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Balistica teorica e pratica

  Balistica esterna
 Nozioni di fisica
 Balistica nel vuoto
 Balistica esterna - Nozioni
generali
 Calcolo grafico della traiettoria
 Coefficiente balistico
 Il fattore di forma i e la
ritardazione
 Disegnare una traiettoria
 La balistica del diabolo
 La balistica del calibro 22 l.r.
 La stabilizzazione dei proiettili
 Il tiro verticale e la caduta libera del proiettile - Bombe d'aereo
 Tavole di ritardazione - G1 di Lovry
 Il tiro con grande angolo di sito
 Calcolo delle probabilità applicato al tiro
 Errori nel tiro
 Il tiro in acqua

Balistica interna
 Balistica interna
 Calcolo della resistenza delle canne
 La fessura canna-tamburo
 Lo spazio di testa (Headspace) e il Percorso libero

Balistica terminale
 Balistica terminale
 La perforazione di lastre sottili
 Il potere d'arresto

Balistica venatoria
 Calcolo della traiettoria venatoria
 Il tiro a lunga distanza
 Il rimbalzo dei proiettili
 La strozzatura
 Slug - Balistica delle palle slug
 Il tiro al capriolo e le armi
 Balistica dei pallini e dei proiettili sferici
 Balistica dei pallini - La rosata
 Balistica del pallino d'acciaio
 Calcolo della velocità di una freccia
 Il calibro
 Il rinculo

Argomenti vari e storici


 Il calibro delle artiglierie antiche
 Cannoni famosi - La Grande Berta e il Cannone di Parigi
 Efficacia e precisione delle armi antiche
 La gelatina balistica
 Il Pendolo Balistico
 Introduzione all'avancarica
 Aria compressa - misurare i Joules
 Bibliografia delle armi e della balistica

 Esplosivi

In queste pagine cerchiamo di fornire ai lettori qualche nozione di balistica in


modo molto pratico e senza l'uso di matematiche superiori, facendo invece
ricorso a formule approssimate ed a metodi grafici. Non sempre si ha a
disposizione un programma di balistica e non sempre esso consente di ottenere
tutte le informazioni desiderate.
Programmi di balistica sono rinvenibili alla pagina Download.

Nozioni di fisica

La balistica è quel ramo della fisica meccanica che studia il moto dei
proiettili. Appare opportuno richiamarne, per completezza di trattazione,
la terminologia ed i principi fondamentali di più diretto impiego.

I corpi hanno la proprietà della mobilità e della inerzia.


Dicesi mobilità la facoltà dei corpi di poter occupare successivamente
diverse posizioni nello spazio. Un corpo può trovarsi in movimento
oppure in stato di quiete o riposo.
Dicesi inerzia la proprietà per la quale un corpo non può da solo
modificare il suo stato di quiete o di moto.

Secondo il principio d'inerzia "lo stato di quiete o di movimento di un


corpo abbandonato a se stesso non può essere modificato che da una
causa esterna agente sul corpo".
Forza è appunto la causa esterna capace di produrre o modificare un
moto, cioè di vincere l'inerzia.
Gravità è la forza che fa cadere un corpo solido quando è liberamente
abbandonato a se stesso e si manifesta come peso sopra un appoggio che
impedisce al corpo di cadere. La forza di gravità agisce su tutte le
singole molecole che costituiscono un corpo. Il punto invariabile di un
corpo, per cui passa la risultante di tutte le azioni eguali e parallele che
la gravità esercita sulle diverse molecole è detto centro di gravità.

Il movimento di un corpo è caratterizzato dalla traiettoria e dalle leggi


del moto.
Traiettoria è la linea continua costituita dalle diverse posizioni occupate
dal centro di gravità del corpo in tempi successivi (può essere rettilinea,
curvilinea, ecc.).
Direzione del moto, in un punto qualunque di una traiettoria curvilinea,
è la direzione della tangente alla traiettoria in quel punto.
Legge del moto è la relazione che esiste tra gli spazi percorsi dal corpo
ed i tempi impiegati a percorrerli.

Il moto può essere uniforme o vario.


Si dice che un corpo possiede moto uniforme quando in tempi eguali e
successivi, comunque piccoli, percorre spazi eguali e nella stessa
direzione; vale a dire che gli spazi percorsi dal mobile sono
proporzionali ai tempi impiegati a percorrerli.
Dicesi velocità di un moto uniforme lo spazio percorso dal mobile
nell'unità di tempo.
La formula del moto uniforme è

S = Vt da cui V =S/t e t = S/V

Nella rappresentazione grafica con assi cartesiani il moto uniforme è


rappresentato da una linea retta.
Ogni moto non uniforme è "vario". In esso il rapporto spazio/tempo,
cioè la velocità, varia nel periodo considerato.
Poiché la velocità varia da un istante all'altro, non potrà più parlarsi di
velocità in genere, ma di velocità istantanea (vale a dire la velocità del
mobile in un determinato istante, ovvero velocità che il mobile avrebbe
in quel momento se cessasse ogni variazione di rapporto spazio
temporale ed il moto diventasse uniforme), e velocità media in un dato
intervallo di tempo, (vale a dire la velocità riferita al moto uniforme, con
il quale il mobile percorrerebbe lo stesso spazio durante lo stesso
tempo).

Il moto vario è accelerato se la sua velocità cresce col tempo, ritardato


se decresce.
Se la velocità cresce o decresce proporzionalmente al tempo, il moto
dicesi uniformemente accelerato o ritardato.
Accelerazione dicesi la misura costante di cui la velocità cresce o
decresce durante ogni unità di tempo. Essa è positiva nel moto
uniformemente accelerato, negativa nel moto uniformemente ritardato.

Indicando con "a" l'accelerazione e con "Vo " la velocità iniziale, la


velocità finale "V" sarà data da
V = Vo + at per il m.u. accelerato
V = Vo - at per il m.u. ritardato

Se il corpo parte dallo stato di quiete, si ha Vo = 0 e quindi V = at


Graficamente, la curva delle velocità nel moto uniformemente vario è
una linea retta. La curva degli spazi è una parabola.
Le formule che descrivono il moto uniforme vario sono riportate nella
tavola che segue.

MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO O RITARDATO


NOTA: Nella prima riga sono riportate le formule per il moto accelerato
senza velicità iniziale
Nella seconda riga quelle con velocità iniziale.
Nella terza le formule per il moto uniformemente ritardato.
Se in luogo dell'accelerazione -a- si pone la gravità -g- e in luogo di -S-
si pone l'altezza di caduta -H-, le formule risolvono problemi relativi alla
caduta dei gravi (m. u. accelerato) o al lancio dei gravi verso l'alto (m. u.
ritardato). Le relazioni tra le forze ed i movimenti che esse causano sono
studiate dalla dinamica.

Leggi fondamentali della dinamica sono


LEGGE DI INERZIA (Keplero): un corpo in riposo non può mettersi da
sé in movimento. Un corpo materiale in movimento non può da sé
modificare la misura né la direzione della propria velocità. Da un diverso
punto di vista si può dire che un corpo che non subisce influenze esterne
non può essere che in quiete o animato da moto rettilineo uniforme.
UGUAGLIANZA DELL'AZIONE E DELLA REAZIONE (NEWTON):
tutte le volte che un corpo agisce su di un altro corpo rigido, questi
reagisce sul primo con una forza uguale di senso contrario.
MOVIMENTI RELATIVI (Galileo): L'effetto di una forza su di un
corpo è indipendentedal movimento anteriormente posseduto dal corpo
stesso. Una forza costante che agisce su di un corpo può dar luogo a tre
diversi tipi di movimento:
a) agendo su di un corpo libero in quiete, gli imprime un moto rettilineo
uniformemente accelerato;
b) agendo su di un corpo animato di velocità iniziale e nella stessa
direzione, gli imprime un movimento rettilineo uniformemente
accelerato;
c) agendo su di un corpo animato da una velocità iniziale avente diversa
direzione, gli imprime un moto parabolico.

La gravità è una forza che può ritenersi costante: perciò un corpo nel
vuoto cadrà con moto uniformemente accelerato. I problemi relativi alla
caduta dei corpi nel vuoto saranno quindi risolvibili con le formule della
tabella 1 sopra riportate in cui l'accelerazione "a" sarà rappresentata dalla
gravità "g".
La gravità è misurata dal doppio dello spazio percorso dal corpo durante
il primo secondo di caduta ed il suo valore medio sul livello del mare è
di m. 9,81 al secondo per secondo.
I valori effettivi variano da 9,781 all'equatore a 9,831 ai poli.
Dalla formula V = Vo - gt si ricava che un corpo lanciato in alto si
arresta dopo un tempo t = Vo/g

Inserendo questo valore di t nella formula


H = Vot – (gt²/2)
si ricava che il corpo si arresterà dopo aver percorso lo spazio
H = Vo²/2g

Esempi: Un sasso raggiunge il fondo di un pozzo dopo 5". Quanto è


profondo il pozzo, trascurando la resistenza dell'aria?
H= 9,81 x 5²/2 = 122,62 m
Un sasso è lanciato in alto con velocità iniziale di 49 m/sec. Quale
altezza avrà raggiunto dopo 3" e quale sarà l'altezza massima raggiunta?
H= 9,81 x 3²/2 = 102,85 m
Il tempo in cui si arresterà
t= 49/9,81 = 5"
L’altezza massima sarà 49²/ (2 x 9,91) = 122,6 m

Quando più forze agiscono simultaneamente su di un corpo, ognuna di


esse opera effetti indipendenti dalle altre. Se una delle forze F è il peso P
del corpo, l'accelerazione corrispondente sarà quella "g" dovuta alla
gravità sicché
F = Pa/g
vale a dire che il valore della forza è misurato dal peso del corpo
moltiplicato per il rapporto fra accelerazione "a" dovuta alla forza e
quella "g" dovuta alla gravità.

Massa è il rapporto fra il peso del corpo e l'accelerazione di gravità


M =P/G da cui P= Mg
o, in generale,
F = Ma
Il prodotto Ma rappresenta la misura dinamica di una forza: l'intensità di
una forza è uguale al prodotto della massa del corpo a cui è applicata per
l'accelerazione del movimento che essa produce.

Esempi: Sopra un corpo che pesa 300 Kg. agisce una forza costante che
produce l'accelerazione di 3 m/sec². Determinare F
F = 300 x 3 / 9,81 = 91,74 kg
-Che accelerazione produrrà su di un corpo pesante 500 kg. una forza
costante di 50 kg?
a = 50 x 9,81 / 500 = 0,981 m/sec
-Che forza ha agito su di un corpo pesante kg.2000 per farlo passare in
15" dalla velocità di 10 m/sec alla velocità di 115 m/sec. ?
V= Vo + at; 115 = 10 + 15a; a = 7 m/sec
F = 200 x 7 / 9,81 = 1427 kg

L'unità di massa è quella di un corpo al quale la forza di un kg. imprime


l'accelerazione di 1 m/sec².
L'unità di forza è quella forza che agendo sull'unità di massa le imprime
l'accelerazione di 1 m/sec² .
La "quantità di moto" di un corpo in movimento è il prodotto MV della
sua massa per la velocità che esso possiede nell'istante considerato.
Da ciò il principio importantissimo che le velocità impresse da una
stessa forza a corpi di massa diversa sono inversamente proporzionali
alle masse dei corpi ed ancora, che quando una determinata forza agisce
per lo stesso tempo su corpi di massa diversa, la quantità di moto è la
stessa; in pratica quello che si guadagna in massa posta in movimento, si
perde in velocità e viceversa.

Una forza quindi imprime a due corpi di peso diverso velocità


inversamente proporzionali ai rispettivi pesi:
V : V’ = P’ : P

Una forza imprime a due corpi di peso diverso accelerazioni


inversamente proporzionali alle rispettive masse.
M : M’ = a’ : a
L'impulso è il prodotto di una forza per il tempo durante il quale essa
agisce. L'impulso di una forza costante agente su di un corpo che parte
dalla quiete è eguale alla quantità di moto
Ft = MV

Non esistono forze istantanee.

Forza di inerzia è quella forza contraria alla forza F e capace di


equilibrarla.

Il lavoro di una forza costante applicata ad un corpo è dato dal prodotto


dell'intensità della forza agente nel senso del moto per lo spazio percorso
dal corpo
L = FS

Unitàdilavoro è il chilogrammetro(kgm )che corrisponde al


sollevamento del peso di un kg. all'altezza di un metro. Questo valore è
indipendente dalla durata, cioè dal tempo impiegato a compiere il lavoro.
Nel nuovo sistema di unità di misura si usa il Joule; 1 kgm = 9,81 J

Forza viva: se un corpo è dotato di moto di traslazione, dicesi forza viva


il prodotto della sua massa per il quadrato della sua velocità M.V².
Affinché un corpo di massa M dalla quiete venga messo in moto con una
data velocità V, occorrerà spendere, un lavoro eguale alla metà della
forza viva
L = MV²/2
detto anche energia cinetica.

Se il corpo già possedeva una velocità iniziale V si avrà


L = M(V² - Vo²)/2
Inversamente, un corpo in movimento che si ferma è capace di produrre
un lavoro. eguale a quello speso per metterlo in movimento e per fargli
acquistare la velocità prima posseduta.

URTO DEI CORPI


Teorema di Carnot: nell'urto tra corpi anelastici o molli si verifica
sempre una cessione di forza viva e perciò di lavoro; nello urto tra corpi
perfettamente elastici non vi è perdita di forza viva e non si perde quindi
lavoro. Nell'urto tra due corpi M e M' molli che si muovono nella stessa
direzione con velocità V e V', la velocità comune Vo dopo l'impatto sarà
Vo = (MC+ M’V’)/(M+M’)
Se i corpi si muovono in senso contrario si avrà
Vo = (MV – MV’)/(M+M’)
e quindi in generale
Vo = (MV M’V’)/(M+M’) = (PV P’V’)/(P+P’)

Se uno dei due corpi è fermo e quindi V' = 0 si avrà


Vo = MV/(M+M’)
Nell'urto diretto fra corpi elastici, in pratica, vi è uno scambio di
velocità. La perdita di velocità subita dal corpo urtante è doppia di quella
che avrebbe subito se il corpo fosse stato anelastico; la velocità
acquistata dal corpo urtato è doppia di quella che avrebbe acquistato se
fosse stato anelastico. Dati quindi i due corpi elastíci A e B che si
muovono stessa direzione con velocità V e V' , le velocità Va e Vb dopo
l'urto, e con Vo la velocità che avrebbero acquistato se anelastici, sarà
Va = 2V0 – V e Vb = 2V0 – V’

Se le masse dei due corpi fossero eguali, si avrebbe un esatto scambio di


velocità; se il corpo urtato fosse fermo e di egual massa di quello che lo
investe, si arresterebbe, mentre quello urtato si muoverebbe con la
velocità del primo.

Conversione di misure anglosassoni

moltiplicando per si
ottiene

cm 0,3937 pollici

pollici 2,540 cm

metri 3,2808 piedi


piedi 0,3048 m

metri 1,0936 yarde

yarde 0,914 m

metri 39,37 pollici

km 0,6214 miglia

miglio 1,6093 km

miglio mar. 1,852 km

m/s 3,2808 ft/s

ft/s 0,3048 m/s

m/s 3,60 km/h

km/h 0,2778 m/s

ft/s 0,6818 m.p.h.


(miles per hour)

m.p.h. 0,447 m/s

cm² 0,1550 sq.in.

sq.in. 6,4516 cm²

m² 10,764 sq. ft.

s q. ft. 0,0929 m²

cm cub 0,061024 cu.in.

cu.in. 16,387 cm cub


dcm cub 0,0353 cu.ft.

cu.ft. 28,317 dcm cub

metro cub 35,315 cu.ft.

1 (litro) 1,76 pinte

grammo 15,432 grs


(grani)

gr.(grano) 0,0648 grammo

grammo 0,564 drs


(dracme)

drs 1,772 grammo

grammo 0,0353 oz (once)

oz 28,349 grammo

kg 2,2046 lbs
(libbre)

lb 0,45359 kg

t(tonnellate) 0,9842 ton

ton. 1,016 t

kgm. 7,233 ft.lb.

ftlb. 0,1383 kgm

at (kg/cm²) 14,227
psi(pounds/square inch)

psi 0,0703 at
 

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La traiettoria nel vuoto


Riprendiamo qui più ampiamente la trattazione della traiettoria di un proiettile nel
vuoto, già in parte anticipata nella pagina "balistica esterna".
Quando si devono calcolare i dati della traiettoria di un corpo pesante lanciato o sparato
con bassa velocità iniziale, la resistenza dell'aria può essere trascurata e possono
applicarsi le formule per la traiettoria nel vuoto, molto più semplici dal punto di vista
matematico.
Se il proiettile è leggero la resistenza dell'aria può diventare preponderante e le formule
per il vuoto diventano inapplicabili (provate a lanciare a distanza una piuma ed un sasso
e capirete perché il rapporto peso-volume è importante!).
Come abbiamo visto nella pagina introduttiva alla balistica esterna, nel vuoto il
proiettile sarà soggetto a sole due forze indipendenti l'una dall'altra: l'impulso iniziale
impressogli ed il peso (pari al prodotto della massa e dell'accelerazione di gravità.
L'impulso iniziale tende ad imprimere al corpo un moto uniforme e rettilineo.
La forza peso tende a far cadere il proiettile verso il suolo con moto uniformemente
accelerato ( 9,81 m/sec2). La componente orizzontale della velocità è costante in
direzione ed in valore. Supponendola terra piatta e ferma (supposizione più che idonea
nei casi in cui possono applicarsi praticamente le formule per la traiettoria nel vuoto), la
combinazione dei due moti dà come risultato un percorso parabolico da parte del
proiettile.

Una valutazione matematica del problema ci consente di affermare che in questa


parabola:
- la traiettoria è determinata solo dalla velocità iniziale, indipendentemente dalla forma
e dal peso del proiettile (= ogni corpo lanciato);
- l'asse della parabola è perpendicolare e, passando attraverso il vertice della curva, la
divide in due rami (ascendente e discendente) simmetrici;
- l'angolo di partenza è eguale all'angolo di caduta;
- la velocità iniziale è eguale alla velocità di caduta;
- la gittata massima si ha per un angolo di partenza di 45°.

I valori numerici che descrivono i vari elementi della traiettoria sono collegati fra di loro
da semplici relazioni matematiche, così che, noti alcuni di essi, possono agevolmente
ricavarsi gli altri.
Per comprendere meglio le formule relative, anticipiamo la esemplificazione pratica
della traiettoria di un giavellotto, con tutti i dati numerici. Essi ben poco si discostano
dalla realtà; si consideri che la traiettoria atmosferica tanto più si avvicina a quella nel
vuoto quanto più pesante è il proiettile e più bassa la velocità iniziale; ad esempio nel
caso dei mortai la differenza tra gittata reale e gittata nel vuoto è soltanto del 10% e la
differenza era ancora minore per le artiglierie antiche. Per un proiettile di pistola la
differenza è invece di circa 10 volte!
Sia quindi da calcolare la traiettoria di un giavellotto con velocità iniziale di 30 ms e con
angolo di partenza di 40°.

Il significato delle lettere si ricava dalla seguente figura:

Dalle formule che poi riporteremo si otterranno i seguenti dati:


= 40°
= 40°
yv = 18,955 m
xv = 45, 174
X = 90,349 m
T = 3' 93
Vv = 22,98 ms

Dopo 1,5 secondi , i valori del punto P delle coordinate x e y saranno


x = 34,47 m
y = 17,89 m
= 11° 14' 44"
Vx = 29,42 ms
Vy = 4,56 ms

Ed ecco ora le formule in base alle quali, noti alcuni elementi della traiettoria, si può
risalire ad altri elementi ignoti.

Valori di un punto qualunque della traiettoria.

x : Ascissa di un punto qualunque

e quindi nell'esempio dato, dopo 1,5 secondi,


x= 30 (1,5 cos 40°)=34,47 m

Oppure
in cui si avrà il segno - nel ramo ascendente e il segno + nel ramo discendente.

y: Ordinata di un punto qualunque della traiettoria

Con i dati dell'esempio si otterrà y = 17,889 m.


Oppure

Oppure

Oppure

Oppure

Valore di : angolo tra la tangente nel punto considerato e l'asse delle ascisse (< 90° nel
ramo ascendente, > 90° nel ramo discendente).

Nell'esempio si avrebbe

da cui q= 11° 14'


Oppure

Oppure

t: tempo di volo fino ad un punto qualunque della traiettoria


ad esempio

Oppure

Vx e Vy : componenti della velocità V in un punto qualunque

ad esempio: Vx = 30 cos.40° = 22,98 ms.


Oppure

Valori al vertice della traiettoria

Oppure

Oppure

Oppure

Oppure

Oppure

Questa è la nota formula di Haupt valida, con buona approssimazione, anche


nell'atmosfera.

Per il tempo di percorso


ma, più semplicemente

E per la velocità al vertice da

Oppure

Valori all'origine della traiettoria

Oppure

Quest'ultima formula consente di ricavare l'angolo di partenza per una determinata


gittata X desiderata, conoscendo la gittata massima del proiettile.

Valori nel punto di caduta

Oppure

Oppure

Oppure

Oppure

Valori massimi della traiettoria


quando l'angolo di partenza è eguale a 45°

quando l'angolo di partenza è uguale a 90°


Perciò l'ordinata massima è uguale alla massima altezza h raggiungibile dal proiettile
sparato verticalmente; quindi

Bersaglio fuori del piano di orizzonte

Le formule riportate sono valide per il caso in cui il bersaglio (o il punto di caduta del
proiettile) si trovi sulla linea dell'orizzonte OC dell'arma. Se si suppone invece che il
terreno sia in uniforme salita o discesa nella direzione del tiro, che il terreno formi cioè
con l'orizzonte del pezzo un determinato angolo b, saranno naturalmente diversi sia la
gittata che il tempo di volo.

Le formule più comuni applicabili saranno le seguenti

in cui

a seconda che si spari in salita (+) o in discesa (-).


La gittata effettiva O-Z diventa
OZ raggiunge il valore massimo quando la linea di proiezione è la bisettrice dell'angolo
YOZ, cioè quando

Queste formule ci consentono di risolvere problemi della vita quotidiana. Ad esempio ci


si chiede;: un uomo è in grado di lanciare, in pianura, una pietra a 68 metri di distanza;
egli si trova ora sull'argine di un lago avente l'inclinazione di 26 gradi verso il basso ed
a 60 metri al di sopra della superficie del lago; ; riuscirà a tirare un sasso nell'acqua?

Dal fatto che l'uomo può lanciare un sasso a 68 metri, deduciamo che è in grado id
imprimere alla pietra una velocità iniziale pari a

La gittata massima sarà ottenuta con un angolo di lancio pari a

e sarà perciò eguale a

contro i 67 metri raggiungibili in piano.

Risolvendo il triangolo rettangolo OHZ si trova che

il che sta a significare che il punto di caduta Z è ancora lontano dalla superficie del lago.
Se la pietra fosse stata lanciata orizzontalmente (linea OH), e questo è il problema
fondamentale nel calcolo del lancio delle bombe d'aereo), essa avrebbe raggiunto una
distanza pari a

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Nomenclatura della traiettoria

Traiettoria è la linea curva percorsa nello spazio dal centro di gravità del proiettile
durante il suo movimento.

O Origine della traiettoria; è il centro della bocca dell'arma (volata) al momento della
sparo.
B Punto di arrivo e cioè il bersaglio mirato; è il punto in cui la linea di sito interseca la
traiettoria.
C Punto di caduta; corrisponde all'intersezione del ramo discendente della traiettoria
con la linea di orizzonte dell'arma. Può coincidere con il punto B se questo si trova sulla
linea di orizzonte.
V Vertice della traiettoria, cioè il punto più alto che la divide nel ramo ascendente (OV)
e nel ramo discendente (VC).
OP Linea di proiezione; è il prolungamento dell'asse della canna al momento in cui il
proiettile abbandona l'arma; in termini geometrici è la tangente all'origine della
traiettoria.
OT Linea di tiro. È il prolungamento dell'asse della canna puntata, prima dello sparo;
passerà nella posizione P per effetto del rilevamento.
OB Linea di sito di un punto B della traiettoria; è la retta che congiunge l'origine della
traiettoria col punto stesso; è cioè la linea retta che congiunge la volata con il bersaglio.
x Ascissa di un punto B (ad es. OM), è la distanza del punto B dall'origine misurata
sull'asse orizzontale.
xo Ascissa al vertice (ON).
X Gittata OC, è la distanza tra l'origine e il punto di caduta.
Y Altezza della traiettoria o ordinata massima o ordinata al vertice; è il punto della
traiettoria più alto sulla linea dell'orizzonte.
h Ordinata di un punto B (es. BM), è l'altezza del punto B rispetto all'orizzonte.
BOC Angolo di sito .
POB Angolo di partenza .
POC Angolo di proiezione compreso fra la linea di proiezione e l'orizzonte .
POT Angolo di rilevamento  ; è l'angolo formato dalla linea di proiezione con la linea
di tiro.
TOB Angolo di elevazione  ; è l'angolo formato dalla linea di tiro con la linea di sito e
corrisponde al cosiddetto alzo.
TOC Angolo di tiro che la linea di tiro forma con l'orizzonte.
OCR Angolo di caduta è l'angolo acuto formato dalla tangente alla traiettoria nel
punto di caduta con la linea d'orizzonte.
OBL Angolo di arrivo ; è l'angolo formato dalla tangente alla traiettoria con la linea di
sito nel punto di arrivo B; non confonderlo con l'angolo di impatto che è l'angolo
formato dalla tangente alla traiettoria con il terreno nel punto B e dipende perciò
dall'andamento del terreno.

***

La balistica è quel ramo della fisica che studia il moto dei proiettili che avviene
all'interno della canna dell'arma (balistica interna), nello spazio esterno (balistica
esterna) e, infine, entro il bersaglio colpito (balistica terminale).

Nello spazio esterno il proiettile percorre una traiettoria che è il risultato di tre distinte
forze (qui trascurando dati che interessano solo per missili o proiettili a lunghissima
gittata): l'impulso iniziale che gli imprime un moto uniforme e rettilineo, la resistenza
dell'aria che si oppone ad esso in senso contrario, la forza di gravità che tende a far
cadere il proiettile verso il suolo con moto uniformemente accelerato.

La resistenza dell'aria assume un ruolo rilevante per proiettili veloci e quindi, per
proiettili molto lenti (artiglierie antiche, frecce, sassi) può essere pressoché trascurata
(per un mortaio ottocentesco la differenza rispetto alla traiettoria nel vuoto era soltanto
del 10%).

Il calcolo del moto di un proiettile nel vuoto è alquanto semplice.


ricaviamo che dopo un secondo (t) il proiettile sarà caduto dello spazio s fino al punto
A, dopo due secondi fino al punto B, dopo tre secondi fino al punto C, e così via.
Collegando tutti i punti A, B, C, ... si ottiene la traiettoria percorsa dal proiettile. Essa è
rappresentata da una parabola simmetrica in cui l'angolo di partenza è eguale all'angolo
di caduta, la velocità iniziale è eguale alla velocità finale e il vertice la divide in due
rami simmetrici. Essa può essere calcolata conoscendo solo i parametri V (velocità
iniziale) e (angolo di partenza).

La gittata X si ottiene dalla formula

da cui si deduce che la gittata massima si ottiene con un angolo di partenza di 45°
quando il valore del seno dell'angolo è eguale ad uno; il che significa, ad esempio, che,
trascurando la resistenza dell'aria, una freccia lanciata alla velocità di 100 m/s arriva al
massimo alla distanza di 1019 metri.

Il tempo di volo del proiettile fino ad una data distanza è dato da

Quando il moto del proiettile invece che nel vuoto avviene nell'aria, assume importanza
fondamentale la forza ritardatrice dovuta alla resistenza del mezzo. Un proiettile cal. 9
Para con V0 = 330 m/s, che nel vuoto avrebbe una gittata massima di 11.100 metri,
nell'aria ha una gittata massima di circa 1500 metri; un proiettile di moschetto è
assoggettato ad una forza ritardatrice che riduce la sua velocità finale ad 1/6 di quella
iniziale. La traiettoria percorsa non è quindi simmetrica, ma ad un ramo ascendente più
lungo, segue un ramo discendente più curvo e corto così che l'angolo di caduta è
maggiore dell'angolo di partenza.

In linea generale la traiettoria è tanto più curva quanto più lento è il proiettile per il fatto
che la forza di gravità agisce più a lungo. Il peso del proiettile, a parità di velocità, non
incide sulla maggiore o minore curvatura della traiettoria ed in teoria, a parità di forma e
di velocità iniziale, il maggior peso rende più tesa la traiettoria, sia pure in misura
trascurabile alle distanze venatorie (infatti se il proiettile pesa di più, a parità di calibro
aumenta la sua lunghezza e la densità sezionale e migliora quindi il suo comportamento
balistico). In pratica però, specie nelle armi leggere, il proiettile più pesante viene
sparato a velocità inferiori rispetto ad un proiettile leggero, con la conseguenza che la
sua traiettoria sarà meno tesa.

Il calcolo della resistenza dell'aria e della relativa ritardazione, è semplice per velocità
inferiori ai 200 m/s per cui si può assumere che la resistenza vari con tasso inferiore al
quadrato della velocità, ma diventa difficile a velocità superiori in cui essa varia con un
tasso assai maggiore, con un'impennata per velocità prossime al muro del suono, ed è
influenzata da numerosi fattori, quali la densità dell'aria alle diverse altezze raggiunte (e
con il variare della densità varia la velocità del suono e quindi la ritardazione), i moti di
oscillazione e di precessione del proiettile durante il volo, ecc. Ovviamente poi la
resistenza varia a seconda della forma più o meno aerodinamica del proiettile e risultati
precisi si possono ottenere solo su basi sperimentali, redigendo per ogni proiettile
apposite tavole di tiro, cosa che fa ogni esercito per le sue artiglierie.

Per calcoli di una certa approssimazione, si sono però studiate delle leggi generali di
resistenza dell'aria, più che sufficienti per scopi pratici: dopo aver tracciato
sperimentalmente le curve della resistenza dell'aria riferite a diversi tipi di proiettile, si è
ricavata una curva intermedia teorica o riferita ad un proiettile tipo; da questa,
introducendo un coefficiente (coefficiente balistico, ricavato dal suo calibro e dal suo
peso, integrato dal coefficiente di forma "i", ricavato dalla forma del proiettile), che
indicano il rapporto tra proiettile tipo e proiettile in esame, si risale ai valori reali.

La formula per il coeff. balistico è data da

in cui il calibro C è espresso in millimetri. Il valore di i è il dato più difficile da


calcolare anche perché varia in relazione alla velocità; in via di prima approssimazione
si può ritenere che esso vari da 0,44 per proiettili appuntiti, tipo quelli per moschetto
militare, a 1 - 1,2 per proiettili da pistola o rivoltella, fino a 3 - 4 per proiettili cilindrici
(wad cutter).

In tempi più recenti in luogo del concetto di coefficiente balistico si è introdotto quello
di coefficiente aerodinamico Cx che per i proiettili varia da 0,1 a 0,5. Anch'esso non è
costante, ma varia in relazione alla velocità espressa in Mach.

Il calcolo di una traiettoria di un proiettile moderno è comunque estremamente


complicato e richiede l'impiego di matematiche superiori. Si può ovviare con l'impiego
di metodi grafici o di tavole di ritardazione già compilate, ma si tratta comunque di
attività laboriose. Attualmente sono in commercio numerosi programmi di balistica per
computer, limitati però a traiettorie di pratico impiego, di poche centinaia di metri e
tese, in cui l'angolo di proiezione non supera i 5°.
La gittata massima

Non è possibile indicare una semplice formula matematica che consenta di calcolare con
buona approssimazione la gittata massima di un proiettile, cioè la massima distanza a
cui il proiettile può arrivare nella migliore delle ipotesi.

In via molto approssimata può usarsi la mia formula

in cui P è il peso in grammi, V la velocità in m/s, C il calibro in millimetri ed i il fattore


di forma. Essa è valida principalmente per proiettili oltre i 10 mm

Un'altra formula approssimativa richiede la conoscenza della velocità iniziale e della


velocità residua ad una data distanza y.
La gittata massima sarà data da

in cui k è un coefficiente pari a 300 per proiettili da pistola e 400 per proiettili per fucile

Nel vuoto, come detto, la gittata massima si ha con un angolo di proiezione di 45°.
Nell'aria l'angolo è inferiore (salvo il caso di proiettili di grosso calibro con velocità
iniziale superiore a 1400 m/s che viaggiano per un tratto negli strati alti dell'atmosfera)
e, per proiettili di armi portatili l'angolo ottimale è compreso tra i 30° ed i 35°, tenendo
però presente che la gittata non cresce di molto oltre un certo angolo; così, ad es., un
proiettile militare cal. 7,62x54 che con un angolo di 35° raggiunge la gittata massima di
3650 m., con un angolo di 19° raggiunge una gittata di circa 3500 m, inferiore di soli
150 m.

Per un orientamento generale si riportano le gittate massime dei più comuni proiettili
per armi leggere.

Calibro Velocità m/s Gittata in m.


4,5 mm aria compressa 120/165 100/150
4,5 mm aria compressa 200/250 200/300
6/9 mm Flobert 225 700
.22 corto 260 1000
.22 Long Rifle 350 1370
.22 Long Rifle HS 370 1500
.22 Winch. Magnum 610 1800
243 Winch. 1070 3200
6,35 mm 220 800
7,65 mm 285 1300
9 mm corto 285 1300
9 mm Para 350 1700
.45 ACP 300 1620
30 M1Carb. 600 2000
7x70 mm 830 3500
8x57 mm JS 830 3500
6,5x57 mm 1020 4000
7x57 mm 850 4500
6,5x68 mm 1150 5000

Siccome la mia formula non è il massimo per precisione, riporto un utile nomogramma
che consente di calcolare i valori per la gittata massima. Non va bene per piccoli
proiettili, perché il valore di ingresso nella tavola è troppo piccolo.

Nomogramma per la gittata massima, tempo di volo e angolo di proiezione

Il seguente nomogramma, tratto dal manuale della Rheinmetall, consente di calcolare


graficamente e con buona approssimazione la gittata massima in relazione a calibro e
peso del proiettile ed alla velocità iniziale.
Esso è basato su di un proiettile teorico (legge di resistenza della Rheinmetall) con Cx=
2 alle basse velocità, e Cx = 4 alle velocità supersoniche.
In rapporto alle leggi di resistenza su cui si basano le tavole usuali (Siacci, Saengewald)
si ha i=1 fino alla velocità di 320 m/s; da 360 m/s in poi si può assumere i=1,5
In relazione alla gittata massima individuata si può leggere poi e l'angolo di proiezione
che consente di ottenerla e il relativo tempo di volo.

Facendo un esempio pratico, si procederà così: Calibro 26 mm (raggio 13 mm)


Peso      440 gr.
Vo      600 ms
Occorre trovare il valore da 0 a 40 con cui entrare nella tavola ed esso sarà dato dal
fattore di forma i diviso per la densità sezionale Q (kg/mq); se il proiettile ha forma
standard i=1 il valore ricercato è dato dal valore reciproco di Q. La superficie della
sezione sarà data da 3,14 x 13² = 530 mmq e quindi il valore ricercato, moltiplicato per
10 al fine di eliminare inutili virgole, sarà dato da

10* i / (440/530)= 12
Se ora dal valore 12 eleviamo una perpendicolare fino ad incontrare la linea continua
per il valore di 600 ms, troviamo che l'incrocio avviene ad un valore di gittata massima
pari a 8 Km. Lo stesso punto di incrocio ci dice che l'angolo di proiezione che consente
la gittata massima è di circa 41° e che il tempo di volo è di circa 45 secondi.

Il nomogramma va stampato con buona definizione ed in formato A4 e perciò lo unisco


zippato.

Nomograma zippato di 156 Kb

Il tiro verticale

Un proiettile sparato verticalmente verso l'alto raggiunge un'altezza pari a circa il 70%
della gittata massima. Nel ricadere verso il basso il proiettile aumenta progressivamente
la sua velocità, come qualsiasi corpo in caduta libera, finché la ritardazione dovuta alla
resistenza dell'aria non eguaglia la forza di gravità; da quel momento la velocità del
proiettile rimane costante (velocità limite). Se il proiettile è stato sparato proprio
verticalmente, e quindi non compie alcuna traiettoria, ricadrà con il fondo piatto verso il
suolo e offrirà una grande resistenza all'aria così che la sua velocità finale sarà di circa
30-50 m/s, non idonea a provocare lesioni ad una persona. Se è stato sparato con un
piccolo angolo rispetto alla verticale, si capovolge e ricade con la punta in avanti; un
proiettile di pistola può raggiungere i 100 m/s e uno di moschetto i 180 m/s, del tutto
idonei a provocare gravi lesioni (si consideri che quest'ultimo può ancora penetrare per
30-40 cm nel corpo umano).

Il proiettile ricade in genere nel raggio di una decina di metri dal tiratore, ma può essere
spostato dal vento anche di 200 metri. Il tempo che un proiettile di moschetto impiega a
ricadere è di circa 30 secondi se con la punta in avanti e di oltre il doppio se è
capovolto, il che può dar luogo a ferite apparentemente inspiegabili.

L'influenza del vento

L'influenza del vento che spira a favore o contro il proiettile può essere trascurato per le
normali distanze d'impiego delle armi leggere. Ha invece un'influenza significativa
quando soffia trasversalmente alla traiettoria. Il calcolo può essere solo molto
approssimativo poiché il vento non è costante, ma soffia a raffiche e non ha velocità
costante poiché essa varia in relazione ad ostacoli ed alla distanza dal suolo. Supposto
comunque che si possa ipotizzare una certa velocità e che il vento soffi
perpendicolarmente alla traiettoria, trova applicazione la formula di Didion la quale ci
dice che lo spostamento D, in metri, del proiettile dal punto mirato, ad una data distanza
X, è dato dalla velocità del vento W moltiplicata per la differenza tra tempo di volo
nell'aria T e tempo di volo nel vuoto per il valore di X considerato, e cioè

A titolo di esempio si consideri che un vento di 10 m/s (vento sensibile che alza polvere
e piega alberelli), sposta un proiettile di fucile militare, su di un bersaglio posto a 300
metri, di circa 50 cm.

Se il vento non è perpendicolare ma forma un certo angolo "" con la traiettoria, il


risultato D dovrà essere moltiplicato per il valore di cos2.

Densità dell'aria

La densità dell'aria determina la resistenza al moto del proiettile e, come si è visto, entra
in tutte le formule concernenti la resistenza dell'aria Essa varia in relazione alla
temperatura ed alla pressione atmosferica e, in misura minore in relazione all'umidità.
Con formula molto approssimata, la densità dell'aria, che viene essere assunta pari a
1,225 kg/mc nell'atmosfera standard al livello del mare ed alla temperatura di 15 gradi,
può essere calcolata con la seguente formula, nota la temperatura e la pressione
atmosferica in millimetri di mercurio,
Ricordo che la pressione in mm di mercurio si ottiene moltiplicando la pressione in
millibar per 0,75 e che la temperatura, in linea di massima, diminuisce di 0,65 gradi
quando si sale di 100 metri.

Quando non si conosce la pressione atmosferica ma solo l'altitudine H del luogo ove si
sviluppa la traiettoria del proiettile, la formula di cui sopra diventa

Per gli usi normali di un'arma nelle nostre regioni, la densità dell'aria può però essere
trascurata dallo sparatore; in genere la diminuzione di densità dovuta al crescere
dell'altitudine, viene compensata dalla diminuzione di temperatura e, comunque, il fatto
di sparare in un'atmosfera meno densa, come avviene in alta montagna, comporta un
miglioramento della traiettoria che sarà più tesa.

La derivazione del proiettile

Una canna rigata ha al suo interno le cosiddette righe che, come la filettatura di di una
vite, si sviluppano con un certo passo (tratto di canna in cui il proiettile compie una
intera rotazione su se stesso)e con un certo angolo di rigatura (inclinazione della
rigatura rispetto all'asse longitudinale della canna); il rapporto che lega l'angolo di
rigatura con il passo è dato dalla formula

in cui P indica il passo espresso in calibri.


La velocità di rotazione dei proiettile è data dalla formula

in cui v è la velocità alla bocca.


La rotazione del proiettile nell'aria provoca l'insorgere di forze, dovute all'effetto
Magnus e all'effetto giroscopico che spostano il proiettile lateralmente. Fino ad angoli di
elevazione non superiori a 60-70 gradi gradi lo spostamento è vero destra se la rigatura
è destrorsa, verso sinistra se la rigatura è sinistrorsa. Al di sopra dei 70 gradi la
direzione dello spostamento diviene oscillante e dopo gli 80 gradi si inverte (a sinistra
per rigatura destrorsa.)
Per gittate brevi questa derivazione del proiettile viene corretta mediante la taratura dei
congegni di mira. In armi in cui non vi sono congegni di mira, oppure per distanze che
superano quella per cui i congegni sono tarati, occorre tener conto della derivazione, per
nulla trascurabile e che, con buona approssimazione è data dalla formula
in cui X è la gittata in metri e l'angolo è quello di proiezione.Il risultato D è espresso in
metri.

Un'altra formula, ancora più approssimata ci dice che la derivazione, in metri, è pari a
0,11 moltiplicato per il tempo di volo al quadrato (il valore 0,11 è un valore medio che
andrebbe calcolato per ogni proiettile).

Raccolta di formule approssimate

Qui di seguito riporto alcune formule molto approssimative che consentono di ottenere
valori orientativi partendo da altri valori noti.

1) Ordinata per una distanza x non troppo grande

2) Angolo di proiezione nota la gittata massima

3) Angolo di proiezione noto il tempo di volo

4) Ordinata massima

5) Ordinata massima noto il tempo di volo (formula di Haupt)

6) Ordinata massima noti gittata e angoli di partenza e caduta

7) Ascissa del vertice nota la gittata


8) Ascissa del vertice nota la gittata e la velocità iniziale

9) Ascissa del vertice noti la gittata, l'ordinata e l'angolo di partenza

10) Velocità del proiettile al vertice

11)Angolo di caduta noti tempo di volo, gittata e velocità di caduta

12) Angolo di caduta noti gittata, ordinata e angolo di partenza

13) Velocità di caduta

Tavola di raffronto tra i valori calcolati con le formule approssimate e i valori effettivi

Cal. 8x57 Cal 9 Para Cal.7,5 cm 10° Cal.7,5 cm 0°


Formula
calcolato   esatto calcolato  esatto calcolato   esatto calcolato   esatto
1       y     79,3          79  
3        2°47'     3°7'30" 9°48'            11° 10°2'         10° 45°8'       40°
4       yv 38 m           41 94                85 99,3           99 1251       1251
5        " 37,95          41 82                85 101            99 1237       1251
6        " 36               41 82                85 99              99 1255       1251
7       xv 1100 m       1168 660             740 1188       1102 2980       2833
8        " 1151           1168 639             740 1136       1102 2850       2833
9        " 1250           1168 737             740 1101       1102 2854       2833
10     Vv     240         239,6 170         170
11      6°38'            6°6' 24°36'           25° 10°54'     10°50' 54°          45°25'
12      " 9°20'            6°6' 27°34'           25° 10°48'     10°50' 45°45'     45° 25'
13     Vc 253 m/s       245 89                 81 241             230 209          208
14    X-x     345             349 1298        1466
15      "     340             349 1298        1466
16      h     66               55 1084        1029
17      t     7",6          7",47 23"          22",35
18      T 5",7           5",51 8",6             8",1 8",8              9" 23"          31",92
19      T 5",22         5",51 7",6             8",1 9",75            9" 33",7       31",92
20      y 41,37m         41 101              85 99               99 1235       1231

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CALCOLO E TRACCIAMENTO DI UNA TRAIETTORIA

CON METODO GRAFICO

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Quanto abbiamo appreso nei primi capitoli ci permette già di calcolare, con
un' accettabile approssimazione, la traiettoria di qualunque proiettile, noti
solamente la velocità iniziale, l'angolo di proiezione e le caratteristiche del
proiettile stesso.
Un sistema che ci consente questo risultato è quello grafico di Brauer.

Abbiamo visto come l'aria eserciti una forza ritardatrice sul proiettile e
abbiamo imparato a calcolare l'entità di questa forza . Volendo ora conoscere
la velocità del proiettile dopo un certo tempo di volo, ad esempio dopo un
secondo, non è possibile detrarre semplicemente dalla velocità iniziale la
ritardazione corrispondente a tale velocità poichè, via via che la velocità
diminuisce, cala anche la resistenza dell'aria ed il calcolo esatto della
diminuzione di velocità comporterebbe il ricorso a matematiche superiori.

Non si commetterà però un grande errore se, invece di assumere la


ritardaziore corrispondente alla velocità iniziale, si assumerà per essa un
valore medio, corrispondente all'incirca al valore aritmetico medio della
velocità nel tempo considerato

Vm= ½( Vo + V1)
così che anche il vettore della ritardazione media sarà intermedio rispetto ai
vettori corrispondenti a V1 e Vo .

I parametri di questo vettore, direzione e dimensione, possono essere ricavati


agevolmente con una semplice costruzione grafica.

La figura riporta sull'asse delle ascisse le velocità e su quello delle ordinate le


ritardazioni. Per un determinato tipo di proiettile si è supposta già calcolata e
si è riportata la curva delle ritardazioni, con il metodo già illustrato nel
capitolo relativo al coefficiente balistico.
La ritardazione si ottiene moltiplicando il coeff. balistico per il valore f(v)
relativo alla velocità del proiettile nell'istante preso in considerazione.
In figura, sia OA il vettore che rappresenta, in entità direzione, la velocità
iniziale del proiettile. Si voglia trovare l'analogo vettore-velocità alla fine del
primo secondo di volo. Dopo mezzo secondo di volo il proiettile, per la legge
dei gravi, avrà raggiunto una velocità di caduta pari a
AB = g/2 = 4,9 ms
Eseguendo la somma dei vettori, CB rappresenterà quindi la velocità media
durante il primo secondo di volo, nel vuoto. Per ottenere la velocità finale
dopo un secondo dovremo detrarre da CB una certa ritardazione dovuta alla
resistenza atmosferica: indichiamola con BD, riservandoci di illustrare in un
secondo tempo il procedimento seguito per ricavarne l'entità. Dal punto D
abbassiamo un tratto verticale DF=AB; OF rappresenterà vettorialmente la
velocità al termine del primo secondo. In realtà si è commesso un errore, in
quanto avremmo dovuto abbassare DF partendo da B, ma si tratta di
un'approssimazione accettabile, considerato che la caduta per gravità
raggiunge velocità assai inferiori a quella di volo.

La velocità media dopo il primo secondo di volo atmosferico, quindi, non sarà
più OB , ma OC , che si ricava dividendo per due il tratto BD; il punto C si
ottiene unendo A ad F . La ritardazione BD corrisponderà, con buona
approssimazione, a quella relativa alla velocità media OC.

Se facciamo centro in O tracciando un arco di raggio 0C incontreremo l'asse


delle velocità nel punto C'; a questa entità di velocità corrisponderà una
ritardazione di entità pari a BD. Per ricavarla occorrerà costruire il triangolo
isoscele di base pari all'altezza D'EB' , in cui DB = D'B' = EC'.
Ebbene,un triangolo di tali caratteristiche si ottiene quando l'angolo di base 
ha tangente uguale a 2 e cioè

 = 63° 26'

In pratica si procederà nel modo seguente.


Non è necessario tracciare tutte le linee di cui alla figura, che finirebbero per
sovrapporsi. E' conveniente usare carta millimetrata che facilita molto il
lavoro; su di essa e scegliendo una scala adeguata, ma piuttosto piccola (ad
esempio di 1:1000) si tracceranno l'asse delle ascisse per la velocità e quello
delle ordinate per la ritardazione.
Applicando le nozioni apprese nel capitolo precedente, si calcolerà la
ritardazione del proiettile alle varie velocità, ad esempio ogni 50 m/sec. di
incremento (ma in prossimità della velocità del suono potrà essere
consigliabile assumere intervalli più brevi) e si traccerà così la curva della
ritardazione in funzione della velocità.

Dopo si procederà come segue: dal punto A si abbassa il tratto AB che con
scala 1:1000 sarà pari a mm.4,9; con l'aiuto di un righello (il compasso ha un
braccio troppo corto), si riporta 0B' = OB e si traccia un angolo di 63°26' fino
ad incontrare la curva delle ritardazioni nel punto E. Si ricava quindi C'. Con
il righello si riporta su OB OC'= OC e si trovano i punti D ed F. Si misura OF
e il valore trovato, rapportato alla scala 1:1000, sarà la richiesta velocità finale
dopo un secondo di volo. Dal punto F si abbassa di nuovo un tratto
perpendicolare di mm. 4,9 (ed anzi, al fine di accelerare il lavoro, quando si
traccia DF conviene tracciare direttamente il tratto DH lungo mm.9,81) e si
procede come prima per ottenere la velocità V alla fine del 2° secondo.

La curva congiungente i vertici dei vettori che hanno origine dal punto O
prende il nome di "ODOGRAFA" e riveste grande importanza negli studi di
balistica razionale e di meccanica.

Vediamo ora un esempio pratico.


Sia da calcolare la traiettoria di un proiettile cal. 9 mm. parabellum del peso di
8 gr., sparato con la velocità iniziale di 327 m/sec. e con un angolo di
proiezione di 24°.

Tracciata in fig.2 la linea delle ascisse e la linea di proiezione, si riporterà su


di questa, in scala, il tratto OA pari a 327 metri.
Dopo di ciò si procederà al calcolo della curva di rítardazione. Posto che il
coefficiente di forma sia pari ad 1 e utilizzando le tavole di Sängewald si avrà

Cb = (0,9² . 3.14 .1)/4 = 0,636


Rit. = (Cb . 9,81 . f(v))/8 = 780 . f(v)
Si otterrà, quindi, per una serie di velocità, la relativa ritardazione

V/ms     
Rit/ ms2
30         0, 83
50         2,32

90         7, 51
...          ...
260         67
280         83
300         108
Questi valori, riportati rispettivamente sull'asse delle ascisse e delle ordinate,
consentiranno di tracciare la curva visibile in figura. Dopo di ciò si procede
come già descritto, individuando il punto B, riportando OB = OB', fino a
ricavare il punto C sul tratto OB.

Il tratto OC, misurato, ci darà la velocità media del proiettile durante il primo
secondo di volo e, quindi, l'arco di traiettoria percorso in tale spazio di tempo.
Il tratto OF, misurato, ci darà invece la velocità finale del proiettile dopo un
secondo di volo.

Dal punto F si ripartirà per calcolare i dati relativi al successivo secondo di


volo, e così via, come mostrato in figura, fino a che velocità media e velocità
finale finiranno per coincidere. Per il prosieguo del calcolo è necessario
misurare anche la inclinazione dei vettori delle velocità medie rispetto
all'ascissa (ad esempio per il primo, l'angolo AOB).

I valori ricavati in figura saranno


Sec V. media V. finale Angolo
1 282 235 +24

2 213 189 +21, 5

3 173 156 +19

4 144 132 +15,5

5 123 115 +11,5

6 108 101 + 6,5

7 96 90 + 1

8 87 84 - 5

9 80 78 -12

10 76 75 -19

11 75 73,5 -26

12 73 73 -33

13 73 73 -39

14 73 73 -45

15 73 73 -50

16 73 73 -56

I valori delle velocità finali così trovati corrispondono quasi perfettamente con
i valori riportati in letteratura.
Per costruire ora la traiettoria del proiettile, sarà sufficiente tracciare, uno di
seguito all'altro, secondo l'entità e la direzione, i singoli vettori delle velocità
medie.
Naturalmente bisognerà scegliere una scala che consenta di contenere il
tracciato entro il foglio (ad es. 1:5.000).

Come mostrato in figura si riporterà il primo vettore 0-1 pari a 282 ms. e
formante un angolo di 24° con l'asse delle ascisse; dal punto 1 si riporterà il
vettore 2, pari a 213 m/sec. e formante un angolo di 21,5°; con il piano, e così
via fino a raggiungere di nuovo l'asse delle ascisse dopo 15,6 secondi di volo.

I dati ottenuti, raffrontati con quelli riportati in letteratura sono

ottenuti in letteratura

gittata                1590 m.    1460 m.


ascissa al vert.   1025 m.     930 m.
ordinata " "          310 m.   300 m.
tempo di volo        15, 6"       14,6"
angolo caduta        56°        60°,
velocità caduta      73 m.      65 ms

Come si vede lo scarto, specialmente considerando il tipo di traiettoria con


elevato angolo di proiezione, è quasi accettabile e migliorabile con una più
precisa individuazione del coefficiente di forma.

Nel tracciare il disegno non occorre necessariamente procedere per intervalli


di un secondo, ma possono scegliersi intervalli maggiori o minori, in modo da
dividere la traiettoria in almeno 12-15 tratti. Dovendo procedere, ad esempio,
al calcolo della gittata massima di un proiettile da moschetto, potrebbe essere
utile calcolare la diminuzione di velocità ogni due secondi; naturalmente in tal
caso, raddoppiando l'intervallo di tempo, bisognerebbe raddoppiare il tratto
AB e i valori della ritardazione sulle ordinate; se si procedesse di mezzo
secondo in mezzo secondo, occorrerebbe dimezzare detti valori.

Il sistema si presta anche al calcolo della traiettoria di proiettili d'artiglieria;


questa normalmente raggiunge altezze notevoli e non è lecito quindi trascurare
la diminuzione della densità dell'aria. Un risultato accettabile si otterrà
introducendo nella formula per il calcolo della ritardazione un valore della
densità dell'aria ottenuto facendo la media aritmetica tra il valore al suolo ed il
valore al vertice.

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IL COEFFICIENTE BALISTICO

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Nella pagina dedicata alla balistica esterna abbiamo già visto che cosa si intenda per
coefficiente balistico (Cb). Il suo calcolo teorico è alquanto complicato perché non è
facile descrivere matematicamente la forma di un proiettile (lunghezza e raggio di
curvatura della parte ogivale, rotondità, appiattimento, incavatura della punta,
rastrematura della coda) al fine di determinare quel valore essenziale che è il fattore di
forma -i- per il quale si rinvia alla apposita pagina.

Quasi tutti i programmi di balistica richiedono l'introduzione del Cb e forniscono una


funzione per calcolarlo in base alla sola conoscenza della perdita di velocità che il
proiettile subisce su di una certa tratta.

Il Cb usato dai programmi basati su tavole di ritardazione tipo Ingall o Lovry e che
utilizzano il metodo semplificato proposto dall'italiano Siacci alla fine dell'ottocento è
fornito dalla formula

in cui il peso è in grammi, il diametro in millimetri, -i- è il fattore di forma e 1,422 serve
solo per adattare la formula alle misure decimali (se si usano le misure in grani e pollici,
va tolto).

La formula è relativa all'atmosfera standard su cui è stata calcolata la curva di


ritardazione per il proiettile tipo e che corrisponde ad una densità dell'aria che, a
seconda dei casi, va da 1203 a 1225 gr/mc.
Per altre condizioni atmosferiche occorre moltiplicare il valore trovato per un fattore di
correzione -d-, dato dal rapporto tra la densità reale e quella standard.

Il valore della densità reale è data dalla formula

in cui Hm è l'altitudine sul l.m. in metri e -t- è la temperatura in gradi centigradi; la


temperatura avrà ovviamente valore positivo o negativo a seconda che sia sopra o sotto
zero.

Il fattore di correzione -d- sarà perciò dato dal valore

A questo punto perciò l'unico valore ancora ignoto è il fattore di forma che però può
essere agevolmente calcolato in base al coefficiente aereodinamico Cx del proiettile, a
sua volta calcolabile dalla perdita di velocità su di una data tratta.

Il Cx è dato dalla seguente formula

in cui V1 è la velocità iniziale in ms, V2 è la velocità finale, S è la lunghezza del tratto


considerato in metri, F è la sezione del proiettile in metri quadrati e P è il peso in Kg.

Se la formula viene moltiplicata per 1000 i valori di F e P possono essere espressi in


millimetri quadrati e in grammi. Il coefficiente delta sta per la densità dell'aria effettiva;
quindi 1,225 a 15° al l.m oppure quella calcolata con la formula di cui sopra (senza
ovviamente la correzione).

A questo punto si può passare direttamente al calcolo del coefficiente di forma -i- che
sarà dato dalla formula

La velocità in questo caso va espressa in Mach che si ottiene dividendo la velocità


iniziale in m/s per la velocità del suono nell'aria, pari a circa 340 m/s. Delta indica la
densità dell'aria.
Se si vuole una maggior precisione si può calcolare la velocità del suono in relazione
alla temperatura dell'atmosfera effettiva (l'umidità influisce poco) in base alla formula

vel = 331,6 + 0,6t

in cui -t- è la temperatura del'atmosfera in C°.

Unico dato che rimane ancora da stabilire è il valore della funzione di resistenza del
proiettile standard f(v). Le funzioni più usate sono quelle dello stesso Siacci e quella
tedesca Eberhard-Sängewald. Siccome però il metodo di calcolo più usato è quello del
Siacci, ho riscontrato che molti programmi e molti produttori di palle usano la sua
formula.

Il Siacci ha fornito la formula per la sua curva di resistenza ed è la seguente

Nei calcoli balistici il risultato viene poi ulteriormente diviso per 100.

Per opportuno riscontro si tenga presente che i risultati da ottenere sono i seguenti:

V     f(v)

100     0,0120


200     0,0492
300     0,1545
400     0,5153
500     0,8708
600     1,2324
700     1,5962
800     1,9607
900     2,3255
1000    2,6904
1100     3,0554
1200     3,4203

A riprova della validità del metodo e per consentire al lettore di controllare la corretta
esecuzione dei propri calcoli, facciamo un esempio con il proiettile 8x57 militare, peso
12,8 gr., velocità iniziale 755 ms, velocità a 100 m = 706 m/s, diametro 8 mm.

Cx sarà dato (con atmosfera standard) da


mentre -i- sarà dato da 0,28 moltiplicato per il quadrato della velocità in Mach,
moltiplicato per 1,225 e diviso per il doppio del valore di f(v) per 755 ms pari a 2x1,796

Il risultato sarà i = 0,47

Il Cb sarà infine dato da 12,8 diviso per 0,40 e diviso per 8 al quadrato, il tutto
moltiplicato per 1,422 ed eguale perciò a 0,605.

Siacci usava una atmosfera di 1,220, ma ciò non cambia in modo significativo il
risultato finale.

Chi volesse usare in un programma balistico la curva di resistenza di Eberhard,


dovrebbe servirsi dei valori di f(v) calcolati da Sängewald e che sono i seguenti:

   V     f(v)        V       f(v)       V     f(v)       V     f(v)
   1    0.00000    201    0,04843    401    0,61871    601    1,38960
   2    0,00001    202    0,04893    402    0,62250    602    1,39349
   3    0,00001    203    0,04944    403    0.62628    603    1,39737
   4    0,00002    204    0,04994    404    0,63006    604    1,40125
   5    0,00003    205    0,05045    405    0,63384    605    1,40514
   6    0,00004    206    0,05096    406    0,63762    606    1,40902
   7    0,00006    207    0,05147    407    0,64140    607    1,41291
   8    0,00008    208    0,05198    408    0,64518    608    1,41679
   9    0,00010    209    0,05249    409    0,64896    609    1,42068
   10    0,00012    210    0,05301    410    0,65274    610    1,42457
   11    0,00014    211    0,05353    411    0,65652    611    1,42846
   12    0,00017    212    0,05405    412    0,66031    612    1,43236
   13    0,00020    213    0,05458    413    0,66409    613    1,43625
   14    0,00023    214    0,05510    414    0,66788    614    1,44014
   15    0,00027    215    0,05563    415    0.67167    615    1,44404
   16    0,00031    216    0,05616    416    0,67546    616    1,44794
   17    0,00034    217    0,05670    417    0,67926    617    1,45184
   18    0,00039    218    0,05723    418    0,68305    618    1,45574
   19    0,00043    219    0,05777    419    0,68685    619    1,45964
   20    0,00048    220    0,05832    420    0,69065    620    1,46354
   21    0,00053    221    0,05886    421    0,69445    621    1,46745
   22    0,00058    222    0,05942    422    0,69825    622    1,47135
   23    0,00063    223    0,05997    423    0,70206    623    1,47526
   24    0,00060    224    0,06053    424    0,70587    624    1,47917
   25    0,00074    225    0,06110    425    0,70968    625    1,48309
   26    0,00081    226    0,06166    426    0,71350    626    1,48700
   27    0,00087    227    0,06224    427    0,71731    627    1,49092
   28    0,00093    228    0,06282    428    0,72113    628    1,49484
   29    0,00100    229    0,06340    429    0,72495    629    1,49876
   30    0,00107    230    0,06399    430    0,72878    630    1,50269
   31    0,00114    231    0,06459    431    0,73260    631    1,50661
   32    0,00122    232    0,06519    432    0,73643    632    1,51054
   33    0,00130    233    0,06580    433    0,74026    633    1,51448
   34    0,00138    234    0,06642    434    0,74409    634    1,51841
   35    0,00146    235    0,06705    435    0,74793    635    1,52235
   36    0,00154    236    0,06769    436    0,75176    636    1,52630
   37    0,00163    237    0,06833    437    0,75560    637    1,53024
   38    0,00172    238    0,06898    438    0,75914    638    1,53419
   39    0,00181    239    0,06965    439    0,76328    639    1,53815
   40    0,00190    240    0,07032    440    0,76712    640    1,54210
   41    0,00200    241    0,07100    441    0,77086    641    1,54607
   42    0,00210    242    0,07169    442    0,77481    642    1,55003
   43    0,00220    243    0,07240    443    0,77865    643    1,55401
   44    0,00230    244    0,07311    444    0,78250    644    1,55798
   45    0,00241    245    0,07383    445    0,78635    645    1,56196
   46    0,00252    246    0,07457    446    0,79019    646    1,56595
   47    0,00263    247    0,07531    447    0,79404    647    1,56994
   48    0,00274    248    0,07607    448    0,79490    648    1,57393
   49    0,00286    249    0,07684    449    0,80175    649    1,57793
   50    0,00298    250    0,07762    450    0,80560    650    1,58194
   51    0,00310    251    0,07841    451    0,80946    651    1,58595
   52    0,00322    252    0,07922    452    0,81331    652    1,58997
   53    0,00334    253    0,08003    453    0,81717    653    1,59399
   54    0,00347    254    0,08086    454    0,82102    654    1,59801
   55    0,00360    255    0,08170    455    0,82488    655    1,60205
   56    0,00373    256    0,08255    456    0,82874    656    1,60608
   57    0,00387    257    0,08342    457    0,83259    657    1,61013
   58    0,00400    258    0,08430    458    0,83645    658    1,61418
   59    0,00414    259    0,08519    459    0,84031    659    1,61823
   60    0,00428    260    0,08609    460    0,84417    660    1,62229
   61    0,00443    261    0,08700    461    0,84804    661    1,62636
   62    0,00457    262    0,08793    462    0,85190    662    1,63043
   63    0,00472    263    0,08887    463    0,85576    663    1,63451
   64    0,00487    264    0,08982    464    0,85962    664    1,63859
   65    0,00503    265    0,09078    465    0,86348    665    1,64268
   66    0,00518    266    0,09176    466    0,86734    666    1,64678
   67    0,00534    267    0,09275    467    0,87121    667    1,65088
   68    0,00550    268    0,09375    468    0,87507    668    1,65499
   69    0,00567    269    0,09476    469    0,87893    669    1,65911
   70    0,00583    270    0,09579    470    0,88280    670    1,66323
   71    0,00600    271    0,09683    471    0,88666    671    1,66735
   72    0,00617    272    0,09796    472    0,89053    672    1,67148
   73    0,00634    273    0,09895    473    0,88439    673    1,67562
   74    0,00652    274    0,10003    474    0,89826    674    1,67976
   75    0,00669    275    0,10112    475    0,90212    675    1,68391
   76    0,00687    276    0,10222    476    0,90599    676    1,68807
   77    0,00706    277    0,10334    477    0,90986    677    1,69223
   78    0,00724    278    0,10447    478    0,91372    678    1,69639
   79    0,00743    279    0,10562    479    0,91759    679    1,70056
   80    0,00762    280    0,10680    480    0,92145    680    1,70474
   81    0,00781    281    0,10799    481    0,92532    681    1,70898
   82    0,00800    282    0,10922    482    0,92919    682    1,71311
   83    0,00820    283    0,11049    483    0,93305    683    1,71730
   84    0,00840    284    0,11179    484    0,93692    684    1,72150
   85    0,00860    285    0,11313    485    0,94079    685    1,72570
   86    0,00880    286    0,11451    486    0,94466    686    1,72991
   87    0,00901    287    0,11593    487    0,94852    687    1,73412
   88    0,00922    288    0,11739    488    0,95239    688    1,73834
   89    0,00943    289    0,11890    489    0,95626    689    1,74257
   90    0,00964    290    0,12046    490    0,96013    690    1,74679
   91    0,00986    291    0,12206    491    0,96400    691    1,75103
   92    0,01007    292    0,12372    492    0,96786    692    1,75527
   93    0,01029    293    0,12543    493    0,97173    693    1,75951
   94    0,01051    294    0,12720    494    0,97560    694    1,76376
   95    0,01074    295    0,12902    495    0,97947    695    1,76801
   96    0,01097    296    0,13091    496    0,98334    696    1,77227
   97    0,01120    297    0,13286    497    0,98720    697    1,77653
   98    0,01143    298    0,13488    498    0,99107    698    1,78080
   99    0,01166    299    0,13697    499    0,99494    699    1,78507
   100    0,01190   300    0,13914    500    0,99881    700    1,78935
   101    0,01214   301    0,14139    501    1,00268    701    1,79363
   102    0,01238   302    0,14372    502    1,00658    702    1,79792
   103    0,01263   303    0,14614    503    1,01043    703    1,80221
   104    0,01287   304    0,14865    504    1,01431    704    1,80650
   105    0,01312   305    0,15126    505    1,01812    705    1,81080
   106    0,01337   306    0,15396    506    1,02199    706    1,81510
   107    0,01363   307    0,15677    507    1,02585    707    1,81941
   108    0,01388   308    0,15969    508    1,02972    708    1,82373
   109    0,01414   309    0,16272    509    1,03359    709    1,82804
   110    0,01440   310    0,16587    510    1,03746    710    1,83236
   111    0,01466   311    0,16914    511    1,04133    711    1,83669
   112    0,01493   312    0,17254    512    1,04520    712    1,84102
   113    0,01520   313    0,17609    513    1,04906    713    1,84535
   114    0,01547   314    0,17976    514    1,05293    714    1,84969
   115    0,01574   315    0,18360    515    1,05680    715    1,85403
   116    0,01601   316    0,18760    516    1,06067    716    1,85838
   117    0,01629   317    0,19176    517    1,06454    717    1,86273
   118    0,01657   318    0,19608    518    1,06841    718    1,86709
   119    0,01685   319    0,20055    519    1,07227    719    1,87145
   120    0,01713   320    0,20520    520    1,07614    720    1,87582
   121    0,01742   321    0,21000    521    1,08001    721    1,88019
   122    0,01771   322    0,21496    522    1,08388    722    1,88456
   123    0,01801   323    0,22008    523    1,08775    723    1,88894
   124    0,01830   324    0,22537    524    1,09161    724    1,89332
   125    0,01859   325    0,23081    525    1,09548    725    1,89771
   126    0,01889   326    0,23642    526    1,09935    726    1,90210
   127    0,01919   327    0,24219    527    1,10322    727    1,90650
   128    0,01950   328    0,24812    528    1,10709    728    1,91090
   129    0,01980   329    0,25420    529    1,11096    729    1,91530
   130    0,02011   330    0,26045    530    1,11482    730    1,91972
   131    0,02042   331    0,26686    531    1,11869    731    1,92413
   132    0,02074   332    0,27341    532    1,12256    732    1,92856
   133    0,02105   333    0,28008    533    1,12643    733    1,93298
   134    0,02137   334    0,28684    534    1,13030    734    1,93741
   135    0,02169   335    0,29367    535    1,13416    735    1,94185
   136    0,02201   336    0,30054    536    1,13803    736    1,94630
   137    0,02233   337    0,30744    537    1,13190    737    1,95074
   138    0,02266   338    0,31430    538    1,14577    738    1,95519
   139    0,02299   339    0,32109    539    1,14964    739    1,95966
   140    0,02333   340    0,32781    540    1,15351    740    1,96412
   141    0,02366   341    0,33448    541    1,15737    741    1,96560
   142    0,02400   342    0,34105    542    1,15124    742    1,97307
   143    0,02434   343    0,34763    543    1,16511    743    1,97755
   144    0,02468   344    0,35399    544    1,16898    744    1,98204
   145    0,02502   345    0,36035    545    1,17285    745    1,98654
   146    0,02539   346    0,36663    546    1,17671    746    1,99103
   147    0,02575   347    0,37283    547    1,18058    747    1,99554
   148    0,02611   348    0,37895    548    1,18445    748    2,00005
   149    0,02647   349    0,38503    549    1,18887    749    2,00457
   150    0,02684   350    0,39097    550    1,19219    750    2,00909
   151    0,02720   351    0,39686    551    1,19606
   152    0,02755   352    0,40268    552    1,19992
   153    0,02791   353    0,40842    553    1,20379
   154    0,02827   354    0,41409    554    1,20766
   155    0,02863   355    0,41968    555    1,21153
   156    0,02900   356    0,42519    556    1,21540
   157    0,02937   357    0,43063    557    1,21926
   158    0,02976   358    0,43601    558    1,22313
   159    0,03011   359    0,44131    559    1,22700
   160    0,03049   360    0,44653    560    1,23087
   161    0,03086   361    0,45169    561    1,23474
   162    0,03124   362    0,45678    562    1,23861
   163    0,03163   363    0,46180    563    1,24247
   164    0,03201   364    0,46674    564    1,24634
   165    0,03240   365    0,47163    565    1,25021
   166    0,03279   366    0,47644    566    1,25408
   167    0,03318   367    0,48120    567    1,25795
   168    0,03358   368    0,48588    568    1,26181
   169    0,03397   369    0,49051    569    1,26568
   170    0,03437   370    0,49507    570    1,26955
   171    0,03477   371    0,49957    571    1,27342
   172    0,03518   372    0,50402    572    1,27729
   173    0,03559   373    0,50841    573    1,28116
   174    0,03600   374    0,51274    574    1,28503
   175    0,03642   375    0,51272    575    1,28889
   176    0,03684   376    0,52124    576    1,29276
   177    0,03726   377    0,52542    577    1,29663
   178    0,03769   378    0,55955    578    1,30050
   179    0,03812   379    0,53364    579    1,30437
   180    0,03854   380    0,53769    580    1,30824
   181    0,03898   381    0,54171    581    1,31211
   182    0,03942   382    0,54569    582    1,31598
   183    0,03986   383    0,54966    583    1,31985
   184    0,04031   384    0,55358    584    1,32372
   185    0,04076   385    0,55749    585    1,32759
   186    0,04122   386    0,56141    586    1,33146
   187    0,04168   387    0,56530    587    1,33534
   188    0,04214   388    0,56917    588    1,33921
   189    0,04261   389    0,57303    589    1,34308
   190    0,04308   390    0,57690    590    1,34696
   191    0,04355   391    0,58073    591    1,35083
   192    0,04403   392    0,58445    592    1,35471
   193    0,04451   393    0,58835    593    1,35858
   194    0,04499   394    0,59215    594    1,36246
   195    0,04548   395    0,59594    595    1,36633
   196    0,04596   396    0,59975    596    1,37021
   197    0,04645   397    0,60335    597    1,37409
   198    0,04695   398    0,60734    598    1,38796
   199    0,04744   399    0,61113    599    1,38184
   200    0,04794   400    0,61492    600    1,38572

I valori superiori a 750 ms possono essere calcolati con la formula

f(v) = -1.015454 + .004008577   V

Penso di fare cosa utile ai lettori riportando la tavola di tiro per la cartuccia militare
8x57, calcolata con la massima esattezza e utile per controllare la bontà di un
programma balistico o l'esattezza dei propri calcoli.

