO2, CH4, C2H4
DIPOLO ELETTRICO
Momenti di dipolo elettrico di alcune molecole
Molecola Momento di dipolo (D)
CO 0,10 Cm
N2O 0,17 Cm
NH3 1,45 Cm
SO2 1,59 Cm
H 2O 1,84 Cm
KF 7,33 Cm
KCl 10,48 Cm
KBr 10,41 Cm
KI 11,05 Cm
HCl 1,03 Cm
HBr 0,78 Cm
HI 0,38 Cm
DIPOLO ELETTRICO

Le molecole che non hanno un momento di dipolo elettrico


permanente sono dette non polari. Esse possono tuttavia
acquistare un dipolo elettrico, ovvero polarizzarsi, in presenza
di un campo elettrostatico
In modo semplificato, possiamo descrivere questo processo
come uno spostamento delle cariche dovuto al campo
elettrostatico. Infatti le forze che esso esercita sulle cariche
positive e sulle cariche negative hanno versi opposti e
tendono quindi a separare le cariche
E
CAMPO ELETTROSTATICO
CAMPO ELETTROSTATICO
CAMPO ELETTROSTATICO
PER CONFIGURAZIONI DI CARICA
PIU’ COMPLESSE
Flusso del campo elettrostatico attraverso una
superficie

S è una superficie piana di area A, n un vettore


unitario (di modulo 1) ortogonale alla superficie S, E il
campo elettrostatico, che supponiamo uniforme, in
ogni punto della superficie S,  l’angolo compreso tra
n ed E
Si chiama flusso del campo elettrostatico E attraverso
la superficie S la grandezza:
n 
𝜙𝑒 = 𝐸ഥ sҧ = 𝐸ത ⋅ 𝐴𝑛ത = 𝐸𝐴 cos 𝜃 E

A
Flusso del campo elettrostatico attraverso
una superficie
Se E non è uniforme, o se S non è piana si suddivide
quest’ultima in piccoli elementi di area DA, si calcola il flusso
per ogni piccola area e si ‘somma’ su tutti gli elementi

n  E

DA

De = E DA cos
Flusso del campo elettrostatico attraverso
una superficie CHIUSA
Si procede in modo analogo  E
se la superficie S è una
superficie chiusa. Una n
superficie chiusa divide lo
spazio in due regioni: l’interno
e l’esterno. Il vettore unitario
normale alla superficie si
prende per convenzione
orientato verso l’esterno. Il
flusso del campo elettrostatico DA
è dato dalla formula
Il flusso del campo
elettrostatico è additivo :
Se 1 è il flusso del campo E1 E2 n
e 2 è il flusso del campo E2,
2 1
allora il flusso ris del campo E1
risultante Eris = E1 + E2 è
A
uguale alla somma dei flussi
dei campi E1 ed E2

ris= 1 + 2
TEOREMA DI GAUSS
Consideriamo una regione dello spazio nella quale si
trovano delle cariche elettriche, e consideriamo il
campo elettrostatico risultante generato da queste
cariche. Sia S una superficie chiusa e sia e il flusso
del campo elettrostatico risultante attraverso S
TEOREMA DI GAUSS: il flusso e attraverso una
superficie chiusa S è uguale a:

dove qint è la somma (algebrica) delle cariche elettriche


che si trovano all’interno della superficie S
TEOREMA DI GAUSS
Esempio
q1 q2

q5
q3
q4 q7
q6

q8
TEOREMA DI GAUSS
Esempio

q5

q4
q6
TEOREMA DI GAUSS

q1

e = 0
TEOREMA DI GAUSS

q1 q2

q3
q7

q8

e = 0
DISTRIBUZIONI DI CARICA PARTICOLARI

• A partire dalla formula del campo


elettrostatico di una carica puntiforme, e
grazie al principio di sovrapposizione,
possiamo calcolare il campo elettrostatico di
un insieme di cariche qualsiasi. In effetti è
sufficiente calcolare la somma vettoriale dei
campi generati dalle diverse cariche
DISTRIBUZIONI DI CARICA PARTICOLARI

