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CAMBIAMENTO DI BASE IN UNO SPAZIO VETTORIALE

Sia V uno spazio vettoriale sul campo K. Siano v1, v2, ....., vn n vettori dati appartenenti a
V e siano, inoltre, assegnati n scalari k1, k2, ....., kn appartenenti a K. Si definisce
combinazione lineare dei vettori v1, v2, ....., vn, mediante i coefficienti k1, k2, ....., kn, il vettore v
ottenuto tramite la relazione:
n
v = k1v1 + k 2 v2 +.....+ k n vn = ∑ ki vi
i =1
In tale contesto, atteso quanto premesso, si esplicitano le seguenti definizioni:
n è verificata con gli n scalari k1, k2, ....., kn NON TUTTI NULLI
• se v = ∑ ki vi = 0 contemporaneamente, allora gli n vettori v1, v2, ....., vn si dicono
i =1 linearmente dipendenti.
n è verificata con gli n scalari k1, k2, ....., kn contemporaneamente
• se v = ∑ ki vi = 0 TUTTI NULLI, allora gli n vettori v1, v2, ....., vn sono linearmente
i =1 indipendenti.
Consideriamo il seguente esempio: In ℜ3 siano assegnati i tre vettori v1 = (2, 1, 0), v2 = (1, 0, 3) e
v3 = (1, 2, 1). Considerati i tre scalari k1, k2, k3 appartenenti al campo K, si consideri la seguente
combinazione lineare:
v = k1·v1 + k2·v2+ k3·v3 = k1·(2, 1, 0) + k2·(1, 0, 3)+ k3·(1, 2, 1) =
= ((2·k1 + k2 + k3), (k1 + 2·k3), (3·k2 + k3))
Tale combinazione lineare È NULLA, ovvero fornisce il vettore nullo v = O = (0, 0, 0):
v = ((2·k1 + k2 + k3), (k1 + 2·k3), (3·k2 + k3)) = (0, 0, 0)
allorché si verificano contemporaneamente le condizioni seguenti:
2 k1 + k 2 + k 3 = 0 − 4 k 3 − k 3 3 + k 3 = 0 k 3 = 0
  
