MULTIPLI:
• Il prefisso exa equivale a 1018.
• Il prefisso peta equivale a 1015.
• Il prefisso tera equivale a 1012.
• Il prefisso giga equivale a 109. .
• Il prefisso mega equivale a 106.
• Il prefisso kilo equivale a 103.
• Il prefisso etto equivale a 102.
• Il prefisso deca equivale a 101.
SOTTOMULTIPLI:
• Il prefisso deci equivale a 10-1.
• Il prefisso centi equivale a 10-2.
• Il prefisso milli equivale a 10-3.
• Il prefisso micro equivale a 10-6.
• Il prefisso nano equivale a 10-9.
• Il prefisso pico equivale a 10-12.
• Il prefisso femto equivale a 10-15.
• Il prefisso atto equivale a 10-18.
Il moto armonico
• Il moto armonico è un moto periodico. Infatti, un punto percorre periodicamente un segmento.
• Un moto si dice periodico quando le variabili del moto assumono gli stessi valori ad intervalli di tempo uguali.
• Nel moto armonico la velocità presenta una variazione periodica ed è una funzione sinusoidale del tempo.
• Nel moto armonico, accelerazione e spostamento hanno sempre versi opposti (il pendolo è un classico esempio
di moto armonico, mentre una palla che rimbalza sul pavimento non si muove di moto armonico).
• Quando un pendolo ha velocità nulla, il modulo dell’accelerazione è massimo agli estremi.
• Il periodo di oscillazione di un pendolo è proporzionale alla radice quadrata della lunghezza.
• La frequenza f in un moto armonico è legata al periodo T dalla relazione f = T-1.
DINAMICA
• La dinamica è quella branca della fisica che studia le cause del moto dei corpi e delle sue variazioni.
Quando un corpo cambia il suo stato di moto subisce una accelerazione.
• Le grandezze necessarie per descrivere traslazioni e rotazioni sono:
- la massa m di un corpo, che è una grandezza scalare fondamentale, la sua unità di misura è il chilogrammo e le
dimensioni sono [M];
- la forza F, che è una grandezza vettoriale, la sua unità di misura è il Newton [N] e ha dimensioni [MLT-2];
- la quantità di moto p, che è una grandezza vettoriale ed è uguale al prodotto della massa del corpo per la sua
velocità: p = m · v e le sue dimensioni sono: [p] = [MLT-1].
• Due corpi di eguale densità debbono necessariamente avere massa e volume proporzionali.
• Il peso di un corpo dipende dalla massa del corpo (la massa e il peso di un corpo sono proporzionali).
• Il peso è una forza associata all’attrazione gravitazionale P = m · g.
Forze elastiche
• La legge di Hooke dice che per una molla (o per un filo elastico) si ha F = -k · x
• Un filo elastico segue la legge di Hooke se la forza e l’allungamento sono proporzionali.
Le leve
• La leva è una macchina semplice che può equilibrare due forze diverse.
• La carrucola è una macchina semplice che consente di modificare la direzione di una forza.
• Esistono tre tipi di leve: leva interfulcrata (I tipo), che può essere vantaggiosa o svantaggiosa; leva
interresistente (II tipo), che è sempre vantaggiosa; leva interpotente (III tipo), che è sempre svantaggiosa.
ENERGIA
• L’energia è una grandezza fisica scalare che può essere definita come la capacità di compiere un lavoro.
• L’unità di misura dell’energia nel S. I. è il Joule [J]. Nel sistema CGS l’unità di misura è l’erg.
• Joule, Erg, Caloria, Elettronvolt sono unità di misura dell’energia.
• Il consumo di energia nelle nostre case si esprime in chilowattora (kWh) 1 kWh = 3,6 · 106 J = 3.600.000 J.
Il lavoro
• Il lavoro compiuto da una forza è una grandezza scalare. È dato dal prodotto della forza per lo spostamento per
il coseno dell’angolo compreso tra la direzione della forza e la direzione dello spostamento L = F · s · cos α.
• Il lavoro meccanico è il prodotto della forza per lo spostamento quando la forza è costante e lo spostamento è
rettilineo e parallelo alla forza.
• Il lavoro è nullo se α = 90°.
• L’unità di misura del lavoro nel S. I. è il Joule (J) = Newton · metro.
• Nel sistema CGS l’unità di misura è l’erg 1 Joule = 107 erg.
• Le dimensioni del lavoro sono: [j] = [m2 · kg · s-2].
