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Capitolo V
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Spostamenti

2.2 Sistema di travi determinato


Con riferimento al sistema di travi isostatico, studiato in §II.6.2, è possibile determinare
il campo di spostamento e rotazione a partire dalla conoscenza del campo della forza
assiale, rappresentato in Fig. II.37b. Il materiale costituente le travi sia caratterizzato da
comportamento elastico lineare omogeneo (N=Aεm), le travi siano puramente estensibili
(B,C→∞) e uniformemente rettilinee a tratti (A = costz); i problemi flessionale ed esten-
sionale sono accoppiati.
Il problema estensionale è governato dall’Eq. (1.10) che scritta per ciascuno
dei due tratti assume la forma:

Ni = A wi’ (i = 1, 2) ;

ed integrata diventa:

wi(zi) = Ni/A zi + cwi ,

essendo Ni = costzi nell’esempio considerato e dove le variabili zi indicano le ascisse


rettilinee istituite su ciascuno dei due tratti regolari di trave con origine nei posti qa e qb
rispettivamente, Figg. II.34 e 2.
Il problema flessionale obbedisce all’Eq. (1.18) con M≡0:

vi’’ = 0 (i = 1, 2) ,
che integrata fornisce:
vi’(zi) = cvi1,
vi(zi) = cvi1 zi + cvi2 .

Si impone quindi nei vincoli esterni ed interni il rispetto delle 6 condizioni al contorno
di tipo cinematico:

d1(0)·n = 0 , θ1(0) = 0 , d2(0) = 0 , d2(l2) - d1(l1) = 0 .


106 Meccanica della Trave
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Osservando che l1 = l√2, l2=l, e n=k1, le equazioni precedenti diventano:

1) w1(0) = 0, 2) θ1(0) = –v1’(0) = 0, 3) w2(0) = 0, 4) v2(0) = 0,


5,6) w2(l2)k2 + v2(l2)j2 = w1(l1)k1 + v1(l1)j1 .

L’identificazione k1 = √2/2 (-k2+j2), j1 = -√2/2 (k2+j2) permette di scrivere in forma


scalare le equazioni 5,6):

5) – √2/2 w1(l1) – √2/2 v1(l1) = w2(l2),


6) √2/2 w1(l1) – √2/2 v1(l1) = v2(l2),

Risolvendo il seguente sistema di equazioni algebriche lineari:

cw1 = 0,
cv11 = 0,
cw2 = 0,
cv22 = 0,
– √2/2 [(–2Pl/A) + cv12] = (–Pl/A),
√2/2 [(–2Pl/A) – cv12] = cv21 l.

si possono determinare le 6 costanti di integrazione fin ora incognite:

cw1 = cv11 = cw2 = cv22 = 0,


cv12 = (2 + √2) Pl/A ≅ 3.41 Pl/A,
cv21 = – (1+ 2√2) P/A ≅ – 3.82 Pl/A.

I campi delle componenti di spostamento, Fig. 2, w1, w2, e v2 risultano pertanto lineari:

w1 = –P√2/A z1, w2 = –P/A z2, v2 = – (1+ 2√2) P/A z2,


Min w1 = –2 Pl/A, Min w2 = –Pl/A, Min v2 ≅ – 3.82 Pl/A.

mentre la componente v1 è costante:

v1 = (2 + √2) Pl/A ≅ 3.41 Pl/A.

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V. Spostamenti 107
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j1 j1

k1 wA/(Pl ) k1 vA/(Pl )
(+)

3.41
3.82
1
(-)
(-)
(-)
k2 k2
2
j2 j2
a) Assiale; b) trasversale.
Fig. 2 – Campi delle componenti dello spostamento.

La composizione dei campi delle compo-


nenti assiale e trasversale dello sposta-
mento, tracciati nelle Figg. 2a,b rispetti- qa
vamente, consente di disegnare la forma 1 wA/(Pl )
attuale assunta dal supporto del sistema
vA/(Pl )
di travi, Fig. 3. In particolare, la linea
tratteggiata rappresenta la forma di rife-
rimento, mentre la linea a tratto pieno 3.41 2
denota la struttura deformata, sotto
l’azione della forza singolare mostrata in 3.82
qb
Fig. II.36. Curiosamente, i due tratti di
2
trave si allineano quasi perfettamente.
1
L’elemento 1 trasla della quantità
3.41Pl/A nella direzione parallela al pia-
no di scorrimento del glifo qa, mentre l’e- Fig. 3 – Forma attuale.
lemento 2 ruota in verso orario della quan
tità 3.82 P/A (=-v2’) intorno alla cerniera esterna fissa qb. Inoltre, l’elemento 1 si accor-
cia della quantità 2Pl/A, mentre l’elemento 2 si accorcia della quantità Pl/A.
108 Meccanica della Trave
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2.3 Trave indeterminata
Come ulteriore esempio, si consideri la j1
trave mostrata in Fig. 4: il supporto è co- j2 k2 Ke
stituito da due tratti regolari: il primo è
k1 p α
“orizzontale”, il secondo è “inclinato”
dell’angolo α (antiorario, quindi negativo) l
rispetto al precedente; il supporto presenta
pertanto una variazione di direzione, i Kr
vincoli di estremità sono elastici, mentre il
vincolo esterno intermedio è fisso; inoltre, l
la trave sia puramente flessibile con
B = costz in entrambi i tratti regolari, e il Fig. 4 – Condizioni al contorno e di salto.
tratto “orizzontale” sia soggetto ad una
densità di forza p, mentre il tratto “inclinato” sia scarico. I problemi estensionale e fles-
sionale risultano accoppiati e quindi non risolubili separatamente.
Si introduce una terna ortonormale ed un sistema di riferimento cartesiano or-
togonale per ciascuno dei due tratti regolari, con origine nell’estremità sinistra di ognu-
no; e si integra separatamente l’equazione di campo Eq. (1.19) in ognuno di essi, otte-
nendo per il primo tratto una funzione del 4° ordine:
Bv1"' (z ) = pz + a1 , Bv1" (z ) = pz 2 + a1 z + b1 ,
1
2
Bv1' ( z ) = pz 3 + a1 z 2 + b1 z + c1 ,
1 1
6 2
Bv1 ( z ) =
1 1 1
pz + a1 z 3 + b1 z 2 + c1 z + d1;
4
24 6 2

e per il secondo una legge “cubica”:

Bv2"' ( z ) = a2 , Bv2" ( z ) = a2 z + b2 ,

Bv2' ( z ) = a2 z 2 + b2 z + c2 ,
1
2
Bv2 (z ) = a2 z 3 + b2 z 2 + c2 z + d 2 .
1 1
6 2

La prescrizione di inestensibilità per la trave comporta che l’Eq. (1.10) perda senso,
mentre le Eq. (1.1)1 e (1.2)1 impongono la costanza delle componenti assiali dello spo-
stamento e della forza interna di contatto

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V. Spostamenti 109
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w1' = 0 ⇒ w1 = w10 , w2' = 0 ⇒ w2 = w20 ;
N1' = 0 ⇒ N1 = N10 , N 2' = 0 ⇒ N 2 = N 20 .
Le condizioni al contorno nei vincoli esterni forniscono:

1) v1 (0 ) = 0 ⇒ d1 = 0 ,
2) w1 (0 ) = 0 ⇒ w10 = 0 ,
Kr
3) M 1 (0 ) = K rθ1 (0 ) ⇒ B v1" (0 ) = K r v1' (0 ) ⇒ b1 = c1 ,
B

per l’incastro “elastico” ;

4) v2 (0 ) = 0 ⇒ d 2 = 0,
5) θ 2 (0 ) = 0 ⇒ v2' (0 ) = 0 ⇒ c2 = 0,

per il glifo fisso applicato alla estremità sinistra del tratto “inclinato” ; e

6) t 2 (l ) ⋅ k 1 = 0 ⇒ [N 2 (l )k 2 + Q2 (l ) j2 ] ⋅ k 1 = N 2 (l ) Cosα − Q2 (l ) Senα =
= N 20 Cosα + B v2"' (l ) Senα = 0 ⇒ N 20 Cosα + a2Senα = 0,
7) t 2 (l ) ⋅ j1 = − K e [d 2 (l ) ⋅ j1 ] ⇒ [N 2 (l )k 2 + Q2 (l ) j2 ] ⋅ j1 = − K e { [w2 (l ) k 2 + v2 (l ) j2 ] ⋅ j1} ⇒
N 2 (l ) Senα + Q2 (l ) Cosα = − K e [w2 (l ) Senα + v2 (l ) Cosα ] ⇒
N 20 Senα − B v2"' (l ) Cosα = − K e [w2 (l )Senα + v2 (l ) Cosα ] ⇒
⎡ 1 ⎛1 1 ⎞ ⎤
N 20 Senα − a2 Cosα = − K e ⎢ w20 Senα + ⎜ a2l 3 + b2l 2 + c2l + d 2 ⎟ Cosα ⎥ ,
⎣ B ⎝ 6 2 ⎠ ⎦
8) M 2 (l ) = 0 ⇒ v2 (l ) = 0 ⇒ a2l + b2 = 0,
"

per la molla estensionale.


La continuità cinematica interna nel posto comune ai due tratti regolari si tra-
duce nelle condizioni seguenti:

d 2 (0 ) = d1 (l ) ⇒ w2 (0 ) k 2 + v2 (0 ) j2 = w1 (l ) k 1 + v1 (l ) j1 ⇒
w2 (0 )(Cosα k 1 + Senα j1 ) + v2 (0 )(− Senα k 1 + Cosα j1 ) = w1 (l )k 1 + v1 (l ) j1 ⇒
w2 (0 ) Cosα − v2 (0 )Senα = w1 (l ), w2 (0 )Senα + v2 (0 ) Cosα = v1 (l ) ⇒
1
9) w20 Cosα − d 2 Senα = w10 ,
B
1 1⎛ 1 1 1 ⎞
10) w20 Senα + d 2 Cosα = ⎜ pl 4 + a1l 3 + b1l 2 + c1l + d1 ⎟ ,
B B ⎝ 24 6 2 ⎠
110 Meccanica della Trave
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11) θ 2 (0 ) = θ1 (l ) ⇒ v2' (0 ) = v1' (l ) ⇒ c2 = pl 3 + a1l 2 + b1l + c1 ,


1 1
6 2

che implicano la solidarietà totale tra i due elementi di trave.


La continuità dinamica nel medesimo
posto implica, Fig. 5:
Q2(0) N2(0)
12) [t 2 (0) − t1 (l )] ⋅ k 2 = 0,
{ [N 2 (0)k 2 + Q2 (0) j2 ] + M2(0)
− [N1 (l ) k 1 + Q1 (l ) j1 ]}⋅ k 2 = 0,
N 2 (0 ) − N1 (l ) Cosα − Q1 (l )Senα = 0, N1(l)
N 20 − N10 Cosα + B v1"' (l )Senα = 0,
M20
N 20 − N10 Cosα + ( pl + a1 ) Senα = 0,
M1(l)
Q1(l)
in quanto il glifo eroga una componente V20
di forza vincolare nulla nella direzione k2.
Il sistema di 12 equazioni algebriche linea Fig. 5 – Dinamica del “nodo”.
ri nelle 12 costanti di integrazione incognite

⎡ w10 N10 a1 b1 c1 d1 w20 N 20 a2 b2 c2 d2 ⎤ ⎧ ⎫


⎢ 1) 1 ⎥ ⎪ ⎪
⎢ 2) ⎥ ⎪⎪ ⎪
1 ⎪
⎢ 3) 1 −Kr B ⎥ ⎪ ⎪
⎢ 4) 1 ⎥ ⎪⎪ ⎪

⎢ 5) 1 ⎥ ⎪ ⎪
⎢ 6) Cosα Senα
⎥ ⎪⎪ ⎪

⎢ K l 3Cosα K el Cosα
2
K elCosα
⎥ ⎪
K e Cosα = ⎨

⎢ 7) K eSenα Senα -Cosα + e ⎥ ⎪ ⎬

6B 2B B B
⎢ 8) l 1 ⎥ ⎪ ⎪
⎢ Senα ⎥ ⎪ pl 4 ⎪
⎪ ⎪
−1 Cosα −
⎢ 9) B ⎥ ⎪ 24 B ⎪
⎢10) −
l3

l2

l

1
Senα
Cosα ⎥ ⎪ pl 3 ⎪
⎢ 6B 2B B B B ⎥ ⎪⎪ 6 ⎪⎪
⎢11) −
l2
−l −1 ⎥ ⎪ 0 ⎪
⎥ ⎪⎩− plSenα ⎪⎭
1
⎢ 2
⎣12) -Cosα Senα 1 ⎦

ammette una ed una sola soluzione nell’ipotesi di iperelasticità del materiale costituente
la trave, Eq. (IV.3.1).
Infine, una volta noti i campi delle azioni di contatto, le rimanenti due condi-
zioni scalari di salto dinamico possono essere usate per calcolare le azioni vincolari
somministrate dal glifo, Fig. 5:

13) [t 2 (0) − t1 (l )] ⋅ j2 + V20 = 0 ⇒

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⇒ { [N 2 (0) k 2 + Q2 (0) j2 ] − [N1 (l ) k 1 + Q1 (l ) j1 ] }⋅ j2 + V20 = 0 ⇒
⇒ Q2 (0 ) + N1 (l )Senα − Q1 (l )Cosα + V20 = 0 ⇒
⇒ − B v2"' (0 ) + N10 Senα + B v1"' (l ) Cosα + V20 = 0 ⇒
⇒ −a2 + N10 Senα + ( pl + a1 ) Cosα + V20 = 0,

[ ]
14) [M 2 (0) − M 1 (l )] + M 20 = 0 ⇒ − B v2" (0) + Bv1" (l ) + M 20 = 0 ⇒

⎡ ⎛1 2 ⎞⎤
⎢− b2 + ⎜ 2 pl + a1l + b1 ⎟⎥ + M 20 = 0.
⎣ ⎝ ⎠⎦

3. STRUTTURE RETICOLARI
Questa tipologia strutturale è stata già studiata in §II.7 e verrà ripresa in §VI.2.4; in
questo capitolo essa viene presentata come un tipico esempio di struttura naturalmente
discreta, Fig. 6, in quanto sia il trasporto che il campo delle azioni interne di contatto
(forza assiale) risultano noti non appena si conosca il campo degli spostamenti nodali,
espresso in funzione delle azioni esterne. Tale campo può essere determinato a partire
dal primo Corollario del Teorema dei Lavori Virtuali, enunciato alla fine del §III.1.2 e
denominato Corollario degli Spostamenti Virtuali.