k1 + 2 k 3 = 0 ⇒ k1 = −2 k 3 ⇒ k1 = 0
3k 2 + k 3 = 0 k 2 = − k 3 3 k 2 = 0
Poiché la combinazione lineare è nulla allora e solo allora che i tre coefficienti della combinazione
stessa sono contemporaneamente nulli, k1 = k2 = k3 = 0, i tre vettori v1, v2. v3 sono linearmente
indipendenti.
Sia V uno spazio vettoriale, n un numero intero ed E = {e1, e2, ....., en} un insieme di n
vettori linearmente indipendenti. Se lo spazio vettoriale generato da {e1, e2, ....., en}
coincide con V, ovvero se ogni vettore v∈ ∈V è ottenuto come combinazione lineare degli n
vettori e1, e2, ....., en, allora si è soliti affermare che l’insieme E = {e1, e2, ....., en} costituisce una
base per lo spazio vettoriale V.
Consideriamo alcuni esempi a chiarimento di quanto asserito.
a) Nello spazio vettoriale ℜ2 i vettori e1 = (1, 0) ed e2 = (0, 1) costituiscono una base, la cosiddetta
base canonica, in quanto sono linearmente indipendenti e ogni altro vettore v∈ ∈ℜ2 è esprimibile
come combinazione lineare dei vettori della base stessa mediante la relazione seguente:
v = (ξ
ξ1, ξ2) = (ξ
ξ1, 0) + (0, ξ2) = ξ1 (1, 0) + ξ2 (0, 1) = ξ1 e1 + ξ2 e2
b) Nello spazio vettoriale ℜn i vettori e1 = (1, 0, ..., 0); e2 = (0, 1, ..., 0); ..... ; en = (0, 0, ..., 1);
costituiscono una base, la base canonica, in quanto sono linearmente indipendenti ed ogni
∈ℜn è esprimibile come combinazione lineare dei vettori della base mediante la
altro vettore v∈
relazione:
v = (ξ
ξ1, ξ2, ..., ξn ) = (ξ
ξ1, 0, , 0) + (0, ξ2,..., 0) + (0, 0, ξ3,..., 0) + ... +(0, 0,..., ξn) =
= ξ1·(1, 0, 0, , 0) + ξ2·(0, 1, 0,..., 0) + ξ3·(0, 0, 1,..., 0) + ... + ξn·(0, 0, 0,..., 1) =
= ξ1 e1 + ξ2 e2 + ξ3 e3 + ... + ξn en
c) Nello spazio vettoriale dei polinomi di grado ≤ 2 nell’indeterminata x, sul campo reale, lo
spazio R2[x], i polinomi P2(x) definiti da e1 = 1; e2 = x; e3 = x2 costituiscono una base in quanto
sono linearmente indipendenti, talché ogni altro polinomio p(x) di grado ≤ 2 è esprimibile
mediante la seguente combinazione lineare:
p(x) = a0 + a1·x + a2·x2 = a0·e1 + a1·e2 + a2·e3
d) Nello spazio vettoriale delle matrici quadrate M2(ℜ
ℜ)di ordine n=2, sul campo R, le matrici:
1 0  0 1 , m =  0 0 , m =  0 0
m1 =   , m2 =   3   4  
 0 0  0 0  1 0  0 1
costituiscono una base, la cosiddetta base canonica, in quanto sono linearmente indipendenti,
talché ogni altra matrice quadrata di ordine due è esprimibile come combinazione lineare delle
matrici della base tramite la scrittura di seguito riportata:
b   a 0  0 b  0 0  0 0
M = 
a
 =  +  +  + =
c d   0 0  0 0  c 0  0 d 
1 0  0 1 + c 0 0 + d  0 0 = am + bm + cm + dm
= a   + b      1 2 3 4
0 0  0 0  1 0  0 1
Uno spazio vettoriale può avere basi diverse; infatti, la base canonica e1 = (1, 0), e2 = (0, 1) e la base
f1 = (2, 3), f2 = (1, 5) sono due basi diverse per lo spazio vettoriale ℜ2. Verifichiamo che i due
vettori f1 e f2 sono linearmente indipendenti; la lineare indipendenza implica che la combinazione
lineare dei due vettori f1 e f2 fornisce il vettore nullo se e soltanto se tutti i coefficienti della
combinazione lineare stessa sono contemporaneamente nulli. Si ottiene, pertanto:
2 1 0 2λ + µ   0
λf1 + µf 2 = 0 ⇒ λ   + µ   =   ⇒   =  il che implica:
 3  5  0  3λ + 5µ   0
 2λ + µ = 0 ⇒  µ = −2λ ⇒  7λ = 0 ⇒ λ = 0
3λ + 5µ = 0 3λ − 10λ = 0  µ = −2 λ µ=0
  