Tavola di tiro della cartuccia militare 8x57 sS (schweres


Spitzgeschoss) per
Mauser K98k.
Velocità iniziale 755 ms - Peso palla gr. 12,8 - Polvere gr. 2,85
Angolo di rilevamento +3'40" - Densità sezionale 26,2 gr/cmq
  
  Dist   Angolo      Angolo         Vertice       Tempo     Vel.  Ener
gia
  anza   proiezione  caduta        x        y      volo    finale  kgm
  100     3'10"      3'20"        50       0,02    0,14     706    325
  200     6'10"      6'20"       101       0,1     0,28     660    284
  300     9'30"      9'50"       152       0,2     0,44     616    247
  400     13'0"      14'20"      205       0,4     0,61     574    215
  500     17'10"     19'40"      259       0,7     0,79     534    186
  600     21'50"     26'40"      315       1,1     0,98     495    160
  700     27'20"     35'40"      373       1,6     1,20     459    137
  800     33'40"     46'50"      433       2,3     1,43     426    118
  900     40'50"     1°0'30"     494       3,2     1,69     395    102
  1000    49'0"      1°17'10"    557       4,5     1,96     357     88
  1100    58’20"     1°37’ 0"    621       6,0     2,26     343     77
  1200    1°9'0"     1°59'50"    685       8,0     2,56     322     68
  1300    1°20'40"   2°25'20"    748       10,5    2,89     306     61
  1400    1°33'30"   2°52'50"    811       13,5    3,23     293     56
  1500    1°47'0"    3°21'50"    873       17,0    3,58     283     52
  1600    2°1'30"    3°52' 0"    934       20,0    3,94     271     49
  1700    2°16'50"   4°23'20"    994       25,0    4,31     266     46
  1800    2°33'0"    4°56'20"    1052      29      4,70     259     44
  1900    2°49'50"   5°30'30"    1110      35      5,10     252     41
  2000    3°7'30"    6° 6'30"    1168      41      5,51     245     39

APPENDICE

Per chi avesse voglia di sperimentare con altre funzioni di ritardazione, riporto alcune
delle altre più comuni funzioni.

Funzione f(v) secondo Majevsky

Velocità         m                 n

0   - 240      1,400 x 10^(-2)    2

240 - 295      5,834 x 10^(-5)    3

295 - 375      6,709 x 10^(-10)   5

375 - 419      9,404 x 10^(-5)    3

419 - 550      3,940 x 10^(-2)    2

550 - 800      2,616 x 10^(-1)    1,7

800 - 1000     7,130 x 10^(-1)    1,55

Il valore f(v) è dato da -m- moltiplicato per la velocità elevata al valore di -n-. Nella
tabella 10^(-2) significa 10 elevato a meno due.

Valori di f(v) secondo la legge di resistenza inglese del 1909


R Retardation fps.s.
V Velocity fps.
R=A V^m

V(feet/sec)        A            m

4000-2600       15366E-07      1.67
2600-2000       58495E-07      1.5

2000-1460       59814E-08      1.8

1460-1190       95408E-12      3

1190-1040       23385E-22      6.45

1040- 840       59939E-12      3

 840-   0       74422E-08      1.6

Valori di f(v) secondo Ingall


R Retardation fps.s.
V Velocity fps.
R=A V^m

V(feet/sec)         A              m

3600-2600       4.0648825E-03     1.55

2600-1800       1.2479524E-03     1.7

1800-1370       1.3160125E-04     2

1370-1230       9.5697809E-08     3

1230- 970       6.3368148E-14     5

 970- 790       5.9353046E-08     3

 790-   0       4.6761777E-05     2

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IL FATTORE DI FORMA i

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Il coefficiente aerodinamico (Cx) di un proiettile ne descrive esattamente il


comportamento aerodinamico alle varie velocità e in una data atmosfera,
tenendo conto di tutti i fattori: peso e volume del proiettile, forma della punta,
del corpo e della coda, tipo di superficie, atmosfera.
Esso può essere calcolato mediante calcoli aerodinamici piuttosto complessi.
Il coefficiente balistico (Cb) di un proiettile, come visto alla relativa voce, è
ricavato dal calibro e peso di un determinato proiettile, secondo una formula
valida esclusivamente per una certe legge di resistenza (il che non esclude che
leggi diverse adottino la medesima formula) che si basa su di un proiettile
ideale. Se il proiettile concreto in relazione a cui si vuole eseguire un calcolo
ha la stessa forma, è sufficiente variare peso e calibro per potergli applicare la
legge di resistenza usata; se invece il proiettile ha una forma diversa, occorre
introdurre un valore correttivo che tenga conto della diversa penetrazione
aerodinamica.
Questo valore correttivo viene chiamato fattore di forma "i" (talvolta anche
coefficiente di forma) che, ovviamente, per il proiettile ideale ha il valore di 1.
Un'immagine renderà più chiaro il concetto.
Coeff. Cx di alcuni proiettili ideali o reali: 1 - Proiettile cilindrico cal. 10 cm. 2 - Palla
sferica. 3 - Proiettile ideale di Majewsky. 4 - Proiettile ideale di Eberhard. 5 - Proiettile
ideale di Siacci. 6 - Proiettile ideale legge sovietica 1943. 7 - Proiettile Flak cal. 8,8 cm.

Il fattore di forma di una palla sferica, ad esempio, sarà dato da quel


coefficiente che ci consente, moltiplicando i valori della curva 3 della legge di
Mayewsky, di ottenere i valori rappresentati nella curva 2. Come si vede
agevolmente dalla figura, questo valore varia molto a seconda della velocità
ed ha un senso solo se applicato a brevi tratti di traiettoria. Talvolta è costante
per velocità supersoniche (si veda come decorrano pressoché parallele le
curve 2, 4 e 6 oltre i 500 ms), ma è soggetto a variazioni notevoli in prossimità
del muro del suono.
Siccome però i balistici in qualche modo i loro calcoli li dovevano fare, hanno
convenuto di usare un fattore di forma globale che rappresentasse, per ogni
proiettile, la miglior approssimazione possibile.
Conoscendo i dati balistici di un proiettile (peso, calibro, velocità iniziale e
velocità finale su di una data tratta) è possibile risalire al suo coefficiente di
forma, relativo ad una data legge di resistenza, con le formule indicate alle
voci coefficiente balistico e tavole di ritardazione.
Se non si dispone di questi dati si deve ricorrere ad altri mezzi. Il più pratico è
fornito dalla tavola di Burgless-Coxe che ha il seguente aspetto
Siccome essa deve essere usata a grandeza naturale, l'immagine ingrandita
può essere scaricata cliccando qui.

Immagine in scala di Burgless-Coxe

La figura serve per individuare, sovrapponendolo ad essa, il raggio in calibri


dell'ogiva del proiettile che si studia. Individuato il raggio, si entra con esso
nella seguente tabella

Punta Punta
piatta o cava il cui
Normale diametro
è espresso in calibri
0,1
0,2 0,3 0,4 0,5
Tozzo, cilindrico 2,30
" parte curva di 0,9 cal. 1,85
" " " 0,8 " 1,50
" " " 0,7 " 1,30
" " " 0,6 " 1,10
Ogiva con raggio di 0,5 " 1,40
" " 1 " 1,10 1,15
1,20 1,25 1,30 1,40
" " 1,5 " 0,95 1,00
1,10 1,15 1,25 1,35
" " 2 " 0,85 0,90
0,95 1,00 1,10 1,25
" " 3 " vel. > 600 ms 0,70 0,75
0,80 0,90 1,00 1,10
" " 3 " vel. < 600 ms 0,75 0,80
0,85 0,95 1,05 1,15
" " 4 " vel. > 600 ms 0,60 0,65
0,70 0,75 0,85 1,00
" " 4 " vel. < 600 ms 0,70 0,75
0,80 0,85 0,95 1,10
" " 6 " vel. > 600 ms 0,55 0,60
0,65 0,70 0,80 0,95
" " 6 " vel. < 600 ms 0,65 0,70
0,80 0,85 0,95 1,10
" " 8 " vel. > 600 ms 0,49 0,55
0,60 0,65 0,75 0,90
" " 8 " vel. < 600 ms 0,60 0,65
0,70 0,75 0,85 1,00
" " 10 " vel. > 600 ms 0,44 0,50
0,55 0,60 0,70 0,85
" " 10 " vel. < 600 ms 0,55 0,60
0,66 0,70 0,80 0,95
palla sferica vel. < 300 ms 2,00
" " vel. > 300 ms 1,70
" " vel. > 400 ms 1,40

I concetti di raggio di curvatura e di appiattimento in calibri sono chiariti


nell'immagine che segue

L'uso della tabella è questo: individuato più o meno il raggio di curvatura


dell'ogiva si entra nella tabella in cui nella prima colonna (punta normale)
sono indicati i valori per proiettili a punta tondeggiante o appuntita. Se invece
il proiettile è a punta appiattita o cava, il valore andrà ricavato dalle restanti
colonne.
Particolari conformazioni del proiettile comportano ulteriori diminuzioni del
fattore di forma. Se il corpo del proiettile (parte tra la coda rastremata e
l'ogiva) è più corto di 5 calibri il fattore di forma va così diminuito
Corpo = 4 calibri - 0,01
Corpo = 3 calibri - 0,03
Corpo = 2 calibri - 0,04
Corpo = 1 calibri - 0,05
Il cono di base (rastrematura) con un angolo standard di 15° comporta una
diminuzione del coeff. di forma di -0,08; la presenza di mantellatura sporgente
(Scharfrand) comporta un aumento di +0,15; la presenza di punta di piombo
fuori della mantellatura e lunga più di 0,3 calibri un aumento di +0,06.
Vediamo ora un esempio. Sia il proiettile 8x57 JS HMB Norma a base
rastremata e punta di piombo, sopra raffigurato, con ogiva pari a 32 mm. e
quindi 4 calibri.
Si avrà in relazione ad una velocità iniziale di 755 ms:
-valore della tabella                                            0,60
-arrotondamento della punta pari a 0,5 calibri    +0,40
-cono di base                                                   -0,08
-punta di piombo                                             +0,06
e quindi un fattore di forma pari a 0,98

Il fattore di forma può essere dedotto dalla perdita di velocità del proiettile su
di una certa tratta, se si possiedono dei dati esatti, come esposti in molte
tabelle dei produttori. Si utilizzano i dati per la tratta da 200 a 300 metri e il
fattore di forma i sarà dasto da:

in cui
P = Peso grammi/1000
DV = Perdita di velocità da 200 a 300 metri
T = Tempo di volo sulla tratta da 200 a 300 metri
R = Calibro in mm /2000
I valori di m ed n sono quelli usati nella funzione f(v) secondo Majevsky (vedi il
capitolo Coefficiente balistico), utilizzando come velocità quella media tra velocità
iniziale e velocità finale sul tratto.
 
Velocità m  n
0   - 240 0.0140  2
240 - 295  0.05834 3
295 - 375  0.06709 5
375 - 419 0.09404 3
419 - 550 0.03940 2
550 - 800 0.2616 1.7
800 - 1000 0.7130  1.55

Chi volesse un programmino per calcolare il fattore i con il metodo esposto, lo


scarichi cliccando qui; devo dire però che non è soddisfacente e fornisce
risultati troppo elevati.
Vi è una formula specifica per i proiettili appuntiti di fanteria e che non può
essere adottata per altri proiettili:

La formula dà le variazioni di i in funzione della velocità.


La ritardazione
Noti il coefficiente balistico e il coefficiente di forma, sarà facile calcolare la
ritardazione del proiettile ad una data velocità; questa è l'accelerazione
negativa subita dal proiettile per effetto della resistenza dell'aria.
La resistenza dell'aria in kg si calcola moltiplicando il coefficiente balistico
per il valore di f(v) ricavato da una delle varie leggi di resistenza (vedi la
pagina sul coeff. bal.) secondo la formula

dove C è il calibro in metri, v la velocità in ms e d/do indica il rapporto fra la


densità dell'aria e la densità standard pari a kg 1,225.

La ritardazione si ottiene dividendo la Resistenza per la Massa; questa è data


dal Peso in kg diviso per la gravità e, in conclusione la ritardazione Rit. sarà
data dalla formula

Se invece di far ricorso ai valori di f(v) si calcola sulla base del coefficiente
aerodinamico Cx, la ritardazione sarà data da

in cui A è la sezione del proiettile in centimetri quadrati, delta la densità


dell'aria in kg per metro cubo, v la velocità in Mach.

Per chi volesse controllare il risultato dei propri calcoli, vediamo un esempio
pratico.
Si voglia conoscere la ritardazione di un proiettile cal 8x57 militare alla
velocità di 750 ms. Il peso è 12 gr. Il raggio di ogiva è di 10 calibri e il fattore
di forma è i=0,445.
Applicando le funzioni di Sängewald si ha che f(750)=2

Applicando invece il valore di Cx pari a 0,30 per la velocità di 2,2 Mach, si ha

In entrambi i casi la ritardazione sarà data da


Riporto qui sotto una pratica tabella in cui sono indicati i valori di Cx per i
proiettili ideali di Eberhard (Sängewald) e Mayewsky. Ovviamente i valori
tabulati per le rispettive funzioni sono più esatti.
Mach ms cx Sän. Cx Majewsky
0,1 34 0,194 0,228
0,2 68 0 194 0,228
0,3 102 0,194 0,228
0,4 136 0,194 0,228
0,5 170 0,194 0,228
0,6 204 0,195 0,228
0,7 238 0,198 0,228
0,8 272 0,216 0,259
0,9 306 0,268 0,313
1 340 0,463 0,430
1,1 374 0,598 0,573
1,2 408 0,632 0,626
1,3 442 0,647 0,643
1,4 476 0,652 0,643
1,5 510 0,651 0,643
1,6 544 0,644 0,643
1,7 578 0,635 0,633
1,8 612 0,624 0,623
1,9 646 0,611 0,613
2 680 0,602 0,603
2,1 714 0,592 0,594
2,2 748 0,583 0,586
2,3 782 0,578
2,4 810 0,571
2,5 850 0,559
2,6 884 0,549
2,7 918 0,540
2,8 952 0,531
2,9 980 0,521

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DISEGNARE UNA TRAIETTORIA

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Esiste un metodo semplicissimo per tracciare la traiettoria di un proiettile sulla
base di pochissimi dati: l'angolo di proiezione, la gittata e il tempo di volo
(oppure l'ordinata al vertice della traiettoria). La curva così disegnata
differisce dalla curva reale in modo non apprezzabile nella scala grafica
abitualmente usata.

Il metodo è stato proposto dal balistico tedesco Schmidt e parte dall'idea di


assimilare la traiettoria ad una parabola asimmetrica e con asse inclinato,
quale si avrebbe nel vuoto se il proiettile fosse assoggettato ad una forza
costante agente in direzione dell'asse della parabola e quindi trasversalmente.
Questa forza può essere immaginata come la risultante della forza di gravità
effettiva e di un'altra forza diretta all'indietro e che rappresenta la resistenza
dell'aria; sebbene questa forza, a differenza della resistenza dell'aria, sia
immaginata come costante in grandezza e direzione, essa ben ne simula il
risultato globale in quanto dedotta dal dato effettivo della gittata e della
ordinata al vertice della traiettoria (la quale ordinata si ricava anche con buona
approssimazione dal tempo totale di volo secondo la formula di Haupt:
yv = 1,25 T²
Per il tracciamento grafico della curva, lo Schmidt fa uso della proprietà della
parabola secondo cui la linea che congiunge la metà di due tratti di tangente,
misurati dal punto di contatto al punto di incontro, è a sua volta una tangente
della curva.
Si tracci in scala la linea AZ (fig.1) corrispondente alla gittata X del proiettile;
in A si tracci l'angolo di proiezione  . Alla distanza yv , già nota o ricavata
con la formula di Haupt, si tracci BD parallela ad AZ, si raddoppi quindi il
tratto AB, così che sia AB = BC; la congiungente CZ sarà la tangente
all'angolo di caduta  che potrà essere misurato o calcolato
trigonometricamente. La linea BD congiungente i punti intermedi delle
tangenti AC e CZ, sarà a sua volta una tangente; il punto di contatto si otterrà
dividendo BD a metà e il punto -1- così ottenuto sarà il vertice della
traiettoria.
Si dividano ora a metà i tratti A-B e B-1 del ramo ascendente e i tratti D-Z e
D-1 del ramo discendente, ottenendo i punti E-F-G-H-; si congiunga E con F e
G con H e si dividano i segmenti così ottenuti a metà; i punti -2- e -3- così
ottenuti saranno altri due punti di contatto di tangenti e quindi punti della
parabola ricercata. Si dividano a metà i tratti 2-E ed A-E, e si congiungano i
punti trovati; la metà della congiungente sarà un ulteriore punto della
parabola. Allo stesso modo si procederà per il ramo discendente fino ad avere
un numero sufficiente di punti (in genere 5 o 7) che, congiunti fra di loro,
forniranno la traiettoria ricercata. Questa, per chiarezza, non è tracciata in
figura.
Il disegno risulterà facilitato se si userà carta millimetrata, osservando che i
punti E ed H e quelli successivi ricavandi sui tratti BA e DZ sono pari a 1/2,
1/4, 1/8 della altezza Yv.
Nel caso si volesse proseguire la curva al di sotto della linea di orizzonte,
come può richiedersi in alcuni casi, è agevole proseguire la costruzione
considerando che, se si prolungano verso l'esterno i semi-segmenti di tangente
sopra ricavati (ad esempio 3H) di una quantità eguale e si congiunge il punto
H' trovato con il prolungamento ZH''=HZ, il punto P dato da H'H"=H''P sarà
anch'esso un punto della curva.
Il sistema dello Schmidt consente di raggiungere una ancor maggiore
precisione se è noto anche l'angolo di caduta: è chiaro che in tal caso i due
rami della traiettoria verranno costruiti separatamente tracciando la tangente
CZ secondo l'angolo effettivo.

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La balistica del diabolo

Esistono ben pochi studi sulla balistica delle armi ad aria compressa di piccolo
calibro e ciò si spiega con il fatto che i valori balistici in campo sono al limite
delle leggi aerodinamiche usualmente impiegate e che proiettili così piccoli e
leggeri subiscono fortemente le turbolenze al superamento della barriera del
suono. È più che normale che il  proiettile si destabilizzi e che quindi diventi
impreciso e lento. Esperimenti hanno dimostrato che la miglior precisione si
ha con velocità da 170 a 200 ms. 
La delicatezza dei fenomeni balistici implicati fa sì lo stesso proiettile di
piccolo calibro si comporti diversamente in armi che pur gli imprimono la
stessa velocità iniziale. È quindi necessario scoprire con esperimenti il tipo di
proiettile  che meglio si adatta alla propria arma e che meglio sfrutta la spinta
elastica del gas compresso.

Ci limiteremo perciò a studiare la balistica del diabolo con la sua forma a


tappo di champagne, ormai universalmente affermatosi come il più adatto per
il tiro al bersaglio. Esso si presenta con svariate forme della testa (piatta,
appuntita, più o meno tonda), con peso variabile da 0,45 a 0,76 grammi,  e
della coda, la quale è cava in modo che la pressione dell’aria la allarghi e la
faccia aderire alla rigatura, assicurando la tenuta dell’aria e una buona presa.
La testa invece è bene che non venga impegnata dalla rigatura, con inutile
aumento della resistenza.    Molto importante per la precisione del tiro è la
perfezione ed assoluta integrità della bocca della canna in modo che al diabolo
non vengano impresse deviazioni anomale al momento dell’uscita da essa; è
vero che la forma del diabolo, che ha una specie di impennatura, ne facilita la
stabilizzazione, ma la cavità posteriore contribuisce proprio ad aumentare le
turbolenze iniziali ed a rallentarlo. Il che rende difficile applicare un modello
matematico ideale, quale quello studiato per i proiettili  di arma da fuoco. La
forma particolare del diabolo fa sì inoltre che il peso sia soggetto a variazioni
e che il proiettile non sia ben equilibrato lungo l’asse longitudinale.
Il calibro di elezione e il 4,5 mm (.177) che offre il miglior rapporto
velocità/energia e la traiettoria più tesa fino alla velocità del suono (circa 330
ms).
Il cal 5 mm (.20) sarebbe ancor più vantaggioso dal punto di vista balistico ed
energetico, ma è troppo poco diffuso per parlarne.
Un’arma che non consente la perfetta tenuta del proiettile, ad esempio quella a
canna liscia con pallino sferico, non riesce a sfruttare la potenza del gas e
quindi funziona più o meno come una cerbottana perfezionata.
Nelle armi a canna rigata l’aria compressa violentemente dal pistone si
riscalda, la pressione continua a crescere fino a che supera la resistenza del
diabolo e lo mette in movimento; quindi si ha una maggior pressione che
viene sfruttata per tutta la lunghezza della canna e il diabolo viene sparato via
proprio come un tappo di champagne.
Se l’arma è particolarmente potente si verifica, a detta di alcuni autori (Vedi
G. V. Cardew & G. M. Cardew: The Airgun from Trigger to Target.) il
fenomeno diesel: la forte compressione dell’aria la scalda moltissimo e ne
aumenta la pressione; il riscaldamento è tale che particelle di olio o di altra
sostanza combustibile si accendono e fanno aumentare ulteriormente la
pressione proprio come in un motore diesel. Se l’olio è presente in quantità
eccessiva si può persino ad arrivare ad uno scoppio ben poco benefico per
l’arma.
Ciò spiega certi scarti notevoli nella velocità iniziale  e perché i primi tiri con
la canna oliata possono divenire altamente imprecisi. Gli autori citati hanno
fatto numerosi esperimenti con una carabina in atmosfera normale
raggiungendo velocità medie di 200 ms; poi hanno sparato con la stessa arma
in atmosfera di anidride carbonica ottenendo velocità di soli 130 ms; hanno
concluso così che la differenza era attribuibile all’effetto diesel (non sono
sicuro che la risposta possa essere così categorica e lascio a loro la
responsabilità di quanto detto! Però essi sono considerati un po’ i guru
dell’aria compressa). La regola generale seguita è di non oliare i diabolo e di
detergere bene la canna prima dell'uso.
Secondo studi dei Cardew nella galleria del vento le differenze nel
coefficiente aerodinamico fra diabolo aventi diversa forma di testa sarebbero
pressoché trascurabili; ma sta di fatto che precise misurazioni al cronografo
dell’altro guru Jim Baumann hanno dimostrato che si hanno variazioni del
coefficiente balistico da 0,010 a 0,035 certamente non trascurabili. È vero
però che è inutile ricercare una precisione teorica non verificabile in pratica.
Lo stesso Baumann riconosce che lo stesso diabolo indicato come avere un
CB di 0,030, all’atto pratico varia da 0,025 a 0,035, anche a seconda
dell’ambito di velocità che si prende in considerazione (in altre parole varia
con la velocità).
Una parola sulla distanza di tiro. Il cal. 4,5 mm è previsto per sparare con
precisione a 10 m di distanza. Con carabine potenti (16 Joule) si può sparare
fino a 50 metri con soddisfazione. Oltre tale distanza aumentano le probabilità
che il diabolo si destabilizzi e questa è la regola oltre i 100 metri. In teoria un
diabolo potrebbe avere una gittata massima superiore ai 200 metri; gli
esperimenti pratici compiuti hanno dimostrato che non si superano mai i 150
metri, neppure con carabine di 27 Joule. Ciò si spiega con il fatto che il
diabolo destabilizzato presenta una resistenza all’aria 3 o 4 volte superiore a
quella per il diabolo stabilizzato.
Gli studi sui diabolo sono particolarmente difficili proprio per l’eccessiva
variabilità dei risultati dovuti alle cause sopra viste.
Già gli stessi cronografi dànno differenze di lettura pari a +/- 2 ms e lo stesso
diabolo, nella stessa arma, esce dalla canna con uno scarto di +/- 2,5 ms; il che
vuol dire che nella misurazione di velocità iniziale e finale di un dato diabolo,
determinata con poche misurazioni, occorre prevedere uno scarto di circa +/- 5
ms.
La velocità varia poi a secondo del peso del diabolo: più è leggero e più è
veloce. In via approssimativa si calcoli che ogni centesimo di grammo 
comporta una variazione in più o in meno di 1,7 ms. Perciò se un diabolo pesa
0,50 grammi ed ha una velocità di 160 ms, il diabolo con la stessa forma, ma
peso di 0,45 gr, avrà una velocità iniziale di 
5*1,7 = + 8,5 ms e quindi di 160 + 8,5 = 168,5 ms

Questa regola vale solo per diabolo a testa piatta. I fenomeni interessati sono
così al limite che piccoli particolari relativi all'arma o al proiettile, o al loro
abbinamento, possono far variare in modo sensibile il risultato finale..
Lo scarto nel peso dei pallini di una stessa partita, non particolarmente
selezionati per il tiro di precisione, è di circa +/- 5 milligrammi il che
comporta uno scarto nella velocità iniziale trascurabile (85 cm/s).
Fatte queste premesse vediamo come si può utilizzare un normale programma
balistico, come il mio Winballit per calcolare la traiettoria di un diabolo.
Preferisco non indicare il cosiddetto coefficiente balistico perché esso varia da
programma a programma, a seconda delle leggi di resistenza usate e dei
parametri introdotti e quindi in letteratura si trovano i dati più disparati
Utilizzo in sua vece il coeff. aerodinamico; sulla base dei dati forniti dalla
Gamo il suo valore approssimativo è il seguente:
Diabolo appuntito             cx =  0,375
Pallino sferico di piombo   cx = 0,44
Diabolo a punta tonda       cx = 0,46
Diabolo a testa piatta        cx =  0,55
e può essere inserito direttamente nel programma.

Si tenga presente che anche un errore di  5 centesimi nella indicazione del coeff. non
comporta un errore rilevante; per un’arma liberalizzata, ad esempio, il fatto di utilizzare
il coeff. 0,50 invece che 0,55 comporta a 30 metri una differenza di soli 4 metri al
secondo.
Esaminiamo ora la tipica traiettoria di un diabolo a testa piatta, del peso di 0,5 grammi,
sparato da una carabina con energia non superiore a 7,5 J; cx = 0,55
La distanza a cui viene azzerata l’arma deve essere adattata ovviamente alle proprie
necessità.
Ecco come varia la traiettoria in alcune ipotesi tipo: diabolo con velocità iniziale di 170
ms e azzeramento a 25 metri, diabolo con velocità iniziale di 170 ms e azzeramento a 10
metri, pallino sferico di piombo (peso = 0,53 gr) con velocità iniziale di 170 ms e
azzeramento a 25 m, diabolo con velocità iniziale di 300 ms e azzeramento a 25 m.
Viene fornita la traiettoria ideale, senza tener conto dell'altezza delle linee di mira,
altezza che può variare da 1 a 5 cm.

Distanza 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30

Azz. 25 1,0 1,8 2,4 2,9 3,3 3,5 3,5 3,3 2,9 2,4 1,6 0,6 -0,6 -2,1 -3,8

Azz. 10 0,3 0,5 0,5 0,3 0,0 -0,5 -1,1 -2,0 -3,0 -4,2 -5,7 -7,3 -9,2 -11,3 -13,7

Sferico 0,9 1,7 2,3 2,8 3,1 3,2 3,2 3,1 2,7 2,2 1,5 0,5 -0,6 -1,9 -3,4

300 ms 0,3 0,5 0,8 0,9 1,0 1,1 1,1 1,0 0,9 0,7 0,5 0,2 -0,2 -0,6 -1,1

Se si tiene conto della linea di mira, ad es. di 45 mm sopra l’asse della canna, e si azzera
l’arma a 25 metri, allora il proiettile viaggerà al di sotto della linea di mira per i primi 8-
9 metri, arriverà ad uno scarto massimo di +1,7 cm a 17 metri e a 30 metri si troverà a
-2,8 cm. I dati relativi a questa traiettoria reale si trovano in Winballit nella colonna
“Scarto mira”. Ecco due esempi:

Distanza 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30

Azz. 25 -3,2 -2 -1 -0,2 +0,6 1,1 1,5 1,6 1,6 1,4 1 0,4 -0,5 -1,5 -2,8

Azz. 10 -3,3 -2,3 -1,4 -0,6 0,0 +0,4 0,7 0,8 0,6 0,3 -0,2 -0,9 -1,9 -3,1 -4,5

Come si vede si ha un notevole miglioramento della traiettoria "di fatto"


perché è come se la traiettoria venisse accorciata di una decina di metri.
L'immagine qui sotto, riferita ad un proiettile di carabina, mostra perché
inizialmente esso viaggi sotto la linea di mira (fino a quasi 50 metri dalla
bocca dell'arma, stante la elevata velocità).

Ed ecco come varia la velocità, nell’ordine, per il diabolo a 170 ms,  a 300 ms, e per il
per il pallino sferico a 170 ms

  2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30

170,0 166,4 162,9 159,4 156,0 152,7 149,5 146,3 143,2 140,2 137,2 134,3 131,5 128,7 125,9 123,3

300,0 294,9 289,9 285,0 280,1 275,4 270,7 266,1 261,6 257,1 252,7 248,4 244,2 240,1 236,0 232,0

170,0 167,3 164,6 162,0 159,4 156,8 154,3 151,8 149,4 147,0 144,6 142,3 140,0 137,8 135,6 133,4

Per chi volesse fare esperimenti casalinghi e misurare la velocità iniziale dei
propri diabolo, segnalo un piccolo cronografo da fissare alla canna e che costa
solo una settantina di euro.
Per chi ama le curve, ecco la traiettoria ideale del diabolo con arma azzerata a
25 metri.

Si noti come il proiettile si allontani rapidamente dalla linea di mira quando supera la
distanza di azzeramento.

email - Edoardo Mori top


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La balistica del calibro 22 l.r.

Sebbene sia la munizione più usata nel mondo è quella su cui si trovano
le più scarse informazioni balistiche.
Per poter individuare il coefficiente balistico o aerodinamico di un
proiettile è necessario conoscere la sua velocità iniziale e la perdita di
velocità su di una certa tratta. Pochissimi sono i produttori che
forniscono questi dati e talvolta, invece di misurarli, li hanno calcolati a
tavolino con un programma balistico! In rete sono riuscito a trovare  dati
aggiornati solo per le munizioni Winchester e CCI; la Eley fornisce lo
stesso dato di perdita di velocità sia sulla tratta di 100 metri che di 100
yarde, come se 9 metri di differenza fossero trascurabili. La Fiocchi, da
sempre, ignora il problema per tutte le sue munizioni.
Ho quindi cercato di individuare una soluzione pragmatica che consenta
di superare l’ostacolo e di poter calcolare la traiettoria del proiettile
conoscendone solo la velocità iniziale.
La palla standard per il 22 l.r. è quella da 40 grani (2,6 grammi) e quindi
farò riferimento solo ad essa; palle di peso inferiore, da 29 a 37 grani,
sono usate principalmente per la caccia ai nocivi. La forma si può
considerare consolidata ai fini balistici, senza variazioni tali dal
modificare in modo sensibile l’aerodinamica; molto usate, dove
consentite, le palle hollow point, con aumento di resistenza
aerodinamica trascurabile.
Dall’esame dei dati di oltre 200 diverse cartucce ho potuto individuare il
coefficiente aerodinamico Cx medio alle varie velocità secondo il
seguente prospetto.

  Vo Cx

250 0,26

300 0,315

350 0,37

400 0,425

450 0,48

500 0,53

Difficile e complicato indicare il Cx per palle di peso inferiore a 40


grani; per palle di 32 grani si può provare ad aggiungere 0,10 ai valori
indicati (ad es. 0,53+0,10 = 0, 63)
Se la velocità iniziale è stata direttamente misurata, non vi sono
problemi; essa è sicuramente la velocità sviluppata da quella data
cartuccia in quella data arma; se invece si deve far riferimento ai dati del
produttore, si ricordi che in genere essi sono stati ottenuti in canne di
prova di 60 cm di lunghezza e che indicano quindi la massima velocità
raggiungibile in una carabina. Se la stessa cartuccia viene impiegata in
un’arma corta, la velocità iniziale sarà di gran lunga minore; ancora
minore se si spara in un revolver in cui vi sarà una perdita di velocità
dovuta alla fuga di gas fra tamburo e volata.
Il problema è che per calcolare teoricamente la perdita di velocità
occorre conoscere il peso dalla carica di polvere e la sua progressività,
dati che i produttori si guardano bene dal rivelare (probabilmente hanno
scoperto che il 99,9% dei tiratori non sa che farsene di questi dati!); in
mancanza di essi la balistica brancola del buio. La Winchester indica
pochi dati anche per cartucce sparate con canna da 6 pollici, ma, a
seconda della cartuccia, si va da una perdita di velocità dal 15 al 24% .
In via molto approssimativa si può ritenere che in canna di pistola  da 15
cm la perdita di velocità sia del 15%; in canna di 7,5 cm  di un ulteriore
15% e quindi non si sbaglierà di molto ipotizzando una perdita totale di
velocità del 30% in una pistola a canna corta.

Vo canna 60 cm canna 15 cm canna 7,5 cm

250 212 175

300 255 210

350 297 245

400 340 280

450 382 315

500 425 350

Con questi dati ed utilizzando il mio programma Winballit, si può


finalmente cercare di vedere come varia a seconda della velocità iniziale
la traiettoria di una palla 22 l.r.  da 40 grani, sparata da una carabina con
cannocchiale.
Le tre righe indicano
1) La perdita della velocità lungo la tratta
2) La traiettoria con arma azzerata a 100 metri  e con lo scarto di mira
reale in cm.
3) La traiettoria con arma azzerata per la specifica velocità del proiettile
 

Vo  Az.  25 m 50 m 75 m 100 m 125 m

250   240 232 223 215 207

250 100 13 20 16 0 -30

250 53 3,3 1 -13 -38 -78

300   286 273 261 250 238

300 100 8,2 14 11 0 -21

300 62 2,6 2,8 -5,3 -22 -50

350   331 314 297 282 267

350 100 5,3 10 8,4 0 -16

350 71 2,1 3,5 -1,2 -13 -32

400   376 353 332 312 293

400 100 3,4 7,4 6,5 0 -13

400 80 1,6 3,8 1,2 -7 -21

450   420 391 365 340 317

450 100 2 5,6 5 0 -10

450 88 1,2 3,8 2,5 -3,5 -14,7

500   463 428 396 367 340

500 100 1,1 4,2 4,1 0 -8,6


500 95 0,8 3,6 3,2 -1,2 -10

Ed ora la tabella per un tiro con pistola azzerata a 25 metri, Vo = 250


ms; si noti come si possa colpire il bersaglio con precisione anche a 50
metri.

5m 10 15 20 25 30 35 40 45 50

0,7 1,2 1,2 0,8 0 -1,2 -2,9 -5 -7,5 -10

Ed infine alcuni dati sulla penetrazione del 22 l.r.

Velocità di Penetrazione Penetrazione Penetrazione Penetrazione


impatto legno cm ferro cm muscolo cm osso cm

250 9,7 0,10 35 0,5

300 12,8 0,14 40 0,8

350 13 0,18 44 1,16

400 16 0,22 48 1,6

450 18,8 0,26 51 2,1

500 22 0,31 54 2,6

Come si vede un proiettile micidiale, che conserva bene la sua velocità e


che è pericoloso  anche a notevole distanza (la gittata massima è di circa
1500 metri). L’esperienza medico legale insegna che il proiettile, se non
uccide subito avendo colpito organi vitali, provoca sovente emorragie
interne che producono la morte entro alcuni minuti. Anche in presenza di
abiti robusti conserva sufficiente forza di penetrazione per attingere
qualsiasi organo interno.

 
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LA STABILIZZAZIONE DEI PROIETTILI

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La rigatura delle armi serve per stabilizzare il proiettile durante il percorso


lungo la traiettoria; non serve per aumentarne la velocità o la penetrazione, ma
solo la precisione. La stabilità maggiore o minore dipenderà poi anche dalla
lunghezza del proiettile e dalla sua forma, con influenza variabile a seconda
della velocità del proiettile e della velocità di rotazione.

Nel proiettile a corpo cilindrico il centro di gravità è spostato all'indietro


rispetto al centro geometrico del proiettile, il che ha come conseguenza che
esso sarà sbilanciato all'indietro; mentre il baricentro segue la traiettoria, nella
tangente ad ogni suo punto, l'asse del proiettile formerà un certo angolo con la
tangente; vale a dire che la punta del proiettile viene a trovarsi sopra la
traiettoria e non è diretto con precisione verso il bersaglio.
Altra conseguenza della forma del proiettile è che il punto di incidenza della
resistenza dell'aria non cade sul baricentro, ma su di un altro punto, tra esso e
la punta del proiettile; in un proiettile allungato e appuntito questo punto sarà
più spostato in avanti; in uno tozzo sarà più spostato verso il baricentro. Un
corpo cilindrico lungo comporterà poi un ulteriore arretramento di questo
punto. In via generale si può affermare che la differenza tra baricentro e punto
di attacco è tanto più grande (o piccola) quanto più lungo (o corto) è il
proiettile oppure quanto più piccola (o grande) la sua densità sezionale.
L'entità di questa differenza è molto importante.

Il fatto che l'asse nel proiettile non coincida con la tangente alla traiettoria
comporta che l'aria incide sul proiettile con una spinta che agisce dal di sotto
sulla punta del proiettile e tende a rovesciarlo; quanto maggiore detta
differenza oppure quanto maggiore la velocità, tanto maggiore sarà il
momento rotatorio tendente a rovesciare il proiettile. Anche una rigatura
troppo profonda sul proiettile o il suo profilo anteriore tagliente (privo di ogni
significato pratico, ma amato dai cacciatori) spostano negativamente il punto
di applicazione della resistenza dell'aria.

Le forze 1, 2, 3…. che agiscono sulla punta del proiettile, si


sommano in una risultante R1 , che a sua volta si compone con
altre risultanti
La soluzione a questo problema sta nella stabilizzazione del proiettile
mediante la rigatura della canna oppure mediante sua impennatura.

La rigatura ha l'effetto di trasformare il proiettili in un sistema giroscopico (in


una trottola per usare termini più alla mano). Chi ha osservato una trottola
avrà notato le caratteristiche del suo movimento: 1) il suo asse verticale tende
a deviare sempre di più dalla perpendicolare; 2) la punta della trottola percorre
sul piano delle lente spirali; dopo un po' di tempo la trottola inizia ad oscillare
vistosamente, la sua velocità di rotazione diminuisce per effetto dell'attrito e
alla fine cade e si ferma. In una trottola sofisticata come un giroscopio si ha lo
stesso comportamento, che talvolta sembra contraddire alle leggi della fisica:
se il giroscopio in movimento viene sospeso con l'asse orizzontale invece che
verticale, esso continua a ruotare in quella posizione. Non è questa la sede per
fornire la spiegazione teorica dei movimenti giroscopici; giungiamo subito
alla conclusione secondo cui un corpo in rapida rotazione, e quindi un
proiettile, è soggetto a due movimenti: 1) la rotazione lungo l'asse
longitudinale che in parte riduce l'effetto della forza di gravità e impedisce lo
spostamento dell'asse; 2) spostamento dell'asse in direzione del movimento di
rotazione (precessione; l'asse descrive una superficie conica); 3) spostamento
dell'asse, anche per effetto della forza di gravità, che produce cicloidi o
oscillazioni che si sovrappongono al movimento di precessione (nutazioni).

Il proiettile si differenzia un po' dal giroscopio per il fatto che il punto di


rotazione è il centro di gravità e che tutto il sistema si sposta in avanti; sul
proiettile quindi la forza che maggiormente agisce è la resistenza dell'aria. Se
è nota la forza di gravità e la grandezza del momento di rotazione, si può
stabilire l'entità del movimento di precessione.

Siccome asse del proiettile e tangente alla traiettoria non sono congruenti, ma
formano un angolo, i movimenti di precessione e nutazione avranno luogo
attorno alla tangente.

Spostamento dell'asse di un proiettile attorno al punto


G per il movimenti di precessione

Inoltre il movimento di nutazione nel proiettile si verifica solo periodicamente


perché viene attenuato dalla resistenza dell'aria; in realtà infatti i vari
movimenti si sovrappongono, talvolta attenuandosi, talvolta sommandosi; i
fattori che intervengono sono numerosissimi (si pensi alla enorme varietà di
forme e misure dei proiettili) e accertabili solo in via sperimentale e non è
facile descriverli neppure con complicatissima analisi matematica. Ed in
effetti gli esperimenti compiuti per verificare la stabilità dei proiettili sono
molto scarsi (cartucce militari M1 ed M2).

Il compito della rigatura di un arma è quello di impedire che il proiettile si


capovolga e di fa sì che il suo asse longitudinale rimanga il più possibile
aderente alla tangente alla traiettoria. Quanto meno si raggiunge questo
risultato e tanto più si ha un aumento di pressione dell'aria sul proiettile dal
lato verso la tangente e che spinge il proiettile nella direzione della rigatura
(effetto Poisson) e ad allontanarsi ulteriormente dalla tangente. Questa
deviazione viene indicata come "deviazione dalla condizione di equilibrio" o
"punto zero" ed è costante, a parità di rigatura, per un determinato proiettile e
una data lunghezza di canna. Esperimenti compiuti dai Ballistic Research
Laboratories di Aberdeen hanno indicato che a 1000 metri di distanza è circa
di 30 cm in orizzontale e 3 cm in verticale. Questa deviazione viene
compensata in sede di taratura dell'arma.

Constatato così che i fenomeni fisici che intervengono su di un proiettile sono


talmente numerosi e reciprocamente intricati, così che è vano cercare di
trovare una regola semplice che possa guidare nel calcolare la stabilità di un
proiettile, vediamo almeno di individuare alcuni criteri generali che posano
almeno servire da guida.

Ferme restando le altre condizioni si può affermare che

1) L'ampiezza di precessione e nutazione sono proporzionali alla velocità di


rotazione del proiettile;

2) La velocità di rotazione varia in funzione del passo di rigatura e della


velocità del proiettile; ciò significa che la precisione intrinseca di un proiettile
varia con la sua velocità o, espresso altrimenti, se in una stessa arma si varia la
velocità del proiettile, varia in modo corrispondente la sua dispersione nella
rosata.

3) Se un proiettile viene sparato alla stessa velocità iniziale da canne con


diverso passo di rigatura, si ottiene la miglior concentrazione della rosata solo
con una determinata combinazione.

4) In conclusione: la stabilità e la coerenza di un dato proiettile aumentano o


diminuiscono se cambia la sua velocità di rotazione.
In termini matematici la stabilità si esprime con la formula (1)

in cui M0 è il momento di inerzia del proiettile lungo l'asse longitudinale, M 1 è


il momento di inerzia lungo l'asse perpendicolare al precedente e passante per
il centro di gravità, r è la velocità angolare di rotazione e K un fattore che
vedremo.

Posto f= frequenza di rotazione e p = passo di rigatura, la velocità di rotazione


è data dalla formula 6,28 · f ed f da V 0 /p e quindi (2)

r = 6,28 · V0 /p

Un proiettile con velocità di 1000 ms sparato da una canna con passo di 0,25
rotazioni per metro avrebbe quindi all'uscita dalla canna una frequenza di
4000 giri al secondo e una velocità di rotazione pari a 6,28 · 4000.

Dalla formula 2 si ricava che la stessa velocità di rotazione può ottenersi con
diverse combinazioni di velocità iniziale e di passo. Perciò se per stabilizzare
un proiettile che viaggia ad 800 ms è richiesta una frequenza di 4000 giri al
secondo, il passo dovrà essere di 0,20 giri al metro.
Il momento di inerzia del proiettile lungo l'asse longitudinale è dato
dall'integrale (3)

in cui k indica il raggio del calibro e m la massa del proiettile così che può
scriversi (4)

in cui P è il peso e g la gravità.

Questa formula ci dice che il momento d'inerzia è direttamente proporzionale


al peso del proiettile e che varia in misura quadratica rispetto al calibro,
ragione per cui l'influenza del calibro è rilevante. In pratica ciò significa che
se per un certo proiettile è richiesto un certo momento di inerzia, il proiettile
dovrà avere un dato peso; se si diminuisce il calibro si dovrà aumentare il peso
del proiettile.

Il momento di inerzia dell'asse perpendicolare è espresso dalla stessa formula


(4) in cui invece di k si inserisca h² che indica la distanza fra punto di
incidenza della resistenza dell'aria e centro di gravità. Questa varia a seconda
del fattore di forma i e della lunghezza del proiettile l.

Il fattore K varia in funzione della velocità, del peso, della distanza h e del
coefficiente balistico, così che si può scrivere la formula (in cui delta = densità
dell'aria)

(5)K = V · h · i · k² · delta

Combinando assieme le formule ora viste e tralasciando per semplicità


l'integrale e le costanti 6,28 e 9,81, si potrà scrivere che il fattore di stabilità è
descritto dalla formula (6)

Tenuto conto che la velocità in un dato punto è funzione della velocità iniziale
e che il rapporto tra peso e sezione è dato dalla densità sezionale Q si potrà
scrivere anche (7)
La formula, troppo approssimativa, non serve per il calcolo preciso della
stabilità, ma per indicare la relazione fra i vari fattori in gioco.

Secondo l'opinione comune un proiettile si considera sufficientemente


stabilizzato quando S è maggiore di 1 in quanto si riduce al minimo l'effetto di
"sfarfallio" dovuto alla nutazione. Quanto maggiore il fattore S, tanto
maggiore è l'ammortizzazione della nutazione. Nella pratica si è trovato che il
valore ottimale è da 1,3 ad 1,8.

Ripetiamo quindi che il valore di S diventa tanto più grande (o piccolo)


quanto più grande (o piccolo) è il denominatore nella frazione (7); la velocità
di rotazione cresce (o cala) in rapporto diretto con la velocità alla bocca e in
rapporto inverso con il passo della rigatura.

Esaminando ulteriormente i valori della formula (7) si vede che un aumento


della velocità iniziale influisce senz'altro sulla stabilizzazione in quanto la
velocità entra nel dividendo al quadrato; la stabilità diminuisce via via che
dalla la velocità del proiettile, fino a che si arriva ad una velocità critica al di
sotto della quale la stabilità non è più sicura.

Il passo entra nella formula al quadrato, ma nel divisore: perciò una


diminuzione del passo aumenta notevolmente la stabilità. Dal fatto che il
raggio del calibro entri nella formula alla quarta potenza mentre la densità
sezionale vi compare in forma semplice, si può dedurre che proiettili di grosso
calibro e corti sono meglio stabilizzati di proiettili di piccolo calibro e lunghi
(ovviamente si trascurano qui altri aspetti, quali la diversa resistenza dell'aria e
il diverso comportamento la vento laterale, che rendono consigliabili una
buona densità sezionale).

Il fattore di forma i e la distanza h (essa pure influenzato da i) alla terza


potenza, ci dicono che fra due proiettili dello stesso speso ma di calibro
diverso, è più stabile quello con la punta più slanciata; se di peso diverso ma
con punta eguale, quello con la minor densità sezionale; se di peso eguale ma
di calibro diverso quello con il calibro maggiore.

La coerenza (ingl. tractability) di un proiettile

Per coerenza del proiettile si intende quella caratteristica per cui il suo asse
segue la direzione del movimento (tangente alla traiettoria); sua caratteristica
è che l'angolo tra asse e tangente deve restare piccolo in ogni punto della
traiettoria. Il che si ha quando la variazione di questo angolo è sempre minore
della variazione dell'angolo di precessione.
Il quoziente di questi due angoli si chiama fattore di coerenza e può essere
descritto dalla formula (8)

in cui cosβ (coseno beta)indica il coseno dell'angolo della tangente alla


traiettoria (angolo fra tangente e orizzonte) che varia continuamente durante il
volo del proiettile e che quindi assume valori da positivi a negativi. La
formula si può semplificare per il vertice della traiettoria in cui il valore è
eguale a 1 e si può scrivere la (9)

Confrontando le formule (7) e (9) si vede che al variare del momento di


inerzia o del calibro, S ed F variano in direzione opposta; il che significa che
un massimo di coerenza si ottiene con un valore minimo di stabilità, e
viceversa, così che è necessario trovare un compromesso tra i due valori. Ma
quale dei due è il più importante?

La coerenza ci dice di quanto l'asse longitudinale del proiettile è allineato alla


tangente alla traiettoria. Una grande (/piccola) coerenza comporta, tra l'altro
una minore (/maggiore) deviazione dalla situazione di equilibrio. Però questa
deviazione è praticamente priva di significato per le armi leggere in cui viene
corretta con la taratura.

La stabilità per contro ci indica la misura delle oscillazioni del proiettile a


causa della nutazione e quindi la dispersione sul bersaglio ed è indubbiamente
più importante della coerenza nelle armi leggere, essa garantisce la precisione
intrinseca del singolo proiettile.

Si può perciò concludere che in pratica: la precisione intrinseca di un proiettile


è tanto più grande (/piccola) quanto più grande (/piccolo) è il suo calibro,
quanto minore (/maggiore) il passo, quanto maggiore (/minore) la sua velocità
iniziale, quanto minore (/maggiore) il fattore di forma, quanto minore
(/maggiore) la sua lunghezza.

Per tale motivo per una carabina con un canna avente un dato passo di rigatura
vi sono poche combinazioni di componenti di carica che diano una
stabilizzazione ottimale e la minor dispersione; combinazioni da trovare con
esperimenti pratici.

La formula di Greenhill
È una formula empirica per calcolare il passo di rigatura che è necessario per
stabilizzare un proiettile di una data lunghezza. Essa, vecchia di settant'anni, si
basa sulla semplice regola che quanto più lungo il proiettile (cioè, ancora più
in generale, quanto più pesante per un dato calibro), tanto maggiore deve
essere la velocità di rotazione.

La formula è:
T = 150 *(D/R)
In cui T è il passo in pollici (spazio in cui il proiettile compie un giro)
D è il diametro in pollici
R è la lunghezza del proiettile diviso il diametro.
La costante 150 è relativa a velocità di 1500 piedi/secondo (= 450 ms) ; per
2800 p/s (= 850 ms) inserire 180.
Ma se R e eguale L/D, si può scrivere
T= 150 * D2 /L
Sia la lunghezza del proiettile 1,064" (= 27 mm)
Il passo richiesto sarà dato da
T= 150 · 0,2242 / 1,064 = 7,07" di passo (= 17,96 cm)
Si potrebbe calcolare direttamente in mm:
Vediamo ora il calcolo in millimetri
T = 150 · 5,69 · 5,69/27 = 179 mm

Per converso, per trovare la lunghezza del proiettile che una data rigatura può
stabilizzare si userà la formula
L = 150 · (D · D/T) o meglio 150 · D2 /T
Dove L è la lunghezza del proiettile.
L = 150 · 5,69 · 5,69/179= 27 mm

Proiettili stabilizzati con impennatura

Il loro comportamento si differenzia dai precedenti per il fatto che il loro


punto di gravità si trova tra la punta e il punto di incidenza dell'aria sia perché
così costruiti con adeguata distribuzione delle masse, sia per alette posteriori
che spostando il punto di incidenza all'indietro. Queste alette sono più efficaci
se sporgono oltre il calibro del proiettile. È possibile che esse non sporgano,
ma allora devono essere alquanto lontane dalla punta del proiettile. Le alette
produco una elevata coerenza del proiettile che per tutta la traiettoria ritorna
rapidamente a seguire la tangente alla traiettoria.

Questi proiettili non richiedono un movimento rotatorio, ma si è visto che una


lieve angolazione delle alette tale da imprimere una rotazione di alcune
centinaia di giri al minuto, correggono errori di traiettoria dovuti a scarsa
simmetricità. La frequenza di rotazione deve essere stabilita sperimentalmente
per evitare che sia vicina a quella dei movimenti pendolari, a cui verrebbe a
sommarsi.
Vantaggi: possibilità di proiettili lunghi e quindi con grande densità sezionale;
uso di proiettili asimmetrici; possibilità di guidarli in volo; possibilità di
trasporto di cariche che non sopportano la forza centrifuga.

Svantaggi: un maggior Cx riferito alla densità sezionale; formazione di vortici


alla base del proiettile.

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Il tiro verticale e la caduta libera del proiettile.


Bombe d'aereo

Il tiro verticale rappresenta un caso particolare di traiettoria. La velocità


decresce fino ad essere nulla al vertice della traiettoria (che è rettilinea) e poi
il proiettile ricade per il solo effetto della forza di gravità.

Nel vuoto l'altezza massima raggiunta è data dalla formula

Nell'aria l'altezza massima raggiunta può essere calcolata con la formula


empirica

in cui P è il peso in grammi, V la velocità in ms, Cal il calibro in mm e in cui


la costante varia da 220 per proiettili appuntiti a 185 per proiettili a punta
tonda.
In via molto approssimativa può ritenersi che l'altezza massima sia pari al
70% della gittata massima.
Esempio: Sia il proiettile 8x57 JS con Vo =870 ms e P=10 gr
Usando il coefficiente 220 si avrà H= 2565 del tutto corrispondente a quella
sperimentale.
Per un proiettile 9 para e V = 330 ms, il valore sperimentale è di 1143 metri;
per un 7,65 e V =. 300 ms, è 932 metri. Il tempo impiegato dal proiettile a
raggiungere la sua altezza massima nell'aria può essere calcolato, con buona
approssimazione, mediante la formula

Ricordiamo che nel vuoto avremmo avuto

Nell'esempio visto per il calibro 8x57 avremmo quindi t = 18,7 secondi.

La caduta libera del proiettile nell'aria richiede un esame più approfondito.


Esso cadendo acquista un modo accelerato, frenato dalla crescente resistenza
dell'aria. Ad un certo punto si verificherà però che la forza ritardatrice della
resistenza dell'aria eguaglia la forza di gravità; da quel momento le due forze
si equilibrano e il moto diventa uniforme, la velocità diviene costante. È per
questo motivo che un chicco di grandine di media grandezza non giunge a
terra con una velocità pericolosa, ma a circa 50 ms. Un paracadute, che ha
un'ampia superficie, rallenta la velocità di caduta del paracadutista fino a circa
6 ms; ma anche il paracadutista che scende in caduta libera raggiunge, dopo
circa 300-400 metri, la velocità massima (cosiddetta velocità limite), che è di
circa 50 ms.
Ciò avviene anche per i proiettili e le bombe d'aereo.

Posto che la ritardazione è data da

Ritardazione = (Resistenza x Gravità) / Peso

e che l'accelerazione di gravità è pari a 9,81 m/sec², la situazione di equilibrio


sarà data quando

e cioè quando R = P

La resistenza R è espressa dalla formula R = Cb·f(v) e perciò si tratterà


semplicemente di trovare per quali valori di v si ha Cb·f(v) = P in relazione a
un dato proiettile.
Facciamo un esempio pratico.
Sai il proiettile 8x57 e sia P= 0,0128 kg e il coeff. di forma i = 0,65. Il
coefficiente balistico sarà dato da
da cui 0,326·f(v) = 0,0128 = R
e quindi f(v) = 0,0128/0,326 = 0,039
Dalle tavole di Sängewald si legge che f(v) 0,039 corrisponde a 180 ms, che è
la velocità limite del proiettile in esame.

Per un proiettile 9 para si otterrebbe un valore di 96 ms


Ovviamente la velocità limite non potrà mai essere superiore alla velocità che
il proiettile avrebbe acquistato nel vuoto secondo la formula

Il calcolo è valido per proiettili di piccolo calibro che non raggiungono altezze
rilevanti, così da poter considerare costante la densità dell'atmosfera
attraversata. Esso è valido inoltre solo nel caso che il proiettile ricada con la
punta in avanti.
Se si dispone del coefficiente auerodimamico la formula diventa

in cui q = densità sezionale, kg/mq; ? = densità dell'aria


Se invece ricade senza capovolgersi, con il fondello verso il basso, aumenta
notevolmente il fattore di forma. Un proiettile cal. 9 para, ad esempio, avrebbe
un fattore di forma di 2,30 invece che di 1,2 e la sua velocità limite sarebbe di
circa 70 ms. Le esperienze compiute hanno dimostrato che il proiettile
ricadente, se non riesca a capovolgersi per effetto di una certa angolazione del
tiro rispetto alla perpendicolare o per effetto del vento, ricade con la base
verso il suolo e roteando vorticosamente con un tipico ronzio, così che viene
ad avere un fattore di forma pari a 7,5 e una velocità limite non superiore a 40
ms.
In base ai dati teorici e sperimentali si può concludere che il proiettile sparato
verticalmente e non capovoltosi (il che però richiede una traiettoria quasi
perfettamente verticale) ricade con una velocità bassa, non idonea a ledere la
persona. Il proiettile che al vertice della traiettoria segue la normale curvatura
di questa e ricade con la punta in avanti acquista invece una velocità superiore
a 100 ms e può essere pericoloso; un proiettile cal 9 para, ad esempio, come
detto nell'apposito capitolo di balistica terminale, alla velocità di 100 ms può
perforare la cute e produrre ferite superficiali. Un proiettile appuntito per
fucile militare può perforare la cute e almeno 40 cm di tessuto molle o un cm
di osso!
Il proiettile di fucile sparato verticalmente, se non spostato dal vento, ricade
entro un raggio di 10 metri dal tiratore; ma il vento può spostarlo anche di 200
metri.
È quindi molto pericoloso sparare in aria con proiettili appuntiti.

Vediamo ora il tempo totale di volo di un proiettile sparato verticalmente.

Abbiamo già visto che il tempo di salita può essere calcolato con la formula

Per calcolare poi il tempo di caduta con una certa approssimazione,


supponiamo che il primo tratto del percorso venga compiuto nel vuoto, stante
la limitata resistenza iniziale dell'aria e che sia quindi (Vl = velocità limite):

e che quindi il tempo impiegato a percorre il tratto sia dato da

Il resto della traiettoria (h - h1) verrà invece percorso a velocità costante e


quindi nel tempo

Esempio: Sia un proiettile cal. 9 para in cui V = 330 ms, P = 8,5 gr, Vl= 70 ms
(cade capovolto), da cui y/max = 1143 m e tempo di salita 12,5 secondi.

