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ESERCIZI RISOLTI

1. CONDOTTI UNIDIMENSIONALI

(a) Un condotto é percorso da aria in regime incomprimibile, con portata costante Q = 100m3/s.
2
La sezione varia con legge A(x) = (2 − e−x )m2 . Ponendosi in approssimazione unidimen-
sionale, calcolare velocitá e accelerazione del fluido sull’asse a x = −0.5m e x = 1m.

Soluzione:
v(−0.5) = 81.9m/s
a(−0.5) = 4280m/s2
v(1) = 61.3m/s
a(1) = −1690m/s2

L’aria entra con pressione totale di 105P a ' 1atm. Trascurando gli attriti, e assumendo una
densitá ρ = 1.25kg/m3, calcolare la pressione nel punto di minimo.

Soluzione:
pmin = p(0) = 9.38 · 104P a

(b) Un condotto é percorso da aria in regime incomprimibile, con portata costante Q = 100m3/s.
La sezione varia con legge parabolica A(x) = (1 + x2 )m2 . Ponendosi in approssimazione
unidimensionale, calcolare velocitá e accelerazione del fluido sull’asse a x = −0.5m e x = 1m.

Soluzione:
v(−0.5) = 80.m/s
a(−0.5) = 5120m/s2
v(1) = 50m/s
a(1) = −2500m/s2

Calcolare in quale punto si raggiunge la massima accelerazione, e quanto vale. La massima


accelerazione coincide con la massima velocitá ?

Soluzione: √
amax = a(−1/ 5) = 5176m/s2
L’aria entra con pressione totale di 105P a ' 1atm. Trascurando gli attriti, e assumendo una
densitá ρ = 1.25kg/m3, calcolare la pressione nel punto di minimo.

Soluzione:
pmin = p(0) = 9.38 · 104P a
2. SOLUZIONI ANALITICHE

(a) Un fluido incomprimibile scorre tra due pareti parallele di estensione grande rispetto alla loro
distanza h. La parete inferiore é ferma, quella superiore si muove con velocità costante U ,
e il fluido é sottoposto ad un gradiente di pressione costante ∂p/∂x = k. Determinare la
soluzione esatta dell’eq. di Navier-Stokes
∂v 1
+ (v · ∇)v = − ∇p + ν∇v
∂t ρ
e indicare per quale valore di y la velocitá é massima.

Soluzione: il procedimento da seguire è del tutto simile alle soluzioni dei problemi di Couette
(flusso tra pareti parallele in moto relativo) e Poiseuille (flusso prodotto da un gradiente di
pressione tra pareti fisse). Si ha quindi un vettore velocità stazionario v = [u(y), 0, 0] e un
gradiente di pressione ∇p = (∂p/∂x, 0, 0) =(cost.,0,0), che semplificano drasticamente l’eq.
di partenza. Integrandola, e applicando le condizioni al contorno u(0) = 0 e u(h) = 0 si
giunge rapidamente alla soluzione. Poichè in questo semplice caso l’eq. si linearizza, è anche
possibile scrivere la soluzione per semplice sovrapposizione delle due soluzioni già note.
k 2 U
u= (y − hy) + y
2µ h
h Uµ
ymax = −
2 kh

(b) Un fluido incomprimibile scorre tra due pareti parallele di estensione grande rispetto alla loro
distanza h. La parete inferiore é ferma, mentre quella superiore si muove con velocità costante
U . Le due pareti sono permeabili, in modo tale che, applicando una differenza di pressione tra
una e l’altra, si stabilisca un flusso normale alle pareti stesse con velocità v costante(flusso di
Couette con aspirazione/soffiatura). Determinare la soluzione esatta dell’eq. di Navier-Stokes
∂v 1
+ (v · ∇)v = − ∇p + ν∇v .
∂t ρ

Soluzione: il vettore velocità stazionario è qui v = [u(y), v, 0]. L’eq. di partenza diviene allora
∂u ∂2u
v =ν 2 ,
∂y ∂y
e dividendo per ν si ha
∂2u ∂u
2
−r = 0,
∂y ∂y
dove compare il nuovo parametro r = v/ν, un rapporto tra costanti che può essere messo in
relazione col numero di Reynolds relativo alla velocità trasversale: r = vh/(νh) = R/h (si
noti che r cambia segno passando dall’aspirazione alla soffiatura). Integrando l’equazione e
applicando le condizioni al contorno u(0) = 0 e u(h) = 0 si giunge quindi alla soluzione

ery − 1
u=U
erh − 1
3. STRATO LIMITE

(a) Una lamina piana é investita da una corrente uniforme di velocità U = 10m/s. La legge di
crescita dello strato limite laminare è

δl = 1.721 x Rx−1/2 ,

(spessore di spostamento), il Reynolds locale critico di transizione è Rc = 3.2 · 105 , e la legge


mediata per lo strato turbolento è

δt = 0.376 x Rx−1/5 .

Trascurando la lunghezza della regione di transizione, e assumendo una viscositá ν = 1.5 ·


10−5m2 /s, calcolare lo spessore di strato limite alla coordinata di transizione e a x = 0.6m
dal bordo d’attacco.

Soluzione: Spessore critico di transizione δc = 1.46mm


Spessore a 0.6m: δt (0.6) = 5.57mm

(b) Il profilo di velocità dello strato limite sulla superficie di un corpo è approssimabile con la
legge
(1 − x)y xy2
u= +
1+y 1 + y2
dove u è la velocità adimensionalizzata rispetto alla velocità esterna, x è la coordinata adi-
mensionale di parete (da considerarsi localmente rettilinea) e y la coordinata adimensionale
normale alla parete stessa. Determinare la coordinata xs di separazione.

Soluzione: la separazione avviene al verificarsi della condizione ∂u/∂y = 0 a parete (y = 0).


La derivata del profilo di velocità è

∂u 1 − x + 2 x y + 2 y2 + 2 x y2 + 2 x y3 + y4 − x y4
= 2 2
∂y (1 + y) (1 + y2 )

che per y = 0 si riduce a 1 − x = 0, da cui

xs = 1.

Per evitare il calcolo diretto della derivata, si può anche osservare che u = (1−x)f(y)+xg(y),
dove per y → 0 f(y) = y/(1 + y) ∼ y, mentre g(y) = y2 /(1 + y2 ) ∼ y2 . Dunque a parete f
ha derivata 1, mentre g ha derivata nulla. L’espressione di u mostra allora che per x = 1 il
contributo di f scompare, mentre rimane quello di g.

Il punto x = 2 si trova nella zona separata: determinare lo spessore di flusso inverso in questo
punto.
Soluzione: dopo il punto di separazione, si ha una zona a velocità negativa adiacente alla
parete. Il suo spessore è compreso tra la parete stessa (y = 0) e l’ altezza y1 a cui la velocità
ritorna a 0 (per y > y1 la velocità ritorna positiva, e cresce fino al valore della corrente
esterna). Per x = 2 si ha
−y + 2 y2 + y3
u=
(1 + y) (1 + y2 )
Ed è u = 0 per −y + 2 y2 +√y3 = 0, cioè y(y2 + 2y − 1) = 0. Questa equazione
√ ha 3 soluzioni:
y0 = 0 (parete), y− = −1 − 2 <√0 (senza significato fisico), y+ = −1 + 2 (il punto cercato).
Lo spessore è quindi y+ − y0 = 2 − 1.
(c) Il profilo di velocità dello strato limite sulla superficie di un corpo è approssimabile con la
legge √
u = 1 − e−y/ x
dove u è la velocità adimensionalizzata rispetto alla velocità esterna, x è la coordinata adi-
mensionale di parete (da considerarsi localmente rettilinea) e y la coordinata adimensionale
normale alla parete stessa. Determinare lo spessore di spostamento in funzione di x.
Soluzione: si applica direttamente la formula
Z ∞ Z ∞ h √ √ i∞
√ √
δ= (1 − u)dy = e−y/ x dy = − x e−y/ x = x
0 0 0

Il flusso separa? Se sı́, dove?


Risposta: No. La derivata a parete non si annulla che all’infinito:
   
∂u 1 √ 1
= √ e−y/ x =√
∂y y=0 x y=0 x

(d) Due lamine piane, di grande estensione rispetto alla loro distanza d = 5mm, sono investite
longitudinalmente da una corrente uniforme di velocitá U = 1m/s. Nel canale tra le due
lamine si forma un flusso stazionario con gradiente di pressione, dove la legge di crescita dello
strato limite é
δ = 1.1 x Rx−1/2 .
Calcolare in quale punto x1 si congiungono gli strati limite.

Soluzione:
x1 = 0.34m
Assumendo che al congiungimento degli strati limite si formi un flusso stazionario di Poiseuille,
e sapendo che la densità dell’aria è ρ = 1.25kg/m3, calcolare la caduta di pressione dall’im-
bocco al punto x2 = 1m.

Soluzione:
∆p = −6.68P a
Il modello é realistico? Verificare i numeri di Reynolds locale e globale.

Risposta: il flusso é laminare. Il Reynolds globale é R ∼ 700, quello locale al congiungimento


degli strati limite é Rx ∼ 30000.
4. FLUSSI POTENZIALI ELEMENTARI

(a) Nel piano z complesso si trovano una sorgente di portata adimensionale Q = 1 nel punto
zs = −1 e un vortice di circolazione adimensionale Γ = −1 (rotazione in senso orario) nel
punto zv = 1. Calcolare la velocitá nell’origine del piano.

Soluzione:
1
u= (1 − i)

Esistono punti d’arresto? In caso affermativo, calcolarli.

Soluzione: u(z) = 0 per


z = −i
Disegnare approssimativamente il campo di moto stimando le linee di corrente.
(b) Nel piano z complesso si trovano una sorgente di portata adimensionale Q = 1 nel punto
z1 = −i e una sorgente di portata adimensionale Q = 1/2 nel punto z2 = i. Calcolare la
velocitá nell’origine del piano.

Soluzione:
i
u=−

Esistono punti d’arresto? In caso affermativo, trovarli.

Soluzione: u(z) = 0 per


z = i/3
Disegnare approssimativamente il campo di moto stimando le linee di corrente.
(c) Nel piano z complesso si trova una sorgente di portata adimensionale Q = 1 nel punto z1 = −i.
Utilizzando una seconda sorgente di portata adimensionale Q = 1/2, disporla in modo che il
flusso risultante si arresti nell’origine.

1 1
Soluzione: il potenziale complessivo é f = 2π ln(z + i) + 4π ln(z − z0 ). Ricavando u = df/dz
e ponendola uguale a zero per z = 0, si ottiene un’equazione da risolvere per z0 .
i
z0 =
2

(d) Un’ogiva di Rankine viene rappresentata da una sorgente piana di portata Q investita da una
corrente uniforme di velocitá U . Preso il centro della sorgente come origine degli assi e ori-
entato l’asse x come la velocitá asintotica, si determinino l’ordinata dell’ogiva all’intersezione
superiore con l’asse y, ed il valore del modulo della velocitá locale in tale punto.
(suggerimento: porre la funzione di corrente pari a Q/2 sulla linea di confine...)

Soluzione: l’eq. della linea di confine é r = Q(π − θ)/(2πU sin θ), l’intersez. cercata é in
θ = π/2.
Q
zinters = i
4U
 
2
uinters = U 1 − i
π
r
4
|uinters| = U 1 + 2
π
Si determini l’angolo della velocitá locale nello stesso punto.

Soluzione:  
−=(uinters) 2
θ = arctan = arctan
<(uinters) π
(e) Una doppietta di potenziale c/z nell’origine del piano z é investita da una corrente uniforme
di potenziale U z, con c e U reali. Il flusso risultante si divide in due zone non comunicanti
separate da una linea di corrente impermeabile con velocità radiale nulla: trovare l’eq. di
questa linea.

Soluzione (flusso intorno ad un cilindro o cerchio):


p
r = c/U

La costante c é positiva o negativa?

Risposta: é necessariamente positiva. Il cerchio non esiste per c < 0.


NOTA: in questo caso il potenziale f = U z + c/z si può riscrivere dunque come

f = U (z + r2/z)

(f) Un cilindro rotante di raggio R é immesso in un campo di velocitá uniforme U , con potenziale
risultante  
R2 Γ z
f(z) = U z + −i ln .
z 2π R
Determinare quanti sono e dove si trovano i punti d’arresto della corrente.

Soluzione u(z) = 0 per p


iΓ ±16π2R2 U 2 − Γ2
z= .
4πU
Per Γ2 < 16π2R2 U 2 (circolazione subcritica), due punti distinti:
p
16π2R2 U 2 − Γ2 Γ
x=± ; y=
4πU 4πU
I punti si trovano sul cilindro: x2 + y2 = R2.

Per Γ2 = 16π2R2 U 2 (circolazione critica), un punto:


Γ
x=0; y= .
4πU
Il punto é sul cilindro: x2 + y2 = R2.

Per Γ2 > 16π2R2 U 2 (circolazione supercritica), due punti:


p
Γ ± Γ2 − 16π2R2 U 2
x=0; y=
4πU
I punti sono uno fuori e uno dentro al cilindro: si può vedere che per uno si ha x2 + y2 > R2,
per l’altro x2 + y2 < R2. Per Γ2 → ∞, uno si allontana all’infinito, l’altro tende all’origine.

(g) Una corrente piana di velocitá asintotica U = 10m/s investe un profilo circolare di raggio
R = 0.1m. Calcolare quanto deve valere la circolazione Γ affinché nel punto del cerchio posto
in θ = π/3 la velocitá aumenti fino al valore 2U in modulo.

