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Capitolo V
______________________________________________________________________
Spostamenti
Ni = A wi’ (i = 1, 2) ;
ed integrata diventa:
vi’’ = 0 (i = 1, 2) ,
che integrata fornisce:
vi’(zi) = cvi1,
vi(zi) = cvi1 zi + cvi2 .
Si impone quindi nei vincoli esterni ed interni il rispetto delle 6 condizioni al contorno
di tipo cinematico:
cw1 = 0,
cv11 = 0,
cw2 = 0,
cv22 = 0,
– √2/2 [(–2Pl/A) + cv12] = (–Pl/A),
√2/2 [(–2Pl/A) – cv12] = cv21 l.
I campi delle componenti di spostamento, Fig. 2, w1, w2, e v2 risultano pertanto lineari:
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V. Spostamenti 107
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j1 j1
k1 wA/(Pl ) k1 vA/(Pl )
(+)
3.41
3.82
1
(-)
(-)
(-)
k2 k2
2
j2 j2
a) Assiale; b) trasversale.
Fig. 2 – Campi delle componenti dello spostamento.
Bv2"' ( z ) = a2 , Bv2" ( z ) = a2 z + b2 ,
Bv2' ( z ) = a2 z 2 + b2 z + c2 ,
1
2
Bv2 (z ) = a2 z 3 + b2 z 2 + c2 z + d 2 .
1 1
6 2
La prescrizione di inestensibilità per la trave comporta che l’Eq. (1.10) perda senso,
mentre le Eq. (1.1)1 e (1.2)1 impongono la costanza delle componenti assiali dello spo-
stamento e della forza interna di contatto
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V. Spostamenti 109
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w1' = 0 ⇒ w1 = w10 , w2' = 0 ⇒ w2 = w20 ;
N1' = 0 ⇒ N1 = N10 , N 2' = 0 ⇒ N 2 = N 20 .
Le condizioni al contorno nei vincoli esterni forniscono:
1) v1 (0 ) = 0 ⇒ d1 = 0 ,
2) w1 (0 ) = 0 ⇒ w10 = 0 ,
Kr
3) M 1 (0 ) = K rθ1 (0 ) ⇒ B v1" (0 ) = K r v1' (0 ) ⇒ b1 = c1 ,
B
4) v2 (0 ) = 0 ⇒ d 2 = 0,
5) θ 2 (0 ) = 0 ⇒ v2' (0 ) = 0 ⇒ c2 = 0,
per il glifo fisso applicato alla estremità sinistra del tratto “inclinato” ; e
6) t 2 (l ) ⋅ k 1 = 0 ⇒ [N 2 (l )k 2 + Q2 (l ) j2 ] ⋅ k 1 = N 2 (l ) Cosα − Q2 (l ) Senα =
= N 20 Cosα + B v2"' (l ) Senα = 0 ⇒ N 20 Cosα + a2Senα = 0,
7) t 2 (l ) ⋅ j1 = − K e [d 2 (l ) ⋅ j1 ] ⇒ [N 2 (l )k 2 + Q2 (l ) j2 ] ⋅ j1 = − K e { [w2 (l ) k 2 + v2 (l ) j2 ] ⋅ j1} ⇒
N 2 (l ) Senα + Q2 (l ) Cosα = − K e [w2 (l ) Senα + v2 (l ) Cosα ] ⇒
N 20 Senα − B v2"' (l ) Cosα = − K e [w2 (l )Senα + v2 (l ) Cosα ] ⇒
⎡ 1 ⎛1 1 ⎞ ⎤
N 20 Senα − a2 Cosα = − K e ⎢ w20 Senα + ⎜ a2l 3 + b2l 2 + c2l + d 2 ⎟ Cosα ⎥ ,
⎣ B ⎝ 6 2 ⎠ ⎦
8) M 2 (l ) = 0 ⇒ v2 (l ) = 0 ⇒ a2l + b2 = 0,
"
d 2 (0 ) = d1 (l ) ⇒ w2 (0 ) k 2 + v2 (0 ) j2 = w1 (l ) k 1 + v1 (l ) j1 ⇒
w2 (0 )(Cosα k 1 + Senα j1 ) + v2 (0 )(− Senα k 1 + Cosα j1 ) = w1 (l )k 1 + v1 (l ) j1 ⇒
w2 (0 ) Cosα − v2 (0 )Senα = w1 (l ), w2 (0 )Senα + v2 (0 ) Cosα = v1 (l ) ⇒
1
9) w20 Cosα − d 2 Senα = w10 ,
B
1 1⎛ 1 1 1 ⎞
10) w20 Senα + d 2 Cosα = ⎜ pl 4 + a1l 3 + b1l 2 + c1l + d1 ⎟ ,
B B ⎝ 24 6 2 ⎠
110 Meccanica della Trave
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ammette una ed una sola soluzione nell’ipotesi di iperelasticità del materiale costituente
la trave, Eq. (IV.3.1).