E quindi, con le formule viste

Esperimenti compiuti con il proiettile 8x57 appuntito e sparato capovolto, in


modo da avere la sicurezza che ricadesse con la punta in avanti, hanno
stabilito un tempo totale di 31". Lo stesso proiettile, sparato normalmente e in
modo perfettamente verticale, impiegò invece ben 74" a ricadere; questo
risultato si ottiene supponendo che nella fase di caduta esso avesse un
coefficiente di forma pari a 7,5

Bombe di aereo

La caduta di una bomba da un 'aereo è soggetta alle stesse leggi che regolano
la traiettoria di un proiettile.
Nel vuoto la bomba continua a viaggiare con la stessa velocità dell'aereo e si
trova quindi sempre perpendicolarmente sotto di esso.
Le formule per la caduta nel vuoto sono facilmente calcolabili.
Se l'aereo viaggia alla velocità Va e con l'angolo theta rispetto all'orizzonte le
equazioni del movimento saranno

da cui l'equazione della traiettoria

Questa formula si distingue da quella vista per i proiettile per il fatto che il
movimento dovuto alla forza di gravità si aggiunge sempre al restante
movimento.
Da questa formula si ricava la distanza di lancio in base all'altezza y

Quindi la bomba cadrà tanto più lontano quanto più grandi sono la velocità
dell'aereo e la sua altezza e quanto più piccolo è l'angolo di picchiata.
Il tempo di caduta si ricava dalla formula

Se l'aereo procede in orizzontale e quindi theta = 0, si avrà


Nell'atmosfera il movimento orizzontale della bomba verrà frenato dalla
resistenza dell'aria e la bomba resterà indietro rispetto all'aereo. La distanza di
lancio X sarà anch'essa ridotta rispetto a quella Xo nel vuoto. La bomba poi
cadrà più lentamente per effetto della resistenza dell'aria e quindi impiegherà
maggior tempo a raggiungere il suolo con la conseguenza che l'aereo, il quale
viaggia a velocità costante, verrà a trovarsi ancora

più avanti rispetto alla perpendicolare al punto di caduta (cioè nel punto F1
invece che nel punto Fo) e anche l'angolo di impatto sarà maggiore. La
velocità finale di caduta dipenderà dalla forma della bomba, oltre che
dall'altezza di caduta.

Si tenga presente che i valori della velocità di caduta differiscono in misura alquanto
modesta da quelli nel vuoto. Ecco alcuni dati sperimentali in base all'altezza di lancio.
Altitudine m. 250 Kg cal. 15,5 500 Kg cal.21 Nel vuoto

3000 232 234 243

4000 264 267 280

5000 288 292 314

6000 307 314 344

7000 324 335 371

In base poi alla forma e al peso si avrà per ogni bomba una velocità limite di
caduta insuperabile. Ad esempio per una bomba da 45 kg la velocità limite è
di 274 ms mentre per una bomba da 900 kg si arriva fino a 518 ms

Il tratto Xr di cui la bomba rimane indietro rispetto all'aereo dicesi distanza di


arretramento e l'angolo sotto cui il punto d'impatto B1 viene visto dall'aereo
dicesi angolo di arretramento (non sono sicuro che sia il termine usato in
aviazione!) che in pratica può essere ritenuto non variare con il variare
dell'altitudine.
La bomba dovrà essere lanciata quando l'aereo si trova alla distanza
orizzontale X dal bersaglio; in quel momento lo vedrà sotto l'angolo epsilon
(angolo di ingaggio del bersaglio).
Per tale tiro valgono le formule

in cui T è naturalmente il tempo di caduta nell'atmosfera. L'angolo epsilon


viene quindi calcolato in base alla velocità dell'aereo, all'altitudine, al tempo
di caduta e all'angolo di arretramento e ai fattori di disturbo (caratteristiche
dell'atmosfera, vento, ecc.).
Vediamo un esempio di calcolo.
Sia H= 4000 metri, T= 31,7" (nel vuoto 28,6") e la velocità dell'aereo Va= 50
ms
I dati sperimentali della bomba ci dicono che in tali condizioni lo spazio di
arretramento Xr è pari a 212 metri e quindi l'angolo di arretramento sarà dato
da

da cui si calcola la distanza di lancio

X= Va ·T - Xr = 50 · 31,7 - 212 = 1373 m.

Vale a dire che la bomba dovrà essere lanciata quando l'aereo è a 1373 metri
dal bersaglio, in orizzontale.
L'angolo di ingaggio sarà dato da

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LE TAVOLE Dl RITARDAZIONE
Tavola di Lovry G1

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La complessità dei calcoli balistici ha indotto molti Autori a predisporre dei


prontuari "di calcoli fatti" da cui, noti alcuni dati fondamentali (velocità,
coefficiente balistico), con semplici calcoli aritmetici, si può risalire ai valori
della proiettile . Tra queste tavole, particolarmente utili per il traiettoria delle
armi leggere sono quelle dette "di ritardazione" in cui, partendo da una
determinata legge di un proiettile standard, viene indicato lo spazio percorso
dal proiettile per passare da una velocità ad una velocità inferiore ed il tempo
impiegato a percorrere tale spazio. A questi dati possono aggiungersene altri,
ad esempio per calcolare l'angolo di proiezione riferito ad una determinata
gittata. Una volta trovati i valori standard, essi sono facilmente rapportabili ad
un determinato proiettile, mediante l'introduzione del coefficiente balistico del
proiettile stesso.
La tavola di ritardazione di cui ora spiegheremo l'uso è stata appositamente
studiata per conto della Winchester; essa, nel 1947, compì una lunga serie di
esperienze per determinare la legge di resistenza dei vari tipi di proiettili usati
nelle armi leggere e sulla base di esse E. D. LOWRY ha pubblicato nel 1965
una serie di tavole di dati calcolati con l'elaboratore elettronico.

Le tavole sono naturalmente calcolate per essere usate con misure


anglosassoni, ma in effetti l'unico dato non appartenente al sistema decimale
da utilizzare é quello relativo alla velocità del proiettile che dovrà essere
espresso sempre in piedi al secondo ( si ricorda che il fattore di conversione da
metri a piedi è eguale a 3,2808).
Le tavole del Lowry, basate sul metodo di calcolo della traiettoria in un unico
arco del Siacci, consentono di ottenere un'ottima precisione per traiettorie fino
a 1.000 metri e angolo di proiezione inferiore a 5°; una precisione sufficiente
per gli usi pratici può però ottenersi anche per angoli di proiezione fino a 10°
e gittate di 4.000-5.000 metri.
Sebbene le tavole del Lowry siano state studiate per armi leggere, nulla
impedisce di usarle anche per proiettili di maggior calibro con una opportuna
scelta del coefficiente balistico.
La precisione dei risultati ottenibili con le tavole di ritardazione dipende
fondamentalmente dalla accurata scelta del coefficiente balistico del proiettile
o, per meglio dire, del coefficiente di forma "i" che rappresenta l'incognita
nella formula del coefficiente balistico. Se di un determinato proiettile è nota
la perdita di velocità nel percorrere un determinato tratto, il coefficiente di
forma può essere ricavato agevolmente dalle stesse tavole di ritardazione;
altrimenti il fattore "i" deve essere dedotto dalla forma del proiettile
Per l'uso delle tavole del Lowry e per proiettili di arma leggera possono
assumersi, in prima approssimazione, i seguenti valori
i = 0,6 per proiettili molto appuntiti;
i = 0, 7 per proiettili moderatamente appuntiti;
i = 0,85 per proiettili moderatamente appuntiti e punta leggermente appiattita;
i = 1 per proiettili moderatamente arrotondati;

In mancanza di meglio può farsi ricorso al coefficiente utilizzabile per le


tavole di Ingall oppure si può cercare di individuare il coefficiente dai dati
balistici noti di un proiettile molto simile.

Il coefficiente balistico da usare con le tavole del Lowry è dato dalla formula
C = Peso / (i · diametro²)
dove il peso è indicato in libbre e il diametro in pollici.
In misure decimali esso sarà dato da
C = Peso-kg / (i · diametro²-cm) · 14,22
In cui il valore 14,22 serve solo per la conversione delle misure.

Usando le misure usuali per i proiettili la formula diventa


C = Peso-gr / (i · d²-mm) · 1,422
Noto C il valore di "i" sarà dato da
i = Peso/(C · diametro²)
ovverosia con misure decimali
i = Peso-gr / ( C · diametro²-cm) · 1,422

Le tavole del Lowry sono tre, per tre differenti tipi di proiettili che
sperimentalmente hanno dimostrato un comportamento aereodinamico troppo
diverso fra di loro per poter essere rappresentato da un'unica curva.

La tavola G1 è quella di più generale applicazione per ogni proiettile di arma


leggera, da caccia o militare, con forma e mantellatura normale.
La tavola GL serve per ogni proiettile a punta di piombo o a punta cava.
La tavola G5 serve per tutti i proiettili con una forma di coda particolarmente
favorevole, quali quelli con base rastremata (Torpedo) o quelli traccianti.

Qui riportiamo la tavola G1, ampliata fino alle velocità iniziale di 1341 ms.
Essa è formata da cinque colonne di dati.

La prima colonna indica le velocità decrescenti di dieci in dieci piedi, ma


espresse in metri al secondo; la seconda colonna indica la stessa velocità in
piedi; la terza colonna indica il valore S da usare dei calcoli e cioè, in piedi, lo
spazio percorso in rapporto alla diminuzione di velocità verificatasi. La quarta
colonna indica la differenza tra due valori contigui di S al fine dei calcoli di
interpolazione; la quinta colonna indica infine in secondi il tempo impiegato a
percorrere lo spazio indicato dalla colonna S.

Problemi risolvibili
Vediamo ora quali siano i problemi risolvibili mediante l' aiuto delle tavole di
ritardazione.

I)
Trovare il coefficiente balistico di un proiettile, nota la perdita di velocità
subita nel percorrere un determinato tragitto.

Chiamato X il tratto percorso dal proiettile, Sc il valore tabulare relativo alla


velocità all'inizio del tratto e So il valore di S relativo alla velocità finale, il
coefficiente balistico C sarà dato da

C = X/(Sc - So)
Esempio: Trovare il coeff. bal. del proiettile cal. 7x64 HMK sapendo che
Vo = 850 m/s    V150 = 725 ms    X= 150

Le velocità sono già tabulate per valori di circa 3 metri in 3 metri (cioè 10
piedi) e non vale assolutamente la pena di interpolare i valori; perciò si
prenderà il valore più prossimo a 850 e cioè 850,392 che può tranquillamente
essere utilizzato senza interpolazione e nella colonna S leggiamo il
corrispondente valore di 4331. In corrispondenza alla velocità di 725 m/s
troviamo un valore di S pari a 5721.
E quindi, trasformando i 150 metri in piedi

C= 150 . 3,2808/(5721-4331) = 0,354


Noto il coefficiente balistico, si può trovare il valore "i" con la formula
indicata in precedenza.
Il peso del proiettile 7x64 è di gr. 11,2
Esempio:

Si ricorda che il valore di "i" varia leggermente con il variare della velocità e
che perciò il valore del coefficiente balistico va calcolato in relazione ad un
tratto piuttosto breve e per velocità prossime a quelle su cui si baseranno i
calcoli successivi (ad esempio se il calcolo precedente fosse stato eseguito per
X=300 m. si sarebbe ottenuto i = 0,88 (Cb=0,3688) e il calcolo mediante le
tavole, di V 150 avrebbe dato 730 m/sec. con un errore di 5 ms).

II)
Trovare la velocità residua dopo che il proiettile ha percorso la distanza X,
noti la velocità all'inizio del tratto e il coefficiente balistico. Usando gli stessi
simboli impiegati nel problema I), la formula sarà

Sc = S+ (X/C)
Esempio:
Vo = 850 ms    X= 300 m.    C= 0,3688

I1 valore di S corrispondente a Vo è eguale a 4331

I1 valore di S alla distanza di 300 metri sarà dato da

In corrispondenza di questo valore di S si trova che la velocità sarà di 620 ms,


come indicato nelle tavole della casa produttrice.

III)
Trovare il tempo di volo t noti il coefficiente balistico, la velocità iniziale e lo
spazio percorso.

ln primo luogo occorre trovare la velocità residua Vc come mostrato al punto


II); noti quindi Vo e Vc si leggono dalle tavole i corrispondenti valori di To e
di Tc; il tempo di volo sarà dato da
t= C . (Tc - To)
Sia da trovare il tempo di volo impiegato a percorrere 300 metri dal proiettile
di cui ai problemi I) e II)

Vo = 850 ms    X = 300 m    C = 0,3688

Il valore di T corrispondente alla velocità di 850 ms è pari a 1,2412


Il valore di T corrispondente alla velocità di 620 ms è pari a 2,36
T= 0,3688 (2,36 - 1,2412) = 0,412 secondi
La casa produttrice indica il valore di 0,411 secondi.

Dai tempi di volo si può quindi calcolare direttamente il coefficiente balistico,


senza prima risalire alle velocità Vo e Vc

IV)
Trovare la velocità iniziale noti il coefficiente balistico e la velocità finale al
termine del percorso X

Il valore di So sarà dato dalla formula

So= Sc - (X/C)
E il valore di V relativo a So ci darà la velocità iniziale ricercata.

Ad esempio, usando i dati già noti

A cui sappiamo corrispondere la velocità di 850 ms

V)
Trovare la gittata noti la velocità iniziale, la velocità finale, l'angolo di
proiezione e il coefficiente balistico.

La soluzione è data dalla formula

X= C . cos . (Sc - So)

La formula indicata può servire in via molto approssimativa a calcolare la


gittata massima di un proiettile per arma leggera se si conosce la velocità di
caduta in quanto, come abbiamo visto nell'apposito capitolo, già con angoli di
proiezione inferiori a 5° si raggiungono gittate che poco si discostano da
quella massima.

Correzioni per adattare le tavole alle effettive condizioni atmosferiche.


Nel sistema di calcolo adottato e relativo a condizioni standard di 15°
centigradi, 750 mm. di pressione e 78% di umidità relativa (kg. 1, 203 per
mc.), le diverse condizioni atmosferiche modificano esclusivamente il
coefficiente balistico.

Sarà quindi sufficiente, in tutte le formule precedenti, moltiplicare C per il


fattore di correzione indicato nella tabella allegata

Esempio:
Sia da calcolare una traiettoria alla pressione atmosferica di 730 mm. ed alla
temperatura di 20 gradi.
In corrispondenza ai due valori si legge nella tabella il fattore di correzione
0,956.
Se il coefficiente balistico C in condizioni standard era C=0,533 il coefficiente
balistico corretto sarà dato da

0,553 x 0,956 = 0,528

Altre tavole di ritardazione

Altre tavole di ritardazione molto citate ed usate, sono quelle del Col. James
M. Ingalls pubblicate all'inizio del secolo in una circolare dell'esercito
americano. Esse erano basate sugli esperimenti compiuti all'epoca in
Germania ed in Francia con proiettili di artiglieria, ma si prestano bene anche
per il calcolo della traiettoria di proiettili per armi leggere.

Per il calcolo del coefficiente di forma ci si può servire della tavola di Bugles
e Coxe (vedi pagina dedicata al coefficiente di forma).

L'uso delle tavole di Ingalls è del tutto identico a quello indicato per le tavole
del Lowry.

Interpolazione

I dati tabulati sono relativi a variazioni di velocità di 10 piedi in 10 piedi al


secondo fino a 1200 f/s; di piede in piede fino a 120 f/s. Se si deve eseguire un
calcolo relativo ad una velocità intermedia occorre far ricorso alla cosiddetta
interpolazione che non è altro che una semplice proporzione.

Si prendano ad esempio i dati del problema II)

Vo = 850 ms    X= 300 m.    C= 0,3688

Dalla tavola leggiamo


V S D
850,392 (m) 4331,0 (p)
847,344 (n) 4363,4 (q) 32,4

La differenza tra i valori delle velocità m ed n è d = 3,048

La differenza tra 850 e 847,344 è e = 2,656


Se assegniamo ai valori le lettere indicate di fianco ad esse avremo che

E quindi S= 4363,4 - (32,4 . 2,656)/3,048 =4335,17

Questo valore, inserito nella soluzione del problema II dà un risultato di S =


7004 con una differenza trascurabile rispetto al valore trovato in precedenza.

Si tenga presente che spesso i valori di velocità alle varie distanze dalla bocca
dell'arma indicati dalla case produttrici, non sono valori misurati, ma valori
calcolati con le tavole di ritardazione così che se si cerca di fare dei calcoli su
tali dati, ci si ritrova nella classica situazione del cane che si morde la coda!

ALLEGATI

Tavola G1 di Lovry
Vel ms V.f/s S D T
1341,12 4400 0 22,2 0
1338,072 4390 22,2 22,2 0,0051
1335,024 4380 44,4 22,2 0,0101
1331,976 4370 66,6 22,3 0,0152
1328,928 4360 88,9 22,4 0,0203
1325,88 4350 111,3 22,4 0,0254
1322,832 4340 133,7 22,5 0,0306
1319,784 4330 156,2 22,5 0,0358
1316,736 4320 178,7 22,6 0,041
1313,688 4310 201,3 22,6 0,0462
1310,64 4300 223,9 22,6 0,0515
1307,592 4290 246,5 22,7 0,0567
1304,544 4280 269,2 22,8 0,062
1301,496 4270 292 22,8 0,0674
1298,448 4260 314,8 22,9 0,0727
1295,4 4250 337,7 22,9 0,0781
1292,352 4240 360,6 23 0,0835
1289,304 4230 383,6 23 0,0889
1286,256 4220 406,6 23,1 0,0944
1283,208 4210 429,7 23,1 0,0999
1280,16 4200 452,8 23,2 0,1053
1277,112 4190 476 23,2 0,1109
1274,064 4180 499,2 23,3 0,1164
1271,016 4170 522,5 23,3 0,122
1267,968 4160 545,8 23,4 0,1276
1264,92 4150 569,2 23,5 0,1332
1261,872 4140 592,7 23,5 0,1389
1258,824 4130 616,2 23,5 0,1446
1255,776 4120 639,7 23,6 0,1503
1252,728 4110 663,3 23,7 0,156
1249,68 4100 687 23,7 0,1618
1246,632 4090 710,7 23,8 0,1676
1243,584 4080 734,5 23,8 0,1734
1240,536 4070 758,3 23,9 0,1792
1237,488 4060 782,2 23,9 0,1851
1234,44 4050 806,1 24 0,191
1231,392 4040 830,1 24 0,197
1228,344 4030 854,1 24,1 0,2029
1225,296 4020 878,2 24,2 0,2089
1222,248 4010 902,4 24,2 0,2149
1219,2 4000 926,6 24,3 0,221
1216,152 3990 950,9 24,3 0,227
1213,104 3980 975,2 24,4 0,2331
1210,056 3970 999,6 24,4 0,2393
1207,008 3960 1024 24,5 0,2454
1203,96 3950 1048,5 24,6 0,2516
1200,912 3940 1073,1 24,6 0,2579
1197,864 3930 1097,7 24,6 0,2641
1194,816 3920 1122,3 24,8 0,2704
1191,768 3910 1147,1 24,7 0,2767
1188,72 3900 1171,8 24,9 0,283
1185,672 3890 1196,7 24,9 0,2894
1182,624 3880 1221,6 24,9 0,2958
1179,576 3870 1246,6 25 0,3023
1176,528 3860 1271,6 25 0,3087
1173,48 3850 1296,7 25,1 0,3152
1170,432 3840 1321,8 25,1 0,3218
1167,384 3830 1347 25,2 0,3283
1164,336 3820 1372,3 25,3 0,3349
1161,288 3810 1397,6 25,3 0,3415
1158,24 3800 1423 25,4 0,3482
1155,192 3790 1448,4 25,4 0,3549
1152,144 3780 1473,9 25,5 0,3616
1149,096 3770 1499,5 25,6 0,3683
1146,048 3760 1525,1 25,6 0,3751
1143 3750 1550,8 25,7 0,3819
1139,952 3740 1576,5 25,7 0,3888
1136,904 3730 1602,3 25,8 0,3957
1133,856 3720 1628,2 25,9 0,4026
1130,808 3710 1654,2 26 0,4096
1127,76 3700 1680,2 26 0,4166
1124,712 3690 1706,2 26 0,4236
1121,664 3680 1732,4 26,2 0,4307
1118,616 3670 1758,6 26,2 0,4378
1115,568 3660 1784,8 26,2 0,445
1112,52 3650 1811,1 26,3 0,4521
1109,472 3640 1837,5 26,4 0,4594
1106,424 3630 1864 26,5 0,4666
1103,376 3620 1890,5 26,5 0,4739
1100,328 3610 1917,1 26,6 0,4813
1097,28 3600 1943,7 26,6 0,4886
1094,232 3590 1970,4 26,7 0,496
1091,184 3580 1997,2 26,8 0,5035
1088,136 3570 2024 26,8 0,511
1085,088 3560 2051 27 0,5185
1082,04 3550 2077,9 26,9 0,5261
1078,992 3540 2105 27,1 0,5337
1075,944 3530 2132,1 27,1 0,5414
1072,896 3520 2159,3 27,2 0,5491
1069,848 3510 2186,5 27,2 0,5568
1066,8 3500 2213,8 27,3 0,5646
1063,752 3490 2241,2 27,4 0,5724
1060,704 3480 2268,7 27,5 0,5802
1057,656 3470 2296,2 27,5 0,5881
1054,608 3460 2323,8 27,6 0,5961
1051,56 3450 2351,4 27,6 0,6041
1048,512 3440 2379,1 27,7 0,6121
1045,464 3430 2406,9 27,8 0,6201
1042,416 3420 2434,8 27,9 0,6283
1039,368 3410 2462,7 27,9 0,6364
1036,32 3400 2490,7 28 0,6446
1033,272 3390 2518,7 28 0,6529
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1024,128 3360 2603,3 28,2 0,6779
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758,952 2490 5335,7 34,6 1,6216
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746,76 2450 5474,9 34,9 1,6779
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606,552 1990 7175,6 39,3 2,4477
603,504 1980 7214,9 39,5 2,4675
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585,216 1920 7453,7 40,2 2,59
582,168 1910 7493,9 40,4 2,611
579,12 1900 7534,3 40,5 2,6322
576,072 1890 7574,8 40,6 2,6536
573,024 1880 7615,4 40,8 2,6751
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566,928 1860 7697,1 41,1 2,7188
563,88 1850 7738,2 41,2 2,741
560,832 1840 7779,4 41,4 2,7633
557,784 1830 7820,8 41,5 2,7859
554,736 1820 7862,3 41,7 2,8086
551,688 1810 7904 41,8 2,8316
548,64 1800 7945,8 42 2,8548
545,592 1790 7987,8 42,2 2,8782
542,544 1780 8030 42,3 2,9018
539,496 1770 8072,3 42,6 2,9257
536,448 1760 8114,9 42,7 2,9498
533,4 1750 8157,6 42,9 2,9741
530,352 1740 8200,5 43,1 2,9987
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521,208 1710 8330,3 43,7 3,074
518,16 1700 8374 43,9 3,0996
515,112 1690 8417,9 44,1 3,1255
512,064 1680 8462 44,3 3,1517
509,016 1670 8506,3 44,6 3,1781
505,968 1660 8550,9 44,7 3,2049
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490,728 1610 8777,1 45,9 3,3433
487,68 1600 8823 46,3 3,3719
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478,536 1570 8962,6 47 3,46
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472,44 1550 9057 47,7 3,5205
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466,344 1530 9152,6 48,4 3,5826
463,296 1520 9201 48,6 3,6144
460,248 1510 9249,6 49 3,6465
457,2 1500 9298,6 49,4 3,679
454,152 1490 9348 49,8 3,7121
451,104 1480 9397,8 50,1 3,7456
448,056 1470 9447,9 50,5 3,7796
445,008 1460 9498,4 51 3,8141
441,96 1450 9549,4 51,4 3,8491
438,912 1440 9600,8 51,8 3,8847
435,864 1430 9652,6 52,3 3,9208
432,816 1420 9704,9 52,7 3,9575
429,768 1410 9757,6 53,3 3,9947
426,72 1400 9810,9 53,7 4,0327
423,672 1390 9864,6 54,3 4,0712
420,624 1380 9918,9 54,8 4,1104
417,576 1370 9973,7 55,4 4,1503
414,528 1360 10029,1 56 4,1909
411,48 1350 10085,1 56,7 4,2322
408,432 1340 10141,8 57,4 4,2744
405,384 1330 10199,2 58,1 4,3174
402,336 1320 10257,3 58,9 4,3612
399,288 1310 10316,2 59,7 4,406
396,24 1300 10375,9 60,6 4,4518
393,192 1290 10436,5 61,5 4,4986
390,144 1280 10498 62,4 4,5464
387,096 1270 10560,4 63,6 4,5954
384,048 1260 10624 64,6 4,6457
381 1250 10688,6 65,8 4,6972
377,952 1240 10754,4 67 4,75
374,904 1230 10821,4 68,4 4,8043
371,856 1220 10889,8 69,8 4,8601
368,808 1210 10959,6 71,3 4,9176
365,76 1200 11030,9 7,2 4,9768
365,4552 1199 11038,1 7,2 4,9828
365,1504 1198 11045,3 7,3 4,9888
364,8456 1197 11052,6 7,3 4,9949
364,5408 1196 11059,9 7,3 5,001
364,236 1195 11067,2 7,3 5,0071
363,9312 1194 11074,5 7,3 5,0132
363,6264 1193 11081,8 7,4 5,0193
363,3216 1192 11089,2 7,4 5,0255
363,0168 1191 11096,6 7,4 5,0317
362,712 1190 11104 7,4 5,0379
362,4072 1189 11111,4 7,4 5,0442
362,1024 1188 11118,8 7,5 5,0504
361,7976 1187 11126,3 7,5 5,0567
361,4928 1186 11133,8 7,5 5,063
361,188 1185 11141,3 7,5 5,0694
360,8832 1184 11148,8 7,5 5,0757
360,5784 1183 11156,3 7,6 5,082
360,2736 1182 11163,9 7,6 5,0885
359,9688 1181 11171,5 7,6 5,0949
359,664 1180 11179,1 7,6 5,1013
359,3592 1179 11186,7 7,7 5,1078
359,0544 1178 11194,4 7,6 5,1143
358,7496 1177 11202 7,7 5,1208
358,4448 1176 11209,7 7,8 5,1273
358,14 1175 11217,5 7,7 5,1339
357,8352 1174 11225,2 7,8 5,1405
357,5304 1173 11233 7,7 5,1471
357,2256 1172 11240,7 7,8 5,1537
356,9208 1171 11248,5 7,9 5,1604
356,616 1170 11256,4 7,8 5,1671
356,3112 1169 11264,2 7,9 5,1738
356,0064 1168 11272,1 7,9 5,1805
355,7016 1167 11280 7,9 5,1873
355,3968 1166 11287,9 7,9 5,1941
355,092 1165 11295,8 8 5,2009
354,7872 1164 11303,8 8 5,2077
354,4824 1163 11311,8 8 5,2146
354,1776 1162 11319,8 8 5,2215
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353,568 1160 11335,9 8,1 5,2354
353,2632 1159 11344 8,1 5,2423
352,9584 1158 11352,1 8,1 5,2493
352,6536 1157 11360,2 8,2 5,2563
352,3488 1156 11368,4 8,1 5,2634
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349,9104 1148 11434,5 8,3 5,3208
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345,3384 1133 11562,9 8,7 5,4334
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343,2048 1126 11624,9 8,9 5,4883
342,9 1125 11633,8 9 5,4962
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342,2904 1123 11651,9 9 5,5123
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334,3656 1097 11897,5 9,8 5,7336
334,0608 1096 11907,3 10 5,7426
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333,4512 1094 11927,2 10 5,7607
333,1464 1093 11937,2 10 5,7699
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332,5368 1091 11957,3 10,1 5,7883
332,232 1090 11967,4 10,1 5,7975
331,9272 1089 11977,5 10,2 5,8068
331,6224 1088 11987,7 10,2 5,8162
331,3176 1087 11997,9 10,2 5,8256
331,0128 1086 12008,1 10,3 5,835
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317,6016 1042 12498,9 12,2 6,2966
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315,1632 1034 12597,8 12,5 6,3919
314,8584 1033 12610,3 12,7 6,404
314,5536 1032 12623 12,7 6,4163
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313,6392 1029 12661,2 12,9 6,4533
313,3344 1028 12674,1 12,9 6,4659
313,0296 1027 12687 13 6,4784
312,7248 1026 12700 13 6,4911
312,42 1025 12713 13,1 6,5038
312,1152 1024 12726,1 13,2 6,5166
311,8104 1023 12739,3 13,2 6,5294
311,5056 1022 12752,5 13,3 6,5424
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310,5912 1019 12792,5 13,4 6,5816
310,2864 1018 12805,9 13,5 6,5947
309,9816 1017 12819,4 13,6 6,608
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309,372 1015 12846,6 13,7 6,6348
309,0672 1014 12860,3 13,8 6,6483
308,7624 1013 12874,1 13,8 6,6619
308,4576 1012 12887,9 13,9 6,6755
308,1528 1011 12901,8 13,9 6,6892
307,848 1010 12915,7 14 6,703
307,5432 1009 12929,7 14,1 6,7169
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306,9336 1007 12958 14,2 6,7449
306,6288 1006 12972,2 14,3 6,7591
306,324 1005 12986,5 14,3 6,7733
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305,4096 1002 13029,7 14,6 6,8163
305,1048 1001 13044,3 14,6 6,8309
304,8 1000 13058,9 14,7 6,8455
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304,1904 998 13088,3 14,8 6,8749
303,8856 997 13103,1 14,9 6,8898
303,5808 996 13118 14,9 6,9047
303,276 995 13132,9 15 6,9197
302,9712 994 13147,9 15 6,9348
302,6664 993 13162,9 15,1 6,9499
302,3616 992 13178 15,1 6,9651
302,0568 991 13193,1 15,2 6,9803
301,752 990 13208,3 15,3 6,9957
301,4472 989 13223,6 15,3 7,0111
301,1424 988 13238,9 15,4 7,0266
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300,5328 986 13269,7 15,5 7,0578
300,228 985 13285,2 15,5 7,0735
299,9232 984 13300,7 15,6 7,0893
299,6184 983 13316,3 15,7 7,1051
299,3136 982 13332 15,7 7,1211
299,0088 981 13347,7 15,8 7,1371
298,704 980 13363,5 15,8 7,1532
298,3992 979 13379,3 15,9 7,1694
298,0944 978 13395,2 16 7,1856
297,7896 977 13411,2 16 7,202
297,4848 976 13427,2 16,1 7,2184
297,18 975 13443,3 16,1 7,2349
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295,9608 971 13508,2 16,4 7,3016
295,656 970 13524,6 16,5 7,3185
295,3512 969 13541,1 16,5 7,3355
295,0464 968 13557,6 16,6 7,3525
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294,4368 966 13590,8 16,7 7,3869
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293,8272 964 13624,2 16,9 7,4215
293,5224 963 13641,1 16,8 7,439
293,2176 962 13657,9 17 7,4565
292,9128 961 13674,9 17 7,4742
292,608 960 13691,9 17,1 7,4919
292,3032 959 13709 17,1 7,5097
291,9984 958 13726,1 17,2 7,5275
291,6936 957 13743,3 17,3 7,5455
291,3888 956 13760,6 17,3 7,5636
291,084 955 13777,9 17,4 7,5817
290,7792 954 13795,3 17,5 7,5999
290,4744 953 13812,8 17,5 7,6183
290,1696 952 13830,3 17,6 7,6366
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288,6456 947 13918,9 17,9 7,7299
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288,036 945 13954,8 18 7,7679
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233,172 765 18302,5 29,9 12,9162
232,8672 764 18332,4 29,9 12,9553
232,5624 763 18362,3 30 12,9945
232,2576 762 18392,3 30,1 13,0338
231,9528 761 18422,4 30,1 13,0734
231,648 760 18452,5 30,2 13,1129
231,3432 759 18482,7 30,3 13,1527
231,0384 758 18513 30,3 13,1926
230,7336 757 18543,3 30,4 13,2326
230,4288 756 18573,7 30,4 13,2728
230,124 755 18604,1 30,5 13,3131
229,8192 754 18634,6 30,6 13,3535
229,5144 753 18665,2 30,6 13,3941
229,2096 752 18695,8 30,7 13,4348
228,9048 751 18726,5 30,8 13,4756
228,6 750 18757,3 30,8 13,5167
228,2952 749 18788,1 30,9 13,5578
227,9904 748 18819 30,9 13,599
227,6856 747 18849,9 31,1 13,6404
227,3808 746 18881 31 13,682
227,076 745 18912 31,2 13,7236
226,7712 744 18943,2 31,2 13,7655
226,4664 743 18974,4 31,3 13,8075
226,1616 742 19005,7 31,3 13,8497
225,8568 741 19037 31,4 13,8919
225,552 740 19068,4 31,5 13,9343
225,2472 739 19099,9 31,5 13,9769
224,9424 738 19131,4 31,6 14,0195
224,6376 737 19163 31,6 14,0624
224,3328 736 19194,6 31,7 14,1053
224,028 735 19226,3 31,8 14,1484
223,7232 734 19258,1 31,9 14,1917
223,4184 733 19290 31,9 14,2352
223,1136 732 19321,9 32 14,2787
222,8088 731 19353,9 32 14,3225
222,504 730 19385,9 32,1 14,3663
222,1992 729 19418 32,2 14,4103
221,8944 728 19450,2 32,2 14,4545
221,5896 727 19482,4 32,3 14,4988
221,2848 726 19514,7 32,4 14,5432
220,98 725 19547,1 32,4 14,5879
220,6752 724 19579,5 32,5 14,6326
220,3704 723 19612 32,6 14,6775
220,0656 722 19644,6 32,6 14,7226
219,7608 721 19677,2 32,7 14,7678
219,456 720 19709,9 32,7 14,8132
219,1512 719 19742,6 32,8 14,8587
218,8464 718 19775,4 32,9 14,9043
218,5416 717 19808,3 33 14,9502
218,2368 716 19841,3 33 14,9962
217,932 715 19874,3 33 15,0423
217,6272 714 19907,3 33,2 15,0885
217,3224 713 19940,5 33,2 15,1351
217,0176 712 19973,7 33,2 15,1817
216,7128 711 20006,9 33,4 15,2283
216,408 710 20040,3 33,4 15,2753
216,1032 709 20073,7 33,4 15,3224
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215,4936 707 20140,7 33,6 15,4171
215,1888 706 20174,3 33,6 15,4646
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214,5792 704 20241,6 33,8 15,5601
214,2744 703 20275,4 33,9 15,6081
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213,0552 699 20411,2 34,1 15,8019
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212,4456 697 20479,5 34,3 15,8997
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210,0072 689 20755,2 34,8 16,2976
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203,6064 668 21498,7 36,1 17,3936
203,3016 667 21534,8 36,2 17,4477
202,9968 666 21571 36,2 17,502
202,692 665 21607,2 36,3 17,5564
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202,0824 663 21679,8 36,5 17,6657
201,7776 662 21716,3 36,5 17,7208
201,4728 661 21752,8 36,5 17,776
201,168 660 21789,3 36,6 17,8313
200,8632 659 21825,9 36,7 17,8868
200,5584 658 21862,6 36,7 17,9425
200,2536 657 21899,3 36,8 17,9983
199,9488 656 21936,1 36,9 18,0544
199,644 655 21973 36,9 18,1107
199,3392 654 22009,9 37 18,1671
199,0344 653 22046,9 37,1 18,2237
198,7296 652 22084 37,1 18,2805
198,4248 651 22121,1 37,2 18,3375
198,12 650 22158,3 37,2 18,3947
197,8152 649 22195,5 37,3 18,452
197,5104 648 22232,8 37,4 18,5095
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196,9008 646 22307,6 37,5 18,6251
196,596 645 22345,1 37,5 18,6832
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195,6816 642 22457,9 37,8 18,8585
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195,072 640 22533,5 37,8 18,9764
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194,4624 638 22609,2 38 19,0949
194,1576 637 22647,2 38 19,1545
193,8528 636 22685,2 38,1 19,2142
193,548 635 22723,3 38,2 19,2742
193,2432 634 22761,5 38,2 19,3344
192,9384 633 22799,7 38,3 19,3947
192,6336 632 22838 38,4 19,4552
192,3288 631 22876,4 38,4 19,516
192,024 630 22914,8 38,4 19,577
191,7192 629 22953,2 38,6 19,638
191,4144 628 22991,8 38,5 19,6994
191,1096 627 23030,3 38,7 19,7607
190,8048 626 23069 38,7 19,8225
190,5 625 23107,7 38,7 19,8844
190,1952 624 23146,4 38,9 19,9463
189,8904 623 23185,3 38,8 20,0087
189,5856 622 23224,1 39 20,0711
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188,976 620 23302,1 39 20,1967
188,6712 619 23341,1 39,1 20,2596
188,3664 618 23380,2 39,2 20,3229
188,0616 617 23419,4 39,2 20,3863
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180,7464 593 24376,7 40,6 21,9691
180,4416 592 24417,3 40,7 22,0376
180,1368 591 24458 40,7 22,1064
179,832 590 24498,7 40,8 22,1754
179,5272 589 24539,5 40,9 22,2446
179,2224 588 24580,4 40,9 22,3141
178,9176 587 24621,3 41 22,3837
178,6128 586 24662,3 41,1 22,4536
178,308 585 24703,4 41,1 22,5238
178,0032 584 24744,5 41,2 22,5941
177,6984 583 24785,7 41,2 22,6647
177,3936 582 24826,9 41,3 22,7355
177,0888 581 24868,2 41,4 22,8065
176,784 580 24909,6 41,4 22,8778
176,4792 579 24951 41,5 22,9493
176,1744 578 24992,5 41,6 23,021
175,8696 577 25034,1 41,6 23,093
175,5648 576 25075,7 41,7 23,1652
175,26 575 25117,4 41,8 23,2377
174,9552 574 25159,2 41,8 23,3104
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174,3456 572 25242,9 41,9 23,4565
174,0408 571 25284,8 42,1 23,5298
173,736 570 25326,9 42 23,6036
173,4312 569 25368,9 42,2 23,6774
173,1264 568 25411,1 42,2 23,7516
172,8216 567 25453,3 42,3 23,826
172,5168 566 25495,6 42,4 23,9006
172,212 565 25538 42,4 23,9756
171,9072 564 25580,4 42,5 24,0507
171,6024 563 25622,9 42,5 24,1262
171,2976 562 25665,4 42,6 24,2017
170,9928 561 25708 42,7 24,2776
170,688 560 25750,7 42,8 24,3538
170,3832 559 25793,5 42,8 24,4303
170,0784 558 25836,3 42,9 24,5069
169,7736 557 25879,2 42,9 24,5839
169,4688 556 25922,1 43,1 24,661
169,164 555 25965,2 43,1 24,7386
168,8592 554 26008,3 43,1 24,8163
168,5544 553 26051,4 43,3 24,8942
168,2496 552 26094,7 43,3 24,9725
167,9448 551 26138 43,3 25,051
167,64 550 26181,3 43,5 25,1297
167,3352 549 26224,8 43,5 25,2089
167,0304 548 26268,3 43,6 25,2882
166,7256 547 26311,9 43,6 25,3678
166,4208 546 26355,5 43,7 25,4476
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164,8968 541 26574,8 44,1 25,8511
164,592 540 26618,9 44,2 25,9327
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163,6776 537 26751,6 44,4 26,1792
163,3728 536 26796 44,4 26,2619
163,068 535 26840,4 44,5 26,3448
162,7632 534 26884,9 44,6 26,4281
162,4584 533 26929,5 44,7 26,5117
162,1536 532 26974,2 44,7 26,5956
161,8488 531 27018,9 44,8 26,6797
161,544 530 27063,7 44,9 26,7642
161,2392 529 27108,6 44,9 26,849
160,9344 528 27153,5 45,1 26,934
160,6296 527 27198,6 45,1 27,0195
160,3248 526 27243,7 45,2 27,1051
160,02 525 27288,9 45,2 27,1911
159,7152 524 27334,1 45,3 27,2773
159,4104 523 27379,4 45,4 27,3639
159,1056 522 27424,8 45,5 27,4508
158,8008 521 27470,3 45,6 27,538
158,496 520 27515,9 45,6 27,6256
158,1912 519 27561,5 45,7 27,7134
157,8864 518 27607,2 45,8 27,8015
157,5816 517 27653 45,9 27,89
157,2768 516 27698,9 45,9 27,9789
156,972 515 27744,8 46 28,068
156,6672 514 27790,8 46,1 28,1574
156,3624 513 27836,9 46,2 28,2472
156,0576 512 27883,1 46,3 28,3373
155,7528 511 27929,4 46,3 28,4278
155,448 510 27975,7 46,4 28,5185
155,1432 509 28022,1 46,5 28,6096
154,8384 508 28068,6 46,6 28,701
154,5336 507 28115,2 46,6 28,7929
154,2288 506 28161,8 46,7 28,8849
153,924 505 28208,5 46,8 28,9773
153,6192 504 28255,3 46,9 29,07
153,3144 503 28302,2 47 29,1632
153,0096 502 28349,2 47 29,2567
152,7048 501 28396,2 47,2 29,3505
152,4 500 28443,4 47,2 29,4448
152,0952 499 28490,6 47,3 29,5393
151,7904 498 28537,9 47,3 29,6342
151,4856 497 28585,2 47,5 29,7292
151,1808 496 28632,7 47,5 29,8249
150,876 495 28680,2 47,7 29,9208
150,5712 494 28727,9 47,7 30,0172
150,2664 493 28775,6 47,7 30,1139
149,9616 492 28823,3 47,9 30,2108
149,6568 491 28871,2 48 30,3082
149,352 490 28919,2 48 30,4061
149,0472 489 28967,2 48,1 30,5041
148,7424 488 29015,3 48,2 30,6026
148,4376 487 29063,5 48,3 30,7015
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147,828 485 29160,2 48,5 30,9005
147,5232 484 29208,7 48,5 31,0006
147,2184 483 29257,2 48,6 31,1009
146,9136 482 29305,8 48,7 31,2016
146,6088 481 29354,5 48,9 31,3028
146,304 480 29403,4 48,8 31,4045
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145,6944 478 29501,2 49,1 31,6087
145,3896 477 29550,3 49,1 31,7116
145,0848 476 29599,4 49,3 31,8146
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143,256 470 29896,2 49,8 32,4421
142,9512 469 29946 49,8 32,5482
142,6464 468 29995,8 50 32,6545
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140,208 460 30398 50,7 33,5214
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120,0912 394 33958 57,6 41,8895
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118,872 390 34189 58 42,4788
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110,9472 364 35738,9 61,4 46,5932
110,6424 363 35800,3 61,5 46,7621
110,3376 362 35861,8 61,7 46,9317
110,0328 361 35923,5 61,8 47,1024
109,728 360 35985,3 62 47,2739
109,4232 359 36047,3 62,1 47,4463
109,1184 358 36109,4 62,2 47,6196
108,8136 357 36171,6 62,4 47,7936
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107,8992 354 36359,2 62,9 48,3213
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107,2896 352 36485 63,2 48,6777
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106,3752 349 36674,9 63,5 49,2196
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103,9368 341 37187,8 64,8 50,7064
103,632 340 37252,6 64,9 50,8968
103,3272 339 37317,5 65,2 51,0879
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102,7176 337 37448 65,4 51,4741
102,4128 336 37513,4 65,6 51,6684
102,108 335 37579 65,8 51,864
101,8032 334 37644,8 66 52,0607
101,4984 333 37710,8 66,1 52,2586
101,1936 332 37776,9 66,3 52,4574
100,8888 331 37843,2 66,4 52,6574
100,584 330 37909,6 66,6 52,8584
100,2792 329 37976,2 66,8 53,0605
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99,6696 327 38110 67,1 53,4685
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99,06 325 38244,4 67,5 53,8808
98,7552 324 38311,9 67,6 54,0888
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98,1456 322 38447,4 68 54,5083
97,8408 321 38515,4 68,2 54,7198
97,536 320 38583,6 68,3 54,9327
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96,6216 317 38789,2 68,9 55,5782
96,3168 316 38858,1 69,1 55,7959
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92,6592 304 39699,8 71,4 58,5119
92,3544 303 39771,2 71,6 58,7472
92,0496 302 39842,8 71,9 58,9839
91,7448 301 39914,7 72 59,2224
91,44 300 39986,7 72,2 59,462
91,1352 299 40058,9 72,4 59,7031
90,8304 298 40131,3 72,7 59,9457
90,5256 297 40204 72,8 60,1901
90,2208 296 40276,8 73,1 60,4356
89,916 295 40349,9 73,2 60,683
89,6112 294 40423,1 73,5 60,9316
89,3064 293 40496,6 73,7 61,182
89,0016 292 40570,3 73,9 61,434
88,6968 291 40644,2 74,1 61,6876
88,392 290 40718,3 74,4 61,9426
88,0872 289 40792,7 74,6 62,1997
87,7824 288 40867,3 74,7 62,4583
87,4776 287 40942 75,1 62,7181
87,1728 286 41017,1 75,2 62,9803
86,868 285 41092,3 75,5 63,2437
86,5632 284 41167,8 75,7 63,5091
86,2584 283 41243,5 75,9 63,7761
85,9536 282 41319,4 76,2 64,0448
85,6488 281 41395,6 76,4 64,3155
85,344 280 41472 76,6 64,5879
85,0392 279 41548,6 76,9 64,862
84,7344 278 41625,5 77,1 65,1382
84,4296 277 41702,6 77,3 65,416
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83,5152 274 41935,3 78,1 66,2607
83,2104 273 42013,4 78,3 66,5463
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79,8576 262 42889,1 81,1 69,8211
79,5528 261 42970,2 81,5 70,1313
79,248 260 43051,7 81,7 70,4442
78,9432 259 43133,4 82 70,759
78,6384 258 43215,4 82,3 71,0763
78,3336 257 43297,7 82,5 71,3959
78,0288 256 43380,2 82,9 71,7176
77,724 255 43463,1 83,1 72,0421
77,4192 254 43546,2 83,4 72,3686
77,1144 253 43629,6 83,7 72,6976
76,8096 252 43713,3 84 73,0292
76,5048 251 43797,3 84,3 73,3632
76,2 250 43881,6 84,5 73,6997
75,8952 249 43966,1 84,9 74,0384
75,5904 248 44051 85,2 74,3801
75,2856 247 44136,2 85,5 74,7244
74,9808 246 44221,7 85,7 75,0713
74,676 245 44307,4 86,1 75,4204
74,3712 244 44393,5 86,4 75,7726
74,0664 243 44479,9 86,7 76,1274
73,7616 242 44566,6 87,1 76,485
73,4568 241 44653,7 87,3 76,8457
73,152 240 44741 87,7 77,2087
72,8472 239 44828,7 88 77,5749
72,5424 238 44916,7 88,3 77,944
72,2376 237 45005 88,6 78,3158
71,9328 236 45093,6 89 78,6904
71,628 235 45182,6 89,3 79,0684
71,3232 234 45271,9 89,7 79,4493
71,0184 233 45361,6 89,9 79,8334
70,7136 232 45451,5 90,4 80,2201
70,4088 231 45541,9 90,6 80,6107
70,104 230 45632,5 91,1 81,0038
69,7992 229 45723,6 91,3 81,4008
69,4944 228 45814,9 91,8 81,8004
69,1896 227 45906,7 92,1 82,2039
68,8848 226 45998,8 92,4 82,6106
68,58 225 46091,2 92,8 83,0204
68,2752 224 46184 93,2 83,4338
67,9704 223 46277,2 93,6 83,8508
67,6656 222 46370,8 93,9 84,2716
67,3608 221 46464,7 94,3 84,6955
67,056 220 46559 94,7 85,1232
66,7512 219 46653,7 95 85,5547
66,4464 218 46748,7 95,5 85,9896
66,1416 217 46844,2 95,8 86,4287
65,8368 216 46940 96,3 86,8712
65,532 215 47036,3 96,6 87,3181
65,2272 214 47132,9 97,1 87,7685
64,9224 213 47230 97,4 88,2234
64,6176 212 47327,4 97,9 88,6818
64,3128 211 47425,3 98,3 89,1447
64,008 210 47523,6 98,7 89,6118
63,7032 209 47622,3 99,1 90,0829
63,3984 208 47721,4 99,5 90,5583
63,0936 207 47820,9 100 91,0379
62,7888 206 47920,9 100,4 91,5222
62,484 205 48021,3 100,8 92,0108
62,1792 204 48122,1 101,3 92,5038
61,8744 203 48223,4 101,8 93,0016
61,5696 202 48325,2 102,2 93,5044
61,2648 201 48427,4 102,6 94,0116
60,96 200 48530 103,1 94,5234
60,6552 199 48633,1 103,6 95,0403
60,3504 198 48736,7 104 95,5622
60,0456 197 48840,7 104,5 96,0889
59,7408 196 48945,2 105 96,6207
59,436 195 49050,2 105,5 97,1579
59,1312 194 49155,7 105,9 97,7004
58,8264 193 49261,6 106,5 98,2477
58,5216 192 49368,1 106,9 98,801
58,2168 191 49475 107,5 99,3593
57,912 190 49582,5 108 99,9237
57,6072 189 49690,5 108,4 100,4937
57,3024 188 49798,9 109 101,0688
56,9976 187 49907,9 109,6 101,6502
56,6928 186 50017,5 110 102,238
56,388 185 50127,5 110,6 102,831
56,0832 184 50238,1 111,2 103,4306
55,7784 183 50349,3 111,6 104,0366
55,4736 182 50460,9 112,3 104,6482
55,1688 181 50573,2 112,8 105,267
54,864 180 50686 113,3 105,892
54,5592 179 50799,3 114 106,5233
54,2544 178 50913,3 114,5 107,1621
53,9496 177 51027,8 115,1 107,8072
53,6448 176 51142,9 115,7 108,4594
53,34 175 51258,6 116,3 109,1188
53,0352 174 51374,9 116,9 109,7853
52,7304 173 51491,8 117,5 110,4592
52,4256 172 51609,3 118,1 111,1404
52,1208 171 51727,4 118,8 111,8292
51,816 170 51846,2 119,4 112,526
51,5112 169 51965,6 120 113,2306
51,2064 168 52085,6 120,7 113,9428
50,9016 167 52206,3 121,3 114,6635
50,5968 166 52327,6 122 115,3921
50,292 165 52449,6 122,7 116,1294
49,9872 164 52572,3 123,4 116,8754
49,6824 163 52695,7 124 117,6303
49,3776 162 52819,7 124,8 118,3934
49,0728 161 52944,5 125,4 119,1663
48,768 160 53069,9 126,2 119,9477
48,4632 159 53196,1 126,8 120,7391
48,1584 158 53322,9 127,7 121,5392
47,8536 157 53450,6 128,3 122,3501
47,5488 156 53578,9 129,1 123,17
47,244 155 53708 129,9 124,0004
46,9392 154 53837,9 130,6 124,8413
46,6344 153 53968,5 131,4 125,6922
46,3296 152 54099,9 132,2 126,554
46,0248 151 54232,1 133 127,4267
45,72 150 54365,1 133,9 128,3106
45,4152 149 54499 134,6 129,2064
45,1104 148 54633,6 135,5 130,1129
44,8056 147 54769,1 136,3 131,0317
44,5008 146 54905,4 137,1 131,9622
44,196 145 55042,5 138,1 132,9046
43,8912 144 55180,6 138,9 133,8605
43,5864 143 55319,5 139,8 134,8286
43,2816 142 55459,3 140,7 135,8098
42,9768 141 55600 141,6 136,8043
42,672 140 55741,6 142,5 137,8123
42,3672 139 55884,1 143,5 138,834
42,0624 138 56027,6 144,4 139,8703
41,7576 137 56172 145,4 140,9206
41,4528 136 56317,4 146,4 141,986
41,148 135 56463,8 147,4 143,0666
40,8432 134 56611,2 148,4 144,1627
40,5384 133 56759,6 149,4 145,2745
40,2336 132 56909 150,5 146,4023
39,9288 131 57059,5 151,5 147,547
39,624 130 57211 152,5 148,7081
39,3192 129 57363,5 153,7 149,8859
39,0144 128 57517,2 154,8 151,0822
38,7096 127 57672 155,9 152,2966
38,4048 126 57827,9 157 153,5292
38,1 125 57984,9 158,2 154,7804
37,7952 124 58143,1 159,3 156,0513
37,4904 123 58302,4 160,6 157,3414
37,1856 122 58463 161,8 158,6527
36,8808 121 58624,8 163 159,9847
FATTORI DI CORREZIONE A SECONDA DENSITA' DELL'ARIA
Temp. Pressione in millimetri di mercurio
C° 720 730 740 750 760 770
________________________________________________________
-10 1,051 1,066 1,080 1,095 1,109 1,124
-9 1,047 1,062 1,076 1,091 1,105 1,120
-8 1,043 1,058 1,072 1,086 1,101 1,115
-7 1,039 1,054 1,068 1,082 1,097 1,111
-6 1,035 1,050 1,064 1,078 1,093 1,107
-5 1,031 1,046 1,060 1,074 1,090 1,103
-4 1,027 1,042 1,056 1,070 1,085 1,099
-3 1,024 1,038 1,052 1,066 1,081 1,095
-2 1,020 1,034 1,048 1,062 1,077 1,091
-1 1,016 1,030 1,044 1,058 1,073 1,087
0 1,012 1,026 1,041 1,055 1,069 1,083
1 1,009 1,023 1,037 1,051 1,065 1,079
2 1,005 1,019 1,033 1,047 1,061 1,075
3 1,001 1,015 1,021 1,043 1,057 1,071
4 0,998 1,012 1,025 1,039 1,053 1,067
5 0,994 1,008 1,022 1,035 1,049 1,063
6 0,991 1,004 1,018 1,032 1,046 1,059
7 0,987 1,001 1,014 1,028 1,042 1,056
8 0,984 0,997 1,011 1,024 1,038 1,052
9 0,980 0,994 1,007 1,021 1,034 1,048
10 0,977 0,990 1,004 1,017 1,031 1 044
11 0,974 0,986 1,000 1,014 1,027 1,041
12 0,969 0,984 0,997 1,010 1,024 1,037
13 0,966 0,980 0,993 1,007 1,020 1,034
14 0,963 0,976 0,990 1,003 1,017 3,030
15 0,960 0,973 0,986 1,000 1,013 1,026
16 0,956 0,969 0,983 0,996 1,009 1,023
17 0,953 0,966 0,979 0,993 1,006 1,019
18 0,950 0,963 0,976 0,989 1,003 1,016
19 0,946 0,960 0,973 0,986 0,999 1,012
20 0,943 0,956 0,969 0,983 0,996 1,009
21 0,940 0,953 0,966 0,979 0,993 1,005
22 0,937 0,950 0,963 0,976 0,989 1,002
23 0,934 0,946 0,960 0,973 0.986 0,998
24 0,931 0,944 0,956 0,969 0,983 0,995
25 0,927 0,941 0,953 0,966 0,979 0,992
26 0,924 0,937 0,950 0,963 0,976 0,988
27 0,922 0,934 0,947 0,960 0,973 0,985
28 0,918 0,931 0,944 0,956 0,969 0,982
29 0,915 0,928 0,941 0,953 0,966 0,979
30 0,912 0,925 0,937 0,950 0,963 0,975
31 0,909 0,922 0,934 0,947 0,954 0,972
32 0,906 0,919 0,931 0,944 0,956 0,969
33 0,903 0,916 0,928 0,941 0,953 0,966
34 0,900 0,913 0,927 0,938 0,950 0,963

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IL TIRO VENATORIO

CON

GRANDE ANGOLO DI SITO

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Talvolta, e particolarmente nella caccia di montagna, occorre sparare a


bersagli che non si trovano sullo stesso orizzonte del cacciatore, ma molto più
a monte od a valle. L'arma dovrà assumere quindi una notevole inclinazione
verso l'alto o verso il basso: in tali condizioni non può più farsi affidamento
sulla teoria della rotazione della traiettoria, che anzi dà luogo ad errori tali da
far bellamente mancare il bersaglio. In altre parole, non è possibile sparare ad
un camoscio posto a 200 metri sopra di noi, su di una cengia, senza tener
conto del diverso angolo di sito, poiché l'arma è azzerata per una traiettoria
con angolo di sito modesto (in pratica si comincia a considerare rilevante
l'errore oltre un angolo di sito di 30°.

Esaminando la figura
sarà subito chiara la causa del fenomeno.
Un proiettile sparato con l'angolo di proiezione  e angolo di sito nullo,
giungerà dopo il tempo -t- nel punto A, ottenuto secondo i principi già
esaminati, supponendo che il proiettile si muova prima lungo la linea di
proiezione per effetto dell'impulso iniziale e cada poi perpendicolarmente per
il tempo -t- per effetto della forza di gravità. Se ora si spara invece con
l'angolo di sito  (è indifferente se positivo o negativo) il proiettile non cadrà
per effetto della forza di gravità in A ma bensì in A'; la conseguenza sarà, che,
alla medesima distanza di azzeramento, il proiettile seguirà una traiettoria più
alta rispetto alla linea di sito (o di mira) e che quindi, per colpire il centro del
bersaglio, occorrerà mirare più in basso.

La figura non è in scala e le dimensioni sono state volutamente esagerate per


evidenziare meglio il fenomeno.

La traiettoria del proiettile sparato con angolo di sito diverso da zero può
essere agevolmente tracciata con il sistema proposto da Francé Avcin. Egli, in
primo luogo, semplifica il problema osservando che l'angolo  , di pochi
secondi, può essere tranquillamente trascurato rispetto all'angolo  ; osserva
inoltre che il tratto di traiettoria compreso tra A ed A' è anch'esso trascurabile
rispetto all'intero arco dio 150-200 metri in quanto non supera i 15-20 cm di
lunghezza. Infatti, come si vede nella figura, l'angolo formato dai tratti HA e
HA' è eguale all'angolo  e perciò il tratto AA' sarà dato dalla formula AA' =
(gt² . sen  )/2

Esempio: sia  =60° e t= 0,255 sec.

La traiettoria potrà perciò essere tranquillamente calcolata come se A' cadesse


sul tratto BA usando la formula già vista per le traiettorie venatorie ,
opportunamente integrata. Ricordo che t = tempo di volo alle varie distanze x
a cui si vuole calcolare la caduta; T = tempo di volo alla distanza a cui è
azzerata l'arma; X = tempo di volo alla distanza di azzeramento.

Le ordinate progressive alle varie distanze, secondo la linea di sito, saranno


date dalla formula

E le ordinate progressive rispetto alla linea di mira, dalla formula

Vediamo, come al solito, un esempio concreto calcolato con riferimento alla


cartuccia 6,5 x 57 VM della RWS con pallottola di 6 gr e V= 1010 ms e DOA
= 200 m. Dalla tavola della casa, integrata con il metodo già visto si ottengono
i seguenti tempi di volo

A metri 50 100 150 200 250 300 350


400
Tempo 0,051 0,105 0,163 0,255 0,340 0,368 0,453
0,540
da cui si calcolano le seguenti ordinate progressive per il tiro in piano e per il
tiro con angolo di sito di 60° riferite alla linea di mira
y50 y100 y150 y200 y300 y350
 = 0° 0,011 0,045 0,043 * - 0,26
metri
 = 60° 0,072 0,12 0,065 -0,03
metri
Con queste ordinate può quindi procedersi al tracciamento grafico delle
relative traiettorie, sia per  positivo che negativo, come nella figura

ove è stata usata la scala grafica già impiegata nel capitolo sulla traiettoria
venatoria.

Dall' immagine si vede che il punto in bianco viene a cadere a circa 340 metri
di distanza e che a 200 metri il proiettile colpisce ben 12 cm. al di sopra della
linea di mira, il che può certamente far mancare il bersaglio o arrecare ferite
non mortali. Il tiratore quindi, se da un lato deve preoccuparsi meno della
valutazione della distanza a cui si trova il bersaglio, dal momento che il
proiettile viaggia sempre al di sopra della linea di mira anche oltre la distanza
di 300 metri, d'altro lato deve tener presente che il proiettile colpirà più in alto
del punto mirato. Le indicazioni fornite consentono di tracciare agevolmente
una serie di traiettorie per diversi angoli di sito (è sufficiente procedere di 15°
in 15° più che sufficienti per l'uso del cacciatore).

Ciò posto occorre ora esaminare come il cacciatore od il tiratore debbano


agire per correggere lo spostamento della traiettoria. Se il bersaglio si trovasse
ad essere posto perpendicolarmente alla traiettoria percorsa dal proiettile (si
pensi ad un uccello in volo), non vi sarebbero particolari difficoltà poichè
sarebbe sufficiente mirare ad un punto posto al di sotto del bersaglio della
misura y, per fare centro. In genere però (fig. 3b) il bersaglio si presenta al
tiratore come verticale e quindi, per effetto dell'angolo di sito, viene visto
sotto una prospettiva molto allungata ed interseca la traiettoria
trasversalmente.
La conseguenza di ciò è che mirando al centro del bersaglio, il proiettile
colpirà invece il punto M posto al di sopra del bersaglio della quantità y'.
Bisognerà quindi mirare la punto M' simmetrico al precedente, ma in basso.
Questo valore di y' è ricavabile da y mediante la formula y' = y/cos

Esempio: L'ordinata progressiva prima calcolata per la distanza di 200 m. ed 


= 60° è di cm.12; la formula precedente ci dice che y' = 24 cm.

Un piccolo programma per DOS vi aiuterà nel calcolo. Quando l'arma sia
dotata di tacche di mira o di alzo che consentano l'azzeramento a distanze
variabili, la correzione del tiro può essere ottenuta in maniera abbastanza
soddisfacente azzerando l'arma ad una distanza minore di quella a cui è posto
il bersaglio e precisamente alla distanza che si ottiene moltiplicando la
distanza effettiva per il coseno dell'angolo di sito.

Esempio: Sia la traiettoria sopra calcolata con angolo di sito  = 60° e


bersaglio a 200 metri, pari alla distanza ottimale di azzeramento. Se l'arma
viene azzerata alla distanza

200 * cos = 100 m

si otterrà una traiettoria che colpirà il bersaglio con errore trascurabile. Questa
traiettoria però è molto tesa fino a 200 metri, ma poi si distacca negativamente
dalla linea di sito così che un errore anche modesto, in difetto, nella
valutazione della distanza del bersaglio, può causare un errore inaccettabile.
Conviene perciò abituarsi a correggere la mira ad occhio.
Se l'angolo di sito fosse di 75° si dovrebbe azzerare a 50 metri per fare centro
a 200 metri.

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La probabilità di colpire
Il calcolo delle probabilità consente di calcolare quante probabilità vi sono che un
evento possibile, ma non certo, si verifichi.
La probabilità P che un evento si verifichi è data dal rapporto tra eventi favorevoli ed
eventi possibili: la probabilità che esca il sei lanciando un dado una sola volta è data da
P = 1/6 = 0,166
dal che si ricava che il valore di P non può mai essere superiore ad uno, poiché in tal
caso si ha la certezza che l'evento si verifichi.
La probabilità che l'evento non si verifichi sarà evidentemente data da 1-P
La probabilità che si verifichino contemporaneamente un certo numero di eventi
indipendenti l'uno dall'altro è pari al prodotto della probabilità di ciascun evento. Se la
probabilità di colpire un bersaglio è P = 0,1   la probabilità di colpirlo due volte di
seguito sarà
P · P = 0,01
Viceversa la probabilità di non colpirlo due volte di seguito sarà data da
P = (1 - 0,1) · (1 - 0,1) = 0,89
e così via.
Diverso è naturalmente il problema di stabilire quante probabilità si avrebbero di colpire
il bersaglio almeno una volta sparando 5 colpi. Passaggi un po' complicati portano alla
formula
P = 1 - (1 - 0,1)elevato alla quinta = 0,4
Se la probabilità di colpire varia ad ogni colpo, ad esempio da 0,1 a 0,15 a 0,2, ecc. (si
pensi ad un bersaglio che si avvicina sempre più al tiratore!), la formula diventa
P = 1 - (1 - 01) · (1 - 0,15) · (1 - 2) ....

Per eseguire calcoli di questo tipo occorre perciò apprendere come calcolare il valore di
P, cosa abbastanza facile.
Ogni arma a palla, anche se provata al banco, non è in grado di concentrare i proiettili in
un unico punto, ma li disperde attorno al punto mirato entro un'area di dispersione che
possiamo assumere come circolare. Se il centro del bersaglio e il centro del circolo di
dispersione non coincidono, ciò significa che vi è un difetto da correggere nel sistema di
puntamento.
La dispersione naturalmente aumenta, in modo poco più che proporzionale, con
l'aumentare della distanza dell'arma dal bersaglio; aumenta inoltre quando al fattore
meccanico si aggiunge quello umano: ogni tiratore, a seconda della sua abilità, del suo
stato psicofisico, a seconda delle circostanz ambientali, concentrerà più o meno i colpi
sul bersaglio.
Questa dispersione del tiro può essere valutata con metodi statistici.
Di norma lo studio della dispersione del tiro con artiglierie sul terreno, e quindi rispetto
a bersagli orizzontali, in cui i tiri presentano una dispersione ellittica, essendo la
dispersione maggiore in lunghezza che in larghezza. Noi invece ci vogliamo occupare
solo del tiro contro bersagli verticali ove la dispersione, come si è detto, può ritenersi
circolare e quindi sarà sufficiente, per i successivi calcoli, di individuare lo scarto
quadratico medio dei singoli proiettili rispetto al centro della rosata.
Supponiamo di avere sparato dieci colpi contro un bersaglio e di aver ottenuto la rosata
di figura 1.