3 3 4 D3V D4V

5 4

l 1 2

T oC
J,V

1 2 D1 =0
V
I D2V=0
K,W
l

Fig. 6 – Struttura reticolare. Fig. 7 – Campo di spostamento virtuale.


112 Meccanica della Trave
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Si assegni un campo di spostamento virtuale caratterizzato dagli “N” spostamenti nodali
DhV (h=1,2,…,N), Fig. 7; si assuma anche una base “globale” KJI; per l’asta “k-esima”
l’equazione differenziale di congruenza relativa alla deformazione estensionale Eq.
(1.1)1 si scrive in termini finiti, App. 3:

ε kV = ⎢
( )
⎡ DfV − DiV ⋅ a ⎤
⎥ , k = 1,2,..., M, (1)
⎢⎣ l ⎥⎦ k

avendo indicato con DiVk , DfVk gli spostamenti dei nodi rispettivamente iniziale (i) e fina-
le (f) dell’asta stessa, con ak il versore dell’asta orientato dal nodo iniziale verso quello
finale, e con “M” il numero delle aste; è stata inoltre assunta l’uniformità della defor-
mazione estensionale lungo l'asta. La deformazione ε kV assume pertanto il ruolo di
deformazione estensionale virtuale congruente con il campo di spostamento assegnato
DhV.
Indicando con Ak la rigidezza estensionale e con α k il coefficiente di dilatazio-
ne termica dell’asta “k-esima”, la risposta del materiale consente di legare la forza as-
siale effettiva alla deformazione effettiva totale nell’asta “k-esima”, Eq. (1.3)1:

ε Tk
E
= ε mk + ε tk =
N kE
Ak
{ [
+ (αT ) k ⇒ N kE = A ε TE − ( αT ) ]} k , (2)

e l’equazione di congruenza estensionale permette di esprimere la deformazione effetti-


va totale della “k-esima” asta in funzione degli spostamenti effettivi totali dei nodi “fi-
nale” e “iniziale” alle estremità dell’asta medesima, di lunghezza lk:

ε Tk
E
=⎢
(
⎡ D Tf
E
− D Ti
E
)
⋅a⎤
⎥ , (3)
⎢⎣ l ⎥⎦ k

anche in questo caso è stata assunta l’uniformità della deformazione estensionale lungo
l’asta.
Pertanto, il lavoro virtuale interno speso dalla forza assiale effettiva nella de-
formazione virtuale in tutta la struttura si ottiene sommando i contributi provenienti
dalle singole aste:

∑ (N )
M M
⎛ l ⎞
LVint = ∑ ∫ ⎜
k =1 ⎝
0
N Eε V dz ⎟ =
⎠k k =1
ε l
E V
k =

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V. Spostamenti 113
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M
(
⎧⎪ ⎡ D E − D E ⋅ a ) (
⎤ ⎡ D V − DiV ⋅ a ⎤ ⎫⎪ )
∑ ⎨⎪⎩ A⎢⎣⎢
k =1
Tf
l
Ti
− εt ⎥ ⎢ f
⎦⎥ ⎣⎢ l
⎥l ⎬ k,
⎥⎦ ⎪⎭
(4)

avendo tenuto conto che la forza assiale effettiva è costante in ogni asta, Eq. (2).
Il lavoro virtuale esterno è dato invece da:

N
LVest = ∑F
h =1
E
h ⋅ DV
h, (5)

avendo tralasciato per semplicità di esposizione i contributi dei vincoli mobili ed elasti-
ci, e dove FhE rappresenta la forza singolare a distanza effettiva agente nel generico
nodo “h-esimo”.
Con riferimento alla struttura di Fig. 6, nella quale sono assenti azioni mecca-
( )
niche esterne ⇒ LVest = 0 e dove è presente soltanto una deformazione (anelastica) di
natura termica di intensità costante ε t = αT o C > 0 nell’asta n° 4, l’uguaglianza dei
lavori virtuali interno ed esterno, Eqq. (4) e (5), comporta che:

LVint = ⎨ A⎢ 3
(
⎧⎪ ⎡ W E K + V E J ⋅ J ⎤
3 ) [(
⎥ W3 K + V3 J ⋅ J
V V
) ] ⎫⎪⎬ +
⎪⎩ ⎣⎢ l ⎦⎥ ⎪⎭

+ ⎨ A⎢ 4
(
⎧⎪ ⎡ W E K + V E J ⋅ J ⎤
4 ) [(
⎥ W4 K + V4 J ⋅ J
V V
) ] ⎫⎪⎬ +
⎪⎩ ⎣⎢ l ⎦⎥ ⎪⎭

[( ) (
⎧⎪ W E K + V4E J − W3E K + V3E J ⋅ K ⎫⎪
+ ⎨A 4
)] {[(
⎬ W4 K + V4 J − W3 K + V3 J ⋅ K +
V V V V
) ( )] }
⎪⎩ l ⎪⎭
⎧ ⎡ E ⎫
( )
⎪ ⎢ W4 K + V4E J ⋅ (K + J )
2 ⎤
⎥ ⎪

+ ⎨ A⎢

( ⎤
2 − αT ⎥ W V K + V V J ⋅ (K + J ) 2 ⎪ +
⎢ 4 4 ⎥ ⎬ )
⎪ ⎢ 2l ⎥ ⎣⎢ 2 ⎦⎥ ⎪
⎪⎩ ⎢⎣ ⎥⎦ ⎪⎭
⎧ ⎡ E ⎫
(
⎪ ⎢ W3 K + V3E J ⋅ (− K + J )) 2⎤
⎥⎡ ⎪

+ ⎨ A⎢ ⎢ 3 3 (
2 ⎥ W V K + V V J ⋅ (− K + J ) 2 ⎤
)

⎥⎬=0 (6)
⎪ ⎢ 2l ⎥ ⎢⎣ 2 ⎥⎦ ⎪
⎪⎩ ⎢⎣ ⎥⎦ ⎪⎭

Sviluppando i prodotti nell’Eq. (6) si ottiene:


114 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
⎡⎛ 2 ⎞⎟ E 2 E ⎤
⎢⎜⎜1 + W3 − V3 − W4E ⎥ W3V +
⎢⎣⎝ 4 ⎟⎠ 4 ⎥⎦
⎡ 2 E ⎛⎜ 2 ⎞⎟ E ⎤ V
+ ⎢− W3 + 1 + V3 ⎥ V3 +
⎢⎣ 4 ⎜ 4 ⎟⎠ ⎥⎦