Infine, una volta noti i campi delle azioni di contatto, le rimanenti due condi-
zioni scalari di salto dinamico possono essere usate per calcolare le azioni vincolari
somministrate dal glifo, Fig. 5:
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V. Spostamenti 111
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⇒ { [N 2 (0) k 2 + Q2 (0) j2 ] − [N1 (l ) k 1 + Q1 (l ) j1 ] }⋅ j2 + V20 = 0 ⇒
⇒ Q2 (0 ) + N1 (l )Senα − Q1 (l )Cosα + V20 = 0 ⇒
⇒ − B v2"' (0 ) + N10 Senα + B v1"' (l ) Cosα + V20 = 0 ⇒
⇒ −a2 + N10 Senα + ( pl + a1 ) Cosα + V20 = 0,
[ ]
14) [M 2 (0) − M 1 (l )] + M 20 = 0 ⇒ − B v2" (0) + Bv1" (l ) + M 20 = 0 ⇒
⎡ ⎛1 2 ⎞⎤
⎢− b2 + ⎜ 2 pl + a1l + b1 ⎟⎥ + M 20 = 0.
⎣ ⎝ ⎠⎦
3. STRUTTURE RETICOLARI
Questa tipologia strutturale è stata già studiata in §II.7 e verrà ripresa in §VI.2.4; in
questo capitolo essa viene presentata come un tipico esempio di struttura naturalmente
discreta, Fig. 6, in quanto sia il trasporto che il campo delle azioni interne di contatto
(forza assiale) risultano noti non appena si conosca il campo degli spostamenti nodali,
espresso in funzione delle azioni esterne. Tale campo può essere determinato a partire
dal primo Corollario del Teorema dei Lavori Virtuali, enunciato alla fine del §III.1.2 e
denominato Corollario degli Spostamenti Virtuali.
3 3 4 D3V D4V
5 4
l 1 2
T oC
J,V
1 2 D1 =0
V
I D2V=0
K,W
l
ε kV = ⎢
( )
⎡ DfV − DiV ⋅ a ⎤
⎥ , k = 1,2,..., M, (1)
⎢⎣ l ⎥⎦ k
avendo indicato con DiVk , DfVk gli spostamenti dei nodi rispettivamente iniziale (i) e fina-
le (f) dell’asta stessa, con ak il versore dell’asta orientato dal nodo iniziale verso quello
finale, e con “M” il numero delle aste; è stata inoltre assunta l’uniformità della defor-
mazione estensionale lungo l'asta. La deformazione ε kV assume pertanto il ruolo di
deformazione estensionale virtuale congruente con il campo di spostamento assegnato
DhV.
Indicando con Ak la rigidezza estensionale e con α k il coefficiente di dilatazio-
ne termica dell’asta “k-esima”, la risposta del materiale consente di legare la forza as-
siale effettiva alla deformazione effettiva totale nell’asta “k-esima”, Eq. (1.3)1:
ε Tk
E
= ε mk + ε tk =
N kE
Ak
{ [
+ (αT ) k ⇒ N kE = A ε TE − ( αT ) ]} k , (2)
ε Tk
E
=⎢
(
⎡ D Tf
E
− D Ti
E
)
⋅a⎤
⎥ , (3)
⎢⎣ l ⎥⎦ k
anche in questo caso è stata assunta l’uniformità della deformazione estensionale lungo
l’asta.
Pertanto, il lavoro virtuale interno speso dalla forza assiale effettiva nella de-
formazione virtuale in tutta la struttura si ottiene sommando i contributi provenienti
dalle singole aste:
∑ (N )
M M
⎛ l ⎞
LVint = ∑ ∫ ⎜
k =1 ⎝
0
N Eε V dz ⎟ =
⎠k k =1
ε l
E V
k =
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V. Spostamenti 113
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M
(
⎧⎪ ⎡ D E − D E ⋅ a ) (
⎤ ⎡ D V − DiV ⋅ a ⎤ ⎫⎪ )
∑ ⎨⎪⎩ A⎢⎣⎢
k =1
Tf
l
Ti
− εt ⎥ ⎢ f
⎦⎥ ⎣⎢ l
⎥l ⎬ k,
⎥⎦ ⎪⎭
(4)
avendo tenuto conto che la forza assiale effettiva è costante in ogni asta, Eq. (2).