Figura 1

Per prima cosa occorre individuare il centro medio della rosata. Ciò si può ottenere in
modo empirico tracciando prima un asse orizzontale in modo che vi siano metà dei colpi
sopra e metà dei colpi sotto di esso, e poi un asse perpendicolare al primo che lasci metà
dei colpi a sinistra e metà dei colpi a destra: il punto d'incontro rappresenta il centro
ideale della rosata.
Per calcolare ora lo scarto quadratico medio, vale a dire la media dei quadrati delle
deviazioni di ogni singolo colpo dal centro medio, occorre misurare la distanza di ogni
colpo dal centro medio ed elevare il valore trovato al quadrato. La radice quadrata della
media dei valori così trovati ci darà il valore M ricercato.
Invece di misurare la distanza dal centro ideale di ogni colpo, si può, più
semplicemente, come nell'esempio di figura 1, calcolare lo scarto di ogni valore di X e
di Y rispetto al valore X-Y del centro medio e poi estrarre la radice quadrata della
somma dei loro quadrati, con normale applicazione del teorema di Pitagora.
Nell'esempio si avrebbe che le coordinate del centro medio sono X = 35,6 e Y = 26,5 e
che le coordinate dei singoli colpi, la differenza D dal valore medio, i loro quadrati,
avrebbero i seguenti valori:

X D D² Y D D²
32 3,6 12,96 19 7,5 56,25
41 5,4 29,16 21 5,5 30,25
33 2,6 6,76 26 0,5 0,25
42 6,4 40,96 28 1,5 2,25
28 7,6 57,76 31 4,5 20,25
36 0,4 0,16 33 6,5 42,25
28 7,6 57,76 22 4,5 20,25
37 1,4 1,96 24 2,5 6,25
41 5,4 29,16 32 5,5 30,25
38 2,4 5,76 29 2,5 6,25
356 242,4 265 214,5
da cui si ricava direttamente lo scarto quadratico medio per X = 24,24 e per Y = 21,45.
Il valore di M sarà infatti dato dalla radice quadrata della somma
(24,24 + 21,45) = 6,76 cm (manca il segno di radice!)
Il valore così trovato consente di determinare il parametro più importante di tutta la
teoria del tiro e cioè lo scarto probabile S.

Per comprenderne il significato si pensi ad un'arma che spara una serie di colpi dal
punto O in direzione OX

B
O -----------------|-----|----|------X
a a
Il punto medio di caduta sia B; se si prendono in esame due strisce di terreno prima e
dopo il punto B e se a è piccolo, in esse si riscontrano pochi colpi e quindi la probabilità
di colpire quella striscia è piccola e la maggior parte dei colpi cadrà fuori di essa. Per un
certo valore di a vi saranno tanti colpi fuori della striscia quanti entro di essa. A questo
punto la probabilità che un proiettile cada entro la striscia è pari a 0,5 e cioè ad un colpo
su due. Questo valore a corrisponde al parametro S e il valore 2S indica la larghezza di
una striscia di terreno posta simmetricamente a lato del punto medio e che ricomprende
la metà dei colpi sparati che si trovano più vicini al punto medio, la metà dei punti
migliori.
Se il ragionamento, invece che alla sola dispersione longitudinale sul terreno viene
riferita alla dispersione in altezza e in larghezza su di un bersaglio verticale, si otterrà
che se nella larghezza 2S cade il 50% dei colpi, in un quadrato ne cadrà lo 0,5x 0,5 e
cioè lo 0,25%; in un cerchio infine avente il raggio S, ricadrà il 20% circa dei colpi (il
cerchio iscritto in un quadrato ha una superficie inferiore di circa 1/5 a quella del
quadrato stesso).
Il valore di S che, nel caso sia calcolato per una dispersione unidimesionale, è dato dalla
formula S = 0,6745M, nel caso di una superficie è dato dalla formula S = 0,4769M.
Nel caso della figura 1 si avrebbe perciò S = 6,76 x 0.4769 = 3,22 cm.

Il calcolo della distribuzione dei colpi all'interno di un cerchio, stabilito il valore di S, è


un po' complicato in quanto occorre far riferimento ad un valore di P dato dalla funzione

in cui K = Raggio/S ed e = 2,718.

Più semplicemente il valore di P in funzione del valore K può essere ricavato dalla
seguente tabella.

K P K P K P
0,1 0,002 2,1 0,633 4,1 0,978
0,2 0,009 2,2 0,667 4,2 0,982
0,3 0,020 2,3 0,700 4,3 0,985
0,4 0,036 2,4 0,730 4,4 0,988
0,5 0,056 2,5 0,759 4,5 0,990
0,6 0,079 2,6 0,785 4,6 0,9919
0,7 0,106 2,7 0,810 4,7 0,9934
0,8 0,136 2,8 0,832 4,8 0,9947
0,9 0,168 2,9 0,852 4,9 0,9958
1 0,203 3 0,871 5 0,9966
1,1 0,240 3,1 0,888 5,1 0,9973
1,2 0,279 3,2 0,903 5,2 0,9979
1,3 0,319 3,3 0,916 5,3 0,9983
1,4 0,360 3,4 0,928 5,4 0,9987
1,5 0,401 3,5 0,938 5,5 0,9990
1,6 0,441 3,6 0,948 5,6 0,9992
1,7 0,482 3,7 0,956 5,7 0,9994
1,8 0,521 3,8 0,963 5,8 0,9995
1,9 0,560 3,9 0,969 5,9 0,9996
2 0,597 4 0,974 6 0,9997
Dalla tabella si vede che per R = S e quindi K = 1, un cerchio con raggio eguale ad S
contiene il 20,3% dei colpi; un cerchio con raggio pari a 2S, e quindi con K = 2, il
59,7% dei colpi, e così via.
Per contro dalla tabella si legge che il cerchio avente una probabilità del 50% di essere
colpito, si ottiene moltiplicando S per un valore K di circa 1,75 (che si ottiene mediante
interpolazione tra 0,482 e 0,521) e quello con probabilità del 75% moltiplicandolo per
2,47.

Si potranno quindi risolvere i seguenti problemi relativi a bersagli circolari.


1) Quale raggio ha il cerchio che contiene il 50% e il 75% dei colpi, data la rosata di
figura 1?
Soluzione:
R(50) = 1,7456 · S = 1,4756 · 3,22 = 5,62 cm
R(75) = 2,4686 · S = 2,4686 · 3,22 = 7,95 cm

2) Con una pistola sono stati sparati numerosi colpi contro un bersaglio con 10 zone
(anelli) aventi raggio 4, 8, 12, 16, 20, 24, 28, 36, 40 cm. e si è contato che entro il
cerchio di 20 cm è caduto circa il 60% dei colpi. Quale è il valore di S e quale
percentuale di colpi è caduta nei singoli cerchi?
Soluzione:
Dalla tabella si vede che per P = 60 si ha K = 2; il valore di S sarà dato dal rapporto R/K
e quindi da 20/2 = 10 cm. Si procederà poi al calcolo di K per i vari raggi e da esso a
quello delle relative percentuali; le percentuali dei singoli anelli si otterranno poi per
differenza.

3) Nel problema n. 2 si voglia stabilire la percentuale di colpi in un determinato anello


del bersaglio.
Soluzione:
Sarà sufficiente determinare la percentuale relativa ai due cerchi che delimitano l'anello
e fare la differenza. Se, ad esempio, il cerchio interno ha raggio R = 3S e quello esterno
R = 4S, si ricava che la percentuale sarà data da 97,4% - 81,7% = 10,3%.
Se occorre conoscere la percentuale di colpi in un solo settore del cerchio o dell'anello,
sarà sufficiente dividere i risultati trovati per il rapporto tra cerchio e settore; se, ad
esempio, il settore è sotteso da un arco di 36º la percentuale dei colpi ad esso relativa
sarà di 1/10 di quella calcolata per il cerchio di 360º.

4) Se S = 4 cm quale percentuale di colpi contiene un cerchio con raggio 10 cm ?


Soluzione:
K sarà eguale a 10/4 e cioè 2,5 da cui si ricava P = 0,75%, vale a dire che un colpo su 4
uscirà dal cerchio.
Si osserva in proposito che conoscendo la percentuale di colpi all'interno di un
determinato cerchio, si può direttamente calcolare S senza dover misurare i singoli
scarti di ogni colpo; dalla percentuale infatti si risale a K e il rapporto R/K ci darà il
valore di S. Ancora più semplicemente si potrà tracciare il cerchio contenente il 20% dei
colpi per ottenere R = S.

In molti casi però il tiratore si trova di fronte non figure geometriche quali il bersaglio
da tiro a segno, ma figure irregolari e asimmetriche, come la sagoma di un veicolo o di
un uomo, rispetto a cui non è facile eseguire il calcolo matematico sopra esposto.
In tali casi si ricorre alla cosiddetta «rete di dispersione di Gauss» illustrata in figura 2,

Figura 2

la quale consiste di un quadrato di lato pari a 10S, suddiviso in quadratini aventi lato
0,5S, per ciascuno dei quali è calcolata la percentuale di probabilità di colpirlo (i valori
indicati in ogni quadratino vanno divisi per 100!). Se la probabilità di colpire una
striscia orizzontale o verticale, non limitata in lunghezza e larga 0,5S, è pari, ad esempio
al 13,2% (vedi strisce centrali), la probabilità di colpire il quadrato formato dal loro
incrocio sarà dato, secondo le regole del calcolo della probabilità nell'ipotesi di più
eventi indipendenti, da 13,2 · 13.2 = 1,74%, come per l'appunto sta scritto nei quadratini
centrali.
Per calcolare la probabilità di colpire un determinato bersaglio, sarà quindi sufficiente
disegnare la sagome del bersaglio nella stessa scala usata per la rete di Gauss (in figura,
usando carta millimetrata, 1 cm = 0,5S) e poi sovrapporre la sagoma facendo coincidere
il suo centro con il centro della rete. La somma delle percentuali dei quadratini coperti
darà la percentuale di probabilità di colpire quel bersaglio. Se la sagoma copre un
quadratino solo in parte, il valore di esso verrà ridotto percentualmente.
Se poi la sagoma viene spostata di un lato di un certo numero di quadratini, si otterrà la
percentuale di probabilità per il caso in cui il centro medio della rosata sia spostato
rispetto al centro del bersaglio. Per conoscere infine verso quale punto del bersaglio
irregolare occorre mirare per ottenere la massima probabilità di colpirlo, bisognerà
procedere per tentativi, spostando la sagoma sulla rete fino ad ottenere il valore
massimo di probabilità.

Il metodo esposto consente di risolvere eleganti problemi di un certo interesse per la


balistica giudiziaria (anche se i giudici hanno bisogno di certezze e non di probabilità).

Accade abbastanza spesso che il feritore di una persona affermi di aver sparato ai piedi
della stessa oppure di lato e di averla colpita in punti vitali per sbaglio; il calcolo delle
probabilità consente di valutare l'attendibilità della dichiarazione, specialmente quando
l'arma presenta una notevole dispersione dei colpi. In alcuni casi si potrebbe tenere
conto anche della abilità nel tiro dello sparatore, ma bisognerebbe avere la certezza che
egli durante le prove di tiro spari effettivamente secondo le sue possibilità.
Per risolvere il quesito si procederà quindi a determinare il valore di S dell'arma (o del
tiratore) alla distanza del caso e si abbia, ad esempio, che a 50 metri S = 30 cm.
Allora ogni lato di un quadratino corrisponderà a 15 cm e, per una sagoma umana di
normale corporatura, si potrà disegnare il contorno come in figura. Se lo sparatore
afferma di aver sparato ai piedi della vittima, la sagoma andrà sovrapposta sulla rete il
modo che il centro della rete si trovi in corrispondenza dei piedi. La probabilità di
colpire il corpo al tronco sarà data dalla somma dei valori dei quadratini coperti dal
tronco e cioè 0,32 + 0,32 + 0,16 + 0,16 + 0,08 + 0,08 + 0,03 + 0,03 .... ecc. con i
quadratini coperti parzialmente, ottenendosi una percentuale di circa 1,4%; vale a dire
che su 100 colpi sparati in quelle condizioni solo 1 o 2 potevano colpire il tronco
nonostante che lo sparatore avesse mirato ai piedi. Quindi la versione dello sparatore è
appena accettabile. Se invece la vittima fosse stata raggiunta al capo, la probabilità di
colpirlo scenderebbe a meno dello 0,01%, decisamente inverosimile.

La validità del metodo trova conferma eseguendo il calcolo in via puramente


matematica. A tal fine inseriamo la sagoma, come in figura 3, in un settore di anello
circolare, usando una scala per cui sia S=30 cm. Il valore ricavato è anche in questo
caso pari allo 1,4%.

Figura 3
Raggio R = 150 cm
Raggio r = 75 cm
KR = 150 : 30 = 5
Kr = 75 : 30 = 2,5
P5 = 99,66
P2,5 = 75,90
99,66 - 75,90 = 23,97%
360 : 21º = 17
23,97 : 17 = 1,4%

La precisione del calcolo della probabilità dipende dalla precisione con cui è stato
calcolato il valore S, precisione che più aumenta quanto più ampia la serie di colpi
sparati. Affinché i risultati però non risultino falsati da tiri anormali occorre escludere
dalle serie di colpi quelli cosiddetti anomali, cioè quelli che per imprevedibili fattori
(errore del tiratore, difetto della carica o del proiettile, ecc.) si discostano da quelli che
derivano invece dalle normali irregolarità del tiro.
In via approssimativa si considera anomalo quel colpo che in una serie di colpi non
supe-riore a 10 ha uno scarto superiore a 5S e, in una serie superiore a 10 colpi, ha uno
scarto superiore a 6S.

Un calcolo più preciso può farsi usando il fattore di anomalia di Chauvenet il cui uso è
il seguente.
Prima di tutto si calcola il valore di S sui dati relativi ad un certo numero di colpi
sparati, come spiegato all'inizio. Poi si controlla se vi sono scarti il cui valore sia
superiore al prodotto di y·S in cui y è il fattore di anomalia di Chauvenet, correlato al
numero di colpi sparati, secondo la seguente tabella:

nr y
4 2,27
5 2,43
6 2,57
7 2,67
8 2,76
9 2,84
10 2,91
12 3,02
20 3,32
Se ve ne sono, questi sono considerati tiri anomali e vengono esclusi, rifacendosi poi da
capo il calcolo di M ed S. Nella rosata di figura 1 si avrebbe, ad esempio, 2,91 x 3,22 =
9,3 cm; siccome nessun colpo ha una distanza maggiore dal centro della rosata, vuol
dire che non vi sono tiri anomali.

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Errori nel tiro

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Errore di partenza
Nei calcoli eseguiti finora abbiamo sempre supposto che l'angolo di
proiezione coincidesse con l'angolo di tiro, che cioè la posizione della bocca
dell'arma e il prolungamento del suo asse non si spostassero durante lo sparo.
In effetti i due angoli non coincidono mai, ma divergono di un piccolo angolo
detto angolo "di rilevamento". Quindi l'angolo di proiezione  sarà eguale
all'angolo di tiro, più o meno un certo angolo 
L'angolo di rilevamento di cui si tiene conto solitamente è quello cadente nel
piano verticale, ma al momento dello sparo si verificano anche spostamenti
nel piano orizzontale.
Tutti questi spostamenti sono dovuti alle sollecitazioni meccaniche che l'intera
arma subisce durante lo sparo e più precisamente durante la prima fase del
rinculo, ovvero quella che si verifica mentre il proiettile percorre la canna.
La pressione assiale contro il piano di culatta, quella contro la spalla del
bossolo, la forza scambiata tra proiettile e canna e, infine, le vibrazioni che
l'accompagnano, provocano un movimento istantaneo tipo "colpo di frusta".
E' da rilevare che la prima fase del rinculo è caratterizzata dalle massime
pressioni all'interno dell'arma e dalle massime deformazioni elastiche del
materiale.
Si verificano, quindi, le massime accelerazioni, alle quali però, corrispondono
spostamenti relativamente piccoli. In realtà l'effetto di rinculo che ognuno può
macroscopicamente osservare si verifica dopo che il proiettile ha abbandonato
l'arma, cioè quando essa "restituisce" al tiratore l'energia immagazzinata.
Nella prima fase del rinculo l'arma non ruota attorno al punto di appoggio (la
spalla del tiratore, nel caso del fucile) ma attorno al suo baricentro.
Ai fini balistici, l'effetto pratico è una variazione, negativa o positiva,
dell'angolo di tiro. Questa variazione è strettamente dipendente dal tipo di
arma, dal sistema di costruzione delle canne, dalla loro forma, dal materiale
usato, dal sistema di incassatura, dalla carica impiegata e da fattori contingenti
(ad esempio un diverso stato di umidità dell'aria può indurre movimenti nel
legno dell'incassatura che viene a poggiare diversamente contro la canna ed a
modificarne le vibrazioni).
In linea di massima, l'angolo di rilevamento è negativo in alcune artiglierie,
ma è sempre positivo nelle armi portatili.
Nelle armi di grosso calibro può raggiungere il valore di un grado, mentre nei
fucili è dell'ordine di alcuni minuti di grado. In caso di traiettorie brevi e tese
l'angolo di rilevamento può quindi superare di più volte l'angolo di tiro. Così,
ad esempio, in un fucile semiautomatico cal.7,9 mm. (Vo = 755 ms.) puntato
sui 100 m. , l'angolo di tiro è di 3' e l'angolo di rilevamento è pari a 12'.
Può così verificarsi in casi particolari il fenomeno apparentemente strano
secondo cui, diminuendo la velocità del proiettile, questo colpisce più in alto e
non più in basso, come ci sarebbe da attendersi. Ciò deriva dal fatto che varia
il tempo di percorrenza della canna e quindi il proiettile più lento la
abbandona nel momento in cui la sua rotazione (impennamento) ha acquistato
una maggiore ampiezza.
Questo fenomeno può comportare notevoli variazioni nella precisione tra
un'arma azzerata al banco e la stessa arma impiegata dalla spalla oppure con
canna appoggiata malamente a supporti che ne modificano le vibrazioni.
Il cacciatore o il tiratore, comunque, non devono preoccuparsi dell'angolo di
rilevamento poiché di esso si è tenuto conto nell'azzerare l'arma.
Se invece si debbono eseguire calcoli con armi di altro tipo o per lunghe
gittate, trascurare il rilevamento, può comportare un errore significativo.

La misura dell'angolo di rilevamento non è molto semplice in quanto


occorrerebbe, con arma fissata al banco, stabilire su di un bersaglio posto ad
alcuni metri, il punto esatto in cui il prolungamento dell'asse della canna
incontra il bersaglio e poi, sparando un colpo, osservare quanto questo dista,
in altezza, dal punto precedente.
La difficoltà di stabilire il punto in cui l'asse della canna incontra il bersaglio,
può essere aggirata ricorrendo al calcolo.
Il procedimento da seguire è il seguente.

Mirando con la tacca di mira e il mirino si spari contro un bersaglio verticale


posto ad esempio a 5 metri; il centro del foro prodotto dal proiettile sia P; si
misuri accuratamente la distanza k della sommità del mirino dall'asse della
canna e l'analoga distanza h della tacca di mira nonché la distanza l (elle) tra i
due punti di mira e sia, ad esempio: h = 27,5 mm,   k = 25 mm,   l= 600 mm

Il valore dell'angolo e sarà dato da

Da cui  = 0° 14' 19"

Il valore di "i", a sua volta, sarà dato da


i = tang  * 5000 = 20,8 mm
MA = (k - i) = 4,2 mm
La distanza cercata tra i punti A e P è quindi di 4,2 mm e perciò l'angolo di
rilevamento sarà dato da
tang  = 4,2/5000; r = 0° 2' 53"

  Si ricorda che per correggere il tiro bisogna operare sul mirino oppure sulla
tacca di mira; se il proiettile finisce a destra del centro del bersaglio occorre o
spostare il mirino verso destra oppure spostare la tacca di mira verso sinistra
(e se necesario combinare i due spostamenti)

La torsione dell'arma
La torsione di un'arma, la sua inclinazione cioè verso un lato o l'altro, così che
la linea di mira non si trovi nello stesso piano verticale dell'asse della canna, è
causa di un errore di tiro.

Per comprendere il fenomeno si esamini la figura in cui è rappresentato il caso


limite dell'arma adagiata su di un fianco, con uno spostamento di 90' rispetto
alla posizione normale (si pensi ad una pistola appoggiata su di un tavolo,
invece che impugnata).

La linea di mira è calcolata in modo da compensare la caduta del proiettile alla


distanza di azzeramento e quindi l'arma, in posizione normale e mirando il
bersaglio B,spara in effetti in direzione di A; se l'arma viene adagiata sul
fianco destro, la canna verrà a trovarsi diretta verso A con uno spostamento
verso destra AB=BA'.
Nel procedere verso il punto A' il proiettile subirà l'influenza della attrazione
terrestre e, in definitiva, colpirà il punto B' in cui AB=A'B'.

Si può quindi concludere che la torsione dell'arma verso destra o verso sinistra
comporta uno spostamento del proiettile dal medesimo lato della torsione
nonché uno spostamento verso il basso e che la torsione comporta una
diminuzione della gittata in funzione diretta dell'angolo di torsione.

Sulla base di considerazioni abbastanza semplici si dimostra che quanto più la


traiettoria è tesa, tanto minore è l'errore cagionato dalla torsione per cui, posto
quale indice della radenza di una traiettoria

R = X/yv

lo spostamento laterale del proiettile, per angoli di torsione non troppo grandi,
sarà dato da

BA' = 2X*sen2y/R

e lo spostamento verticale da

A'B' = 4X ( cosy - 1)/R

in cui y indica l'angolo di torsione.

Esempio:
Sia da calcolarsi l'influenza della torsione di un fucile pari a 15°, in relazione
al proiettile già esaminato 7x64 e sia quindi Vo = 850 ms;  X = 300 m;  T =
0,411" ; yv = 0,17 m;  R = 1764

Lo spostamento in altezza può quindi ritenersi trascurabile, mentre lo


spostamento laterale è indubbiamente rilevante.
Nella pratica venatoria è normale che l'arma subisca una torsione di alcuni
gradi senza che il cacciatore possa accorgersene, ma fino a 5 gradi l'errore è
trascurabile (nell'esempio, uno spostamento di circa 5 cm.). Sparando da
posizioni anormali può accadere facilmente che la torsione sia maggiore e
quindi tale da influenzare l'esito del tiro. E' appena il caso di dire che in gare
di tiro una torsione anche modesta, può compromettere seriamente il risultato.

L'accorciamento della traiettoria per effetto della torsione è dato dalla formula

X(cosy -1)
E la diminuzione del tempo di volo dalla formula
T(cosy - 1)
Ad esempio nel caso appena visto si avrebbe
Diminuzione di X = 300 (cos15°-1) = - 10,2 m
Diminuzione di T = 0,41 (cos 15° - 1) = - 0,014"

Vediamo comunque di semplificare ulteriormente le cose, visto che non sono


rilevanti i millimetri.
In linea generale vale la regola che
torsione a sinistra = colpo basso a sinistra
torsione a destra = colpo basso a destra
In via semplificata, posto F quale spazio di caduta del proiettile nel tempo di
volo sino al bersaglio si avrà
BA' = F sen y
A'B' = F cos y
Il calcolo dimostra che nel tiro venatorio fino a 100 metri la torsione fino a 5°
(che è quella che può ancora sfuggire al cacciatore non attneto) è trascurabile.
L'errore per la torsione aumenta con più l'arma è azzerata per lunghe distanze.
Nei calcoli fatti si è sempre considerato che l'arma fosse azzerata sul
bersaglio. Un proiettile lento ssubisce la torsione più di uno veloce.

La seguente tabella contiene alcuni esempi pratici.

Palla Angolo 100 m 200 m 300 m

BA' A'B' BA' A'B' BA' A'B'


6,5x54 M.
Sch. 1° 0,2 0 1 0 1,7 0

10,3 gr
5° 1,1 0 5 0,2 13,1 0,6
Vo=670 ms
10° 2,2 0,2 10 0,9 26 2,3
DOA 140 m
7 x 64
1° 0,1 0 0,6 0 1,5 0
10,5 gr

Vo=880 ms 5° 0,6 0 2,8 0,1 7,3 0,3

DOA 175 m 10° 1,3 0,1 5,7 0,5 14,5 1,3


7 Rem. Mag
1° 0,1 0 0,4 0 1,0 0
9,4 gr
5° 0,5 0 2,1 0,1 5,2 0,2
Vo=1005 ms 10° 0,9 0,1 4,2 0,4 10,3 0,9

DOA 210 m

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Il tiro in acqua

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Molti si saranno chiesti se sia possibile ed utile sparare con un'arma da fuoco
sott'acqua, ad esempio per difendersi da uno squalo o per pescare oppure
sparare da una barca ad un pesce che si vede nuotare non in superficie.
Questa domanda se l'era già posta, attorno al 1877, dopo la lettura di
"Ventimila leghe sotto i mari", il generale Uchatius che iniziò a compiere
esperimenti.
Un fucile Werndl venne fissato sotto una zattera, in posizione orizzontale e ad
una profondità di mezzo metro, diretto contro un bersaglio di tavole di legno.
I risultati delle prove furono i seguenti.

Il caricamento e lo sparo avvennero senza problema alcuno, anche dopo una


trentina di colpi. Lo sparo risultava silenziato e appena percepibile ad una
quarantina di metri. Lo sparo produceva bolle di gas che gorgogliavano sopra
la bocca dell'arma.
Alla distanza di 1,5 metri la palla non lasciò alcun segno sul legno; a 1,25
metri lasciò un'impronta profonda 3-4 mm; ad un metro di distanza la tavola,
di 2,5 cm di spessore, venne perforata.
Vennero compiuti altri esperimenti con un revolver d'ordinanza Gasser: ad 1
metro nessun segno sul legno; a 0,75 m una impronta profonda 4-6 mm, a
0,65 m il proiettile penetrò per tutta la sua lunghezza nel legno, a 0,5 m
trapassò la tavola.
Venne compiuto un ulteriore esperimento con il fucile per stabilire se la
colonna d'acqua nella canna influisse sulla velocità del proiettile; la canna
venne quindi tappata in volata; i risultati non cambiarono minimamente.
Infine si sperimentò il tiro dalla riva, sparando con il fucile contro la tavola
sott'acqua dalla distanza di 10 metri e facendo in modo da dover penetrare
diversi spessori di acqua. Il proiettile non lasciò alcun segno dopo aver
passato m. 1,20 di acqua, dopo 0,90 m lasciò un leggero segno, dopo 0,60 m
lasciò un segno più profondo e solo con uno strato d'acqua ridotto a 0,30 m
riuscì a perforare la tavola. Quindi risultati peggiori rispetto a quelli ottenuti
sparando con il fucile immerso.

Si può perciò concludere che il tiro in acqua, a causa della sua densità che è
circa 800 volte quella dell'aria è di portata ridottissima; non si ottiene un gran
miglioramento con proiettili aerodinamici perché comunque essi, dopo un
breve percorso, iniziano a ruotare e si mettono di traverso rispetto alla
traiettoria.< È stata elaborata una formula il calcolo della penetrazione di palle
sferiche nell'acqua (o nella gelatina balistica).
La formula è

in cui G è il peso della palla in gr e S è la sezione in cm²


L'introduzione del coefficiente di forma è importante per spessori limitati;
dopo una diecina di cm intervengono i già visti fenomeni di rotazione del
proiettile che rendono la sua capacità di penetrazione nuovamente simile a
quella del proiettile sferico.

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BALISTICA INTERNA

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Volata di una canna con rigatura ed i "pieni" e "vuoti".

La balistica interna studia i fenomeni che accadono dal momento della percussione
dell'innesco della cartuccia fino al momento in cui il proiettile esce dalla bocca
dell'arma, divenendo oggetto di studio della balistica esterna.

A seguito della violenta percussione del percussore sulla capsula dell'innesco, la


composizione innescante viene schiacciata contro l'incudinetta della capsula (nel caso
della percussione anulare l'innesco viene schiacciato contro il metallo dell'orlo del
fondello); la composizione detona producendo un intenso dardo di fiamma che,
attraverso i fori dell'innesco, raggiunge la carica di polvere, dando inizio alla sua
deflagrazione.

Questa sarà più o meno veloce in relazione alla forza dell'innesco, al tipo,
conformazione e quantità della polvere, alla densità di caricamento (rapporto tra volume
della polvere e spazio nella cartuccia), alla compressione esercitata sulla polvere, alla
forza con cui il proiettile è trattenuto dal bossolo, ecc.. La polvere deve poter bruciare
completamente prima che il proiettile esca dalla canna, sia perché così tutta l'energia
viene sfruttata, sia per evitare che i residui si infiammino fuori della bocca dell'arma
(vampa di bocca).

La polvere brucia sempre perpendicolarmente alla sua attuale superficie e la quantità di


gas prodotti dipende in ogni istante dalla pressione sviluppatasi e dalla forma
geometrica dei granelli di polvere. Se la superficie del granello diminuisce durante la
combustione (granelli tondi o a lamelle), si ha una polvere degressiva (offensiva), se
aumenta (grani o tubetti con più fori) si ha una polvere progressiva; se rimane costante
(tubetto con un foro) si ha una polvere neutrale. La velocità di deflagrazione può venire
influenzata da trattamenti della superficie del grano.

Le polveri offensive sono più indicate per armi a canna corta in cui non ha senso una
pressione che si esplica dopo che il proiettile ha abbandonato l'arma; le polveri
progressive sono preferite nelle armi a canna lunga e in tutti quei casi in cui si preferisce
non sottoporre ad eccessive sollecitazioni le pareti dell'arma.?
La deflagrazione della polvere sviluppa una grande quantità di gas (circa un litro per
ogni grammo di polvere) che si dilatano per effetto del calore (oltre 2000 gradi); un litro
di gas, racchiuso in uno spazio minimo e sottoposto a tale temperatura produce un
aumento di pressione che in un fucile a palla giunge a superare i 3000 kg/cm2 (circa 500
atmosfere in un fucile a canna liscia). La pressione così sviluppatasi si esercita in tutte le
direzioni: contro le pareti del bossolo che viene pressato contro la parete della camera di
scoppio (così assicurando che non sfuggano gas all'indietro), contro il fondello che
viene premuto contro l'otturatore, contro il fondo del proiettile che viene spinto in
avanti; essa continua a crescere fino al momento in cui il proiettile si svincola dal
bossolo e inizia il suo percorso. aumenta quindi lo spazio a disposizione per i gas, ma
fino a che la produzione di gas è maggiore dello spazio a disposizione, continua ad
aumentare la pressione, il che aumenta la produzione di gas. Raggiunto l'equilibrio tra i
due valori, la pressione inizia a calare. La combustione deve essere regolata in modo da
non superare certi valori di pressione massima e di pressione alla bocca ed in modo che
la combustione si concluda all'interno della canna. Il picco di pressione massima si
verifica molto presto, in genere da alcuni millimetri a pochi centimetri di percorso del
proiettile e la pressione alla bocca deve essere cinque o sei volte minore.

Durante il percorso nella canna il proiettile viene costantemente accelerato nel suo moto
così che esce dalla bocca con il massimo della velocità. La pressione invece si riduce a
poche centinaia di atmosfere. In genere in un'arma leggera l'aumento della lunghezza
della canna non comporta alcun aumento della velocità del proiettile oltre i 60-70 cm. di
lunghezza. Nelle armi a canna liscia a pallini, accurati esperimenti hanno dimostrato
che, a parità di strozzatura, oltre i 60 cm di lunghezza si ha un aumento di velocità pari a
circa 1 m/s per ogni centimetro in più e quindi, nella pratica, un aumento trascurabile.

Un parametro importante nei calcoli di balistica interna è data dal "rapporto di


espansione" (inglese: expansion rate) che dà il rapporto tra pressione massima,
pressione alla bocca, volume interno della canna e volume interno del bossolo:

Altro importante parametro è dato dal rapporto tra pressione media e pressione
massima.

Il valore della pressione media è dato dalla formula

in cui
m = peso del proiettile in g (dovrei dire massa, ma peso è più chiaro!)
mc = peso della polvere in g
Vo = velocità alla bocca in m/s
S = sezione della canna in mm quadrati
L = spazio libero percorso dal proiettile
Il valore della pressione massima deve essere misurato sperimentalmente oppure
ricavato dalle tabelle dele munizioni o di ricarica delle varie polveri.

Calcoli di balistica interna

Il balistico tedesco Heydenreich, sulla base di esperimenti compiuti all'inizio del secolo,
ha elaborato una serie di formule empiriche che consentono di eseguire i principali
calcoli di balistica interna con accettabile approssimazione.

Sia
Pm = pressione media
Pmax = Pressione massima
Xpmax = Spazio percorso dal proiettile fino al raggiungimento della pressione massima
Vpmax = Velocità del proiettile al raggiungimento della pressione massima
Tpmax = Tempo impiegato a raggiungere la pressione massima
Po = Pressione alla bocca
Xo = Percorso del proiettile fino alla bocca
Vo = Velocità del proiettile alla bocca
To = Tempo impiegato dal proiettile per raggiungere la bocca
Px = Pressione dopo che il proiettile ha percorso lo spazio x
Vx = Velocità dopo che il proiettile ha percorso lo spazio x
Tx = Tempo impiegato a percorrere lo spazio x

I valori ricercati potranno essere calcolati agevolmente mediante l'uso della prima
tabella di valori, sulla base della conoscenza di , con le seguenti formule:

Una seconda tabella consente invece di calcolare pressione, velocità e tempi in relazione
allo spazio percorso, conoscendo il valore del rapporto tra spazio percorso e Xpmax.

Le formule da applicare sono:


Px = Pmax · G
Vx = Vpmax · H
Tx = Tp · J

Quindi, se sono noti la pressione massima e la velocità alla bocca di una cartuccia, è
possibile calcolare i valori lungo tutto il percorso del proiettile entro la canna.

Vediamo un esempio pratico di calcolo (da Beat P. Kneubuehl, Geschosse, 1994)


Sia un proiettile cal. 38 del peso di g. 10,2. Il peso della polvere sia 0,26 g., lo spazio
libero percorso dal proiettile 123 mm, (alla lunghezza della canna va aggiunta la
lunghezza del proiettile) la velocità alla bocca 265 m/s, la pressione massima 1600 bar,
la sezione della canna 62,77 mm quadrati.
Si avrà

E quindi:
Xpmax = 123·0,0383 = 4,7 mm
Tpmax = [(2·)/265] · 0,165 = 0,15 ms
Vpmax = 265 ·0,331 = 87,7 m/s
Po = 470 · 0, 237 = 111 bar
To = [(2·123)/265]·0,754= 70 ms
Il valore di sarà dato da 123/ 4,7 = 26,17

Le formule non tengono conto della perdita di pressione tra tamburo e canna nei
revolver.

Velocità dei gas alla bocca

I gas di sparo escono dalla bocca con grande velocità che, per le pistole, supera quella
del proiettile; essi quindi, per un breve tratto, oltrepassano il proiettile.

La velocità dei gas può essere calcolata con la formula di Laval

in cui Vc ed mc sono i valori già visti sopra.

La velocità del proiettile a seconda della lunghezza della canna - Calcolo


semplificato.
La velocità del proiettile, oltre che dal tipo di cartuccia, dipende da vari fattori quali la
maggiore o minore marcata forzatura fra le righe della canna, la perdita di energia
meccanica conseguente all'attrito all'interno dell'anima, dalle condizioni atmosferiche
che influenzano la combustione della carica di lancio, per tacere poi dello stato di
conservazione della cartuccia.

In genere i fabbricanti indicano la velocità del proiettile delle loro cartucce; i dati sono
in genere riferiti a canne di prova di 60 cm di lunghezza, con caratteristiche ottimali, e
sono valori medi che possono divergere anche del 5% rispetto alla velocità effettiva.
Quando non sia possibile misurare direttamente la velocità del proiettile, ci si dovrà
affidare a calcoli teorici.

Il fattore principale di cui occorre tener conto è quello della lunghezza delle canna in
quanto, specie nelle armi corte, la velocità reale del proiettile può essere di gran lunga
inferiore a quella che ci si potrebbe attendere leggendo i dati delle case produttrici. Nei
revolver inoltre è necessario tener conto della perdita di pressione dovuta alla maggior o
minor fuga di gas fra tamburo e canna (in termini di energia, la perdita può variare dal
10 al 20%).

La variazione di velocità dipendente dal variare della lunghezza della canna,


naturalmente entro limiti ragionevoli (per una pistola non avrebbe senso una canna
lunga meno di 4 cm o più di 40 cm), può essere calcolata in modo alquanto
approssimativo assumendo che la variazione di velocità sia proporzionale alla radice
quarta degli spazi percorsi dai proiettili nelle rispettive canne. Lo spazio percorso si
calcola misurando la lunghezza che intercorre tra la punta del proiettile e la bocca della
canna, aggiungendo poi ad essa la lunghezza del proiettile. Si avrà quindi

Se, ad esempio un proiettile di pistola sviluppa 320 m/s in una canna di 15 cm., in una
canna di 5 cm la velocità sarà di

Risultati molto più precisi possono ottenersi se si tiene conto anche della progressività
della polvere individuata in base ad una costante. Questa può essere ricavata dalla
velocità iniziale del proiettile se si conosce il peso della polvere e la lunghezza della
canna.

Sia:
S = percorso del proiettile in mm nella canna, misurato dalla base del proiettile nella
cartuccia alla bocca dell'arma.
C = calibro in mm
P = peso del proiettile in gr
M = peso della polvere il gr
R = costante di progressività della polvere
La balistica interna ci insegna che la velocità del proiettile sarà data dalla formula
(Weigel)

da cui si ricava che

Stabilita per una determinata cartuccia e una certa lunghezza di canna, la velocità
iniziale del proiettile e quindi il valore di R, sarà facile calcolare la velocità per una
diversa lunghezza di canna o per una diversa carica, introducendo il valore di R nella
penultima formula.

Si prenda ad esempio un proiettile cal 9 Para con palla di gr. 7,5 e carica di polvere di
0,26 gr, che sviluppa una velocità iniziale di 332 m/s e supponiamo che sia stato sparato
in una canna di 120 mm con un percorso del proiettile pari a 105 mm e senza perdite di
gas. La costante R sarà pari a 1716. Se ora assumiamo di impiegare una canna di 80
mm, con un percorso libero del proiettile pari a 65 mm, ed inseriamo questi due valori
nella formula di Weigel, otterremo che la velocità iniziale si sarà ridotta a 294 m/s.

TABELLA I dei fattori di Heydenreich


A B C D F
0.25 0.0313 0.139 0.324 0.216 0.725
0.26 0.0330 0.146 0.326 0.220 0.732
0.27 0.0347 0.152 0.327 0.226 0.740
0.28 0.0365 0.159 0.329 0.231 0.747
0.29 0.0383 0.165 0.331 0.237 0.755
0.30 0.0402 0.172 0.333 0.242 0.762
0.31 0.0421 0.178 0.335 0.250 0.770
0.32 0.0440 0.186 0.337 0.256 0.777
0.33 0.0460 0.193 0.339 0.263 0.785
0.34 0.0480 0.200 0.341 0.269 0.792
0.35 0.0500 0.207 0.343 0.278 0.800
0.36 0.0521 0.214 0.345 0.282 0.807
0.37 0.0542 0.222 0.347 0.288 0.814
0.38 0.0563 0.229 0.350 0.294 0.822
0.39 0.0585 0.237 0.351 0.300 0.829
0.40 0.0608 0.244 0.354 0.304 0.836
0.41 0.0631 0.252 0.356 0.313 0.844
0.42 0.0654 0.260 0.359 0.319 0.851
0.43 0.0678 0.268 0.361 0.325 0.858
0.44 0.0703 0.276 0.364 0.332 0.866
0.45 0.0729 0.284 0.366 0.340 0.873
0.46 0.0756 0.292 0.369 0.346 0.880
0.47 0.0784 0.301 0.371 0.354 0.888
0.48 0.0813 0.309 0.374 0.363 0.895
0.49 0.0843 0.318 0.377 0.372 0.902
0.50 0.0875 0.326 0.380 0.382 0.910
0.51 0.0908 0.335 0.383 0.394 0.918
0.52 0.0944 0.343 0.386 0.407 0.926
0.53 0.0981 0.352 0.390 0.421 0.934
0.54 0.1020 0.361 0.393 0.437 0.942
0.55 0.1061 0.370 0.396 0.454 0.950
0.56 0.1099 0.379 0.399 0.470 0.958
0.57 0.1141 0.388 0.403 0.487 0.966
0.58 0.1185 0.397 0.406 0.505 0.974
0.59 0.1230 0.406 0.409 0.524 0.983

TABELLA 2 dei fattori di Heidenreich


G H J
0.25 0.741 0.392 0.610
0.50 0.912 0.635 0.780
0.75 0.980 0.834 0.903
1.00 1.000 1.000 1.000
1.25 0.989 1.130 1.081
1.50 0.965 1.262 1.154
1.75 0.932 1.366 1.219
2.00 0.898 1.468 1.282
2.50 0.823 1.632 1.394
3.00 0.747 1.763 1.495
3.50 0.675 1.875 1.589
4.00 0.604 1.983 1.682
4.50 0.546 2.068 1.769
5.00 0.495 2.140 1.851
6.00 0.403 2.269 2.012
7.00 0.338 2.363 2.163
8.00 0.284 2.445 2.309
9.00 0.248 2.509 2.451
10.00 0.220 2.566 2.589
11.00 0.199 2.615 2.725
12.00 0.181 2.659 2.858
13.00 0.164 2.702 2.988
14.00 0.150 2.740 3.116
15.00 0.137 2.777 3.253
16.00 0.125 2.811 3.390
17.00 0.117 2.837 3.502
18.00 0.109 2.862 3.618
19.00 0.102 2.887 3.740
20.00 0.096 2.910 3.816
25.00 0.073 3 003 4 455
30.00 0.058 3.075 5.031
35.00 0.048 3.162 5.657
40.00 0.041 3.223 6.261

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Calcolo della resistenza delle canne


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[ATTENZIONE: Con Netscape alcuni simboli matematici non vengono


visualizzati]

Per impostare il problema, ricordiamo come viene svolta la prova di resistenza


di una barra di acciaio. Useremo, per quanto possibile, simboli e definizioni
unificate UNI.
Nella apposita macchina viene inserita una barra cilindrica di prova di
lunghezza L0 e di sezione S0. Essa viene poi sottoposta ad una trazione
continua fino alla rottura; la barra subisce un allungamento e una diminuzione
della sezione. Chiameremo L la lunghezza sotto carico e d il diametro sotto
carico. L = L - L0 è la deformazione longitudinale totale;  = L / L0 = (L-L0) / L0
è la deformazione longitudinale unitaria. La macchina registra la forza di
trazione F e l'allungamento ΔL. Si rapporta F alla sezione iniziale S0 e si indica
con σ = F / S0 la tensione normale o carico unitario.

Per valori di carico crescenti, il diagramma tensioni - deformazioni è dato dalla


fig. 1, nella quale  è rappresentata in percento della lunghezza iniziale del
tratto di barra campione considerato. La curva di trazione così ottenuta varia a
seconda dei materiali.
Vi si osserva che, per un certo tratto iniziale, sino a p (limite di elasticità
convenzionale), le deformazioni sono proporzionali alle tensioni con legge
lineare e, al cessare della sollecitazione, la barra reagisce elasticamente e
ritorna alle dimensioni iniziali. Per il valore assoluto della deformazione
permanente si suole adottare per gli acciai lo 0,002% e per gli altri materiali
(leghe leggere) lo 0,01%. Superata la tensione di proporzionalità, le
deformazioni cessano di essere proporzionali ai carichi e la retta si trasforma in
una curva, fino a s (tensione di scostamento dalla proporzionalità). Dopo
questo punto, il materiale comincia il processo di snervamento con
deformazioni che aumentano disordinatamente anche in regime di minori
tensioni, per poi regolarizzarsi con deformazioni plastiche che seguono una
curva abbastanza regolare.

Nelle armi verranno usati acciai con elevato limite di rottura ottenuto con
apposte leghe o con incrudimento per martellatura, oppure con la tempera.
Per la valutazione degli acciai che ci riguardano ha importanza solo il tratto di
curva della figura 1 fino al punto limite di elasticità, cioè rientranti nella legge di
Hooke (deformazioni proporzionali ai carichi secondo un modulo di elasticità E
=  / ).
Acciai naturali e talvolta acciai temprati seguono un percorso rettilineo fino ad
un pronunziato limite di elasticità σs.
È chiaro che nelle armi non si dovrà mai raggiungere il limite della
deformazione permanente e che, anzi, vi dovrà essere un buon margine di
sicurezza.
Non deve essere neppure trascurato il comportamento dell'acciaio per effetto
del calore. In acciai naturali la resistenza cala a partire dal 350° ed a 600° è
solo il 65% di quella iniziale. Con il raffreddamento si recupera la resistenza
iniziale. Gli altri due tipi di acciaio invece, sottoposti alla temperatura di 350° per
un certo lasso di tempo, non recuperano più la resistenza iniziale.

Per rinvenire le formule circa la massima resistenza delle canne di armi,


partiamo dalla figura 2, nella quale è schematizzata una sezione di canna con:
D = diametro esterno
d = diametro interno
t = spessore di canna.
Pmax = la massima pressione interna
 = la tensione indotta nel materiale; supporremo inizialmente che il carico
unitario  sia uguale in ogni punto della sezione di canna, come se si trattasse
di un campione sottoposto a trazione assiale. Quindi, ci riferiremo ad un 
medio.
Z = la forza di trazione esercitata sulla canna.
Per semplificare, consideriamo che la pressione interna raggiunge il suo
massimo valore operando su mezza sezione di canna, che deve resistere per
non essere spezzata secondo una direttrice. E’ la cosiddetta formula delle
caldaie, impiegata per calcolare lo spessore dei recipienti cilindrici in pressione
e, ripetiamo, si tratta di un’approssimazione.
La fisica ci dice che la condizione di equilibrio si ottiene quanto la somma delle
sollecitazioni unitarie è bilanciata dalla somma delle reazioni elastiche del
materiale. Cioè : ΣH = 0. Nel caso in esame avremo:

1. Pmax . d = 2 Z
2. D - d = 2 · t
3. Z = σm · t

Dalle formule 2 e 3 ( in cui il cerchietto barrato o crociato indica il diametro


interno) si ricava

che inserito nell'equazione (1) ci dà (5)

da cui (6)

dove k è il diametro interno.


Questa "formula delle caldaie" ci fornisce un trazione unitaria media, mentre a
noi interessa la sollecitazione massima sopportabile dall'acciaio delle nostre
armi. Sul lato destro della figura 2 vediamo il vero andamento della tensione
ricercata, cioè il suo andamento rispetto alla deformazione.
Dalla linea dello allungamento-deformazione di figura 1 vediamo che noi
dobbiamo limitarci a lavorare nell'ambito delle deformazioni elastiche
inizialmente descritte da un tratto rettilineo della curva in cui, secondo la legge
di Hook, sarà (7)
E = σ/ε

Se scriviamo (8)

σ = E ·ε, si vede che con un modulo di elasticità

E = 2.000.000 - 2.200.000 kp/cm²,

la tensione è direttamente proporzionale alla deformazione.Ed ancora dal


diagramma delle tensioni possiamo prevedere (fig. 2) che (9)

da cui (10)

Ed infine l'affermazione decisiva:

La canna allargatasi internamente ed esternamente per effetto della pressione


dei gas, non ha cambiato il suo peso e il suo volume e quindi si può dire che
per un determinato tratto s la sua superficie netta è rimasta immutata (11)

Il valore di π/4 può essere eliminato.

Siccome dalla formula 10 si ha che (13)

dalla combinazione delle formule (11) e (13) si ha la (14)


Abbiamo perciò ottenuta un'espressione in cui l'unica incognita è σmax.
L'espressione rimane comunque ancora un po' complicata; essa può essere
semplificata calcolando un valore ausiliario γ per il rapporto D/Ø e per E=
2.100.000 kp/cm².
Il valore di γ può essere calcolato con l'espressione (14a)

Le formule così semplificate diventano perciò (15)

(16)

Controlliamo questa formula partendo dalla formula (10)


Dalla formula (15) si ricava che la formula (6) per le caldaie è un'ipotesi
speciale della formula (15) quando D/Ø = 1; perciò sarà γ> = 0,5 e σmax = σmin =
σm.
Il rapporto γ/0,5 ci dice quante volte σmax è maggiore di σm secondo (17)

Il nostro esempio nr. 3 ci mostrerà che la deformazione percentuale sull'interno


della canna, deve essere più grande di quella sul lato esterno in modo che
rimanga inalterata la superficie della sezione.

Ai fabbricanti di canne di armi è nota la formula di Lamé in cui, posto D/Ø = a, 
si ha (16)

Se ora proviamo a fare un esempio pratico vedremo che la formula serve per
ottenere un risultato approssimato. Essa non ci consente di valutare
adeguatamente la resistenza del bossolo nella camera di cartuccia.. Nella figura
2a si vede quale è il punto critico di una canna di carabina che invece può
essere agevolmente calcolato con la formula (15), usando i simboli indicati in
figura.

Esempio I
Dalla figura 3 possiamo acquisire i dati principali; la sezione X mostra
chiaramente che si tratta della sezione soggetta alle maggiori sollecitazioni. Sia
ora la pressione massima di una munizione usuale di 1700 at; nella prova
forzata della canna, con una sovrapressione del 30%, si arriverà a 2200 at.
Secondo la formula (14a) avremo

e dalla (15)

Dalla (16) avremo

La cartuccia di prova con una pressione di 2200 at dà, secondo la (15),

Perciò l'acciaio da usare per la nostra arma dovrebbe avere all'incirca le


seguenti caratteristiche:
Limite di elasticità di almeno 7.000 kg/cm² (o 70 kg/mm²)
Limite di allungamento di almeno 8.000 kg/cm² (o 80 kg/mm²)
Limite di rottura di almeno 12.000 kg/cm² (o 120 kg/mm²)
Con questo acciaio, denominato appunto 80/120, avremo perciò i seguenti
margini di sicurezza
Elasticità 7000/5960 = 1,17
allungamento 8000/5960 = 1,34
Rottura 12000/5960 = 2,02

Dopo la prova forzata non rimane alcuna deformazione permanente.


Ci sarebbe ancora da aggiungere che nella figura 3 sulla canna si trovano due
camme per la chiusura dell'otturatore. queste tre zone di pressione sollecitano
ulteriormente la canna. Nell'esempio 2 vedremo come tenerne conto.
Esempio 2
Ricaviamo i dati dalla figura 4
Dalla formula (14a) si ha che
Dalla (15)

e dalla (16)

La cartuccia di prova con una pressione di 800 at ci dà, in base alla (15)

Siccome l'otturatore ha una chiusura rigida, le camme produrranno anche una


forza traente longitudinale della grandezza (19)

Questa forza si distribuisce sulla superficie sezionale della canna (20) e (21)

Abbiamo quindi due diverse tensioni, σmax e σN da cui bisogna derivare una
tensione σg lungo un solo asse. Omettendo alcuni passaggi troppo complicati si
perviene alla formula (22)

Questa formula trova adeguata corrispondenza con i dati dell'esperienza in


caso di sollecitazioni statiche. Inoltre non essendo ancora ben chiariti i
fenomeni correlati al rapidissimo aumento della pressione, conviene usare la
formula ridotta (23)

L'impiego della formula (23) nel nostro esempio ci dà la tensione massima con
le munizioni di prova
Circa le caratteristiche dell'acciaio da usare, vale quanto detto all'esempio 1.
Con un acciaio 60/90 avremo, ad esempio un valore di

Applicando la formula per caldaie (6) alla pressione di 800 at avremmo

con un valore minore, per le ragioni viste.

Esempio 3

Nella figura 5 è raffigurata la sezione di un mitra; dalla figura ricaviamo la


sezione X da calcolare e gli altri dati. Il proiettile si è mosso in avanti di 4-6 mm
e si trova nella posizione in cui si verifica la massima pressione (posizione che
dipende da moltissima fattori). La cartuccia standard produrrà una pressione
massima di 2500 at e la cartuccia di prova 3250 at. La canna di 20 cm,
rastremata, ha un peso di 220 gr. Supponiamo che l'attrito medio del proiettile
sia di 150 kg e la cadenza di fuoco 10 colpi al secondo (caricatore di 30 colpi).
In base alla formula di Lamé (18) si ha

Il valore di gamma per D/Ø = 1,84 è pari a 0,77. Perciò la cartuccia normale,
secondo le formule (15) e (16) ci dà

mentre σmin sarà eguale a 1260 kp/cm².


La cartuccia di prova forzata, sostituendo nelle stesse formule il valore di 3250
a 2500, ci darà σmax = 5500 kp/cm².
Facciamo la prova con la formula (10) e avremo

Usando l'acciaio di cui al primo esempio, 80/120, 7000/8000/12.000 kp/cm².


Con la cartuccia standard (in parentesi quelli per la c. di prova) avremo valori di
sicurezza pari a
7000/4220 = 1,66 (1,27)
8000/4220 = 1,89 (1,45)
12000/4220 = 2,84 (2,18)

Se inseriamo i valori trovati nella formula (12) possiamo calcolare l'entità della
deformazione interna ed esterna alla pressione di 2500 at.
Diametro esterno

Diametro interno

Va detto infine che sono stati sviluppati altri metodi di calcolo, ciascuno dei quali
porta a risultati diversi, così che l'elaborazione matematica deve essere presa
solo come una indicazione molto approssimativa.

IMMAGINI
Nota:  Testo tratto da un articolo di K.H. Velte, DWJ 1967,952. Revisione di L.
Golino

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La fessura canna-tamburo

Revolver per suicidi!


Un inconveniente dei revolver rispetto alle pistole semiautomatiche è la
perdita di pressione dei gas in coincidenza con il gioco che necessariamente
deve esistere tra il tamburo e la canna (ma non bisogna trascurare che anche in
una pistola vi sono perdite di energia utilizzata per il movimento dei pezzi).
Questo gioco, specie in passato, poteva comportare perdite di energia del
proiettile fino al 30%, così annullando la maggior potenza nominale delle
munizioni. Tra l'altro l'influenza della fessura varia in relazione alla velocità
di combustione della polvere e quindi rende imprevedibile la velocità finale in
relazione alla lunghezza della canna, Si ricorda che i fabbricanti misurano la
velocità iniziale delle loro munizioni per arma corta in canne con culatta
chiusa e lunghe 212 mm, così che i dati di fabbrica ben poco ci dicono sulla
effettiva velocità realizzata in un'arma.

Il Nagant aveva cercato di ovviare al difetto nel suo famoso revolver in cui il
colletto del bossolo al momento dello sparo impegnava l'inizio della canna,
ma il suo sistema non poteva essere generalizzato.
Una semplice e geniale soluzione è stata escogitata nei cannoni automatici
d'aereo, con cadenza anche di 1800 colpi al minuto; in essi la parte della
camera di cartuccia compreso tra bocca del bossolo e piano di culatta della
canna è costituita da un manicotto mobile, costruito come uno stantuffo con
anelli di tenuta, che il proiettile e i primi gas che escono dal bossolo spostano
in avanti di quel minimo che basta a premerlo contro il piano di culatta ove
viene trattenuto dalla pressione stessa dei gas.

Vediamo ora di esaminare più a fondo il problema.


Il gioco tra canna e tamburo nelle pistole moderne va da 0,1 mm. a 0,25 mm il
che, con una canna di calibro 9 mm, sta ad indicare uno sfiato quale si avrebbe
da un foro di 2-3 mm di diametro. Però bisogna tener presente che al
momento delle sparo la pressione fa aumentare il gioco ulteriormente in
relazione alla qualità ed elasticità del materiale con cui è costruito il castello.
Quanto più alta la pressione dei gas, tanto maggiore sarà il quantitativo di gas
che sfiateranno.
Nei revolver in genere si usano polveri offensive a rapida combustione
(polveri vivaci) con cui il massimo della pressione si raggiunge già dopo
pochi millimetri di percorso del proiettile. La pressione è quindi già calata
quando il proiettile passa la fessura e consente ai gas di sfiatare. Queste
polveri però non sono adatte per munizioni di grosso calibro in cui le pressioni
salirebbero a livelli inaccettabili e perciò si ricorre a polveri progressive; con
queste il picco di pressione si ha con un certo ritardo che lo porta a verificarsi
in prossimità o coincidenza con la fessura, con uno sfiato e una perdita di
energia maggiore che può annullare il vantaggio della maggior potenza.

Vediamo un esempio pratico


Si abbia una cartuccia cal. 38 sp. e palla di 10,2 grammi, caricata una volta
con polvere offensiva (g. 0,237 di R1-Norma) e una volta con polvere
progressiva (g. 0,715 di R3-Norma) in modo da ottenere la stessa pressione di
1085 kg/cm² ). Per calcolare il punto in cui si trova la base del proiettile nel
momento di massima pressione ci serviamo del procedimento di Heydenreich
(vedi il capitolo sulla Balistica interna) e troviamo che esso sarà avanzato di
circa 10 mm nel primo caso e di circa 17 mm nel secondo caso. Se ora
spariamo le cartucce in una canna manometrica di 152 mm. otterremo le due
curve P1 e P2 di figura 1 da cui si vede come la polvere offensiva, a parità di
condizioni iniziali, perda più rapidamente in velocità ed in energia.

Se ora prendiamo una cartuccia cal. 357 magnum con polvere progressiva
(R2-Norma) e la spariamo prima in un'arma senza fessura e poi in un revolver
otteniamo le due curve qui sotto riportate in cui la linea tratteggiata è quella
relativa al revolver, disegnata in base ai dati medi della letteratura americana,
e da cui si ricava la perdita di pressione ed energia in relazione alla lunghezza
del percorso complessivo del proiettile nella canna (la lunghezza della canna
sarà circa 20 mm di meno) . Perdita rilevante perché superiore al 40%.
Dalla figura si rileva come la perdita sia ben maggiore se la canna è più corta;
con una canna di 64 mm, essa diventa del 50%.
Ma allora quale è la lunghezza di canna che consente di avere il risultato più
vantaggioso? Se si assume come dato di esperienza che non ha senso di
aumentare di un cm la lunghezza della canna se non si guadagna almeno lo
1% in velocità, si vede che non ha senso, per la cartuccia in esame, una
lunghezza superiore a sei pollici; per il cal. 38 sp. si otterrebbe un valore di 4
pollici.

Riporto qui alcuni dati sperimentali che dimostrano la differenza di energia in diverse
armi

Cartuccia Canna chiusa Revolver


 
152 mm 152 mm 152 mm 102 mm 51 mm
         
38 sp
 
Remington 368 J 296 J 275 J 234 J
 
Alta velocità 605 J 440 J 377 J 306 J
     
357 magnum 221 mm 212 mm

Western Super X 980 J 840 780 700 570


Remington 980 J 680 620 530 510
     
41 Magnum 212 mm 212 mm
 
Palla piombo 860 J 700 J 616 J 555 J
 
Semiciamiciata 1620 J 1420 J 1150 J 980 J
L'esperto americano Edward M. Yard già nel 1964 aveva compiuto degli
esperimenti per stabilire quanto varia la velocità in relazione alla larghezza
della fessura, usando una apposita apparecchiatura in cui questa larghezza
poteva essere progressivamente aumentata ogni volta di un centesimo di
pollice; l'esperimento consentì di accertare che già con una fessura di un
millesimo di pollice (0,0254 mm) si ha una caduta consistente di velocità, che
poi, al crescere della fessura, cala in modo lineare.

Dalla curva si vede che già con tale fessura si ha un calo del 2-3% che poi
continua a decrescere dello 0,95% per ogni millesimo di pollice in più
Come curiosità egli segnala che in alcuni casi, con una fessura di mezzo
millimetro, si verificava che il cane del revolver si riarmasse da solo,
ottenendosi una specie di revolver semiautomatico! Ciò è dovuto all'eccessivo
spazio che si crea dietro al bossolo che al momento dello sparo viene
proiettato violentemente contro il percussore.

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Spazio di testa
( ingl.: Headspace; ted.:Verschlussabstand)

Canna sezionata per mostrare la camera di cartuccia

La camera con la cartuccia inserita; chiari l'appoggio della spalla del bossolo e
il free bore

Con il termine "spazio di testa" si intende lo spazio che intercorre tra la faccia
anteriore dell'otturatore o della bascula e la superficie delle canna, esterna od
interna alla camera di cartuccia, che provvede a bloccare il bossolo nel punto
di massima introduzione.
Qualcuno lo definisce erroneamente come spazio tra la faccia anteriore
dell'otturatore e fondello del bossolo, ma questo è un dato che talvolta può
variare da cartuccia a cartuccia, mentre lo spazio di testa è un dato che attiene
alla costruzione dell'arma e quindi fisso. Ciò non toglie che, in fin dei conti, la
nozione di Spazio di testa stia semplicemente indicare quale è il giusto gioco
tra otturatore e fondello della cartuccia.
Lo spazio di testa, nel senso ora precisato, varia notevolmente a seconda del
tipo di bossolo. Esaminiamo le immagini qui sotto tratte dal famoso
Hatscher's Notebook.

Cartuccia a percussione anulare

Cartuccia con collarino

Cartuccia semirimmed
Cartuccia senza collarino con arresto sulla bocca.

Cartuccia senza collarino

Cartuccia cinturata

Nella cartuccia il cui bossolo ha l'orlo, lo spazio di testa, sarà di pochi


millimetri, pari allo spessore dell'orlo che ha per l'appunto la funzione di
bloccare il bossolo facendo contrasto con il piano di culatta, eventualmente
munito di scanalatura (munizioni a percussione anulare, munizioni per fucili a
canna liscia). La stessa cosa vale per le munizioni semi-rimmed. Invece lo
spazio di testa sarà lungo quanto l'intero bossolo se questo è rimless poiché il
bossolo viene fermato dal contrasto della sua bocca con il gradino terminale
della camera di cartuccia (munizioni per pistola) oppure dal contrasto della
spalla del bossolo con la corrispondente spalla della camera. Nel caso di
bossoli cinturati (invenzione con significato più commerciale che tecnico) lo
spazio di testa è, in teoria, misurato a partire dal risalto anteriore della cintura;
in pratica questo è spesso insufficiente ad arrestare la cartuccia ed anche la
spalla interviene a fissare il bossolo e a determinare lo spazio di testa.
Ogni tipo di bossolo ha quindi comportamenti diversi a causa di variazioni
dello spazio di testa.
Lo spazio di testa deve essere il minore possibile tenendo però conto che il
bossolo non deve interferire con il sistema di chiusura, con il percussore, con
il funzionamento semiautomatico. È chiaro che uno spazio di testa errato per
eccessiva riduzione potrebbe portare a difficoltà di chiusura dell'arma o a
difficoltà di sua apertura dopo lo sparo. Inoltre lo spazio di testa troppo corto
può portare a forzare il bossolo nella camera di cartuccia; se la bocca del
bossolo finisce per impegnare un po' l'inizio della rigatura si verificheranno
senz'altro sovrapressioni pericolosissime.
Il pericolo però, specialmente nei bossoli a bottiglia, viene senz'altro da un
eccessivo spazio di testa che può essere dovuto:

1. a difetto dell'arma per errori di produzione o per deformazioni


successive (molto probabile in vecchie armi o in armi militari
riassemblate con carrelli ed otturatori di diversi lotti di produzione e,
talvolta, persino di diversi produttori).
2. a difetto del bossolo perché di calibro errato (ad esempio confondendo
un 6,5x57 con uno 6,5x54) o perché deformato o accorciatosi nel corso
di precedenti operazioni di ricalibratura.

Se lo spazio di testa è superiore al dovuto, anche per valori di poco


superiori ad un millimetro, al momento dello sparo avvengono i seguenti
fenomeni:
1. Il bossolo si dilata alla bocca e l'attrito la fa aderire alle pareti della
camera; il fondello, non appoggiato contro l'otturatore, arretra, il
bossolo si dilata in lunghezza e spesso si provoca la sua rottura
circolare circa mezzo centimetro sopra il fondello.
2. I gas di sparo escono dalla chiusura con pericolo per il tiratore; in
alcuni casi anche il castello può scoppiare.
3. L'otturatore, se ha gioco, viene sospinto violentemente indietro con un
effetto martello (slapback) che produce ulteriori danni.

Uno spazio di testa non adeguato incide anche sulla precisione dell'arma; in
letteratura, ad esempio si leggono di problemi riscontrati nella SIG 229 cal.
357 (con appoggio sulla spalla) proprio in relazione a munizioni ricaricate che
non rispettavano lo spazio di testa corretto.
Tipica rottura per eccessivo spazio di testa

Per la misurazione dello spazio di testa occorrono particolari accessori; è


impossibile misurarlo correttamente e con la necessaria precisione al decimo
di millimetro, con calibri usuali.
Un sistema usa, per ogni calibro, tre finti bossoli di acciaio. Il primo, detto GO
Gauge deve consentire la chiusura dell'arma senza forzatura. Se vi è forzatura
l'arma può sparare di norma munizioni commerciali, ma prima o dopo potrà
capitare che l'arma scoppi.
Il secondo NO-GO Gauge viene usato su armi nuove o con canna nuova e se
si riesce a chiudere l'arma, vuol dire che è difettosa e va ricontrollata dal
produttore.
Il terzo, FIELD REJECT, da usare su tutte deve impedire la chiusura in ogni
arma; se l'arma si chiude è pericolosa e non deve essere usata. Se l'arma nuova
chiude con il NO-GO, ma non con il F-R si può concludere, con prudenza, che
è usabile, ma solo con munizioni nuove corrispondenti esattamente alle
dimensioni del calibro di prova.
Questo sistema ha però i suoi limiti, anche per il fatto che le specifiche del
CIP per le munizioni non sempre coincidono esattamente con quelle
americane del SAAMI.
È in vendita, per calibri di fucile un attrezzino (Universal headspace gauge),
con un fondello e una parte anteriore di bossolo collegati da una vite
regolabile, che consente di trovare la giusta lunghezza e poi di misurarla con
un normale calibro.
In mancanza di questi attrezzi, solo modesti consigli pratici: non usare
munizioni che impediscono una agevole chiusura dell'arma; non usare
munizioni che si inseriscono troppo oltre il piano di culatta, salvo ovviamente
particolari conformazioni della testa dell'otturatore; non usare l'arma, se il
bossolo nuovo presenta segni di rottura od allungamento; non usare cartucce
ricaricate se tendono a rompersi.