⎡ ⎛ 2 ⎞⎟ E 2 E 2 ⎤
+ ⎢− W3E + ⎜1 + W4 + V4 − αT l ⎥ W4V +
⎜ ⎟
⎣⎢ ⎝ 4 ⎠ 4 2 ⎦⎥
⎡ 2 E ⎛ 2 ⎞⎟ E 2 ⎤
+⎢ W4 + ⎜1 + V4 − α T l ⎥ V4V = 0, (7)
⎢⎣ 4 ⎜ 4 ⎟⎠ 2 ⎥⎦

avendo per snellezza di calcolo assunto una rigidezza estensionale A uguale per tutte le
aste.
Poiché il 1° membro dell’Eq. (7) deve annullarsi per qualunque valore delle
componenti di spostamento virtuale W3V, V3V, W4V, V4V, devono indipendentemente
annullarsi i singoli coefficienti delle suddette componenti, cioè

⎛ ⎞
⎜1 + 2 ⎟ W3E − 2 V3E − W4E = 0, (8a)
⎜ 4 ⎟⎠ 4

2 E ⎛⎜ 2 ⎞⎟ E
− W3 + 1 + V3 = 0, (8b)
4 ⎜ 4 ⎟⎠

⎛ 2 ⎞⎟ E 2 E 2
− W3E + ⎜1 + W + V4 − αT l = 0, (8c)
⎜ 4 ⎟ 4 4 2
⎝ ⎠
2 E ⎛⎜ 2 ⎞⎟ E 2
W4 + 1 + V4 − α T l = 0. (8d)
4 ⎜ 4 ⎠ ⎟ 2

Le Eqq. (8) hanno il significato di equazioni scalari di equilibrio delle forze per i nodi
“liberi”, cioè non vincolati; le incognite sono costituite dalle componenti di spostamen-
to di detti nodi. Per meglio comprendere questa interpretazione meccanica delle Eqq.
(8), è utile richiamare l’analogia tra l’asta incernierata alle estremità, di lunghezza l e
rigidezza assiale A, e la molla estensionale, di costante elastica Ke=A/l, introdotta in
App. 3. A seguito degli spostamenti nodali, le aste subiscono variazioni di lunghezza,
proporzionali alle differenze degli spostamenti dei nodi di estremità delle aste medesi-
me, App. 3; le aste esercitano quindi sui nodi forze di richiamo elastico, proporzionali
agli spostamenti nodali. Su ciascun nodo risultano allora in generale applicate sia forze

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V. Spostamenti 115
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interne dovute alle aste convergenti nel nodo medesimo sia forze esterne, l’equilibrio
tra le quali è garantito proprio dalle Eqq. (8), App. 4.
Le Eqq. (8) possono essere per comodità riscritte in forma matriciale:

⎡⎛ 2 ⎞⎟ 2 ⎤
⎢⎜⎜1 + − −1 0 ⎥
⎢⎝ 4 ⎟⎠ 4 ⎥
⎢ ⎛ ⎞ ⎥⎧ E ⎫ ⎧ 0 ⎫
⎢ − 2 ⎜1 + 2 ⎟ 0 0 ⎥ ⎪W3 ⎪ ⎪ 0 ⎪ ⎧0⎫
⎢ 4 ⎜
⎝ 4 ⎟⎠ ⎥ ⎪V3E ⎪ ⎪⎪ 2
⎪ ⎪ ⎪
⎪ ⎪0⎪
⎢ ⎥ ⎨ E ⎬ + ⎨− αT l ⎬ = ⎨ ⎬. (9)
⎢ ⎛ ⎞ 2 ⎥ ⎪W4 ⎪ ⎪ 2 ⎪ ⎪0⎪
⎜1 + 2 ⎟
⎢ −1 0
⎜ 4 ⎟⎠ ⎥ ⎪V E ⎪ ⎪ 2 ⎪ ⎪ ⎪
⎢ ⎝ 4
⎥ ⎩ 4 ⎭ ⎪− αT l ⎪ ⎩0⎭
⎢ ⎛ ⎞⎥ ⎩ 2 ⎭
2 ⎜1 + 2 ⎟⎥
⎢ 0 0

⎣⎢ 4 ⎝ 4 ⎟⎠⎦⎥

La matrice dei coefficienti delle Eqq. (9) è detta matrice di rigidezza della struttura.
Essa è quadrata, simmetrica e non-singolare; la soluzione del sistema di equazioni alge-
briche lineari Eqq. (9) fornisce i valori delle componenti di spostamento W3E, V3 E, W4 E,
V4 E, che definiscono il trasporto effettivo della struttura in esame, Fig. 8:

W3E = 0.884 αT l , V3E = 0.230 αT l , W4E = 1.114 αT l , V4E = 0.230 αT l ,

Le Eqq. (2) e (3) permettono poi di risalire agevolmente alle forze assiali agenti nelle
singole aste, Fig. 9:
⎧⎪ ⎡⎛ D E − D E ⎞ ⎤ ⎫⎪
N kE = ⎨ A⎢⎜⎜ Tf Ti ⎟
⎟ ⋅ a − αT ⎥⎬ ,
⎪⎩ ⎢⎣⎝ l ⎠ ⎥⎦ ⎪⎭ k

(
N1E = AV3E l = 0.230αT A, N 2E = AV4E l = 0.230 αT A , N 3E = A W4E − W3E l = 0.230αT A, )
N 4E = A⎢
(
⎡ 2 W4E + V4E )

− αT ⎥ = −0.327αT A, N 5E = A
2 V3E − W3E (
= −0.327αT A .
)
⎣⎢ 2 2l ⎦⎥ 2 2l
116 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

D3E D4E
0.230αT A

− 0.327αT A

0.230αTA

0.230αTA
− 0.327αT A

Fig. 8 – Campo di spostamento effettivo. Fig. 9 – Campo della forza assiale.

In §VI.2.4, il problema appena affrontato sarà risolto applicando il Metodo delle Coa-
zioni: si potrà allora constatare la coincidenza della soluzione con quella testé ottenuta
in questa sede mediante il Metodo degli Spostamenti, fissando ad esempio l’attenzione
sul valore della forza assiale nell’asta n° 5.

5. TRAVE IN AMBIENTE TRIDIMENSIONALE

5.1 Generalità
La trattazione svolta nei paragrafi precedenti relativamente alla trave in ambiente bidi-
mensionale può essere immediatamente estesa alla trave immersa in un ambiente tridi-
mensionale.
Per quanto attiene alla cinematica, il campo del “piccolo” spostamento dτ è contenuto
nel piano ij ovvero e1e2 ed è definito attraverso la torsione τ, cioè la rotazione relativa
tra due fibre a distanza unitaria intorno all’asse z ≡ x3, Fig. 11a:

dτ (x,y) = Θ x j - Θ y i, Θ = τ z, τ = Θ ’ = costz, (1)

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V. Spostamenti 117
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dove Θ è la rotazione della generica fibra di ascissa z rispetto alla fibra di ascissa z = 0,
Fig. 11b.
x≡x1
Θ
D0

1 y≡x2
z ≡ x3
j≡e2 Dz
i≡e1
k≡e3
a) Fibre a distanza unitaria; b) Campo di spostamento.
Fig. 11 – Cinematica tridimensionale.