Il lavoro virtuale esterno è dato invece da:
N
LVest = ∑F
h =1
E
h ⋅ DV
h, (5)
avendo tralasciato per semplicità di esposizione i contributi dei vincoli mobili ed elasti-
ci, e dove FhE rappresenta la forza singolare a distanza effettiva agente nel generico
nodo “h-esimo”.
Con riferimento alla struttura di Fig. 6, nella quale sono assenti azioni mecca-
( )
niche esterne ⇒ LVest = 0 e dove è presente soltanto una deformazione (anelastica) di
natura termica di intensità costante ε t = αT o C > 0 nell’asta n° 4, l’uguaglianza dei
lavori virtuali interno ed esterno, Eqq. (4) e (5), comporta che:
LVint = ⎨ A⎢ 3
(
⎧⎪ ⎡ W E K + V E J ⋅ J ⎤
3 ) [(
⎥ W3 K + V3 J ⋅ J
V V
) ] ⎫⎪⎬ +
⎪⎩ ⎣⎢ l ⎦⎥ ⎪⎭
+ ⎨ A⎢ 4
(
⎧⎪ ⎡ W E K + V E J ⋅ J ⎤
4 ) [(
⎥ W4 K + V4 J ⋅ J
V V
) ] ⎫⎪⎬ +
⎪⎩ ⎣⎢ l ⎦⎥ ⎪⎭
[( ) (
⎧⎪ W E K + V4E J − W3E K + V3E J ⋅ K ⎫⎪
+ ⎨A 4
)] {[(
⎬ W4 K + V4 J − W3 K + V3 J ⋅ K +
V V V V
) ( )] }
⎪⎩ l ⎪⎭
⎧ ⎡ E ⎫
( )
⎪ ⎢ W4 K + V4E J ⋅ (K + J )
2 ⎤
⎥ ⎪
⎪
+ ⎨ A⎢
⎡
( ⎤
2 − αT ⎥ W V K + V V J ⋅ (K + J ) 2 ⎪ +
⎢ 4 4 ⎥ ⎬ )
⎪ ⎢ 2l ⎥ ⎣⎢ 2 ⎦⎥ ⎪
⎪⎩ ⎢⎣ ⎥⎦ ⎪⎭
⎧ ⎡ E ⎫
(
⎪ ⎢ W3 K + V3E J ⋅ (− K + J )) 2⎤
⎥⎡ ⎪
⎪
+ ⎨ A⎢ ⎢ 3 3 (
2 ⎥ W V K + V V J ⋅ (− K + J ) 2 ⎤
)
⎪
⎥⎬=0 (6)
⎪ ⎢ 2l ⎥ ⎢⎣ 2 ⎥⎦ ⎪
⎪⎩ ⎢⎣ ⎥⎦ ⎪⎭
avendo per snellezza di calcolo assunto una rigidezza estensionale A uguale per tutte le
aste.
Poiché il 1° membro dell’Eq. (7) deve annullarsi per qualunque valore delle
componenti di spostamento virtuale W3V, V3V, W4V, V4V, devono indipendentemente
annullarsi i singoli coefficienti delle suddette componenti, cioè
⎛ ⎞
⎜1 + 2 ⎟ W3E − 2 V3E − W4E = 0, (8a)
⎜ 4 ⎟⎠ 4
⎝
2 E ⎛⎜ 2 ⎞⎟ E
− W3 + 1 + V3 = 0, (8b)
4 ⎜ 4 ⎟⎠
⎝
⎛ 2 ⎞⎟ E 2 E 2
− W3E + ⎜1 + W + V4 − αT l = 0, (8c)
⎜ 4 ⎟ 4 4 2
⎝ ⎠
2 E ⎛⎜ 2 ⎞⎟ E 2
W4 + 1 + V4 − α T l = 0. (8d)
4 ⎜ 4 ⎠ ⎟ 2
⎝
Le Eqq. (8) hanno il significato di equazioni scalari di equilibrio delle forze per i nodi
“liberi”, cioè non vincolati; le incognite sono costituite dalle componenti di spostamen-
to di detti nodi. Per meglio comprendere questa interpretazione meccanica delle Eqq.