Percorso libero (ing.:Free bore, Free travel; ted.:Freiflug)


e
Percorso senza rotazione (ted.: Rotationsloser Geschossweg)
Questi due concetti riferiti al proiettile sono spesso confusi l'uno con l'altro.
Nelle munizioni per fucili a canna rigata la camera di cartuccia presenta un
corpo a cui segue la spalla, a cui segue il cono di forzamento o di raccordo
con l'inizio della rigatura della canna. Le dimensioni di questi elementi sono
fissate dal CIP e particolare importanza per le pressioni e per la precisione
assume la conformazione del cono di raccordo.
Il proiettile, prima di essere preso dalla rigatura e di iniziare a ruotare percorre
un piccolo spazio senza rotazione che non dovrebbe essere inferiore a due
millimetri: esso dipende esclusivamente dalla profondità di inserimento del
proiettile nel bossolo. Però non può essere considerato libero perché per un
certo tratto è ancora guidato dal collo del bossolo. La nozione più importante
ai fini balistici è quella del percorso libero (free bore) e cioè quel tratto che il
proiettile percorre dopo essere uscito dal bossolo, ma prima di impegnarsi
nella rigatura. Esso dipende dalla lunghezza del cono di forzamento in
rapporto alla lunghezza del corpo del proiettile. In questo spazio, anche se
molto breve, il proiettile è soggetto a forze laterali prodotte dai gas che
riescono a superarlo e a disturbare il suo inserimento nella rigatura, il che
comporta deformazioni e minor precisione. Inoltre i proiettile viene frenato
bruscamente quando si impegna nella rigatura e ciò provoca vibrazioni della
canna. Si hanno fenomeni di erosione della canna nel punto del free bore.Il
percorso libero aumenta se il proiettile ha la coda rastremata (boat-tail).
Chi ricarica deve quindi fare attenzione a che il proiettile abbia la giusta
lunghezza e il giusto inserimento nel bossolo, senza però che esso arrivi fino
ad impegnare il cono di forzamento; il verificarsi contemporaneo di più azioni
resistenti può far salire la pressione a valori pericolosi.
Per quanto concerne il normale caricamento, gli esperimenti hanno dimostrato
che se non si superano variazioni di inserimento del proiettile di ± 2 mm, le
variazioni di pressione in relazione al diverso inserimento sono trascurabili; si
è anche visto che l'aumento di pressione non comporta aumento nella velocità
iniziale del proiettile, così che tutto concorre a sconsigliare che esso si
verifichi.
In sostanza perciò, da un lato, occorre evitare che vi sia un percorso libero
perché esso influisce sulla precisione e, dall'altro lato, occorre evitare che il
proiettile della cartuccia impegni il cono di forzamento.

Come misurare il percorso libero

Prende un bossolo già sparato, ricalibrarlo e con un seghetto fare una incisione
perpendicolare nel collo, fino alla spalla. Rifinire il taglio con carta smeriglio.
Prendere ora il proiettile desiderato e sistemarlo nel collo del bossolo in modo
che questo lo tenga appena. Caricare l'arma e chiudere delicatamente
l'otturatore; così facendo il proiettile va a toccare l'inizio della rigatura e viene
sospinto nel bossolo quel tanto che basta. Misurando ora la lunghezza totale
della cartuccia si ricava la lunghezza che deve avere per ottenere un percorso
libero praticamente eguale a zero.

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BALISTICA TERMINALE

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La balistica terminale studia il comportamento del proiettile nel bersaglio. Qui ci
occuperemo solo di quei pochi problemi di balistica terminale che possono essere
oggetto di una valutazione matematica, riservando ad un'altra voce la trattazione dei
fenomeni attinenti piuttosto alla medicina legale.

Uno dei fenomeni che meglio si presta ad uno studio scientifico è quello della
penetrazione del proiettile nei vari mezzi, pur considerando che la diversità dei materiali
e la diversità di comportamento dei singoli proiettili, a seconda della loro struttura e
della velocità al momento dell'impatto, non consentono il ricorso ad un modello
matematico generale, ma soltanto a formule empiriche. Accade infatti, da un lato, che
proiettili ad alta velocità si deformino facilmente all'impatto e, d'altro lato, che proiettili
molto veloci non facciano a tempo a trasferire la loro energia al bersaglio.

Punto di partenza per calcolare la penetrazione del proiettile nella maggior parte dei
materiali è la sua energia cinetica o forza viva; essa può essere calcolata con la formula

in cui G rappresenta il peso in grammi e V la velocità in m/s. Se si elimina il valore 9,81


si ottiene il risultato in Joule (1kgm = 9,81 J). Qui trovate un piccolo programma per
il suo calcolo in Joule..

Le formule che proporremo sono state elaborate per proiettili di pistola incamiciati ed a
punta tondeggiante e presuppongono un impatto sul bersaglio ad angolo retto. Se il
proiettile colpisce il bersaglio con un angolo minore, il che può accadere per effetto dei
movimenti di precessione, anche se il piano del bersaglio è perpendicolare alla
traiettoria), la sua capacità di penetrazione sarà naturalmente minore fino a giungere,
oltre un certo angolo, al rimbalzo.

Nell'attraversare materiali in più strati può anche accadere che il proiettile, che inizia a
penetrare già inclinato, venga ulteriormente deviato nell'attraversamento del primo
strato, così da non essere più in grado di attraversare il secondo su cui scivola
semplicemente (è all'incirca il fenomeno per cui un raggio di luce viene rifratto quando
dall'aria penetra nell'acqua). In linea di massima i risultati ottenibili con le formule sono
utilizzabili anche per proiettili di carabina e per proiettili non incamiciati in quanto lo
scarto nella penetrazione rispetto al proiettile tipo, se non intervengono deformazioni,
può assumersi come costante e lineare e quindi facilmente verificabile in via
sperimentale; ad esempio si riscontra sperimentalmente che la penetrazione di proiettili
di piombo nel legno o nel ferro è inferiore di circa il 20% rispetto a quella di un
proiettile incamiciato di eguale calibro. Particolare cautela occorre nell'applicare le
formule a proiettili semicamiciati, proprio per la grande varietà di deformazioni che
possono subire.

Nelle formule che seguito i simboli sono usati, salvo diversa indicazione, con il
seguente significato:
P: penetrazione in cm riferita alla punta del proiettile
E: in chilogrammetri
V: velocità di impatto in m/s
G: peso in grammi
C: calibro in mm.
S: sezione del proiettile in cmq

Penetrazione nel ferro


La penetrazione di proiettili nel ferro (blindature, carrozzerie, ecc.) è stata oggetto di
ampi studi in campo militare e la formula più usata è quella di Krupp

con cui possono risolversi problemi quali:


- un proiettile di pistola cal. 9 Para può perfora la blindatura di un'auto a 100 metri di
distanza?
- quale velocità possiede il proiettile dopo aver perforato una lamiera di un millimetro?

Si badi che la formula di Krupp è valida solo per l'attraversamento di uno strato
omogeneo di metallo; ad esempio un proiettile cal 9 Para perfora alla velocità di 330
m/s una piastra di circa 2,1 mm di spessore o tre piastre da 0.7 mm pressate assieme; se
invece le tre piastre sono distanziate l'una dall'altra, ad es. di un centimetro si assiste al
fenomeno un po' paradossale ma scientificamente spiegabile, per cui ne perfora ben 15
per un totale di 10,5 mm ! Si veda apposita voce La perforazione di lastre sottili

Penetrazione nel legno

La penetrazione nel legno di abete è presa comunemente come indice dell'efficacia di un


proiettile. Essa può essere calcolata con la formula di Weigel

oppure con quella di Hatscher che ha il vantaggio di tener conto del fattore di forma i, il
che è utile specialmente per proiettili di fucile

Penetrazione nell'osso

La formula che per proiettili idi pistola incamiciati fornisce i migliori risultati è
Per proiettili a punta arrotondata si deve sostituire la costante 0,44 con 0,30 e per
proiettili wad-cutter con la costante 0,15.

Dalla velocità al momento dell'impatto vengono detratti 60 m/s che rappresentano la


perdita di velocità per effetto del solo impatto; ciò significa, in altre parole, che un
proiettile con velocità inferiore a 60 m/s produce sull'osso solo un effetto contusivo, ma
non ne spezza il tessuto. Questa cosiddetta velocità limite di 60 m/s è riferita a proiettili
per pistola a punta tondeggiante o a palle sferiche; nel caso di proiettili con elevata
densità sezionale oppure molto appuntiti, è chiaro che la velocità limite sarà inferiore.
Se il proiettile attraversa altri tessuti (indumenti, muscolo), bisognerà ovviamente
tenerne conto.
Il Sellier fornisce anche la formula per calcolare la perdita di velocità al passaggio di un
certo spessore di osso. La formula è
Vr = Velocità residua
Vo = Velocità operante dopo aver tolto i 60 ms liminari
Calibro in cm
Peso in grammi
S spessore osso perforato in cm

Vr = Vo* [(1 - 2,3 * (10^4/Vo^2) * S*C/G)]^(1/2)

Ad esempio se un proiettile C = 0,635 di P = 3,2 gr inizia a lavorare sull'osso a 120


m/s , nel perforare 0,5 cm perderà 10 m/s (esempio del Sellier).

Penetrazione nella cute

Il limite di velocità a cui un proiettile è ancora in grado di bucare la cute umana è stata
studiata per proiettili di pistola o per palle sferiche e risulta valida la formula del Sellier

in cui Ds rappresenta la densità sezionale. Questa è data dal rapporto G/S.


Dalla formula si ricava, ad esempio, che un pallino da caccia di 3 mm di diametro non
riesce a perforare la pelle, ma procura solo una contusione, se non raggiunge la velocità
di 78 m/s.
La stessa formula può essere usata anche per indumenti; sostituendo il valore +100 a
+22 si ha la velocità limite per la tuta da combattimento americana a sei strati di tessuto.

Il Kneubuehl ha successivamente ridefinito il concetto di velocità limite, come quella


del proiettile (o scheggia) che con grande probabilità su di un corpo nudo non
provocherà alcun danno, individuando quindi l’energia limite in 0,1 J/ mm2 per la cute e
in 0,06 J /mm2 per l’occhio. L’esperienza insegna che un giocattolo soft-air può
provocare danni all’occhio di un bambino già con 0,025 J /mm2.
Si ottiene quindi la seguente tabella.

Proiettile Peso Cute Occhio


gr Vl / E/J Vl / ms E/J
ms

2 mm pallino 0.047 116 0,3 90 0,2

3 mm pallino 0,16 94 0,7 73 0,4

4 mm pallino 0,38 81 1,3 63 0,8

4,5 diabolo 0,53 77 1,6 60 1,0

22 l. r. 2,55 44 2,5 34 1,5

9 mm para 8 40 6,4 31 3,8

38 special 10,2 35 6,4 27 3,8

45 Auto 14,8 37 10,2 29 6,1

223 Rem. 3,56 37 2,4 29 1,5

7,62x39 Kal. 8 34 4,6 26 2,7

7,5 GP11 11,3 28 4,4 22 2,7

Si tenga presente che un proiettile pesante con Energia superiore a 4 J provoca


comunque un ematona.
Per ottenere valori di sicurezza non si dovrebbe superare la metà del valore di E indicato
in tabella.

Penetrazione nei tessuti molli del corpo umano

Sulla base di studi compiuti sulla gelatina balistica il Sellier è pervenuto alla formula

in cui dalla velocità di impatto V viene detratta la velocità limite relativa alla cute, il cui
spessore viene però computato come spessore di tessuto muscolare
Le formule sopra riportate non sono solamente delle curiosità matematiche, ma possono
orientare nella soluzione di problemi di balistica giudiziaria, di cui si riportano alcuni
esempi.

1) Un uomo è stato colpito da un colpo di pistola da circa 100 metri di distanza che ha
forato il cranio da parte a parte per complessivi cm. 1 di osso; è possibile che sia stata
usata una cal. 7,65 ACP?

Un tale proiettile con velocità iniziale di 285 m/s, a 100 metri ha ancora una velocità di
240 m/s. Le perdite di velocità che subisce all'impatto sono di 35 m/s per impatto con la
cute e di 60 m/s per l'impatto sull'osso; 10 m/s li perde nella perforazione dei primi 5
mm. di osso ed entra quindi nel cervello alla velocità di 135 m/s; a questa velocità
perfora 12 cm di tessuti molli perdendo altri 35 m/s; ulteriori 60 m/s li perde all'impatto
con la parete opposta del cranio e altri 10 m/s per la sua perforazione. Residuano quindi
solo 30 m/s, proprio al limite della possibilità della completa perforazione
(sperimentalmente si è accertato che da distanza ravvicinata solo l'80% dei proiettili cal
7,65 perfora il cranio da parte a parte; è quindi possibile, ma improbabile che vi sia
riuscito a 100 metri di distanza).

2) Una persona viene colpita da un colpo cal. 9 Para da circa 100 metri di distanza, con
perforazione della colonna vertebrale e fuoriuscita dalla parte opposta. È sufficiente un
colpo di pistola (V= 280 m/s) o deve ipotizzarsi un colpo di mitra (V= 400 m/s) ?

Le perdite di velocità sono di 60 m/s per impatto e attraversamento cute ed abiti, 60 m/s
per impatto con l'osso spesso 2 cm, 20 m/s per la sua perforazione; rimangono solo 140
m/s insufficienti per perforare tutto il ventre e la cute e gli abiti nella parte anteriore;
deve quindi ipotizzarsi che il colpo sia stato sparato con un mitra.

Attenzione; nel fare questi calcoli attenzione a non sottrarre due volte la velocità limite!

Penetrazione in materiali vari


Per il calcolo della penetrazione in vari materiali, quali terra o mattoni, si può usare la
formula di Petry in cui P è il peso in gr, C il calibro in mm, V la velocità di impatto in
ms e k un coefficiente con il seguente valore

0,016 Acciaio

0,025 lega di acciaio

0,64 muro di cemento

0,94 muro di pietra

1,63 muro di mattoni


2,29 terreno sabbioso

3 terreno normale erboso

0,336 pietra calcarea

4,565 terreno soffice

5,87 terreno argilloso

La formula richiede che lo spessore totale del materiale sia almeno tre volte quello
calcolato; se è inferiore, la penetrazione aumenta.
La penetrazione Pn ( o D) in cm sarà data da

oppure, se proprio si vuole la formula nella sua originaria precisione matematica

Quale riscontro si tenga presente che per un proiettile di pistola cal 7,65, la penetrazione
in terra sabbiosa sarà di circa 17 cm. Qui trovate un piccolo programmino per eseguire il
calcolo.
Penetrazione sperimentale in cm del proiettile militare 30-06 (V o =845 m/s,
P= 9,7 g) alla distanza di 180 metri

                            media          massima

Ghiaia                   17,7             20


Muro di mattoni    11               16.5

Sabbia asciutta      18,5            20,7


Sabbia bagnata     18,5             23,3
Argilla                   62               73,5
Terra sciolta          50               50

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La perforazione di lastre sottili e la deformazione del proiettile
  (Adattato da uno studio di W. Weigel, DWJ 1973/8/ pag.780)

I numeri indicano la posizione della lastra

Un proiettile 9 para sparato alla velocità di 350 ms è in grado di perforare 2,3


mm di piastra d'acciaio come può calcolarsi con la formula di Krupp.
Se però si sistemano una serie di lastre sottili, ad es. da 0,7 mm, alla distanza di
due cm circa l'una dall'altra si scopre che non ne vengono perforate tre, come ci
si attenderebbe in base alla formula o cinque se si calcola la quantità di energia
dissipata da ogni lastra, ma bensì 15, con arresto della palla contro la
sedicesima, che rimane ben deformata. Si scopre poi che i fori nelle prime 9
piastre sono precisi, rotondi e appena inferiore al diametro del proiettile; dalla
decima in poi sono irregolari e di diametro superiore. Dalle prime 9 lastre
vengono tranciati dischetti di 7 mm. di diametro; nelle piastre 10-11-12 il
metallo è rivoltato all'infuori a corona e la deformazione sfrangiata cresce nelle
lastre successive. Si constata che la deformazione del proiettile inizia solo a
partire dalla 10° piastra.
Vediamo la spiegazione matematica del fenomeno.
Sia M la massa del proiettile che ipotizziamo cilindrico, m la massa del
dischetto tranciato, Vo la velocità di impatto. V1 la velocità del proiettile e u la
velocità del dischetto dopo l'attraversamento.
In base alle formule fisiche sull'impulso e la conservazione di energia, si avrà

M · Vo = M · V1 + m · u
M · (Vo)2 = M · (V1)2 + m · u

Da cui si ricava
u = Vo + V1
 

L'energia trasmessa al dischetto dall'urto deve quindi essere sufficiente per


tranciarlo. Il rapporto tra le velocità del proiettile prima e dopo l'impatto è
quindi costante e viene indicato con la lettera a.
Vale a dire che se vengono perforate a questo modo x lastre con un urto
esclusivamente elastico, si avrà
Vx = Vo · ax
E per l'energia
Ex = Eo · a2x

Rimangono da perforare y lastre. Il lavoro di tranciatura richiesto sia A.


L'energia residua si ripartirà su y perforazioni secondo (Formula 1)

y · A = Eo · a2x

Il punto limite a questo effetto si raggiunge quando l'energia del dischetto


tranciato diventa più piccola del lavoro necessario.
A = (m · u2) / 2
Poiché u = Vo + V1 si può scrivere (Formula 2)

A = 1/2 · m ·(Vo)2 · (ax-1 + ax)2

Essendo noti A, m, Vo si può calcolare x dalla formula 2 e poi y dalla formula 1.


Il numero complessivo di lastre forate con tranciatura sarà pari a x + y

Esempio di calcolo
Sia il proiettile in cui M = 8 g, Vo= 350 ms, Eo = 50 kpm; lo spessore delle
piastre sia 0,7 mm e quindi la massa del dischetto m = 0,35 g. Si avrà
a = ( 8 - 0,35) / (8 + 0,35) = 0,87
5
Se si pone la resistenza del materiale alla tranciatura pari a 5000 kp/cmq si ha
A= 0,7 kpm circa e la formula 2 diventa
0,7 = 1/2 · (0,35 · 10-4) · 3502 · (0,875x-1 +0,875x)2

da cui x - 1 = 8,9
Vale a dire che vengono perforate 10 lastre in modo elastico; le restanti in modo
anelastico, come già sperimentato.

La deformazione del proiettile


La deformazione del proiettile subentra solo dopo la decima lastra quando la
velocità si è ridotta a
V = 350 · 0,8759 = 105 ms

Presupposto per la deformazione è quindi un urto anelastico.


Per studiare meglio il fenomeno, prendiamo diversi materiali e ciò legno di
faggio con lo spessore s e palla di piombo nudo.
Per il legno di faggio si ha (Formula 3)
S = c · [(Vo)1,5 - (V1)1,5]

Ponendo c = (0,01 · M) / k 2 (si ricorda che per il legno di abete c è tre volte
maggiore)
Si può quindi calcolare la velocità di uscita V 1 e la perdita di velocità Dv.(il
simbolo D sostituisce il Delta maiuscolo greco
Il tempo di attraversamento sarà dato da
Dt = (2 · s) /(Vo + V1)

e la forza che agisce sul fronte del proiettile


K = (M · Dv) / Dt

Ora si trova la parte di energia che agisce deformando il proiettile rispetto alla
energia totale consumata se trasferiamo questo sistema al proiettile in volo.
Data la perdita di velocità Dv, l'energia per la deformazione sarà (Formula 4)
Es = M · (Dv)2 / 2

La forza occorrente Ks è uguale alla resistenza alla deformazione:


R=F·P

Ks = F · D

Ove F è la superficie della sezione del proiettile e P la durezza del piombo.


Infine l'accorciamento x del proiettile sarà dato da
x = Es / Ks

La forza K diminuisce in direzione della base del proiettile in modo più che
lineare poiché la massa "spingente" diviene sempre più piccola. La
deformazione cessa quando K = F · D. Poiché la forza non è costante lungo il
percorso del proiettile non si ottiene un proiettile più corto ma di maggior
dimetro, bensì un proiettile a fungo.
Esempio di calcolo
Sia s = 1cm, M = 10,2 , Vo= 300 ms, D = 700 kp/cmq, sarà per la formula 3

da cui
V1 = 269 ms; (v = 31 ms
E in base alla formula 4

Anche Ks sarà eguale a 441.

L'accorciamento sarà dato da x = 0,487/441 = 0,0011 mm

Se si calcola l'accorciamento alle varie velocità si ottiene (valori arrotondati)

Vo V1 Dv Es K x
300 269 31 0,487 900 1.10
250 215 35 0,625 830 1,41
200 160 40 0,816 735 1,85
150 103 47 1,120 605 2,53

Si conclude quindi che il proiettile viene tanto più deformato quanto più bassa è
la velocità d'impatto. Conclusione confermata dagli esperimenti del Sellier che
nella perforazione di ossa cave ha riscontrato una deformazione completa a 150
ms mentre a 370 ms si verificava solo una minima deformazione della punta del
proiettile. A velocità intermedia (250 ms) il proiettile era deformato solo per un
terzo.
Nella perforazione di ossa del cranio il proiettile si deforma a fungo già a basse
velocità.
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Potere d'arresto - Stopping power

Con il termine "potere di arresto" o "Stopping Power" si indica la


capacità di un proiettile di rendere l'avversario (o il selvatico aggressivo)
immediatamente incapace di agire o di reagire anche se non colpito in
punti proprio vitali.
In molti casi, specie in combattimento, non ci si può permettere che il
nemico colpito e pieno di adrenalina abbia ancora la possibilità di
rispondere al fuoco.
Questa capacità del proiettile dipende da vari fattori:
1) L'energia che sta ad indicare il lavoro meccanico che il proiettile può
compiere sui tessuti del corpo; più energia ha il proiettile, tanto più esso
può penetrare protezioni e muscolo, tanto più può spezzare ossa. Ma
attenzione, quella che conta non è l'energia assoluta, ma quella che il
proiettile riesce a cedere.
2) La deformabilità del proiettile e quindi la sua struttura, poiché essa gli
consente di cedere maggior energia al corpo e su di un'area più ampia.
3) La capacità di penetrazione e quindi la sua forma e struttura, che deve
essere tale da non far uscire il proiettile dal corpo oppure di farlo uscire
con una energia residua minima.
4) La velocità del proiettile poiché da essa dipende l'energia e perché
quanto maggiore è la velocità, tanto maggiore è l'onda d'urto che si
propaga nel corpo. Un proiettile lento può passare ad un cm dal cuore
senza fargli alcun danno; un proiettile veloce può danneggiarlo anche se
passa a 20 cm da esso. Quando il proiettile viaggia a velocità
supersonica (oltre 340 m/sec circa) crea avanti a se il cono di Mach e la
relativa onda d'urto (si veda il capitolo Acustica dello sparo) e, quando
entra in un corpo elastico, un'onda di compressione che all'allontana i
tessuti in direzione perpendicolare al tramite. Si crea quindi una cavità a
forma conica allungata, con la parte sottile in avanti; la cavità è tanto
maggiore quanto meno elastico è il tessuto. La pressione creata dal
proiettile fa sì che solo la punta viene a contatto con i tessuti in quanto si
crea un tramite che è maggiore del diametro del proiettile. La cavità che
si è creata, dopo pochi millisecondi si richiude ma, non essendosi ancora
esaurita l'energia, rimbalza alcune volte così che la cavità si comporta
come un corpo pulsante.
La cavità di cui abbiamo parlato viene detta "cavità temporanea", ma più
propriamente si deve distinguere:
- la cavità permanente o tramite che è la zona di tessuti strappati con
danni macroscopici, per effetto dell'espansione della cavità.
- la zona emorragica (zona di extravasatazione) caratterizzata da piccole
emorragie che diminuiscono via via che ci allontana dalla zona del
tramite; è la zona in cui i tessuti sono stati allungati e stirati ma con
conseguenze solo sui piccoli vasi e nervi.
La somma di queste due cavità ci dà la cavità temporanea il cui volume è
proporzionale alla energia ceduta secondo questi parametri: il tramite è
pari a cmc 0,3 per ogni chilogrammetro di energia ceduta, la zona
emorragica è pari a cmc 3,5 per ogni kgm, la cavità temporanea a cmc
7,7 per ogni kgm (per l'acqua il coefficiente sarebbe 87, ben 11 volte
superiore!).
Il problema sta nel definire la capacità del proiettile di cedere energia.Se
si prendono due proiettili con eguale energia quello di minor calibro (e
quindi con maggior velocità se si vuole ottenere la stessa energia di
quello più pesante) cede maggiore energia ai tessuti attraversati perché la
cessione è inversamente proporzionale alla densità sezionale ed è per
questo motivo che l'orientamento attuale per i fucili è quello di proiettili
di piccolo calibro, ma ad alta velocità. La cessione di energia è maggiore
se il proiettile si deforma e aumenta quindi il suo calibro momentaneo; la
cessione è anche maggiore quanto maggiore e l'angolo di precessione del
proiettile: in altre parole se il proiettile non è ben stabilizzato; tra l'altro
un simile proiettile crea una cavità temporanea irregolare e "bitorzoluta".
L'effetto "esplosivo" è particolarmente accentuato con proiettili aventi
velocità superiore a 800 m/sec.
Ricordo che l'effetto di spinta all'indietro del proiettile, come si vede
nella maggior parte dei film è del tutto inesistente; non è vero che un
uomo o un selvatico colpito da un proiettile venga rovesciato o spinto
all'indietro o che la sua corsa verso il tiratore venga rallentata per effetto
dell'impatto del proiettile; anzi l'esperienza venatoria insegna che è più
probabile che l'animale colpito da fermo cada verso il tiratore! Se ad
esempio un leone di 150 kg carica un cacciatore balzandogli contro alla
velocità di 20 m/sec e gli si spara contro con un proiettile da sei grammi
alla velocità di 600 m/sec, la matematica ci dice che la velocità del leone
diminuirà al valore dato dalla formula

VL= (0.006 * 600 - 150 * 20)/(0,006 + 150) = 19,97 m/sec

Vale a dire di 3 cm al secondo!

Sono stati effettuati vasti studi per cercare di determinare un criterio


scientifico per valutare il potere di arresto di un proiettile, ma con
scarsissimi risultati. E in effetti la ricerca aveva poco senso. Si consideri
che per le armi corti i calibri in uso sono una diecina e che non ha senso
studiare una formula matematica per un così ridotto ambito di
applicazione; si fa molto più presto a compilare una tabella con i risultati
degli esperimenti compiuti!
Ad ogni modo, visto che è un argomento molto seguito, riporto qui le
varie formule in uso.

Hatscher nel 1934, dopo molti esperimenti ritenne di poter formulare la


seguente formula che dà un coefficiente detto Relative Stopping Power
(RSP) valido per i proiettili per arma corta

RSP = P/ g * V * S * F * 1000

in cui P è il peso in pound. g è la gravità (=32,16), V è la velocità in ft/s,


S è la superficie in pollici quadrati ed F è un fattore da 0,9 a 1,5 a
seconda del tipo di proiettile (0,9 per camiciati, 1 per proiettili di piombo
a punta tonda (RN), 1,10 per semiwadcutter, 1,25 per wadcutter oppure
per parzialmente camiciati, 1,5 per hollow point). Josserand, studioso
francese, ha proposto invece la formula STP = Energia per sezione di
impatto e cioè

STP= (P * V2 * C 2 *4) / 107

in cui il Peso è espresso in grammi, la Velocità in m/s e il Calibro in


mm.

Tailor, leggendario cacciatore africano, autore di un libro su armi e


cartucce per tali cacce, ha proposto il fattore TKO (Tailor Knockout). Il
valore di TKO eguale ad 1 indica il minimo necessario per uccidere un
uomo a breve distanza; per difesa si ritengono necessari valori tra 4 e 12;
con 40 punti si ferma un elefante. La formula è data (in misure
anglosassoni grani * piedi *pollici) da

TKO = (P * V * C) /7000

e, tradotta in misure decimali (grammi * m/sec * mm)

TKO = (P * V * C) / 3500

Weigel infine propone di prendere come parametro semplicemente il


volume della cavità scavata dal proiettile nel legno di abete; criterio
valido per i proiettili per arma corta, ma non per quelli da caccia veloci
poiché non prende in considerazione gli effetti dell'onda idrodinamica.
La relativa formula è

Vol = 0.000234 * P * V1,5 cmc.

la quale effettivamente consente di ordinare i vari calibri in una


sequenza più logica di quella ottenibile con le altre formule.
Al fine di semplificare la vita a chi volesse fare esperimenti con queste
formule, le ho riunite in un semplice programmino sotto DOS da
scaricare qui.

Gli studi più noti sono:


- The Thompson & LaGarde tests,Ordonance Dept. US Army, 1903; si
sparò su carccse di animali e cadaveri;
- The RII (relative incapacitation index), National Institute of Justice,
1972;
- The FBI tests, Quantico Academy, 1980; con spari su materali diversi
- The FBI study, Quantico Academy, 1987;
- The Police Marksman/Fairburn tests, 1989; in base a dati statistici
- The Navy/Crane 9 mm ammo tests, Naval Weapons Support Center,
1991;
- The Strasbourg tests, 1991 di cui ora riferiamo più ampiamente.

Nel 1991 una associazione privata ha svolto una serie di studi


utilizzando come cavie capre tutte della stessa razza “alpina francese” e
del peso uniforme di circa 80 kg. Ogni animale era monitorato
elettronicamente e sistemato nella stessa identica posizione; poi veniva
sparato un colpo dalla distanza di 3, 5 m. su di un fianco, in zona
polmonare; gli strumenti e una telecamera registravano gli effetti dello
sparo. Se l’animale non era morto entro 60 secondi, veniva ucciso
immediatamente. Poi veniva eseguita l’autopsia e sulla base di tutti i dati
( pressione del snague, attività cerebrale, ecc.) si cercava di stabilire un
indice che correlasse il singolo proiettile agli effetti incapacitanti. Il test
venne eseguito su 610 capre usando 5 pistole e tre revolver con proiettili
di vario tipo nei calibri 38 sp. 357 mag., 360 auto, 9 para, 10mm, 40 auto
e 45. I risultati vennero quindi trasformati in un indice detto AIT
(Average incapacitation Time) che indica il tempo medio impiegato
dalla cavia per crollare a terra. Con il cal. 38 sp. si è verificato spesso
che la capra non cadeva e doveva essere uccisa.

Non è il caso di esporre i risultati perché con tutti i calibri, salvo il 38 sp.
e il .380, si sono ottenuti tempi medi inferiori ai 10 secondi con i risultati
migliori per il 357 magnum, attestatosi attorno ai 7,5 secondi. In
conclusione uno studio del tutto inutile.

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La traiettoria utile

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Figura I

La balistica esterna ha il compito di consentire il calcolo di gittate di ogni


genere, sia per proiettili di piccolo calibro che di artiglierie.

Alla maggior parte delle persone accade però ben di rado di dover calcolare
traiettorie di chilometri, ma hanno bisogno di conoscere i dati di tiro della
propria arma nell'ambito della gittata di pratico impiego, vale a dire tre o
quattrocento metri al massimo per i fucili a palla e un centinaio di metri al
massimo per le armi corte.

I dati relativi a questo tipo di traiettoria possono essere calcolati con ottima
precisione, partendo dai pochi dati forniti dal produttore delle munizioni o dai
dati misurati con un cronografo. Il calcolo, relativo a traiettorie molto tese e
con angolo di proiezione minimo, richiede una notevole precisione poiché non
si può trascurare, come avviene per le lunghe gittate, la circostanza che la
linea di proiezione non coincide con la linea di mira.

Come si vede dalla figura I, in cui la curvatura della traiettoria è stata


volutamente esagerata per meglio rappresentare il fenomeno, la traiettoria
interseca due volte la linea di mira; una prima volta ad una distanza di 20-40
metri dalla bocca dell'arma e una seconda volta alla distanza per la quale
l'arma è stata azzerata.

Un primo punto di partenza per lo studio della traiettoria venatoria è dato dalle
tabelle balistiche che le fabbriche di munizioni forniscono per le proprie
cartucce e di cui quindi occorre apprendere l'uso ed il significato.

Le tavole europee hanno il contenuto di quella qui riportata per una cartuccia
della RWS
Cartuccia RWS 7x64 HMK - DATI BALISTICI
Peso del proiettile 11,2 gr
Peso della polvere 3,75 gr
Lunghezza del proiettile 34 mm
Lunghezza della canna 650 mm
Pressione massima 3600 kg/cm²
Velocità a 10 m. 840 m/sec

Distanza Energia Velocità Tempo di


m Kgm m/sec volo sec
0 412 850 0
50 370 805 0,060
100 334 765 0,123
150 300 725 0,190
200 272 690 0,260
300 219 620 0,411

DISTANZA DEL PUNTO DI IMPATTO DALLA LINEA DI MIRA IN CM

Dist DOA a Con cannocchiale e taratura a: Senza cann.


m m 170 100m 150m 200m 300m 100m

50 +1,5 -0,5 +0,5 +2,5 +6,5 +1


100 +4 * +2,5 +6 +14 *
150 +2 -4 * +5 +17 -5,5
200 -4,5 -12 -7 * +16 -15
300 -31 -42 -35 -24 * -48

Il significato dei dati è presto detto; sono indicate le ordinate progressive di


cinque traiettorie secondo cinque diverse distanze di azzeramento e con
impiego di cannocchiale (convenzionalmente supposto avere l'asse ottico a 5
cm sopra l'asse della canna) e quelle di una traiettoria con impiego dei punti di
mira meccanici, convenzionalmente supposti essere a due cm sopra l'asse
della canna. È indicata inoltre la traiettoria per la distanza ottimale di
azzeramento (DOA), con cannocchiale.

I dati ci dicono quindi che per un azzeramento ottimale a 170 metri, se il


bersaglio è posto a 100 metri il proiettile colpirà 4 cm più in alto e che se il
bersaglio è posto a 300 metri il proiettile colpirà 31 cm più in basso rispetto al
punto mirato.
I valori delle ordinate sono riferiti, si ripete, a linee di mira convenzionali;
quindi per avere dati veramente precisi, validi nel caso specifico, occorre
misurare l'effettiva distanza tra asse del cannocchiale e asse della canna (ad
esempio esso può essere superiore a 5 cm nei combinati); occorre poi tener
conto delle variazioni di velocità del proiettile a seconda della lunghezza della
canna e degli altri fattori già visti. Nella tabella è indicata molto
opportunamente anche la velocità a 10 metri dalla volata perché la velocità
iniziale viene calcolata teoricamente da essa.

Le tabelle dei paesi anglosassoni sono alquanto più sintetiche ed in genere,


invece di indicare le ordinate progressive, si limitano ad indicare il valore
della mid-range trajectory e cioè il valore dell'ordinata presa a metà della
gittata e misurata rispetto alla linea di sito. Talvolta esse sono compilate
secondo il modello europeo ma con i dati riferiti a 100, 200, 300 yarde e
secondo una linea di mira per cannocchiale pari a un pollice e mezzo (3,8 cm)
sopra l'asse della canna.

Un concetto da chiarire è quello delle distanza ottimale di azzeramento


(DOA): questa indica quella gittata alla quale la traiettoria percorsa dal
proiettile non supera mai la distanza (positiva o negativa, di 4 cm dalla linea
di mira; in altre parole ciò significa che se la DOA di un proiettile è di 170
metri, qualunque bersaglio posto tra la bocca dell'arma e tale distanza (alla
quale debbono aggiungersi 20-30 metri in cui il proiettile scende al di sotto
della linea di mira per un valore inferiore e 4 cm, verrà colpito con uno scarto
massimo di 4 cm riferito alla linea di mira. Questo ovviamente in linea teorica
se non intervengono cause di dispersione del tiro. È chiaro che la DOA ha
interesse solo per il cacciatore il quale non può di certo mettersi a misurare la
distanza a cui si trova il capo di selvaggina e pretende solo di colpire più o
meno dove ha mirato, senza preoccuparsi della curvatura della traiettoria. Se
invece si spara ad un bersaglio ad una distanza ben definita, l'arma deve
comunque essere azzerata per detta distanza affinché l'errore di puntamento
non sia eccessivo e non si cumuli con gli altri fattori di dispersione del tiro.

In alcune tavole anglosassoni è indicata anche una distanza ottimale di


azzeramento a breve distanza (10-30 metri) il cui significato sarà subito chiaro
osservando la figura I: siccome la traiettoria incontra due volte la linea di
mira, invece di azzerare l'arma rispetto al punto DOA, è possibile azzerarla al
punto dove la traiettoria incontra la linea di mira per la prima volta; ciò può
tornare utile quando non si disponga di una sufficiente distanza sul poligono e
ci si accontenta di una prima taratura approssimativa.

Giova ricordare che i dati più attendibili forniti dalle tabelle sono quelli
relativi ai tempi di volo, facilmente misurabili, ed alle velocità residue alle
varie distanze; invece le ordinate progressive in genere non vengono misurate,
ma sono calcolate e spesso risentono di errori derivanti dal sistema di calcolo
usato.

Per eseguire calcoli relativi ad una data traittoria utile, fino a circa 500 metri,
occorre apprendere come sia possibile integrare ed estendere i valori tabellati.

Nei calcoli che seguono abbiamo sempre preso come base i dati della tabella
del proiettile 7x64 HMK della RWS.

Calcolo dei tempi di volo intermedi


Il tempo di volo è dato dal rapporto tra spazio percorso e velocità

t = s/v

ove v sta ad indicare la velocità media del proiettile nel tratto in questione.
Una sufficiente approssimazione si ottiene assumendo come velocità media la
velocità a metà percorso così che il tempo di volo a 100 metri sarà dato da 100
diviso per la velocità a 50 metri, quello a 150 dividendo 150 per la velocità a
75 metri, ecc.

Ad esempio dovendosi cacolare il tempo di volo a 200 metri, si dividerà 200


per la velocità a 100 metri di distanza, pari a 765 m/sec, ottenendosi t = 0,261
sec (in tabella 0,260).

Se la velocità a metà percorso non è nota, potrà usarsi il valore ottenuto


facendo la media tra valore iniziale e finale sul tratto.

Ad esempio il tempo di volo per la distanza di 75 metri si otterrà dividendo 75


per la media tra 805 e 765 (= 785 m/sec), ottenendosi t = 0,095 sec.

Nota: la media può essere aritmetica (sommare i due valori e dividere il


risultato per due) oppure geometrica (moltiplicare i due valori ed estrarre la
radice quadrata). Un valore perfetto può ottenersi trovando le due medie,
facendo la media aritmetica e la media geometrica dei due valori trovati e
così via, finché i due valori coincidono.

Calcolo delle velocità noti i tempi di volo


Questo sistema è dovuto a W. Weigel e, oltre ad essere molto preciso, è
veramente utile al comune sperimentatore poiché il tempo di volo alle varie
distanze è il dato più facilmente misurabile con gli apparecchi elettronici in
commercio. La precisione ottenibile dipende evidentemente dalla esattezza dei
dati a disposizione e quindi, per quanto possibile, si deve evitare di ricorrere a
data interpolati, quali quelli ottenuti nell'esempio precedente.
Il Weigel parte dalla considerazione che la perdita di velocità in un
determinato tratto della traiettoria dipende dal coefficiente balistico del
proiettile e dalla velocità a metà di essa; così, ad esempio, il calo di velocità
da V50 a V100 è calcolabile in funzione di V75; ogni differenza di velocità tra due
punti simmetrici rispetto alla distanza di 75 m sarà esprimibile in funzione
della stessa V75. Si potrà quindi scrivere, ad esempio

Vo - V150 = 3 (V50 - V100)

e così via.

Se ora noi disponiamo dei tempi di volo a 100-200-300 metri, possiamo già
calcolare direttamente tre velocità a 50-150-250 metri e cioè:

V50 = 100/0,123 = 813 m/sec

V150 = 100/ (0,260 - 0,123) = 729 m/sec

V250 = 100/ (0,411 - 0,260) = 662 m/sec

Per il punto intermedio di 125 m. si potrà egualmente scrivere

V50 - V200 = 3 (V100 - V150)

e per il punto intermedio di 175 metri:

V100 - V250 = 3 (V150-V200)

E da queste relazioni si ricava

V100 = (3V50 + 6V150 - V250) / 8

Nell'esempio sarà quindi

V100 = (3·813 + 6·729 - 662) / 8 = 768 m/sec

V200 = (6V150 + 3V250- V50) / 8 e quindi

V200= (6·729 + 3·662 - 813) / 8 = 693 m/sec

V0 = 3 (V50 - V100) + V150

V0 = 3·(813 - 768) + 729 = 864 m/sec

V25 = (3V0 + 6V50 - V100) / 8

V25= (3·864 + 6·813 - 768) / 8 = 837 m/sec


V300 = V100 - 2(V150 - V250)

V300 = 768 - 2(729 - 662) 634 m/sec

V400 = V0 - 2(V100 - V300)

V400 = 864 - 2·(768 -634) = 596 m/sec

V500 = V0 - 5(V200 - V300)

V500 = 864 - 5·(693-634) = 569 m/sec

Sarà perciò possibile, noti solo tre tempi di volo del proiettile, risalire con una
buona approssimazione alle velocità dello stesso per vari tratti dell'intera
traiettoria venatoria.

Calcolo di velocità intermedie


Qualora siano noti V0, V150 e V300, si può ricorrere al metodo consigliato da W.
Lampel che consente di calcolare le velocità intermedie di 50 in 50 metri con
sufficiente approssimazione per i proiettili standard usati per caccia.

Siano ad es. V0 = 850 m/se; V150 = 735 m/sec e V300 = 620 m/sec e si calcolino
del differenze:

V0 - V150 = 125

V150 - V300 = 105

Si calcolino ora

a = 37% di 125 = 46,25

b = 70% di 125 = 87,5

c = 36% di 105 = 37,8

d = 69% di 105 = 72,45

Sarà poi

V0 - a = 850 - 46 = 804 (V50)

V0 - b = 850 - 87,5 = 762 (V100)

V150 - c = 725 - 37,8 = 687 ( V200)


V150 - d = 725 - 72,45 = 620 (V300)

con buona corrispondenza ai valori tabulati.

Tracciamento di una traiettoria venatoria qualsiasi


Non sempre si dispone dei dati relativi alla traiettoria di un proiettile, oppure
può essere necessario calcolare una traiettoria per un punto di azzeramento ed
una linea di mira diversi da quelli indicati nelle tavole commerciali.

Un sistema molto valido è quello proposto da F. Avcin il quale calcola le


ordinate progressive della traiettoria in relazione ai tempi di volo secondo la
formula

in cui X è la distanza di azzeramento, T il tempo di volo a tale distanza e t il


tempo di volo alle varie distanze x a cui calcolare l'ordinata.

Si voglia, ad esempio tracciare la traiettoria del proiettile preso ad esempio,


con arma azzerata a 300 metri.

Le ordinate progressive saranno date da

e così via ottenendosi

y150 = + 23,7 cm

y200 = + 22 cm

Se si calcola anche il tempo di volo per 350 metri, pari a 0,503 sec., si potrà
calcolare anche l'ordinata la per
y350 = - 27,4 cm (negativa in quanto al di sotto della linea di sito).

I valori così trovati e riportati in un grafico come in fig. II, consentiranno di


tracciare la traiettoria voluta. Naturalmente per le ordinate occorre scegliere
una scala treo quattro volte maggiore di quella usata per le ascisse (cioè per
rappresentare le distanze).

Figura II

Supponendo ora che si spari con un cannocchiale la cui linea di mira si trovi 5
cm sopra l'asse della canna, sarà sufficiente riportare la misura di 5 cm al di
sopra di O nel punto A; la linea congiungente il punto A con il punto di
azzeramento, rappresenta la linea di mira attraverso il cannocchiale e da essa
potranno misurarsi le varie distanze dalla traiettoria e cioè le ordinate
progressive rapportate alla linea di mira in considerazione.

Le ordinate progressive rispetto alla linea di mira si ottengono,


matematicamente, sottraendo dal valore trovato rispetto alla linea di sito, la
quantità data dalla formula

in cui h indica l'altezza dell'asse del congegno di mira sopra la linea di mira, in
metri; ad esempio per h = 0,05 m e y100 = + 0,20 m, si avrà
come si può misurare dal grafico.

L'ordinata al vertice della traiettoria può essere letta dal grafico. Per cartucce
da caccia aventi traiettoria tesa, si può assumere che essa sia posta poco oltre
la metà della gittata e cioè

e quindi, nell'esempio, Xv=(300/2)·1,1 = 165 m.

Alla distanza Xv perciò, la distanza della linea di mira dalla linea di sito si è
ridotta circa alla metà e si può quindi accettare la regola empirica secondo cui
l'ordinata massima della traiettoria riferita alla linea di sito è pari all'ordinata
sopra la linea di mira a metà gittata, aumentata della metà dell'altezza della
linea di mira. Perciò se in tabella si legge che l'ordinata a 150 m è eguale a
+17 cm sopra la linea di mira con cannocchiale di 5 cm, l'ordinata massima
rispetto alla linea di sito sarà pari a 17 + 5/2 = 19,5 cm (in figura due esso è
pari a cm 22, valore da ritenersi più esatto rispetto a quello ottimistico della
tabella).

Se ora dal punto C si traccia quella corda alla curva che non disti da essa più
di 4 cm, si otterrà il punto D, la cui ascissa individua esattamente la distanza
ottimale di azzeramento (DOA), pari, nella figura a 161 m.

Infine la distanza OE indica la distanza a cui la traiettoria taglia per la prima


volta la linea di mira (distanza breve di azzeramento), pari a m. 20.

La distanza tra la linea di mira e la traiettoria a 350 metri (pari nell'esempio a


26 cm), ci dice che sparando con l'arma azzerata a 300 metri contro un
bersaglio che invece si trova a 350 metri, si commette un errore di ben 26
centimetri.

Angolo di proiezione
Tracciando la tangente alla traiettoria all'origine O e abbassando da essa la
perpendicolare al punto di caduta, questa perpendicolare misura lo spazio di
caduta h del proiettile alle varie distanze. Da questo valore si ricava
direttamente l'angolo di proiezione applicando la semplice formula
trigonometrica
Nell'esempio sarà tang = 0,75/300, da cui l'angolo sarà 0° 8, 35,66".

Dalla figura I si rileva che l'angolo di proiezione è opposto al vertice, e quindi


eguale, all'angolo formato dalla linea di proiezione con la linea di mira.
Supponendo che la linea di mira sia posta a 5 cm sopra l'asse della canna, la
distanza breve di azzeramento sarà data direttamente dalla formula 0,05/tang
= 20 m, come già ricavato dal grafico.

Caduta del proiettile rispetto alla linea di proiezione


La caduta del proiettile h, sopra calcolata, tiene conto del fatto che
nell'atmosfera la caduta del proiettile viene rallentata dalla resistenza dell'aria
e da una certa portanza del proiettile, così che essa è sempre inferiore a quella
che si avrebbe nel vuoto. Nel vuoto infatti la caduta sarebbe stata data dalla
formula h = (g·T²)/2 e sarebbe stata pari a 83 cm invece dei 75 reali. Da
questo fenomeno deriva la difficoltà di calcolare con sistemi semplici la
traiettoria di un proiettile, pur essendo nota la sua legge di resistenza, perché
la diminuzione della componente rappresentante la forza di gravità, variabile
in relazione a molti fattori, produce un aumento della gittata rispetto a quella
che si otterrebbe supponendo che la caduta avvenisse secondo la legge
valevole per il vuoto e, in misura minore, supponendo che la caduta avvenisse
verticalmente nell'aria.

In via alquanto approssimativa, la caduta del proiettile nell'aria può essere


calcolata adottando coefficienti di correzione della forza di gravità.

Il primo coefficiente è quello proposto dal Siacci, valido per gittate piuttosto
brevi e tese, e fornito dalla formula

Nell'esempio si avrebbe

Se ora moltiplichiamo 83 cm per 0,912, otteniamo proprio il valore di 75, 5


cm (naturalmente si poteva anche inserire il valore di 9,81·0,912 = 8,9 come
valore di "g" nella formula della caduta nel vuoto).

Il secondo è stato proposto da Mc Shane-Kelly-Reno ed è espresso in funzione


del rapporto R = Vc/Vo in cui Vc indica la velocità alla distanza considerata;
il valore della gravità sarà dato dalla formula

g = 5,126 + 6,337R - 1,65R²

Nell'esempio si avrebbe R = 620/840 = 0,738 e g = 8,9 come con la formula di


Siacci.

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Il tiro a lunga distanza

Il problema del tiro con carabina a distanza superiore ai 200-300 metri


ricorda un po’ la quadratura del cerchio perché non si può risolvere il
problema in termini generali; bisogna distinguere a seconda che si voglia
fare tiro al bersaglio ad una distanza ben nota e senza problemi di
energia terminale, oppure che si voglia fare tiro venatorio contro un
animale su cui occorre scaricare una data energia e di cui è sempre un
po’ incerta la distanza a cui esso si trova.
I problemi per il tiro al bersaglio sono modesti: l’arma viene tarata
esattamente per centrare il bersaglio alla distanza a cui esso si trova e il
solo aspetto da affrontare è quello di trovare un proiettile stabile, poco
sensibile al vento e che, in relazione all’arma da cui viene sparato, offra
una buona precisione. Il peso e la velocità del proiettile sono secondari,
ma in genere si preferirà un proiettile alquanto pesante. Per tiri oltre il
chilometro si ricorre a calibi per mitragliatrice.
La ragione del perché non ha senso usare proiettili veloci ma leggeri è
presto vista, se si paragona, sulla distanza di 1000 metri, la perdita di
velocità di un proiettile 222 Rem di g 3,24 ,di un proiettile 8x68S di
11,66 g , di un proiettile ultraveloce quale il 22-250 Rem. con palla da
3,43 g. e di un proiettile 7x57 R di 11,21 g.
Si vede con quale rapidità il proiettile leggero perde la sua velocità;
sarebbe insensato sparare con esso oltre i 400 metri perché, a parte ogni
considerazione di energia terminale, se va lento vuol dire che la
traiettoria diventa molto curva per cui della traiettoria tesa iniziale non
rimane nulla. Quindi è una sciocchezza dire che un tiro teso iniziale è
utile per il tiro a lunga distanza. Si noti come il proiettile inizialmente
più lento, finisca poi per viaggiare alla stessa velocità di quelli più
veloci. Ciò perché l'elevata velocità iniziale comporta una maggior
resistenza dell'aria e quindi una più rapida perdita di velocità. Il
vantaggio iniziale viene annullato proprio attorno ai 400 metri.

  Vo 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000
222 Rem 980 795 645 523 424 344 279 226 183 149 120
8x68 S 980 870 772 686 609 540 480 426 378 336 298
22-250 Rem 1130 970 833 716 615 528 453 390 334 287 246
7x 57 R 750 674 605 544 489 439 394 354 318 286 257

Vediamo ora per un tiro a 400 metri quali sono i vantaggi e svantaggi dei
quattro proiettili, calcolando di sparare con arma tarata proprio per i 400
metri, ma di dover valutare la distanza ad occhio con un errore di +/- 25
metri, del tutto modesto. I numeri indicano la caduta del proiettile
rispetto al punto mirato. Indico anche lo spostamento in cm causato da
un vento di 10 ms che soffia perpendicolarmente alla traiettoria.

cal \ m 375 400 425 Vento 10 ms


222 Rem cm +15 0 -18 230
8x68S cm +9 0 -10,5 110
22-250 Rem cm +8 0 -10 133
7x57 R cm +14 0 -17 132

Il fatto di tirare con un proiettile leggero e traiettoria iniziale molto tesa


non dà alcun vantaggio. Come si vede, la curvatura della traiettoria a 400
metri è la stessa per il 222 Rem. e per il 7x57 R, ma questo è molto
meno sensibile al vento.
Vediamo ora che cosa succederebbe invece se il fucile fosse azzerato
alla distanza di 200 metri, prossima all’incirca a quella ottimale.

cal \ m 250 300 350 400 450 500


222 Rem -12 -31 -60 -100 -152 -222
8x68S -9 -22 -42 -67 -97 -137
22-250 Rem -10 -25 -47 -76 -114 -162
7x57 R -15 -38 -68 -108 -159 -220

È evidente che con le prime tre cartucce, e fino a 300 metri, si può fare
una correzione ad occhio sparando un palmo sopra al punto desiderato,
ma che oltre tale distanza è assurdo sparare. Comunque lo scarto minore
si ha con il proiettile più pesante e non con quello più veloce all’origine.

Ma, a parte le considerazioni pratiche ora esposte, quali sono le cartucce


che consentono di avere una traiettoria molto tesa?
Se prendiamo come limite di scarto i 250 pollici (= cm 635) sulle 1000
yarde (= 914 metri), troviamo che vi rientrano le seguenti cartucce.

Vel. iniziale Scarto a


Calibro Grani
piedi 1000 y

7 mm SWT 145 3450 - 192

7 mm SWT 160 3250 - 200

.284 Lazzeroni
120 3950 - 155
Firebird

.308 Lazzeroni 130 3975 - 164


Warbird

.338 Lazzeroni
185 3550 - 189
Titan

.30-378 Weatherby 180 3450 - 199

.222 Rem 55 3100 - 225

257 Weatherby
100 3600 - 244
Magnum

.270 Winchester 130 2986 - 223

.270 Weatherby
140 3300 - 239
Magnum

7 mm Remington
139 3250 - 236
Magnum

7 mm Weatherby
150 3300 - 225
Magnum

7 mm Dakota 140 3400 - 213

.308 Lazzeroni 130 3571 - 210


Patriot

.300 Dakota 180 3250 - 230

.300 Weatherby
165 3350 - 224
Magnum

.300 Remington
180 3250 - 231
Ultra Mag

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IL RIMBALZO DEI PROIETTILI

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Il rimbalzo dei proiettili segue le normali leggi della fisica. Il proiettile


raggiunge una superficie con l'angolo α ed una velocità che si scompone in
due componenti, la prima perpendicolare alla superficie e la seconda
(tangenziale) parallela alla superficie secondo le formule
Solo la componente verticale agisce sulla superficie e, correlativamente, sul
proiettile; perciò con più l'angolo α è piccolo, minori sono questi effetti su
superficie e proiettile. Dopo l'urto la componente tangenziale della velocità
rimane inalterata (salvo modesta perdita per attrito sulla superficie) mentre la
componente verticale si riduce a seconda della elasticità ε dell'urto. Se ε = 0 si
ha un urto plastico con completa dispersione nell'energia all'impatto, senza
rimbalzo alcuno. Se ε = 1 (biglia di acciaio su piastra di acciaio) la
componente verticale della velocità rimane inalterata; se ε < 1 (palla
camiciata, ad es.), la componente verticale della velocità assumerà il valore
Vp'= Vp · ε e l'angolo di riflessione β sarà minore dell'angolo di incidenza. La
velocità con cui il proiettile rimbalza sarà data dalla formula

Ciò significa che in caso di urto molto elastico il proiettile prosegue in una
nuova direzione con una velocità prossima a quella di impatto; per effetto
dell'urto esso sarà destabilizzato, roteerà vorticosamente con aumento del
coefficiente aerodinamico, ma potrà avere pur sempre una gittata pari ad un
terzo di quella che avrebbe normalmente.

Gli angoli α e β vanno misurati sperimentalmente. In alcuni casi si risconta


che l'angolo β è maggiore dell'angolo α; ovviamente non vengono violate le
leggi della fisica, ma accade che il proiettile provochi e percorra nel materiale
una breve scanalatura o deformazione che devia il proiettile con un angolo
maggiore di quello di impatto. La velocità però non sarà più calcolabile con la
formula ora vista.
Con l'aumento dell'angolo α aumenta la componente della velocità d'impatto e
la relativa energia con maggior deformazione del proiettile. Per ogni
combinazione di proiettile-superficie vi è un angolo α a cui il proiettile o
penetra oppure si frammenta, così che rimbalzano sono i frammenti. In alcuni
casi può accadere che il proiettile provochi nella superficie un foro più grande
del suo calibro, venendo poi però rimbalzato senza passare dall'altra parte
(fenomeno frequente su lastre di vetro, ma possibile anche su lastre di metallo,
così che poi gli investigatori cercano il proiettile dal lato sbagliato!).
Sia ben chiaro che il valore ε non è fisso per ogni materiale perché dipende dal
tipo di proiettile e varia a seconda dello spessore e del montaggio del
materiale del bersaglio.

Esperimenti pratici eseguiti su lastre di vari metalli hanno mostrato che si ha


rimbalzo fino ad angoli α pari a 40-50° e con un angolo β al di sotto dei 10°.
Con proiettili cal 22 lr il valore di ε è pari a 0,11 per lastre di acciaio di 1,6
mm e a 0,03 per lastre di 3,2 mm. Con proiettili cal. 45 i valori sono
rispettivamente 0,29 e 0,078.
Sparando con il cal. 7,65 mm si riscontra che i proiettili iniziano a penetrare
con un angolo di 17-22°. Con meno di 17° si ha il fenomeno per cui l'angolo
di impatto è minore dell'angolo di rimbalzo. Oltre 35° si ha frammentazione
del proiettile.

Il legno ha un comportamento diverso dal metallo e paragonabile a quello


dell'acqua; il proiettile non rimbalza come su di una superficie dura, ma
penetra nel legno, vi provoca una scanalatura e viene deviato verso l'alto per
lo stesso fenomeno per cui un raggio di luce viene deviato passando dall'aria
all'acqua (ma intervengono anche fenomeni idrodinamici). La conseguenza è
che quanto maggiore è l'angolo α, tanto maggiore diventa l'angolo β, fino a
che non si raggiunge l'angolo di impatto (angolo critico) che consente la
penetrazione del proiettile. Questo per proiettili sparati su tavole di legno; se
si spara nel legno "di punta", cioè su di una sezione orizzontale del tronco, il
legno può comportarsi in modo estremamente elastico.
L'angolo critico per proiettili di pistola nel legno di abete è da 10° (9 mm.
para) a 15° (cal. 22 e cal. 7,65); per proiettili di fucile è di circa 5°.
L'angolo critico per il vetro è attorno ai 40°, ma si possono avere rimbalzi
anche con impatti di 60 °. Sul cemento si hanno valori di 30-40° gradi, molto
variabili a seconda del tipo di cemento e di proiettile.
I proiettili rimbalzano anche sulla sabbia con un angolo critico di circa 10°
(circa 20° per gli slug).
Sull'acqua l'angolo critico è di circa 5-7° l'angolo β è di poco inferiore e,
talvolta, superiore.
Difficili da prevedere e da calcolare sono i rimbalzi e le deviazioni contro
superfici curve (ad esempio tronchi o rami).

Secondo esperimenti dello FBI uno sparatore in piedi che spara a 23 metri (25
yarde) sul terreno coperto di asfalto o cemento (angolo 3,5°), con la pistola,
può colpire alle gambe o al basso ventre una persona che si trovi a 50 yd;
sull'erba oppure con palla slug lo può colpire al petto.

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La strozzatura
 

A - Foratura normale choke. B - Foratura a nicchia. C - Foratura Skeet nr. 2


D - Foratura ad arco acuto. E - Foratura a campana. F - Foratura Skeet nr. 1

Un tempo le canne lisce per il tiro a pallini erano tutte cilindriche ed avevano
il difetto di produrre rosate irregolari con pallini molto dispersi.
La scoperta che si poteva migliorare il tiro con un restringimento della parte
finale della canna (strozzatura) sembra sia da ascrivere agli americani F.
Kimball e C. Askins (1870), anche se gli inglesi si vantano di un brevetto
anteriore. Ad ogni modo il primo a mettere in commercio un fucile con
strozzatura è stato l'inglese W. W. Greener.
Più propriamente si dovrebbe parlare di diversi metodi di foratura della canna
al fine di ottenere forature cilindriche o forature strozzate o forature allargate
o inverse (figura, lett. E ed F).

Foratura cilindrica
Le canne così forate hanno lo stesso diametro per tutta la loro lunghezza, dalla
fine della camera di cartuccia fino alla volata. La copertura a 35 metri su di un
cerchio di 75 cm di diametro è del 35-40%, insufficiente per usi venatori.
Foratura cilindrica migliorata o "concentrica"
La canna ha per tutta la sua lunghezza un andamento conico e si restringe
appena solo in volata. A distanza normale si ha una copertura del 45-50%.
Foratura choke o strozzata
È la più comune; in essa la canna è cilindrica fino a circa 5-8 cm dalla volata,
poi è conica per un breve tratto e continua cilindrica fino alla volata. La borra
viene rallentata dal restringimento e non interferisce con la rosata e i pallini
esterni vengono trattenuti uniti a quelli centrali con un miglioramento generale
della rosata.
La differenza tra i diametri dei due tratti di canna, prima e dopo il tratto
conico, dànno la misura della strozzatura così che per il calibro 12 si avranno:
- Full-choke (strozzatura piena, un asterisco) con un restringimento da 0,75 ad
un massimo di 1,0 mm. (in genere 0,875 mm);
- Tre quarti-choke (improved modified choke, due asterischi) con un
restringimento da 0,55 ad un massimo di 0,875 mm (di solito 0,76 mm);
- Mezzo-choke (half-choke o modified choke, tre asterischi) con un
restringimento da 0,38 ad un massimo di 0,5 mm (di solito 0,45 mm);
- Un quarto-choke (quarter-choke o skeet nr. 2, quattro asterischi) con un
restringimento, di solito, di 0,25 mm.
Attenzione: i valori in decimi di millimetro indicati variano a seconda del
calibro; in una canna cal 20 il restringimento per il full-choke sarà di 7-8
decimi di millimetro.
Questi dati sono però solo orientativi per i costruttori, ciascuno dei quali usa
sue proprie misure in modo da ottenere la copertura che ci si attende da quel
grado di strozzatura; quindi al produttore non bisogna mai richiedere una
strozzatura di tanti decimi di millimetro, ma solo il grado di strozzatura
desiderato.
La copertura sul bersaglio, inoltre, non continua ad aumentare quanto più si
restringe la canna e per ogni canna vi è un valore oltre il quale un aumento
della strozzatura peggiora solamente la rosata. Vi sono numerosi tipi di
forature strozzate.
La più diffusa è ovviamente la strozzatura normale. In Germania sono state
sperimentate la foratura ad arco acuto, senza alcun tratto finale cilindrico, e la
foratura a nicchia, però senza successo commerciale. Quest'ultima però trova
applicazione quando si debba ricreare la strozzatura in una canna accorciata, o
modificare una canna cilindrica, sempre che vi sia a disposizione uno spessore
sufficiente.
Strozzature skeet
Queste sono state studiate per il tiro skeet in cui si richiede maggior
dispersione a breve distanza.
La foratura skeet nr. 1 è una foratura normale choke in cui il tratto finale si
allarga verso la volata tanto da avere alla fine un diametro maggiore di quello
della parte cilindrica della canna.
La foratura skeet nr. 2 è la strozzatura di "un quarto-choke".
La strozzatura ha effetto diverso a seconda del diametro dei pallini fino a
quelli di 3,5 mm. Oltre tale misura l'effetto quasi sparisce e conviene usare
strozzature minine.
Con una buona strozzatura si ottengono coperture sul bersaglio del 70-75% e
talvolta fino allo 80%. Le strozzature per fucili da tiro devono essere
particolarmente curate.
In via approssimativa si può ritenere che a seconda della strozzatura si
abbiano le seguenti coperture a 35 metri di distanza:

Full choke 70%

Tre quarti 65%

Mezza 60%

Un quarto - Skeet nr. 2 55%

Cilindrica migliorata 50%

Cilindrica 35-40%

Skeet nr. 1 40-45%


Fermo restando, si ripete, che ciò che conta non è la misura della strozzatura,
ma il risultato concreto sul bersaglio; poco importa come il costruttore ha
ottenuto il buon risultato e se la strozzatura è di 8 decimi o di 3 decimi!
In una doppietta da caccia la strozzatura va scelta in relazione alle prevedibili
distanze di tiro. Un tempo era dimostrato statisticamente che il primo colpo
veniva sparato sui 25 metri ed il secondo sui 35 metri; si consigliava quindi
una canna da 4 asterischi (o stellette o cerchietti o +) a destra e una da tre o da
due asterischi a sinistra. Se si prevede di sparare a 35-40 metri la seconda
canna potrà anche essere full-choke. Per tiri a distanze minori o maggiori non
è sufficiente lavorare sulla strozzatura della canna ma occorre far ricorso a
munizioni speciali con dispersore o concentratore dei pallini.

Per il tiro a palla asciutta gli esperimenti compiuti da Brenneke hanno


dimostrato che la miglior precisione si ottiene con la foratura normale.
A ciascuno il suo: il contenuto di quanto sopra esposto è stato preso dal
Waffenlexikon di Lampel-Marhold.