Sia V uno spazio vettoriale sul campo K e BG = {g1, g2, ..., gn} una sua base. Lo spazio generato
dalla base coincide con lo spazio vettoriale V per cui ogni vettore v di V è, per definizione di base,
esprimibile come combinazione lineare degli n vettori della base, secondo la relazione:
v = ξ1g1 + ξ2 g 2 +.....+ξn g n
in cui i coefficienti ξ1, ξ2, ..., ξn della combinazione lineare stessa appartengono al campo K. Dato
che a ciascun vettore v di V corrisponde una ed una sola n-pla di coefficienti (ξ1 ξ2, ..., ξn) di K,
i valori ξ1 ξ2, ..., ξn si chiamano le coordinate del vettore v rispetto alla base G = {g1, g2, ..., gn}.
Pertanto, le componenti di un vettore v rispetto ad una base B sono le sue coordinate rispetto
alla base B stessa.
Consideriamo, quale opportuno chiarimento, l’esercizio seguente: Si determinino le coordinate
del vettore v = (3, 2) rispetto alla base BG = {g1 = (1, 2) , g2 = (3, 1)}.
Poiché non altrimenti esplicitamente riferito per il vettore v, è da intendersi che le sue componenti
(3, 2) rappresentino le sue coordinate riferite alla base canonica BE = {e1 = (1, 0) , e2 = (0, 1)};
infatti, può sempre scriversi che:
3 1 0 α =3
v =   = α1e1 + α 2 e2 = α1   + α 2   =  1  ⇒ 1
α
 2  0  1  α 2  α2 = 2
Relativamente alla base BG, sempre in ossequio alla definizione di base, le coordinate del vettore v
si possono determinare attivando la seguente combinazione lineare:
1 3 β + 3β2   3 β =35
β1 g1 + β2 g2 = β1   + β2   =  1  =  ⇒ 1
 2  1  2 β1 + β2   2 β2 = 4 5
Ne consegue la seguente conclusione: Il vettore v = (3, 2) ha coordinate (3, 2) riferite alla base
canonica BE e coordinate (3/5, 4/5) rispetto alla base BG. Così come evidenziato in figura 1, in
cui si è fatto riferimento ai vettori del piano euclideo.
(figura - 1)