(8), è utile richiamare l’analogia tra l’asta incernierata alle estremità, di lunghezza l e
rigidezza assiale A, e la molla estensionale, di costante elastica Ke=A/l, introdotta in
App. 3. A seguito degli spostamenti nodali, le aste subiscono variazioni di lunghezza,
proporzionali alle differenze degli spostamenti dei nodi di estremità delle aste medesi-
me, App. 3; le aste esercitano quindi sui nodi forze di richiamo elastico, proporzionali
agli spostamenti nodali. Su ciascun nodo risultano allora in generale applicate sia forze
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V. Spostamenti 115
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interne dovute alle aste convergenti nel nodo medesimo sia forze esterne, l’equilibrio
tra le quali è garantito proprio dalle Eqq. (8), App. 4.
Le Eqq. (8) possono essere per comodità riscritte in forma matriciale:
⎡⎛ 2 ⎞⎟ 2 ⎤
⎢⎜⎜1 + − −1 0 ⎥
⎢⎝ 4 ⎟⎠ 4 ⎥
⎢ ⎛ ⎞ ⎥⎧ E ⎫ ⎧ 0 ⎫
⎢ − 2 ⎜1 + 2 ⎟ 0 0 ⎥ ⎪W3 ⎪ ⎪ 0 ⎪ ⎧0⎫
⎢ 4 ⎜
⎝ 4 ⎟⎠ ⎥ ⎪V3E ⎪ ⎪⎪ 2
⎪ ⎪ ⎪
⎪ ⎪0⎪
⎢ ⎥ ⎨ E ⎬ + ⎨− αT l ⎬ = ⎨ ⎬. (9)
⎢ ⎛ ⎞ 2 ⎥ ⎪W4 ⎪ ⎪ 2 ⎪ ⎪0⎪
⎜1 + 2 ⎟
⎢ −1 0
⎜ 4 ⎟⎠ ⎥ ⎪V E ⎪ ⎪ 2 ⎪ ⎪ ⎪
⎢ ⎝ 4
⎥ ⎩ 4 ⎭ ⎪− αT l ⎪ ⎩0⎭
⎢ ⎛ ⎞⎥ ⎩ 2 ⎭
2 ⎜1 + 2 ⎟⎥
⎢ 0 0
⎜
⎣⎢ 4 ⎝ 4 ⎟⎠⎦⎥
La matrice dei coefficienti delle Eqq. (9) è detta matrice di rigidezza della struttura.
Essa è quadrata, simmetrica e non-singolare; la soluzione del sistema di equazioni alge-
briche lineari Eqq. (9) fornisce i valori delle componenti di spostamento W3E, V3 E, W4 E,
V4 E, che definiscono il trasporto effettivo della struttura in esame, Fig. 8:
Le Eqq. (2) e (3) permettono poi di risalire agevolmente alle forze assiali agenti nelle
singole aste, Fig. 9:
⎧⎪ ⎡⎛ D E − D E ⎞ ⎤ ⎫⎪
N kE = ⎨ A⎢⎜⎜ Tf Ti ⎟
⎟ ⋅ a − αT ⎥⎬ ,
⎪⎩ ⎢⎣⎝ l ⎠ ⎥⎦ ⎪⎭ k
(
N1E = AV3E l = 0.230αT A, N 2E = AV4E l = 0.230 αT A , N 3E = A W4E − W3E l = 0.230αT A, )
N 4E = A⎢
(
⎡ 2 W4E + V4E )
⎤
− αT ⎥ = −0.327αT A, N 5E = A
2 V3E − W3E (
= −0.327αT A .
)
⎣⎢ 2 2l ⎦⎥ 2 2l
116 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
D3E D4E
0.230αT A
− 0.327αT A
0.230αTA
0.230αTA
− 0.327αT A
In §VI.2.4, il problema appena affrontato sarà risolto applicando il Metodo delle Coa-
zioni: si potrà allora constatare la coincidenza della soluzione con quella testé ottenuta
in questa sede mediante il Metodo degli Spostamenti, fissando ad esempio l’attenzione
sul valore della forza assiale nell’asta n° 5.
5.1 Generalità
La trattazione svolta nei paragrafi precedenti relativamente alla trave in ambiente bidi-
mensionale può essere immediatamente estesa alla trave immersa in un ambiente tridi-
mensionale.