Potenza e rendimento
• La potenza P è una grandezza scalare, che può essere definita come il rapporto tra il lavoro compiuto da una
forza nell’unità di tempo potenza = lavoro diviso tempo P = W/Δt.
• L’unità di misura della potenza nel S. I. è il Watt (W) 1 W = 1 Joule/1 secondo = 1 Volt · 1 Ampere.
Energia cinetica
• L’energia cinetica K è l’energia posseduta da un corpo per il fatto di essere in movimento.
• L’energia cinetica è una grandezza scalare. Nel S. I. si misura in Joule (J).
• L’energia cinetica di un corpo si può misurare in watt secondi J = W · s.
• L’energia cinetica di un corpo di massa m che si muove con velocità v è pari a K = mv2/2.
• L’energia cinetica di un punto materiale non può essere mai negativa.
Urti
• Possiamo dividere gli urti in due categorie: urti elastici e urti anelastici. 1)
Nell’urto elastico si conservano l’energia cinetica totale e la quantità di moto totale. 2)
Nell’urto anelastico si conserva la quantità di moto totale, mentre l’energia cinetica totale varia.
MECCANICA DEI FLUIDI
Spinta di Archimede
• Il principio di Archimede afferma che un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto pari al peso
del fluido spostato.
• La spinta di Archimede esercitata su un corpo immerso in un fluido è proporzionale alla densità del fluido.
• Il Principio di Archimede prevede una “spinta” solo in presenza della forza di gravità.
• La spinta di Archimede SA è una forza e vale F = V · d · g, dove V è il volume, d è la densità, g è
l’accelerazione di gravità.
• Immergendo completamente un corpo in un liquido, la spinta di Archimede è data dal prodotto: (peso specifico
del liquido) × (volume del corpo).
• Due corpi solidi di uguale densità ma volume diverso sono immersi nell’acqua: il corpo con volume maggiore
riceve una maggior spinta di Archimede.
• Due corpi solidi con forma e volume uguali sono immersi nell’acqua: ricevono la stessa spinta di Archimede.
• Dimezzando il volume di un corpo immerso nell’acqua, il rapporto tra il peso del corpo e la spinta di
Archimede rimane invariato.
• Il ghiaccio galleggia nell’acqua perché è meno denso (la densità del ghiaccio è minore di quella dell’acqua).
• Il piombo non galleggia in acqua perché il suo peso specifico è maggiore di quello dell’acqua.
• Se un cubetto di ghiaccio contenuto in un bicchiere d’acqua fonde, il livello dell’acqua rimane invariato.
• La densità media dell’uomo, in unità del sistema CGS, è circa uguale a 1 (per questo galleggia in acqua).
• A parità di ogni altra condizione, la spinta di Archimede sulla Luna rispetto alla corrispondente spinta sulla
Terra è minore (assume valori più bassi) perché sulla Luna tutti i pesi sono minori.
La temperatura
• La temperatura è la misura dell’energia cinetica molecolare interna media delle particelle di un corpo.
• La temperatura di un corpo è un indice dello stato di agitazione termica molecolare.
• Esiste una temperatura minima al di sotto della quale non è possibile andare. Questa temperatura vale -273 °C.
• Quando due corpi, a differenti temperature, entrano in contatto tendono nel tempo a raggiungere l’equilibrio
termico, cioè ad avere la stessa temperatura. La grandezza che i due corpi si scambiano per raggiungere
l’equilibrio termico è il calore. Il calore transita dal corpo più caldo al corpo più freddo.
• Tutti i corpi si dilatano all’aumentare della temperatura (tranne l’acqua). In generale i liquidi si dilatano per
effetto termico più dei solidi, e i gas ancora di più (dilatazione: solidi < liquidi < gas). Di conseguenza, densità e
peso specifico sono grandezze variabili e diminuiscono con l’aumentare della temperatura. Pure il volume varia.
• Il funzionamento del comune termometro a mercurio, usato per misurare la temperatura corporea, si basa sulla
dilatazione termica (aumento del volume del mercurio all’aumentare della temperatura).
• La temperatura T è una grandezza fisica scalare e nel S. I. si misura in gradi Kelvin (K).
• L’ampiezza del Kelvin è la stessa del grado centigrado (grado Celsius).
• La temperatura assoluta è pari alla temperatura in gradi Celsius aumentata di 273, 15 TK = TC + 273, 15 K.
• La temperatura di 0 °C corrisponde a 273, 16 kelvin.