v = 3·e1 + 2·e2 g1(1, 2) v = (3/5)·g1 + (4/5)·g2


2·e2
β 1 g1
e2(0, 1) g2(3, 1)
β 2 g2
e1(1, 0) 3·e1
Nello spazio vettoriale dei polinomi di grado ≤ 2 nell’indeterminata reale x (o sul campo R) sia
assegnata la base E ={e1 = 1, e2 = x, e3 = x2}; allora le coordinate del polinomio p(x) = 5x2 + 2x − 3
sono rappresentate dalla terna (− −3, 2, 5). Che un polinomio p(x) possa essere determinato in modo
univoco da una terna di numeri, riferiti ad una base, costituisce la valenza del concetto di vettore
e di spazio vettoriale.
Sia V uno spazio vettoriale sul quale è definita una base BV = {v1, v2, ..., vn} costituita da n vettori.
Atteso che, proprio in ossequio alla definizione di base di uno spazio vettoriale, ogni altra base di
V sarà composta anch’essa da n vettori, allora si afferma che lo spazio vettoriale V ha
dimensione n, il che si esplicita tramite la posizione seguente: dimV = n.
Sia V uno spazio vettoriale sul campo K e sia n la sua dimensione. Si considerino assegnate le
due basi BG = {g1, g2, ..., gn} e BF = {f1, f2, ..., fn} e siano (ξ ξ1, ξ2, ..., ξn) e (η
η1, η2, ..., ηn) le
coordinate di un vettore v di V riferite, rispettivamente, alla base BG ed alla base BF. Poiché BG e
BF sono due diverse basi dello spazio vettoriale V, proprio per definizione di base di uno spazio e
di unicità del vettore v, risultano motivate le relazioni espresse dalla scrittura di seguito riportata:
v = ξ1 g1 + ξ2 g2 +.....+ξn gn (a )
v = η1 f1 + η2 f 2 +.....+ηn f n (b)
ovvero, con ovvietà:
v = ξ1 g1 + ξ2 g2 +.....+ξn gn = η1 f1 + η2 f 2 +.....+ηn f n (1)
È, inoltre, altrettanto vero che ciascun vettore costituente la base {g1, g2, ..., gn} può essere espresso
in dipendenza dei vettori della base {f1, f2, ..., fn} ottenendo le seguenti scritture:
g1 = a11 f1 + a21 f 2 +.....+ an1 f n
g2 = a12 f1 + a22 f 2 +.....+ an 2 f n
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
gn = a1n f1 + a2 n f 2 +.....+ ann f n
alle quali corrisponde la formulazione sintetica espressa dalla forma e simbologia seguenti:
gi = a1i f1 + a2i f 2 +.....+ ani f n ( 2)
essendo (i = 1, 2, .... , n) ed in cui i coefficienti ajk (j = 1, 2, ..... , n; k = 1, 2, ..... , n) sono tutti
elementi del campo K e di valore opportuno.
Tenendo conto delle relazioni (2) adeguatamente sostituite nelle (a), si perviene alla relazione:
v = ξ1(a11 f1 + a21 f 2 +...+an1 f n ) + ξ2 (a12 f1 + a22 f 2 +...+an2 f n )+.....+ξn (a1n f1 + a2n f 2 +...+ann f n )
ovvero eseguendo i dovuti e necessari passaggi algebrici, si ottiene:
v = (ξ1a11 + ξ2a12 +...+ξna1n ) f1 + (ξ1a21 + ξ2a22 +...+ξna2n ) f2 +.....+(ξ1an1 + ξ2an2 +...+ξnann f n ) f n
Ricordiamo ora che nello spazio vettoriale V, riferita alla base BF, sussiste la validità della
relazione (b) nonché della relazione (1), per cui dovrà essere:
v = (ξ1a11 + ξ2a12 +...+ξna1n ) f1 + (ξ1a21 + ξ2a22 +...+ξna2n ) f2 +.....+(ξ1an1 + ξ2an2 +...+ξnann ) fn
= η1 f1 +η2 f2 +.....+ηn fn
Dal confronto delle due conformazioni del vettore v∈
∈V si perviene alla definizione delle relazioni
di seguito mostrate:
η1 = ξ1a11 +ξ2a12 +...+ξna1n
η2 = ξ1a21 +ξ2a22 +...+ξna2n n
η3 = ξ1a31 + ξ2a32 +...+ξna3n a cui corrisponde la forma compatta: ηi = ∑ aijξ j (3)
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: con i = (1, 2, ..... , n) j =1
ηn = ξ1an1 + ξ2an2 +...+ξnann
La relazione (3) consente di determinare le coordinate (η1, η2, ..., ηn) del vettore v rispetto alla base
BF = {f1, f2,...,fn} note le coordinate (ξ1, ξ2, ..., ξn) rispetto alla base BG = {g1, g2,..., gn}.
La matrice AE,G di dimensione (nxn) di seguito riportata:
 a11 a12 ..... a1n 
a a22 ..... a2 n 
A( E ,G ) ( n × n ) = aij ( ) (i =1,2,...,n) =  21 
( j =1,2 ,..., n )  ::::: ::::: ::::: :::::
 an1 an 2 ..... ann 
definisce la matrice del cambiamento di base dalla base BG alla base BF. Infatti se si considera il
vettore v∈ ∈V le cui coordinate rispetto alla base BG sono espresse dalla matrice “vettore colonna”
(ξ1, ξ2, ..., ξn)T, la matrice “vettore colonna” (η1, η2, ..., ηn)T esprimente le coordinate dello stesso
vettore v∈ ∈V rispetto alla base BF sono determinate, in modo unico, dalla relazione fra matrici che
di seguito si riporta:
 η1   a11 a12 ..... a1n   ξ1 
η   a a ..... a2 n   ξ2 
 2  =  21 22 ∗  ⇒ η = A( E ,G ) ⋅ ξ
 :::   ::::: ::::: ::::: :::::  :::
 ηn   an1 an 2 ..... ann   ξn 
È, poi, importante considerare che le colonne della matrice del cambiamento di base AE,G sono le
componenti dei vettori della base di partenza BE calcolate rispetto alla base BG di arrivo.