Soluzione: si determina il potenziale f = φ + iψ in coordinate polari, sostituendo z = Reiθ ,


e ottenendo
Γ Γ
f = 2U R cos θ + θ−i ln R
2π 2π
(attenzione: in questo modo si ottiene f sul cerchio. Per ottenerlo in un punto qualunque
del campo si deve sostituire z = reiθ con r variabile, e si ottiene una formula più complica-
Γ
ta). Dunque, in questo caso φ = 2U R cos θ + 2π θ, da cui si calcola vθ = (1/R)(∂φ/∂θ) =
Γ
−2U sin θ + 2πR , che si pone uguale a −2U nel punto fissato (con le convenzioni adottate, la
velocità radiale oraria è negativa). Risulta

Γ = −4πRU (1 − sin π/3) = −1.68m2/s

(h) Una corrente piana di velocitá asintotica adimensionale U = 1 viene perturbata introducendo
un vortice nell’origine del piano complesso, in modo da accelerare il flusso nel semipiano
superiore e rallentarlo in quello inferiore. Determinare la circolazione necessaria a provocare
una differenza di velocitá pari a 1 tra i due punti z = ±i sopra e sotto al vortice.

Soluzione: il vortice é utilizzato con lo stesso scopo di un piú complesso strato vorticoso. Il
Γ
potenziale complessivo é f = z − i 2π ln z, la velocitá é u = 1 − iΓ/(2πz), e nei due punti in
questione assume i valori
Γ
u± = 1 ∓ ,

reali e corrispondenti a velocitá orizzontali. La differenza tra i due é u+ − u− = −Γ/π, e per
Γ = −π diviene pari a 1.
(i) Una corrente piana di velocitá asintotica adimensionale U = 1 investe una coppia sorgente-
pozzo. La sorgente, di portata adimensionale Qs = 1, si trova in zs = −1. Il pozzo, di portata
Qp = −1, si trova in zp = 1. Identificare l’oggetto rappresentato dal campo potenziale cosı́
definito, e calcolarne la lunghezza.
1
Soluzione: si tratta di un ovale di Rankine. Il potenziale complessivo é f = z + 2π ln(z +
1
1) − 2π ln(z − 1). La lunghezza é la distanza tra i due punti d’arresto z± , rapidamente
determinabili: r
1
z± = ± 1 +
π
q
e vale quindi 2 1 + π1 .
(j) In una corrente piana di velocitá asintotica adimensionale U = 1 viene introdotto un foglio
vorticoso piano e orizzontale di densità di circolazione costante β = dΓ/dx = 1, disposto sul
segmento −1 ≤ x ≤ 1. Verificare che la discontinuitá di velocitá risultante tra i due lati del
foglio nell’origine è pari alla densità di circolazione β calcolando i limiti del campo di velocità
u(z) sulle due facce.
Soluzione: il potenziale, inclusa la corrente piana, é
Z 1 Z 1
1 1
f(z) = z + β(x) ln(z − x)dx = z + ln(z − x)dx =
2πi −1 2πi −1

1
z+ [(z + 1) ln(z + 1) − (z − 1) ln(z − 1) − 2]
2πi
R
dove l’integrale si risolve rapidamente sapendo che ln xdx = x ln x − x. La velocitá é poi

i
u(z) = 1 + [ln(z − 1) − ln(z + 1)] .

La discontinuitá richiesta deve essere δv = β = 1. La verifica si effettua cercando i due
diversi valori limite assunti da u per y → 0 dall’alto e dal basso, calcolati sulla retta verticale
passante per l’origine (x = 0). La velocità sulla retta in questione è
i
u(x = 0) = 1 + [ln(iy − 1) − ln(iy + 1)] ,

ed è opportuno riscriverla scomponendo i logaritmi secondo la regola dell’algebra complessa
ln w = ln |w| + i arg w. Per y > 0, i due numeri (iy + 1) e (iy − 1) si trovano nel semipiano
superiore, uno per quadrante, e si ha
i h p p i
u+ = u(x = 0, y > 0) = 1 + ln 1 + y2 + i(π − arctan y) − ln 1 + y2 − i arctan y =

1
1− [π − 2 arctan y] .

Si noti che l’argomento di (iy − 1), che si trova nel quadrante superiore sinistro, è superiore a
π/2, ed essendo la funzione arcotangente limitata (−π/2 < arctan y < π/2), risulta arg(iy −
1) = π − arctan y. Nel semipiano inferiore, simmetricamente, si ha

i h p p i
u− = u(x = 0, y < 0) = 1 + ln 1 + y2 + i(−π − arctan y) − ln 1 + y2 − i arctan y =

1
1−
[−π − 2 arctan y] .

Per y → 0+ , si ha u+ → 1 − 1/2 = 1/2, per y → 0−, si ha u− → 1 + 1/2 = 3/2, quindi la
discontinuitá vale u+ − u− = 1.
(k) Una corrente piana di velocitá asintotica adimensionale U = 1 investe una sorgente di portata
Qs = 2π posta in zs = −1 e un foglio di pozzi la cui densità di portata è dQp /ds = −2π,
disposto sull’asse x con 0 ≤ x ≤ 1. Identificare l’oggetto rappresentato dal campo potenziale
cosı́ definito, e calcolarne la lunghezza.
R
(nota: ricordare che ln xdx = x ln x − x. La soluzione implicita del problema è costituita
da un’equazione algebrica trascendente.)
Soluzione: il potenziale complessivo é
Z 1
Qs 1 dQp
f =z+ ln(z + 1) + ln(z − s)ds,
2π 2π 0 ds
e si verifica che l’oggetto è delimitato da una linea chiusa controllando che le portate della
R1
sorgente e del foglio di pozzi siano uguali: Qs − Qp = 2π − 0 2πds = 0. Si tratta quindi di
un profilo simmetrico di Rankine-Fuhrmann. Il potenziale può essere poi riscritto risolvendo
l’integrale e semplificando:

f = z + 1 + ln(z + 1) + (z − 1) ln(z − 1) − z ln z,
e si ottiene quindi la velocità
1
u= 1+ + ln(z − 1) − ln z.
z+1
Ponendo u = 0, si ha un’eq. in z che fornisce implicitamente i punti d’arresto, la cui distanza
reciproca è la soluzione del problema.
La soluzione dell’eq. u = 0 non è elementare, in quanto si tratta di un’eq. trascendente. Per
ottenerla, la si può riscrivere nella forma
z +2 z−1
= − ln ,
z +1 z
dopodichè si procede alla ricerca dei punti z in cui i due membri hanno lo stesso valore: ciò si
può fare per via numerica con diversi metodi, oppure per via grafica tracciando le due curve
(z + 2)/(z + 1) e − ln(z − 1)/z, e osservando dove si incrociano nella regione di interesse. La
soluzione esplicita risulta infine z− ' −1.682, z+ ' 1.314, da cui si ha la distanza
(z+ − z− ) ' 2.996

(l) In una corrente di velocità asintotica U = 10m/s un determinato oggetto ovale è rappresentato
da una coppia sorgente-pozzo nei punti zs = −1, zp = +1. Determinare le portate della
sorgente e del pozzo in modo che l’oggetto risultante sia lungo l = 3m.
Soluzione: il potenziale complessivo é
Q Q
f = Uz + ln(z + 1) − ln(z − 1),
2π 2π
dove le portate della sorgente e del pozzo sono uguali e contrarie per avere una linea di
contorno chiusa. La lunghezza dell’oggetto è la distanza tra i due punti di arresto, che sono
le soluzioni dell’eq. u = df/dz = 0: si ha
Q Q
u=U+ − =0
2π(z + 1) 2π(z − 1)
per r
Q
z± = ± 1 + ,
πU
e ponendo l = z+ − z− si ottiene un’equazione con incognita Q, la cui soluzione è
π
Q= U (l2 − 4) ' 39.27m3/s
4
(m) Ad una corrente di velocità asintotica U = 10m/s viene sovrapposta nell’origine una sorgente
di portata incognita Q. Determinare la portata in modo tale che nel punto z0 = (2i)m il
modulo della velocità sia u0 = 15m/s.
Soluzione: la velocità del campo é
Q Q −iθ
u=U+ =U+ e ,
2πz 2πr
ed il suo modulo risulta r
Q2 Q U cos(θ)
|u| = U2 + + .
4 π2 r2 πr
Ponendolo uguale ad u0 in z0 si ottiene un’equazione algebrica la cui soluzione è

Q = ±20 5πm2 /s = ±140.5m2/s,

cioè esistono una sorgente ed un pozzo in grado di portare il modulo della velocità al valore
richiesto.
(n) In una corrente piana di velocitá asintotica adimensionale U = 1 viene introdotto un foglio
vorticoso piano e orizzontale di densità di circolazione costante ed incognita β = dΓ/dx,
disposto sul segmento −1 ≤ x ≤ 1. Determinare β in modo che la velocità nel punto z0 = i
raggiunga il valore u(z0 ) = 2.
R
(suggerimento: ricordare l’integrale ln xdx = x ln x − x)
Soluzione: il potenziale, inclusa la corrente piana, é
Z 1
1 β
f(z) = z + β ln(z − x)dx = z + [(z + 1) ln(z + 1) − (z − 1) ln(z − 1) − 2]
2πi −1 2πi
R
dove l’integrale si risolve rapidamente sapendo che ln xdx = x ln x − x. La velocitá é poi


u(z) = 1 + [ln(z − 1) − ln(z + 1)] ,

e nel punto z0 = i vale

u(z0 ) = 1 + [ln(i − 1) − ln(i + 1)] .

√ √
Gli argomenti dei logaritmi si riscrivono poi in forma polare: i+1 = 2eiπ/4 , i−1 = 2e3iπ/4 ,
quindi
iβ h √ √ i β
u(z0 ) = 1 + ln( 2) + 3iπ/4 − ln( 2) − iπ/4 = 1 −
2π 4
e imponendo la condizione richiesta si trova

β = −4
5. TRASFORMAZIONI CONFORMI

(a) Si consideri il cerchio C di equazione |ζ|2 = R2 nel piano complesso ζ = ξ + iη. La trasfor-
mazione conforme U z = U (ζ + cR2/ζ) porta la curva chiusa C dal piano ξη al piano xy,
lasciando invariata la velocitá asintotica U . Determinare la nuova curva nel piano trasforma-
to al variare del coefficiente reale c tra -1 e 1, controllando le eventuali singolaritá e indicando
i casi di particolare interesse.

Soluzione: la trasformazione si semplifica in z = (ζ + cR2/ζ); in coordinate polari, passando


dal piano ζ = reiθ al piano z = seiβ , diviene seiβ = reiθ + (cR2 /r)e−iθ . Il cerchio ζ = Reiθ
diviene allora la curva seiβ = Reiθ + cRe−iθ . Per c = 0 la trasformazione é un’identità
(seiβ = Reiθ ), dunque si assume s = R e β = θ.
Per c 6= 0 la trasformazione fornisce, uguagliando membro a membro le parti reali e im-
maginarie, x = (R + cR) cos θ e y = (R − cR) sin θ. Le intersezioni con gli assi della nuova
curva sono quindi √ i punti x± = ±(R + cR) e y± = ±(R − cR). Inoltre, la trasformazione √
1 2 − 4cR2 mostra che esistono due singolaritá nei punti z
inversa ζ =
√2 z ± z s± = ±2 cR
o ζs± = ± cR, punti dove la derivata dζ/dz diverge. Si distinguono allora i seguenti casi:

per c = −1,
x± = 0 ; y± = ±2R
(segmento verticale con singolaritá sugli estremi)
per −1 < c < 0,
x± = ±(R + cR) ; y± = ±(R − cR)
(ellisse con asse maggiore verticale: |x±| < R, |y±| > R. Le singolaritá sono sull’asse y,
interne all’ellisse, in quanto |ys± |2 < |y± |2)
per c = 0,
x± = ±R ; y± = ±R
(cerchio identico. Le singolaritá sono entrambe nell’origine)
per 0 < c < 1,
x± = ±(R + cR) ; y± = ±(R − cR)
(ellisse con asse maggiore orizzontale: |x±| > R, |y±| < R. Le singolaritá sono sull’asse x,
interne all’ellisse, in quanto |xs±|2 < |x± |2)
per c = 1,
x± = ±2R ; y± = 0
(segmento orizzontale con singolaritá sugli estremi)
(b) Si consideri il cerchio C di equazione |ζ − ζ0 |2 = a2 nel piano complesso ζ = ξ + iη. La
trasformazione conforme z = ζ + l2 /ζ porta il cerchio dal piano ξη al piano xy. Determinare
la nuova curva nel piano trasformato al variare della posizione ζ0 del centro del cerchio, con
la condizione che la circonferenza passi sempre per la singolarità ζ = +l della trasformazione.
Indicare i casi di particolare interesse aerodinamico.

Soluzione: lo studio analitico non è in generale possibile, il problema deve essere affrontato
in modo grafico o numerico. Scegliendo quest’ultima via, indipendentemente dal programma
utilizzato conviene riscrivere l’eq. del cerchio come

ξ = k + a cos θ , η = h + a sin θ,

dove ζ0 = h + ik è il centro e a è ovviamente il raggio. Al variare dell’argomento θ tra 0 e


2π le due equazioni percorrono tutto il cerchio, dunque si fisseranno nel listato il raggio a,
le coordinate del centro h, k e con adeguate istruzioni grafiche si visualizzerà la curva. La
trasformazione z = ζ + l2 /ζ va poi scomposta in parte reale e immaginaria:

x = ξ + l2 ξ/(ξ 2 + η2 ) ; y = η − l2η/(ξ 2 + η2 ),

ed allora con lo stesso sistema il programma visualizzerà la curva nel piano z contemporanea-
mente al cerchio. Fissando un raggio unitario a = 1 per semplicità, si possono considerare i
seguenti casi interessanti:
Centro del cerchio nell’origine (k = h = 0): si pone l = 1 affinchè il cerchio passi per la
singolarità, e si ottiene come curva trasformata un segmento (lamina piana) di lunghezza 4a,
che mentre il punto ζ percorre tutto il cerchio viene percorso dal corrispondente z sul dorso
e sul ventre.