• Il Teorema di Gauss permette di calcolare il


campo elettrostatico risultante quando le
cariche elettriche sono distribuite nello spazio
secondo forme geometriche semplici
• Si applica il T. di Gauss ad una superficie
scelta in modo opportuno che permette di
sfruttare le proprietà di simmetria della
distribuzione di cariche elettriche
DISTRIBUZIONI DI CARICA PARTICOLARI

• Nella pratica, poiché la carica elettrica


elementare è molto piccola, si ha a che fare
con un numero molto elevato di cariche. E’
allora utile fare astrazione della natura
corpuscolare della carica e considerarla, dal
punto di vista macroscopico, come un
continuo (è ciò che si fa comunemente con la
massa!)
DISTRIBUZIONI DI CARICA PARTICOLARI
Definiamo densità di carica elettrica il rapporto
 = Dq/DV dove Dq è la carica elettrica totale
contenuta nell’elemento di volume DV
DV = volume del cubo

Dq = carica totale
contenuta nel cubo
DISTRIBUZIONI DI CARICA PARTICOLARI
Se la carica è distribuita su di una superficie,
definiamo la densità superficiale di carica
elettrica il rapporto  = Dq/Da dove Dq è la
carica totale contenuta nell’elemento di
superficie Da
Dq = carica totale Da = area
contenuta dell’elemento
nell’elemento di superficie
di superficie
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica

R = raggio della sfera


Q = carica totale R
V = volume della sfera = (4/3)R3
 = Q / V = 3Q/(4R3)

Calcoliamo il campo elettrostatico


all’esterno e all’interno della sfera
utilizzando il T. di Gauss e
sfruttando la simmetria sferica
della distribuzione di carica
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica
n
Consideriamo una
superficie sferica S, di r
raggio r > R, e il cui
centro coincide con
quello della R
distribuzione di carica.

La carica elettrica
totale all’interno della
superficie S è la carica
elettrica totale Q della
sfera S
qint = Q
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica
E
Il campo elettrostatico
generato da questa
distribuzione è radiale.

Infatti la rotazione
indicata dalla freccia R
blu lascia invariata la
distribuzione di carica
e quindi deve lasciare
invariato anche il
campo.
Ciò accade solo se il
campo è radiale. S
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica
Tutti i punti della superficie S E
sono alla stessa distanza dal E
punto più vicino della sfera di r
carica. Quindi essi
r
sono equivalenti per
quanto riguarda la R
distribuzione di carica.
Possiamo dire che da
ogni punto della
superficie S si “vede”
la stessa distribuzione
di carica.
Quindi il modulo del campo è S
uniforme sulla superficie S.
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica
n
E
Il campo elettrostatico è
ortogonale alla superficie r
S ed è uniforme in
modulo sulla superficie
stessa: R

S
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica
n
E
Il campo elettrostatico è
ortogonale alla superficie r
S ed è uniforme in
modulo sulla superficie
stessa: R
e = 4r2E
per il T. di Gauss:
e = 4keqint = 4keQ
quindi:
4r2E = 4keQ
da cui:
E = keQ/r2 S
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica
n
E
r
E = keQ/r2
Notiamo che è lo
stesso campo che R
avrebbe generato
una carica
puntiforme Q posta
al centro della sfera
carica