ESERCIZIO 1.: Sia v un vettore di ℜ2 le cui coordinate rispetto alla base canonica {e1 = (1, 0),
e2 = (0, 1)} sono v = (2, 3). Calcolare le sue coordinate rispetto alla base {f1 = (1, 2), f2 = (3, 1)}.
1° Modo: Il vettore assegnato v∈ ∈ℜ2 presenta, rispetto alla base canonica di ℜ2 le coordinate (2, 3)
Poiché il vettore v∈ ∈ℜ2 è unico, benché rappresentato con coordinate diverse rispetto alle due basi
assegnate, proprio in ossequio al concetto di base di uno spazio, dovrà sussistere la relazione che
di seguito si riporta:
1 3 1 0 α + 3β = 2 2α + 6β − 2α − β = 1
α   + β   = 2  + 3  ⇒  ⇒
 2  1  0  1 2α + β = 3 β = 3 − 2α
5β = 1 7 1
il che comporta  , ovvero, in conclusione: α = β=
α = (3 − β ) 2 5 5
Ne consegue che il vettore v∈∈ℜ2 è individuato da due coppie di coordinate, ciascuna coppia riferita
alla specifica base che la definisce; in altri termini, definite con (v)BE e con (v)BF, rispettivamente,
le coordinate del vettore v rispetto alla base BE ed alla base BF, può scriversi:
2 75
(v ) B E =   ⇔ (v ) B F =  
 3  1 5
2° Modo: Si procede al calcolo delle coordinate del vettore v∈ ∈ℜ2 nella base BF determinando la
matrice AE,F del cambiamento di base, dalla base canonica BE alla nuova base BF. La matrice da
determinare è caratterizzata dall’avere come sue colonne i coefficienti delle combinazioni lineari
che esprimono i vettori della base BE rispetto ai vettori della base BF. Per tale motivo, esprimiamo
i vettori e1 ed e2 della base canonica BE come combinazione lineare dei vettori f1 ed f2 della base
BF; si ottengono le scritture di seguito esplicitate:
  1  1 + a  3

  0 = a11   21  
 e1 = a11 f1 + a21 f 2  2  1
e = a f + a f ⇒ 
0 1 3
 2 12 1 22 2   = a12   + a22  
 1  2  1
Dovranno, quindi, essere soddisfatte le seguenti relazioni fra i coefficienti delle combinazioni lineari:
 a11 + 3a21 = 1 2a11 + 6a21 − 2a11 − a21 = 2  5a11 = −1
 2a11 + a21 = 0 6a11 + 3a21 − a11 − 3a21 = −1 5a21 = +2
a + 3a = 0 ⇒ a + 3a − 6a − 3a = −3 ⇒ 5a = +3
 12 22  12 22 12 22  12
2a12 + a22 = 1 2a12 + a22 − 2a12 − 6a22 = 1 5a22 = −1
In conclusione, i valori dei coefficienti delle combinazioni lineari che esprimono i vettori della
base BE in funzione dei vettori della base BF sono:
a11 = − 1 5 , a12 = 3 5 , a21 = 2 5 , a22 = − 1 5
Pertanto, la matrice del cambiamento di base è:
 1 3 Ne consegue, che per il vettore v di  1 3  7
 −  coordinate (2, 3) rispetto alla base  −   2  
AE , F =  5 5 canonica BE, le coordinate rispetto 5 5 ∗   =  5
2 1 alla base BF sono calcolate mediante:  2 
1  3 1
 −   −   
 5 5 (v ) B F = AE , F ∗ (v ) B  5 5  5
E
Resta, ora, da osservare che la matrice del cambiamento di base AF,E dalla base BF alla base BE è
legata alla matrice AE,F dalla relazione che caratterizza la matrice inversa; infatti risulta:
AF , E = AE−1, F ⇒ v B = AF , E ∗ v B = AE−1, F ∗ v B
() () ()
E F F
Pertanto, basta verificare che risulta proprio quanto segue:
−1
 1 3  7  7   7 3   10
 −     1 3    +     2
 2 5 5 ∗  5 =   ∗  5 =  5 5  =  5  =  
1 1  2 1 1 14 1 15  3
 −       +   
 5 5  5  5   5 5  5 
Si verifica, inoltre, che le colonne della matrice AF,E sono costituite, proprio, dai coefficienti delle
combinazioni lineari che esprimono i vettori della base BF in funzione dei vettori della base BE.
f1 = β11·e1 + β21·e2 → (1, 2) =1·(1, 0) + 2·(0, 1)
f2 = β12·e1 + β22·e2 → (3, 1) =3·(1, 0) + 1·(0, 1)
ESERCIZIO 2.: Nello spazio euclideo ℜ3 siano assegnate due basi B1 e B2, rispettivamente,
definite dai vettori B1:{v1= (1, 0, 2), v2= (3, 1, 0,), v3= (2, 1, 1)}, B2:{w1= (1, 0, 1), w2= (0, 1, 1,),
w3=(1, 1, 0)}. Si desidera determinare la matrice del cambiamento delle basi da B1 a B2 nonché
le coordinate riferite alla base B2 del vettore v∈ℜ3 definito dalla scrittura v = (5, 2, 7).
È stabilito che la matrice del cambiamento di base è la matrice le cui colonne sono determinate
dai coefficienti delle combinazioni lineari relative ai vettori della base di partenza espressi in
funzione dei vettori della base di arrivo. Pertanto, il cambiamento della base da B1 a B2 si
caratterizza nelle relazioni di seguito riportate:
 1  1  0  1
v1 = α1w1 + β1w2 + γ 1w3 ⇒  0 = α1  0 + β1  1 + γ 1  1 (1)
       