Per quanto attiene alla cinematica, il campo del “piccolo” spostamento dτ è contenuto
nel piano ij ovvero e1e2 ed è definito attraverso la torsione τ, cioè la rotazione relativa
tra due fibre a distanza unitaria intorno all’asse z ≡ x3, Fig. 11a:
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V. Spostamenti 117
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dove Θ è la rotazione della generica fibra di ascissa z rispetto alla fibra di ascissa z = 0,
Fig. 11b.
x≡x1
Θ
D0
1 y≡x2
z ≡ x3
j≡e2 Dz
i≡e1
k≡e3
a) Fibre a distanza unitaria; b) Campo di spostamento.
Fig. 11 – Cinematica tridimensionale.
Per quanto riguarda la dinamica, le azioni meccaniche esterne attive agenti a distanza
sono definite da una densità di coppia tangente (al supporto) σ (z)k e da una coppia tan-
gente singolare Tsk, mentre le azioni meccaniche esterne vincolari sono rappresentate
da coppie tangenti di contatto alle estremità della trave T0k e Tlk, Fig. 12.1
Dz
σ (z)k
T0k Ts k T lk T(z)k
zs
( ) ( )
T ′ + σ ( z ) = 0, T zs+ − T zs+ + Ts = 0 . (2)
1 Le coppie il cui asse momento è parallelo al supporto sono state indicate nelle figure
con il simbolo grafico della “doppia freccia”.
118 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
x≡x1
τm = T/D, (3)
τ
è deducibile dalla densità di energia po- Dz
tenziale elastica
T
τ =τm +τt = +τt.
(5)
D
In §1, Eqq. (1)÷(8), è stato formulato il problema elastostatico nel piano zy individuato
dalle direzioni k-j ovvero e3-e2 in Fig. I.4. Rimane ora da definire il problema “com-
plementare”, cioè nel piano zx individuato dalle direzioni k-i ovvero e3-e1, Fig. 15a.
Risultano in questo caso positive la rotazione θ 2 in verso antiorario intorno alla dire-
zione j e la curvatura β 2 allorché la concavità è rivolta nel verso positivo della
direzione i; il trasporto è definito per il tramite delle consuete relazioni (i=1,2,3):
d = d i e i = w k + v j + u i, ω = τ k + θ 2 j + θ1 i,
t = N k + Q2 j + Q1 i, m = T k + M 2 j + M 1 i,
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V. Spostamenti 119
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
i≡e1 N T
k≡e3 Q1 M2
i≡e1
j≡e2 θ2>0 β2≅χ2>0
k≡e3
d3e3+d1e1 j≡e2
a) Cinematica, b) Dinamica;
Fig. 15 – Problema elastostatico nel piano zx.
⎧ d 3′ = ε ,
⎪
cinematica ⎨θ 2 − d1′ = γ 2 , (γ 2 = ε = 0 ⇒ χ 2 := θ 2′ = d1′′ ≅ β 2 )
(6)
⎪ θ ′=χ ;
⎩ 2 2
⎧ N ′ + q = 0,
⎪
dinamica ⎨ Q1′ + p1 = 0,
(7)
⎪M ′ + Q + µ = 0;
⎩ 2 1 2
⎧ N
⎪ ε = ε TE = ε m + ε t = + αT ,
⎪ A
⎪ Q
materiale ⎨ γ 1 = γ 1T = γ 1m + γ 1t = 1 + γ 1t ,
E
(8)
⎪ C1
⎪ χ = χ E = χ + χ = M 2 + 2α∆T .
⎪ 2 2T 2m 2t
B2 h
⎩
Con riferimento all’Eq. (6)2 si fa notare che, nell’assunzione di trave puramente flessi-
bile, la deformazione (o incurvamento) flessionale χ2 è approssimativamente uguale
alla curvatura β 2, come si è già avuto modo di far notare nelle App. I.1 e I.2, a proposi-
to dell’incurvamento χ≡χ1≅β1≡β nel piano e3-e2. Inoltre, nell’Eq. (8)3 la variazione di
temperatura ∆T che determina la concavità dell’asse verso “il basso” corrisponde ad un
“riscaldamento” del lembo “superiore” della trave. Infine, le rigidezze flessionale B2,
Eq. (3°.III.1.9b), e trasversale C1, sono suscettibili di una identificazione con i parame-
tri geometrici ed elastici del cilindro (prisma) di Saint-Venant,
B2=YI2, C1=GA/κ1,
120 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
in maniera del tutto analoga a quella usata per B≡B1 nell’App. 3°.III.3 e per C≡C2 con
l’Eq. (3°.V.1.18) e nell’App. 3°.V.2 [3]; Y è il modulo di Young (§2°.IV.4.4) e G è il
modulo di rigidezza trasversale del materiale (§2°.IV.4.2) [2], A è l’area della sezione
retta della trave e I2 è il momento d’inerzia intorno all’asse x2 (App. 3°.I.1 [3]), il para-
metro κ1 è definito “fattore di taglio” lungo l’asse x1, App. 3°.V.2 [3].