S
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica
Consideriamo una
superficie sferica S, di n
raggio r < R, e il cui centro
coincide con quello della
distribuzione di carica R
La carica elettrica totale r
all’interno della superficie S
è adesso qint = (4/3)r3
Ma poiché  = 3Q/(4R3)
qint = 3Q(4/3)r3/(4R3) S
ovvero
qint = Qr3/R3
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica
Anche in questo caso il campo
elettrostatico è ortogonale alla n
superficie S ed è uniforme in
modulo sulla superficie stessa:
e = 4r2E R
per il T. di Gauss: r
e = 4keqint = 4keQr3/R3
quindi:
4r2E = 4keQr3/R3
da cui: S
E = keQr/R3
All’interno della sfera carica il modulo del campo
elettrostatico è proporzionale alla distanza dal centro della
sfera
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica
E

keQ/R2 Grafico del modulo del campo elettrico


di una sfera uniformemente carica in
funzione della distanza dal centro
Er

E  1/r2

R r
Campo elettrostatico generato da una sfera
uniformemente carica
Linee di
campo
all’esterno
della
distribuzione
sferica
Campo elettrostatico generato da un guscio
sferico uniformemente carico

R = raggio della sfera


Q = carica totale R
A = area della sfera = 4R2
 = Q / A = Q/(4R2)

Calcoliamo il campo elettrostatico


all’esterno e all’interno del guscio
sferico utilizzando il T. di Gauss e
la simmetria sferica della
distribuzione di carica
Campo elettrostatico generato da un guscio
sferico uniformemente carico
n
Consideriamo una
superficie sferica S, di r
raggio r > R, e il cui
centro coincide con
quello della R
distribuzione di carica
La carica elettrica
totale all’interno della
superficie S è la carica
elettrica totale Q del
guscio sferico
qint = Q S
Campo elettrostatico generato da un guscio
sferico uniformemente carico
n E
Il campo elettrostatico è
ortogonale alla superficie S
ed è uniforme in modulo r
sulla superficie stessa:
e = 4r2E
per il T. di Gauss:
R
e = 4keqint = 4keQ
quindi:
4r2E = 4keQ
da cui:
E = keQ/r2
S
Campo elettrostatico generato da un guscio
sferico uniformemente carico
n E

E’ lo stesso campo r
che avrebbe
generato una carica
puntiforme Q posta al
R
centro del guscio
sferico.

S
Campo elettrostatico generato da un guscio
sferico uniformemente carico

Consideriamo una n
superficie sferica S, di
raggio r < R, e il cui centro
coincide con quello della R
distribuzione di carica r
La carica elettrica totale
all’interno della superficie S
è adesso qint = 0
S
Campo elettrostatico generato da un guscio
sferico uniformemente carico
Anche in questo caso il campo
elettrostatico è ortogonale alla n
superficie S ed è uniforme in
modulo sulla superficie stessa:
e = 4r2E
R
per il T. di Gauss: r
e = 4keqint = 0
quindi:
4r2E = 0
da cui: S
E=0
Notiamo che all’interno del guscio
sferico carico il campo
elettrostatico è nullo
Campo elettrostatico generato da un guscio
sferico uniformemente carico
E
Grafico del modulo del campo elettrico
keQ/R2 di un guscio sferico uniformemente carico
in funzione della distanza dal centro
Il campo è discontinuo e non è definito sul
guscio

E  1/r2

E=0

R r
Campo elettrostatico generato da un guscio
sferico uniformemente carico

Linee di
campo
all’esterno
del guscio
sferico
E=0
Piano infinito con densità superficiale di carica
uniforme 
Per simmetria, il campo
è ortogonale al piano della
distribuzione. Infatti
E immaginiamo di far ruotare il
piano su se stesso attorno ad
un asse ortogonale al piano
stesso: tale operazione lascia
invariata la distribuzione di
carica e quindi deve lasciare
E invariato anche il campo. Ciò
accade solo se il vettore
campo è ortogonale al piano

 = Dq/Da
Piano infinito con densità superficiale di carica
uniforme 
Inoltre, sempre per simmetria, il
modulo del campo elettrico, fissata
la densità di carica, dipende solo
E dalla distanza dal piano: infatti tutti i
punti di un piano parallelo a quello
che contiene le cariche sono
equivalenti se quest’ultimo è
infinito.
l verso del campo dipende dal
E segno della densità di carica. In
figura è mostrato il caso di una
densità di carica positiva