Centro del cerchio spostato verticalmente (k = 0, h 6= 0): si determina l affinché il cerchio


passi per la singolarità, mettendo a sistema l’eq. del cerchio e l’asse ξ, determinando la
soluzione positiva +ζs e ponendo l = +ζs . La curva trasformata diviene una lamina curva di
corda 4a, che mentre il punto ζ percorre tutto il cerchio viene percorsa dal corrispondente z
sul dorso e sul ventre. La curvatura aumenta con |h|, per cui in pratica solo il caso |h| << a
ha interesse aerodinamico.
(in figura: k = 0, h = 0.1, l = 0.995)

Centro del cerchio spostato orizzontalmente (k 6= 0, h = 0): si determina l affinchè il cerchio


passi per la singolarità come nel caso precedente. La curva trasformata acquisisce spessore
(profilo spesso con linea media retta, o profilo simmetrico), e viene percorsa dal punto z come
nei casi precedenti. Lo spessore aumenta con |k|, per cui in pratica solo il caso |k| << a ha
interesse aerodinamico.
(in figura: k = −0.2, h = 0, l = 0.8)

Centro del cerchio in un punto qualunque del piano (k 6= 0, h 6= 0): si determina l affinchè
il cerchio passi per la singolarità come nei casi precedenti. La curva trasformata è un profilo
con spessore e linea media curva, e viene percorsa dal punto z come nei casi precedenti.
Lo spessore e la curvatura aumentano con |k| e |h|, per cui in pratica solo i casi in cui
|k| << a, |h| << a hanno interesse aerodinamico (con queste condizioni la corda vale c ∼ 4a,
mentre per un profilo di spessore e curvatura qualunque si ha in generale 2a ≤ c ≤ 4a).
(in figura: k = −0.2, h = 0.1, l = 0.7975)
6. FLUSSI POTENZIALI – APPLICAZIONI

(a) Un aeromodellista realizza un prototipo di monomotore di massa m = 5kg. Il progetto


prevede ali rettilinee, di sezione costante a profilo di Joukowsky, e senza parti mobili, con
incidenza in assetto di decollo fissata ad α = 5o .
Lavorando in approssimazione 2D, con densità dell’aria pari a ρ = 1.25kg/m3 e accelerazione
di gravitá pari a g = 9.81m/s2 , assumendo che il motore garantisca una velocitá v = 20m/s,
determinare la minima superficie alare A necessaria al decollo.

Soluzione:
A = 0.36m2
Assumendo una apertura alare l = 2m e una corda c = 0.2m, determinare la minima velocitá
v necessaria al decollo stesso.

Soluzione:
v = 18.9m/s
(b) Un cilindro lungo l = 2m e di diametro d = 0.1m ruota a N = 100 giri/s, ed é investito da una
corrente uniforme di velocitá U = 10m/s. Determinare la forza aerodinamica sul cilindro,
assumendo una densità dell’aria pari a ρ = 1.25kg/m3.

Soluzione:
L = 246.7N
Ponendo il centro del cilindro nell’origine degli assi, quanti sono e dove si trovano i punti
d’arresto?

Risposta: c’é un solo punto, all’esterno del cilindro:

z = −0.14i

(c) Per un’auto in curva la forza centrifuga F = −mv2 /r é contrastata dalla reazione vincolare
R = −F degli pneumatici sul terreno finché questa raggiunge un massimo R = kP , pro-
porzionale al coefficiente d’attrito k e alla forza verticale sul veicolo P (che in assenza di forze
aerodinamiche é la forza peso P = mg, con g = 9.81m/s2). Il progettista di un’auto sportiva
di massa m = 1000kg intende aggiungere un alettone con profilo di Joukowsky deportante di
larghezza l = 2m ad incidenza α = 10o per aumentare l’aderenza, in modo da permettere al
veicolo di affrontare curve di raggio r = 20m a velocitá v = 20m/s, con coefficiente di attrito
pneumatici-asfalto k = 2. Assumendo una densità dell’aria pari a ρ = 1.25kg/m3, lavorando
in approssimazione 2D e applicando tutte le forze al baricentro, determinare la minima corda
c e la minima area A necessarie.

Soluzione:
c = 0.35m
A = 0.7m2
(d) Il bordo d’uscita di un profilo alare corrisponde, grazie ad una trasformazione conforme, al
punto di coordinate x = 1m, y = −1m di un profilo circolare con centro nell’origine, investito
da una corrente di densitá ρ = 1.25kg/m3 e di velocitá U = 50m/s, che sono le medesime
della corrente che investe il profilo. Calcolare in approssimazione 2D la portanza dell’ala a
sezione costante e apertura l = 10m avente il profilo suddetto.
p
Soluzione: il raggio del cerchio é r = x2 + y2 . Si scrive la velocitá complessa e la si pone
uguale a 0 in z0 = x + iy (punto di ristagno posteriore del cerchio), ottenendo l’eq.
 
r2
Γ = −2iπU z0 1 − 2 = −628.3m2/s
z0

da cui
L = −ρU lΓ = 3.93 · 105N
(e) Grazie ad una trasformazione conforme, la sezione alare di un biplano, costituita da una
coppia di profili identici, viene rappresentata da due profili circolari di raggio R, sovrapposti
a distanza d  R, investiti da una corrente a vel. U orientata come l’asse x. Ogni profilo ha
circolazione Γ < 0 in aria libera: valutare la portanza complessiva e la sua ripartizione sui
due profili in coppia.
Soluzione: i profili sono co-rotanti, e avendo considerato grande la loro distanza, l’effetto
di ognuno sull’altro si può stimare valutando la variazione della velocità U sull’asse di ogni
profilo dovuta alla velocità indotta dall’altro. La velocitá asintotica é la stessa per tutto il
campo, per cui ogni profilo vedrà una velocità equivalente Ue = U +uv +ud , dove uv e ud sono
le velocità indotte dal vortice e dalla doppietta dell’altro. Sul profilo superiore, si avrà dunque
Ues = U (1+R2 /d2)−Γ/(2πd), mentre su quello inferiore si avrà Uei = U (1+R2 /d2)+Γ/(2πd).
Le portanze (forze specifiche per unità di apertura alare) saranno allora
 
R2 ρΓ2
fs = −ρΓU 1 + 2 + ,
d 2πd
 
R2 ρΓ2
fi = −ρΓU 1+ 2 − ,
d 2πd
da cui, essendo Γ < 0, si vede che fs > fi (il profilo superiore ha maggiore portanza). La
portanza totale sarà poi  
R2
f = −2ρΓU 1 + 2 ,
d
superiore a quella di due profili isolati non interagenti (pari a −2ρΓU ), dunque in prima
approssimazione la configurazione a biplano risulta vantaggiosa.
(f) Grazie ad una trasformazione conforme, un profilo simmetrico investito da una corrente a vel.
U orientata come l’asse x viene rappresentato da un profilo circolare di raggio R investito
dalla stessa corrente. Se il profilo si trova a volare in prossimità del suolo, a una distanza da
terra d dello stesso ordine di R, è soggetto a forze aerodinamiche?
(suggerimento: è necessario conoscere l’integrale ellittico
Z 2π
eiθ dθ
=0
0 (eiθ+ c)2

dove c è una qualunque costante complessa)

Soluzione: ilcampo di velocitá in aria libera, centrando il corpo sull’origine, é u(z) =


U 1 − R2/z 2 . La presenza del suolo è simulata da un profilo immagine, con identici parametri,
posto nel punto zi = −2id a distanza 2d dal primo. Il campo di velocità diviene allora
 
R2 R2
u= U 1− 2 − .
z (z + 2id)2

Nell’ipotesi di flusso potenziale incomprimibile 2D, per conoscere le forze occorre determinare
la circolazione intorno al corpo
I I I I
dz dz
Γ = udz = U dz − U R2 − UR 2
,
z2 (z + 2id)2

che in questo caso è comodo calcolare in coordinate polari ponendo z = Reiθ , dz = iReiθ dθ:
I I I
iθ −iθ 3 eiθ dθ
Γ = iU R e dθ − iU R e dθ − iU R
(Reiθ + 2id)2
Z 2π
 2π  2π eiθ dθ
= U R eiθ 0 + U R e−iθ 0 − iU R = 0,
0 (eiθ + 2id/R)2
dove si è usata la formula per l’integrale ellittico. Il profilo simmetrico non risulta quindi
soggetto a forze aerodinamiche.
NOTA: Questo campo di velocità non è più simmetrico rispetto al corpo: infatti, considerando
ad esempio i punti z+ = +iR sulla sommità del cerchio e z− = −iR sul punto inferiore, in
campo libero vi si trovava la stessa velocitá u± = U (1 + R2/R2) = 2U , mentre ora si ha
u+ = U [2 + R2/(2d + R)2] sopra il cerchio, e u− = U [2 + R2/(2d − R)2] sotto. In particolare è
facile vedere che u+ < u−, cioè la velocità è maggiore nel punto inferiore del cerchio rispetto
al punto superiore, e per le rispettive pressioni si ha p+ > p− . Apparentemente, ciò sembra
indicare la presenza di circolazione antioraria e deportanza, ma il calcolo effettuato ha fornito
Γ = 0. In realtà, il campo di velocità risultante è tale da bilanciare accelerazioni e decelerazioni
locali (che in effetti non sono simmetriche), in modo che la circolazione totale è comunque
nulla. Al riguardo, si osservi in figura l’andamento sul cerchio della velocità tangenziale vθ
in funzione di θ.

(g) Grazie ad una trasformazione conforme, un profilo alare investito da una corrente a vel. U
orientata come l’asse x viene rappresentato da un profilo circolare di raggio R con circolazione
Γ < 0 investito dalla stessa corrente. Se il profilo si trova a volare in prossimità del suolo,
a distanza d >> R da terra, determinare in prima approssimazione (trascurando i termini
dell’ordine di R2 /d2) di quanto varia la portanza rispetto alle condizioni in aria libera, uti-
lizzando il metodo dell’immagine. La portanza aumenta o diminuisce? Esprimere il risultato
in funzione della circolazione Γ.
(suggerimento: non é necessario scrivere il campo totale in termini di potenziale o velocitá.
Si possono anche calcolare separatamente le velocitá indotte dai diversi oggetti...)

Soluzione: il campo di velocitá in aria libera, centrando il corpo sull’origine, é


 
R2 Γ
u(z) = U 1 − 2 − i .
z 2πz

La presenza del suolo è simulata da un profilo immagine, con identici parametri, posto nel
punto zi = −2id a distanza 2d dal primo, e controrotante rispetto a questo. La velocitá
asintotica é la stessa per tutto il campo, mentre si deve tenere conto dei contributi del vortice e
della doppietta contenuti nell’immagine: avendo considerato R piccolo, si stimano i contributi
sul profilo originale direttamente nell’origine z = 0. Il vortice dell’immagine produce una
componente di velocità orizzontale pari a uv = +iΓ/[2π(z−zi )] = +iΓ/[2π(−zi )] = +Γ/(4πd),
mentre la doppietta produce una componente orizzontale pari a ud = −U R2/(z − zi )2 =
U R2/(4d2). Il profilo originale è quindi investito da una corrente con velocità asintotica
equivalente
R2 Γ Γ
Ue = U + ud + uv = U + U 2
+ 'U+
4d 4πd 4πd
dove si trascura in prima approssimazione il piccolo termine (U/4)R2 /d2. Ora Ue sicura-
mente diminuisce, in quanto il termine Γ/(4πd) è negativo; ma essendo la portanza specifica
(per unità di apertura) f = −ρUe Γ, proporzionale alla velocità, le due grandezze variano
concordemente, e anche la portanza diminuisce. Si devono poi distinguere due casi differenti.

Si ha U + Γ/(4πd) > 0 per Γ < Γc ≡ −4πdU (valore critico), dunque entro i limiti

Γc < Γ < 0

Ue ed f calano, rimanendo positive.

Per U + Γ/(4πd) < 0, ovvero se


Γ < Γc
Ue e la portanza cambiano segno, e il corpo viene spinto verso il suolo (si noti che questo caso
è improbabile per un comune profilo).
(h) Grazie ad una trasformazione conforme, un profilo alare investito da una corrente a vel. U
orientata come l’asse x viene rappresentato da un profilo circolare di raggio R con circolazione
Γ < 0 investito dalla stessa corrente. Se il profilo si trova a volare in prossimità del suolo, a
distanza d >> R da terra, determinare di quanto varia la portanza rispetto alle condizioni in
aria libera, utilizzando il metodo dell’immagine con la massima accuratezza compatibile con
le ipotesi di partenza. La portanza aumenta o diminuisce? Esprimere il risultato in funzione
della circolazione Γ.
(suggerimento: non é necessario scrivere il campo totale in termini di potenziale o velocitá.
Si possono anche calcolare separatamente le velocitá indotte dai diversi oggetti...)

Soluzione: il campo di velocitá in aria libera, centrando il corpo sull’origine, é


 
R2 Γ
u(z) = U 1 − 2 − i .
z 2πz

La presenza del suolo è simulata da un profilo immagine, con identici parametri, posto nel
punto zi = −2id a distanza 2d dal primo, e controrotante rispetto a questo. La velocitá
asintotica é la stessa per tutto il campo, mentre si deve tenere conto dei contributi del vortice e
della doppietta contenuti nell’immagine: avendo considerato R piccolo, si stimano i contributi
sul profilo originale direttamente nell’origine z = 0. Il vortice dell’immagine produce una
componente di velocità orizzontale pari a uv = +iΓ/[2π(z−zi )] = +iΓ/[2π(−zi )] = +Γ/(4πd),
mentre la doppietta produce una componente orizzontale pari a ud = −U R2/(z − zi )2 =
U R2/(4d2). Il profilo originale è quindi investito da una corrente con velocità asintotica
equivalente
R2 Γ
Ue = U + ud + uv = U + U 2 +
4d 4πd
il cui segno non è noto a priori, perchè il terzo termine è negativo, mentre gli altri sono
positivi. Si ha poi che la portanza specifica (per unità di apertura) del profilo f = −ρUe Γ è
proporzionale alla velocità, che varia in modo complicato. È necessario allora distinguere tre
casi differenti.