E2 E2
E1 E1
E3 qb E3
qb
F1 F3 D(qa)=0, Ω (D a)=0
M3
F2 qa
M1 F3
D(qb)=0
F1 F2
qa
M2
a) snodo sferico nel posto qb, b) incastro nel posto qa e della fibra Da;
Fig. 16 – Caratterizzazione cinematica e dinamica dei vincoli nello spazio.
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V. Spostamenti 121
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
dˆ h (z h ) = wˆ h (z h ) k h + vˆh (z h ) jh + uˆ h (z h ) i h ,
ˆ h (z h ) = τˆh (z h ) k h + θˆ2h (z h ) jh + θˆ1h (z h ) i h ,
ω
tˆ h (z h ) = Nˆ h (z h ) k h + Qˆ 2h (z h ) ji + Qˆ1h (z h ) i h ,
ˆ h (z h ) = Tˆh (z h ) k h + Mˆ 2h (z h ) jh + Mˆ 1h (z h ) i h .
m
Le condizioni al contorno in qa e qb e di continuità cinematica e salto dinamico in qc
dettano:
122 Meccanica della Trave
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
⎧⎪dˆ (0 ) = 0 ⇒ 1),2),3) wˆ 1 (0) = vˆ1 (0) = uˆ1 (0 ) = 0,
qa : ⎨ 1
⎪⎩ 4),5),6) τˆ1 (0 ) = ϕ a , θˆ2 (0 ) = θˆ1 (0) = 0;
⎧⎪ dˆ 2 (l ) = 0 ⇒ 7),8),9) wˆ 2 (l ) = vˆ2 (l ) = uˆ 2 (l ) = 0,
qb : ⎨
ˆ (0) = 0 ⇒ 10),11),12) Tˆ (0) = Mˆ 22 (0) = Mˆ 12 (0) = 0;
⎪⎩m
⎧ dˆ 2 (0) = dˆ 1 (l ) ⇒ 13),14),15) wˆ 2 (0) k 2 + vˆ2 (0) j2 + uˆ 2 (0) i 2 = wˆ 1 (l ) k 1 + vˆ1 (l ) j1 + uˆ 2 (l ) i1 ,
⎪
⎪ω ˆ 2 (0) = ω ˆ 1 (l ) ⇒ 16),17),18) τˆ2 (0 ) k 2 + θˆ22 (0) j2 + θˆ12 (0) i 2 = τˆ1 (l ) k 1 + θ 21 (l ) j1 + θ11 (l ) i1;
⎪⎪tˆ 2 (0) − tˆ1 (l ) + P E 2 = 0 ⇒
qc : ⎨
[ ][ ]
⎪19),20),21) Nˆ 2 (0 ) k 2 + Qˆ 22 (0) j2 + Qˆ12 (0) i 2 − Nˆ 1 (0) k 1 + Qˆ 21 (0) j1 + Qˆ11 (0) i1 + P E 2 = 0,
⎪ m ˆ 2 (0) − m ˆ 1 (l ) = 0 ⇒
⎪
[ ][
⎪⎩ 22),23),24) Tˆ2 (0) k 2 + Mˆ 22 (0) j2 + Mˆ 12 (0) i 2 − Tˆ1 (0) k 1 + Mˆ 21 (0) j1 + Mˆ 11 (0) i1 = 0. ]
Per lo “h-esimo” tratto regolare il trasporto assume la forma:
σ h ≡ 0 ⇒ Θˆ h (z h ) = cτ 1h z + cτ 0 h ,
C2h → ∞ ⇒ θ1h = −vh′ , C1h → ∞ ⇒ θ 2h = u h′ ,
qh ≡ 0 ⇒ wh = cw1h z + cw0h ,
1 1
p2 h ≡ 0 ⇒ vh = cv 3h z 3 + cv 2h z 2 + cv1h z + cv 0h ,
6 2
1 1
p1h ≡ 0 ⇒ u h = cu 3h z 3 + cu 2h z 2 + cu1h z + cu 0h .