 = Dq/Da
Piano infinito con densità superficiale di carica
uniforme 
Consideriamo una superficie S
cilindrica con basi, di area A,
parallele al piano e poste
simmetricamente ai due lati del
piano stesso (le distanze delle
due basi dal piano che contiene le
cariche sono uguali). La carica
S totale all’interno della superficie è
qint = A

 = Dq/Da qint = A
S
Piano infinito con densità superficiale di carica
uniforme  Sulle basi del cilindro E è
uniforme e ortogonale a S:
bas = 2AE
Sulla parte laterale del cilindro E
E è parallelo a S: lat = 0
tot = lat + bas = 2AE
Per il T. di Gauss, tot = 4keqint
2AE = 4keA
S E = 2ke n
E
n
A
E
Il campo del piano infinito è
uniforme in ogni semi-spazio ed è
S qint = A
proporzionale alla densità di carica
Piano infinito con densità superficiale di carica
uniforme  Sulle basi del cilindro E è
uniforme e ortogonale a S:
bas = 2AE
Sulla parte laterale del cilindro E
E è parallelo a S: lat = 0
tot = lat + bas = 2AE
Per il T. di Gauss, tot = 4keqint
2AE = 4keA
S E = 2ke n
E
n
A
Il campo del piano infinito è E
uniforme in ogni semi-spazio ed è
proporzionale alla densità di carica S qint = A
Doppio piano infinito con densità superficiali di
carica uniformi e opposte + e − (doppio
strato di carica)
Il campo risultante
di questa
distribuzione di
carica si può
calcolare dalla
formula del campo
di un singolo piano
infinito utilizzando
il principio di
sovrapposizione

+ −
Doppio piano infinito con densità superficiali di
carica uniformi e opposte + e − (doppio
strato di carica)

E+ E’ sufficiente fare la somma


vettoriale del campo della
distribuzione di carica positiva
e…

E+

+
Doppio piano infinito con densità superficiali di carica
uniformi e opposte + e − (doppio strato di carica)

… di quello della distribuzione di


carica negativa

E−

E−

−
Doppio piano infinito con densità superficiali di carica
uniformi e opposte + e − (doppio strato di carica)
I due piani suddividono lo spazio in tre regioni …

E−
E−
E+
E+

E−

E+
+ −
Doppio piano infinito con densità superficiali di carica
uniformi e opposte + e − (doppio strato di carica)
… in ognuna delle quali il campo è la somma di due campi
uniformi + −
E- = 2ke E- = 2ke E- = 2ke

E+ = 2ke E+ = 2ke E+ = 2ke

Eris = 0 Eris = 4ke Eris = 0

Il campo di un doppio strato di carica + e – è nullo all’esterno


e uniforme e uguale a 4ke all’interno
Doppio piano infinito con densità superficiali di carica
uniformi e opposte + e − (doppio strato di carica)
+ −

Linee di campo del campo elettrostatico uniforme all’interno del


doppio strato di carica
Esercizi elettrostatica
Due palline uguali di massa m sono appese a con fili di seta di
lunghezza L e hanno uguale carica Q come mostrato in figura.
Si assuma che  sia così piccolo che la sua tangente possa
essere sostituita con il suo seno.
a) Si mostri che, in questa approssimazione, all’equilibrio si ha

dove x è la distanza tra le palline

b) Se L=120 cm, m=10 g e x=5.0 cm, qual è il valore di q?