Per quanto riguarda la dinamica, le azioni meccaniche esterne attive agenti a distanza
sono definite da una densità di coppia tangente (al supporto) σ (z)k e da una coppia tan-
gente singolare Tsk, mentre le azioni meccaniche esterne vincolari sono rappresentate
da coppie tangenti di contatto alle estremità della trave T0k e Tlk, Fig. 12.1

Dz
σ (z)k

T0k Ts k T lk T(z)k
zs

Fig. 12 – Azioni meccaniche esterne. Fig. 13 – Azioni meccaniche interne.

Le azioni meccaniche interne di contatto sono schematizzabili mediante una coppia di


coppie mutue T(z-)k=-T(z+)k=-T(z)k, Fig. 13; il modulo T della coppia interna di con-
tatto è detto momento torcente. Le equazioni localizzata di bilancio e di salto si scri-
vono pertanto

( ) ( )
T ′ + σ ( z ) = 0, T zs+ − T zs+ + Ts = 0 . (2)

La riposta elastica del materiale, Fig. 14,

1 Le coppie il cui asse momento è parallelo al supporto sono state indicate nelle figure
con il simbolo grafico della “doppia freccia”.
118 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
x≡x1
τm = T/D, (3)
τ
è deducibile dalla densità di energia po- Dz
tenziale elastica

û(τ) = ½ Dτm 2 = ½ T 2/D, (4) y≡x2


T D z+1
derivando la suddetta funzione rispetto
alla variabile cinematica τ ; D è la rigidez
za torsionale della trave; essa sarà identi
ficata con i parametri elastici e geometrici Fig. 14 – Risposta elastica del materiale.
del cilindro (prisma) di Saint-Venant nel
3° volume “Il cilindro di Saint-Venant” [3], Eq. (3°.IV.1.12).
La deformazione totale si ottiene sommando alla deformazione di origine mec-
canica quella di origine termica τt:

T
τ =τm +τt = +τt.
(5)
D

In §1, Eqq. (1)÷(8), è stato formulato il problema elastostatico nel piano zy individuato
dalle direzioni k-j ovvero e3-e2 in Fig. I.4. Rimane ora da definire il problema “com-
plementare”, cioè nel piano zx individuato dalle direzioni k-i ovvero e3-e1, Fig. 15a.
Risultano in questo caso positive la rotazione θ 2 in verso antiorario intorno alla dire-
zione j e la curvatura β 2 allorché la concavità è rivolta nel verso positivo della
direzione i; il trasporto è definito per il tramite delle consuete relazioni (i=1,2,3):

d = d i e i = w k + v j + u i, ω = τ k + θ 2 j + θ1 i,

mentre la convenzione sul segno delle azioni interne di contatto

t = N k + Q2 j + Q1 i, m = T k + M 2 j + M 1 i,

è data graficamente in Fig. 15b.

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V. Spostamenti 119
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i≡e1 N T

k≡e3 Q1 M2
i≡e1
j≡e2 θ2>0 β2≅χ2>0

k≡e3
d3e3+d1e1 j≡e2

a) Cinematica, b) Dinamica;
Fig. 15 – Problema elastostatico nel piano zx.

Il problema elastostatico assume allora la forma:

⎧ d 3′ = ε ,

cinematica ⎨θ 2 − d1′ = γ 2 , (γ 2 = ε = 0 ⇒ χ 2 := θ 2′ = d1′′ ≅ β 2 )
(6)
⎪ θ ′=χ ;
⎩ 2 2

⎧ N ′ + q = 0,

dinamica ⎨ Q1′ + p1 = 0,
(7)
⎪M ′ + Q + µ = 0;
⎩ 2 1 2

⎧ N
⎪ ε = ε TE = ε m + ε t = + αT ,
⎪ A
⎪ Q
materiale ⎨ γ 1 = γ 1T = γ 1m + γ 1t = 1 + γ 1t ,
E
(8)
⎪ C1
⎪ χ = χ E = χ + χ = M 2 + 2α∆T .
⎪ 2 2T 2m 2t
B2 h

Con riferimento all’Eq. (6)2 si fa notare che, nell’assunzione di trave puramente flessi-
bile, la deformazione (o incurvamento) flessionale χ2 è approssimativamente uguale
alla curvatura β 2, come si è già avuto modo di far notare nelle App. I.1 e I.2, a proposi-
to dell’incurvamento χ≡χ1≅β1≡β nel piano e3-e2. Inoltre, nell’Eq. (8)3 la variazione di
temperatura ∆T che determina la concavità dell’asse verso “il basso” corrisponde ad un
“riscaldamento” del lembo “superiore” della trave. Infine, le rigidezze flessionale B2,
Eq. (3°.III.1.9b), e trasversale C1, sono suscettibili di una identificazione con i parame-
tri geometrici ed elastici del cilindro (prisma) di Saint-Venant,

B2=YI2, C1=GA/κ1,
120 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

in maniera del tutto analoga a quella usata per B≡B1 nell’App. 3°.III.3 e per C≡C2 con
l’Eq. (3°.V.1.18) e nell’App. 3°.V.2 [3]; Y è il modulo di Young (§2°.IV.4.4) e G è il
modulo di rigidezza trasversale del materiale (§2°.IV.4.2) [2], A è l’area della sezione
retta della trave e I2 è il momento d’inerzia intorno all’asse x2 (App. 3°.I.1 [3]), il para-
metro κ1 è definito “fattore di taglio” lungo l’asse x1, App. 3°.V.2 [3].

E2 E2

E1 E1

E3 qb E3
qb
F1 F3 D(qa)=0, Ω (D a)=0
M3
F2 qa
M1 F3
D(qb)=0
F1 F2
qa
M2
a) snodo sferico nel posto qb, b) incastro nel posto qa e della fibra Da;
Fig. 16 – Caratterizzazione cinematica e dinamica dei vincoli nello spazio.

Infine, i modelli di vincolo bidimensionali di incastro piano e cerniera cilindrica trova-


no la loro naturale estensione nello snodo sferico (qb in Fig. 16a), e nell’incastro spa-
ziale (qa in Fig. 16b). Introducendo la base ortonormale globale costituita dai versori
E1,E2,E3, lo snodo sferico si caratterizza cinematicamente impedendo la traslazione2
D=DiEi del punto occupante il posto q della trave al quale è applicato, mentre l’incastro
spaziale annulla anche la rotazione Ω=ΩiEi della fibra D; pertanto le loro molteplicità
sono uguali a tre e sei rispettivamente. Dal punto di vista dinamico, lo snodo sferico
eroga una forza F=FiEi la cui retta d’azione passa per il centro dello snodo stesso, men-
tre l’incastro spaziale fornisce anche una coppia M=MiEi. Nelle rappresentazioni carte-
siane dei vettori D, Ω, F e M, Di e Fi sono le componenti dello spostamento e della
forza nella direzione Ei (i=1,2,3), Ωi e Mi sono le componenti della rotazione e del
momento intorno alla direzione Ei.

