- Esercitazione 3 -
- Flusso intorno ad un cilindro –
Alberto Corbelli
4 Gennaio 2007
Parte 1
Sia data l’equazione di Navier-Stokes espressa in termini di vorticità e funzione di corrente in
coordinate polari:
∂ω 1 ∂ω ∂ω 2 ∂ 2ω 1 ∂ω 1 ∂2ω
+ uθ + ur = + +
∂t r ∂θ ∂r Re ∂r 2 r ∂r r 2 ∂θ 2
∂ 2ψ 1 ∂ψ 1 ∂2ψ
2 + + = −ω
∂r r ∂r r 2 ∂θ 2
∂ω
ψ= = 0 per r = 1
∂r
∂ω
→ 0,ψ → r sin θ per r → +∞
∂r
dove prenderemo come “ ∞ ” il bordo esterno del dominio di integrazione, considerato ad una
distanza sufficientemente elevata dalla fonte di disturbo inserita nel flusso asintotico.
Il dominio di integrazione, descritto in coordinate polari, è così rappresentabile:
E’ da evidenziare che la griglia applicata per la discretizzazione del dominio non è del tipo riportato
in figura, del tutto indicativa, ma circolare e saggiamente infittita nelle vicinanze del contorno del
cilindro, dove è necessaria una migliore risoluzione spaziale per cogliere i gradienti elevati delle
grandezze all’interno del flusso.
Per facilitare la soluzione si può pensare di “tagliare” il dominio in prossimità della coordinata
θ = 0 e considerare, attraverso un opportuno cambio di variabile, un dominio di integrazione
rettangolare. Questo può essere ottenuto ponendo:
θ 1
β= , z= log(r )
π π
1
con la definizione quindi di un nuovo dominio [ β , z ] = [ 0, 2] × 0, log(rinf ) . La scelta di z è fatta
π
appunto in funzione di quanto detto riguardo l’infittimento della griglia nell’intorno del contorno
del cilindro. Un particolare della griglia è mostrato nella seguente immagine:
Si vuole verificare ora il cambio di variabile descritto, mostrando l’identità dei due problemi.
Poniamo innanzitutto:
∂ψ ∂ψ ∂β
=
∂θ ∂β ∂θ
2
∂ 2ψ ∂ 2ψ ∂β ∂2ψ 1
= = 2 2
∂θ 2 ∂β 2 ∂θ ∂β π
∂ψ ∂ψ ∂r
=
∂z ∂r ∂z
2
∂ 2ψ ∂ 2ψ ∂r ∂ψ ∂ r
2
πz 2 ∂ ψ
2
∂ψ
= 2 + = (π e ) + (π 2 eπ z )
∂z 2 ∂r ∂z ∂r ∂z 2
∂r 2
∂r
Si può quindi andare a sostituire ad esempio nell’espressione del Laplaciano nell’equazione di
Navier-Stokes, ottenendo un problema equivalente, nelle nuove variabili, semplicemente ponendo
E = π eπ z :
∂ 2ψ ∂ 2ψ
+ 2 = −ω E 2
∂β 2
∂z
∂ω ∂ψ ∂ω ∂ψ ∂ω 1 ∂ 2ω ∂ 2ω
E2 − + = +
∂t ∂β ∂z ∂z ∂β Re ∂β 2 ∂z 2
Dt
ωijn +1 = ωijn − (uβ Sz ωijn +1 + uz Sβ ωijn +1 ) Dt + ( Sβ2 ωijn +1 + Sz2 ωijn +1 )
Re
Dt 2
[ I + Dt (uβ S z + uz Sβ ) − ( Sβ + Sz2 )]ωijn +1 = ωijn
Re
L’operatore così trovato è una matrice pentadiagonale, quindi di inversione piuttosto semplice,
soprattutto utilizzando metodi che riducano il problema a più sottoproblemi tridiagonali (invertibili
quindi con un algoritmo quale quello di Thomas).
Per fare quanto detto, si utilizza il cosiddetto metodo ADI (Alternate Direction Input), così
impostato.
Sia inizialmente:
1 2
S ' z = uβ S z − Sz
Re
1 2
S 'β = u z S β − Sβ
Re
[ I + DtS 'z ][ I + DtS 'β ] = I + DtS 'z + DtS 'β + Dt 2 S 'β S 'z
in cui è facile notare come il termine quadratico può essere trascurato in quanto dello stesso ordine
di approssimazione del metodo utilizzato per la discretizzazione spaziale, ottenendo a destra una
relazione identica a quella iniziale.