Nella figura, un campo elettrico uniforme E, diretto verso l’alto
di intensità 2.00 103 N/C, si instaura tra due piatti orizzontali
caricando positivamente il piatto inferiore e negativamente
quello superiore. I due piatti hanno una lunghezza L = 10 cm e
una distanza d = 2.00 cm. Un elettrone viene proiettato tra i due
piatti dall’estremità sinistra del piatto inferiore. La velocità
iniziale v0 dell’elettrone forma un angolo di 45° con il piano
inferiore e ha un modulo di 6 106 m/s.
a) l’elettrone colpirà uno dei due piatti?
b) Se sì, quale piatto colpirà e a che distanza dall’estremità
sinistra?
Nella figura, una piccola sfera avente massa m=1.00 mg e
carica distribuita uniformemente q= 2.00 10-8 C, è appesa
in equilibrio a un filo isolante che forma un angolo di 30°
con un grande piatto isolante carico uniformemente.
Considerando la forza di gravità agente sulla sfera e
assumendo che il piatto si estenda a grande distanza in
tutte le direzioni, si determini la densità di carica
superficiale  sul piatto.
Una carica Q è distribuita uniformemente su un guscio
sferico di raggio interno R1 e raggio esterno R2.
Determinare il campo elettrico nel punto R3 equidistante
tra le due superfici del guscio sferico, sapendo che Q = 1
nC, R1 = 10 cm, R2 = 30 cm,

R3
R1

R2
POTENZIALE ELETTROSTATICO
La forza elettrostatica è conservativa: mostriamo che il lavoro
della forza che una carica q1 esercita su una carica q2 lungo
un circuito chiuso è nullo

q2
F

q1
POTENZIALE ELETTROSTATICO
Consideriamo prima un circuito chiuso semplice costituito da
due archi di circonferenza e da due segmenti rettilinei radiali

L A→B = 0
L C→D = 0 C
L B→C = – L D→A
B
q2
F
D
r A

q1 L circuito = L A→B + L B→C + L C→D + L D→A = 0


POTENZIALE ELETTROSTATICO
Consideriamo ora un circuito complesso ma sempre costituito
da archi di circonferenza e da segmenti rettilinei radiali

Il lavoro totale
lungo gli archi
è nullo

Larc = 0 q2
F

q1
POTENZIALE ELETTROSTATICO
Per ogni segmento
radiale “entrante”
ve ne è uno
“uscente” della
stessa lunghezza

Lrad = 0 q2
F

q1
POTENZIALE ELETTROSTATICO

Il lavoro totale è la
somma del lavoro
lungo gli archi e
lungo i segmenti
radiali

q2
F

q1 Lcircuito = Larc + Lrad = 0


POTENZIALE ELETTROSTATICO
Consideriamo adesso un circuito di forma generica
Possiamo approssimare il circuito di
forma generica (blu) mediante un altro
circuito (rosso) composto solo di archi
e segmenti radiali, lungo il quale il
lavoro è nullo. q2
Se dimostriamo F
che il lavoro
lungo questi
due circuiti è r
uguale,
dimostriamo
q1
che il lavoro
lungo il circuito
blu è nullo
POTENZIALE ELETTROSTATICO
B
L A→B = |AB| F cos F

L C→B = 0 C

L A→C = |AC| F 

L A→C = |AB| F cos q2


A F
L A→B = L A→C + L C→B
L circ blu = L circ rosso = 0
r
q1
Se la figura ABC è molto piccola, è
approssimabile ad un triangolo rettangolo,ed F
può essere considerata costante sulla figura
POTENZIALE ELETTROSTATICO

La figura precedente mostra che il lavoro lungo il circuito di


forma generica (blu) è uguale al lavoro lungo il circuito
composto di archi e segmenti radiali (rosso). Poiché
quest’ultimo è nullo, anche il lavoro lungo un circuito chiuso di
forma generica è nullo

Abbiamo quindi dimostrato che la forza elettrostatica esercitata


da una carica puntiforme è conservativa

Questo risultato si estende, in virtù del principio di


sovrapposizione, alla forza elettrostatica risultante esercitata da
un numero qualsiasi di cariche
POTENZIALE ELETTROSTATICO
Il lavoro Lcirc,ris di F1+ F2 lungo il circuito è uguale alla somma
del lavoro Lcirc,1 di F1 e del lavoro Lcirc,2 di F2 Quindi poiché
Lcirc,1 = 0 e Lcirc,2 = 0, anche Lcirc,ris = 0

q2 F1 F1+F2
q3

F2
r

q1
POTENZIALE ELETTROSTATICO
Quindi, in conclusione, la forza elettrostatica, esercitata da una
qualunque distribuzione di carica elettrica è conservativa