La foratura Paradox

La foratura della canna denominata Paradox è stata inventata in Inghilterra nel


1884 dal colonnello Fosbery e realizzata dalla H&H nel 1886 al fine di
migliorare la precisione delle palle singole sparate in fucili a canna liscia.
L'invenzione consisteva nel munire di rigatura la parte della canna in
prossimità della volata per imprimere al proiettile, ovviamente non sferico, un
moto rotatorio e così stabilizzarlo.
Furono eseguiti degli esperimenti a cura della H&H, riportati nel giornale
Land and Water del 1986, e poi ripresi dal giornale The Field nel novembre
1905. In questi articoli si afferma che: Gli appositi proiettili a 45 metri
consentirono una rosata di 8,9 cm.; alla distanza di 90 metri i colpi vennero
piazzati in un rettangolo di 14,6 x 9,5 cm.; con altre munizioni in un
rettangolo di 9 x 10,7 cm. Per quanto concerne le munizioni con pallini il
giornale riferisce che a 36 metri e in un cerchio di 76 cm, il numero di pallini
sul bersaglio era maggiore che sparando con un normale fucile.
Va detto che queste prove erano organizzate dallo stesso produttore e quindi
lasciano il tempo che trovano come affidabilità e completezza.
Altre prove più convincenti vennero effettuate in Germania nel 1934 dal noto
balistico W. Lampel e sono riportate nel giornale Kugel und Schrot nr.
14/1934.
Le sue conclusioni furono che a 70, massimo 80 metri, la palla appositamente
costruita per l'arma Paradox ha la stessa precisione di una normale palla
asciutta a 40-50 metri.
Poi spiega perché la canna Paradox è stata ben presto abbandonata, già verso
il 1915: il proiettile arriva ad imboccare la rigatura con una velocità elevata
che produce torsioni e vibrazioni notevoli che disturbano e fanno variare la
precisione da colpo a colpo. Per ottenere risultati decenti bisognerebbe usare
canne molto pesanti e ben vincolate. Inoltre tutti gli esperimenti hanno
confermato che la foratura paradox influisce negativamente sulla rosata dei
pallini (molto danneggiati dalla rigatura) che rimane vuota al centro; è vero
che la rosata è più nutrita, come riferito negli esperimenti del 1896, ma la
H&H aveva trascurato di dire che il centro del bersaglio era del tutto
sguarnito! Invece di una rosata si ottiene una corona di pallini.
Lampel conclude quindi che i vantaggi sulla precisione della palla sono
trascurabili sul piano pratico, che occorrono proiettili appositamente studiati e
che l'arma è inutilizzabile per il tiro a pallini.

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Le palle slug e il tiro al cinghiale


Invenzioni varie: 1) Sferica - 2) Lethal - 3) Destructor - 4) Palla rigata - 5)
Palla con concentratore - 6) Berntheisel-Luneville a frammenti 7) A
frammenti - 8) Lavré a frammenti incatenati - 9) Treff di Mahrhold e
Peterlongo - 10) Oberhammer - 11) A punta d’acciaio - 12) Kohler - 13)
Palla cava M. F. (Dal Waffenlexikon di Lampel-Mahrhold ) .

***

Dalle lettere di chi mi chiede consigli


balistici ho visto come vi sia ben poca
chiarezza di idee sull’uso di palle singole (in
inglese slug). La maggior parte poi non
riesce a comprendere come mai queste palle
siano così precise nei bersagli di prova dei
venditori e manchino invece il bersaglio sul
campo.

Un proiettile per essere preciso deve essere


stabilizzato. Nei fucili a canna rigata la
stabilizzazione si ottiene imprimendo al
proiettile a forma allungata, anche fino a 5
calibri, un rapido movimento rotatorio. Nei
fucili a canna liscia non è possibile
imprimere al proiettile una sufficiente
rotazione e si deve ricorrere all’altro sistema
consistente nell’ impennatura del proiettile
mediante alleggerimento della parte
posteriore con una cavità alla base oppure
mediante il fissaggio di una borra alla base
del proiettile, così che (in entrambi i casi) il
centro di gravità risulti spostato in avanti. Possono anche essere aggiunte
alette stabilizzatrici; queste comportano una leggera perdita di
precisione, ma consentono di usare proiettili molto più lunghi (e quindi
con maggior densità sezionale, come frecce e missili), che conservano la
stabilità anche in traiettorie molto curve e non richiedono di essere
sparati in canne rigate.
Il problema di costruire proiettili per fucili a canna liscia dotati di
precisione e di lesività, ha assillato centinaia di inventori che nell’ultimo
secolo hanno brevettato un incredibile numero di invenzioni, più o meno
fantasiose. Alla fine però si è visto che non ci si può discostare dalla
soluzione sopra vista e al momento le palle più affidabili sono quelle che
uniscono una palla in piombo ad una borra (talvolta sagomata per
aumentare l’effetto di impennatura), come avviene nella palla Brenneke
e nella palla Gualandi. La palla Blondeau, francese, assomiglia un po’ ad
un grosso diabolo.

Da sinistra: Palla Alfa,Brenneke Golden Slug, Brenneke (2), Blondeau


(Da: B. Kneubuehl, Geschosse). Le alette elicoidali della Brenneke
servono principalmente per facilitare la forzatura in canne strozzate, ma
imprimono alla palla anche una rotazione di circa 20 giri al secondo. Il
bordo tagliente anteriore dovrebbe assicurare un effetto wadcutter sulla
pelle del selvatico, ma forse sarebbe stato preferibile favorire l’aspetto
aerodinamico. Il peso della palla varia da 20 a 40 gr e la velocità
iniziale è di circa 460 ms. Il modello più recente ha borra in plastica.

L’unica vera innovazione in materia di slug è rappresentata dalla palla


munita di impennatura con alette inventata nel 1983 dal francese ing.
Sauvestre (progettista anche del proiettile anticarro a freccia in uso
nell’esercito francese) che usa un proiettile sottocalibrato, munito di
sabot di plastica che si distacca a breve distanza dalla bocca dell’arma.
Palla Sauvestre. Il peso è di 26 gr e la velocità iniziale di 580 ms.

Il proiettile, molto allungato ed a punta cava, ha un diametro di soli 11,4


mm ed è formato da un nucleo duro rivestito di piombo; il corpo del
proiettile presenta vistose scanalature anulari. Esso viene sparato con
una velocità iniziale di circa 500 ms (580 ms nel 12 magnum che usa lo
stesso proiettile di 26 grammi ) e a 100 metri ha ancora una velocità di
375 ms (430 per il magnum) con un’energia di 1850 J (2440 J per il
magnum). A questa distanza un vento trasversale di 10 ms (cioè una
forte brezza che muove cespugli ed alberelli) sposta una palla slug
normale di ben 75 cm, la palla Sauvestre di 30 cm, un proiettile per
carabina di una diecina di centimetri.

Traiettoria della palla Sauvestre con la caduta del proiettile alle


varie distanze; il produttore indica un azzeramento ottimale a 107
metri,
il che consente di sparare fino a 120 metri
con uno scarto dalla traiettoria di +/- 5 cm.
Tutti questi proiettili, con peso da 24 a 39 grammi e velocità iniziale di
450-580 ms, provati con appoggio e cannocchiale, forniscono
rispettabilissime rosate inferiori ai 5 cm di diametro a 50 metri di
distanza. Il motivo per cui invece i cacciatori hanno l’impressione di una
scarsa precisione è duplice ed è presto detto.
In primo luogo le doppiette non sono adatte per questo tipo di palle. Le
armi destinate a sparare a pallini sono azzerate per un tiro a 35 metri e le
due canne sono accoppiate in modo che le rispettive rosate si
sovrappongano a tale distanza; le canne sono, per così dire, strabiche, e
convergono su un punto ideale posto a 35 metri. Sparando a cinquanta
metri di distanza accade che la palla sparata con la canna di destra,
colpisca parecchi centimetri a sinistra del punto mirato e quella di
sinistra parecchi centimetri verso destra, con una differenza totale che fa
apparire la rosata come disastrosa. Quindi il problema non sta nel fatto
che la palla non sia precisa, ma nel fatto che il fucile non spara nel punto
mirato. Ovviamente se il bersaglio è a distanza maggiore, il difetto si
aggrava proporzionalmente.
Questo difetto non si verifica per sovrapposti e per fucili ad una sola
canna, ma quasi sempre subentra il secondo difetto, quello
dell’azzeramento, che fa sparare molto più in alto (fino a 35 metri) o più
in basso (oltre i 40 metri) del punto mirato. I fucili a canna liscia sono
azzerati per la distanza di 35 metri in modo che il centro della rosata sia
10-15 cm al di sopra del punto mirato, misura non adeguata per una palla
che a quella distanza cade di soli 5 cm circa. Per far sì di avere una
traiettoria che non si discosti dalla linea di mira più di 4 cm (sopra o
sotto), l’arma dovrebbe essere azzerata, usando palle Brenneke o
Gualandi, alla distanza di 70 metri e, usando palle Sauvestre, alla
distanza di 100 metri.
Vediamo un esempio pratico con una palla tipo Gualandi o Brenneke del
peso di 28 gr e una velocità iniziale di 500 ms., tenendo presente che i
valori di velocità iniziale indicati dai produttori sono sempre indicativi
perché la velocità effettiva varia poi a seconda del caricamento della
cartuccia e della lunghezza della canna.
Con azzeramento a 70 metri la traiettoria del proiettile sarà sopra la linea
di mira di 3 cm a 50 metri, a 90 metri sarà al di sotto di essa di una
diecina di cm, più che accettabili per una tale distanza, senza
cannocchiale.
Se invece l’arma fosse stata azzerata a 35 metri, il proiettile a 75 metri si
sarebbe già trovato più in basso del punto mirato di una diecina di cm
che, a 100 metri, sarebbero diventati una ventina.
La palla Sauvestre, più leggera e più aerodinamica, con velocità iniziale
di 580 ms, può essere azzerata a 107 metri così che a 120 metri lo scarto
rispetto alla linea di mira è di soli 5 cm. Se essa viene sparata con arma
azzerata a 35 metri, lo scarto a 100 metri è di circa 10 cm e a 75 m di
circa 5 cm.
La conclusione è quindi che con fucile sovrapposto o semiautomatico a
canna liscia, che non sia stato azzerato opportunamente, si possono
sparare slug con sufficiente precisione purché il bersaglio non si trovi
oltre i 60 metri; il che vuol dire che queste armi vanno benissimo nella
stragrande maggioranza delle situazioni che si presentano nella caccia in
battuta. La situazione non cambia se invece di palle di peso inferiore ai
30 gr, si sparano cartucce magnum con palla di circa 40 gr. Si guadagna
in energia iniziale, ma la traiettoria è più o meno la stessa.
Tutte le prove eseguite concordano nel ritenere pressoché equivalenti le
palle Brenneke, Gualandi e Blondeau; le palle Solengo e quelle con
sabot della Federal e Winchester sono risultate molto meno precise ( a
50 metri rosata di 8-10 cm, contro i 4-5 cm delle precedenti). Dal che si
ricava che nel fucile a canna liscia il sabot è controproducente, salvo che
nel caso della Sauvestre con impennatura a freccia.

Palle Gualandi con borra in plastica fissata alla palla.


La palla pesa gr 28,25 (cal. 12/70) e la velocità iniziale è attorno ai 500
ms.
Vi sono in commercio anche fucili cal. 12 con canna rigata,
appositamente studiati per sparare palle slug. Senza dubbio essi sono
azzerati in modo adeguato ma, nel momento in cui si usa una canna
rigata, sorge però il problema se abbia senso di usare proiettili che hanno
adottato dei ripieghi per poter essere sparati in canne lisce, con tutti i
difetti conseguenti. Se la canna è rigata, vuol dire che essa è in grado di
stabilizzare un proiettile in forza del movimento rotatorio impressogli e
perciò si dovrebbe usare una palla a forma ogivale, capace di dare il
meglio sotto il profilo aerodinamico; il guaio è che una palla di piombo
allungata in calibro 12, avrebbe un peso eccessivo (già la semplice palla
sferica arriva a 37 grammi!), improponibile per pressioni, lentezza e
rinculo; se si cerca di risolvere il problema alleggerendo la palla, si ha un
aumento della velocità iniziale incompatibile con l'uso del piombo nudo
che non reggerebbe alla sollecitazione delle rigature. Sarebbe quindi
necessario progettare un’apposita palla sottocalibrata che, per quanto
detto, non potrebbe essere che una palla allungata, con sabot resistente
alla rigatura. Il vantaggio ottenibile con una simile palla non sarebbe
eccezionale, ma comunque utile: l’arma potrebbe essere azzerata sui 100
metri, e la forma aerodinamica ottimale consentirebbe di avere una
buona energia anche a tale distanza.
Per quanto ne so, al momento le palle per canne rigate disponibili sono:
- la palla Golden Slug della Brenneke che però è solo un ripiego: è in
piombo nudo, sia pure dorato, ha il profilo anteriore che è ben poco
aerodinamico e non può quindi sfruttare i vantaggi della canna rigata.

Palla Remington Copper Solid

- La palla Remington Copper Solid in lega di rame con sabot che però
non è la più adatta per essere sparata in canne lisce e non offre alcun
vantaggio aerodinamico.
Nessuna delle due è perciò in grado di offrire consistenti vantaggi
rispetto al loro impiego nella canna liscia.
- Una recentissima produzione della Brenneke pare offrire qualche cosa
di nuovo; è la palla Super Sabot sottocalibrata (16 mm).La palla di 31,8
gr con sabot di ottone dovrebbe espandersi fino a 25 mm e, sparata con
canna rigata, dovrebbe avere una rosata di 60 mm. a 100 metri.E' molto
cara (4 Euro ogni cartuccia). Si veda alla fine l'appendice con
l'immagine
La palla Sauvesttre, come già detto, ha un'impennatura a freccia e non
deve essere sparata in una canna rigata che le imprime un dannoso
effetto rotatorio.

Molti cacciatori sono assillati dal dubbio se la palla asciutta sia dotata di
sufficiente potere di arresto.
Se si considera che il fucile a canna liscia per la caccia al cinghiale o ad
altri animali aggressivi, viene scelto per la sua manegevolezza perché
quando occorre sparare nel bosco o con prontezza di riflessi, consente di
sparare al selvatico quasi "al volo", cosa impraticabile con una carabina
a canna rigata (non foss’altro perché manca l’allenamento ad
imbracciarla per un tiro istintivo) è chiaro che si può anche rinunziare ad
un po’ di potere d’arresto che, comunque è più che sufficiente. Una palla
asciutta perde in 50 metri di volo circa un quarto della sua velocità;
perciò la palla da 39 gr, con velocità iniziale di 460 ms, a 50 metri ha
un’energia di circa 2300 Joule; la palla di circa 30 grammi a 50 metri
conserva una velocità di circa 340 ms e quindi un’energia di circa 1700
J. Alle normali distanze venatorie, con proiettili studiati per consentire la
massima cessione di energia al selvatico, si è quindi nell’ambito di
energia e velocità che, secondo gli studi compiuti, consentono di ferire a
morte un animale sui 50 kg di peso. A 100 metri la velocità si riduce a
circa sei decimi di quella iniziale e i valori sopra indicati diverrebbero,
rispettivamente, di circa 1500 e 1100 J, ampiamente al di sotto dei valori
ottenibili con una carabina, salvo che si usi la palla Sauvestre che, nel
calibro 12 magnum, è paragonabile al 7x64 o all’ 8x57, avendo
un'energia di 3250 J a 50 metri e di 2440 J a 100 m..
E' appena il caso di rilevare che, in termini di penetrazione e di lesività è
preferibile il proiettile che ha la maggior densità sezionale e quello che
ha la maggior velocità all’impatto.
Da ciò risulta pure che è un nonsenso montare un cannocchiale su di un
fucile per palle asciutte: se si vuol sparare rapidamente e fino a 100
metri (distanza che il proiettile copre in un tempo di circa un terzo di
secondo, ragione per cui può accadere di dover sparare due o tre metri
avanti al cinghiale in corsa), il cannocchiale dà solo noia; se si vuole
sparare oltre i cento metri, mirando con calma, è preferibile usare una
carabina.

Le conclusioni di quanto esposto potrebbero essere le seguenti:


- se si spara d'imbracciata a distanze venatorie normali, entro una
cinquantina di metri, i vari tipi di palle si equivalgono, sul piano pratico,
come energia e precisione. Si distingue per densità sezionale ed energia
la palla Sauvestre;
- se si intende sparare a distanze superiori, fino a cento metri, l'arma va
azzerata opportunamente (il che non è possibile per le armi ora in uso)
oppure occorre abituarsi a calcolare istintivamente che il proiettile
colpirà fino ad una quindicina di centimetri più in basso;
- i fucili a canna rigata non dànno significativi vantaggi, salvo quello di
un miglior azzeramento, perché non esistono ancora soddisfacenti
proiettili studiati appositamente per essi; il vero vantaggio è quello …
giuridico, perché per i fucili semiatomatici in calibro 12 a canna rigata
non vi è limite di colpi (salvo particolari disposizioni contenute nel
calendario venatorio). Vi è però lo svantaggio di non poter impiegare
cartucce a pallini, stante il peggioramento della rosata.

Chi usa le palle slug si chiede spesso se esse possano causare dei danni
ad un fucile con canne strozzate. I dubbi non hanno molta ragion
d’essere perché tutte le palle in piombo in commercio sono state studiate
proprio per essere sparate anche da canne strozzate e quindi, salvo
diversa indicazione che il produttore è tenuto ad indicare sulla
confezione, non vi sono motivi per non usarle. Indubbiamente occorre
però non esagerare perché le cartucce slug provocano sollecitazioni
anormali alla canne per il fatto che il punto di massima pressione nella
canna si sposta di una diecina di centimetri in avanti, ove nei fucili
normali la parete della canna già si assottiglia, e per il fatto che la palla
viene forzata nella strozzatura. Bisogna quindi evitare di sparare queste
munizioni in vecchi fucili della cui resistenza non si sia ben sicuri.
Nell’uso delle palle asciutte occorre ricordare che esse vengono
facilmente destabilizzate e deviate da piccoli ramoscelli e che
rimbalzano facilmente sul terreno od alberi, rimanendo pericolose fin
quasi ad un chilometro di distanza.

Valori medi di energia delle varie palle:

 
50 m 100 m

Brenneke, Gualandi, ecc. 30 1500 J 1100 J


gr. circa

Brenneke, Gualandi, ecc. 40 2000 J 1500 J


gr. circa

Sauvestre normale 2500 J 1850 J

Sauvestre magnum 3220 J 2450 J

Ora qualche breve appunto sul tiro al cinghiale.


Il cinghiale è un selvatico che, per vari motivi di sicurezza propria e dei
cani, è meglio uccidere sul colpo piuttosto che ferire. Inoltre è
particolarmente resistente e resistente al dolore; quindi occorrono calibri
adeguati.
Il cinghiale ha un peso che va dai 60 ai 300 kg, anche se animali così
grossi si trovano ancora solo nell’est europeo; da noi si attestano attorno
ai valori minimi, ma bisogna prevedere la possibilità di incontrare
animali fra i 100-150 kg.
La distanza di tiro è sempre limitata e difficilmente si superano i 50
metri.
L’energia minima richiesta viene calcolata in 2000 joule, la quale viene
raggiunta da una buona palla slug o da un proiettile di carabina a canna
rigata di almeno 7 mm. Chi va in Romania a sparare a cinghiali di oltre
200 kg può arrivare utilmente fino ad un calibro di 9 mm.
Nel cantone svizzero dello Jura si consente anche l’uso di pallettoni di
almeno 7 mm di diametro (due grammi di peso).
In Belgio la società Royal St-Hubert consiglia il fucile con palla slug.
Non occorre perciò una palla per lunghe gittate e con tiro teso, ma una
palla che provochi un forte effetto di choc.
La precisione dell’arma è secondaria perché nella caccia al cinghiale è
richiesto un tiro rapido che non dà il tempo di una mira accurata: l’ideale
è un’arma di rapida imbracciatura, con una buona linea di mira, da usare
con cariche e palle standard che sono calcolate per dare un rinculo
accettabile.
Di recente in Italia si vanno sviluppando mode assurde come l’impiego
di carabine che usano munizioni per arma corta. Sono munizioni del
tutto inadeguate con energia fra i 1000-1500 Joule, a meno di ricorrere a
cariche esasperate ben poco giustificabili.

Appendice
Aggiungo alcuni dati ricavati dalla rivista Visier, maggio 2002.
Ecco una immagine che rappresenta le palle più diffuse in Europa

Nell'ordine: Aguilla Practical - Brenneke RubinSabot - Brenneke


SuperSabot - Brenneke K.O. - Cooppal Stream - Diana Akah - Federal
Premium Sabot Slug - Federal Classic Slug - Geco Competition Slug
con palla Brenneke K.O.

Da segnalare tra le novità la cartuccia RubinSabot della Brenneke con


una palla con impennatura in plastica che ricorda più o meno la
Brenneke K.O. La palla pesa 28 gr. ed ha una velocità iniziale di 510 ms
(J. 3641) che scende a 410 ms a 50 metri (J. 2285) ed a 334 ms a 100
metri (J. 1562).
Più innovativa la palla SuperSabot la quale ha il suo limite nel fatto che,
non avendo impennatura, deve essere sparata da canne rigate in modo da
essere stabilizzata. La palla pesa 31,8 gr e i valori di velocità ed energia
sono 465 ms (J. 3438) alla bocca, 374 ms (J. 2220) a 50 m. e 317 ms (J.
1598) a 100 metri. La palla ha il diametro di 16 mm. ed è all'esterno di
una lega di ottone con un nocciolo composito, come si vede nella
immagine qui sotto; la parte esterma si deforma a fungo all'impatto con
un notevole e rapido trasferimento di energia.
La rosata di 5 colpi a 100 metri è risultata inferiore a 7 cm di diametro.

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Il tiro al capriolo sotto l'aspetto balistico


La scelta di un calibro venatorio per una determinata caccia rappresenta un po'
la quadratura del cerchio in quanto bisogna trovare l'equilibrio fra diverse
esigenze.
Il cacciatore ha l'esigenza di un tiro teso che gli consenta di mirare senza
preoccuparsi della distanza di tiro e non mancano le cartucce che consentono
traiettorie tese, con uno scarto non superiore a 4 cm rispetto alla linea di tiro,
fino ad oltre 230 metri. Queste cartucce però debbono imprimere al proiettile
una elevata velocità iniziale superiore ai mille m/s, il che richiede proiettili
leggeri; il proiettile leggero perde più energia di quello pesante a lunga
distanza e perciò nei piccoli calibri si rischia di non avere più l'energia
sufficiente ad assicurare l'abbattimento del selvatico.
Perciò nella scelta del calibro è sempre necessario chiedersi quale sarà la
distanza normale di impiego. Ad esempio per il capriolo si considera distanza
massima quella di 200 metri il che consente una ampia scelta tra cartucce con
distanza di azzeramento attorno ai 170 metri.
Secondo le esperienze attuali italiane pare che la distanza media a cui si tira ad
un capriolo sia attorno ai 120-130 metri.
Il cacciatore ha l'esigenza di usare munizioni che abbattano sul posto il
selvatico.
La scienza venatoria ha studiato ampiamente quello che in campo militare
viene chiamato potere di arresto e si è giunti alla conclusione che al riguardo
sono determinanti due fattori:
- la capacità di lavoro (in senso fisico-meccanico) del proiettile, cioè la sua
capacità di lacerare tessuti con conseguente maggior shock doloroso, il che
significa proiettile con molta energia e in grado di trasmetterla interamente al
bersaglio;
- la capacità di provocare uno shock nervoso con riflessi inibitori che è
maggiore quando vengano colpiti organi in modo simmetrico, il che significa
che il proiettile deve penetrare quanto più possibile dentro il bersaglio.
- la capacità, se possibile, di provocare un shock idrodinamico il che richiede
però una velocità di almeno 800 m/s.
Il cacciatore ha però altre esigenze tipiche rispetto a polizia e militari:
- Il proiettile deve, per quanto possibile, trapassare il bersaglio perché è dal
foro di uscita che esce la maggior parte del sangue, utile per seguire la traccia
dell'animale solamente ferito;
- Il proiettile però non deve danneggiare la carne e la pelle del selvatico più
del necessario .
Sotto questo profilo è evidente che il proiettile migliore sarebbe quello
totalmente camiciato; ma purtroppo esso è anche quello che cede la minor
energia al bersaglio!
Veniamo ora ai calibri che per il capriolo, che è alquanto fragile e a cui non si
spara a grandi distanze, vanno dai 5,6 ai 6, 5 mm.
Una parentesi: non è il caso di preoccuparsi per la lunghezza della canna; una
canna lunga è utile quando si spara usando i punti di mira perché quanto più la
canna è lunga, tanto più è accurata la mira. Se si spara con il cannocchiale la
lunghezza della canna influisce solo sulla velocità iniziale del proiettile e, se
non si deve sfruttare al massimo la cartuccia, da 50 cm (che è la lunghezza
minima usuale) ai 60 cm (lunghezza massima), la perdita di velocità è
accettabile (diciamo al massimo 40 ms); se poi nella canna corta si usano
polveri rapide, la velocità rimane più o meno la stessa.
L'energia minima necessaria per abbattere il capriolo si calcola attorno ai 100
kgm (moltiplicando per 9,81 si ottengono 981 joule) (200 kgm per il camoscio
e 300 kgm per il cervo) purché il proiettile ceda tutta l'energia ed abbia una
velocità alta all'impatto.
I giudizi espressi in letteratura sui vari calibri sono:
222 Rem. Di solito già a 100 metri la palla non esce dal corpo
243 Winch. Ottimo con palla da 6,8 anche per camoscio. Da usare solo oltre i
100 metri
6,5 x 57 talvolta brutale; solo su lunga distanza
5,6 x 57 palla 4,8 buono
5,6x 50 Magnum buono
6 mm Rem buono
30-30 buono fino a 150 metri,
La velocità sul bersaglio a 200 m non dovrebbe scendere sotto i 750 m/s; ci si
può accontentare di velocità inferiori, fino a 600 metri, ma solo con proiettili a
punta tonda di piombo, molto deformabili.
I calibri 5,6 mm anulari sono solo per bracconieri che sparano a brevi
distanze. Nei paesi ove sono consentiti i pallettoni si usano quelli da 3,75 - 4
mm.
Precisione dell'arma
Il selvatico deve essere colpito nella zona polmoni-fegato-cuore il che
corrisponde ad un bersaglio di 15 cm di altezza e un po' di più in larghezza
(cervo 22 cm, camoscio 17 cm). Occorre perciò un'arma sufficientemente
precisa in relazione alla distanza a cui si spara perché più essa è grande più
aumenta il cerchio della dispersione. Un buon fucile a 100 metri mette 5 colpi
entro 40 mm. Il peggiore accettabile in 75 mm. Con un fucile non ottimale si
può quindi sparare al bersaglio, ma senza superare certe distanze.
Dispersione   Capriolo   Cervo
  40 mm       200 m     300 m
  50 mm       150 m     225 m
  60 mm       130 m     200 m
  75 mm       120 m     175 m

Cannocchiale
Per tiro ad animale in movimento 1,5 x o 2,5 x. Da fermo 4 x.
Una volta si usava il cannocchiale da 6 x al crepuscolo; ora si preferisce
cannocchiale illuminato da 4 x.

Zona da colpire
La palla deve colpire al torace attraverso i polmoni, possibilmente vicino al
cuore; questo è piuttosto in basso ed è preferibile che la palla passi sopra di
esso in modo da ledere le vene ed arterie. L'animale deve essere il più
possibile perpendicolare al tiratore. Mai si dovrebbe colpire oltre il
diaframma.
Emorragia: un selvatico contiene 56 gr sangue per chilo; si ha la morte se si
perde 1/3 del sangue; in un capriolo di 12kg di peso si avrà 12/3 x 56 = 224
gr. di sangue.
Raffronto dei dati balistici di alcuni calibri

Riporto qui un raffronto fra velocità ed energia dei vari calibri indicati

22win/magn 222 rem 5,56x50 243 win/5,18


243win/6,48
V J V J V J V
J V J
0 615 490 960,0 1493 1030,0 1719 1022,0
2705 935,0 2832
10 593 456 941,1 1435 1009,6 1651 1007,7
2630 925,8 2777
20 572 424 922,6 1379 989,7 1587 993,6
2557 916,8 2723
30 552 395 904,4 1325 970,1 1525 979,7
2486 907,8 2670
40 533 368 886,6 1273 951,0 1465 966,0
2417 898,9 2618
50 514 342 869,2 1224 932,2 1408 952,5
2350 890,1 2567
60 496 319 852,0 1176 913,8 1353 939,1
2284 881,4 2517
70 478 297 835,3 1130 895,7 1300 926,0
2221 872,8 2468
80 461 276 818,8 1086 878,0 1249 913,0
2159 864,2 2420
90 445 257 802,7 1044 860,6 1200 900,3
2099 855,8 2373
100 430 239 786,9 1003 843,6 1153 887,7
2041 847,4 2327
110 414 223 771,4 964 827,0 1108 875,2
1984 839,1 2281
120 400 208 756,2 926 810,6 1065 863,0
1929 830,9 2237
130 386 193 741,3 890 794,6 1023 850,9
1875 822,8 2193
140 372 180 726,7 856 778,9 983 839,0
1823 814,7 2150
150 359 167 712,4 822 763,5 944 827,3
1773 806,7 2109
160 346 156 698,4 790 748,4 907 815,7
1723 798,8 2068
170 334 145 684,6 759 733,6 872 804,3
1675 791,0 2027
180 323 135 671,2 730 719,1 838 793,0
1629 783,3 1988
190 311 126 658,0 701 704,9 805 781,9
1584 775,6 1949
200 300 117 645,0 674 691,0 774 771,0
1540 768,0 1911

Ogni cacciatore, una volta scelta la sua arma, dovrebbe predisporre, una volta
per tutte, una tabella esauriente dei dati balistici della cartuccia e palla usata,
calcolata secondo la distanza di azzeramento scelta (ma in genere è meglio
restare su quella ottimale) e con il calcolo anche della deviazione dovuta al
vento laterale e all'angolo di sito. I primi dati possono essere calcolati tutti con
il programma Winballit.
In base ad essi potrà poi calcolarsi una tabellina per lo scarto che si ha quando
si tira con un grande angolo di sito.
Si ricordi però che la formula, ottima in teoria, è alquanto sensibile alle
variazioni di velocità rispetto ai valori teorici delle tabelle e ai relativi tempi di
volo del proiettile. Ancora più difficile è la valutazione dell' errore di
prospettiva.
Ho comunque predisposto un piccolo programma sotto DOS che aiuta a
compilare rapidamente la tabella utilizzando i dati ricavati con Winballit.
Il risultato, che ho calcolato sul calibro 243 Winch., sarà quindi il seguente.
Calibro del proiettile: 243 Winchester
Peso del proiettile: 5,18 grammi
La distanza ottimale di azzeramento è di 196,2 metri.
Dist- Velocità Energia Tempo Scarto Energia Deviazione
per vento di
anza residua (J) volo mira (Kgm) 5 ms 10
ms 15 ms
(m) (m/s) (sec.) (cm.) (cm)
(cm) (cm)
0 1022 2705 0,00000 -5,0 276,0 0,0
0,0 0,0
10 1007 2630 0,00985 -3,6 268,4 0,0
0,1 0,2
20 993 2557 0,01985 -2,4 260,9 0,1
0,3 0,6
30 980 2486 0,02998 -1,2 253,7 0,3
0,6 1,4
40 966 2417 0,04026 -0,2 246,6 0,6
1,1 2,6
50 952 2350 0,05069 0,7 239,8 0,9
1,8 4,0
60 939 2284 0,06126 1,6 233,1 1,3
2,6 5,8
70 926 2221 0,07199 2,3 226,6 1,7
3,5 8,0
80 913 2159 0,08286 2,9 220,3 2,3
4,6 10,5
90 900 2099 0,09389 3,4 214,2 2,9
5,8 13,4
100 888 2041 0,10508 3,8 208,2 3,6
7,2 16,7
110 875 1984 0,11642 4,0 202,5 4,4
8,8 20,3
120 863 1929 0,12793 4,1 196,8 5,3
10,5 24,4
130 851 1875 0,13960 4,1 191,4 6,2
12,4 28,8
140 839 1823 0,15143 4,0 186,0 7,2
14,4 33,7
150 827 1773 0,16344 3,7 180,9 8,3
16,7 38,9
160 815 1723 0,17561 3,2 175,8 9,5
19,1 44,6
170 804 1675 0,18796 2,7 171,0 10,8
21,6 50,8
180 793 1629 0,20048 1,9 166,2 12,2
24,4 57,3
190 782 1584 0,21318 1,0 161,6 13,6
27,3 64,4
200 771 1540 0,22605 0,0 157,1 15,2
30,4 71,9
220 641 1066 0,27413 -4,5 108,8
Per l'angolo di sito potrà calcolarsi la seguente tabellina.
Da essa si ricava, ad es., che con angolo di 45° e distanza di 150 metri, la palla
colpirà 12 cm sopra la linea di mira. Per effetto però dello errore di
prospettiva, sarà necessario sparare più in basso di una distanza pari a circa 17
cm.
45° 50° 60°
m sc. prosp. sc. prosp. sc. prosp.
100 10 14,5 10 16,6 11 23
120 11 16 12 18 13 26
150 12 17 13 20 14,5 29

Balistica del pallino da caccia e delle palle sferiche

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Il comportamento della rosata è stata oggetto di ampi studi, anche da parte di
Autori italiani; qui ci limiteremo all'esame della possibilità di calcolo
numerico delle traiettoria di singoli pallini componenti la rosata.

I pallini, quando escono dalla bocca dell'arma, formano un blocco ancora


alquanto compatto, salvo pochi pallini deviati in modo anomalo per urti contro
il vivo di volata. Già a pochi metri dall'arma però, l'aria si fa strada fra i
singoli pallini i quali iniziano a risentire l'influsso della sua resistenza in modo
diverso, a seconda del peso e delle deformazioni subite per il contatto con
l'anima della canna, o per compressioni nella cartuccia o per urti reciproci,
ecc. I pallini vengono così a formare uno sciame allungato con la maggior
concentrazione verso la sua parte anteriore (il centro di gravità della rosata si
colloca a circa 2/3 della sua lunghezza).

Per calcoli di estrema precisione, quali non si richiedono nella pratica


venatoria, deve tenersi presente il fatto che la resistenza dell'aria sui singoli
pallini che si trovano ancora molto ravvicinati l'uno all'altro, è minore di
quella che il pallino subirebbe se fosse isolato. Di conseguenza i pallini sparati
da una canna strozzata presentano una diminuzione di velocità minore rispetto
ai pallini sparati da una canna cilindrica, ed ancora minore rispetto ad un
pallino sparato singolarmente.

Per il calcolo della ritardazione subita dai pallini si può far ricorso alle tavole
dello Ingalls o del Lovry (ed ovviamente al software basato su di esse), ma
non è facile impostare il giusto coefficiente balistico che esse calcolano per
proiettili non sferici. Ad esempio, impiegando le tavole del Lovry, si
ottengono risultati esatti se, per una velocità iniziale di 360 ms, si adotta il
coefficiente i = 2,2 per pallini di 3-4 mm di diametro, mentre per pallini di 2
mm. il coeff. è pari a 2,4. Per la palla sferica di 18,5 mm. il coeff. diventa pari
a 1,65.

Formula approssimativa
Per un calcolo approssimativo della perdita di velocità di un proiettile su di
una determinata tratta si può ricorrere alla seguente formula, precisa per
pallini di 4 mm, ma accettabile per pallini da 2 a 6 millimetri di diametro
nell'ambito delle distanze venatorie (25-60 metri).
La formula è

in cui V è la velocità finale, D la tratta in metri e d il diametro del pallino in


mm.
Calcolo preciso
Per una maggior precisione si può far ricorso alle tavole di ritardazione
compilate dal Journée proprio per palle sferiche e di cui riportiamo più sotto
un estratto.
L'uso delle tavole è il seguente.

Prima di tutto occorre calcolare il coefficiente balistico della palla

in cui d è il diametro in mm e P il peso in grammi e indica la densità dell'aria


(standard = 1,22).

Ricordo che il peso di una palla, per una densità standard del piombo di 11,1
gr per centimetro cubo, è data da

0,005812 * D³

A titolo di esempio si veda come il Cb di un pallino di 3 mm sarà pari a 0,07 e


quello di una palla sferica cal. 12 (18,5 mm) di 0,0115.

Sia ora da calcolare la velocità residua a 100 metri della palla sferica cal .12
sparata con la velocità iniziale di 360 ms.
Dalla tavola si legge che il valore R relativo a V=360 è 1,6208; a questo
valore si aggiunge ora il valore del coefficiente balistico moltiplicato per la
distanza considerata e quindi

Cb · 100 = 0,01128 · 100 = 1,128;


R= 1,128 + 1,6208 = 2,7488

in corrispondenza del quale leggiamo la velocità ricercata, pari a poco meno


di 260 ms. (il valore esatto può ricavarsi per interpolazione).

Tempi di volo
La seconda colonna della tavola (i cui valori vanno divisi per 100) consente di
calcolare il tempo di volo. Proseguendo nell'esempio appena fatto, in
corrispondenza di V=260, si legge il valore T = 0,007010 e in corrispondenza
di V = 360, T = 0,003290
Il tempo di volo sarà dato dalla differenza di questi due valori divisa per il
coefficiente balistico e quindi 0,00372 : 0,01128 = 0,329 secondi.
Una volta calcolati i tempi di volo e le velocità residue alle varie distanze, gli
altri elementi della traiettoria possono essere calcolati con i sistemi noti per
proiettili di armi a canna rigata.
Gittata massima dei pallini
La gittata massima dei pallini si ottiene con angoli di proiezione che vanno dai
14° per i pallini da 1 mm a 25° per la palla cal. 12. In modo molto empirico, la
gittata può assumersi essere pari a tanti metri quanti dà il prodotto di 80 per i
diametro del pallino (quindi il pallino di 3 mm arriverà a 240 metri).

Un risultato più soddisfacente (valido dal pallino da 1 mm. fino alla palla cal.
12) è fornito dalla formula

Dispersione dei pallini


Il diametro della rosata non aumenta in modo lineare con l'aumentare della
distanza; vale a dire che se a 10 metri la rosata ha un diametro di 15 cm, alla
distanza di 20 metri essa non sarà di 30 cm, ma un poco più ampia.
È impossibile fornire una regola matematica che consenta di calcolare con
precisione la dispersione dei pallini, anche perché ogni strozzatura ha, in
definitiva, un suo particolare comportamento.
A titolo puramente orientativo si può utilizzare la formula

la quale ci dice che si assume eguale ad 1 il raggio del circolo che a 5 metri
dall'arma contiene il 50% dei pallini, il raggio alla distanza x sarà pari a y
volte; in altre parole se a 5 metri il raggio del circolo contenente il 50% dei
pallini è di 3, 5 cm, a 60 metri il raggio di tale circolo sarà di 22 volte più
grande e quindi di 22 . 3,5 = 77 cm.

Si tenga presente che questo è un valore intermedio per pallini di circa 2, 5


mm. e che la rosata per pallini di minor diametro è un po' più ampia e quella
per pallini più grossi, un poco più ristretta.

      TAVOLA DI JOURNÉE

Velocità R T·100
--------------------------------------
30 16,612 19,94
35 15,654 17,23
40 14,696 14,50
45 13,952 12,86
50 13,208 11,21
55 12,600 10,11
60 11,993 9,007
65 11,479 8,217
70 10,965 7,429
75 10,553 6,836
80 10,142 6,244
85 9,7486 5,782
90 9,3556 5,321
100 8,6541 4,583
105 8,3376 4,382
110 8,0211 3,980
115 7,7326 3,730
120 7,4441 3,479
125 7,1794 3,267
130 6,9146 3,056
135 6,6706 2,875
140 6,4266 2,694
145 6,2006 2,538
150 5,9746 2,283
155 5,7651 2,253
160 5,5556 2,124
165 5,3601 2,006
170 5,1646 1,887
175 4,9913 1,783
180 4,8179 1,679
185 4,6479 1,587
190 4,4779 1,495
195 4,3192 1,414
200 4,1604 1,332
205 4,0122 1,260
210 3,8639 1,118
215 3,7272 1,124
220 3,5904 1,060
225 3,4667 1,006
230 3,3429 0,9507
235 3,2294 0,9025
240 3,1159 0,8542
245 3,0152 0,8130
250 2,9144 0,7719
255 2,8241 0,7365
260 2,7337 0,7010
265 2,6522 0,6696
270 2,5707 0,6389
275 2,4970 0,6113
280 2,4233 0,5845
285 2,3566 0,5611
290 2,2899 0,5377
295 2,2290 0,5170
300 2,1682 0,4964
305 2,1127 0,4782
310 2,0571 0,4600
315 2,0064 0,4439
320 1,9556 0,4278
325 1,9091 0,4135
330 1,8626 0,3992
335 1,6197 0,3864
340 1,7767 0,3735
345 1,7365 0,3619
350 1,6963 0,3502
355 1,6585 0,3396
360 1,6208 0,3290
365 1,5851 0,3197
370 1,5594 0,3094
375 1,5154 0,3004
380 1,4814 0,2913
385 1,4489 0,2829
390 1,4164 0,2744
395 1,3851 0,2665
400 1,3538 0,2586
405 1,3237 0,2512
410 1,2936 0,2437
415 1,2645 0,2367
420 1,2354 0,2297
425 1,2073 0,2231
430 1,1791 0,2165
435 1,1518 0,2102
440 1,1244 0,2039
445 1,0979 0,1980
450 1,0713 0,1920
455 1,0454 0,1863
460 1,0195 0,1806
465 0,99422 0,1752
470 0,96897 0,1698
475 0,94429 0,1646
480 0,91960 0,1594
485 0,89545 0,1544
490 0,87130 0,1494
495 0,84765 0,1446
500 0,82400 0,1399
505 0,80079 0,1353
510 0,77758 0,1307
515 0,75478 0,1262
520 0,73196 0,1218
525 0,70958 0,1177
530 0,68718 0,1133
535 0,66513 0,1092
540 0,64308 0,1050
545 0,62147 0,1011
550 0,59986 0,09707
555 0,57844 0,09321
560 0,55701 0,08935
565 0,53586 0,08561
570 0,51470 0,08187
575 0,49381 0,07805
580 0,47292 0,07424
585 0,45228 0,07071
590 0,43164 0,06718
595 0,41119 0,06375
600 0,39074 0,06032
605 0,37048 0,05697
610 0,35022 0,05362
615 0,33015 0,05036
620 0,31007 0,04709
625 0,29022 0,04391
630 0,27037 0,04072
635 0,25036 0,03762
640 0,23089 0,03451
645 0,21131 0,03147
650 0,19173 0,02844
655 0,17228 0,02547
660 0,15283 0,02250
665 0,13353 0,01960
670 0,11422 0,01669
675 0,09506 0,01385
680 0,07589 0,01101
685 0,05683 0,00823
690 0,03777 0,00545
700 0,00000 0,00000
Si veda ancha la pagina sulla rosata

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Teoria della rosata

Le nozioni di balistica esterna necessarie per calcolare la traiettoria dei pallini da caccia
sono esposte nel precedente capitolo. Qui cercheremo di esporre le nozioni basilari sulla
rosata e sulla efficacia venatoria dei pallini. Non ci occuperemo delle munizioni per tiro
al piattello.

I pallini sono prodotti con una lega di piombo indurita da antimonio, con un peso
specifico medio di circa 11,1 gr/cm³. Vi sono in commercio anche pallini di acciaio, ma
non sono di rilevante interesse venatorio.

A seconda delle esigenze venatorie si usano pallini di vario diametro, con i seguenti
dati.

Diametro Peso gr Sezione Densità Nr. di pallini


mm mm² sez. g/cm² in 10 gr. circa
10,0 5,8      
9,0 4,3      
8,0 3,0      
7,0 2,0      
6,5 1,6      
5,15 0,8      
4,75 0,62      
4,30 0.46      
4,5 0,531 15,89 3,34 19
4,25 0,447 14,14 3,16 22
4 0,373 12,56 2,97 27
3,75 0,307 11,05 2,78 33
3,5 0,250 9,65 2,59 40
3,25 0,199 8,28 2,40 50
3 0,157 7,07 2,21 64
2,75 0,120 5,92 2,03 83
2,5 0,091 4,90 1,85 110
2,41 0,080 4,57 1,78 123
2,25 0,066 3,98 1,66 152
2 0,047 3,14 1,48 213
1,75 0,031 2,40 1,29 322

Tabella con misure di vari pallini

Si tenga presente che nei vari paesi esistono poi numerazioni convenzionali e che ad
ogni numero non corrisponde ad una frazione tonda di millimetro; in Italia, ad
esempio,una delle numerazioni usuali è la seguente; possono però esservi variazioni
rispetto ad altre tabelle. Il numero 2/0 si legge "due zeri".

Nr. mm Nr. mm

12 1,5 3 3,41

11 1,68 2 3,62

10 1,78 1 3,9

9½ 2 0 4,06

9 2,3 2/0 4,3

8 2,2 3/0 4,5

7½ 2,5 4/0 4,5

7 2,42 5/0 5

6 2,6 6/0 5,15


5 2,79 9/0 7,4

4 3,05 11/0 8,6

I pallini superiori ad un certo diametro vengono chiamati volgarmente "pallettoni", ma


non vi è un criterio uniforme su dove porre la linea di distinzione. In alcuni paesi
(Germania, Inghilterra, USA) si usa una denominazione particolare per pallini con
diametro superiore a 6 mm, in altri oltre i 5 mm, in Italia invece solo per pallini la cui
numerazione è indicata in zeri. Non è comunque distinzione che abbia un qualsivoglia
fondamento giuridico poiché per la legge si deve solo distinguere fra munizione
spezzata e munizione a palla unica.

I pallini vengono sparati da canne cilindriche o da canne conformate con particolari


modelli e misure di restringimento degli ultimi centimetri di volata, detti strozzature.

I pallini che escono da una canna cilindrica tendono ad allargarsi radialmente perché la
resistenza dell'aria ha all'inizio maggior presa sugli strati esterni dello sciame di pallini
che non su quelli al centro. Inoltre il borraggio può avere inizialmente una velocità
superiore a quella dello sciame e "bucarne" la parte centrale.

La funzione della strozzatura è di evitare questi inconvenienti.

Disposizione dei pallini e borra, sparati con canna cilindrica, a 1,2 metri dalla volata

Pallini e borra, sparati da canna molto strozzata, a 1,2 metri dalla volata
I pallini dello strato esterno vengono compressi e rallentati per il maggior attrito e
comprimono il gruppo al centro che acquista maggior velocità e li sorpassa; la borra
viene frenata e rimane indietro. Inoltre i pallini esterni vengono assoggettati ad una
forza che li dirige verso l'asse della canna e compensa quindi la loro tendenza ad
allargarsi radialmente; solo i pallini che si sono molto deformati per l'attrito contro le
pareti della canna sfuggono a questo recupero. Il risultato è che lo sciame di pallini si
allunga un po' di più rispetto a quello sparato dalla canna cilindrica, ma però un maggior
numero di pallini viene indirizzato a viaggiare parallelamente all'asse delle canna.
Perciò la dispersione radiale inizia più tardi quando la resistenza dell'aria riesce ad agire
all'interno dello sciame, in modo diverso sui singoli pallini (punto di apertura).

L'effetto della strozzatura sulla velocità dei pallini è del tutto trascurabile.

Lo scopo della strozzatura non è quello di concentrare al massimo la rosata di pallini,


ma quello di avere, alla distanza voluta, la copertura ottimale della rosata che deve avere
una certa dimensione per garantire che il bersaglio venga colpito senza troppa difficoltà,
ma da un numero di pallini sufficiente ad ucciderlo.

Come si è detto i singoli pallini acquistano velocità e direzioni diverse per effetto delle
variazioni di forma entro la canna, e conseguente spostamento del centro di gravità, per
le diverse forze a cui vengono assoggettati dalla strozzatura, per gli urti reciproci entro
la canna e fuori di essa; la strozzatura allunga lo sciame e perciò diminuiscono le
probabilità che pallini arretrati, ma di forma migliore, raggiungano pallini anteriori
deformati e che entrambi rimbalzino fuori dello sciame. Si consideri che il 10-15% dei
pallini è fortemente deformato e che almeno un terzo dei pallini ha qualche
deformazione (pallini da 2 mm; la percentuale sale fino al 65% per pallini da 4 mm).

I pallini poi non viaggiano sempre in modo rettilineo, ma, come ogni altro proiettile,
con deviazioni spiraliformi attorno alla linea di traiettoria: se si spara a 20 metri ad un
bersaglio la cui metà sinistra è imperforabile, si vede che a 40 metri la metà sinistra di
un secondo bersaglio viene egualmente colpita da pallini che a 20 metri si trovavano
necessariamente sul lato destro.

Le dimensioni e la distribuzione della rosata vengono rilevate con un bersaglio posto ad


una data distanza e, salvo alcuni pallini anomali, la sua forma è pressoché circolare; la
distribuzione dei pallini entro questo cerchio è alquanto imprevedibile, ma è evidente
che in una buona rosta la densità deve essere maggiore al centro che non ai margini.
Avviene così che un corpo avente la superficie frontale di 90 cm² (corrispondente ad
una pernice), viene colpito da numerosi pallini se si trova al centro della rosata e da un
minor numero di pallini se si trova spostato verso il suo margine. Siccome il selvatico
deve essere colpito da più pallini, si avrà una buona rosata quanto più uniformemente i
pallini sono distribuiti all'interno del cerchio, così che in ogni suo punto il selvatico
abbia le stesse probabilità di essere colpito dal numero di pallini richiesto, visto che non
è facile coglierlo proprio al centro della rosata!

A breve distanza si avrà una rosata piccola e con troppi pallini. Poi la rosata e la
dispersione dei pallini aumentano con la distanza finché alla distanza ottimale di tiro,
per una data carica, si avrà la distribuzione dei pallini migliore; aumentando ancora la
distanza, aumenta la rosata, ma si restringe via via la zona centrale in cui è garantita la
densità richiesta dei pallini.
La velocità iniziale dei pallini ai fini degli studi di balistica viene convenzionalmente
assunta come pari a 360 ms, anche in considerazione del fatto che qualche decina di ms
in più o in meno alla bocca, diventano poi pochi ms alle distanze venatorie e del fatto
che questa risulta essere la velocità ottimale sotto molti punti di vista. Una velocità
superiore richiede notevole aumento delle pressioni con un peggioramento della rosata
non accompagnato da alcun vantaggio alla maggior distanza raggiungibile. Una velocità
inferiore aumenta di molto la bontà della rosata, ma diminuisce troppo la penetrazione
del pallino. Se un fucile dà una buona rosata solo con cariche deboli, non è buon fucile.

Nei primi metri di traiettoria non è poi possibile determinare la velocità dei singoli
pallini in quanto la carica si comporta aerodinamicamente come un proiettile e ogni
pallino inizia ad avere una traiettoria autonoma solo quanto è esposto alla resistenza
dell'aria con esclusione degli influssi reciproci con gli altri pallini. La distanza a cui ciò
avviene dipende dalla velocità iniziale, dal diametro del pallino, dal tipo e grado di
strozzatura e dalla deformazione subita dai pallini.

Il Burrard (studioso inglese) assume come distanza minima quella di 3 yarde (m. 2,75) e
misura a partire da essa la velocità iniziale dei pallini. In Germania si usa misurare la
velocità a 5 m dalla bocca, distanza a cui con sicurezza ogni pallino viaggia per conto
suo e si riscontra che se essa è pari a 360 ms, la velocità alla bocca può variare da 385 a
395 ms a seconda di misura dei pallini, calibro, peso della carica.

Ecco la perdita di velocità dei pallini alle varie distanze:

mm Distanza in metri
 
10 12,5 15 20 25 30 35 40 45 50 550 60 75 100

4,5 338 327 317 299 281 265 250 237 225 214 205 196 176 156

4,25 336 325 314 295 276 260 245 231 219 208 198 189 170 145

4 334 322 311 290 271 254 239 225 213 202 192 183 163 138

3,75 332 319 307 285 266 248 233 219 206 195 185 176 155 125

3,5 330 316 303 281 261 242 226 212 199 187 177 169 147 115

3,25 328 313 300 276 255 236 218 204 191 179 169 161 137 107

3 326 310 296 271 249 229 211 196 183 171 160 150 126 99
2,75 323 306 292 265 241 221 203 188 174 162 151 141 115 80

2,5 320 302 287 258 233 213 194 177 162 150 138 127 99 64

2,25 316 297 281 250 225 203 182 163 148 135 122 111 80 45

2 311 291 273 242 215 190 167 146 128 113 99 88 57 20

Tabella della perdita di velocità di un pallino di dato diametro a varie distanze,


posto che la velocità a 5 metri dalla volata sia eguale a 360 m/s

mm Distanza in metri

 
10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 75 100

4 0,0278 0,0433 0,0598 0,0781 0,0964 0,1170 0,1379 0,1611 0,1845 0,2102 0,2362 0,329 0,495

3,5 0,0278 0,0436 0,0606 0,080 0,0989 0,1200 0,1423 0,1670 0,1915 0,2200 0,2479 0,349 0,535

3 0,0278 0,0439 0,0613 0,0810 0,1013 0,1240 0,1475 0,1742 0,2008 0,2322 0,2615 0,376 0,585

2,5 0,0278 0,0442 0,0625 0,0831 0,1047 0,1290 0,1551 0,1840 0,2146 0,2472 0,2817 0,405 0,667

2 0,0278 0,0448 0,0643 0,0859 0,1097 0,1360 0,1653 0,1975 0,2326 0,2722 0,3160 0,481 0,885

Tabella del tempo impiegato a percorre varie distanze


posto che la velocità a 5 metri dalla volata sia eguale a 360 m/s

mm Distanza in metri
 
5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 75 100

4 2,44 2,06 1,77 1,54 1,34 1,18 1,04 0,92 0,83 0,74 0,67 0,61 0,48 0,34

3,5 1,65 1,38 1,17 1,00 0,86 0,75 0,65 0,57 0,50 0,45 0,40 0,35 0,27 0,18
3 1,06 0,86 0,72 0,60 0,50 0,43 0,36 0,31 0,27 0,24 0,21 0,19 0,13 0,07

2,5 0,60 0,48 0,38 0,31 0,25 0,21 0,18 0,15 0,12 0,10 0,09 0,08 0,05 0,02

2 0,31 0,23 0,18 0,14 0,11 0,09 0,07 0,05 0,04 0,03 0,02 0,02 0,01 0,002

Tabella dell'energia del pallino alle varie distanze posto


che la velocità a 5 metri dalla volata sia eguale a 360 m/s

La curvatura della traiettoria dei pallini può essere trascurata perché ampiamente
compensata dalle dimensioni della rosata così da non richiedere compensazioni al
momento della mira. Un pallino di 2,5 mm cade di 1,9 cm a 20 m, di 5,5 a 30, di 12,3 a
40 metri; un pallino di 3,5 mm cade di 1,8 a 20 m ,di 4,9 a 30, di 10,3 a 40 e di 19,3 a
50 metri. I fucili del resto sono tarati a 35 metri di distanza e a 10-15 cm sopra il centro
ideale della rosata così che lo scarto massimo effettivo non supera i 10-15 cm.

Come detto, mentre la rosata sul bersaglio viene rappresentata come un cerchio, in
effetti i pallini formano uno sciame allungato con una maggior presenza di pallini nella
parte anteriore; se si divide lo sciame in due parti contenente lo stesso numero di pallini,
si constata che il punto di divisione (centro di gravità dello sciame) si trova ad 1/3 dai
pallini di testa.

Sperimentalmente non si rilevano significative influenze della temperatura, dell'umidità


dell'aria, dell'altitudine, sulla velocità iniziale e sulla traiettoria, anche se i cacciatori
usano aumentare le cariche in inverno (ma in inverno gli animali sono più protetti da
piume e pelo).

Maggiore e significativa può essere l'influenza del vento laterale, specialmente se si


spara in aria (a terra il vento e minore e vi è la protezione di piante e cespugli). Con un
vento di 5 m/s un pallino di 2,5 mm viene spostato di 10 cm a 25 m, di 20 cm a 35, di
35 cm a 45 m. (le deviazioni si raddoppiano se il vento soffia a 10 ms). Bisogna però
tenere presente che nel tiro a volo anche il selvatico viene spostato nella stessa direzione
dei pallini.

La carica di pallini

Il peso della carica di pallini per un dato calibro non può variare di molto: una carica
troppo pesante aumenta la pressione dei gas ed aumenta il rinculo; se l'arma è pesante si
può usare una carica maggiore perché il rinculo sarà minore; un'arma leggera richiede
una carica leggera per non avere un rinculo poco piacevole. La carica normale per un
cal. 12/70 è di 35-36 gr, per un 16/70 di 30-31 gr, per un 20/70 di 26-27 gr. In cartucce
maggiorante (Magnum, Super speed) si può però arrivare fino a cariche di 46 grammi
per il calibro 12.
Quando si usano pallini di grosse dimensioni, il peso della carica può essere aumentato
un poco, senza che si verifichi un aumento di pressione perché con più i pallini sono
grossi minore è l'attrito fra i singoli pallini. Il problema dell'attrito è ora divenuto
secondario per l'uso di borre di plastica che racchiudono il pallino fino all'uscita dalla
canna.

L'aumento di diametro della rosata

In molti testi si legge che l'aumento della rosata non sarebbe proporzionale alla distanza
dall'arma, ma un po' minore. Ciò ovviamente non può avvenire, in contrasto con le leggi
della fisica. I pallini hanno un comportamento diverso nei primi 10-12- metri di
percorso rispetto al tratto successivo e se si prende in esame l'intera traiettoria,
effettivamente si riscontra la non linearità dell'allargamento. Se però si stabilisce la
dispersione a 35 metri, la dispersione a 25 metri o a 45 metri non potrà che essere
proporzionale alla distanza. Ciò non è accertabile con precisione assoluta per il fatto che
i pallini, come si è detto, procedono con un moto spiraliforme e di conseguenza la
distribuzione sul bersaglio in un dato istante finisce per essere casuale e non
predeterminabile. Inoltre una misurazione esatta richiede un bersaglio molto ampio che
consenta di visualizzare tutti i pallini; la valutazione cambia infine notevolmente a
seconda che si consideri l'intera rosata oppure solo la sua parte centrale. Si ripete perciò
è fonte di errore (ad esempio) valutare le dimensioni della rosata a 40 metri in base alla
rosata misurata a 10 metri.

L'aumento della dispersione è maggiore per i pallini piccoli che per i pallini grossi.
Quelli piccoli iniziano a disperdersi più vicini all'arma e si deformano più facilmente dei
pallini grossi. Se si prendono in considerazione tutti i pallini della rosata, anche i più
esterni, si riscontra così che la dispersione dei pallini di 2,5 mm può essere superiore del
50% a quelle dei pallini di 3,5 mm. Se si prende in considerazione solo la parte centrale
della rosata, in cui si trovano i 5/6 dei pallini si ha una dispersione superiore solo del
10-25 %. Lo stesso fenomeno non si riscontra più con pallini di 4 mm! Va detto però
che ogni strozzatura provoca una diversa dispersione così che ha poco senso cercare di
elaborare una teoria generale.

In linea molto approssimativa si può ritenere che se su di un bersaglio di dimensioni


qualsiasi, alla distanza di 35 metri si contano 100 pallini, alle diverse distanze si abbia il
seguente numero di pallini

Distanza Strozzatura Strozzatura Strozzatura


media stretta strettissima
 
30 125 127

35 100 100 100

40 80 75 72
45 64 56 52

50 52 43 36

55 42 33 28
 
60 34 24

Bisogna quindi fare molto attenzione alle canne troppo strozzate perché oltre la distanza
per cui si cerca di avere la concentrazione ottimale, la dispersione della rosata può poi
aumentare in modo da essere del tutto insufficiente.

Per valutare molto approssimativamente le dimensioni dell'intera rosata alle varie


distanze, si può fare ricorso alla tabella elaborata da M. Baker. Le dimensioni sono in
pollici.

Strozzatura Distanza in yarde


  10 15 20 25 30 35 40
Cilindrica 19 26 32 38 44 51 57
modif.
Cilindrica 15 20 26 32 38 44 51
Mezza 12 16 20 26 32 38 45
Piena 9 12 16 21 26 32 40

Le dimensioni della rosata non sono correlabili al calibro dell'arma; in piccoli calibri si
riscontra sovente un maggior numero di pallini con traiettoria anomala.

Si ripete comunque che è impossibile dare indicazioni che non siano approssimative.
Fucili aventi canne con identiche dimensioni interne e strozzatura identica al centesimo
di millimetro, hanno prestazioni differenti e basta la cromatura delle canna per
modificarle.

Una approssimativa valutazione delle dimensioni della rosta alle gittata massima dei
pallini è importante per valutare il rischio di persone che si trovino a quella distanza e in
quella direzione. Esperimenti svolti in Germania hanno dato i seguenti risultati

 
Distanza in m. Diametro rosata in m
 
Pallini di 2,5 Pallini di 3,5
mm mm

30 2,5 1,9

40 3,8 2,9

60 7 5,3

80 11 8,3

100 17 12,8

120 26 19,5

140 38 28,5

160 58 43,5

180 80 51

Ciò significa che se si spara verso un selvatico con pallini di 2,5 mm e dietro di esso, a
180 metri di distanza, vi è una persona, questa può essere colpita anche se si trova
spostata di 40 metri rispetto alla linea di tiro! Questo senza tenere conto di possibili
rimbalzi, di deviazioni anomale, di cartucce con dispersore (che danno a 20 metri il
bersaglio che altrimenti si avrebbe a 35 m), di strozzatura per skeet, ecc..

Secondo le norme di prudenza elaborate in Germania, quando si caccia con altre


persone, non si dovrebbe sparare verso di loro sotto un angolo minore di 10 gradi; ciò
significa che a 40 metri di distanza il compagno deve trovarsi almeno a 7 metri dalla
lepre (a 20 gradi e a 14 metri se si usa un dispersore). Non sarebbe male che ogni
cacciatore si abituasse a valutare istintivamente questo angolo.

La lunghezza della rosata

La lunghezza della rosata non deve essere confusa con la lunghezza dello sciame di
pallini in volo.
Se si spara su di uno specchio d'acqua, verso un anatra ad una trentina di metri, è facile
constatare a vista che i pallini colpiscono una striscia di acqua lunga più di 10 metri.
Questa striscia non deriva dal fatto che lo sciame di pallini assume una forma allungata,
ma da un normale fenomeno balistico. Se a 35 metri l'intera rosata ha un diametro di
circa un metro, vuol dire che alcun pallini si troveranno al livello dell'acqua ed altri ad
mezzo metro circa da essa, alcuni più veloci, altri più lenti; percorrono perciò traiettorie
diverse e i pallini più lenti o più bassi colpiranno l'acqua circa 20 metri prima
dell'anatra, quelli più alti e più veloci a circa 20 metri dopo l'anatra (dati puramente
esemplificativi, ovviamente); la conseguenza è una lunga strisciata di pallini sull'acqua
e una differenza di tempo di volo tra pallini anteriori e pallini posteriori di 0,2- 0,3
secondi. Ciò non significa ovviamente che non sia importante mirare bene un selvatico
che fugge davanti a noi in linea retta perché comunque la concentrazione richiesta di
pallini si ha solo attorno al punto mirato.

La lunghezza dello sciame di pallini

Il problema delle dimensioni e disposizione dello sciame di pallini lungo la traiettoria, è


stata oggetto di numerosi studi i quali, in fin dei conti, hanno concluso che è un
problema di scarso interesse. In modo abbastanza indipendente da carica e da
strozzatura, i pallini si allungano in uno sciame a forma di grappolo d'uva, con la parte
più ampia in avanti e che a 35 metri di distanza è lungo 3-3,5 metri al massimo, ma
anche minore se i pallini sono uniformi e non deformati. I pallini migliori si troveranno
ovviamente nella parte anteriore e quelli deformati o più piccoli nella parte posteriore. Il
centro più nutrito della sciame, che contiene circa il 75% dei pallini, si trova a circa un
terzo (un metro circa) dai pallini anteriori.

Sciame di pallini

Se si spara ad una lepre che passa di traverso a 35 metri, supposta una velocità finale di
226 ms per pallini di 3,5 mm, questi impiegheranno circa 0,144 secondi a colpire il
bersaglio; siccome gli ultimi sono tre metri indietro ne impiegheranno 0,131 con una
differenza di 0,013 secondi. Ammesso che la lepre abbia fretta e corra alla velocità di 15
ms, in quel tempuscolo potrà percorrere solo una ventina di centimetri e perciò non
potra uscire dalla parte nutrita della rosata. Se però il cacciatore ha mirato bene, con il
giusto vantaggio, in modo che i primi pallini colpiscano la testa, i pallini del centro
dello sciame, a circa un metro dai primi, la colpiranno dopo che la lepre avrà percorso
meno di 10 centimetri, vale a dire alla spalla. Se si fa lo stesso calcolo per un fagiano
che viaggia a 25 ms di velocità, i dieci centimetri diventano circa 15.
Quale curiosità ricordo che certi cacciatori pasticcioni usavano mescolare pallini grossi
a pallini piccoli convinti di avere così una cartuccia buona per tutti gli usi. È una
emerita sciocchezza perché così facendo si ottengono, dopo una diecina di metri, due
sciami perfettamente separati, ognuno dei quali contiene un numero di pallini del tutto
insufficienti a uccidere il selvatico (a 35 metri i due sciami saranno ad una distanza,
l'uno dall'altro, di circa 1,5 metri!).

Controllo della rosata

Esporrò qui il metodo ufficiale seguito in Germania per controllare la regolarità della
rosata e che consente un'ottima valutazione di canne per caccia e cartucce. Per i fucili da
tiro viene usato un diverso bersaglio.