 2  1  1  0
 3  1  0  1
v2 = α 2 w1 + β2 w2 + γ 2 w3 ⇒  1 = α 2  0 + β2  1 + γ 2  1 (2)
       
 0  1  1  0
 2  1  0  1
v3 = α 3w1 + β3w2 + γ 3w3 ⇒  
1 = α 3 0 + β3 1 + γ 3  1 (3)
   
       
 1  1  1  0
La relazione (1) genera un sistema di tre equazioni in tre incognite; infatti, deve essere:
α1 + γ 1 = 1 γ 1 = − β1 2α1 = 3 α1 = 3 2
   
β1 + γ 1 = 0 ⇒ α1 − β1 = 1 ⇒ 2 β1 = 1 ⇒ β1 = 1 2
α1 + β1 = 2 α1 + β1 = 2 γ 1 = − β1 γ 1 = − 1 2
La relazione (2) implica che valgano contemporaneamente le scritture di seguito riportate:
α 2 + γ 2 = 3 α 2 = − β2 α 2 = − β2 α 2 = 1
   
 β2 + γ 2 = 1 ⇒  β2 + γ 2 = 1 ⇒ 2γ 2 = 4 ⇒  β2 = − 1
α 2 + β2 = 0 γ 2 − β2 = 3 2 β2 = −2 γ 2 = 2
La relazione (3) si esplicita nella validità contemporanea delle tre scritture di seguito mostrate:
α 3 + γ 3 = 2 γ 3 = 2 − α 3 2 β3 = 0 α 3 = 1
   
 β3 + γ 3 = 1 ⇒  β3 − α 3 = − 1 ⇒ 2α 3 = 2 ⇒  β3 = 0
α 3 + β3 = 1 α 3 + β3 = 1 γ 3 = 2 − α 3 γ 2 = 1
Pertanto, la matrice del cambiamento di base, dalla base B1 alla base B2 assume la forma:
 α1 α 2 α3  3 2 1 1
AB1 , B2 =  β1 β2 β3 = 1 2 − 1 0
 
   
γ1 γ 2 γ 3 − 1 2 2 1
Ciò premesso calcoliamo le coordinate del vettore v∈ℜ3 assegnato come v = (5, 2, 7). Poiché nulla
si dice del vettore v∈ℜ3 significa che la terna delle coordinate assegnate è da intendersi riferita alla
base canonica BE:{e1 = (1, 0, 0), e2 = (0, 1, 0), e3 = (0, 0, 1,)} di ℜ3. Poiché è a noi nota la matrice
AB1,B2 del cambiamento di base dalla base B1 alla base B2 è necessario calcolare le coordinate del
vettore v riferite alla base B1; a tale scopo basta ricorrere alla combinazione lineare seguente:
 5  1  3  2  λ + 3 µ + 2η = 5 µ = 2 − η
 2  = λ  0  + µ  1 + η  1   
⇒ µ + η = 2 ⇒ λ = ( 7 − η ) 2
       