6 2
N h = Awh′ , Q2h = − B1vh′′′, Q1h = − B2u h′′′, Th = Dhτ h , M 1h = − B1v′h′ , M 2h = B2u h′′ .
Infine, i versori delle basi locali sono legati ai versori della base globale dalle semplici
relazioni:
k1=E1, j1=E2, i1=-E3, k2=-E3, j2=E2, i2=-E1.
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V. Spostamenti 123
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Appendice 1: CONDIZIONI al CONTORNO per VINCOLI ELA-
STICAMENTE CEDEVOLI
L’estremità sinistra (z =0) di una trave sia n
vincolata con una molla estensionale, ca- f
ratterizzata dalla direzione n e dalla rigi-
dezza elastica ke, Fig. 16; nel posto q0 del ke
supporto agisca anche una forza singolare q0
(a distanza o di contatto) f, applicata pro-
prio in corrispondenza del vincolo cede- dz
vole.
In Fig. 18 è illustrato graficamente l’allun- Fig. 18 – Molla estensionale a sinistra.
gamento subito dalla molla a causa dello
spostamento d(0) del punto sostanziale del supporto giacente nel posto q0. Se si sele-
ziona l’elemento di trave di lunghezza infinitesima nell’intorno del posto q0 e lo si isola
idealmente dal resto delle trave, le condizioni al contorno si ottengono scrivendo
l’equazioni di equilibrio delle forze agenti sull’elemento così individuato, Fig. 19:
⎧k ) N (0) − k e [d(0) ⋅ n ]n ⋅ k + f z = 0,
t (0) − ke [d(0) ⋅ n ]n + f = 0 ⇒ ⎨
⎩ j) Q(0) − ke [d(0) ⋅ n ]n ⋅ j + f y = 0.
t(0)
d(0) f
d(0)·n>0
-ke[d(0)·n]n
dz dz
M(0) - Kr θ(0) + C = 0.
c)
Si osservi che la rotazione oraria (e quindi
positiva) della fibra D0 provoca un mo- Fig. 20 – Molla rotazionale e bilancio del
mento antiorario di reazione elastica della nodo a sinistra.
molla, Fig. 20b.
Se le molle e le azioni esterne attive sono applicate all’estremità destra della
trave, Fig. 21, le equazioni di equilibrio, Fig. 21a, e bilancio, Fig. 21b, delle azioni ap-
plicate al “nodo” si formulano nel modo seguente:
θ (l)>0
f -Krθ (l)
-Ke[d(l)·n]n
-t(l) Dl dz
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V. Spostamenti 125
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t2(0)
d2(0) = d1(l ), θ2(0) = θ1(l ),
[t2(0) - t1(l )]·n - Ke[d1(l)·n] = 0, M1(l) n m
[t2(0) – t1(l )]·m = 0,
M2(0) = M1(l ),
M2(0)
t2(0)
d2(0) = d1(l ), θ2(0) = θ1(l ),
t2(0) = t1(l ), M1(l)
M2(0) – M1(l ) – Kr θ1(l ) = 0,
M2(0)
n
t2(0) = t1(l ), m
t1(l )·n = Ke[d2(0)-d1(l )]·n,
t1(l )·m = 0,
M2(0) = M1(l ) = 0, -t1(l ) t2(0)
θ2(0)- θ1(l)>0
per una molla rotazionale interna caratte-
rizzata dalla rigidezza Kr, Fig. 25. M1(l)>0 M2(0)>0
Dato il carattere puntiforme dei vincoli, le
molle estensionali sono pensate applicate
ai posti di singolarità geometrica, Figg. 22
e 234, mentre le molle rotazionali sono
pensate applicate alle fibre di estremità dei
tratti regolari di trave, Figg. 23 e 25.
M2(0)=M1(l)
Il vettore che individua la posizione del generico punto sostanziale pz, che nella forma
corrente occupa il posto pz, Fig. 26, può essere espresso in funzione delle componenti
di spostamento:
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V. Spostamenti 127
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Imponendo la condizione locale di inestensibilità della trave3, cioè l’uguaglianza della
lunghezza degli elementi differenziali rettilineo referenziale dz (→0) e curvilineo (retti-
ficato) attuale ds:
ds = dz,
pl P
δ
pz
r Sa η
d
q0≡o qz ql Sr
l l
(l-δ) (l-δ)
Si consideri ora, ad esempio, il caso della mensola già studiata in §2.1 e nuovamente
rappresentata in Fig. 27. La componente δ=w(l ) dello spostamento in direzione k del
punto sostanziale pl è allora dato da [7]:
l −δ l
δ = w(l ) = w(0) + w′(z ) dz ≅ ⎧ 1 − [v′(z )] 2 − 1⎫dz.