2 L’indice ripetuto indica sommatoria.

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V. Spostamenti 121
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

5.2 Applicazione strutturale


Al fine di familiarizzare con la formulazio E2
ne precedentemente esposta, si affronta
ora l’analisi di un’applicazione strutturale,
che sarò studiata in §VI.4 con il Metodo E1
delle Coazioni. Si consideri la struttura
uniformemente estensibile e flessibile E3 qb
mostrata in Fig. 17, dove è anche introdot- j2
ta la base ortonormale globale costituita ϕ a k2
dai versori E1,E2,E3. La struttura è costi- j1
i1 i2
tuita da due tratti regolari di trave, aventi l
supporti tra loro ortogonali e uguale lun- k1 qc
ghezza l; si indicano con (kji)1 (kji)2 le
due basi locali e con Bx e By le due rigi- qa
dezze flessionali intorno agli assi locali l P
“x” e “y” rispettivamente. Il primo tratto è
vincolato esternamente con un incastro
spaziale nel posto qa, mentre il secondo è Fig. 17 – Struttura in ambiente 3-D.
collegato al “suolo” da uno snodo sferico
nel posto qb; l’azione esterna è rappresenta da una forza singolare P applicata a distanza
nel posto qc di connessione tra i due tratti, agente nella direzione E2≡j1≡j2 ortogonale al
piano individuato da essi, nonché da un cedimento rotazionale ϕ a (antiorario)
dell’incastro spaziale intorno alla direzione E1≡k1≡-i2.
Il posto qc è un posto di singolarità geometrica del supporto che in qc cambia
direzione. Si divida allora il supporto nei due tratti regolari (1) qa-qc e (2) qc-qb e si in-
troducano i campi del trasporto locale (h=1,2),

dˆ h (z h ) = wˆ h (z h ) k h + vˆh (z h ) jh + uˆ h (z h ) i h ,
ˆ h (z h ) = τˆh (z h ) k h + θˆ2h (z h ) jh + θˆ1h (z h ) i h ,
ω

e le azioni interne di contatto (h=1,2):

tˆ h (z h ) = Nˆ h (z h ) k h + Qˆ 2h (z h ) ji + Qˆ1h (z h ) i h ,
ˆ h (z h ) = Tˆh (z h ) k h + Mˆ 2h (z h ) jh + Mˆ 1h (z h ) i h .
m
Le condizioni al contorno in qa e qb e di continuità cinematica e salto dinamico in qc
dettano:
122 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
⎧⎪dˆ (0 ) = 0 ⇒ 1),2),3) wˆ 1 (0) = vˆ1 (0) = uˆ1 (0 ) = 0,
qa : ⎨ 1
⎪⎩ 4),5),6) τˆ1 (0 ) = ϕ a , θˆ2 (0 ) = θˆ1 (0) = 0;
⎧⎪ dˆ 2 (l ) = 0 ⇒ 7),8),9) wˆ 2 (l ) = vˆ2 (l ) = uˆ 2 (l ) = 0,
qb : ⎨
ˆ (0) = 0 ⇒ 10),11),12) Tˆ (0) = Mˆ 22 (0) = Mˆ 12 (0) = 0;
⎪⎩m
⎧ dˆ 2 (0) = dˆ 1 (l ) ⇒ 13),14),15) wˆ 2 (0) k 2 + vˆ2 (0) j2 + uˆ 2 (0) i 2 = wˆ 1 (l ) k 1 + vˆ1 (l ) j1 + uˆ 2 (l ) i1 ,

⎪ω ˆ 2 (0) = ω ˆ 1 (l ) ⇒ 16),17),18) τˆ2 (0 ) k 2 + θˆ22 (0) j2 + θˆ12 (0) i 2 = τˆ1 (l ) k 1 + θ 21 (l ) j1 + θ11 (l ) i1;
⎪⎪tˆ 2 (0) − tˆ1 (l ) + P E 2 = 0 ⇒
qc : ⎨
[ ][ ]
⎪19),20),21) Nˆ 2 (0 ) k 2 + Qˆ 22 (0) j2 + Qˆ12 (0) i 2 − Nˆ 1 (0) k 1 + Qˆ 21 (0) j1 + Qˆ11 (0) i1 + P E 2 = 0,
⎪ m ˆ 2 (0) − m ˆ 1 (l ) = 0 ⇒

[ ][
⎪⎩ 22),23),24) Tˆ2 (0) k 2 + Mˆ 22 (0) j2 + Mˆ 12 (0) i 2 − Tˆ1 (0) k 1 + Mˆ 21 (0) j1 + Mˆ 11 (0) i1 = 0. ]
Per lo “h-esimo” tratto regolare il trasporto assume la forma:

σ h ≡ 0 ⇒ Θˆ h (z h ) = cτ 1h z + cτ 0 h ,
C2h → ∞ ⇒ θ1h = −vh′ , C1h → ∞ ⇒ θ 2h = u h′ ,
qh ≡ 0 ⇒ wh = cw1h z + cw0h ,
1 1
p2 h ≡ 0 ⇒ vh = cv 3h z 3 + cv 2h z 2 + cv1h z + cv 0h ,
6 2
1 1
p1h ≡ 0 ⇒ u h = cu 3h z 3 + cu 2h z 2 + cu1h z + cu 0h .
6 2

Inoltre, tra le azioni di contatto e le deformazioni sussistono le seguenti relazioni:

N h = Awh′ , Q2h = − B1vh′′′, Q1h = − B2u h′′′, Th = Dhτ h , M 1h = − B1v′h′ , M 2h = B2u h′′ .

Infine, i versori delle basi locali sono legati ai versori della base globale dalle semplici
relazioni:
k1=E1, j1=E2, i1=-E3, k2=-E3, j2=E2, i2=-E1.

Le 24 equazioni che impongono il rispetto delle condizioni al contorno e di “cucitura”


consentono allora di determinare le 24 costanti incognite (h=1,2): cw0h, cw1h, cv0h, cv1h,
cv2h, cv3h, cu0h, cu1h, cu2h, cu3h, cτ0h, cτ1h.

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V. Spostamenti 123
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Appendice 1: CONDIZIONI al CONTORNO per VINCOLI ELA-
STICAMENTE CEDEVOLI
L’estremità sinistra (z =0) di una trave sia n
vincolata con una molla estensionale, ca- f
ratterizzata dalla direzione n e dalla rigi-
dezza elastica ke, Fig. 16; nel posto q0 del ke
supporto agisca anche una forza singolare q0
(a distanza o di contatto) f, applicata pro-
prio in corrispondenza del vincolo cede- dz
vole.
In Fig. 18 è illustrato graficamente l’allun- Fig. 18 – Molla estensionale a sinistra.
gamento subito dalla molla a causa dello
spostamento d(0) del punto sostanziale del supporto giacente nel posto q0. Se si sele-
ziona l’elemento di trave di lunghezza infinitesima nell’intorno del posto q0 e lo si isola
idealmente dal resto delle trave, le condizioni al contorno si ottengono scrivendo
l’equazioni di equilibrio delle forze agenti sull’elemento così individuato, Fig. 19:

⎧k ) N (0) − k e [d(0) ⋅ n ]n ⋅ k + f z = 0,
t (0) − ke [d(0) ⋅ n ]n + f = 0 ⇒ ⎨
⎩ j) Q(0) − ke [d(0) ⋅ n ]n ⋅ j + f y = 0.

t(0)
d(0) f

d(0)·n>0
-ke[d(0)·n]n

dz dz

Fig. 18 – Allungamento della molla. Fig. 19 – Equilibrio del nodo a sinistra.