• Il corpo umano, normalmente, ha una temperatura di circa 37 °C. In Kelvin tale temperatura vale circa 310 K.
Il calore
• Il calore è una forma di energia. Infatti, è energia in transito tra due corpi dotati di diversa temperatura.
• Il calore Q è una grandezza scalare e la sua unità di misura nel S. I è il Joule (J) 1 caloria (cal) = 4,18 Joule.
• La propagazione di calore, quando vi sia differenza di temperatura, avviene secondo tre meccanismi:
1) conduzione: trasmissione di calore attraverso collisioni molecolari all’interno di un corpo. I solidi e i liquidi
sono migliori conduttori di calore dei gas;
2) convenzione: trasmissione del calore attraverso moti macroscopici di fluidi fra regioni dello spazio a diversa
temperatura. Nella convenzione vi è trasferimento di materia (un termosifone che riscalda l’aria di una stanza);
3) irraggiamento: trasmissione di calore per emissione di onde elettromagnetiche, che si può propagare anche
nel vuoto come l’energia solare.
• La quantità di calore scambiato è data dalla relazione Q = c · m · Δt, dove c è il calore specifico, m è la massa,
Δt è la variazione di temperatura.
• Il calore specifico di una sostanza è la quantità di calore che deve essere somministrata all’unità di massa della
sostanza per aumentarne la temperatura di 1 °C.
• Il calore specifico di un corpo è il rapporto tra capacità termica e massa del corpo. Si misura in J/kg · K.
• L’acqua ha un calore specifico molto elevato (per questo viene utilizzata nei circuiti di raffreddamento).
• Nel Sistema Internazionale (S. I.), l’unità di misura del calore latente di fusione è J/kg.
• Se due corpi di ugual massa, di ugual temperatura, ma caratterizzati da calori specifici molto diversi, vengono
messi in contatto, i due corpi non si scambiano calore.
• La capacità termica di un corpo è data dalla formula C = Q/ΔT. Nel Sistema Internazionale si misura in J/K.
• La capacità termica è proporzionale al calore specifico e alla massa del corpo C = m · c.
• Se la stessa quantità di calore viene somministrata a due corpi di uguale temperatura, possiamo affermare che
essi hanno la stessa capacità termica. Al termine del riscaldamento i due corpi avranno ancora pari temperatura
se hanno lo stesso calore specifico e la stessa massa.
• Mescolando fra loro le masse m1 e m2 di due liquidi della stessa natura, ma a temperature differenti,
la temperatura finale (o di equilibrio) della miscela è data dalla relazione TF = (m1T1 + m2T2)/(m1 + m2).
Passaggi di stato
• La temperatura di ebollizione di un liquido dipende dalla pressione esterna. Ad una data pressione, essa
dipende esclusivamente dal tipo di liquido che si considera.
• Aumentando la pressione esterna esercitata sulla superficie libera di un liquido, la temperatura di ebollizione
aumenta. Viceversa, se la pressione esterna diminuisce anche la temperatura di ebollizione diminuisce.
• La tensione di vapore di un liquido dipende dalla temperatura. Essa può essere misurata in atmosfere.
• Quando la tensione di vapore di un liquido raggiunge la pressione atmosferica si ha l’ebollizione e quindi il
passaggio di tutto il liquido a gas.
• Alla pressione atmosferica l’acqua congela a 0 °C e bolle a 100 °C.
• La temperatura di ebollizione dell’acqua è minore in montagna rispetto al livello del mare (varia con la quota).
• Quando in un recipiente aperto un liquido evapora si osserva una diminuzione di temperatura del liquido.
• Quando l’acqua pura bolle a pressione costante, con il passare del tempo, la sua temperatura rimane costante.
• La temperatura durante i cambiamenti di stato rimane costante. Nella solidificazione (ad es., nel passaggio di
stato da acqua a ghiaccio) il corpo cede calore.
I principio della termodinamica
• La termodinamica distingue fra sistema e ambiente. Un sistema è una parte di spazio delimitato da un preciso
confine, tutto ciò che è al di fuori di esso viene detto ambiente. La termodinamica identifica i seguenti sistemi:
- sistema aperto: può scambiare materia, calore e lavoro con l’ambiente;
- sistema chiuso: non può scambiare materia con l’ambiente; -
sistema adiabatico: non può scambiare calore con l’ambiente;
- sistema isolato: non può scambiare né calore né lavoro né materia con l’ambiente.
• Si definisce stato di equilibrio quello per il quale è possibile definire un numero sufficiente di variabili che
lo caratterizzano. Si definiscono trasformazioni quei processi che collegano fra loro due stati di equilibrio.