Si ha Ue > U se U R2 /d+Γ/π > 0. Ciò accade per Γ > Γ1 ≡ −πU R2 /d (primo valore critico),
dunque per
Γ1 < Γ < 0
aumentano Ue e la portanza.

Si ha Ue < U se U R2/d + Γ/π < 0, dunque per

Γ < Γ1

Ue diminuisce insieme alla portanza. Si deve inoltre ancora controllare se Ue e la portanza


possono cambiare segno.

Si ha in effetti Ue < 0 se U + U R2 /(4d2) + Γ/(4πd) < 0, ovvero se


 
R2
Γ < Γ2 ≡ −4πdU 1 + 2
4d

(secondo valore critico).

Riassumendo, si ha infine

 Ue > U per Γ1 < Γ < 0 (aumento della portanza)
Ue < U per Γ2 < Γ < Γ1 (diminuzione della portanza)

Ue < 0 per Γ < Γ2 (inversione della portanza)

(il terzo caso è improbabile per un comune profilo).


(i) Grazie ad una trasformazione conforme, un determinato profilo alare investito da una corrente
a vel. U parallela all’ asse x viene rappresentato da un profilo circolare di raggio R con
circolazione Γ < 0 investito dalla stessa corrente. Se il profilo viene posto al centro della
camera di prova di una galleria del vento, le cui pareti sono a distanza h  R l’una dall’altra,
determinare in prima approssimazione di quanto varia la portanza rispetto alle condizioni in
aria libera, utilizzando due profili circolari immagine.
(suggerimento: non é necessario scrivere il campo totale in termini di potenziale o velocitá.
Si possono anche calcolare separatamente le velocitá indotte dai diversi oggetti...)

Soluzione: il campo di velocitá in aria libera, centrando il corpo sull’origine, é


 
R2 Γ
u(z) = U 1 − 2 − i .
z 2πz
I due profili immagine, con identici parametri, sono posti a distanza ±ih dal primo, e con-
trorotanti rispetto a questo, per cui le velocitá da essi indotte per circolazione si annullano
reciprocamente. La velocitá asintotica é la stessa per tutto il campo, per cui non rimangono
che i contributi delle doppiette, che sono concordi e valgono entrambi, sul profilo centrale,

R2
ud = U
h2
(si considera R piccolo, dunque si stima ud nell’origine). Il profilo in galleria é allora investito
da un flusso accelerato di velocitá equivalente
 
R2
Ue = U + 2ud = U 1 + 2 2 .
h
Essendo Γ < 0, la portanza del profilo in aria libera é −ρU Γ > 0, quella corretta é quindi
 
R2
−ρU Γ 1 + 2 2 ,
h
superiore a quella in aria libera.
(j) Una corrente uniforme di velocità U = 10m/s investe un profilo circolare di raggio R = 1m.
Nel punto zp = (2 + 2i)m è posto un tubo di Pitot, di dimensioni molto inferiori a quelle del
profilo. Il costruttore del tubo fornisce la legge di correzione per la lettura della presa statica
in funzione del disallineamento α rispetto alla corrente:
pmis = peff (1 − kα2)
dove pmis è la pressione misurata, peff è la pressione effettiva, k = 0.001 è una costante di
taratura fornita dal costruttore e α è l’angolo in gradi sessagesimali formato dall’asse del tubo
con la corrente che lo investe. Determinare l’errore di allineamento relativo
pmis − peff
E= .
peff

Soluzione: la presenza del corpo circolare modifica le linee di flusso della corrente, che altri-
menti sarebbe rettilinea. Il Pitot è quindi investito da una corrente deflessa, che è necessario
calcolare, per poi applicare la formula di correzione. La velocità del campo è
 
R2
u(z) = U 1 − 2 ,
z
e calcolandone parte reale e immaginaria si ottengono le componenti

R2 U y2 − x2
vx = <{u} = U + 2 ,
(x2 + y2 )
2 R2 U x y
vy = −={u} = − 2.
(x2 + y2 )
L’angolo di rotazione della corrente in un punto generico z è quindi
vy (z)
α(z) = arctan .
vx (z)
L’errore relativo nello stesso punto si riscrive poi utilizzando la formula di correzione come
pmis − pef f
E= = −kα(z)2 ,
pef f
e in questo caso, nel punto zp = 2 + 2i si ottiene αp ' −7.1o, da cui

E '= −0.05,

ovvero l’errore è circa del 5%.


7. PROFILI SOTTILI

(a) Un profilo sottile di spessore trascurabile (lamina curva) ha linea media parabolica ad asse
verticale, convessa verso l’alto e con inarcamento relativo a. Scrivere l’eq. della linea media
in funzione di a e della corda c.

Soluzione: una linea media parabolica ad asse verticale si scrive y = Ax2 + Bx + C. Nella
rappresentazione convenzionale a incidenza 0 si ha y(0) = y(c) = 0: applicando queste due
condizioni si ottengono le eq. Ac2 + Bc + C = 0 e C = 0, da cui B = −Ac e y = A(x2 − cx).
L’inarcamento è il rapporto tra freccia massima e corda, e la freccia massima è l’altezza del
vertice della parabola yv , dove dy/dx = 0: questa condizione fornisce A(2x − c) = 0, da cui
xv = c/2. La freccia massima è quindi a metà corda, e vale yv = − 14 c2A, ma essendo anche
per un profilo convesso verso l’alto yv = ac (nel caso opposto sarebbe yv = −ac), si ottiene
− 14 c2 A = ac, da cui A = −4a/c. Il profilo cercato ha quindi linea media

y(x) = 4a(x − x2 /c)

(b) Un profilo sottile triangolare di spessore trascurabile, convesso verso l’alto, ha il vertice a
mezza corda e un inarcamento relativo a. Scrivere l’eq. della linea media in funzione di a e
della corda c.

Soluzione: si tratta di un profilo lineare a 2 tratti, che forma un triangolo insieme alla corda.
Essendo il vertice a mezza corda, il profilo avrà simmetria verticale, cioè la pendenza di salita
per 0 < x < c/2 è uguale e contraria a quella di discesa per c/2 < x < c. L’eq. di una retta
semplice è notoriamente y = mx+q: in questo caso, in presenza del punto angoloso simmetrico
in c/2, si scrive y = m|x − c/2| + q, che cambia appunto di segno il coeff. angolare nel punto
c/2. Nella rappresentazione convenzionale a incidenza 0 si ha y(0) = y(c) = 0: applicando
queste due condizioni si ottiene la stessa equazione, cm/2 + q = 0, da cui m = −2q/c. Per
determinare q si osserva poi che la massima y è ovviamente in c/2, per cui ymax = q, ma è
anche ymax = ac, quindi q = ac e la linea media cercata è

y(x) = a(c − 2|x − c/2|)

(c) L’eq. della linea media di un profilo sottile di corda c e inarcamento a é y(x) = 4a(x − x2/c).
Calcolare l’angolo di incidenza ideale αi.
(suggerimento: la soluzione richiede il calcolo di integrali non elementari. Utilizzare le formule
Z c Z c
ds sds 1
p =π ; p = πc
0 s(c − s) 0 s(c − s) 2

oppure il cambiamento di variabili x = 12 c(1 − cos θ).)

Soluzione: si ha y0 (x) = 4a(1 − 2x/c), che si sostituisce nella formula per αi


Z Z Z
1 c 4a(1 − 2s/c) 4a c ds 8a c sds
αi = p ds = p − p
π 0 s(c − s) π 0 s(c − s) πc 0 s(c − s)
da cui
4a 8a πc
αi = π− = 0.
π πc 2
È anche possibile utilizzare il cambiamento di variabile s = 12 c(1 − cos θ), che porta i punti
0 < s < c nei punti 0 < θ < π, con ds = 12 c sin θdθ, per cui
Z
4a π
αi = cos θdθ = 0
π 0
(d) L’eq. della linea media di un profilo sottile di corda c e inarcamento a é y(x) = 4a(x − x2/c).
Calcolare l’angolo di portanza nulla α0 in gradi per un profilo di inarcamento a = 0.02.
(suggerimento: la soluzione richiede il calcolo di integrali non elementari. Utilizzare le formule
Z cr Z c r
s 1 s 3
ds = πc ; s ds = πc2 )
0 c−s 2 0 c−s 8

Soluzione: si ha y0 (x) = 4a(1 − 2x/c), che si sostituisce nella formula per α0


Z c r Z r Z r
2 s 8a c s 16a c s
α0 = y0 (s) ds = ds − 2 s ds
πc 0 c−s πc 0 c−s πc 0 c−s

da cui
8a πc 16a 3πc2
α0 = − 2 = −2a = −0.04rad = −2.3o
πc 2 πc 8
(e) L’eq. della linea media di un profilo sottile di corda c e inarcamento a é y = a(c − 2|x − c/2|).
Calcolare l’angolo di incidenza ideale αi.
(suggerimento: la soluzione richiede il calcolo di integrali non elementari. Utilizzare le formule
Z c/2 Z c
ds ds 1
p = p = π )
0 s(c − s) c/2 s(c − s) 2

Soluzione: si tratta di un profilo triangolare con vertice a mezza corda. Si ha



2ax per 0 < x < c/2
y(x) =
2a(c − x) per c/2 < x < c ,

dunque 
0 2a per 0 < x < c/2
y (x) =
−2a per c/2 < x < c .
Sostituendo nella formula per αi , che è opportuno dividere in due intervalli di integrazione,
si ottiene
Z Z Z
1 c y0 (s) 1 c/2 2a 1 c 2a 2a 1 1
αi = p ds = p ds − p ds = ( π − π) = 0.
π 0 s(c − s) π 0 s(c − s) π c/2 s(c − s) π 2 2

(f) L’eq. della linea media di un profilo sottile di corda c e inarcamento a é y = a(c − 2|x − c/2|).
Calcolare l’angolo di portanza nulla α0 in gradi per un profilo di inarcamento a = 0.02.
(suggerimento: la soluzione richiede il calcolo di integrali non elementari. Utilizzare le formule
Z c/2 r Z c r
s c s c
ds = (π − 2) ; ds = (π + 2) )
0 c−s 4 c/2 c−s 4

Soluzione: si tratta di un profilo triangolare con vertice a mezza corda. Si ha



2ax per 0 < x < c/2
y(x) =
2a(c − x) per c/2 < x < c ,

2a per 0 < x < c/2
y0 (x) =
−2a per c/2 < x < c .
Sostituendo nella formula per α0, che è opportuno dividere in due intervalli di integrazione,
si ottiene
Z c r Z c/2 r Z c r
2 s 2 s 2 s
α0 = y0 (s) ds = 2a ds − 2a ds
πc 0 c−s πc 0 c−s πc c/2 c−s

da cui
4a c 4a c 4a
α0 = (π − 2) − (π + 2) = − = −0.025rad = −1.46o
πc 4 πc 4 π
(g) L’eq. della linea media di un profilo sottile di corda c e inarcamento a = 0.02 é

4ax per 0 < x < c/4
y= 4
3
a(c − x) per c/4 < x < c .

Calcolare l’angolo di incidenza ideale αi.


(suggerimento: la soluzione richiede il calcolo di integrali non elementari. Utilizzare le formule
Z c/4 Z c
ds π ds 2
p = ; p = π )
0 s(c − s) 3 c/4 s(c − s) 3

Soluzione: si tratta di un profilo triangolare con vertice a un quarto di corda. Si ha



4a per 0 < x < c/4
y0 (x) =
−4a/3 per c/4 < x < c .

Sostituendo nella formula per αi , che è opportuno dividere in due intervalli di integrazione,
si ottiene
Z Z Z
1 c y0 (s) 4a c/4 ds 4a c ds 4
αi = p ds = p ds− p = a ' 0.0089rad ' 0.5o
π 0 s(c − s) π 0 s(c − s) 3π c/4 s(c − s) 9

(h) L’eq. della linea media di un profilo sottile di corda c e inarcamento a = 0.02 é

4ax per 0 < x < c/4
y= 4
3 a(c − x) per c/4 < x < c .

Calcolare l’angolo di portanza nulla α0.


(suggerimento: la soluzione richiede il calcolo di integrali non elementari. Utilizzare le formule
Z c/4 r Z c r
s c √ s c √
ds = (2π − 3 3) ; ds = (4π + 3 3) )
0 c−s 12 c/4 c−s 12

Soluzione: si tratta di un profilo triangolare con vertice a un quarto di corda. Si ha



0 4a per 0 < x < c/4
y (x) =
−4a/3 per c/4 < x < c .

Sostituendo nella formula per α0, che è opportuno dividere in due intervalli di integrazione,
si ottiene
Z c r Z r Z c r
2 0 s 8a c/4 s 8a s
α0 = y (s) ds = ds − ds
πc 0 c−s πc 0 c−s 3πc c/4 c − s

da cui
4a √
α0 = (π − 6 3) ' −0.02rad ' −1.18o

(i) L’eq. della linea media di un profilo sottile di corda c e inarcamento a = 0.025 é
 
27 x2 x3
y(x) = a x−2 + 2 .
4 c c

Calcolare l’angolo di incidenza ideale αi.