Possiamo dunque dire che, in generale, la forza elettrostatica è


conservativa

Ne consegue che possiamo definire l’energia potenziale


(elettrostatica) di una carica elettrica rispetto ad un’altra carica
elettrica, o rispetto ad una qualsiasi distribuzione di carica

Prima di calcolare l’energia potenziale elettrostatica di una


carica, osserviamo una importante proprietà del campo
elettrostatico
POTENZIALE ELETTROSTATICO
Il lavoro della forza elettrostatica lungo un circuito chiuso si
può scrivere: Lcirc = ∫dL = ∫(F•ds)
Ma F = qE,
quindi:
Lcirc = ∫(qE•ds) = q[∫( E•ds)]
e, poiché Lcirc = 0 per qualsiasi ds
campo elettrostatico, E
∫(E•ds) = 0 q
La grandezza ∫(E•ds) si chiama
circuitazione del campo
elettrostatico ed è uguale a zero

Circuitazione di E = ∫(E•ds) = 0
POTENZIALE ELETTROSTATICO

In conseguenza del fatto che la forza elettrostatica è


conservativa, il campo elettrostatico possiede la
seguente proprietà:

La circuitazione del campo elettrostatico, lungo un


qualsiasi circuito chiuso, è nulla

Questa proprietà, assieme al Teorema di Gauss,


caratterizza il campo elettrostatico
POTENZIALE ELETTROSTATICO
Secondo la definizione generale di energia potenziale, l’energia
potenziale elettrostatica di una carica elettrica, che si trova in
una certa posizione dello spazio (ad es. B) (rispetto ad una
generica distribuzione di cariche), è uguale al lavoro che si
deve compiere, contro la forza elettrostatica che agisce sulla
carica stessa, per portarla da un punto, nel quale l’energia
potenziale è nulla (ad es. A), fino alla posizione suddetta
A

F
B
–F

U(B) – U(A) = – L A→B ; se U(A) = 0, U(B) = – L A→B


POTENZIALE ELETTROSTATICO
Come primo esempio, calcoliamo l’energia potenziale
elettrostatica di una carica elettrica in funzione della sua
posizione in un campo elettrico uniforme E
+


POTENZIALE ELETTROSTATICO
Una carica q positiva posta tra i due strati subisce una forza
F=qE

+
q


POTENZIALE ELETTROSTATICO
Supponiamo che la carica si muova in un piano parallelo agli
strati di carica: il lavoro compiuto dalla forza elettrostatica è
nullo (perché la forza è ortogonale a tale piano), quindi
l’energia potenziale della carica non varia
+
q


Ciò significa che l’energia potenziale della carica è uniforme
in un piano parallelo agli strati
POTENZIALE ELETTROSTATICO
Poniamo adesso (arbitrariamente) a zero l’energia potenziale
della carica q quando questa si trova sullo strato di carica
negativa. Il lavoro che si deve compiere per portare la carica q
da questa posizione fino ad una distanza x è

U(x) = qEx
+
q
F

U=0

POTENZIALE ELETTROSTATICO
L’energia potenziale elettrostatica U delle cariche q1 e q2 poste
ad una distanza r l’una dall’altra è definita come il lavoro
compiuto, contro la forza elettrostatica, per portare la carica q2
“dall’infinito” ad una distanza r dalla carica q1. Con questa
definizione, lo zero dell’energia potenziale è “all’infinito”
U → 0 per r → 
r F 
q1 q2
U = keq1q2 / r
Notiamo che U < 0, e U cresce al crescere di r, se le cariche
sono di segno opposto (forza attrattiva) mentre U > 0, e U
decresce al crescere di r, se le cariche sono dello stesso segno
(forza repulsiva)
POTENZIALE ELETTROSTATICO
Consideriamo adesso una carica q posta nel punto A; abbiamo
visto che la sua energia potenziale rispetto ad una carica q1 è
data dall’espressione: U = keqq1/r