Bersaglio per prova della rosata

Il bersaglio di controllo è un cerchio di 75 cm di diametro con un cerchio interno di 37,5


cm. La corona circolare è divisa in dodici settori e il cerchio interno è diviso in quattro
settori; ogni settore ha la superficie di 276, 125 cm². Questa misura è stata scelta in
modo che due settori adiacenti (552 cm²) corrispondano alla superficie massima di una
lepre, mentre una pernice corrisponde ad 1/3 di un settore (92 cm²) e un fagiano e un
anatra a 2/3 (184 cm²). La prova viene effettuata sparando una serie di 5 cartucce eguali
dalla distanza di 35 metri. Se una delle 5 rosata diverge dalle altre per più del 25% di
impatti, occorre sparare altre cinque cartucce e la rosata anomala va scartata in quanto
attribuibile ad anomalia della cartuccia.

Per ogni rosata si passa poi a valutare la copertura di ogni settore (due settori per la
lepre) che sarà considerata sufficiente se, tenuto conto del diametro del pallino richiesto
per l'animale in considerazione, si contano almeno:

- almeno 12 pallini da 2,5 mm in un settore e cioè almeno 4 pallini per la superficie di


una pernice (1/3 di settore);

- almeno 6 pallini da 3 mm in un settore e cioè almeno 4 pallini per la superficie di un


fagiano (2/3 di settore);

- almeno 6 pallini da 3,5 mm in due settori contigui, corrispondenti alla superficie di


una lepre. In questo caso bisognerà sommare via via a+b, b+c, c+d, d+a, e+f,f+g,... fino
a q+e. Nella figura è insufficiente solo il settore g+h e si hanno 89 pallini sul bersaglio
con 15 settori coperti a sufficienza.

La rosata sarà tanto migliore quanto maggiore è il numero dei settori coperti e quanto
maggiore è il numero di pallini complessivo. In presenza di un buon numero
complessivo di pallini sul bersaglio, ma concentrati piuttosto sui settori centrali, non si
deve concludere che l'arma spara male, ma solo che è più adatta per tiri lunghi; è perciò
consigliabile di ripetere la prova a 40 metri di distanza.

Relazione tra selvatico e pallino

La balistica terminale della carica di pallini differisce fondamentalmente da quella del


proiettile singolo. Questo deve trasferire la sua energia al corpo e quindi è costruito in
modo da deformarsi e frantumarsi e da provocare distruzione meccanica dei tessuti,
oltre a onde d'urto distruttive.

Diverso il comportamento della carica di pallini che è già frantumata e quindi scarica
immediatamente e completamente tutta la sua energia su di una superficie molto
maggiore. Si consideri che già alla bocca la carica di un calibro dodici ha una superficie
di 2,5 cm², il che è otto volte quella di una palla calibro 8 mm. A cinque metri la
superficie di impatto sarà 20-30 volte superiore ( 6-10 cm di diametro) con una energia
di oltre 200 kgm (circa 2000 Joule) il che spiega l'effetto fulminante della carica a
pallini a breve distanza, anche su animali di grossa taglia.

La carica di pallini conserva una energia sovrabbondante anche a distanze sui venti
metri a cui, ad esempio, una lepre di 3 o 4 kg può essere colpita da un numero di pallini
sufficienti a dare circa 30 kgm di energia, vale a dire quanto un buon calibro 38.

Il meccanismo dell'energia non è sufficiente a spiegare il motivo per cui il selvatico


viene ucciso anche a distanza doppia sebbene colpito da un numero ridotto di pallini che
talvolta penetrano di poco sotto la cute.

Il vero meccanismo è stato scoperto facendo esperimenti scientifici su animali: si è così


visto che lo stesso animale che rimaneva fulminato da una scarica di pallini che appena
bucavano la pelle, quasi non riportava danni se veniva colpito mentre era narcotizzato.
Si è perciò concluso che la morte non deriva direttamente dalle ferite, di per sé lievi, ma
dallo shock nervoso cagionato dal fatto che più pallini colpiscono contemporaneamente
più terminazioni nervose sparse sul corpo. In medicina legale questo fenomeno è
conosciuto come "morte per inibizione riflessa" che talvolta può verificarsi anche per
una sollecitazione improvvisa di una singola piccola ridotta regione del corpo (gli atemi
delle arti marziali o la morte improvvisa di chi si butta in acqua).

Per uccidere il selvatico è perciò necessario che venga colpito da un sufficiente numero
di pallini che scatenino questo riflesso e paralizzino il cuore. Sotto questo aspetto può
essere più letale una carica di pallini piccoli che una di pallini grossi, sempre che i
pallini piccoli abbiano energia sufficiente a produrre ferite sotto cute.

Ovviamente un numero di pallini minore che penetrino in profondità entro il selvatico


sono idonei ad ucciderlo, se colpiscono punti vitali o provocano emorragia, o ad
immobilizzarlo se spezzano arti.

Nello scegliere il pallino si deve perciò cercare di ottenere entrambi i risultati con un
pallino che assicuri sia una certa penetrazione sia un numero sufficiente di impatti,
secondo il criterio sopra visto per la valutazione della rosata. Non si deve cercare di
affidarsi solo alla penetrazione, ad esempio usando pallini molto grossi, perché diventa
elevato il rischio che il selvatico passi tra i pallini indenne, oppure che venga ferito da
uno solo e vada a morire altrove. Si deve poi tenere presente che l'effetto nervoso viene
prodotto solo se i singoli pallini hanno una energia sufficiente a provocarlo. Ad esempio
per una pernice si calcola che ogni pallino debba avere all'impatto una energia di
almeno 0,11 - 0, 15 kgm. Questo non significa ovviamente che si possa sparare alla
distanza di 100 metri se il calcolo teorico ci dice che un certo pallino possiede ancora
l'energia richiesta a tale distanza! Rimane infatti ferma l'esigenza che il selvatico venga
colpito da un numero sufficiente di pallini. Ad esempio i pallettoni da 8 mm potrebbero
uccidere una volpe a 100 metri; però si devono usare a non più di 20-25 metri perché
oltre tale distanza è un puro caso colpire la volpe con più di un pallino.
Il cacciatore che spara ad un selvatico con pallini più piccoli di quelli teoricamente più
adatti, deve ricordarsi che deve ridurre la distanza di tiro; se spara con pallini più grossi
corre il rischio di fracassare l'animale, se troppo vicino, o di mancarlo, se si trova oltre
la distanza di copertura ottimale della rosata.

Secondo Journée la distanza massima a cui si può sparare ad un selvatico con buona
sicurezza di ucciderlo, e non solo di ferirlo, è la seguente

Specie Superficie Peso kg Diametro m Distanza


Pernice 90 0,35 2,5 43
Anatra 150 0,85 3 45
Fagiano 200 1,25 3,25 46
Lepre   3,5 3,5 48
Volpe   6,5 3,75 50
 

In letteratura si trova talvolta cenno del fenomeno della "passata" che si verifica quando
un selvatico in volo, trafitto da un singolo pallino, cade stecchito. Sono state escogitate
varie teorie ma senza giungere a conclusioni definitive. È probabile che anche in questo
caso insorga una specie di shock nervoso. Egualmente poco chiara è la ragione per cui,
a seconda della carica delle cartuccia, talvolta l'uccello cada senza spargere una goccia
di sangue, talvolta invece sanguini vistosamente dalla ferite.

Il "vantaggio"

Quando si spara ad un bersaglio in movimento non si deve mirare al centro di esso, ma


un po' più in avanti, rispetto alla direzione del movimento, perché i pallini impiegano un
certo tempo a raggiungere il bersaglio e in quel tempo il bersaglio si è spostato. Si
consideri che sulla distanza di 35 metri i pallini viaggiano alla velocità media di 285 m/s
e impiegano circa 0,12 secondi a percorrerla; se il selvatico vola a 20 ms, in tale tempo
avrà percorso 2,4 m; se esso passa trasversalmente di fronte a noi si dovrà sparare a
detta distanza davanti alla sua testa.

La formula per calcolare questo spazio è data da

(Velocità del selvatico) * (distanza) / (Velocità media pallini)

La velocità media si ottiene sommando velocità iniziale a velocità finale dei pallini e
dividendo per due.

In teoria si dovrebbe tenere conto anche dei tempi di reazione del cacciatore e del
sistema meccanico dell'arma, ma questi vengono corretti dallo stesso cacciatore che al
momento dello sparo non blocca l'arma ma continua a muoverla, assecondando il
movimento del bersaglio.

Se il bersaglio si muove in diagonale rispetto al cacciatore, il calcolo diviene molto più


difficile; se il selvatico viaggia con un angolo di 70° rispetto alla linea trasversale, il che
equivale a dire che la sua direzione di moto è di 20° rispetto alla linea di mira (si
trascura qui la precisione teorica), il valore dello scostamento si otterrà moltiplicando il
precedente valore per cos70° oppure per sen20°.

Nella pratica si ottiene lo stesso risultato utile calcolando il vantaggio non in metri, ma
in "lunghezze dell'animale"; se un fagiano che vola trasversalmente ci appare lungo 60
cm il vantaggio da dare sarà dato da 240/60 = 4 fagiani; se esso si allontana in diagonale
sarà sufficiente mirare "4 fagiani in avanti" secondo la lunghezza che il fagiano ci
presenta per effetto della prospettiva.

La penetrazione del pallino

Circa la penetrazione di pallini in tessuti molli, sono stati fatti esperimenti su blocco di
gelatina constatandosi che alla distanza di 35 metri e pallini da 2,5 mm la penetrazione è
attorno ai 60 mm, se di 3 mm di diametro, la penetrazione è attorno ai 70 mm, se di 3,5
mm attorno agli 80 mm. Con pallini da 2,5 mm si è avuta, alle varie distanze, la
seguente penetrazione
Distanza in m Penetrazione in mm

15 69

20 64

30 50

40 33,6

50 23,5

Munizioni a pallini per revolver

Le cartucce per revolver sono vendute per la difesa da serpenti; esse sono caricate, nel
cal. 38, con circa 135 pallini da 1,3 a 1,5 mm. Questa carica produce alla distanza di 15
metri una rosata di circa un metro di diametro. Essi, a tale distanza, non sono in grado di
superare un abbigliamento invernale.
Al fine di usare queste cartucce anche per difesa personale non letale, sono state fatte
prove con pallini di dimensioni maggiori.
Con pallini da 2,5 mm la rosata è ancora nutrita, ma anch'essi a 15 metri di distanza
riescono appena a penetrare oltre un cappotto, senza ferire la cute. Con pallini da 3,5
mm si producono ferite. I pallini da 4,5 mm superano agevolmente gli abiti e penetrano
per 3 cm in un blocco di plastilina; però in una cartuccia ve ne stanno solo una ventina.
Si è quindi pensato di caricare queste cartucce con una miscela di pallini di varie
dimensioni, in modo da avere una rosata nutrita e aumentare l'effetto di shock. La
miscela più congrua è risultata quella con il 50% di pallini da 2,5 mm, il 25% da 3,5
mm e il 25% da 4,25 mm., con un totale di circa 50 pallini. Usando polveri e cariche
vivaci (ad es. 4,5 grani di Kemira N 310) si ottengono velocità di poco inferiori ai 300
ms in canne da 3 pollici.
Con queste cartucce si è riscontrato che una sagoma umana veniva colpita da circa 40-
45 pallini a 5 metri, da 25-35 pallini a 10 metri, da 20-25 pallini a 15 metri. Oltre questa
distanza, la rosata risulta molto sguarnita al centro.
A distanza ravvicinata tutti i pallini perforano 15 mm di legno; a 5 metri passano quelli
da 3,5 e 4,25 mm, a 10 metri solo alcuni dei pallini da 3,5 riescono a passare, a 15 metri
solo quelli da 4,25 passano (al 90%)
Invece la penetrazione nella plastilina, dopo aver superato 5 mm. di strati di tessuto, è
stata la seguente

Diametro a 5 m a 10 m a 15 m

2,5 6 mm 2 mm 0 mm
3,5 11 " 5" 3"
11 "
4,25 21 " 16 "

La penetrazione dei pallini da 4,25mm nella plastilina non protetta da tessuto è stata di
30 mm. La probabilità di colpire agli occhi, sparando a 15 metri, è risultata dello 1%

Bibliografia
Lampel W, Jagdballistik, Melsungen 1971
Lampel - Marhold, Waffen Lexikon, München 1994
Haglund B. - Claesson E. (Husqvarna) , Mina Jaktvapen, Stockholm 1957
Burrard, The modern Shotgun, 3 vol. , London 1952
Journée, Tire des Fusils de Chasse, Paris 1947
v. Wissman, Der Schrotschuss, Hamburg 1968

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I pallini d'acciaio
A metà degli anni 80, a seguito della scoperta che negli specchi d'acqua i pallini di
piombo provocavano inquinamento e grave danno per i volatili, si è fatto ricorso all'uso
di pallini di acciaio, unica alternativa possibile. Trattasi di pallini di acciaio dolce con
un peso specifico di gr. 7,8 per cm cubo (piombo =11 gr) e una durezza di 90-100 HV
(piombo = 15-25 HV) . I pallini d'acciaio hanno perciò una densità seziona le minore di
quella dei pallini di piombo e quindi vengono rallentati maggiormente dalla resistenza
dell'aria. Per compensare questo comportamento sfavorevole occorre usare pallini di
maggior diametro (circa mezzo millimetro) rispetto a quello di piombo che si userebbe
per lo stesso tiro; ciò comporta però un minor numero di pallini e, per compensare
questo inconveniente occorre aumentare lo spazio a loro disposizione nella cartuccia,
riducendo al minimo lo spessore della borra, con le conseguenti variazioni balistiche. Il
numero di pallini rimane comunque un po' inferiore come si vede dalla seguente tabella.
Il peso del singolo pallino in grammi sarà dato da   0,004084 * D³

Uso Metallo Diametro Peso singolo Peso tot. Nr. pallini

Lepre Pb 3,20 0,193 31,5 160

" Fe 3,70 0,207 31,5 150


Anitra Pb 2,70 0,116 31,5 270

" Fe 3,20 0,134 31,5 230

Trap Pb 2,41 0,083 31,5 380

" Fe 2,60 0,070 31,5 450

Skeet Pb 2,00 0,047 31,5 670

" Fe 2,30 0,050 31,5 630

Balistica interna

I pallini di acciaio sono pressoché indeformabili e perciò, oltre che per il ridotto
borraggio offrono una resistenza poco elastica ai gas, non ne ammortizzano la pressione
così che la pressione massima in canna viene raggiunta in un tempo (0,20 millisecondi)
che è la metà di quella che si riscontra nelle cartucce con piombo (0,40 ms). La
pressione comunque rimane in limiti accettabili (650 bar contro 620 per il piombo) e
non vi sono problemi per la chiusura dell'arma. Un pericolo è invece rappresentato dalla
strozzatura della canna. Quando il bicchierino di plastica (che contiene i pallini e
protegge la canna da graffi) giunge all'angolo della strozzatura, a causa della
indeformabilità dei pallini viene frenato bruscamente e la parte centrale della carica si
muove in avanti; ne derivano elevate sollecitazioni radiali che possono provocare
rigonfiamenti nella canna, ben visibili dopo qualche decina di colpi. Il rigonfiamento
sarà tanto maggiore quanto più grossi sono i pallini , quando più accentuato l'angolo di
strozzatura, e quanto più debole la canna per spessore o resistenza dell'acciaio. Gli
esperimenti compiuti dalla Dynamit Nobel hanno dimostrato che con pallini fino a 2,5
mm non vi è alcun pericolo di rigonfiamento. Invece in armi vecchi e con canne sottili e
impiegando pallini da 3,2 mm. si ha rigonfiamento già dopo 50 colpi e con 500 colpi la
canna è da buttare. Ad ogni modo, anche usando pallini da 3,7 mm non si è verificata
alcuna situazione di pericolo per il tiratore né variazioni nella rosata.

Balistica esterna

Il robusto contenitore dei pallini ritarda il momento in cui il pallini iniziano a scostarsi e
quindi la rosata è più stretta; inoltre lo sciame è più corto perché i pallini non si
deformano e viaggiano tutti con velocità quasi eguale. La copertura sul bersaglio non è
quindi proprio l'ideale, come avverrebbe con una cartuccia a piombo, perché vi sono
troppi pallini al centro e meno pallini nel cerchio esterno. Si consiglia quindi di
scegliere una strozzatura di uno scalino inferiore rispetto a quella che si userebbe con il
piombo (ad es. 1/2 strozzatura invece di 3/4), cosa che inoltre riduce il pericolo di
rigonfiamenti se si usano pallini grossi.
La velocità alle varie distanze, data Vo = 400 m/s è approssimativamente la seguente
Diametro 3,7 mm 3,2 mm 2,3 mm
     
Distanza

25 m 230 220 195

50 m 170 150 115

75 m 125 115 75

Il minor numero di pallini impone di ridurre la distanza di tiro se si vuole avere una
copertura ottimale del bersaglio. Non si dovrebbero superare i 30 metri.
Ai fini della sicurezza si consideri che un pallino di 2,6 mm, come usati per lo skeet,
hanno una gittata massima di 210 m contro i 250 di un pallino di piombo; però il pallino
di acciaio quando rimbalza perde molta meno energia di quello di piombo e rimbalza
più lontano.I pallini d'acciaio provocano danno ai boschi perchè i tronchi colpiti
danneggiano poi le macchine per lavorare il legno

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Calcolo della velocità di una freccia

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I cronografi, attualmente disponibili a basso prezzo, consentono una


misurazione assolutamente precisa della velocità di una freccia scoccata un
arco. Per chi si accontenta di una minor precisione e di dati orientativi, non è
male conoscere i metodi usati un tempo.
Nell'antichità si usava sistemare gli arcieri in un grande cerchio, ad una
cinquantina di passi l'uno dall'altro; il primo lanciava una freccia poco sopra la
testa del secondo; questo, quando sentiva il sibilo della freccia, scoccava la
propria, e così via uno dopo l'altro, fino a che era trascorso un certo tempo
misurabile con la clessidra o con altro mezzo. A questo punto, in base al
numero dei lanci e alla distanza complessiva percorsa dalle frecce, si poteva
calcolare la velocità media delle frecce usate dagli arcieri.
Una miglior precisione si ottenne con l'invenzione del cronometro in grado di
misurare frazioni di secondo. L'arciere, ad un comando sonoro, scocca la
freccia verso un bersaglio posto ad una cinquantina di metri, così che la
traiettoria sia piuttosto tesa. Il cronometrista vicino a lui, e che non vede né
tiratore né bersaglio, registra il comando di tiro e il suono dell'impatto della
freccia e misura così l'intervallo di tempo fra di essi. L'esperimento viene
ripetuto più volte. La velocità media in ms delle frecce tirate con quell'arco
sarà data dalla formula

in cui t indica i vari valori misurati, n il numero delle prove effettuate ed s la


distanza tra tiratore e bersaglio. La formula tiene conto del tempo occorrente
al suono dell'impatto per raggiungere il cronometrista.
Una misurazione esatta si ottenne infine con il pendolo balistico e poi con i
cronografi elettrici.

La velocità della freccia può essere calcolata anche in base all'energia


dell'arco e al peso della freccia.
L'energia potenziale a cui l'arco viene "caricato" tendendolo per scoccare la
freccia è data dalla formula

in cui L è misura in metri di quanto la freccia viene tirata verso il tiratore nel
momento in cui l'arco viene teso ed F è la forza in kg occorrente per tendere
l'arco di questa misura.
L'energia cinetica della freccia di un dato peso m sarà data quindi da
Se tutta l'energia potenziale potesse essere trasformata in energia cinetica, si
avrebbe

da cui

Esempio:
sia l'allungo della freccia di 50 cm, la forza occorrente di 20 kg (oppure
20·9,81 Newton) e il peso della freccia di 25 gr. La velocità teorica sarà

La velocità effettiva sarà un po' minore perché ogni macchina meccanica


consuma energia nel suo stesso movimento (vibrazioni, movimento della
corda e delle estremità dell'arco, resistenza dell'aria). Per questo motivo essa
non può essere utilizzata per la balestra in cui le resistenze interne possono
raggiungere il 30%.

Va da sé che queste formule consentono di calcolare con facilità il grado di


efficienza, il rendimento dell'arco, quando si conosce la velocità effettiva della
freccia.

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Il calibro

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La nozione di calibro si presta a numerosi equivoci perché assume diversi
significati quali:
- il diametro interno della canna
- il diametro del proiettile per una data canna
- il diametro convenzionale di una canna o del proiettile ad essa destinato
- la denominazione usuale o commerciale di una cartuccia.

Nella terminologia tecnica la parola calibro indica il diametro interno della


canna (anima) espresso in una unità di misura (millimetri, decimi di pollice,
ecc.) oppure in altra forma.
Quest'ultima ipotesi si ha solo per le canne dei fucili a canna liscia in cui si è
mantenuto l'antico sistema inglese di indicarne il calibro con il numero di
palle di piombo aventi il diametro necessario per essere sparati da esse e che si
possono ricavare da una libbra inglese (gr. 453,6) di piombo. Quindi quando
si parla di un fucile da caccia, il cal 12 indica che 12 palle di piombo sparabili
con esso pesano gr. 453,6; il calibro 20 indica che la canna è più piccola
perché per da una libbra di piombo si ricavano non 12 ma bensì venti palle
adatte ad esso. Per risalire dal numero delle palle al diametro teorico della
canna si impiega la formula
in cui n indica il numero di palle.
Ho detto diametro teorico perché il diametro ed il peso delle palle possono variare un
poco e perciò, in effetti, le misure moderne delle canne sono fissate dal CIP nei seguenti
valori.

Diametro Diametro Diametro


Calibro nominale minimo massimo
nominale
mm mm mm

4 23,55 23,35 23,75

8 21 20,80 21,20

10 19,50 19,30 19,70

12 18,30 18,10 18,50

14 17,40 17,20 17,60

16 17 16,80 17,20

20 15,80 15,60 16

24 14,90 14,70 15,10

28 14,20 14 14,40

32 12,95 12,75 13,15

36 10,60 10,40 10,80

Nelle armi a canna rigata il problema della misura del diametro della canna si
complica perché bisogna stabilire se esso si misura tra i pieni e cioè tra i risalti
della rigatura, oppure tra i vuoti. Si usa al riguardo distinguere tra calibro di
foratura o fra pieni e calibro fra vuoti; di solito, se non si precisa, si intende
che la misura concerne il calibro di foratura e perciò la dimensione minima
dell'anima. Il calibro fra pieni viene misurato direttamente; invece per
misurare il calibro fra vuoti si preferisce forzare un proiettile di piombo
attraverso la canna e poi misurarne il diametro massimo con un micrometro.
La differenza tra i due valori è di 0,20-0,35 mm in canne destinate a sparare
proiettili con camiciatura dura (acciaio, tombak) e di 0,30-0,50 mm per canne
destinata a proiettili di piombo o con camiciatura sottile in rame. La metà di
questo valore così misurato indica la profondità della rigatura.
Nella pratica quando si parla di calibro di un'arma, non si fa riferimento ai
valori tecnici esatti, ma a valori arrotondati e convenzionali. Avviene cioè la
stessa cosa che si ha con le automobili in cui, quando si dice che essa è
"duemila" di cilindrata non si vuol dire che il volume dei cilindri corrisponde
esattamente a 2000 cm/cubi, ben potendovi essere degli scostamenti. Perciò
quando si dice che una canna ha un calibro di 7 mm. non si intende che essa
sia esattamente sette millimetri, ma solo che essa è idonea a sparare palle del
calibro sette mm con tutte le tolleranze previste dalle tabelle del CIP (o dagli
usi costruttivi, in quei paesi ove esse non vengono applicate). Così, ad
esempio nei vari calibri 7 mm per carabina, la distanza fra i pieni potrà variare
da 6,9 a 6,98 mm e la distanza fra i vuoti da 7,24 a 7,92 mm. Qui trovate un
piccolo programma che vi consente di calcolare i valori matematici di
conversione delle misure ora dette.

Il calibro della canna nulla ci dice circa la cartuccia che l'arma può sparare.
Una palla del diametro di 5, 6 mm può avere dietro di sé un piccolo bossolo
con qualche milligrammo di propellente che la spara a poche decine di metri
oppure un grosso bossolo con mezzo grammo di polvere che la spara a tre
chilometri di distanza. Per continuare il paragone con le auto sarebbe come il
volerle classificare in base alle dimensioni del vano motore. Dire che un'arma
è in calibro 9 non significa assolutamente nulla, salvo il fatto che la canna ha
un diametro di circa 9 millimetri (anche un'arma giocattolo può avere una
canna di tale misura!).
È per questo motivo che quando si parla di calibro intendendo la cartuccia
idonea ad essere impiegata in una certa arma, è sempre necessario aggiungere
una ulteriore indicazione oltre a quella del diametro. Ed è qui che per il
profano la questione si complica ulteriormente perché il sistema di
identificazione delle munizioni europeo diverge da quello anglosassone che,
per ulteriore complicazione, non è uniforme.
Ben di rado le munizioni sono individuate solamente sulla base dei dati
dimensionali, ma la maggior parte delle cartucce ha un nome convenzionale in
cui, accanto al dato numerico relativo al calibro, ed altre volte anche al
bossolo ed al proiettile, si aggiungono denominazioni varie, quali il modello
di arma che le impiega, il nome dell’inventore o del produttore, ecc.). Se una
cartuccia è stata prodotta solo per un determinato modello di arma, si usa
indicarne solo il calibro in millimetri o in decimi di pollice, seguito dal nome
dell’arma.
Per comprendere, tramite un esempio, la complessità del problema, si
consideri che il calibro per pistola 9x19 mm. (ma in effetti il bossolo è 19,15
mm.!) si trova indicato anche come 9 Luger, 9 Parabellum, 9 lungo Beretta
M38, 9 lungo, 9 M38, 9 mm Pistolen- Patrone 08, 9 mm Pistolen-Patrone
400(b), 9 mm Pistolen-Patrone M 1941, 9 mm Suomi, 9 mm Swedish m/34 e
m/39, 9 mm 40 M Parabellum.

Importante: le misure europee in millimetri non sono convertibili


matematicamente nelle misure anglosassoni e viceversa; i calibri 9 europei
corrispondono a 0,353 millesimi di pollice, ma vengono indicati in USA come
cal. 38 che corrisponde a 0,96 cm. Ricordare sempre che le denominazioni
sono convenzionali.

Calibri delle munizioni a percussione anulare


Per le armi a canna rigata vi è una categoria di munizioni, quelle a percussione
anulare, che segue sue regole particolari e che comprende attualmente (in
passato vi erano cartucce a percussione anulare di grosso calibro) cartucce da
bersaglio da sala in cal. 4 mm, la serie delle cartucce Flobert e la serie della
cartucce cosiddette "cal. 22". Esse sono impiegate sia in pistole e rivoltelle
che in armi lunghe.
Le cartucce Flobert sono destinate ad armi di modestissima potenza e hanno
una ridotta carica di polvere, sono in cal. 5,6 mm, 6 mm, 9 mm (un tempo
anche 7 mm), a cui sempre si accompagna la dicitura Flobert, e possono
essere sia a palla che a pallini. Quelle a palla hanno un bossolo di ottone corto,
inferiore ad un centimetro, quelle a pallini un bossolo di alcuni centimetri di
lunghezza.
Le cartucce cal. .22, pur essendo a percussione anulare, hanno una normale
carica di polvere e compaiono in vari tipi, a seconda della lunghezza del
bossolo e del conseguente diverso quantitativo di polvere contenuta. Il
diametro del proiettile è indicato in centesimi di pollice (.22) e corrisponde a
circa mm 5,6.
In questo, come in tutti gli altri casi, si deve ricordare che la misura del calibro
è puramente nominale e non va presa come una misura assoluta.
I tipi di cartucce cal .22 sono:
.22 corto o short (bossolo di mm 10,6)
.22 lungo o long (bossolo di mm 15,55, lunghezza complessiva di mm 22,5)
.22 L.R. (long rifle) (bossolo di mm 15,55, lunghezza complessiva di mm
25,20)
.22 extra long (bossolo di mm 18,30)
.22 Winchester Magnum (bossolo di mm 26,80)
oltre ad un’altra decina di tipi, meno usuali.

Calibri delle munizioni per rivoltelle


Le rivoltelle, salvo pochi modelli specificamente adattati all’impiego delle
stesse munizioni usate per le pistole semiautomatiche, usano specifiche
munizioni, caratterizzate dall’avere il fondello sporgente con un orlo (flangia,
corona) rispetto al corpo del bossolo.
Alcune di queste munizioni, di solito relative a rivoltelle in dotazione ad
eserciti europei alla fine dell’ottocento, sono individuate in base al calibro
espresso in millimetri e al nome dell’arma oppure che l’indicazione che
trattasi di munizioni per armi d’ordinanza: cal. 11 m. Gasser, cal. 10,35 mm
(ordinanza italiana, cioè per le rivoltelle in dotazione all’esercito italiano dal
1872 in poi), cal. 10,4 mm ordinanza svizzera) cal. 9 mm ordinanza belga, cal.
10,6 mm ordinanza tedesca, cal. 8 mm Lebel (ordinanza francese), cal. 9 mm
ordinanza giapponese, cal. 8 mm Rast & Gasser (ordinanza austriaca), cal.
7,62 mm Nagant, cal. 9 mm ordinanza danese, e poche altre. Rari quelle non
di origine militare: il cal 8 mm Pieper, e il cal. 5,5 mm Velodog.
Altre cartucce sono di origine inglese, originariamente caricate con polvere
nera, e vengono indicate esprimendo il calibro in millesimi di pollice; per
evitare equivoci con i calibri per pistola si usa aggiungere talvolta la dicitura
"revolver":
cal. .380 Revolver (creato nel 1868 e prodotto fino ad oggi), cal. .380
ordinanza inglese, cal. .450 Revolver, cal. .320 Revolver, cal .476 Enfield, cal.
.455 Webley. I calibri .380 e .320 Revolver compaiono poi nelle due versioni
lungo o corto.
Anche in questo caso giova ripetere che le misure sono puramente nominali;
380 millesimi di pollice equivalgono a 9,56 mm, ma in effetti il proiettile ha
un diametro di circa 9,15 mm; 320 millesimi di pollice equivalgono a 8,12
mm, ma il proiettile ha un diametro tra i 7,7 e i 7,8 mm.
Rari sono i calibri americani per revolver indicati in millesimi di pollici; il più
noto è il 357 Smith & Wesson Magnum. Le cartucce americane infatti, di
regola esprimono il calibro in centesimi di pollice (prima del numero si può
mettere il punto, per indicare che si è omesso lo zero, secondo l'uso americano
oppure si può scrivere senza il punto).
Poiché i maggiori fabbricanti di revolver sono le ditte Colt e Smith & Wesson,
le più comuni cartucce portano il loro nome e quindi si hanno le seguenti
denominazioni: .32 Colt, .32 Colt New Police, .38 Colt lungo, .41 Colt
lungo, .45 Colt, .32 S&W, .38 S&W, .38 S&W Special, .44 S&W; oltre ad
esse, senza indicazione dell’arma, tutta la serie di munizioni potenziate, dette
Magnum: .357 Magnum:, .41 Magnum:, .44 Magnum:, ecc.
Non si deve confondere il calibro .38, ora visto, con la pistola semiautomatica
P-38 (= Pistole 1938) che, ovviamente, usa munizioni per pistola.

Calibri delle munizioni per pistola


Mentre per le rivoltelle ogni munizione ha un unico nome, per le pistole
avviene che la stessa cartuccia abbia nomi differenti a seconda del paese di
produzione e dell’arma in cui è stata impiegata. Di regola l’indicazione
tecnicamente più esatta è quella formata da due numeri, il primo dei quali
indica il calibro, il secondo la lunghezza del bossolo; usualmente però si
indica solo la prima cifra, aggiungendovi, come per i revolver, diciture varie. I
calibri più comuni sono:
- Cal. 6,35 mm Browning o 6,35 x 15,8 Browning; in America viene chiamato
.25 ACP (Auto Colt Pistol) o .25 AP
- Cal. 7,63 mm Mauser; in America è chiamato .30 Mauser
- Cal. 7,65 mm Browning o 7,8 x 17,5 Browning; in America è detto .30
Browning o .32 ACP
- Cal. 7,65 mm Parabellum o 7,65 Luger o, in America, .30 Luger
- Cal. 8 mm Roth-Steyer o 8,2 x 18,8 Roth
- Cal. 9 mm corto o 9 mm Short o 9 mm Short Browning o 9 mm x 17; in
America: .38 Colt Auto o .380 ACP o .380 AP; era la cartuccia della pistola
Beretta mod. 34 in uso all’esercito italiano fino agli anni ottanta.
- Cal. 9 mm lungo o 9 x 19 o 9 mm Parabellum o 9 mm Luger; è la cartuccia
usata in Italia e in molti paesi per le pistole mitragliatrici e per pistole
semiautomatiche in dotazione alla polizia o ad eserciti. Il nome Luger deriva
dal fatto di essere stata realizzata per la pistola creata da Georg Luger, poi
diventata famosa come P-08; il nome Parabellum è di origine commerciale dal
noto proverbio latino.
-Cal 9 mm Steyer o 9 mm Mannlicher
-Cal. 38 Auto Pistol o 38 ACP
-Cal. 45 Auto M11 o 45 ACP o 45 Colt Automatic; è la cartuccia della pistola
d’ordinanza americana e di alcune loro pistole mitragliatrici.
-Cal. 9 x 21 (in uso solo in Italia per motivi giuridici)
-Cal 45 HP (in uso solo in Italia per motivi giuridici)

Calibri delle munizioni per fucili a canna rigata


In Europa il calibro delle cartucce per fucili a canna rigata, salvo quelli a
percussione anulare cal. 22, già visti, viene indicato con due cifre: la prima
indica il calibro nominale, la seconda la lunghezza del bossolo, così che si
avranno, ad esempio i calibri 6,5 x 57, 7x 64, 7,5 x 55 (ordinanza svizzera),
7,62 x 63, 8 x 57 (ordinanza tedesca per il fucile Mauser mod ‘98), 6,5 x 52
(ordinanza italiana per il fucile mod ‘91), ecc. In alcuni casi, in aggiunta alla
seconda cifra o in sua sostituzione, viene usato il nome dell’ideatore o del
fabbricante: 7 mm von Hofe, 7 x 51 Sup. S&H, 6,5 Remington Magnum ecc.
Gli americani usano diversi sistemi non bene coordinati. In genere si ha
l’indicazione del calibro in millesimi di pollice, seguito dal nome
dell’inventore o del fabbricante: .222 Remington, .224 Weatherby, .223
Winchester, .250 Savage, .270 Weatherby, .303 British (cioè ordinanza
inglese), ecc. Altre volte sono state conservate denominazioni tradizionali che
non hanno più alcun significato: ad esempio nella cartuccia .30-30 la seconda
cifra indica la carica di polvere nera, espressa in grani, usata anticamente; però
attenzione: la cartuccia .30-06 (che corrisponde al calibro europeo 7,62 x 63
mm) si chiama così perché adottata nel 1906; la cartuccia .30 M1 Carbine trae
il nome dall’essere stata destinata alla carabina mod. M1. In rari casi, come
quello appena visto, e per il cal. 308 Winchester, corrispondente al cal. 7,62
Nato di impiego militare, accade che vi sia una duplice denominazione.

Oltre alla denominazione ufficiale del calibro, la cartuccia può essere


ulteriormente specificata mediante indicazioni aggiuntive relative al bossolo
(flangiato, con o senza collarino, a bottiglia, ecc.) o al proiettile (mantellato,
semimantellato, a punta molle, a punta piatta, wadcutter, ecc.). Il peso del
proiettile non entra a far parte della individuazione del calibro perché può
variare

BALISTICA ESTERNA

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Il rinculo delle armi da fuoco leggere


Al momento dello sparo chi impugna l'arma riceve l'urto di questa sulla spalla
(arma lunga) o sulla mano (arma corta), urto più o meno forte a seconda di
svariate circostanze.
L'urto è una conseguenza diretta della legge fisica della conservazione
dell'impulso. Prima dello sparo, quando arma e proiettile sono in stato di
quiete, l'impulso del sistema è eguale a zero. Con lo sparo il proiettile e la
colonna di gas di sparo che lo seguono, acquistano un certo impulso nella
direzione dello sparo, impulso che viene compensato da un eguale impulso
diretto nell'opposta direzione e, quindi, verso il tiratore, che ne subisce gli
effetti. L'impulso del proiettile è dato dalla formula
Ip = 0,001 * mp * Vo

in cui mp indica la massa del proiettile in grammi e Vo la velocità del


proiettile in m/s; l'impulso viene espresso in Newton per secondo.

La colonna dei gas ha una velocità che è eguale a zero sul fondello del bossolo
ed eguale alla velocità del proiettile alla base di esso. Al centro avrà quindi
una velocità intermedia, pari alla metà della velocità del proiettile. La massa
dei gas sarà eguale alla masse della polvere e perciò l'impulso relativo sarà
dato da

Ig = 0,001 * mg * Vo/2

in cui mp indica la massa della polvere.


Unificando le due formule avremo che l'impulso complessivo (impulso di
bocca) sarà dato da
Ib = 0,001 * ( mp + mg/2) * Vo

Quando il proiettile esce dalla bocca dell'arma, i gas si espandono con una
velocità (Velocità di Lavalle) ricavabile dalla formula approssimativa
in cui Po è la pressione alla bocca, Vc il volume interno della canna e del bossolo, in
mm³ e mg la massa della polvere.
Ecco una tabella di dati sperimentali

Calibro Lunghezza Velocità alla Pressione alla Velocità dei


canna in mm bocca in m/s bocca in bar gas in m/s

9 mm. Luger 100 350 155 670

38 sp. 51 230 365 930


 
102 265 160 780

44 mag. 102 410 615 745


 
152 440 350 660

7,62 Nato 450 630 470 670

223 Rem. 405 960 660 750

In sostanza, ai fini pratici, si può assumere che in un'arma corta la velocità dei
gas sia 600-900 m/s e in un'arma lunga 700-800 m/s
Di conseguenza l'arma subirà un ulteriore impulso successivo dato da
Is = 0,001 * mg * Vg

L'impulso totale retrogrado sarà quindi dato da


I = Ib + Is

Per azione di questo impulso l'arma acquista una velocità (teorica) all'indietro
data da

Vr = I / ma

in cui ma è la massa dell'arma in grammi. Detto in parole povere, per i non


matematici, se il proiettile pesa 100 volte meno dell'arma, mentre il proiettile
se ne va in una direzione con la velocità sua propria, l'arma viene sparata nella
direzione contraria ad una velocità cento volte inferiore.
Questa velocità però poco ci dice sul rinculo, rispetto a cui è più importante
l'energia cinetica del sistema.
Combinando assieme la formula per l'energia cinetica, data da 1/2 * m* v²,
con la formula che esprime Vr, si ottiene che l'energia cinetica del rinculo, in
Joules, sarà data da

Questo è l'aspetto puramente fisico-matematico che non riesce a descrivere la


sensazione soggettiva del rinculo. L'assorbimento di una certa energia implica
la dissipazione di questa energia sotto forma di lavoro e non è possibile
stabilire a priori in quale modo l'arma verrà "frenata" dal corpo del tiratore.
Quanto più lunga la frenata, tanto minore la sensazione di rinculo, in rapporto
inversamente proporzionale. Ad esempio il calciolo di gomma e l'imbottitura
della giacca aumentano lo spazio di frenata e diminuiscono proporzionalmente
la forza del rinculo. Se l'arma viene saldamente impugnata o appoggiata alla
spalla, viene a formare un tutt'uno con la mano o con la spalla e il valore di
ma non sarà dato solo dal peso dell'arma, ma anche da quello della parte del
corpo interessata, e la sensazione di urto sarà minore.

A complicare le cose interviene l'ulteriore fenomeno dell'impennamento


dell'arma.
Per esigenze costruttive in quasi tutte le armi la canna è situata sopra il
baricentro dell'arma; perciò al momento dello sparo e con l'inizio del
movimento del proiettile, l'arma acquista un movimento rotatorio attorno al
baricentro, che tende a spostare la bocca della canna verso l'alto e continua
anche dopo che il proiettile ha lasciato la canna. Nelle armi corte questo
movimento rotatorio può dare una sensazione più spiacevole del rinculo vero
e proprio. Nelle armi a canne giustapposte vi può essere anche un movimento
laterale, dalla parte della canna con cui si è sparato.

Quindi l'energia del rinculo si scompone in due parti riferibili al movimento


retrogrado e al movimento rotatorio e la prevalenza dell'una o dell'altra
dipende, in parte, anche dal comportamento del tiratore. Se egli controlla bene
l'impennamento, tanto più forte sentirà l'urto dell'arma; tanto più egli lascia
libera l'arma di impennarsi, tanto minore sarà l'urto.
Ciò spiega come la struttura meccanica dell'arma possa influire sul rinculo:
una giusta distribuzione delle masse, un corretto angolo tra canna e
impugnatura, determinano la diversa ripartizione delle energie, secondo le
necessità ed i gusti del tiratore. La presenza nell'arma di molle e masse in
movimento che contribuiscano a dissipare l'energia del rinculo, servono
anch'esse da "freno", abbreviando la frenata complessiva. Anche il fisico del
tiratore fa la sua parte: la persona corpulenta che impugna l'arma saldamente
aggiungerà al sistema una maggior massa muscolare e i maggiori spessori di
tessuto molle funzioneranno da cuscinetto ammortizzante aggiuntivo.

Da quanto esposto si ricava che si può influire sul rinculo in vari modi.
Prima di tutto è ovvio che se si diminuisce l'energia della cartuccia (cioè la
velocità iniziale del proiettile), diminuirà anche il rinculo; se non si vuole
diminuire l'energia della cartuccia si dovrà:
    - aumentare la massa dell'arma; il rinculo, in tal caso, diminuirà in modo
inversamente proporzionale;
    - diminuire la massa del proiettile; ferma restando la velocità iniziale
l'impulso del proiettile è proporzionale alla radice quadrata del rapporto tra le
due masse e quindi piccole diminuzioni di peso del proiettile influiscono
molto sul rinculo. In parole più semplici: il 10% di peso dell'arma in più,
comporta una diminuzione del rinculo del 10%; un aumento del peso del 10%
del peso del proiettile ferma la sua velocità) o un aumento del 10% della
velocità, fermo il peso, comporta un aumento del 20% del rinculo.

In secondo luogo si possono utilizzare come freno gli stessi gas di sparo
mediante l'impiego di freni di bocca o di compensatori: se diretti all'indietro
mediante opportuni intagli nella canna, per compensare il loro impulso
retrogrado, se diretti verso l'alto per compensare il movimento di
impennamento.

Al di fuori di queste considerazioni tecniche non è possibile fare affermazioni


affidabili, anche se molti tiratori giurano su soluzioni personali, che però sono
altamente soggettive. Si consideri ad esempio che molti tiratori sono portati a
considerare più forte il rinculo quando lo sparo è più rumoroso del solito. In
effetti un forte rumore influisce sul rinculo solo se deriva dal fuoco di bocca
(accensione dei gas fuori dell'arma) che aumenta l'effetto "razzo".
Si è anche riscontrato che al poligono di tiro il rinculo viene sentito molto più
forte che non sul campo di caccia perché al poligono il tiratore si concentra sul
tiro e si attende il rinculo; in caccia il tiratore pensa solo al selvatico.

----------
Bibliografia
Beat P. Kneubuehl, Geschosse, Zurigo 1994
Lampel-Marhold, Waffenlexikon, Monaco 1994
J. Hatcher, Hatcher's Notebook, Harrisbourg 1966

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Il calibro delle artiglierie antiche

Riporto alcuni dati ricavati da vari testi, senza alcuna pretesa di esaurire
l’argomento! Si tenga presente che le unità di misura variavano da paese
a paese poiché la libbra italiana era di 301 gr, quella francese di 490 gr,
quella inglese di 454 gr, quella tedesca di 560 gr., il che complica ogni
classificazione.

Già all’inizio del Cinquecento si era tentata una classificazione delle


artiglierie in base al calibro (Jakob Preuss, 1526):
Artiglieria da assedio
Scharfmetzen 23 cm
Basilischi 21 cm
Kartaunen 14-18 cm

Artiglieria da campo
Notschlangen 12,6 cm
Schlangen 10 cm
Falconi 7-8 cm
Falconetti 5,5 cm

Mortai
Pesanti 35 cm
Medi 28 cm
Leggeri 15,2 cm

All’epoca di Carlo V (1540) si ha il seguente schema:

Calibro / Lunghezza / Peso


Nome
cm m /libbre

Doppia Kartaune     70-50


Scharfmetze

Kartaune 18 3,5 40

Kartaune media 15 3,4 24

Schlange 12 3,9 12

Mezza Schlange 9,1 3,5 6

Corta Schlange 12 3,2 12

Falcone 10 2,9 6,5

Falconetto 7 2,8 3

Mortaio 35,5 1,5 100

Ma vi erano altri tipi di artiglieria (Veit Wolf 1570)

Nome Calibro / cm Peso / libbre

Scharfmetze 34,5 94

Basilisco 20,1 66
Singerin (Cantante) 18,4 50

Nachtigall (Usignolo) 17,9 46

Kartaune 15,7 32

Notschlange 13,6 20

Schlange (Colubrina) 11,4 12

Falcone 10,4 9

Viertelschlange 8,5 5

Falconetto 7,2 3

Serpentine 5 1

Mortai 47-15  

In Francia nel 1550 si usavano le seguenti denominazioni:


Nome Calibro / cm Peso palla / libbre

Cannoni (Kartaunen) 16,2 33

Grosse colubrine (Schlangen) 12,4 15

Colubrine medie 9,7 7

Colubrine piccole 7 2

Falconi 5,6 1+1/16

Falconetti 4,97 7/8

Ma in Italia N. Tartaglia (1538) elenca 26 tipi di artiglieria tra cui la


Colubrina (21 cm) , il Cannone (16-20 cm) il Falcone (7,5 cm), il
Falconetto (5,3 cm), il Mortaio (30-75 cm.).

Un quadro più preciso si ha in per i cannoni francesi del 1600:

Peso della Peso


Peso dell'arma Gittata Colpi
Nome palla dell'arma
in libbre in passi al giorno
in libbre in palle

Cannone 33,3 153 5.000 500 100

Colubrina 15,25 234 3.550 700 100

Colubrina
7,25 344 2.500 400 140
bastarda

Colubrina media 2,5 600 1500 400 160


Falcone 1,5 536 800 300 240

Falconetto 0,75 - - 200 200

Archibugio 0,10 - 45 100 300

Per le artiglierie da marina è stata tentata questa comparazione:

Calibro in In
Denominazion Denominazion Denominazion Denominazion In libbre
cm. libbre
e tedesca e italiana e francese e Inglese Inghilterra
orientativo Francia

21         60 64

Ganze
19   Canon double   48 56
Kartaune

Canon de 36
17 1/4 Kartaune Cannone da 60 Canon 36 42
livres

Canon de
16 1/2 Kartaune   1/2 Canon 30 32
France

Demi canon
15   Corsiere da 35 Canon of 24 24 24
d'Espagne

Colubrina da Grande
13,5 Notschlange Culverin 18 18
25 Coulevrine

Ganze Coulevrine de
12 Colub. da 18 Canon of 12 12 12
Schlange 12 livres
Coulevrine
10,5 - - 1/2 Culverin 8 8
bastard

Halbe
9 Sagro, Aspic Sacre Saker 6 6
Schlange

8(7,5) - Moiana Moyenne Minion 4 4

6 Viertelschlange Falcone Faucon Falcon 3 3

5 Falkonet Falconetto Fauconneau Falconet - -

4(4,7) Scharpentine Petriero Serpentine Serpentine - -

Robinet,
2,5 Basse Petriero Babinet - -
Swiffel

Note: Olanda, Danimarca e Spagna usano denominazioni analoghe a


quelle tedesche.
La libbra italiana era di 301 gr, quella francese di 490 gr, quella inglese
di 454 gr, quella tedesca di 560 gr.
Orientativamente si può dire che la Kartaune aveva palle da 50-60
libbre, la Notschlange da 20 a 30, la Feldschlange da 9 a 24, il Falkone
da 4 a 6, il Falconetto da 2 a 3 e la Sepentina da 0,5 a 1.
In Russia fino al 1877 il cannone da 12 libbre aveva il diametro di 116,3
mm, quello da 18 di 133,1 mm e quello da 24 di 145,5 mm.

Per carronades si trovano in letteratura i seguenti valori:

Peso in libbre Peso della palla in libbre Calibro in pollici

42 22 6,84

32 4 6,25

24 13 5,68

18 10 5,16

12 6 4,52

Per le Bombarde i seguenti valori:

Prussia Danimarca Francia Inghilterra


50 lib/28,4 168 lib/28,8 150 lib/27,4 130 lib/25,4
cm cm cm cm

25 lib/22,7
84 lib/23 cm 80 lib/22 cm  
cm

68 lib/20,3
60 lib/ 20,1cm   68 lib/20,3 cm
cm

Mortai
Sono denominati in base al peso della palla di pietra o del reale
proiettile:

Calibro orientativo Pietra libbre Proiettile libbre

36 cm 100 200

33 cm 75 150

28 cm 50 100

21 cm 18 36
email - Edoardo Mori top
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Cannoni famosi

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Cannoni famosi: Grande Berta e Cannone di Parigi


Il limite di velocità dei proiettili.

La Grande Berta - Die Grosse Berta

All'inizio del 1900 ci si accorse che la potenza delle artiglierie non era
adeguata alle necessità belliche ed in particolare alla necessità di vincere
opere di fortificazione sempre più imponenti. Il mortaio da 305 mm del 1897
(Germania) poteva perforare 1,4 m di cemento armato alla distanza di 7 km,
ma i militari avevano bisogno di artiglierie con una gittata fino a 12 km e una
capacità distruttiva maggiore.
Vennero iniziati nuovi studi che portarono al mortaio da 305 mm del 1901,
capace di perforare 1,6 m di cemento, ma costruito in pochi esemplari.
Nel 1906 veniva dato incarico alla ditta Krupp di costruire un mortaio da 420
mm, che però non rappresentava una novità in Europa: le navi inglesi erano
già armate con il cannone L/30 da 413 mm. Nel 1906 la Krupp presentò il
mortaio M 12 da 420 mm, per trasporto ferroviario, detto anche apparecchio
Gamma, dal peso complessivo, in posizione, di ben 150 tonnellate. La gittata
era solo di 14 km ed era perciò soggetto al tiro delle artiglierie da campagna
nemiche. Questo mortaio venne adottato ufficialmente solo nel 1912. Ne
vennero prodotti 5 pezzi prima della guerra e 10 nel corso della guerra.
La scarsa mobilità di questa artiglieria consigliò di ripiegare su di un mortaio
più leggero e mobile, trasportabile anche su strada, e cosi venne studiato lo M-
Gerät (M 14), che poi sarebbe diventato famoso con il nomignolo di "Grande
Berta" (in tedesco Dicke Berta e quindi, più correttamente, la "Grossa Berta").
La gittata era solo di 9300 m con una velocità iniziale di 330 ms, ma
impiegava nuovi proiettili aerodinamici e di ottima precisione. Il peso
complessivo era di 42 tonnellate, scomponibile in quattro carichi per il
trasporto su treno. Due pezzi erano già pronti all'inizio della guerra, dieci
venero costruiti successivamente.
Questo pezzo divenne famoso nella prima guerra mondiale, quasi fosse una
super-arma, anche se in effetti non aveva doti superiori alla norma. Ma la
pubblicità serve anche ai cannoni! Va detto comunque che fu impiegata con
successo contro le fortificazioni di Liegi, Namur, Anversa, Longwy,
Manovillier, nonché sul fronte orientale. Fallì solo l'assalto al forte di
Douaumont e a Verdun.
Il Cannone di Parigi

La Grande Berta viene spesso confusa con un'altra super-arma, del tutto
diversa e più importante per gli studi sull'artiglieria: il cannone L/162 di Parigi
(Pariser Geschütz). Esso fece la sua comparsa il 23 marzo 1918 quando
iniziarono a piovere su Parigi dei proiettili nemici di inspiegabile provenienza
poiché il fronte era a 100 km dalla città!
Dopo l'arresto dei tedeschi sulla Marna, non era venuta meno l'idea di colpire
Parigi e alla Krupp il direttore Rausenberger e il famoso balistico v. Eberhard,
si erano messi all'opera. In quel momento la gittata massima pensabile era
quella di 40 km raggiunta dal cannone da costa inglese da 380 mm. Un giorno
però, nel poligono della Krupp accadde che un proiettile andò perso e finì nel
giardino di un parroco, ben 10 km oltre il limite considerato di sicurezza, e
quindi con una gittata massima superiore del 20% a quella prevedibile.
Eberhard si mise a tavolino e, dopo calcoli su calcoli, scoprì un fatto fino ad
allora sfuggito ai balistici: se si spara con un angolo di tiro elevato, superiore a
45°, in modo che il proiettile raggiunga rapidamente gli strati meno densi
dell'atmosfera, conservando una elevata velocità, il successivo tratto della
traiettoria avviene in condizioni di resistenza minime, con il sorprendente
aumento di gittata. Calcolò così che il proiettile doveva essere stato sparato,
per errore del puntatore, con un angolo di 55 gradi, fatto che le prove
successive confermarono.
Perciò, quando i generali richiesero alla Krupp un cannone capace di sparare a
120 km. le basi teoriche erano già pronte. Si trattava di realizzare l'arma con
una adeguata velocità iniziale. I calcoli portarono a concludere che si doveva
impiegare un calibro da 210 mm con una velocità iniziale di 1650 ms. Sarebbe
infatti stato impossibile costruire un cannone di calibro maggiore, con le
dimensioni necessarie e, d'altra parte, un calibro più piccolo non sarebbe stato
distruttivo.
Il proiettile, particolarmente aerodinamico, venne munito di corona di
forzamento in acciaio, in quanto quelle di rame non avrebbero retto alle
sollecitazioni. Ciò comportò problemi nel caricamento perché il proiettile
doveva essere, per così dire, avvitato nella rigatura e presentato nell'esatta
posizione alla culatta. Il proiettile pesava 105-120 kg con una gittata massima
di 132 km.
La carica di lancio era quasi tre volte quella normale e la ditta Nobel dovette
studiare una polvere alla nitroglicerina con 825 cal/kg che non rovinasse
troppo la canna.
La canna aveva la lunghezza di 40 metri e doveva essere sostenuta per evitare
che si incurvasse; il peso complessivo era di 400 tonnellate (circa 1000 se si
considera il supporto per il trasporto).
Al momento dello sparo veniva fatta contemporaneamente sparare una serie di
cannoni normali, posti sul territori circostante, al fine di impedire la nemico la
localizzazione acustica del pezzo (vi erano già i ricognitori aerei).
Vennero costruiti, a quanto sembra, tre esemplari dell'arma (probabilmente tre
bocche da fuoco ed un solo affusto). Alla fine della guerra erano in corso di
produzione altri 4 esemplari.
I tiri su Parigi cessarono però rapidamente: i tecnici non avevano previsto la
rapida usura dell'anima della bocca sa fuoco, soggetta a straordinarie
sollecitazioni; dopo una ventina di colpi la velocità cominciava a diminuire,
costringendo ad aumentare la carica di polvere e dopo circa 60 colpi la bocca
da fuoco diveniva inutilizzabile.
Si badi che in alcuni testi (come il Dizionario delle Armi di L. Musciarelli), si
trovano notizie del tutto fantasiose: spesso si confonde il Cannone di Parigi
con la Grossa Berta, si scrive che pesava solo 78 tonnellate, che ne vennero
costruiti 10 esemplari e che la batteria era formata da tre pezzi e che venero
sparati 898 colpi!

Negli anni successivi alla guerra, sorta la necessità di proiettili molto veloci
per il tiro antiaereo e anticarro, proseguirono gli esperimenti per vedere se era
possibile superare il limite di velocità dei proiettili imposto dall'usura delle
canne. Il risultato non fu soddisfacente perché con velocità attorno a 1200 ms
le canne divenivano inutilizzabili dopo 150-250 colpi, sparati lentamente.
Inoltre, al crescere della velocità richiesta, il peso della polvere necessaria
cresceva in modo esponenziale. Se per 1000 m/s la carica di polvere pesava il
40% del peso del proiettile, per ottenere 1300 m/s occorreva un peso di
polvere pari a quello del proiettile. Ad esempio mentre 4,3 kg di polvere sono
sufficienti per imprimere 500 m/s ad un proiettile cal. 15 cm da 45,3 kg, ne
occorrono 20 per imprimergli la velocità di 900 m/s e ben 61 kg per ottenere
1500 m/s! Ciò è la conseguenza del fatto che al momento dello sparo non
viene accelerato solo il proiettile, ma anche circa il 40% della carica di lancio
al fine di assicurare l'aumento di velocità per tutta la lunghezza della bocca da
fuoco. La velocità limite teorica è perciò la velocità a cui un aumento della
carica di polvere non comporta più alcun aumento nella velocità del proiettile,
e si aggira, per una polvere di 950 cal/kg, attorno ai 2350 m/s. Però, a parte lo
spreco di polvere ed a parte la necessità di canne lunghissime, non vi è canna
che resista per più di pochi colpi.
Si concluse quindi che la velocità pratica non poteva superare i 1000 m/s,
velocità che già riduceva la durata di una canna da 150 mm a 350 colpi
(contro gli 11.000 alla velocità di 500 m/s!).
Nel 1932 venne adottata la polvere RPC/32 con soli 825 cal/kg e ciò consentì
di portare la durata delle canne a circa 1000 colpi. Tempo dopo questa
polvere, per ragioni di autarchia, venne sostituita con una polvere a base di
glicolo e guanidina.

Negli anni 1932-1934 Gerlich sostenne di aver risolto il problema e di poter


raggiungere velocità fino a 1400 ms. La sua idea era quella di usare canne con
foratura conica, e un proiettile con un orlo deformabile attorno al corpo
(Flanschengeschoss, lett. proiettile flangiato, anche se la flangia non c'entra
affatto), in grado di adattarsi al progressivo restringimento della canna, così
che il proiettile avesse nella canna una bassa densità sezionale (e quindi una
maggior superficie di spinta) e all'esterno una elevata densità sezionale. L'idea
non era nuova perché era già stata proposta, negli stessi termini da un certo
Puff nel 1903.
Nella pratica però si riscontrò che questo sistema, che complicava
enormemente la produzione delle canne e dei proiettili, non presentava
vantaggi sufficienti.

Si affermarono invece i proiettili con sabot che risolvono egualmente bene


l'esigenza delle due diverse densità sezionali. Neppure essi però superano il
problema della resistenza della canna e del peso della carica di polvere e
quindi si può concludere che allo stato delle cose la velocità massima
praticamente auspicabile per un proiettile di arma da fuoco è attorno i 1200
ms.

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Efficacia e precisione delle armi da fuoco antiche

  Pochi hanno le idee chiare sulla efficacia delle armi da fuoco antiche, sulla loro
precisione, resistenza ed affidabilità. La cultura sul punto è affidata ai romanzi di
Salgàri e Karl May, in cui ogni arma colpisce infallibilmente anche un chiodo, a
qualsiasi distanza, e alla mitologia del Far West che si è letteralmente inventata
tecniche di tiro, modi di portare la pistola, fondine, tiratori eccezionali fulminei
ed infallibili, duelli, e tutta una mentalità pseudoeroica da fumetto assolutamente
inesistenti.
Il problema venne affrontato alla fine del 1700 in Francia in relazione alle armi
militari. Il generale Manson (che poi avrebbe fondato la fabbrica di fucili
bavarese di Amberg) incaricò il colonnello di artiglieria Monfort di effettuare
esperimenti sul fucile da fanteria M 1777 con acciarino a pietra.

L’esperimento venne iniziato con quattro fucili nuovi e si spararono con


ciascuno più di diecimila colpi senza che si verificasse alcun cedimento delle
canne. Gli esperimenti vennero sospesi nel corso della rivoluzione francese e
ripresi dallo stesso Monfort qualche anno dopo nel 1805. Vennero ritrovarti
persino due dei fucili usati nei primi esperimenti. Le canne risultarono ancora in
buono stato; l’acciarino era un po’ usurato e si sostituì la martellina.
Dopo 4.443 ulteriori colpi scoppiò la canna di uno dei due fucili, ma si accertò
che il tiratore aveva inserito per sbaglio una doppia carica di polvere!

Le statistiche di questo esperimento riferiscono che furono usate 159 pietre


focaie e quindi una pietra ogni 28 colpi. La polvere bruciò nello scodellino per
277 volte senza riuscire ad infiammare la carica, vale a dire che fece cilecca una
volta su 16. Però per ben 799 volte, e cioè una volta su sei, l’acciarino fece
cilecca totale senza riuscire neppure ad accendere la polvere nello scodellino.
Il consumo della martellina fu molto variabile: una superò solo 375 colpi, una
1084, una ben 2186. Il consumo di altre parti fu molto limitato: una molla del
cane, uno scodellino, una vite delle ganasce, una noce e una stanghetta. La canna
dovette essere lavata ogni 60-65 colpi. Perciò questo fucile aveva sparato oltre
14.000 colpi senza problemi e si ruppe solo per un errore umano; gli esperimenti
con il secondo fucile vennero interrotti dopo 12.281 colpi con un consumo di
410 pietre (media 28 colpi a pietra) ma si riscontrò che una pietra sbiancata dalla
luce faceva cilecca una volta su tre e che una buona pietra scura poteva reggere
fino a 100 colpi. La media delle mancata accensione della carica fu una volta
ogni 33 colpi e una volta su 12 l’acciarino non accese la polvere nello
scodellino. La durata della martellina risultò molto variabile, da 500 a 4000
spari. Dopo 22.000 colpi ed alcune modeste riparazioni si concluse che l’arma
era ancora in buono stato!

Qualche anno dopo il problema venne nuovamente affrontato perché i militari si


lamentavano per il numero eccessivo di spari mancati. Una commissione provò a
vedere che cosa succedeva con una buona manutenzione dell’arma: cambio della
pietra ogni 30 colpi, lavaggio della canna ogni 60 colpi, revisione dell’acciarino
ogni 300 colpi. Risultato: una volta su 10 cilecca totale, una volta su 20 cilecca
parziale. Alla fine si adottarono le modifiche per migliorare l’acciarino proposte
dal col. Cotty., ma con scarsi risultati.

Dai dati di arsenale dell’epoca napoleonica relativi alle parti di ricambio, si


scopre che per ogni 1000 fucili si tenevano in magazzino 4 acciarini completi,
10 canne nuove, 20 baionette, 20 scodellini, 30 grilletti, 30 viti di coda, 70
copriscodellini, 80 casse, 100 viti per le ganasce, 150 cani. Si vede quindi che i
danni alle canne erano relativamente rari, specie se si considera che essi erano
dovuto di solito non a cedimento, ma a errore nel caricamento. Per le carabine le
parti di ricambio erano la metà, per le pistole un terzo.

Questo si spiega con il fatto che le pistole erano già all’epoca ben poco usate
stante loro mancanza di precisione. Dice un militare dell’epoca che a 10 passi di
distanza ci volevano più colpi per riuscire a colpire una persona.
Pare inoltre che il principale problema nella conservazione in buono stato delle
armi fosse in passato quello dell’eccesso di pulizia e lucidatura in tempo di pace
che portava a render poco salde molte parti.

Circa la precisione delle armi della stessa epoca disponiamo di esperimenti fatti
in Prussia e ad Hannover nel 1829. I soldati sparavano contro un tavolato di
legno di abete dello spessore di 2,4 cm e delle dimensioni di metri 7,5 di
lunghezza e 1,83 di altezza. Sul tavolato vi era poi un bersaglio largo m 1,25 e
alto m. 1,83 e i tiratori dovevano cercare di colpirlo.
I risultati degli sperimenti furono i seguenti:

Colpi sul
Colpi sul tavolato bersaglio Minuti per 10
Tipo arma Distanza/passi
A spari
A segno Passanti Passanti
segno
100 93 92 68 68 18 - 26
Fucile
200 87 85 49 47 11 - 22
dello
300 A 72 56 31   30 -37
Jägerkorp
400 A 53 29 20   28 - 37
 
200 62 62 21 21 5 -8
Fucile da
300 36 36 4 4 6
fanteria
200 A 66 66 21 21 6
prussiano
300 A 30 29 7 7 6
Nota: A = con arma appoggiata nella parte anteriore

Su 100 colpi vanno a segno circa


Tipo di fucile Distanza in passi
senza appoggio con appoggio
100 100 100
150 70 - 75 90 - 95
200 40 - 45 80 - 90
Fucile inglese con pezzuola
300 30 - 33 60 - 70
400 - 35 - 40
 
100 66 - 70 100
150 50 - 60 90 - 95
Moschetto inglese 200 25 - 30 85 - 90
300 20 - 25 45 - 50
400 - 30 - 35
 
100 100 100
150 70 - 80 95 - 100
200 50 - 55 90 - 95
Carabina rigata di Hannover
300 40 - 45 70 - 75
400 - 60 - 65

  Gli esperti dell'epoca calcolavano che circa il 15% dei moschetti non riuscisse a
sparare in combattimento per problemi vari di accensione e che in
combattimento a 90 metri di distanza, tra cilecche, agitazione, errori nel
caricamento e fumo, con una salva di 100 moschetti si poteva sperare in 15
nemici colpiti.
La velocità iniziale della palla doveva aggirarsi attorno ai 300 ms e si calcolava
che non fosse più micidiale oltre i 270 metri. Una salva di fucilieri contro truppe
ammassate a 180 metri di distanza portava a pochi feriti. Scrive un militare del
1814: La Brown Bess difficilmente riesce a colpire un uomo oltre 90 metri. Il
soldato che viene colpito a 130 metri è uno sfigato e oltre i 180 metri nessun
soldato è mai stato colpito! In effetti i fucilieri non sparavano mai a distanza
maggiore di 180 metri e il risultato non era dovuto alla precisione dell'arma, ma
alla intensità di fuoco. Si calcola che a Waterloo un battaglione di 500 uomini
con moschetto, disposto su tre righe e con un fronte di 150 metri, riusciva a
sparare 1000-1500 colpi al minuto e quindi 6-10 palle per ogni metro di fronte.
Attorno al 1800 Piccard in Francia fece degli studi statistici sulla rosata a 150
metri sparando con arma in appoggio ed ottenne uno spostamento verticale di 75
cm e laterale di 60 cm. Esperimenti di tiro fatti con soldati esperti "sotto
pressione" per simulare condizioni di combattimento, contro un bersaglio di 3 x
1,75 metri, diedero i seguenti risultati:
Distanza Percentuale di colpi sul bersaglio
75 m 60%
  150 m 40%
225 m 25%
300 m 20%
 
Le statistiche di tiro contro un reparto di cavalleria diedero i seguenti risultati:

Distanza Tiratore esperto Soldato semplice


90 m 53% 40%
180 m 30% 18%
270 m 23% 15%

Si concluse che in via teorica un battaglione di 500 uomini che riusciva a sparare
1000 colpi al minuto su di un fronte di 90 metri, poteva sperare in almeno 500
colpi a bersaglio. In pratica però non si raggiungevano questi livelli.
La carabina con canna rigata (mentre il moschetto era ancora a canna liscia) era
più precisa ma la gittata utile era più o meno la stessa, come dimostrato da
esperimenti con il fucile inglese Baker (180 metri al massimo, anche se tiratori
scelti potevano essere ancora pericolosi fino a 270 metri).