(suggerimento: la soluzione richiede il calcolo di integrali non elementari. Utilizzare le formule
Z c  
sn ds π per n = 0
p = (2n−1)!cn π
per n > 0 intero
0 s(c − s) 22n−1 n!(n−1)!

Soluzione: per semplificare i passaggi, è opportuna la ridenominazione k = 27a/4. Si ha


allora y0 (x) = k(1 − 4x/c + 3x2/c2 ), che si sostituisce nella formula per αi:
Z c Z c Z c Z c
1 k(1 − 4s/c + 3s2 /c2) k ds 4k sds 3k s2 ds
αi = p ds = p − p + 2 p
π 0 s(c − s) π 0 s(c − s) πc 0 s(c − s) πc 0 s(c − s)

9 k
= k − 2k + k = ,
8 8
da cui
k 27
αi = = a ' 0.021 rad ' 1.2o
8 32
(j) L’eq. della linea media di un profilo sottile di corda c e inarcamento a = 0.025 é
 
27 x2 x3
y(x) = a x−2 + 2 .
4 c c

Calcolare l’angolo di portanza nulla α0.


(suggerimento: la soluzione richiede il calcolo di integrali non elementari. Utilizzare le formule
Z cr Z c r Z c r
s 1 s 3 2 s 5 3
ds = πc ; s ds = πc ; s2 ds = πc )
0 c − s 2 0 c − s 8 0 c − s 16

Soluzione: per semplificare i passaggi, è opportuna la ridenominazione k = 27a/4. Si ha


allora y0 (x) = k(1 − 4x/c + 3x2/c2 ), che si sostituisce nella formula per α0:
Z c r Z r Z c r Z c r
2 0 s 2k c s 8k s 6k s
α0 = y (s) ds = ds − 2 s ds + 3 s2 ds
πc 0 c−s πc 0 c−s πc 0 c−s πc 0 c−s

15 k
= k − 3k + k=−
8 8
da cui
k 27
α0 = − = − a ' −0.021 rad ' −1.2o
8 32
(k) Un progettista desidera realizzare un profilo sottile con distribuzione di portanza uniforme.
Per ottenerlo adotta quindi un foglio vorticoso di intensità costante β = dΓ/ds = −1 posto
sul segmento 0 < x < 1 e sovrapposto ad una corrente di velocità asintotica U = 1. Questo
forma un campo di velocità U − β/2 = 3/2 sulla faccia superiore e U + β/2 = 1/2 su quella
inferiore. Determinare linea media e incidenza del profilo sottile equivalente a questo foglio
vorticoso. Di quanto è inarcato il profilo?
R
(suggerimento: ricordare che ln xdx = x ln x − x)
Soluzione: si tratta di un classico
R x problema inverso, per cui laR clinea media cercata è y(x) =
−G(c)x/c + G(x) con G(x) = 0 F (s)ds e F (x) = (2πU )−1 0 β(s)(x − s)−1 ds. Qui si ha
U = 1, β = −1 e corda c = 1, per cui si trova
Z 1
1 ds 1
F (x) = − = [ln(1 − x) − ln(−x)] .
2π 0 x − s 2π

Quindi si calcola
Z x
1
G(x) = F (s)ds = [x ln(1 − x) − ln(1 − x) − x ln(−x)] ,
0 2π

e infine si deve determinare G(c) = G(1). Per x → 1, si ha che x ln(1−x)−ln(1−x) → −∞+


∞ → 0, essendo gli infiniti dello stesso ordine. Il termine −x ln(−x) non è definito in campo
reale per 0 < x < 1, ma si può riscrivere in campo complesso come −x(ln xeiπ ) = −x(ln x+iπ)
grazie alle proprietà del logaritmo, dunque −x ln x → −iπ. Allora G(1) = −i/2, e si ottiene
complessivamente y = 2i x+ 2π 1
[x ln(1 − x) − ln(1 − x) − x ln x]− 2i x, facendo ancora uso della
scomposizione del logaritmo in parte reale e immaginaria. La linea media cercata è la parte
reale dell’espressione trovata, ovvero
1
y= [x ln(1 − x) − ln(1 − x) − x ln x] ,

definita sul segmento 0 < x < 1 (profilo logaritmico); la parte immaginaria risulta comunque
nulla. Poichè la linea media si può sempre scrivere nella forma y(x) = αx + G(x), è ora
possibile identificare l’incidenza richiesta, che risulta

α = 0.

Infine, l’inarcamento si determina trovando la massima y: la condizione dy/dx = 0 conduce a


ln(1 − x) = ln x, da cui 1 − x = x e x = 1/2: la massima y è a metà corda, e vale ymax ' 0.11,
dunque l’inarcamento ymax /c è dell’11%.
8. ALI 3D

(a) Un’ala 3D di apertura 2l = 10m é investita da una corrente


√ di vel. U = 50m/s e densitá
ρ = 1.25kg/m3: la circolazione risultante é Γ(z) = −U l2 − z 2 , in funzione della coordinata
alare z. Determinare la portanza complessiva.
(suggerimento: é consigliabile usare la teoria di Treffz/Glauert. Procedendo in maniera
alternativa, si dovrá utilizzare l’integrale
Z p √ !
2 2
1 p2 2
1 2 z l2 − z 2
l − z dz = z l − z − l arctan
2 2 −l2 + z 2

che conduce alla soluzione solo attraverso il calcolo di una forma indeterminata)

Soluzione: con la sostituzione z = l cos θ la circolazione é Γ = −U l2 − l2 cos2 θ = −U l sin θ.
La serie di Glauert ha quindi un solo termine: Γ = −4U lC1 sin θ con C1 = 0.25. La portanza
é allora L = cL ( 12 ρU 2 S) = λπC1( 12 ρU 2 S) = (4l2 /S)πC1 ( 12 ρU 2 S), cioé
1 2 2
L= πl ρU = 1.23 · 105 N
2
(b) Un’ala di apertura 2l = 20m e superficie S = 40m2 vola in linea retta in condizioni ottimali
(circolazione ellittica) in aria di densitá ρ = 1.25kg/m3 a velocitá U = 50m/s con una portan-
za L = 4.91 · 105N . Successivamente, l’ala viene portata in una nuova configurazione, ancora
in volo rettilineo, mantenendo la stessa portanza a parità di velocità e densità, mediante
una manovra di ipersostentatori simultanea ad una riduzione dell’incidenza. Sapendo che nel
nuovo assetto compare nella serie di Glauert il coefficiente C3 = 0.04, calcolare le resistenze
indotte iniziale e finale.

Soluzione: l’ala originale ha allungamento λ = 4l2 /S e cL = L/( 12 ρU 2 S), per cui si trova il
primo coefficiente della serie C1 = cL/(πλ). La resistenza indotta é allora
L2
D= ' 1.23 · 105N.
2π l2 ρU 2
La manovra, essendo L, U, ρ costanti, ed essendo C2 = 0 (rollio e imbardata assenti) conduce
ad una nuova resistenza
"  2 #
L2 C3
D= 1+3 ' 1.32 · 105N.
2π l2 ρU 2 C1

(c) Un’ala di apertura 2l = 20m vola in linea retta in condizioni ottimali (circolazione ellittica)
in aria di densitá ρ = 1.25kg/m3 a velocitá U = 50m/s. Successivamente, l’ala viene por-
tata in una nuova configurazione, ancora in volo rettilineo, mantenendo la stessa portanza a
parità di velocità e densità, mediante una manovra di alettoni simultanea ad una riduzione
dell’incidenza. Sapendo che nel nuovo assetto compare nella serie di Glauert il coefficiente
C3 = 0.04, calcolare la portanza e le resistenze indotte iniziale e finale.

Soluzione: quando la circolazione è ellittica si può scrivere come Γ = −U l2 − l2 cos2 θ =
−U l sin θ, grazie alla sostituzione z = l cos θ. La serie di Glauert ha quindi un solo termine:
Γ = −4U lC1 sin θ con C1 = 0.25. La portanza é allora L = cL( 12 ρU 2 S) = λπC1 ( 12 ρU 2 S) =
(4l2/S)πC1 ( 12 ρU 2 S), cioé
1
L = πl2 ρU 2 = 4.91 · 105 N
2
La resistenza indotta é di conseguenza
L2
D= ' 1.23 · 105N.
2π l2 ρU 2
La manovra, essendo L, U, ρ costanti, ed essendo C2 = 0 (rollio e imbardata assenti) conduce
ad una nuova resistenza
"  2 #
L2 C3
D= 2 2
1+3 ' 1.32 · 105N.
2π l ρU C1

(d) Un’ala a circolazione ellittica vola in modo rettilineo con coefficiente di portanza cL > 0.
Successivamente, con una manovra di alettoni si produce un piccolo momento di rollio di co-
efficiente cR > 0, mantenendo costante la portanza. Determinare le variazioni dei coefficienti
di resistenza indotta e di imbardata, trascurando per semplicità gli effetti sulla circolazione
superiori al secondo ordine.

Soluzione: in volo rettilineo con circolazione ellittica il solo coefficiente non nullo della serie
di Glauert è C1 = cL /(πλ). Il coefficiente di rollio introdotto è cR = 12 πλC2, dunque compare
ora un C2 = 2cR /(πλ) > 0, mentre C1 non varia (portanza costante). Date le ipotesi
semplificatrici, si trascurano qui gli effetti della manovra agli ordini superiori al secondo
(C4 = C6 = ... = C2m = 0 per m > 1).
Con queste condizioni, il coefficiente di resistenza indotta aumenta, passando da cD = c2L/(πλ)
a "  2 #
c2L C2
cD = 1+2 ,
πλ C1
con variazione  2
c2 C2
δcD =2 L .
πλ C1
Il coefficiente di imbardata
πX
cN = (2n + 1)CnCn+1
2 n
ovviamente è nullo all’inizio, ma assume ora il valore
3
cN = π C1 C2 > 0.
2
Risulta dunque che, perturbando un’ala a circolazione ellittica, un rollio positivo produce
un’imbardata positiva: assumendo un sistema di riferimento coerente, in cui i tre angoli di
rollio, beccheggio e imbardata sono tutti positivi orari o antiorari (in figura è rappresentato il
sistema comunemente adottato), risulta che l’imbardata non è concorde al rollio. Infatti, nelle
comuni manovre di virata, oltre ad azionare il timone di direzione, si impone un certo angolo
di rollio al velivolo abbassando un’alettone e alzando quello opposto: l’ala con l’alettone
abbassato assume maggiore portanza e resistenza indotta, per l’altra accade l’opposto. In
questo modo, l’ala che si solleva tende anche a rallentare, l’altra ad avanzare, e l’aereo tende
ad imbardare dal lato dell’ala che si è sollevata, che è quello opposto alla direzione di virata
desiderata (fenomeno dell’imbardata avversa). Questo problema viene usualmente risolto con
una deflessione differenziata degli alettoni.
(e) Un’ala simmetrica generica vola in modo rettilineo con coefficiente di portanza cL > 0. Suc-
cessivamente, con una manovra di alettoni si produce un piccolo momento di rollio di coef-
ficiente cR > 0, mantenendo costante la portanza. Determinare le variazioni dei coefficienti
di resistenza indotta e di imbardata, nell’ipotesi semplificatrice che la variazione introdotta
sulla circolazione sia al massimo del secondo ordine.

Soluzione: in volo rettilineo per un’ala simmetrica tutti i coefficienti pari della serie di Glauert
sono nulli (C2m = 0). Il coefficiente di rollio introdotto è cR = 12 πλC2 , dunque compare
ora un C2 = 2cR /(πλ). Date le ipotesi semplificatrici, si considera qui che la circolazione
rimanga immutata, eccetto che per il termine di coefficiente C2 (C1 =cost., C3 =cost.,...
C2m+1 =cost.).
Con queste condizioni, il coefficiente di resistenza indotta
 
c2L  X  Cn 2
cD = 1+ n ,
πλ C1
n≥2

in cui tutti i termini pari erano nulli, aumenta ora per effetto del nuovo termine 2(C2/C1)2 .
La relativa variazione è  2
c2L C2
δcD = 2 .
πλ C1
Il coefficiente di imbardata
πX
cN = (2n + 1)CnCn+1,
2 n
che era nullo, assume ora un valore finito per effetto dei termini C1 C2 e C2C3 :
π
cN = C2 (3C1 + 5C3) .
2
In questo caso, si ha cN < 0 se C3 < − 35 C1 (imbardata favorevole), altrimenti l’imbardata
è avversa. Si noti che l’imposizione di un C3 grande e negativo soddisfa con sicurezza la
condizione di imbardata favorevole, ma produce un rilevante aumento della resistenza indotta.
(f) Un’ala simmetrica di lunghezza 2l = 20m e superficie S = 40m2 in volo rettilineo uniforme
ha coefficiente di portanza cL = 1 e di resistenza cD = 0.05. Calcolare la distribuzione
di circolazione alla velocità U = 50m/s approssimandola con una serie di Glauert troncata
all’ordine 3.