r A
q1 q
Osserviamo che la grandezza V = U/q = keq1/r non dipende
dalla carica q ma solo dalla carica q1 e dalla posizione di q.
Analogamente a quanto fatto per il campo elettrostatico,
possiamo considerare questa grandezza una proprietà del
punto A in cui si trova la carica q. Alla grandezza V si dà il
nome di potenziale elettrostatico. Il potenziale elettrostatico
della carica q1 è:
V = keq1 / r
L’unità di misura del potenziale elettrostatico nel sistema MKSA è il volt (V).
1V = 1J / 1C
POTENZIALE ELETTROSTATICO

Analogamente a quanto accade con l’energia


potenziale, il potenziale in un punto non è una
grandezza misurabile (e non ha quindi
significato fisico), mentre la differenza di
potenziale tra due punti dello spazio lo è (e ha
significato fisico)
POTENZIALE ELETTROSTATICO
Relazione tra potenziale e campo elettrostatico:
consideriamo una carica q che si muove di un piccolo tratto ds
in un campo elettrostatico E:
La corrispondente variazione di energia
potenziale DU = U(B) – U(A) della carica è:
DU = – lavoro della forza elettrostatica ds
B
DU = – ∫q E•ds = –q ∫ E ds cos A 
q
calcoliamo la differenza di potenziale E
DV = V(B) – V(A) tra i punti B e A:
DV = V(B) – V(A) = U(B)/q – U(A)/q = DU/q
quindi:
DV = – ∫E•ds
DV = – ∫E•ds
POTENZIALE ELETTROSTATICO

OSSERVAZIONE (Unità di misura del campo elettrostatico):


Dalla relazione tra potenziale e campo elettrostatico:

DV = – ∫E•ds

segue che un’altra unità di misura del campo elettrostatico nel


sistema MKSA è il volt al metro (V/m)
1 V/m = 1 N/C
POTENZIALE ELETTROSTATICO
Superfici equipotenziali:
Una superficie equipotenziale è una superficie a
potenziale uniforme, ovvero una superficie, tutti i punti
della quale hanno lo stesso potenziale.
Nel loro punto di intersezione, una linea di campo ed
una superficie equipotenziale sono ortogonali: infatti
consideriamo un piccolo spostamento dr su di una
superficie equipotenziale, la corrispondente differenza
di potenziale dV = – E•dr = 0. Quindi, E è ortogonale
a dr , e poiché questo è vero per qualsiasi vettore dr
che giace sulla superficie equipotenziale, E è
ortogonale alla superficie stessa. La linea di campo è
tangente ad E ed è quindi a sua volta ortogonale alla
superficie equipotenziale.
POTENZIALE ELETTROSTATICO

dr

Linea di campo
e superficie
equipotenziale
POTENZIALE ELETTROSTATICO

V = keq1 / r

ke= 1 / 4πε0

Superfici equipotenziali per una carica puntiforme


POTENZIALE ELETTROSTATICO DOVUTO
A UN DIPOLO ELETTRICO
POTENZIALE ELETTROSTATICO DOVUTO
A UNA DISTRIBUZIONE CONTINUA DI
CARICA
COME CALCOLARE IL CAMPO ELETTRICO
DATO IL POTENZIALE