∫
0 ∫
0
⎨
⎩
⎬
⎭
Sviluppando in serie di Mac Laurin [13] la radice e trascurando i termini d’ordine supe-
riore al 1°, si ha [7]:
l ⎧1 2
2⎫ 1 ⎛P⎞ 5
δ ≅− ∫ ⎨ [v′(z )] ⎬dz = − ⎜ ⎟ l ,
0 ⎩ 2 ⎭ 15 ⎝B⎠
η /l ∼ 10-2÷10-3,
si evince facilmente che
δ /l ∼ 10-4÷10-6.
Dal momento che - come già notato - δ è trascurabile rispetto ad η, si può - con suffi-
ciente approssimazione - calcolare il momento d’incastro come
M0r = - Pl ≅ M0a.
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V. Spostamenti 129
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Appendice 3: CONGRUENZA ESTENSIONALE
Si consideri la generica asta appartenente
ad una struttura reticolare, Fig. 28; si a- J,Y,V
dotti un sistema di riferimento cartesiano
X a Df
ortogonale “globale” (O;Z,Y,X) e si indi-
chi con α l’inclinazione dell’asta rispetto f
O K,Z,W
all’asse Z; il versore
wf
a = Cosα K + Senα J, l
Cosα = (Z f − Z i ) l ,
Senα = (Yf − Yi ) l , Di
l+∆l
α z
fornisce l’orientamento dell’asta. Siano
poi i
wi j k,w
Di = Wi K + Vi J , Df = Wf K + Vf J ,
gli spostamenti dei nodi iniziale e finale Fig. 28 - Deformazione estensionale
dell’asta nel riferimento “globale”. Le lun dell’asta reticolare.
ghezze referenziale
lr = (Z f − Z i ) 2 + (Yf − Yi ) 2
e attuale dell’asta
possono essere calcolate come distanze euclidee tra i nodi nelle forme referenziale e
attuale rispettivamente.
La proiezione degli spostamenti nodali nel riferimento globale nella direzione
referenziale a≡k consente di valutare le componenti assiali degli spostamenti nodali nel
riferimento locale:
wi = Di ⋅ k , wf = Df ⋅ k ;
avendo assunto il nodo “iniziale” dell’asta come origine del sistema di riferimen-
to“locale” (i;z,y,x), cioè avendo posto zi=0, zf=l.
La trattazione precedente consente di istituire un’interessante ed utile analogia
tra l’asta reticolare di lunghezza l e di rigidezza assiale A=costz da una parte e la molla
estensionale di costante elastica Ke, dall’altra. Infatti, uguagliando le energie di defor-
mazione elastica immagazzinate rispettivamente nell’asta (γm=χm=0), Eq. (IV.3.1) e
App. II.6,
2
l ⎛ ∆l ⎞
l 1 A
U=
1
∫ Aε m2 dz =
1
∫ A ⎜ ⎟ dz = (∆l )2 ,
2 0 2 0 ⎝ l ⎠ 2 l
Ke = A/l.
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V. Spostamenti 131
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V3 − W3 + V3 2 W − W3 ⎛ W + V4 2 ⎞
N13 = A , N 23 = A , N 34 = A 4 , N14 = A ⎜ 4 − αT ⎟ ,
l 2l 2 l ⎜ 2l 2 ⎟
⎝ ⎠
V
N 24 =A 4;
l
nelle equazioni precedenti si è preferito denotare ciascuna forza riferendosi ai nodi ini-
ziale e finale dell’asta anziché al numero dell’asta stessa; inoltre si è già tenuto conto
dei nodi fissi.
N13
W3
V3 V4 N34 N34
W4
N23 N14
N13 N24
J
K
1 2 nodi fissi
L’equilibrio delle forze nelle direzioni K e J, Fig. 29a, per ciascuno dei due nodi liberi
impone pertanto, Fig. 29b,
⎧⎪K ) N 34 + N 23 2 2 = 0,
nodo 3 : ⎨
⎪⎩ J ) − N13 − N 23 2 2 = 0;
⎧⎪K ) − N 34 − N14 2 2 = 0,
nodo 4 : ⎨
⎪⎩ J ) − N 24 − N14 2 2 = 0;
La sostituzione delle espressioni delle forze assiali nelle equazioni di equilibrio condu-
ce infine alle Eqq. (8).