E’ possibile allora studiare l’espressione:
che può essere scomposta in due problemi tridiagonali e finalmente invertibile per mezzo
dell’algoritmo di Thomas:
Il metodo ADI deve inoltre il suo nome all’ipotesi di invertire l’ordine di scomposizione nei due
problemi, alternando ad ogni passo temporale la soluzione.
Si osservi ora l’equazione di Poisson per la funzione di corrente; una volta discretizzata nello spazio
utilizzando la formula del Laplaciano discreto a 5 punti, la si esprime nella forma:
Aψ = B
ψ n +1 = ψ n + α (ψ%n+1 −ψ n )
dove ψ%n +1 è la stima della soluzione, ottenuta in genere attraverso il metodo di Gauss-Seidel.
Quest’ultimo consente una facile e precisa soluzione della forma Aψ = B decomponendo la matrice
A nella somma di una matrice diagonale M e di due matrici rispettivamente triangolare inferiore e
triangolare superiore L e U. Tale metodo ottiene quindi la soluzione del problema dall’equazione:
Dψ n +1 = Lψ n +1 + Uψ n + B
ψ n +1 = (1 − α )ψ n + α [ D−1 ( Lψ n +1 + Uψ n + B )]
( I − α D −1 L)ψ n+1 = [(1 − α + αU )ψ n + B ]
2π
λ = 1−
N
che risulta essere molto minore del minimo autovalore del metodo di Gauss-Seidel, appena visto, e
del metodo di Jacobi, un metodo basato su una decomposizione di A simile a quella effettuata per il
primo. Inoltre, con il metodo SOR si ottiene in più un notevole risparmio in termini di tempo di
calcolo grazie alla facile inversione dell’operatore che moltiplica ψ n +1 .
Parte 3
Da ultima, viene analizzata dal punto di vista fisico la soluzione del flusso attorno al cilindro.
Innanzitutto, vengono riportati gli andamenti nel dominio della vorticità e della funzione di
corrente.
In Fig. 2 è riportata la soluzione in termini di vorticità all’interno del dominio: in essa è possibile
notare come si instauri una certa dissimmetria all’interno del campo di moto, in quanti a certi valori
del numero di Reynolds si distaccano dalla superficie del cilindro vortici con periodicità alternata,
che vanno poi ad esaurirsi in intensità. La vorticità, infatti, per effetto dei termini dissipativi
decresce verso valle.
Nella seconda immagine riportata, si osservano ancora le fluttuazioni nelle linee di flusso derivate
del distacco alternato dei vortici in scia: l’inserimento di un simile disturbo nel campo di moto
perturba la velocità del flusso a valle, e quindi le linee a funzione di corrente costante.
Grazie al programma di calcolo utilizzato, possono essere monitorate le principali grandezze
all’interno del campo di moto: coefficiente di portanza, coefficiente di resistenza Cd (quindi
l’andamento delle pressioni sulla superficie del cilindro), vorticità alla parete e punto di separazione
dello strato limite dalla superficie stessa.
Per quanto riguarda l’andamento dei coefficienti aerodinamici, si possono evidenziare le
oscillazioni introdotte dal distacco dei vortici sul Cl , che portano quindi ad un aumento o ad una
diminuzione della portanza sul cilindro a seconda che i vortici si siano distaccati, rispettivamente,
sotto o sopra la linea di mezzeria del dominio.
Il coefficiente di resistenza invece viene ad assestarsi, dopo un lungo transitorio, attorno al valore
1,2, che è all’incirca quello riportato genericamente per un corpo circolare bidimensionale immerso
in un flusso a velocità costante.
La vorticità e la pressione alla parete vengono riportati solamente per la metà superiore del cilindro,
“fotografate” all’istante conclusivo della simulazione: si nota come la prima sia prevalentemente
negativa, in quanto di segno opposto è quella rilasciata nella scia a valle del cilindro, mentre la
seconda tende ad aumentare avvicinandosi alla parte anteriore del cilindro, in prossimità del punto
di ristagno, e a diminuire, per mantenersi poi pressoché costante a partire dal punto di separazione
verso valle.
Fig. 6 – Distribuzione della vorticità sulla parete superiore del cilindro