 7  2  0  1  2 λ + η = 7  3η = 9
da cui, operando i necessari calcoli, si perviene così alla determinazione dei valori dei coefficienti
della combinazione lineare ovvero delle coordinate del vettore v∈ℜ3 riferite alla base B1; si ha:
λ = 2, µ = −1, η = 3 ⇒ (v ) B1 = (2, − 1, 3)
Atteso quanto premesso, le tre coordinate del vettore v∈ℜ3 riferite alla base B2 si determinano
facendo ricorso alla matrice AB1,B2 del cambiamento di base dalla base B1 alla base B2 secondo la
relazione seguente:
 32 1 1  2  5
(v ) B2 = AB1 , B2 ∗ (v ) B1 = 1 2 − 1 0 ∗  − 1 =  2

     
−1 2 2 1  3  0
Verifica 1: il vettore v∈ℜ3 descritto rispetto alla base canonica BE dalle coordinate (5, 2, 7), verrà
individuato nella base B2 dalle coordinate determinate dai coefficienti della combinazione lineare
seguente:
 5  1  0  1 a + c = 5 c = 5 − a
 2 = a  0 + b 1 + c 1  
⇒ b + c = 2 ⇒ a = 7 − b
       
 7  1  1  0 a + b = 7 b + 5 − 7 + b = 2
ovvero, si ritrovano i valori delle coordinate del vettore v∈ℜ3 rispetto alla base B2 date da:
a = 5, b = 2, c = 0 ⇒ (v ) B2 = (5, 2, 0)
COMPLEMENTI. Prefiggiamoci di ricavare la matrice del cambiamento di base dalla base
canonica BE:{e1 = (1, 0, 0), e2 = (0, 1, 0), e3 = (0, 0, 1,)} di ℜ3 alla base B2 facendo ricorso alla
matrice del cambiamento di base dalla base canonica BE alla base B1; quale legame dovrà sussistere
fra le matrici
AE , B1 , AE , B2 , AB1 , B2
A tale riguardo determiniamo la matrice del passaggio di base dalla base canonica BE alla base
B1. Si dovranno, cioè, impostare le combinazioni lineari che esprimono i vettori della base canonica
BE in dipendenza dei vettori della base B1; si ottiene, pertanto, il complesso delle relazioni seguenti:
 1  1  3  2 λ1 + 3µ1 + 2η1 = 1 λ1 = 1 3
 0 = λ  0 + µ  1 + η  1 ⇒ µ + η = 0 ⇒

µ1 = 2 3
1 1 1 1 1
       
 0  2  0  1 2λ1 + η1 = 0 η1 = − 2 3
 0  1  3  2 λ2 + 3µ2 + 2η2 = 0 λ2 = −1

 1 = λ  0 + µ  1 + η  1 ⇒ µ + η = 1 
2 2 2 2 2 ⇒ µ2 = −1
       
 0  2  0  1 2λ2 + η2 = 0 η2 = +2
 0  1  3  2 λ3 + 3µ3 + 2η3 = 0 λ3 = + 1 3
 0 = λ  0 + µ  1 + η  1 ⇒ µ + η = 0 ⇒

 µ3 = − 1 3
3 3 3 3 3
       
 1  2  0  1 2λ3 + η3 = 1 η3 = + 1 3
Pertanto, la matrice del cambiamento di base cercato è così strutturata:
 λ1 λ2 λ3   1 3 − 1 1 3
AE , B1 =  µ1 µ2 µ3  =  2 3 − 1 − 1 3
   