Soluzione: la circolazione sarà rappresentata dall’espressione approssimata


X
3
Γ = −4lU Cn sin(nΘ)
n=1

dove 0 < Θ < π, e le incognite sono i 3 coefficienti C1, C2, C3. Calcolato l’allungamento
λ = 4l2 /S si ha poi C1 = cL/(πλ) = 0.032, C2 = 0 per simmetria, e C3 può essere ottenuto
sapendo che "
X
3  2 # "  2 #
c2L Cn c2L C3
cD = 1+ n = 1+3 ,
πλ 2
C 1 πλ C1
da cui s
πλcD 1
C3 = ±C1 − = ±0.014,
3c2L 3
dunque esistono due possibili distribuzioni Γ(Θ) soluzioni del problema.
(g) Un’ala simmetrica di lunghezza 2l = 20m e superficie S = 40m2 in volo rettilineo uniforme
ha coefficiente di portanza cL = 1 e di resistenza cD = 0.05. Calcolare la distribuzione
di circolazione alla velocità U = 50m/s approssimandola con una serie di Glauert troncata
all’ordine 3, sapendo che tutta l’ala è portante.
(suggerimento: ricordare l’identità trigonometrica sin(3Θ) = (4 cos2 Θ − 1) sin Θ )

Soluzione: la circolazione è rappresentata dall’espressione approssimata

X
3
Γ = −4lU Cn sin(nΘ)
n=1

dove 0 < Θ < π, con incognite C1, C2, C3. Noto l’allungamento λ = 4l2 /S, si ha C1 =
cL/(πλ) = 0.032, C2 = 0 per simmetria, mentre risolvendo l’espressione
" 3  2 # "  2 #
c2L X Cn c2L C3
cD = 1+ n = 1+3 ,
πλ 2
C 1 πλ C1

si ottengono due possibili valori per C3 :


s
πλcD 1
C3 = ±C1 − = ±0.014.
3c2L 3

Il valore corretto di C3 si determina studiando la curva Γ = −4lU [C1 sin(Θ) + C3 sin(3Θ)]:


infatti, se tutta l’ala è portante, si deve controllare per quale valore di C3 è Γ < 0 su tutto il
dominio 0 < Θ < π. La disequazione −4lU [C1 sin(Θ) + C3 sin(3Θ)] < 0 si semplifica grazie
alle identità trigonometriche nella forma C3(4 cos2 Θ − 1) + C1 > 0. Per C3 < 0 si ottiene che
è Γ < 0 solo nella zona centrale
r ! r !
1 C1 1 C1
arccos 1− < Θ < arccos − 1− ,
2 C3 2 C3

cioè approssimativamente nell’intervallo 0.14π < Θ < 0.86π. Per C3 > 0 si ha invece che è
Γ < 0 su tutto il dominio, dunque si sceglie il coefficiente C3 > 0.
(h) Un’ala simmetrica di lunghezza 2l = 20m e superficie S = 40m2 in volo rettilineo uniforme
ha coefficiente di portanza cL = 1 e di resistenza cD = 0.04. Calcolare la distribuzione
di circolazione alla velocità U = 50m/s approssimandola con una serie di Glauert troncata
all’ordine 3, sapendo che il massimo della portanza è al centro dell’ala.
(suggerimento: ricordare l’identità trigonometrica cos(3Θ) = 4 cos3 Θ − 3 cos Θ )

Soluzione: la circolazione è rappresentata dall’espressione approssimata


3
X
Γ = −4lU Cn sin(nΘ)
n=1

dove 0 < Θ < π, con incognite C1, C2, C3. Noto l’allungamento λ = 4l2 /S, si ha C1 =
cL/(πλ) = 0.032, C2 = 0 per simmetria, mentre risolvendo l’espressione
" 3  2 # "  2 #
c2L X Cn c2L C3
cD = 1+ n = 1+3 ,
πλ 2
C1 πλ C1

si ottengono due possibili valori per C3 :


s
πλcD 1
C3 = ±C1 2 − = ±0.0094.
3cL 3
Il valore corretto di C3 si determina cercando gli estremi (massimi e minimi) della cur-
va Γ = −4lU [C1 sin(Θ) + C3 sin(3Θ)]: imponendo che si annulli la derivata si giunge alla
condizione C1 cos Θ + 3C 3cos(3Θ) = 0, che grazie alle identità trigonometriche si riscrive
(C1 − 9C3) + 12C3 cos2 Θ cos Θ = 0. Le soluzioni sono
r ! r !
1 C1 π 1 C1
Θ1 = arccos − 3− ; Θ2 = ; Θ3 = arccos 3− .
2 3C3 2 2 3C3

Se si sceglie C3 = 0.0094 si ottiene


π
Θ1 ' 0.26π; Θ2 = ; Θ3 ' 0.74π,
2
Γ(Θ1 ) ' −58.6m2/s; Γ(Θ2 ) ' −45.2m2 /s; Γ(Θ3 ) ' −58.6m2/s,
dunque la portanza ha due massimi sulle semiali e un minimo relativo al centro (il minimo
assoluto è il valore nullo alle estremità alari).
Se si sceglie C3 = −0.0094 si ottiene invece
π
Θ2 = ;
2
Γ(Θ2 ) ' −82.8m2/s;
mentre Θ1 e Θ3 non hanno valori reali. Questa è la configurazione richiesta, con un massimo
assoluto di portanza al centro. Si noti che è possibile giungere alla stessa conclusione in modo
più semplice osservando il solo andamento del termine C3 sin(3Θ).
(i) Un progettista intende ricavare da un velivolo monoposto di massa m1 = 500kg una versione
biposto di massa m2 = 700kg, mantenendo lo stesso tipo di ala, e quindi una distribuzione
di circolazione geometricamente simile. Sapendo che nella versione originale l’apertura alare
è 2l1 = 10m, determinare l’apertura alare 2l2 necessaria a mantenere in volo il biposto alla
stessa velocità di crociera del monoposto.

Soluzione: secondo la teoria di Prandtl, la portanza è


1 1 4l2 1 2
L = cL ( ρU 2 S) = πλC1 ( ρU 2 S) = πC1 ( ρU S) = 2πC1l2 ρU 2 ,
2 2 S 2
dove C1 è il primo coefficiente della serie di Glauert. In condizioni stazionarie L è poi pari
alla forza peso mg agente sul velivolo: il rapporto delle forze è allora
m2 L2 (C1)2 l22
= = ,
m1 L1 (C1)1 l12
che si può risolvere per l2 : s
m2 (C1 )1
l2 = l1 .
m1 (C1 )2
Dalla definizione della serie di Glauert si ha poi
XN
Γ
− = Cn sin(nΘ),
4lU n=1

e si vede che distribuzioni di circolazione geometricamente simili a pari velocità sono rappre-
sentate dalla stessa serie di Glauert. Dunque sono identici ad uno ad uno anche i coefficienti
della serie, per cui (C1)1 = (C1 )2 e si trova
r
m2
l2 = l1 = 5.92m.
m1
9. FLUSSI COMPRIMIBILI

(a) In un condotto a sezione circolare percorso da aria a portata costante Q = 10kg/s, il raggio
varia con la legge esponenziale r(x) = e−x m (r = 1m nell’origine). Ponendosi in approssi-
mazione unidimensionale, e considerando che l’aria viaggia nel verso positivo dell’asse x,
calcolare la coordinata x0 alla quale gli effetti della comprimibilitá divengono rilevanti, secon-
do la convenzione M < 0.3, assumendo una densitá ρ = 1.25kg/m3 e una velocitá del suono
c = 340m/s.

Soluzione: dalla conservazione della massa si ha v = Q/(πr2ρ), da cui M = Q/(πr2ρc) =


Qe2x/(πρc). Si riscrive poi l’equazione nella forma e2x = M πρc/Q, da cui, ponendo M = 0.3
e prendendo il logaritmo dei due membri,
1 M πρc
x0 = log = 1.84m
2 Q

(b) Un’oggetto X di dimensioni trascurabili è in volo rettilineo a quota costante h e velocità su-
personica v > c, producendo perturbazioni di pressione piccolissime, e trattabili teoricamente
come infinitesime. All’istante t = 0 l’oggetto giunge sulla verticale di un osservatore O a
terra. Dopo quanto tempo l’osservatore può udire il suono prodotto dall’oggetto volante?
Soluzione: l’oggetto vola al numero di Mach M = v/c, e viaggia solidale al relativo cono di
Mach la cui semiapertura α è data da sin α = 1/M . L’osservatore O può avvertire le pertur-
bazioni di pressione solo quando l’intersezione I del cono di Mach col terreno lo raggiunge:
all’istante t = 0 la distanza OI vale d, e il tempo cercato è T = d/v. La distanza√è geometri-
camente legata ad h ed α dalla relazione h/d = tan α, quindi d = h/ tan α = h M 2 − 1. Si
ha quindi
hp 2
T = M − 1.
v

(c) Un profilo con spessore e incidenza trascurabili viene posto al centro della camera di prova di
una galleria del vento supersonica. Lavorando in approssimazione 2D, sapendo che la distanza
tra le pareti è h e il numero di Mach è M > 1, determinare la massima corda c tale che gli
urti riflessi non intercettino il profilo stesso.

Soluzione: date le ipotesi, il profilo è assimilabile ad un segmento orizzontale di lunghezza c,


parallelo alle linee di corrente. Trattando lo spessore come infinitesimo, per le discontinuità
generate dal bordo d’attacco si considera valido il limite degli urti deboli, considerando questi
ultimi come onde sonore: la coppia di urti forma quindi un diedro di semiapertura α tale che
sin α = 1/M . Ciascun urto incontra poi la relativa parete formando con essa l’angolo α e
viene riflesso ancora con lo stesso angolo. I due urti riflessi si intersecano quindi in un punto
che deve trovarsi dopo il bordo d’ uscita del profilo: la distanza di questo punto dall’origine
degli urti è la massima corda, che soddisfa la relazione

h/2 h
tan α = =
c/2 c

ed essendo tan α = 1/ M 2 − 1 si ha quindi
p
c=h M2 − 1

(d) Una corrente supersonica con M1 = 2 e T1 = 300K attraversa un’urto obliquo angolato di
φ = π/4 rispetto alla corrente stessa. Calcolare l’angolo d’uscita della corrente risultante per
un gas perfetto biatomico sapendo che la temperatura di uscita é T2 ' 379K.

Soluzione: le componenti normali all’urto delle velocitá di entrata e uscita sono v1n =
v1 sin φ = M1 c1 sin φ e v2n = v2 sin β = M2 c2 sin β, dove β é l’angolo formato da v2 con
l’urto. Dividendo per le rispettive velocità del suono si hanno i numeri di Mach normali
M1n = M1 sin φ e M2n = M2 sin β, che soddisfano la
1 2
T2 1+ (γ − 1)M1n
= 2 .
T1 1 2
1+ (γ − 1)M2n
2
Risolvendo per M2n si ha
 
2 T1 2 2 2
M2n = + M1n − .
T2 γ −1 γ−1

La componente tangenziale pdi velocità rimane invariata: v2t = vp1t = v1 cos φ, quindi M2t c2 =
2 2
M1 c1 cos φ e M2t = M1 T1 /T2 cos φ. Si ha allora M2 = M2n + M2t , e quindi β =
arcsin M2n/M2 ; l’angolo di deviazione della corrente é infine α = φ − β.
Soluzione: α ' 0.26rad ' 15o .
(e) Una corrente supersonica con M1 = 2 e T1 = 300K attraversa un’urto obliquo angolato di
φ = π/6 rispetto alla corrente stessa. Calcolare l’angolo d’uscita della corrente risultante per
un gas perfetto biatomico .
Le componenti normali all’urto delle velocitá di entrata e uscita sono v1n = v1 sin φ =
M1 c1 sin φ e v2n = v2 sin β = M2 c2 sin β, dove β é l’angolo formato da v2 con l’urto. Divi-
dendo per le rispettive velocità del suono si hanno i numeri di Mach normali M1n = M1 sin φ
e M2n = M2 sin β. Se però si controlla il valore della componente normale, in questo par-
ticolare caso si ottiene M1n = 1, dunque il flusso normale attraverso l’urto è sonico. In
queste condizioni, diminuendo il Mach di entrata di una quantità piccola a piacere l’urto
scomparirebbe, in quanto si avrebbe M1n < 1, quindi si tratta di un caso limite (limite
degli urti deboli). L’urto è allora di intensità infinitesima, assimilabile ad un’onda sonora, e
non modifica sostanzialmente le proprietà termodinamiche della corrente, operando in modo
praticamente isoentropico. Allora la temperatura di uscita è pressochè uguale a quella di
entrata, e l’eq. di conservazione
1 2
T2 1+ (γ − 1)M1n
= 2
T1 1 2
1+ (γ − 1)M2n
2
fornisce semplicemente M1n = M2n. Poichè la componente tangente è comunque identica
prima e dopo l’urto, si ottiene semplicemente M2 = M1 , v2 = v1 in modulo e anche in
direzione, dunque l’angolo di uscita è nullo.
Alle stesse conclusioni si giunge in modo immediato osservando che al numero di Mach M1 = 2
della corrente entrante, il corrispondente angolo di Mach è proprio φ = arcsin(1/M1 ) = π/6.
(f) Un’ala vola alla velocità v1 = 300km/h in aria a temperatura T = 300K, con portanza
L1 = 6000N . Considerando la circolazione semplicemente proporzionale alla velocità in
regime incomprimibile, determinare la portanza della stessa ala alla velocità v2 = 900km/h,
a parità di ogni altra condizione, trascurando gli effetti della comprimibilitá dove possibile.
Assumere come costante del gas (rapporto tra costante universale e massa molare) il valore
R ' 296.9J/K.

Soluzione: alla temperatura T = 300K, la velocità del suono è c = γRT ' 353m/s.
La velocità iniziale dell’ala è v1 = 83.3m/s, quella finale è v2 = 250m/s. I relativi nu-
meri di Mach sono allora M1 ' 0.24 e M2 ' 0.71: il primo valore consente di adottare
la convenzionale ipotesi di incomprimibilità (M < 0.3), per cui la portanza iniziale L1 può
essere espressa come L1 = −2lρ v1 Γ = −2lρ cv12 , avendo espresso la circolazione nella forma
Γ = cv (proporzionale
p alla velocità). Per
p la portanza finale si deve invece p
adottare la relazione
L2 = −2lρ v2 Γ/ 1 − M22 = −2lρ cv22 / 1 − M22 . Allora L2 /L1 = v22 /(v12 1 − M22), e quindi

v22 L1
L2 = p ' 7.67 · 104N
v12 1 − M22

(g) Un’ala vola alla velocità v1 = 300km/h in aria a temperatura T = 300K, con portanza
L1 = 6000N . Considerando la circolazione semplicemente proporzionale alla velocità in
regime incomprimibile, determinare la portanza della stessa ala alla velocità v2 = 900km/h,
a parità di ogni altra condizione, tenendo conto degli effetti della comprimibilitá a qualunque
velocità. Assumere come costante del gas (rapporto tra costante universale e massa molare)
il valore R ' 296.9J/K.