Le trasformazioni possono essere aperte, quando si passa da uno stato ad un altro diverso, oppure cicliche,
quando stato di partenza e di arrivo coincidono, possono essere altresì reversibili quando è possibile eseguire la
trasformazione in senso inverso riportando sia il sistema che l’ambiente esterno nelle condizioni iniziali, mentre
sono irreversibili se ciò non è più possibile. La maggioranza delle trasformazioni reali è irreversibile.
Esistono alcune trasformazioni caratteristiche:
- trasformazioni isobare: trasformazioni a pressione costante;
- trasformazioni isocore: trasformazioni a volume costante;
- trasformazioni isoterme: trasformazioni a temperatura costante;
- trasformazioni adiabatiche: trasformazioni senza scambio di calore con l’ambiente.
• Il primo principio della termodinamica è un principio di conservazione dell’energia. Esso afferma che il calore
fornito è uguale al lavoro prodotto più la variazione di energia interna.
• Il primo principio della termodinamica può essere espresso nella forma ΔU = Q – L, dove ΔU è la variazione
di energia interna del sistema, Q è il calore fornito al sistema, L è il lavoro compiuto dal sistema.
• Fornendo una certa quantità di calore a un sistema, la sua temperatura può rimanere costante.
• Per innalzare la temperatura di un corpo non è necessario fornire calore al corpo.
• Affinché un gas perfetto mantenga costante la sua temperatura occorre fornire calore al gas.
• Quando un gas perfetto viene compresso adiabaticamente, la sua energia interna aumenta perché aumenta la
sua temperatura (la stessa cosa succede se il gas perfetto viene compresso in un cilindro termicamente isolato).
• Quando un gas perfetto viene compresso isotermicamente la sua energia interna rimane costante e il gas cede
calore all’ambiente esterno.
• Quando un gas perfetto viene compresso isocoramente compie una trasformazione reversibile durante la quale
non viene compiuto alcun lavoro verso l’esterno.
ELETTROSTATICA
Legge di Coulomb
• La legge di Coulomb stabilisce che la forza di interazione (di attrazione o di repulsione) tra due cariche
elettriche puntiformi e ferme nel vuoto è inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra le due
cariche F = (k0 · Q1 · Q2)/r2, dove Q1 e Q2 sono le cariche ed r è la distanza tra esse.
• Dalla legge di Coulomb si ha che cariche di segno uguale si respingono, cariche di segno opposto si
attraggono.
• Se la distanza fra due cariche elettriche raddoppia, la forza di interazione è 4 volte minore (risulta essere la
quarta parte; diventa 1/4 del valore iniziale).
• Per quadruplicare l’intensità della forza esistente tra 2 cariche puntiformi uguali, si può dimezzare la distanza,
lasciando inalterate le cariche.
• Se le intensità di due cariche vengono raddoppiate e, contemporaneamente si raddoppia anche la loro distanza,
la forza di attrazione delle cariche rimane inalterata.
• Se r è la distanza tra due cariche puntiformi la forza elettrostatica è proporzionale a r-2.
• La forza tra due cariche elettriche è massima quando il mezzo interposto tra di esse è il vuoto.
• L’unità di misura della carica elettrica nel S. I. è il Coulomb (C). Il Coulomb è la carica (puntiforme) che posta
nel vuoto a distanza di un metro da una carica uguale la attrae o respinge con una forza F = 8,99 · 109 Newton,
così la costante nel vuoto risulta fissata in k0 = 8,99 · 109 · Nm2C-2. Per ragioni pratiche si preferisce esprimere k0
come k0 = 1/4πϵ0, dove ϵ0 è la costante dielettrica del vuoto.
• Il valore della costante dielettrica ϵr relativa di un mezzo rispetto al vuoto è sempre maggiore di 1.
• Tra la forza di Coulomb e la costante dielettrica non c’è alcuna relazione.
• Esistono materiali (come l’ambra, una barretta di plastica, ecc.) che strofinati con un panno di lana si caricano
elettricamente e quindi possono dare origine a interazioni coulombiane.
• La forza che determina la coesione per la maggioranza degli oggetti così come li vediamo è di natura
prevalentemente elettrostatica.
Il campo elettrico
• Una carica genera nello spazio un campo elettrico E, che è un campo vettoriale conservativo e viene definito
come il rapporto fra la forza dovuta ad una carica e una carica di prova q molto piccola E = F/q.