Artiglierie
Le artiglierie erano usate o per demolire mura oppure in battaglia campale. Nel
primo caso veniva impiegato il tiro diretto contro il bersaglio, di solito puntando
più cannoni sullo stesso punto; nel secondo caso il tiro teso ad altezza d'uomo.
La palla colpiva il terreno a circa 400 metri di distanza. Rimbalzava una prima
volta per una egual tratta e, nell'80% dei casi rimbalzava per una terza volta di
un centinaio di metri; quindi in condizioni ottimali copriva una striscia di terreno
di quasi un chilometro. In genere però si preferiva sparare con una certa
elevazione che portava il proietto a una diecina di metri di altezza e ad un primo
impatto a circa 700 metri di distanza, a cui seguiva un unico rimbalzo ad altezza
d'uomo di circa 200 metri.
Il fatto di dover vedere il bersaglio per mirare e di non poter sparare oltre le
truppe amiche (salvo il caso di artiglieria messa in posizione elevata) costrinse
ad usare i cannoni sui fianchi delle proprie truppe invece che in prima linea
come avveniva nel 500. La precisione di tiro non era ovviamente richiesta anche
se non era affatto trascurabile. Narra il col. Alfred Burne (1643) di aver provato
a sparare contro un campanile da 550 metri distanza e di aver messo 14 colpi in
un quadrato di 60 cm.
La cadenza pratica di fuoco di una artiglieria della metà del 600 era di circa 10
colpi ogni ora; un secolo dopo, con il miglioramento degli affusti e dei congegni
di puntamento, si era giunti a due o più colpi al minuto; una cadenza maggiore
era pericolosa per il surriscaldamento della canna e il pericolo di infiammazione
spontanea delle polvere. Però già nel 500 (al tempo di Enrico II di Francia) si
riuscivano a sparare 15-20 colpi all'ora con qualche pericolo per i cannonieri!
Le prestazioni dei cannoni erano invece già soddisfacenti quando si trattava di
demolire fortificazioni e si erano raggiunte prestazioni impressionanti. Nel 1460
Maometto II assedia Costantinopoli con cannoni di bronzo lunghi 5 metri e
pesanti circa 18 tonnellate; il calibro supera i 50 cm e ogni palla da 220 kg
richiede quasi un quintale di polvere da sparo.In un esperimento di sparo con il
cannone di Maometto il proiettile ha colpito un muro a 600 metri di distanza e i
frammenti sono ricaduti a 1500 metri di distanza.
Un cannone analogo per dimensioni è ancora conservato a Gand in Belgio (la
Dulle Griette cal. 64 cm, peso 15 tonnellate).
Del resto già nel 1388 il cannone Krimhild della città di Norimberga sparava
palle di pietra di un quintale che a 100 passi bucavano un muro di 6 piedi di
spessore.
Nel 1651 John Greaves fece esperimenti sulla penetrazione dei proiettili di
cannoni. Egli sistemò tre bersagli di legno di quercia ed olmo spessi 48 cm, il
primo nei pressi dell'arma, il secondo a 13 metri dal primo, il terzo a 7,20 metri
dal secondo. La palla da 29 libbre caricata con 9 libbre di polvere buco i primi
due bersagli e rimbalzò sul terzo; invece la palla di 16 libbre caricata con la
stessa polvere cadde dietro al secondo bersaglio.
Secondo Sieur de Gaya (1678) una palla di cannone a 180 metri di distanza
entrava per 7 metri nella sabbia sciolta, 5 metri nella terra sciolta, 3,60 metri in
terrapieno di terra battuta.
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La gelatina balistica

Per poter studiare gli effetti dei proiettili sul corpo umano sono state
sperimentate delle sostanze che si comportano come i tessuti del corpo
umano e, in particolare, come il muscolo.
Una delle sostanze che hanno dimostrato di corrispondere
sufficientemente alle necessità degli studiosi è il sapone balistico,
costituito da uno speciale sapone alla glicerina in una determinata
composizione e che rimane deformato al passaggio del proiettile, così da
consentire la valutazione della cavità temporanea. Il sapone è molto più
comodo da usare di altre sostanze perché non richiede apparecchiature
fotografiche e tecniche speciali per visualizzare gli effetti del proiettile;
basta fare una sezione del blocco. Come suo sostituto è stato usato un
blocco di argilla, alquato più consistente.
Per stabilire semplicemente la penetrazione di un proiettile si può usare
un contenitore pieno di segatura bagnata oppure di carta bagnata. La
carta deve essere ben inzuppata di acqua in modo che l'acqua superflua
coli spontaneamente senza esercitare pressione.
La sostaza di elezione è però la gelatina balistica la quale invece è
elastica, si espande al passaggio del proiettile e poi ritorna allo stato
iniziale, consentendo di trarre conclusioni sia sulla cavità temporanea
che su quella permanente. Mediante lo studio delle linee di frattura
radiali attorno al tramite del proiettile si può dedurre la cessione di
energia lungo di esso e la misura della cavità temporanea (studi di
Knappworst).
Il comportamento del proiettile varia però a seconda della composizione
della gelatina (più o meno acqua e sostanza solida), sullo stato iniziale
del blocco che varia con la temperatura e la “stagionatura”; quindi i
risultati degli esperimenti sono comparabili solo se sono identiche le
condizioni iniziali.
La gelatina è una sostanza solida ma non compatta, che assume la forma
del recipiente che la contiene, e conserva consistenza molliccia ed
elastica. Le gelatine hanno origine animale o vegetale (gelatina di ossa,
di agar, di frutta). La gelatina di ossa si prepara mediante una idrolisi
acida o basica dei residui della pelle e dell'osseina. Si ha così una
degradazione delle proteine con conseguente diminuzione del loro peso
molecolare. La soluzione ottenuta viene accuratamente purificata e
desalificata; la si concentra sotto vuoto e la si fa rapprendere in fogli che
possono essere completamente privati dell'acqua per ulteriore
essiccamento, ciò che permette di ottenere la gelatina in polvere. La
proprietà più caratteristica è il rigonfiamento con acqua fredda, con un
aumento di volume molto spiccato (sino a mille volte). La gelatina si
scioglie in acqua bollente e solidifica per raffreddamento. Insolubile nei
solventi organici, ha le proprietà chimiche delle proteine e può essere
conservata secca per molto tempo in ambiente sterile. Ha usi alimentari:
serve infatti come alimento e come chiarificatore del vino e delle
bevande alcooliche, poiché precipita dalle soluzioni acquoso-alcooliche
trattenendo le impurità in sospensione. È usata anche nell'industria come
livellatore di superfici e regolatore di grandezza delle particelle oltre che
come supporto. Le gelatine vegetali si ottengono di solito dalle alghe e
sono in genere dei derivati dall'acido alginico. Hanno impieghi analoghi
alle gelatine animali. I preparati translucidi a base di acqua od olio sono
usati in cosmetica per la composizione delle maschere per il viso e la
preparazione di prodotti vari per la cura delle mani, di fissatori per
capelli, ecc.: tali prodotti vengono chiamati gelées.
Negli USA viene impiegata la “Government-Gelatine” con solo il 10%
di gelatina animale e a 4° di temperatura; in queste condizioni avrebbe lo
stesso comportamento della muscolatura della spalla di maiali
anestetizzati (e quindi rilassata).
In Europa si usa invece gelatina al 20% di sostanza solida e conservata a
15° di temperatura.
Importante è lo stabilire il grado di “gelatinibilità” della polvere
impiegata e che, dal nome di chi lo ha ideato si indica in gradi Bloom. Il
grado Bloom indica il peso in grammi che deve avere uno punzone di
acciaio per poter penetrare 5 mm in un blocco di gelatina che contiene il
6,67% di polvere e che è stato stagionato per 17 ore ad una data
temperatura.
La gelatina usata in cucina ha 110-150 Bloom, gelatina pregiata
commerciale 200-220 Bloom, la gelatina usata in balistica attorno ai 250
Bloom. Questa non è ricavata da cotenna ma da ossa e cartilagini.
I noti esperti europei Sellier e Kneubühl impiegano gelatina al 20% e a
220° Bloom, lasciata gonfiare in acqua fredda, riscaldata a 50° per
scioglierla bene, versata nella forma e lasciata riposare ed indurire
almeno 36 ore a 15°.
Il blocco standard usato ha le dimensioni di cm 15x15x30 per le armi
corte e di cm 20x20x50 per le armi lunghe a canna rigata

La polvere è miscelata nella percentuale scelta in acqua calda ma non


bollente fino a che non si scioglie. Alcuni aggiungono una goccia di olio
di cannella o di olio di timo per ogni litro di acqua come conservante e
chiarificante. Dato il volume di materiale è opportuno servirsi di un
miscelatore per eliminare accuratamente ogni grumo; bisogna lasciar
raffreddare lentamente in modo che eventuali impurità affiorino.
In frigo, a 0-5 gradi, si può poi conservare per circa una settimana.
Per toglierla dalla forma basta mettere questa in acqua calda per due o
tre minuti.
Il blocco sformato viene avvolto in un sottile foglio di plastica e poi
messo in un sacco di plastica per impedire eccessiva evaporazione che
ne altererebbero le caratteristiche.
Quando si toglie dal frigorifero deve essere usata nel giro di un’ora. Il
blocco può essere congelato ed allora si conserva parecchi mesi, ma va
avvolto bene in plastica per evitare che evapori troppa acqua.
Informazioni dettagliate sull’uso del blocco di gelatina si trovano nel CD
ROM “FBI Ammunition Data and Sniper Targets “ che può essere
ottenuto dallo “FBI Ballistic Research Facility”.
Talvolta non si studia l'effetto del proeittile su di un corpo, ma l'effetto
del corpo sul proiettile per studiarne le modificazioni che subisce. In tala
caso non occorrono grandi spessori, ma sono sufficienti 4 cm di gelatina
che già corirspondono a metà del corpo di un capriolo. Se si vuole
simulare l'intero attraversamento del corpo occorrono circa 10 cm di
gelatina per un capriolo, circa 300 cm per un daino e fino a 45 cm per un
cervo.

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Il pendolo balistico

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IL PENDOLO BALISTICO
Per stabilire al velocità di un proiettile non vi è strumento migliore di un
cronografo, il cui acquisto è però giustificato solo per chi, come perito
balistico o ricaricatore di cartucce, deve ricorrervi di frequente.

Chi invece ha bisogno solo occasionalmente di calcolare la velocità di un


proiettile, può ricorrere al vecchio metodo del pendolo balistico, in grado di
fornire dati più che attendibili senza alcuna spesa (personalmente ho usato un
pendolo fatto con una patata per controllare la velocità di pallini ad aria
compressa, e funzionava benissimo).

L'idea di usare un pendolo per determinare la velocità di un proiettile risale a


Cassini Junior (1707) e lo strumento derivatone, detto pedolo balistico, venne
perfezionato da successivi studiosi (B. Robins, Diddion, Morin, Piobert) ed è
stato l'unico ad essere impiegato fino a circa un secolo fa, contribuendo a
porre le basi della balistica moderna.

Il principio teorico alla base del pendolo balistico è estremamente semplice:


l'arma viene puntata contro una massa pendolare, costituita da materiale atto a
trattenere il proiettile ed a realizzare un urto anelastico. Allo sparo quindi il
proiettile si conficca nella massa pendolare trasmettendole un impulso; dal
teorema della conservazione della quantità di moto e dalle leggi del moto
pendolare si deduce la quantità di moto della massa pendolare dall'ampiezza
della sua oscillazione, e quindi la velocità del proiettile.

Sia infatti P il peso della massa pendolare e p il peso del proiettile; P+p sarà il
peso del pendolo con il proiettile infisso; si poi V la velocità acquisita dal
pendolo e v la velocità del proiettile prima dell'urto.

Sarà

p·v = (P+p)·V

da cui

V = (p·v) / (P+p)

Sotto l'influenza dell'urto il pendolo acquista una velocità e quindi una forza
viva E, espressa dalla formula

che lo fa alzare di un certo spazio h ove si trasforma in energia potenziale Ep

Ep= (P+p) ·h
Siccome E =Ep, si possono fondere le due espressioni e ricavare che

che è la formula relativa alla caduta dei gravi.

Questo valore dovrà corrispondere a quello derivato dall'impulso e quindi si


potrà scrivere:

da cui

L'altezza h non è misurabile direttamente, ma può essere espressa


trigonometricamente in funzione della lunghezza l del pendolo e dell'ampiezza
dell' angolo dell'oscillazione

secondo la formula

h= l ·(1 - cosã)

(uso per necessità pratiche il simbolo ã per indicare l'angolo alfa)

per cui, in definitiva, la formula da applicare è la seguente

in cui l'unica incognita è data dall'angolo alfa, da misurarsi di volta in volta.

A sua volta, la lunghezza l del pendolo non può essere misurata direttamente
poiché ciò che interessa non è la lunghezza effettiva, ma quella riferita al
centro di oscillazione del pendolo composto, che si usa in pratica. Essa quindi
deve essere determinata indirettamente dalle leggi fisiche del moto pendolare:
si determina con un cronometro la durata D in secondi di una oscillazione,
contando ad esempio il numero delle oscillazioni compiute in un minuto
primo, e da esso si ricava la lunghezza in metri secondo la formula

l = 0,248·D²
Invece di misurare l'ampiezza dell'angolo di oscillazione del pendolo, può
essere più semplice misurare l'ampiezza s dell'arco percorso da un suo punto e
da essa risalire all'angolo alfa mediante la formula

ove L in questo caso rappresenta la distanza effettiva tra il punto attorno a cui
oscilla il pendolo e il punto che traccia l'arco.

Realizzazione pratica

Vediamo ora come si possa costruire praticamente il pendolo.

Esso deve rispondere ai seguenti requisiti:

a) deve avere una lunghezza tale da rendere sufficiente lenta l'oscillazione; la


lunghezza L dovrà quindi essere di 1 - 1,5 metri.

b) la massa pendolare deve avere un peso tale non compiere , in relazione al


proiettile sparato, una oscillazione superiore a 20° e deve essere sospesa in
modo da poter oscillare in un solo piano senza sbandamenti, rotazioni ed
oscillazioni parassite. In linea di massima dovrà avere un peso, in grammi,
pari al prodotto della velocità del proiettile in m/sec per il suo peso in grammi.
Quindi dovrà pesare circa kg 1 per il cal. 22, kg 1,5 per il cal. 7,65 e il cal. 9, e
così via.
c) Il blocco deve essere conformato in modo che il proiettile vi penetri e vi
resti infisso; per alcuni proiettili sarà sufficiente un blocco di legno, per altri
occorrerà provvedere, oltre al legno, degli strati di piombo od altro metallo
che impediscano la perforazione completa. In pratica andrà bene qualsiasi
scatola metallica, a forma di parallelepipedo o di cilindro, in cui sistemare
strati di legno, sabbia, piombo, e sospeso mediante quattro fili sottili e non
elastici, riuniti a due a due con anelli , ad un qualunque sostegno stabile.

Al di sotto della scatola, sul prolungamento dell'asse perpendicolare del


pendolo, verrà fissato un indice scorrente lungo un arco munito di una scala
metrica, come indicato in figura. Per misurare lo spostamento massimo
dell'indice per effetto dello sparo, bisognerà studiare un sistema qualunque,
dal fine pennello all'estremità dell'indice, al filo trascinato da esso, alla
polvere sfiorata da un "baffo", che non offra resistenza al moto.

Uso del pendolo balistico


Per prima cosa bisogna pesare il blocco con precisione. Poi occorre sparare
contro il blocco, ad una distanza che eviti l'influenza del gas di sparo (oppure
attraverso un diaframma forato) e cercando di colpire il centro del blocco per
evitare oscillazioni irregolari. Occorre ricordare che ad ogni sparo successivo
al primo, il peso del blocco deve essere aumentato del peso dei precedenti
proiettili infissi in esso e che va tenuto conto di perdite di materiale.

Dopo aver sparato si legge quale è stato lo spostamento massimo del pendolo
e da esso si ricava la velocità del proiettile. La lettura deve essere fatta con
una certa precisione perché, ad esempio, con un pendolo di 130 cm di
lunghezza, un errore di lettura di 4 mm (10' di grado), comporta un errore nel
calcolo di 5-6 m/sec.

Esempio

Sia da misurare la velocità di un proiettile cal 9 corto e si abbia


Peso del pendolo P , gr. 1500
Peso del proiettile p gr. 6
Lunghezza teorica del pendolo l , m 1,20
Lunghezza totale del pendolo L , cm 130
Arco percorso, cm 40

Applicando l'ultima formula troviamo l'angolo alfa

e quindi
Se si è sparato contro il pendolo da una distanza di metri 1,5, e tenendo conto
delle resistenze interne del sistema, si otterrà un valore abbastanza esatto della
velocità iniziale aumentando quello sopra trovato dell' 1%.

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Introduzione al tiro ad avancarica

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Ora che la nuova legge ha liberalizzato le repliche di armi ad avancarica, non


è male avere qualche nozione sul loro caricamento.
È del tutto sconsigliabile sparare con armi ad avancarica originali se non sono
state sottoposte a prova moderna al Banco di Prova e, per ragioni di sicurezza,
è vietato usare in poligoni, in presenza di altre persone, quelle non provate.

La Polvere
Per le armi ad avancarica si usa polvere nera da caccia nr. 1 con granulazione
da 0,6 a 1,2 mm, peso specifico superiore a 1,7 g/cmc e umidità inferiore allo
1% . Non sono adatti altri tipi di polvere nera usati in pirotecnia, la polvere da
mina, il polverino, la polvere per mortaretti, ecc. La polvere non deve aver
preso umidità, altrimenti forma dei grumi che ne compromettono il
caricamento. Una buona polvere deve lasciare pochi residui, non fare
polverino e bruciandola sopra un foglio di carta non dovrebbe riuscire ad
incendiarla.
Gli uomini della prateria avevano trovato un mezzo semplice per versare la
"giusta" dose di polvere nel loro fucile: mettevano la palla sul palmo della
mano ben aperta e vi versavano sopra tanta polvere quanto bastava a coprirla.
Metodo poco sicuro, forse adatto per colpire bisonti e indiani a grande
distanza, ma non raccomandabile per il tiro di precisione che richiede una
grande uniformità di cariche.
La dose media di polvere necessaria è facilmente calcolabile con formule
approssimative.

Per armi corte


Per ogni millimetro di diametro della canna usare 0,1 grammi di polvere;
quindi un revolver cal. 38 avrà un diametro di 0,38 x 2,54 = 0,96 cm e
richiederà perciò 0,96 g. di polvere. Usando misure anglosassoni la formula
diventa "cal. in pollici x 0,5 grani"; quindi 38x0,5= 19 grani =1,2 grammi
(attenzione, la formula metrica e quella anglosassome non combaciano in
quant osono puramente pratiche ed orientative! La formula in grani porta a
una dosa di 1,2 grammi invece di un grammo)

Per armi lunghe


Per ogni millimetro di diametro della canna usare 0,25 grammi di polvere;
vale a dire che per una carabina in cal. 38 ci vorrebbero 2,4 g di polvere.
Usando misure anglosassoni la formula diventa "cal. in pollici x 1 grani".

Come detto, queste sono dosi medie. Per il tiro di precisione si preferiscono
cariche deboli e perciò i tiratori sono soliti diminuire la carica fino al punto in
cui i colpi iniziano a disperdersi; quella è la dose inferiore insufficiente su cui
operare piccoli aumenti fino ad ottenere i risultati voluti. Nelle repliche la
rigatura non è così profonda come nelle armi antiche e quindi non bisogna
esagerare con le carica di polvere, altrimenti il proiettile "scavalca" le righe.
Per il tiro di alta precisione le cariche andrebbero pesate singolarmente e si
dovrebbe, se consentito dai regolamenti, persino usare il tubo di caricamento
per evitare che dei grani di polvere rimangano aderenti all'anima della canna
unta o sporca. Per gli usi normale è però più che sufficiente usare il dosatore
della fiaschetta, ovviamente regolato per la carica desiderata, oppure un
misurino, avendo l'accortezza di usare sempre lo stesso stile di versamento:
agitare la fiaschetta per rompere eventuali grumi e mescolare bene la polvere,
non rovesciare la fiaschetta con troppo slancio, non dare colpi di assestamento
alla polvere nel misurino, ecc.). Gli esperimenti compiuti hanno dimostrato
che in questo modo lo scarto in più o in meno è di circa l'1% con punte
massime del 2%.
La polvere viene conservata in fiaschette munite di apposito misuratore che
blocca il foro di uscita della polvere dopo che è uscita la dose richiesta. Per
ragioni di sicurezza è comunque consigliabile di non versare direttamente la
polvere dalla fiaschetta perché in caso di accensione della carica durante il
versamento, a causa di residui incandescenti rimasti nella canna, la fiaschetta
potrebbe esplodere.

Le palle
Le palle possono essere acquistate già pronte oppure possono essere fuse in
casa con l'apposita pinza ed impiegando piombo già usato per bilanciare gli
pneumatici. Le palle devono essere ben rifinite eliminando le sbavature
lasciate dalla pinza e rifinendo il loro fondo. La palla, se non si usa la
pezzuola, deve entrare con una leggera forzatura nella canna o nel tamburo. Vi
sono palle sferiche per armi a canna liscia e palle ogivali per armi a canna
rigata.

Il borraggio
Tra la polvere e la palla, se non si usa la pezzuola, si usa mettere un dischetto
di feltro o materiale analogo; vi sono delle fustellatrici che consentono di
ritagliarle nel calibro richiesto. La borra è ovviamente indispensabile se si
carica l'arma a pallini. Esse, ben impregnate di cera, sono indispensabili nei
revolver ad avancarica per impedire che una scintilla faccia esplodere tutti i
colpi contemporaneamente; alcuni usano anche mettere un po' di grasso sopra
al proiettile, ma gli esperti dicono che serve solo a sporcare le mani ed i
vestiti. Al tempo di Napoleone vi erano già cariche preconfezionate (le prime
"cartucce") in cui la carta, una volta versata la polvere, veniva usata come
stoppaccio; con questo sistema si riuscivano a sparare più di tre colpi al
minuto. Non provate ad usare questo sistema con cartoccetti casalinghi perché
la carta, se non è stata sottoposta a nitratazione, tende a fermarsi nella canna
ancora in fase di combustione, pronta a far esplodere la carica successiva

Gli inneschi
Essi vengono messi sul luminello alla fine. Se si usano armi a pietra, questa
deve essere fissata al cane proteggendola con un pezzetto di cuoio o con una
lamina di piombo e non deve essere unta (in questa caso lavarla in acqua
calda). Nello scodellino va poi versato un po' di polverino.

Il caricamento
Il procedimento di caricamento è il seguente.
L'anima della canna deve essere pulita e asciutta. Le canne delle armi ad
avancarica, dopo l'uso devono essere lavate con acqua calda e ben asciugate.
- Si versa la polvere nella canna che va sempre tenuta ben verticale.
- Si inserisce il borraggio e con la bacchetta di caricamento si porta a contatto
della polvere.
- Si inserisce la palla e con la bacchetta si porta a contatto della borra e si dà
qualche colpetto di assestamento. Se si usa la pezzuola, questa deve essere
ingrassata e delle giuste dimensioni e cioè coprire la palla per non più di due
terzi; essa viene appoggiata sulla volata, su di essa si appoggia la palla e con
la bacchetta si forza fino a contatto con la polvere. Nei tempi antichi il fondo
della fiaschetta veniva usata come un martello per imboccare la palla nella
canna, ma è un sistema fortunatamente abbandonato.
- La palla va premuta contro la polvere, ma non si deve esagerare con la
compressione per non schiacciare la polvere e frantumarne i granuli. Una
volta stabilita la carica ideale o opportuno segnare sulla bacchetta il punto
esatto di massimo inserimento. Si ripete che la regolarità di tiro e cioè rosate
piccole, dipendono da assoluta costanza nel caricamento, con costanza di pesi
di carica e palle, di borraggio, di intasamento.
Occorre fare attenzione a due cose importanti. Questa è la fase più pericolosa
in cui possono verificarsi incidenti per accensione della polvere e quindi:
1) La bacchetta va impugnata in modo che in caso di sparo accidentale sia
libera di sfuggire dalla mano senza perforarla e non bisogna stare con il viso
vicino alla volata.
2) Occorre premere lentamente la palla, eventualmente con colpetti brevi della
bacchetta; non cercare mai di affondarla per un tratto luongo; se la palla, come
frequente quando si usa la pezzuola, fa da stantuffo e comprime l'aria entro la
canna, alcune rapide compressioni successive sono sufficienti a portare l'aria
ad una temperatura tale da accendere la polvere.
- Si inserisce l'innesco; se è troppo lasco, si schiaccia un poco prima di
inserirlo sul luminello.
- Quando si maneggia polvere da sparo occorre evitare in modo assoluto che
si fumi nei pressi di chi la maneggia o nei pressi del luogo in cui si conserva.

Se il colpo non parte...


Nel tiro ad avancarica occorre ricordare che vi è sempre un certo ritardo tra
percussione e sparo. Sono inoltre frequenti dei ritardi anomali e perciò si deve
attendere sempre almeno 10 secondi prima di spostare l'arma dalla linea di
mira e, anche dopo questo intervallo, l'arma va sempre considerata come
estremamente pericolosa.
Se si è sicuri di non aver dimenticato di versare la polvere, si può provare a
pulire il luminello con uno spillo di ottone, si inserisce un nuovo innesco e si
spara. Si può anche svitare il luminello e sostituirlo se è danneggiato.
Se neanche questo sistema funziona, occorre scaricare l'arma dalla bocca
applicando sulla bacchetta il cavapalle (una specie di cavatappi). Questo va
inserito nella canna e ruotato fino a che si sente che ha fatto solida presa nel
piombo.

Pulizia delle canne


Come detto le canne vanno lavate con acqua calda; possono poi essere
leggermente oliate per evitare che arrugginiscano, ma l'olio deve essere
eliminato prima del caricamento.
Circa ogni 10 colpi la canna va pulita con una pezzuola appena umida.

La Legge
Per ora le armi ad avancarica liberalizzate possono essere usate da chi è privo
di licenza di porto d'armi (lunghe o corte, a seconda dei casi) solo in poligono
del TSN. Il regolamento che pone questo limite è illegittimo, ma per ora è
meglio osservarlo.
La polvere nera può essere acquistata solo da chi è munito di una licenza di
porto d'armi oppure richiede specifico nulla osta all'acquisto. Essa va
denunziata. Se ne possono acquistare e detenere fino 5 chili, ma è un prodotto
molto più pericoloso della polvere senza fumo e perciò è meglio limitare il
quantitativo al minimo. I poligoni del TSN interessati ad aprire linee di tiro ad
avancarica dovranno organizzarsi per vendere piccoli quantitativi di polvere ai
tiratori ed emanare apposite disposizioni di sicurezza per il maneggio delle
armi ad avancarica.

Nota sulla accensione per compressione


Quando si carica l'arma con la pezzuola può accadere, come anticipato, che la
bacchetta, giunta ad una decina di cm dalla polvere, non proceda più, ma
rimbalzi come se incontrasse una molla. Ciò è il chiaro segno che l'aria non
riesce a sfuggire né tra canna e proiettile né dal luminello. In queste
condizioni basta insistere con due o tre colpi decisi per far esplodere la carica
e per garantire come minimo delle ustioni di terzo grado alla mano, sempre
che la bacchetta male impugnata (in alcune società impongono di usare
bacchetta con maniglia laterale) non l'abbia lesionata. Se il calcio dell'arma
era appoggiato su di un piede o su altra parte del corpo, il rinculo può avere
effetti estremamente dolorosi. Specie per gli uomini è assolutamente
sconsigliabile di stringre l'arma fra le gambe.
Per un fisico è facile comprendere il fenomeno: i rapidi colpi provocano una
compressione adiabatica dell'aria con suo riscaldamento, come può controllare
chiunque con una pompa da bicicletta; se la canna è già calda, ad es. 60 gradi,
basta una modesta pressione di 8 kp/cmq perché l'aria si riscaldi fino a 300
gradi mentre con una pressione di 20 kp/cmq si ottengono ben 500°. Se la
canna ha la temperatura di 20°, i valori di temperatura scendono
rispettivamente a 240° e 440°. Nell'ottocento vi erano in commercio persino
degli accendini basati su questo principio fisico.
Questa situazione pericolosa si verifica in genere dopo una serie di colpi,
quando la canna è calda. Se non si riesce a far scendere la palla fino a contatto
con la polvere con piccole e LENTE spinte progressive, occorre svitare il
luminello, pulirlo e far uscire l'aria da quella parte. Non è consigliabile sparare
con uno spazio vuoto tra palla e polvere.
Per prevenire questo tipo di incidente alcuni tiratori usano soffiare nella canna
dopo ogni sparo per assicurarsi che il luminello sia libero; ciò serve anche a
spegnere eventuali residue scintille.
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Aria compressa - Misurare i Joules

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È prevedibile che la nuova legge sull'aria compressa, quando sarà approvato il


regolamento, porrà molti detentori nella necessità di stabilire la potenza
dell'arma posseduta. E non è facile trovare armieri con il cronografo.
Vi è però un metodo abbastanza semplice per misurare in casa propria la
velocità del proiettile di un'arma ad aria compressa, e cioè con il pendolo
balistico.
Ho esposto ampiamente la teoria nella mia pagina Pendolo balistico, ma credo
opportuno semplificare ulteriormente la procedura per la sola aria compressa.
Ecco come procedere:
- prendere un pezzo di sapone da bucato di circa 150/200 grammi e pesarlo
esattamente con una bilancia di precisione (± 5 grammi al massimo);
- con due fili sottili da cucito sospenderlo ad un bastoncino tipo ago da
maglia; la lunghezza totale del pendolo così creato dovrà essere di almeno un
metro;
- nella parte inferiore del pendolo, al suo centro, piantare uno spillo a cui poter
legare un filo;
- sospendere il pendolo così creato a due sostegni fissi, in modo che possa
oscillare liberamente;
- mettere in oscillazione il pendolo e contare il numero delle oscillazioni in un
minuto primo; dividendo per 60 si ottiene la durata in secondi di una
oscillazione; se ora si fa il quadrato di questo valore e lo si moltiplica per
0,248 si ottiene la lunghezza ideale "l" del pendolo, in metri in relazione al
suo baricentro (sarà un valore vicino ad un metro); per maggior precisione si
possono contare le oscillazioni in due minuti e dividere per 120 oppure
ripetere due o tre volte la misurazione e fare poi la media dei valori;
- misurare la lunghezza effettiva "L" del pendolo in cm, dal centro del
bastoncino di appoggio, alla punta dello spillo
- da una fessura posta esattamente sotto lo spillo e al suo stesso livello, far
uscire uno spago sottile o un nastrino leggero e floscio e fissarlo alla punta
dello spillo.
- da circa un metro di distanza (per evitare l'effetto del soffio di aria sparare
con l'arma e un diabolo da 0,5 gr. contro la saponetta cercando di colpire il
centro della faccia. Se non si riesce a colpire la saponetta da un metro
cambiare l'arma o il tiratore!
- per effetto del pallino il pendolo inizierà ad oscillare e trascinerà il nastrino
fuori della fessura; la prima oscillazione è la più ampia e il nastrino non può
rientrare nella fessura,
- fermare il pendolo e misurare esattamente la lunghezza (arco, in cm) del
nastrino dallo spillo fino alla fessura; ricordare che un errore di mezzo cm
nella lettura comporta un errore di 7-8 ms nella velocità;
- ripetere la misurazione due o tre volte;
- con il valore (o media dei valori) così trovati si può calcolare l'angolo
dell'oscillazione che sarà dato da

(360 . arco) / 6,28 . L

Si otterrà un valore attorno ai 15-20 gradi; con una qualsiasi calcolatrice


scientifica calcolare il coseno (si può usare la calcolatrice di Windows,
visualizzazione scientifica, premendo il pulsante "cos"; si otterrà un valore di
circa 0,9 - 0,95); sottrarre questo valore da 1e si otterrà quindi un valore X di
circa 0,05 - 0,1.
A questo punto siamo pronti per il calcolo finale da seguire così
- sommare il peso del pendolo in grammi al peso del diabolo e dividere il
risultato per 0,5 (ancora il peso del diabolo; se ha peso diverso, inserire il
valore esatto)
- moltiplicare 19,62 per "l" in metri e per X e estrarre la radice quadrata del
risultato (sulla calcolatrice cliccare la finestrella INV e poi x^2);
- il risultato ottenuto è la velocità del pallino in ms.
La velocità al quadrato moltiplicata per il peso del proiettile e divisa per 2000
ci dà l'energia in Joule (si può più semplicemente moltiplicare 0, 00025 per la
velocità al quadrato). L'arma non supera i 7,5 J se la velocità è inferiore a 173
m/sec (meglio se non supera i 165 m/sec per andare sul sicuro!).
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ESPLOSIVI

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L'evoluzione delle materie esplodenti dopo l'invenzione della polvere nera
(circa 1250) riprende con Berthollet che nel 1788 scopre il clorato di potassio
ed inizia esperimenti per sostituirlo al salnitro nella polvere nera. Poco dopo
Howard scopre il fulminato di mercurio (1799) e Brugnatelli (1902) il
fulminato d'argento.

Nel 1831 Bickford inventa la miccia a lenta combustione per mine, che
sostituisce le cannucce di paglia riempite di polvere nera, usate fino ad allora
assieme a corde imbevute di salnitro ed incatramate.

Gli esplosivi moderni derivano però dalla scoperta della nitratazione di


sostanze organiche ottendosi il nitrobenzolo (1834), la nitronaftalina (1835) e
l'acido picrico (1843). Nel 1846 Sobrero scopriva la nitroglicerina e
Schoenbein il cotone fulminante; dalla prima sarebbero derivate le dinamiti a
seguito della scoperta di Nobel (1867) che essa poteva essere stabilizzata e
resa maneggiabile con un certa sicurezza mescolandola con sostanze inerti
quali la farina fossile; dal secondo le polveri senza fumo. Negli anni
successive venivano scoperti il tritolo, il tetrile, il T4 e la pentrite.

Gli esplosivi si distinguono dalle usuali sostanze combustibili per il fatto che
essi contengono, legata nella loro molecola, anche la sostanza comburente
(ossigeno) . Di conseguenza essi bruciano con altissime velocità di
combustione generando altissime pressioni pressoché istantanee.
Gli esplosivi si distinguono in e. deflagranti o da lancio ed e. detonanti; questi
ultimi in esplosivi da scoppio o dirompenti e in esplosivi da innesco.

La distinzione tra esplosivi da lancio ed esplosivi da scoppio o dirompenti veri


e propri non è di sostanza ma fondata sulla diversa velocità di esplosione. Le
polveri da sparo esplodono con velocità da 10 a 1000 mm/s con durata
dell'ordine di decimi o centesimi di secondo (deflagrazione); gli esplosivi con
velocità da 2.000 a 9.000 m/s e durata dell'ordine di micro o millisecondi;
entro certi limiti è possibile ottenere che un esplosivo da lancio esploda e che
un esplosivo dirompente bruci.

Le materie esplodenti, da un punto di vista tecnico, si distinguono quindi in:


1 - Esplosivi primari o innescanti
I normali esplosivi non esplodono per effetto di normali sollecitazioni
meccaniche o per effetto del calore, ma bruciano o, al massimo, deflagrano.
Per innescare l'esplosione debbono venir impiegati degli esplosivi
estremamente sensibili alle azioni esterne e che detonano per effetto del calore
o della percussione; essi sono solitamente contenuti in modesta quantità in
piccoli tubetti metallici (detonatori). Tra questi esplosivi primari i più usati
sono, di solito miscelati fra di loro o con altre sostanze, il fulminato di
mercurio, l'azotidrato di piombo o d'argento, lo stifnato di piombo, il
tetrazene, il DDNP, ecc. (si legga anche quanto scritto più avanti trattando dei
detonatori).

2 - Esplosivi secondari da scoppio o dirompenti


Questi eplosivi vengono tradizionalmente distinti in militari e civili in base a
varie considerazioni (costo, manegevolezza, possibilità di lavorarli o fonderli
in forme prestabilite, conservabilità, ecc). Non si deve però dimenticare che
molti esplosivi militari finiscono poi sul mercato civile come esplosivi di
recupero e vengono mescolati fra di loro o con esplosivi civili.

Noti esplosivi militari sono il tritolo (o TNT) l'acido picrico (o Melinite,


Ekrasite), la pentrite (PETN), il tetrile (CE, Tetralite), l'esogeno (Hexogene,
T4, Ciclonite, C6); essi vengono usati da soli o mescolati tra di loro in vario
modo o con altre sostanze (ad es. polvere d'alluminio) che ne migliorano
ulteriormente le prestazioni.

Quando gli esplosivi vengono mescolati con sostanze plastiche quali vaselina,
cere o polimeri sintetici, si ottengono gli esplosivi plastici; quando vengono
gelatinizzati si ottengono le gelatine, di consistenza gommosa o pastosa.
Proprio in questa categoria si riscontra uno degli esplosivi più potenti e cioè la
gelatina esplosiva formata per oltre il 90% di nitroglicerina e per il resto da
cotone collodio. Negli Stati Uniti sono noti gli esplosivi plastici a base di T4 e
noti con il nome di C (T4 e vaselina, olio minerale), C2 (T4 e nitrocellulosa),
C3 (T4, nitrocellulosa , binitrotoluolo e tetrile), in cui la lettera C sta per
"compound" o "composition".

In campo civile si impiegano esplosivi da mina a base di nitrato d'ammonio o


di potassio (specie quali esplosivi di sicurezza per miniera) o gelatina gomma
a base di nitroglicerina e cotone collodio, o dinamiti a base di nitroglicerina e
sostanze inerti. Più raramente esplosivi a base di clorato di potassio (chedditi).
Per lavori di poca importanza si usa ancora la polvere da mina formata da
polvere nera in grossi grani. La polvere nera finemente granulata, viene usata
ancora in armi ad avancarica e per usi pirotecnici.
Fra tutti gli esplosivi secondari, quelli che possono presentare pericoli nel
maneggio e nel trasporto sono le gelatine e le dinamiti contenenti la
nitroglicerina poiché questa può trasudare dal composto (specialmente per
effetto del gelo) e quindi esplodere anche per urti modestissimi.

3 - Polveri da sparo senza fumo


Esse vengono impiegate per il lancio di proiettili in armi leggere e si
distinguono in polveri alla nitrocellulosa (a semplice base) ottenuta dalla
nitratazione mediante acido solforico ed acido nitrico di cotone o cellulose o
alla nitroglicerina (a doppia base) ottenuta gelatinizzando la nitrocellulosa con
la nitroglicerina o altra sostanza. Le polveri più note di questa categoria sono
la balistite (nitroglicerina + cotone collodio) e la cordite (nitroglicerina +
fulmicotone). Per usi civili vengono ormai usate prevalentemente le polveri
alla nitrocellulosa.

Cariche esplosive speciali


Le cariche esplosive si distinguono in cariche cubiche o concentrate, in cui
l'esplosivo è ammassato in forma più o meno globulare, e in cariche allungate
che è ogni carica in cui l'esplosivo è disposto in modo che la lunghezza della
carica sia almeno quattro volte la sua sezione minore, come ad esempio
avviene in un foro nella roccia.

Se la base di appoggio di un blocco di esplosivo viene scavata in modo da


ricavare una cavità emisferica o parabolica gli effetti dell'esplosione si
concentrano, come i raggi di uno specchio parabolico, in corrispondenza della
cavità, aumentandone l'effetto distruttivo. Se il blocco è circolare si parlerà di
carica cava circolare; se il blocco è a forma di parallelepipedo (una specie di
coppo), si parlerà di carica cava allungata.

Le cariche cave vengono utilizzate per operazioni di perforazione e taglio o


per scavare buchi.

Talvolta l'esplosivo viene confezionato in tubi di acciaio di un metro o due di


lunghezza, innestabili l'uno sull'altro, per aprire varchi in reticolati o campi
minati o per demolizioni varie (tubi esplosivi, bangalore torpedoes)

Le cariche possono essere interne, se collocate a riempire una cavità del corpo
da demolire (foro da mina e camera da mina se vuote, petardo e,
rispettivamente, fornello, quando caricate), oppure esterne quando vengono
semplicemente appoggiate al corpo da demolire.
Normalmente sia le cariche interne che quelle esterne vengono intasate (cioè
con idonei materiali, quale sabbi, terra, coperture,ecc.) si crea una resistenza
sul lato opposto a quello su cui deve svolgersi l'opera di demolizione.

L'esplosione
La potenza di un esplosivo ed i suoi effetti dipendono da vari fattori, quali la
velocità ed il calore di esplosione, la quantità di gas prodotti, influenzata dalla
temperatura di esplosione, e le conseguenti pressioni realizzabili. Esplosivi ad
alta velocità di detonazione hanno maggori effetti distruttivi anche per
semplice contatto (effetto brisante), potendo tranciare di netto piastre e sbarre
metalliche; esplosivi che producono molto gas sono più idonei in campo civile
(cave, gallerie, ecc.) in cui occorre sfruttare l'effetto di distacco. In campo
militare si useranno prevalentemente i primi per il caricamento di bombe o di
proiettili, sfruttando sia l'effetto dell'onda di pressione iperrapida sviluppata,
che gli effetti prodotti dalla schegge, sia per opere di sabotaggio appoggiando
direttamente l'esplosivo sul manufatto da distruggere; in campo civile gli
esplosivi verranno impiegati con cariche intasate, vale a dire inserite in fori
scavati nella roccia o nel terreno. Come si è detto però gli usi sono in larga
parte scambiabili e ogni esplosivo militare potrebbe essere efficacemente
usato per lavori civili e viceversa; la stessa polvere da sparo, se
opportunamente intasata e compressa in recipienti, può servire per
confezionare ordigni esplosivi (vedi sotto).

La prova più usata per determinare la potenza di un esplosivo consiste nel


farlo esplodere entro un grosso blocco di biombo (blocco di Trauzl) e nel
misurare poi il volume della cavità creatasi. In base ad essa, se si assume che
la gelatina esplosiva abbia il valore eguale a 100, si ha la seguente scala di
valori per gli altri esplosivi:
Gelatina esplosiva, 100
T4, 90
Pentrite, 80
Tritolo, 50
Fulminato di mercurio, 20
Polvere nera, 7

Generalmente in campo militare, e per opere di demolizione, si preferisce


calcolare il coefficiente di equivalenza rispetto al tritolo, posto eguale ad 1. Si
avrà in questo caso:

Tritolo, acido picrico, miscele a base di dinamite, gun-cotton, 1


Gelatina esplosiva, 0,7
C2 e C3, T4, pentrite, 0,8
Tetrytol, tritolite, pentrolite, 0,9
Nitroammido, dinamite, 1,2
Esplosivi al nitrato d'ammonio, 1,4
Polvere nera da mina, 2,3

Vale a dire che agli effetti pratici Kg 2,3 di polvere da mina equivalgono a Kg
1 di tritolo (varia ovviamente la velocità di esplosione e quindi l'effetto di
brisanza dell'esplosione).

I volumi di gas prodotto possono essere pari a 10.000 - 30.000 volte quelli
iniziali con temperature fino a 3000 gradi e le pressioni raggiungibili arrivano
normalmente attorno alle 20.000 atmosfere con picchi di 150.000 atmosfere.

L'esplosione dà luogo ad un'onda esplosiva od onda di pressione, con effetti a


breve ed a lunga distanza. A lunga distanza si crea un'onda di pressione
dipendente dal mezzo circostante (nell'aria si ha lo spostamento d'aria,
nell'acqua uno scoppio subacqueo) che si propaga creando una sovrapressione
di parecchi bar, seguita da una fase più lunga di depressione (risucchio) che
naturalmente non può essere superiore alla pressione atmosferica di un bar.
L'onda di pressione che incontra un oggetto produce delle lesioni che possono
poi venir aggravate dall'onda di risucchio; ad esempio un muro può essere
lesionato dall'onda esplosiva e poi fatto cadere dall'onda di risucchio o
retrograda. Una persona viene scaraventata a terra. E' per tale fenomeno che
gli effetti di una bomba possono apparire diversi da quelli dettati dalla comune
esperienza; ad esempio l'esplosione di una bomba in una strada può far
ritrovare le saracinesche dei negozi e le vetrine sventrate verso l'esterno, le
pareti crollate verso la strada ed il tetto scoperchiato verso l'alto. L'onda di
risucchio creata dall'aria che ritorna violentemente verso il centro
dell'esplosione può dar luogo a una successiva onda rimbalzante all'indietro,
ma di non rilevante potenzialità.

Quando l'esplosione avviene nel terreno, si creano in esso delle vibrazioni con
onde d'urto simili a quelle di un terremoto, che possono cagionare lesioni agli
edifici o che possono avere l'effetto di una mazzata su di una persona a
contatto con la superficie investita (una bomba che scoppia sotto una nave può
provocare lesioni a coloro che si trovano sulla sua tolda per il solo effetto
dell'urto). E' per questo motivo che chi si trova a breve distanza da
un'esplosione deve stendersi a terra avendo però l'avvertenza di reggersi solo
sulle punte dei piedi ed i gomiti: in tal modo evita lo spostamento d'aria,
l'ondata di calore e l'onda d'urto trasmessa dal terreno.

A breve distanza invece, l'esplosione agisce direttamente con onde d'urto


pulsanti che attraversano l'oggetto e vengono riflesse dalle sue superfici libere
così che si creano in esso sovratensioni che ne provocano la rottura. Questo
effetto viene sfruttato particolarmente nelle granate anticarro in cui una carica
di esplosivo viene fatta esplodere contro la blindatura; ciò provoca il distacco
di porzioni del lato interno di essa con proiezione devastante di frammenti.
All'esplosione segue normalmente una fiammata con possibile proiezione di
corpi incandescenti che possono provocare incendi nonché una irradiazione di
calore che può essere la causa di ustioni da irradiazioni (ustioni da lampo) e di
possibili incendi (può infiammare gli abiti di persone presenti in un certo
raggio).

Nel caso di esplosivo caricato in contenitori metallici (mine, bombe, proiettili,


ordigni esplosive), o di bombe chiodate create legando grossi chiodi attorno
ad un nucleo di esplosivo, vi è l'ulteriore effetto della proiezione di frammenti
metallici di varie dimensioni (schegge), ad una velocità che varia dai 1000 ai
1500 m/s; la distanza di proiezione varia naturalmente a seconda delle
dimensioni della scheggia, del suo peso e della sua forma. Frammenti minuti
ma aventi elevata velocità possono cagionare lesioni più ampie di quelle
prevedibili.

Esplosione "per simpatia"


Tra i profani è diffusa l'opinione che uno scoppio possa far esplodere
spontaneamente esplosivi che si trovino nelle vicinanze. In effetti il fenomeno
dell'esplosione per influenza è abbastanza limitato e condizionato dalla
distanza tra le due cariche di esplosivo, dalla violenza dell'esplosione e dal
mezzo in cui viaggia l'onda d'urto (aria, roccia, metallo), dalla sensibilità
dell'esplosivo (ovviamente se la seconda carica è munita di detonatore, o di
una spoletta sensibile alle vibrazioni, l'effetto simpatia potrà verificarsi a
maggior distanza).

Esperimenti eseguiti con cartucce di gelatina esplosiva hanno stabilito, a titolo


di esempio, che per aversi effetto simpatia esse debbono essere a non più di 60
cm se appoggiate su di una lastra metallica, a non più di 30 cm se appoggiate
su terreno consistente, a non più di 10 cm in acqua. In aria l'effetto simpatia
non si ha oltre pochi millimetri.

In genere si assume che non vi sia esplosione per simpatia di esplosivi non
innescati che si trovino ad una distanza superiore a tanti metri quanti sono i
chili di esplosivo del primo scoppio.

Gli accessori
Nell'impiego pratico degli esplosivi occorre usare anche alcuni mezzi che
servono per provocare l'esplosione nei modi e tempi voluti. Già abbiamo visto
che solo la polvere nera può essere fatta esplodere per semplice accensione a
mezzo di una miccia; per gli altri esplosivi (salvo casi particolari in cui può
bastare un forte calore) occorre un mezzo d'innesco che normalmente è il
detonatore; esso è costituito da un tubicino metallico chiuso da un lato e
contenente una miscela di esplosivi primari. In alcuni casi, specie usando
esplosivi poco sensibili, nel detonatore è contenuto, sotto a quello primario,
anche uno strato di esplosivo secondario molto potente; in altri casi il
detonatore viene collegato ad un separato detonatore secondario costituito da
un quantitativo variabile da pochi grammi fino ad un chilo di esplosivo
potente (Pentrite, T4, TNT).

I detonatori sono numerati secondo una scala che va da 1 a 10, a seconda della
loro forza, calcolata come se essi fossero caricati solo con fulminato di
mercurio. Di regola vengono usati detonatori del nr. 8 corrispondenti a 2 gr di
fulminato. I detonatori vengono fatti esplodere mediante una miccia, che viene
infilata nell'estremità libera e fissata schiacciando il tubicino attorno ad essa
con una apposita pinza (qualche "eroe" usa anche i denti!). Altrettanto usati
sono i detonatori elettrici in cui l'accensione è provocata da un filamento
circondato da una miscela incendiaria e che viene reso incandescente al
passaggio di una corrente elettrica. Talvolta il filamento è separato dal
detonatore e viene inserito in esso come una miccia (accenditore elettrico). La
corrente elettrica viene prodotta da un apposito apparecchio detto esploditore.

Per ordigni militari (mine, bombe, proiettili) il detonatore è sostituito dalla


spoletta, che contiene, oltre alla carica primaria, meccanismi e dispositivi vari
che ne provocano la detonazione al momento voluto.

I detonatori sono molto sensibili agli urti e debbono pertanto essere


maneggiati con cautela. Essi non vanno mai conservati o trasportati assieme
all'esplosivo.

Le micce servono per trasmettere a distanza, ad un detonatore o all'esplosivo


direttamente, la fiammata oppure l'onda d'urto di accensione. Si distinguono in
miccia ordinaria a lenta combustione (miccia lenta) e in miccia detonante.

La prima è una specie di corda del diametro di 5 o 6 mm, rivestita di sostanze


impermeabilizzanti e contenente un'anima di polvere nera finissima. Accesa
ad un estremo essa brucia alla velocità media di 110-130 secondi per metro
lineare. Essa viene usata per provocare l'esplosione dopo un certo tempo di
ritardo.

La miccia detonante contiene, al posto della polvere nera, un'esplosivo


secondario ad alta velocità di detonazione. Una volta erano impiegati il tritolo
o l'acido picrico, ormai sostituiti dalla pentrite che assicura una velocità di
detonazione di 6000-6500 m/s.

La miccia detonante non viene accesa, ma fatta esplodere con un detonatore, a


sua volta acceso elettricamente o con miccia lenta. Essa serve per far
esplodere contemporaneamente più cariche esplosive distanti una dall'altra.
Non va confusa con la miccia istantanea o a rapida combustione, usata allo
stesso scopo, che è una normale miccia a base di polvere nera che brucia però
con una velocità di 50-100 m/s. e trova impiego esclusivamente in campo
militare Gli accendimiccia sono dei normali spezzoni di miccia a lentissima
combustione (600 secondi per metro lineare), che emettono un forte dardo di
fiamma e consentono di accendere più micce lente, una dopo l'altra e in
condizioni meteoriche avverse.

Esistono infine accenditori a strappo che si infilano sulla miccia e consentono


di accenderla per frizione.

Esplosivistica giudiziaria
I problemi che si presentano al perito esplosivista consistono nell'individuare:

- il tipo di esplosione (concentrata da esplosivo, o diffusa per altre cause,


quali la presenza in un ambiente di miscele gassose o polverulente)
- il tipo di esplosivo impiegato
- il quantitativo di esplosivo impiegato
- il tipo di ordigno
- il sistema usato per provocare l'esplosione
- se una persona abbia maneggiato esplosivo

Nella comune opinione si tende a ritenere che per confezionare un ordigno


esplosivo o per commettere un attentato occorrano particolari conoscenze
tecniche; in effetti non è particolarmente difficile procurarsi dei prodotti
esplosivi e le conoscenze tecniche necessarie sono alla portata di qualunque
persona che non sia analfabeta; l'unica qualità che veramente occorre è una
grande prudenza, per non far la fine di Feltrinelli! Gli esplosivi civili vengono
usati in ingenti quantitativi e qualsiasi fuochino, che può eseguire delle volate
che impiegano ogni volta anche quintali di esplosivo, non incontra nessuna
difficoltà a farne sparire qualche chilo assieme ad alcuni detonatori.

Comunque vi sono numerosi prodotti chimici in commercio per fini del tutto
leciti e che, con modeste trasformazioni, possono essere usati come esplosivo.
Ad esempio l'attività terroristica irlandese si è basata in larga parte su questi
prodotti miscelati secondo varie "ricette": clorato di sodio e zucchero, clorato
di sodio e nitrobenzene (questo usato nei lucidi da scarpe e nella concia del
cuoio), nitrato d'ammonio (concime chimico) e nafta, zucchero e
dicloroisocianato di sodio (usato per disinfettare piscine e locali di
mungitura), zucchero e clorito di sodio (un candeggiante) , zucchero e nitrato
di sodio (usato in insaccati) o di potassio (fertilizzante, disinfettante), ecc.

Molti di questi prodotti sono venduti con nomi commerciali e talvolta la vera
composizione non si ricava dalla confezione. Il nitrato d'ammonio è
usatissimo come concime chimico e in Irlanda le Autorità sono giunte a
vietare i concimi che ne contenevano più dell'80%. Il clorato di sodio viene
venduto come diserbante.

Polvere nera e miscele a base di clorato di potassio possono essere recuperate


da artifici pirotecnici; una potente carica di tritolo è contenuta, assieme a
polvere nera, nei razzi antigrandine.

Con modeste conoscenze di chimica e molta incoscienza, si possono produrre


con tutta facilità prodotti detonanti come il fulminato di mercurio, e un tecnico
di laboratorio non ha difficoltà a produrre esplosivi potenti quale l'acido
picrico; è alquanto facile produrre la nitroglicerina, ma ne è estremamente
pericolosa la manipolazione.

Facilmente reperibile è poi la polvere da sparo senza fumo, usata per caricare
le cartucce; essa può servire per confezionare ordigni esplosivi di scarsa forza
dirompente ma pur sempre pericolosi per le persone. Si calcola che la potenza
di un ordigno caricato con polvere da sparo sia circa un quinto di quella di un
ordigno caricato con esplosivo militare. Una granata confezionata con mezzo
chilo di polvere in un recipiente di metallo o di vetro e frammista a chiodi,
bulloni, frammenti metallici, può provocare ferite nel raggio di una decina di
metri.

1 - Individuazione del tipo di esplosione e di bomba.

L'individuazione del tipo di esplosione è abbastanza facile per un esperto in


quanto in quella diffusa (miscele gassose, polveri) manca il tipico focolaio
dell'esplosione; per individuare invece il tipo d'esplosivo e di ordigno occorre
repertare nel modo più accurato, provvedendo a setacciare anche il terreno e le
eventuali macerie, tutti i frammenti, anche nel raggio di decine di metri, e
occorre eseguire prelievi di sostanza nel cratere dell'esplosione. Dai frammenti
si potrà risalire alla conformazione della bomba e da essi potranno essere
prelevati residui inesplosi di esplosivo, o residui della sua combustione, da
sottoporre ad analisi chimiche.

L'individuazione del quantitativo di esplosivo usato può essere fatta ad occhio


da persone molto esperte, purchè gli effetti di essi consentano di farsi un'idea
sulla potenzialità dell'esplosivo usato.

Se si conosce approssimativamente il quantitativo di esplosivo necessario per


ottenere un certo effetto, si potrà infatti dedurre dai danni cagionati il
quantitativo di esplosivo impiegato.

Sulla base dei dati forniti dalla letteratura sull'argomento, si possono indicare
le seguenti formule che, in relazione al materiale demolito ed alle sue
dimensioni, consentono di stabilire approssimativamente il quantitativo C di
esplosivo, in grammi, con coefficiente di equivalenza = 1 (vedi sopra), che è
stato impiegato in forma di carica esterna. Ovviamente in quei materiali in cui
è possibile applicare una carica interna, il quantitativo occorrente è decine di
volte minore.

Travi e pali di legno (travi sovrapposti si considerano come un unico corpo)

Travi con sezione rettangolare e lati "a" e "b" in cm.


C = 1,7 ab (con intasamento)
C = 2 ab (senza intasamento)
Con sezione circolare e diametro "d" in cm
C = 1,7 d² (con intasamento)
C = 2 d² (senza intasamento)

Piastre metalliche ("a" indica la larghezza e "b" lo spessore, assunto sempre


superiore a 2)
Piastre semplici
C = 4,5 ab² (con intasamento)
C = 6 ab² (senza intasamento)
Piastre accoppiate con chiodatura o saldatura)
C = 4,5 a(b + 1) ² (con intasamento)
C = 6 a(b + 1) ² (senza intasamento)

Barre di ferro tonde o quadrate, posto "d" per indicare il diametro o il lato
C = 4,5 d³ (con intasamento)
C = 6 d³ (senza intasamento)

Tubi o colonne di ferro vuote, posto "d" per il diametro esterno e "s" per lo
spessore del tubo, assunto sempre superiore a 2)
C = 15 ds² (con intasamento)
C = 20 ds² (senza intasamento)

Funi d'acciaio, posto "d" per indicarne il diametro


C = 7 (d + 1) ³ (senza intasamento)

Ferri profilati
Si applicano le stesse formule viste per le piastre, come se il profilato fosse
costituito dall'unione di più piastre semplici; per un ferro ad "L", ad esempio,
si calcola il quantitativo di esplosivo occorrente per ogni lato e si somma il
tutto.

Muri, posto "s" per indicarne lo spessore in cm, la carica per ogni metro
lineare di muro (di spessore non superiore al metro) sarà
C = 60s (con intasamento)
Cemento armato
Travi, pilastri
C = 3ab (per sezioni rettangolari, con intasamento)
C = 3d² (per sezioni circolari, con intasamento)
C = 4,5ab (per sezioni rettangolari, senza intasamento)
C = 4,5² (per sezioni circolari, senza intasamento)

Solette e muri, posto "a" quale lunghezza delle breccia e "b" lo spessore
C = 3ab (con intasamento)
Tubi, posto "d" per il diametro esterno ed "s" per lo spessore
C = 10ds

Si tenga comunque presente che le formule indicate sono alquanto


sovrabbondanti in quanto studiate per ottenere un sicuro effetto di
demolizione ad opera di militari che non hanno problemi di rifornimento di
esplosivi.In pratica un attentatore ridurrebbe il quantitativo anche alla metà.

Per chi volesse semplificare ulteriormente il calcolo, si può ritenere che per
tranciare un trave di legno con esplosivo militare sistemato su di esso o
attorno ad esso, senza intasamento, occorrono tanti grammi di esplosivo
quanti sono i centimetri quadrati di sezione del tronco (cioè per un tronco di
20 cm di diametro circa 300 grammi di esplosivo); per sbarre, travi, binari in
ferro occorre un quantitativo di circa 20 grammi per ogni centimetro quadrato
di sezione; per il cemento armato di circa 4 grammi per ogni centimetro; per
abbattere un muro si ritiene occorrano 60 grammi di esplosivo per ogni cm di
spessore.

Talvolta si può risalire al quantitativo di esplosivo in base al cratere che


l'esplosione ha lasciato sul terreno: la regola approssimativa è che una carica
di esplosivo militare fatta esplodere appoggiandola su terreno normale, vi
provoca un cratere ad imbuto la cui profondità è pari ad un cm per ogni 10
grammi di esplosivo.

2 - Il tipo di esplosivo usato


Un esperto può individuare il tipo di esplosivo anche sulla base dell'odore che
si percepisce sul luogo dell'esplosione.

Però solo l'analisi chimica può consentire di individuare gli esplosivi o la


misceli di esplosivi usati. Trattasi di analisi chimiche sofisticate, che debbono
essere eseguite da esperti in chimica degli esplosivi. Passerà alla storia della
criminologia l'analisi effettuata dai laboratori di polizia italiani sulla nave
Moby Prince affondata a Livorno, al fine di scoprire l'esplosivo usato per
un'esplosione che non vi era mai stata: l'analisi, eseguita da incompetenti,
portò ad affermare che era scoppiata una bomba composta da una miscela di
una diecina (sic!) di esplosivi! Peccato però che nel luogo ove erano stati
raccolti i campioni da esaminare, non vi fosse alcun focolaio di esplosione!

3 - Il sistema usato per l'accensione


Salvo che esso possa essere individuato in basi a particolari considerazioni
logiche (una bomba fatta esplodere al passaggio di una determinata
autovettura è probabile che sia stata radiocomandata), solo il reperimento di
frammenti utili può consentire di stabilire quale congegno è stato usato:
miccia combusta, pezzi di congegni ad orologeria, parti di congegni
elettronici.

In questo campo non vi è praticamente limite alla fantasia degli attentatori i


quali possono partire dai congegni a tempo rudimentali che usano una scatola
piena di fagioli che gonfiandosi nell'acqua fanno chiudere un circuito elettrico,
o un preservativo che viene perforato lentamente da una miscela corrosiva
all'acido solforico, per passare poi ai congegni ad orologeria fatti con una
sveglia od un orologio od un contaminuti, fino ai moderni circuiti integrati che
consentono di programmare data ed ora dell'esplosione con anticipi di giorni o
settimane. L'esplosione può poi essere provocata mediante altri congegni
sensibili alle più diverse sollecitazioni e reperibili in ogni negozio di
elettronica: sensori ad infrarossi che chiudono il circuito quando una persona
si avvicina, altimetri che fanno scoppiare la bomba quando l'aereo supera una
certa altitudine (naturalmente purché la bomba non si trovi in un locale
pressurizzato), cellule fotoelettriche che reagiscono alla luce, bussole che
reagiscono a corpi metallici od a campi magnetici, sensori a pressione od a
strappo, termometri che reagiscono alla temperatura, igrometri che reagiscono
all'umidità, e così via. Le esplosioni a distanza possono essere provocate
mediante cavi elettrici o mediante impulsi radio quali quelli lanciabili con i
telecomandi degli aereomodellisti i quali, consentendo la trasmissione di
segnali codificati, evitano anche il rischio di esplosioni premature per
interferenze radio.

Di solito chi usa una bomba a tempo sofisticata, impiega anche un


telecomando per attivarla a distanza senza correre il pericolo di essere
coinvolto in esplosioni accidentali.

4 - Se una persona abbia maneggiato esplosivo


La chimica moderna consente delle analisi talmente sofisticate da rasentare
l'inverosimile e sono sufficienti particelle infinitesimali per eseguire analisi
utili: chi ha maneggiato esplosivo trattiene sicuramente sulla pelle, sugli
indumenti, tra i capelli, molecole della sostanza che, con opportune tecniche
possono essere prelevate ed individuate. Tracce di esplosivo penetrano anche
nel corpo umano ed è possibile evidenziarle anche alcuni giorni dopo il
contatto, mediante l'analisi del sangue.
--------

Bibliografia:
Camillo Belgrano, Gli Esplosivi, Ed. Hoepli, Milano 1973
C. Giorgio, Tecnica degli esplosivi - Impiego degli esplosivi (2 vol.), Ed.
Bianco, Udine 1964
H. von Dach, Der Totale Widerstand, Ed. SUOV
(Schw.Unteroffiziersverband), Biel 1972
Ghersi, Ricettario Industriale, Hoepli, Milano 1902

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molto pratico e senza l'uso di matematiche superiori, facendo invece ricorso a
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