124 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
La trave sia ora vincolata all’estremità si-
nistra con una molla rotazionale, Fig. 20a,
caratterizzata dalla rigidezza elastica kr, e a) θ (0)>0 b)
sia soggetta anche ad una coppia attiva
-Krθ (0)
singolare C i (di contatto o a distanza),
applicata proprio in corrispondenza del
vincolo cedevole.
Il bilancio dei momenti interno M(0), e
esterni vincolare -kr θ(0) e attivo C, agenti D0 dz
sul “nodo” nell’intorno infinitesimo della
fibra D0, dètta, Fig. 19c: -Krθ (0) C M(0)

M(0) - Kr θ(0) + C = 0.
c)
Si osservi che la rotazione oraria (e quindi
positiva) della fibra D0 provoca un mo- Fig. 20 – Molla rotazionale e bilancio del
mento antiorario di reazione elastica della nodo a sinistra.
molla, Fig. 20b.
Se le molle e le azioni esterne attive sono applicate all’estremità destra della
trave, Fig. 21, le equazioni di equilibrio, Fig. 21a, e bilancio, Fig. 21b, delle azioni ap-
plicate al “nodo” si formulano nel modo seguente:

- t(l) – Ke[d(l )·n]n + f = 0, - M(l ) – Kr θ(l ) + C= 0.

θ (l)>0

f -Krθ (l)

-Ke[d(l)·n]n
-t(l) Dl dz

dz -M(l) C -Krθ (l)

a) equilibrio delle forze, b) bilancio dei momenti;


Fig. 21 – Estremità destra.

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Come ulteriore esempio di condizioni di discontinuità geometrica-dinamica, si possono


prendere in considerazione le situazioni presentate nelle Figg. 22÷25. Più in dettaglio,
le equazioni di salto cinematico e dinamico assumono le espressioni seguenti:

t2(0)
d2(0) = d1(l ), θ2(0) = θ1(l ),
[t2(0) - t1(l )]·n - Ke[d1(l)·n] = 0, M1(l) n m
[t2(0) – t1(l )]·m = 0,
M2(0) = M1(l ),
M2(0)

per una molla estensionale esterna avente


direzione n e caratterizzata dalla rigidezza -t1(l )
Ke, Fig. 22;
Fig, 22- Molla estensionale esterna.

t2(0)
d2(0) = d1(l ), θ2(0) = θ1(l ),
t2(0) = t1(l ), M1(l)
M2(0) – M1(l ) – Kr θ1(l ) = 0,
M2(0)

per una molla rotazionale esterna caratte- -t1(l )


rizzata dalla rigidezza Kr, Fig. 23;

Fig, 23 - Molla rotazionale esterna.

n
t2(0) = t1(l ), m
t1(l )·n = Ke[d2(0)-d1(l )]·n,
t1(l )·m = 0,
M2(0) = M1(l ) = 0, -t1(l ) t2(0)

per una molla estensionale interna, avente


direzione n e caratterizzata dalla rigidezza
Ke, Fig. 24. Fig. 24 – Molla estensionale interna.
126 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
θ1(l)<0 θ2(0)>0
t2(0) = t1(l ),
M2(0) = M1(l ) = Kr[θ2(0) - θ1(l )],

θ2(0)- θ1(l)>0
per una molla rotazionale interna caratte-
rizzata dalla rigidezza Kr, Fig. 25. M1(l)>0 M2(0)>0
Dato il carattere puntiforme dei vincoli, le
molle estensionali sono pensate applicate
ai posti di singolarità geometrica, Figg. 22
e 234, mentre le molle rotazionali sono
pensate applicate alle fibre di estremità dei
tratti regolari di trave, Figg. 23 e 25.
M2(0)=M1(l)

Fig. 25 – Molla rotazionale interna.

Appendice 2: EFFETTI del 2° ORDINE

Il vettore che individua la posizione del generico punto sostanziale pz, che nella forma
corrente occupa il posto pz, Fig. 26, può essere espresso in funzione delle componenti
di spostamento:

r = (pz-o) = (qz-o) + w(z)k + v(z)j = zk + w(z)k + v(z)j = [z+w(z)]k + v(z)j

Differenziando il vettore posizione rispetto all’ascissa referenziale z si ottiene


la lunghezza della corda sottesa dall’arco elementare [13]:

ds = d r = [1 + w′(z )] 2 + [v′(z )] 2 dz.

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V. Spostamenti 127
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Imponendo la condizione locale di inestensibilità della trave3, cioè l’uguaglianza della
lunghezza degli elementi differenziali rettilineo referenziale dz (→0) e curvilineo (retti-
ficato) attuale ds:
ds = dz,

si ricava l’espressione di w’(z):

[1 + w′(z )] 2 + [v′(z )] 2 = 1 ⇒ [1 + w′(z )] 2 + [v′(z )] 2 = 1 ⇒ [1 + w′(z )] 2 = 1 − [v′(z )] 2⇒


⇒ 1 + w′(z ) = 1 − [v′(z )] 2 ⇒ w′(z ) = 1 − [v′(z )] 2 − 1.

Nell’estrazione di radice si è convenuto di assumere il valore assoluto.

pl P
δ
pz
r Sa η
d

q0≡o qz ql Sr

l l

(l-δ) (l-δ)

Fig. 26 – Lunghezza dell’arco di curva. Fig. 27 – Dinamica nella forma attuale.

Si consideri ora, ad esempio, il caso della mensola già studiata in §2.1 e nuovamente
rappresentata in Fig. 27. La componente δ=w(l ) dello spostamento in direzione k del
punto sostanziale pl è allora dato da [7]:

l −δ l
δ = w(l ) = w(0) + w′(z ) dz ≅ ⎧ 1 − [v′(z )] 2 − 1⎫dz.