• Se una carica elettrica positiva q è immersa in un campo elettrico E, subisce una forza F = qE.
• L’unità di misura del campo elettrico nel S. I. è il Volt/metro (si può misurare anche in Newton/Coulomb).
• Una carica libera di muoversi, posta in un campo elettrico, si sposta spontaneamente lungo una direzione che
dipende dal segno della sua carica (subisce una forza elettrica esercitata sulla carica).
• Il campo elettrostatico prodotto da una carica puntiforme positiva nello spazio vuoto ha le linee di forza
rettilinee uscenti dalla carica.
• Una carica elettrica inizialmente ferma e posta in un campo elettrico uniforme si muove di moto rettilineo
uniformemente accelerato.
• Una particella priva di carica, entrando in moto rettilineo ed uniforme in un campo elettrico, descrive una
traiettoria rettilinea (infatti, se la particella è priva di carica, non risente del campo elettrico).
• Un sistema di cariche è costituito da due cariche puntiformi uguali ed opposte collocate ad una certa distanza
tra di loro. Il campo elettrico generato da più cariche elettriche è dato dalla somma vettoriale dei campi elettrici
prodotti dalle singole cariche.
• Il campo elettrico all’interno di un conduttore è nullo (E = 0) e, se esso è carico, le cariche si distribuiscono
sulla superficie del conduttore.
• Il teorema di Gauss afferma che il flusso del campo elettrico uscente da una superficie chiusa S (ad esempio
una sfera) è proporzionale alla somma algebrica delle cariche contenute entro S.
Resistenze
• Due o più resistenze si dicono collegate in serie quando sono attraversate dalla stessa intensità di corrente.
• Due o più resistenze si dicono collegate in parallelo quando sono soggette alla stessa differenza di potenziale.
• La resistenza equivalente (o totale) a due resistenze collegate in parallelo è minore della più piccola Req = (R1
· R2)/(R1 + R2).
• La resistenza totale offerta da due resistenze uguali poste in serie è, rispetto a quella offerta da ciascuna delle
due singolarmente, maggiore Rtot = R1 + R2.
• La resistenza in parallelo è minore della resistenza in serie, ma la potenza sviluppata da una resistenza in
parallelo è maggiore di quella di una resistenza in serie.
• Se delle lampadine sono collegate in serie, quando il filamento di una di esse si interrompe (si brucia) le altre
si spengono tutte.
• Se delle lampadine sono collegate in parallelo, quando il filamento di una di esse si interrompe l’intensità di
corrente nelle altre rimane invariata.
Condensatori
• Un sistema di due lastre metalliche affacciate e isolate (armature) e con cariche uguali e segno opposto (una
caricata positivamente +q, l’altra negativamente –q), costituisce un condensatore.
• Tra le armature di un condensatore piano carico isolato (lontano dai bordi) le linee di forza del campo elettrico
sono rettilinee e perpendicolari alle armature.
• L’energia immagazzinata da un condensatore dipende sia dalla carica che dalla differenza di potenziale.
• La capacità elettrica C di un condensatore è il rapporto fra la carica su di una armatura e la differenza di
potenziale fra le armature C = Q/V.
• La capacità di un condensatore piano e parallelo è inversamente proporzionale alla distanza tra le armature.
• Allontanando fra loro le armature di un condensatore (cioè aumentando la distanza) si riduce la capacità e la
differenza di potenziale tra le armature diminuisce.
• La capacità di un condensatore piano aumenta all’aumentare della costante dielettrica del mezzo interposto tra
le armature (introducendo un dielettrico tra le armature di un condensatore, la sua capacità aumenta).
• In un condensatore a facce piane parallele, per raddoppiare la capacità occorre raddoppiare la superficie delle
armature.
• L’unità di misura della capacità elettrica nel S. I. è il Farad (F) 1 F = 1 Coulomb/1 Volt. Per usi pratici si usano
sottomultipli (microfarad, nanofarad, picofarad) perché questa unità di misura è troppo grande.
• Collegando in parallelo due o più condensatori la capacità risultante (o equivalente) è Ceq = C1 + C2.
• Collegando in serie due o più condensatori la capacità equivalente è 1/Ceq = 1/C1 + 1/C2.
Il campo magnetico
• Il magnetismo è un fenomeno legato al movimento di cariche elettriche. Una carica elettrica in movimento, ad
esempio un filo percorso da corrente, genera un campo magnetico (detto anche induzione magnetica).