DV = – ∫E•ds da cui dV = - E•ds


CONDUTTORI
• E’ detto conduttore un corpo all’interno del quale le
cariche elettriche sono libere di muoversi (senza
però uscire dal corpo stesso)
• E’ detto isolante un corpo all’interno del quale le
cariche elettriche non sono libere di muoversi
• Queste situazioni rappresentano dei casi limite
ideali. La proprietà di consentire il movimento delle
cariche è posseduta da una sostanza in una certa
misura. Questa proprietà si chiama conducibilità.
• Esaminiamo adesso le proprietà del campo
elettrostatico in presenza di corpi conduttori
CONDUTTORI
• Una prima conseguenza della proprietà dei
conduttori di consentire il movimento delle cariche
elettriche, è che, nell’ambito dell’elettrostatica, cioè
in una situazione in cui tutte le cariche sono a
riposo, il campo elettrostatico all’interno di un
conduttore è nullo
Infatti, se non fosse nullo,
esso metterebbe in
movimento le cariche
elettriche libere all’interno E=0
del conduttore, contrad-
dicendo l’ipotesi che le
cariche siano a riposo
CONDUTTORI
• Inoltre, all’interno di un conduttore la densità di carica
è nulla

Infatti, consideriamo una S
superficie chiusa S di volume
Dv all’interno del conduttore, E=0
poiché il campo elettrostatico
è nullo in ogni punto di S, per =0
il T. di Gauss la carica totale
Dq in S è nulla.

Poiché questo vale per qualunque superficie chiusa all’interno


del conduttore,  = Dq / Dv = 0
Quindi la carica del conduttore è tutta distribuita sulla superficie
del conduttore stesso
CONDUTTORI
• In una cavità all’interno di un conduttore, se non vi
sono cariche elettriche, il campo elettrostatico è nullo
Infatti, consideriamo una 
superficie chiusa S tutta
interna al conduttore, poiché
il campo elettrostatico è nullo
in ogni punto di S, per il T. di
Gauss la carica totale sulla S
superficie interna del
conduttore è nulla
Ciò non esclude tuttavia che ci possano essere delle cariche
positive e delle cariche negative sulla superficie interna del
conduttore, e di conseguenza un campo elettrostatico non
nullo
CONDUTTORI
• Cavità in un conduttore (fine)
L’ipotesi di una distribuzione 
di cariche sulla superficie
interna del conduttore E=0
conduce quindi ad una
contraddizione della proprietà
del campo elettrostatico di
avere una circuitazione
sempre nulla
In conclusione quindi non vi possono essere cariche elettriche
sulla superficie interna del conduttore ed il campo elettrostatico
all’interno della cavità deve essere nullo
Questa proprietà è molto importante dal punto di vista pratico
CONDUTTORI
Induzione elettrostatica
Se poniamo un
conduttore in un
campo elettrostatico,
le sue cariche libere
q si ridistribuiscono
rapidamente (in una
+ piccola frazione di
secondo) per effetto
della forza
elettrostatica …
CONDUTTORI
Induzione elettrostatica
…e si dispongono
+ + sulla superficie
– secondo una
+ distribuzione tale che

+ il campo all’interno
q – del conduttore sia
+ nullo. Si noti che il
+ – E=0 campo all’interno del
– +
conduttore è la
– + somma del campo di
– tale distribuzione, e
– + del campo generato
– + + dalle cariche esterne
CONDUTTORI
Campo elettrostatico alla superficie di un conduttore (1)
Osserviamo che, poiché il campo elettrostatico è nullo al suo
interno, il conduttore è un volume equipotenziale: Infatti presi
due punti qualsiasi A e B del conduttore, dalla formula
DV = – E•Dr
otteniamo V(B) – V(A) = – E•AB = 0, da cui V(B) = V(A)

B
Quindi il potenziale ha lo
stesso valore in ogni punto A
del conduttore E=0
V(B) = V(A)
CONDUTTORI
Campo elettrostatico alla superficie di un conduttore (2)
In particolare, la superficie del conduttore è una superficie
equipotenziale. Le linee del campo elettrostatico sono
ortogonali alla superficie del conduttore

Si noti che se il campo


elettrostatico avesse
+ + +
una componente
+ +
parallela alla superficie
+ +
del conduttore, le
cariche libere sulla – E=0 –
superficie sarebbero
messe in movimento – –
da questa componente – – –
del campo – –

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