0 ∫
0



Sviluppando in serie di Mac Laurin [13] la radice e trascurando i termini d’ordine supe-
riore al 1°, si ha [7]:
l ⎧1 2
2⎫ 1 ⎛P⎞ 5
δ ≅− ∫ ⎨ [v′(z )] ⎬dz = − ⎜ ⎟ l ,
0 ⎩ 2 ⎭ 15 ⎝B⎠

3 La condizione di inestensibiltà è richiesta al fine di escludere eventuali deformazioni


estensionali dovute alla componente assiale della forza esterna nella forma corrente.
128 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
avendo fatto uso dell’Eq. (2.6) e della condizione al contorno w(0)=0 in corrisponden-
za dell’incastro; inoltre, l’intervallo d’integrazione [0,l-δ] è stato approssimato con [0,l]
supponendo δ/l«1; infine, il segno “meno” sta ad indicare che si tratta di un accorcia-
mento; infatti, l’incurvamento del supporto provoca un “arretramento” del punto so-
stanziale pl nella già richiesta condizione di inestensibilità del supporto.
Allo scopo si snellire gli sviluppi successivi si commetta ora un abuso di nota-
zione ponendo δ =|w(l)|; si esprima poi δ in funzione della componente trasversale
η =v(l), Eq. (2.7), dello spostamento del punto sostanziale pl, pervenendo alla seguente
approssimazione:
2
δ 3 ⎛η ⎞
≅ ⎜ ⎟ ;
l 5⎝ l ⎠

dal momento che nelle più comuni applicazioni strutturali risulta

η /l ∼ 10-2÷10-3,
si evince facilmente che
δ /l ∼ 10-4÷10-6.

è minore di η /l per almeno 2 ordini di grandezza, e quindi trascurabile rispetto ad esso.


L’equazione di bilancio dei momenti (rispetto al polo o≡q0) - scritta nella for-
ma attuale - dipende dal modulo δ della componente “orizzontale” w(l)=(pl-ql)·k dello
spostamento del punto sostanziale pl all’estremo libero della trave, che “si avvicina”
all’incastro, Fig. 27,
M0a = - P (l-δ),

Dal momento che - come già notato - δ è trascurabile rispetto ad η, si può - con suffi-
ciente approssimazione - calcolare il momento d’incastro come

M0r = - Pl ≅ M0a.

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Appendice 3: CONGRUENZA ESTENSIONALE
Si consideri la generica asta appartenente
ad una struttura reticolare, Fig. 28; si a- J,Y,V
dotti un sistema di riferimento cartesiano
X a Df
ortogonale “globale” (O;Z,Y,X) e si indi-
chi con α l’inclinazione dell’asta rispetto f
O K,Z,W
all’asse Z; il versore
wf
a = Cosα K + Senα J, l
Cosα = (Z f − Z i ) l ,
Senα = (Yf − Yi ) l , Di
l+∆l
α z
fornisce l’orientamento dell’asta. Siano
poi i
wi j k,w
Di = Wi K + Vi J , Df = Wf K + Vf J ,
gli spostamenti dei nodi iniziale e finale Fig. 28 - Deformazione estensionale
dell’asta nel riferimento “globale”. Le lun dell’asta reticolare.
ghezze referenziale
lr = (Z f − Z i ) 2 + (Yf − Yi ) 2

e attuale dell’asta

la = [(Z f + Wf ) − (Z i + Wi )] 2 + [(Yf + Vf ) − (Yi + Vi )] 2

possono essere calcolate come distanze euclidee tra i nodi nelle forme referenziale e
attuale rispettivamente.
La proiezione degli spostamenti nodali nel riferimento globale nella direzione
referenziale a≡k consente di valutare le componenti assiali degli spostamenti nodali nel
riferimento locale:
wi = Di ⋅ k , wf = Df ⋅ k ;

l’allungamento (accorciamento) dell’asta può pertanto essere approssimato dalla diffe-


renza tra le suddette componenti:
∆l = l a − l r ≅ wf − wi .
La deformazione assiale dell’asta può allora essere definita come rapporto tra
l’allungamento (accorciamento) di cui sopra e la lunghezza referenziale dell’asta:
130 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
∆l wf − wi
ε= ≅ .
l l

La definizione precedente equivale ad approssimare la derivata spaziale della compo-


nente assiale dello spostamento, che compare nell’Eq. (1.1)1, con la differenza finita “in
avanti”:
wˆ (l ) − wˆ (0 )
wˆ ′( z ) ≅ ,
l

avendo assunto il nodo “iniziale” dell’asta come origine del sistema di riferimen-
to“locale” (i;z,y,x), cioè avendo posto zi=0, zf=l.
La trattazione precedente consente di istituire un’interessante ed utile analogia
tra l’asta reticolare di lunghezza l e di rigidezza assiale A=costz da una parte e la molla
estensionale di costante elastica Ke, dall’altra. Infatti, uguagliando le energie di defor-
mazione elastica immagazzinate rispettivamente nell’asta (γm=χm=0), Eq. (IV.3.1) e
App. II.6,
2
l ⎛ ∆l ⎞
l 1 A
U=
1
∫ Aε m2 dz =
1
∫ A ⎜ ⎟ dz = (∆l )2 ,
2 0 2 0 ⎝ l ⎠ 2 l

e nella molla, Eq. (IV.3.5),


K e ( ∆l )2 ,
1
u =
2

a parità di variazione di lunghezza ∆l a partire dalla forma di riposo, si può identificare


la rigidezza della molla equivalente all’asta:

Ke = A/l.

Appendice 4: EQUILIBRIO dei NODI


Con riferimento alla struttura reticolare già studiata in §3 mediante un’applicazione del
Corollario degli Spostamenti Virtuali, le equazioni di equilibrio dei nodi liberi Eqq.
(3.8) possono anche essere ricavate in modo diretto. Si parte dal generico campo di
spostamento, Fig. 29a, nel quale le componenti degli spostamenti nodali sono assunte
positive nella terna di riferimento adottata, Fig. 5. Le Eqq. (3.2) e (3.3) consentono di
esprimere le forze assiali nelle aste in funzione delle componenti di spostamento dei
nodi di estremità delle aste:

Ugo A. Andreaus - SCIENZA DELLE COSTRUZIONI • Progetto Leonardo - Editrice Esculapio - Bologna
V. Spostamenti 131
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
V3 − W3 + V3 2 W − W3 ⎛ W + V4 2 ⎞
N13 = A , N 23 = A , N 34 = A 4 , N14 = A ⎜ 4 − αT ⎟ ,
l 2l 2 l ⎜ 2l 2 ⎟
⎝ ⎠
V
N 24 =A 4;
l

nelle equazioni precedenti si è preferito denotare ciascuna forza riferendosi ai nodi ini-
ziale e finale dell’asta anziché al numero dell’asta stessa; inoltre si è già tenuto conto
dei nodi fissi.

N13
W3
V3 V4 N34 N34
W4
N23 N14
N13 N24
J

K
1 2 nodi fissi

a) Campo di spostamento generico, b) Equilibrio dei nodi;


Fig. 29 – Approccio diretto.

L’equilibrio delle forze nelle direzioni K e J, Fig. 29a, per ciascuno dei due nodi liberi
impone pertanto, Fig. 29b,
⎧⎪K ) N 34 + N 23 2 2 = 0,
nodo 3 : ⎨
⎪⎩ J ) − N13 − N 23 2 2 = 0;
⎧⎪K ) − N 34 − N14 2 2 = 0,
nodo 4 : ⎨
⎪⎩ J ) − N 24 − N14 2 2 = 0;

La sostituzione delle espressioni delle forze assiali nelle equazioni di equilibrio condu-
ce infine alle Eqq. (8).

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