• Le cariche elettriche in moto generano sia un campo elettrico che un campo magnetico.
• Nel caso del filo percorso da corrente, le linee di forza del campo magnetico sono delle circonferenze
concentriche e normali al filo.
• Due fili conduttori rettilinei e paralleli percorsi da correnti uguali e concordi interagiscono fra loro con una
forza magnetica ortogonale ai fili e attrattiva (i fili si attraggono se il verso di percorrenza è uguale).
• Due fili conduttori rettilinei e paralleli percorsi da correnti discordi si respingono con una forza magnetica
repulsiva (i fili, posti ad una distanza d, si respingono con una forza che cresce al diminuire di d).
• La legge sperimentale di Ampere dice che F = (µ/2π · i1 · i2 · l)/d, dove i1 e i2 sono le intensità di corrente, l è la
lunghezza dei fili, d è la distanza fra i fili, µ è la permeabilità magnetica del mezzo in cui sono immersi i fili.
• L’unità di misura del campo magnetico è il Tesla (T) 1 T = Newton/Ampere · metro.
• Il campo magnetico non è un campo conservativo.
• Il magnetismo provoca repulsione fra oggetti.
• Un campo magnetico uniforme (stazionario, costante) è generato da una carica elettrica in moto in più spire
circolari che costituiscono un solenoide.
• In un filo percorso da corrente alternata si genera nello spazio un campo magnetico variabile.
• Una particella carica q in moto alla velocità v in un campo magnetico uniforme è soggetta alla forza di Lorentz
F uguale alla carica q moltiplicata per il prodotto vettoriale fra v e B F = q · v · B · senα, dove α è l’angolo
compreso tra la direzione della velocità v e la direzione del campo magnetico B. Ovviamente la direzione di F è
perpendicolare alla direzione della velocità della particella e alla direzione del campo magnetico. La forza di
Lorentz è sempre perpendicolare alla velocità e quindi allo spostamento: dunque essa compie un lavoro nullo
(α = 90°) e pertanto essa non produce alcun cambiamento nell’energia cinetica della carica. La velocità della
particella carica in moto all’interno del campo magnetico subisce variazioni in direzione ma non in modulo
(il modulo resta costante). Nel caso in cui v sia parallela a B, la forza di Lorentz è nulla (angolo α = 0).
• In un campo magnetico uniforme una particella carica in moto, in generale segue una traiettoria a forma di
elica cilindrica. Se invece la velocità è perpendicolare alla direzione del campo magnetico (v perpendicolare a
B) il moto che ne risulta è quello di una traiettoria circolare (moto circolare uniforme).
• Una particella neutra attraversando una regione perpendicolare a un campo magnetico, descrive una traiettoria
rettilinea (se la particella è neutra non risente del campo magnetico).
• Un campo magnetico costante esercita una forza su una carica elettrica se essa è in movimento.
• Una particella carica ferma in un campo magnetico uniforme e stazionario, e libera di muoversi non inizia a
muoversi (dato che è ferma non subisce alcuna forza magnetica, la particella deve essere in movimento).
• In presenza di un campo magnetico, una spira percorsa da corrente elettrica ed un ago magnetico si
comportano in maniera sempre equivalente.
• In generale il campo magnetico di una calamita esercita una forza su una carica elettrica se la carica è in
movimento. Dunque, una calamita non subisce alcuna azione dalla presenza di cariche elettriche fisse.
• La calamita è un magnete permanente. Se spezziamo una calamita in due parti si ottengono due calamite più
piccole.
• Una calamita attira pezzetti di ferro perché induce un momento di dipolo magnetico nei pezzetti di ferro.
Induzione magnetica
• L’unità di misura del flusso di induzione magnetica nel S. I. è il Weber (Wb) 1 Wb = 1Tesla · m2.
• La corrente che si genera quando un conduttore è immerso in un campo magnetico variabile si dice indotta.
• La legge di Faraday-Newmann afferma che una spira di filo conduttore immersa in un campo magnetico è
percorsa da corrente quando il flusso del campo magnetico attraverso la spira varia nel tempo.
• La legge di Faraday-Newmann dice che per la forza elettromotrice indotta vale Fem = ΔΦ/Δt, dove Φ è la
variazione di flusso magnetico.
• Una spira ruota fra i poli Nord e Sud di un magnete. Il valore assoluto della forza elettromotrice indotta è
massima quando la faccia della spira è parallela alle linee di forza.
• Un trasformatore è un dispositivo che viene utilizzato per variare la tensione della corrente alternata.