Soluzione: alla temperatura T = 300K, la velocità del suono è c = γRT ' 353m/s. La
velocità iniziale dell’ala è v1 = 83.3m/s, quella finale è v2 = 250m/s. I relativi numeri di
Mach sono allora M1 ' 0.24 e M2 ' 0.71. Tenendo conto in ogni caso della pcomprimi-
bilitá, i due
p valori della portanza si possono
p esprimere come L1
p = −2lρ v Γ
1 1 / 1 − M12 =
−2lρ cv12 / 1 − M12 e L2 = −2lρ v2 Γ2/ 1 − M22 = −2lρ cv22 / 1 − M22, dove Γ1 = cv1 e
Γ1 = cv2 sono i corrispondenti
p pvalori di circolazione in approssimazione incomprimibile.
Allora L2 /L1 = v22 1 − M12/(v12 1 − M22), e quindi
p
v22 1 − M12
L2 = L1 2 p ' 7.44 · 104N
v1 1 − M22

(h) Una lamina piana in regime supersonico ha cL = 1 e cD = 0.05. Calcolare il relativo angolo
di incidenza ε.
Soluzione: poichè la lamina piana non ha curvatura ne’ spessore, si ha

4ε2
cD = p ,
M2 − 1
mentre - come per tutti i profili sottili supersonici - vale la relazione

cL = √ ,
M2 − 1
quindi si può ricavare l’incidenza ε dal rapporto cD /cL:
cD
ε= = 0.05rad ' 2.9o
cL

(i) Un modello di aereo con ali a profilo sottile viene provato in galleria del vento a T1 = 30o C con
velocità v = 1500km/h: il coefficiente di portanza risultante è cL1 = 1. Calcolare il coefficiente
risultante a T2 = −20o C a parità di ogni altra condizione, assumendo come costante del gas
aria (rapporto tra costante universale e massa molare) il valore R ' 296.9J/K.
(ricordare che la relazione tra gradi Kelvin e Celsius è K = C+273.16)

Soluzione: alla temperatura T1 = 30o C = 303.16K, la velocità √ del suono è c1 = γRT1 '
o
355m/s, mentre a T2 = −20 C = 253.16K, si ha c2 = γRT2 ' 324m/s. La velocità
del modello è v ' 417m/s, dunque questo si trova comunque in condizioni supersoniche.
Adottando la relazione per i profili sottili

cL = √ ,
M2 − 1
si avrà che p
cL2 M2 − 1
= p 1 ,
cL1 M22 − 1
dunque s s
M12 − 1 c2 v2 − c21
cL2 = cL1 = cL1 ' 0.76
M22 − 1 c1 v2 − c22

(j) La linea media di un profilo sottile supersonico di corda c, ad incidenza fissata, è y = −k(x/c)2.
Calcolare i coefficienti di portanza e resistenza d’onda.
Soluzione: si tratta di un profilo parabolico (y ∝ x2). Per calcolare l’incidenza nel sistema di
riferimento standard si determinano le coordinate del bordo di uscita: per x = c si ha y = −k,
dunque l’incidenza è ε = k/c. Il coefficiente di portanza è dato quindi dalla consueta formula
4ε 4k
cL = √ = √ .
2
M −1 c M2 − 1
Il coefficiente di resistenza d’onda si ottiene poi scrivendo la linea media come somma cor-
da+curvatura y = −εx + G(x): poichè la corda è semplicemente −εx = −kx/c, si può
scrivere y = −kx/c + kx/c − k(x/c)2, sommando e sottraendo lo stesso termine. In questo
modo, riordinando i termini, si ha
k k
y = − x + G(x) con G(x) = (x − x2 /c).
c c
Ricordando allora che
4
cD = √ (ε2 + I/c),
M2 − 1
rimane da calcolare l’integrale Z c
k2
I= y0 G0dx = ,
0 3c
e si ottiene infine  
4 k2 k2 16k2
cD = √ 2
+ 2 = √ .
M2 − 1 c 3c 3c2 M 2 − 1
(k) La linea media di un profilo sottile supersonico di corda c, ad incidenza fissata, è

0 per 0 < x < c/2
y(x) =
k(1 − 2x/c) per c/2 < x < c .
Calcolare i coefficienti di portanza e resistenza d’onda in funzione dei parametri geometrici
(corda ed abbassamento alare).
Soluzione: si tratta di un profilo triangolare. Per calcolare l’incidenza nel sistema di riferi-
mento standard si determinano le coordinate del bordo di uscita: per x = c si ha y = −k,
dunque l’abbassamento alare è k e l’incidenza è ε = k/c. Il coefficiente di portanza è dato
quindi dalla consueta formula
4ε 4k
cL = √ = √ .
M2 − 1 c M2 − 1
Il coefficiente di resistenza d’onda si ottiene poi scrivendo la linea media come somma cor-
da+curvatura y = −εx+G(x): poichè la corda è semplicemente −εx = −kx/c, si può scrivere,
sommando e sottraendo lo stesso termine kx/c,

−kx/c + kx/c = −εx + kx/c per 0 < x < c/2
y(x) =
−kx/c + kx/c + k(1 − 2x/c) = −εx + kx/c + k(1 − 2x/c) per c/2 < x < c .
Questo permette, riordinando i termini, di identificare la funzione G:

kx/c per 0 < x < c/2
G(x) =
k(1 − x/c) per c/2 < x < c .
Ricordando allora che
4
cD = √ (ε2 + I/c),
M2 − 1
si deve calcolare l’integrale
Z c Z c
k2
I= y0 G0dx = y0 G0dx = ,
0 c/2 c
e si ottiene infine  
4 k2 k2 8k2
cD = √ + 2 = √ .
M2 − 1 c2 c c2 M2 − 1
(l) Un piano di coda di corda c vola in regime supersonico a Mach M e incidenza ε0 . Sostituendo
successivamente questo piano di coda con un altro allineato con la corrente, ma provvisto di
una parte mobile in uscita, di corda pari a c/3, determinare l’incidenza ε1 necessaria ad
ottenere lo stesso coefficiente di portanza dell’originale.
Soluzione: il piano originale ha ovviamente portanza per unità di lunghezza
 
1 2
fy0 = cL0 ρU c
2

e coefficiente
4ε0
cL0 = √ .
M2 − 1
Il nuovo piano non genera portanza nel tratto 0 < x < 2c/3, ma la restante parte mobile ha
4ε1
cLm = √ ,
M2 − 1
e agisce come se fosse isolata, perchè la perturbazione da essa provocata non può risalire la
corrente. Ora, la forza specifica data dalla parte mobile del nuovo piano è
 
1 2
fy1 = cLm ρU c/3 ,
2

in quanto il cLm deve essere moltiplicato per la corda c/3 della sola parte ’attiva’ per ottenere
la forza specifica; allora, adimensionalizzando su c, si ottiene il cL1 di tutto il piano:
fy1 4ε1
cL1 = 1 2
= √ .
2 ρU c 3 M2 − 1

Per mantenere invariato il coefficiente di portanza si pone allora cL0 = cL1 , e si ottiene

ε1 = 3ε0 .
10. COMPLEMENTI SUI FLUSSI COMPRIMIBILI

(a) In una galleria del vento subsonica si pone un tubo di Pitot allineato con la corrente. Il
trasduttore collegato al foro di testa del tubo legge una pressione p0 e quello collegato ai fori
laterali legge una pressione p. Determinare la velocità v con la massima accuratezza consentita
dalla teoria comprimibile isoentropica, considerando l’aria un gas perfetto e indicando le
grandezze che è necessario misurare oltre a p0 e p.

Per tener conto degli effetti di comprimibilità è opportuno partire dall’eq. dell’energia 12 v2 +
h = h0, che per un gas perfetto si scrive 12 v2 + cp T = cp T0 . Dividendo l’eq. per la velocità
del suono c2 = γRT si ottiene
1 v2 cp T cp T0
+ = .
2 c2 γRT γRT
Ricordando che γ = cp /cv e R = cp − cv si ha cp /(γR) = 1/(γ − 1), dunque l’eq. si semplifica:

1 v2 1 1 T0
+ = .
2 c2 γ−1 γ−1 T

Ora il rapporto T0 /T si può esprimere in funzione delle pressioni note p0 e p: l’eq. di stato
fornisce infatti T0 /T = (ρ/ρ0 )(p0/p), e utilizzando la legge adiabatica di Poisson p = (cost.)ργ
si ricava (ρ/ρ0 ) = (p/p0 )1/γ , dunque T0 /T = (p0 /p)1−1/γ . L’eq. di partenza diviene allora
  γ−1
1 v2 1 1 p0 γ
+ = ,
2 c2 γ −1 γ−1 p

e la si trova comunemente scritta nella forma


  γ
γ − 1 2 γ−1
p0 = p 1 + M . (1)
2

Essa è risolubile in funzione della velocità cercata:


"  γ−1 #
2
2 c p 0
γ
v2 = −1 .
γ−1 p

Il problema non è risolto se non si conosce anche la velocità del suono nel punto di misura,
dunque essendo c2 = γRT conviene misurare anche la temperatura T della corrente che
lambisce il Pitot.
Per numeri di Mach inferiori a 0.3 la presente trattazione costituisce una piccola correzione
alla nota formula per il Pitot in campo incomprimibile. Infatti, la relazione (1) è una legge
di tipo p0 = pf(M, γ), e per piccoli M si può sviluppare in serie intorno a M = 0, ottenendo
1 1 1
p0 = p + γ p M 2 + γ p M 4 + γ(2 − γ)pM 6 + · · · ;
2 8 48
sostituendo M 2 = v2 /c2 = v2 /(γRT ) e ricordando la legge di stato p = RρT , la relazione si
riscrive
 
1 1 M2 1 2 M4 1 M2 M4
p0 = p + ρv2 + ρv2 + ρv (2 − γ) + · · · = p + ρv2 1 + + (2 − γ) + ··· .
2 2 4 2 24 2 4 24

Assumendo quindi che sia semplicemente p0 = p + 12 ρv2 si commette per M = 0.3 un errore
dell’ordine di M 2/4 ' 2% (i termini superiori sono praticamente trascurabili), errore che
diviene sempre più piccolo per M minori.
(b) Si consideri un urto retto investito da aria con numero di Mach M1 , pressione p1 e temper-
atura T1. Esprimere le tre grandezze per la corrente uscente dall’urto in funzione di quelle
all’ingresso e del coefficiente γ.

Soluzione: tra un lato e l’altro dell’urto sono valide le leggi di bilancio

T2 1 + 12 (γ − 1)M12
= (2)
T1 1 + 12 (γ − 1)M22
r
p2 T2 M1
= (3)
p1 T1 M2
p2 1 + γM12
= , (4)
p1 1 + γM22
che, conoscendo M1 , p1, T1 , costituiscono un sistema di 3 equazioni algebriche nelle tre incog-
nite M2 , p2, T2, tra le quali qui interessa M2 . Dalla (2) si ha il rapporto T2/T1 , che si può
sostituire nella (3); poi si uguaglia questa espressione con la (4), ottenendo un’eq. che lega
M2 a M1 :
M12 1 + 12 (γ − 1)M12 (1 + γM12 )2
= ,
M22 1 + 12 (γ − 1)M22 (1 + γM22 )2
e che si può mettere nella forma biquadratica
  
2γM12 − γ + 1 M24 − 2 γM14 + 1 M22 + γM14 − M14 + 2M12 = 0.

Le soluzioni sono s
2 + (γ − 1) M1 2
M2 = −M1 ; M2 = − ;
1 − γ + 2 γ M1 2
s
2 + (γ − 1) M12
M2 = M1 ; M2 = ;
1 − γ + 2 γ M1 2
tra queste, le prime due non hanno senso fisico in quanto negative, la terza non consente la
crescita dell’entropia (mancata formazione dell’urto), e la quarta è la relazione cercata tra M2
e M1 . Si può ora sostituire questo risultato nella (4) ottenendo la relazione tra le pressioni:

2γM12 − γ + 1
p2 = p1 .
γ+1
Infine, dalla (3) si ottiene anche la relazione tra le temperature:
   
(γ − 1) M12 + 2 γ 2 M1 2 − 1 + 1
T2 = T1 2 .
(1 + γ) M1 2

(c) Lungo una linea di corrente, la quantità j = ρv (densità di flusso) rappresenta la portata
specifica in kg/(m2 s), ovvero la massa di fluido passante attraverso un’area unitaria nell’unità
di tempo. Determinare lungo una generica linea di corrente il massimo valore della densità
di flusso in funzione della velocità v, utilizzando la relazione di conservazione dell’energia in
condizioni isoentropiche.
Procedimento: si vuole studiare la funzione j(v) = ρ(v)v, determinando a quale velocità essa
raggiunge il massimo. Nel punto di massimo si avrà sicuramente dj/dv = 0, dunque si deve
determinare innanzitutto la derivata dj/dv = d(ρv)/dv. Differenziando la densità di flusso si
ha dj = d(ρv) = ρdv + vdρ, da cui
dj dρ
= ρ+v . (5)
dv dv
La derivata dρ/dv può essere determinata usando la conservazione dell’energia e l’ipotesi di
isoentropia: si ha infatti 12 v2 + h =costante, da cui vdv + dh = 0, ma essendo ds = 0 si ha
dh = dp/ρ, dunque

dp
vdv + = 0. (6)
ρ

Usando poi la definizione di velocità del suono si ha dp = (∂p/∂ρ)dρ = c2 dρ, e la (6) diviene


vdv + c2 = 0, (7)
ρ

da cui dρ/dv = −ρv/c2 . Sostituendo finalmente nella (5) si ottiene dj/dv = ρ − ρ v2 /c2,
ovvero
dj
= ρ(1 − M 2 ). (8)
dv
La densità di flusso è certamente nulla per v = 0, e aumenta al crescere di v finchè M < 1,
essendo la derivata dj/dv positiva. Per M > 1 la derivata cambia segno, e si ha diminuzione
della densità di flusso in regime supersonico. Il valore massimo di j si ha quindi evidentemente
per M = 1.
NOTA:
M = 1 corrisponde alla cosiddetta condizione critica: essendo la densità di flusso espressa
in kg/(m2 s), si vede che ad M = 1 si ha sempre la massima portata specifica, cioè il più
grande flusso di massa possibile è costretto a passare nell’unità di tempo attraverso una data
area; da questo deriva il nome inglese choked flow, che significa flusso strozzato, in italiano
più comunemente detto flusso critico o sonico. Alternativamente, si può dire che le linee di
corrente per M < 1 si avvicinano al crescere di v, mentre per M > 1 si allontanano.
La condizione critica in 1D si verifica nelle gole dei condotti, come risulta dalla conservazione
della massa scritta in funzione della sezione di un condotto generico. Essa è comunque
raggiungibile lungo una linea di corrente anche in 2D e 3D (ad esempio, alcune linee di corrente
uscenti da un urto di prua forte e staccato dal corpo che lo provoca, hanno inizialmente M < 1,
poi attraversano la condizione critica e tornano supersoniche).
È interessante osservare poi l’andamento generale della funzione j(v), cosa possibile però solo
risolvendo l’eq. differenziale (8): contrariamente alle apparenze, la soluzione non è elementare,
e va determinata numericamente, in quanto nel membro di destra la densità varia in modo
complicato con la velocità da un punto all’altro della linea di corrente in esame: le leggi di
conservazione forniscono infatti in un certo punto della linea
  1
1 v2 γ−1
ρ = ρ0 1 − (γ − 1) 2
2 c0

in funzione della velocità v nello stesso punto, della densità di ristagno ρ0 e della velocità del
suono al ristagno c0 (ad esempio, quelle del fluido a riposo in un serbatoio a cui è collegato
un condotto). Anche il fattore (1 − M 2) nell’equazione varia localmente: infatti M = v/c, e
in ogni punto della linea di corrente si ha in generale una diversa v e una diversa velocità del
suono
r
1
c = c20 − (γ − 1)v2 , (9)
2
anch’essa esprimibile in funzione di v e c0 . Dopo aver sostituito le espressioni di c e ρ nell’eq.
(8), la si può risolvere numericamente con la condizione iniziale j(0) = 0, e il risultato può
essere riportato in una figura che risulta universalmente valida, a patto di adimensionalizzarla
opportunamente.
Si vede quindi che la densità di flusso parte da 0 quando il fluido è fermo, ed aumenta fino
ad un massimo, che si raggiunge quando v = c = cc , cioè non solo la velocità del fluido è pari
a quella del suono, ma quella del suono diviene la velocità critica assumendo un valore che è
facilmente calcolabile per un gas perfetto:
r
2
cc = c0 ,
γ+1
e risulta cc ' 0.913 c0 per l’aria. Nello stesso punto, j raggiunge il suo valore massimo
  12 γ+1
2 γ−1
jc = ρc cc = ρ0 c0 ,
γ +1

che è jc ' 0.579ρ0c0 per l’aria (nelle stesse condizioni, anche le altre quantità fisiche sono
univocamente determinate dalle leggi di conservazione: pc ' 0.528 p0, ecc.). Rapportando
gli assi della figura a queste quantità, si ha quindi un grafico che vale per qualunque linea
di corrente. Per v > cc si ha poi una diminuzione della densità di flusso, che continua
progressivamente
√ fino
p all’annullamento di j: ciò accade quando si raggiunge la velocità limite
vmax = 2h0 = c0 2/(γ − 1), alla quale tutta l’energia disponibile è convertita in energia
cinetica, mentre la densità tende a zero. In queste condizioni, l’annullarsi della densità blocca
la propagazione delle onde, e c → 0, come si vede dalla (9), per cui M → ∞. Per l’aria, si ha
vmax ' 2.45 cc.
(d) Un serbatoio di gas viene collegato all’aria libera a pressione atmosferica pa tramite un con-
dotto convergente-divergente. Sapendo che il serbatoio è riempito con aria ad alta pressione
p0  2pa, e che la sezione minima del condotto è Am = 10mm2 , calcolare la sezione di uscita
necessaria ad ottenere un getto con numero di Mach M = 2.
Soluzione: il flusso supersonico è possibile perchè è soddisfatta la condizione pa < pc =
γ/(γ−1)
p0 (2/(γ + 1)) (raggiungimento della pressione critica). La sezione minima sarà in
condizioni soniche.
La continuità tra la sezione critica Ac = Am e la sezione finale A, dove la velocità è v e la
densità è ρ, impone poi che ρAv = ρc Ac vc , da cui
ρc vc
A = Ac ,
ρv
e sarà necessario calcolare ρc , vc , ρ, c: per cominciare, è opportuno esprimere queste quantità
in funzione dei parametri di ristagno del serbatoio p0, ρ0 , T0 (per comodità si può usare anche
c0, la velocità del suono al ristagno). La densità critica in funzione di quella di ristagno è:
 1/(γ−1)
2
ρc = ρ0
γ +1
La velocità critica è sonica, dunque si esprime in funzione della temperatura di ristagno T0 ,
o di c0:
 1/2  1/2
p 2 2
vc = cc = γRTc = γRT0 = c0 .
γ +1 γ+1
La densitá all’uscita è legata a quella di ristagno dalla relazione
 1/(γ−1)
1 v2
ρ = ρ0 1 − (γ − 1) 2 .
2 c0
La velocità all’uscita si può ovviamente riscrivere come v = cM , ed essendo fissato
 M , si dovrà 
determinare nello stesso punto la velocità del suono c: si ha c2 = γRT = γRT0 1 − 12 (γ − 1)v2 /c20 ,
dunque  
2 2 1 2 2 2
c = c0 1 − (γ − 1)M c /c0 ;
2
risolvendo rispetto a c, che compare in entrambi i membri, si ha infine
 −1/2
1
c = c0 1 + (γ − 1)M 2 .
2
Sostituendo nella formula A = Ac (ρc vc )/(ρv) si ottiene allora
 1/(γ−1)  1/2
2 2
ρ0 c0
γ +1 γ +1
A = Ac    −1/2
2 1/(γ−1)
1 v 1 2
ρ0 1 − (γ − 1) 2 c0 1 + (γ − 1)M M
2 c0 2
 
che, semplificando e usando la relazione c20 = c2 1 + 12 (γ − 1)M 2 ricavata poco prima,
diviene
  12 γ+1
2 γ−1
   1 γ+1
Ac γ +1 Ac 2 γ − 1 2 2 γ−1
A= = 1+ M .
M 1
− 12 γ+1
γ−1 M γ +1 2
2
1 + (γ − 1)M
2

Area risultante: 16.88mm2.


NOTA: la relazione ottenuta, essendo indipendente dalle condizioni di ristagno e di uscita, ha
validità universale, e fornisce per ogni condotto in condizioni isoentropiche la relazione tra il
Mach in un punto e l’area nello stesso punto.
(e) Una corrente supersonica incide su un diedro di semiapertura α: determinare l’angolo φ
dell’urto risultante, la velocità uscente v2 in modulo e direzione e il massimo angolo αmax di cui
si può aprire il diedro senza che l’urto si stacchi dal vertice, conoscendo solo il numero di Mach
M1 della corrente entrante e il relativo valore c1 della velocità del suono (o, equivalentemente,
quello della temperatura).
Procedimento: le componenti v2x , v2y della velocità in uscita da un urto obliquo sono in
relazione fra loro grazie alle leggi di conservazione: la formula generale che fornisce v2y in
funzione di v2x è

2 v1 v2x − c2c
v2y = (v1 − v2x )2 , (10)
2v12 /(γ + 1) − v1 v2x + c2c
dove v1 è la velocità del flusso indisturbato incidente sull’urto e cc è la velocità critica, che è
legata a v1 e c1 dalla relazione
s
2c21 + (γ − 1)v12
cc = ,
γ+1

ottenibile dalla conservazione dell’energia. La curva v2y = f(v2x ) può essere facilmente
tracciata nel piano odografico {vx, vy }, esplicitando i due rami superiore ed inferiore della
(10), e prende il nome di polare d’ urto:
s
v1 v2x − c2c
v2y = ±(v1 − v2x) .
2v1 /(γ + 1) − v1 v2x + c2c
2

Questa curva fornisce tutte le informazioni richieste, che sono ottenibili per costruzione grafica
o con i corrispondenti passaggi algebrici.
In figura 1 è mostrato un esempio di polare d’urto: la regione con significato fisico è quel-
la compresa tra i punti P e Q, ed essendo la curva simmetrica si può considerare un solo
semipiano.

Figura 1: Polare d’urto per M1 = 2 e c1 = 340m/s

In figura 2, la semiapertura del diedro su cui incide la corrente è α, e la corrente esce dall’urto
con lo stesso angolo. Tracciando la linea passante per l’origine O con angolo α sull’orizzontale,
si individua l’intersezione destra A della linea con la curva (algebricamente, è la soluzione
di maggiore ascissa del sistema costituito dalla polare e dalla retta di coeff. angolare tan α):
per la definizione della polare, la lunghezza OA è il modulo di v2, e le sue proiezioni sono le
componenti v2x , v2y .
Nota la linea OA, si traccia la retta passante per i punti Q e A, e infine si traccia la retta
normale a quest’ultima e passante per l’origine: l’urto risultante ha lo stesso angolo φ di
questa retta, ed è mostrato in figura 3. La stessa costruzione si può ripetere col segmento QB
tracciato sull’altra intersezione, e conduce ad un secondo urto, di angolo e intensità molto
maggiori del primo: questo urto forte non è però stabile, ne’ osservabile sperimentalmente.
Infine, tracciando la tangente alla polare passante per l’origine, che tocca la curva nel punto
T, si trova il massimo angolo αmax per il diedro che rispetti le ipotesi di urto obliquo semplice
Figura 2: Velocità di uscita v2

Figura 3: Costruzione grafica dell’urto

(fig. 4): oltre αmax si forma un urto forte, staccato e non uniforme che non è più determinabile
con questo metodo. Nella stessa figura è mostrato anche l’arco di cerchio di raggio pari alla
velocità critica cc , che interseca la polare nel punto C: si può dimostrare che in generale C è
molto vicino e a destra di T, per cui in questo caso il flusso in uscita è prossimo alle condizioni
critiche: in particolare, risulta che se il diedro interseca la polare tra Q e C, la velocità di
uscita v2 è supersonica, mentre - aumentando α - tra C e T diviene subsonica, dopodichè
l’urto si stacca.
Se invece α → 0 il diedro tende alla lamina piana, il segmento QA diviene tangente alla polare
nel punto Q e si trova per l’urto, che diviene debolissimo (infinitesimo), un angolo limite φ che
non necessita di costruzione grafica, essendo pari all’angolo di Mach: φmin = arcsin(1/M1).
Infine, è possibile verificare che la curva (10) si riduce ad un punto per v1 → c1 (flusso
incidente sonico), il che conduce √ alla scomparsa
p dell’urto, mentre tende ad un cerchio di
raggio finito per v1 → vmax = 2h0 = cc (γ + 1)/(γ − 1) o M1 → ∞ (la massima velocità
ammessa dalla conservazione dell’energia): in questo caso αmax → arcsin(1/γ) ' 45.6o per
l’aria.
(f) Una corrente supersonica a M1 = 2 con velocità locale del suono c1 = 300m/s incide su un
diedro di semiapertura α = 10o : determinare in modo approssimato per via grafica l’angolo
φ dell’urto risultante facendo uso della figura 5.
Figura 4: Angolo limite

(nota: non è necessario conoscere l’eq. della polare, ne’ sono necessari goniometro e/o riga
millimetrata. Basta un oggetto adatto a tracciare linee rette ed angoli retti, come il bordo di
un foglio di carta)

Figura 5: Fascio di polari d’urto con c1 = 300m/s

Soluzione: si determina la polare da usare considerando che per M1 = 2, se la corrente


incidente non incontra ostacoli, ha v1 = M1 c1 = 600m/s: questo è il valore che deve fornire
la polare nel limite in cui α → 0, ovvero quando il diedro si chiude, per cui l’urto diventa
infinitesimo e poi scompare. Delle curve rappresentate, la sola adatta è la seconda da sinistra,
che per α → 0 fornisce per la corrente uscente vx = v1 = 600m/s e vy = 0. Per determinare la
direzione dell’urto, si comincia a tracciare la retta con inclinazione α, congiungendo l’origine
con un punto di coordinate px , py tale che py /px = tan α (si sceglie un punto qualunque
px sull’asse orizzontale, e si calcola l’altra coordinata py = px tan α. Questo rende inutile il
goniometro). Proseguendo con la consueta costruzione, si ottiene la linea con l’inclinazione
φ dell’urto. Riportando da un punto qualunque di questa linea la verticale e l’orizzontale, si
trovano due valori ux , uy (da non confondersi con quelli della corrente uscente), che forniscono
φ con la semplice relazione φ = arctan(uy /ux ). Ne risulta φ ' 39.3o.

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