 η1 η2 η3   − 2 3 2 1 3
La conoscenza sia della matrice AE,B1 del cambiamento di base dalla base canonica BE alla base
B1 sia della matrice AB1,B2 del cambiamento di base dalla base B1 alla base B2 consente allora di
determinare la matrice diretta del cambiamento di base dalla base canonica BE alla base B2. A
tale scopo si può osservare lo schema di seguito riportato:

base BE 
A
→ base B1 
A
→ base B2
E , B1 B1 , B2
base BE → base B2

( AB1 , B2 )∗( AE , B1 )
La matrice diretta, che caratterizza il cambiamento di base in ℜ3 dalla base canonica BE alla base
B2 è la matrice AE,B2 così costruita:
 3   1 1  1 1 1
 1 1  −1   − 
 21   23 3  2
1 1
2
1
2
1
AEB2 = AB1 B2 ∗ AEB1 = − 1 0 ∗  −1 −  = − 
 2   3 3  2 2 2
 − 1 2 1  −
2
2
1  1
 
1 1
− 
 2   3 3  2 2 2
Per completezza determiniamo di nuovo le coordinate, rispetto alla base B2, del vettore v∈ℜ3 che
presenta le coordinate (5, 2, 7) riferite alla base canonica BE; si ottiene:
 12 −1 2 1 2  5  5
( v ) B2 = AEB2 ∗ (v ) B = −1 2 12 1 2  ∗  2  =  2
E      
 12 12 − 1 2  7  0
Verifica 2: Calcoliamo direttamente la matrice del cambiamento di base dalla base canonica BE
alla base B2. Si impostano le combinazioni lineari come di seguito evidenziato:
 1  1  0  1 δ1 + ρ1 = 1 δ1 = + 1 2
 0 = δ  0 + σ  1 + ρ  1  
1 1 1 ⇒ σ 1 + ρ1 = 0 ⇒ σ 1 = − 1 2
       
 0  1  1  0 δ1 + σ 1 = 0 ρ1 = + 1 2
 0  1  0  1 δ 2 + ρ2 = 0 δ 2 = − 1 2
 1 = δ  0 + σ  1 + ρ  1 ⇒ σ + ρ = 1 ⇒ σ = + 1 2
2 2 2 2 2 2
       
 0  1  1  0 δ 2 + σ 2 = 0 ρ2 = + 1 2
 0  1  0  1 δ 3 + ρ3 = 0 δ 3 = + 1 2
 0 = δ  0 + σ  1 + ρ  1 ⇒ σ + ρ = 0 ⇒ σ = + 1 2

3 3 3 3 3 3
       
 1  1  1  0 δ 3 + σ 3 = 1 ρ3 = − 1 2
Ne consegue che la matrice AE,B2 del cambiamento di base dalla base canonica BE alla base B2 è:
 12 −1 2 1 2
AE , B 2 = −1 2 12 1 2
 
 12 12 −1 2
RICHIAMI TEORICI: Si riportano alcuni teoremi che sono di fondamento per la determinazione
della matrice M che realizza il cambiamento di base, cioè della matrice di passaggio dalla base
C alla base B. La costituzione della matrice M è determinata dal seguente teorema:
TEOREMA 1.: Siano B = {b1, b2, ... , bn} e C = {c1, c2, ... , cn} due basi di uno spazio vettoriale V
di dimensione n su un campo K. Allora, per ogni vettore v∈V si ha che:
vB = MC,B*vC
in cui MCB è la matrice la cui k-esima colonna è costituita dal vettore colonna delle coordinate
di ck rispetto alla base B, ossia tale che per ogni k = 1, 2, ... , n risulti pertanto cK(MC,B) = (cK)B.
Come ulteriore applicazione e chiarimento si applichi quanto sancito dal teorema 1 per la soluzione
del seguente esercizio.
ESERCIZIO 3.: Dello spazio vettoriale V sul campo R3 sono assegnate due sue basi:
B = {b1 = (1, 2, 0), b2 = (0, −1, 1,), b3 = (1, 1, −3)} e C = {c1 = (1, 0, 1), c2 = (1, -2, 3,), c3 =(4, 1, -1)}.
Si determini la matrice MC,B del cambiamento delle basi da C a B. Dato il vettore v∈R3, avente
componenti riferite alla base C, vC = (1, -1, 1), si vuole determinare le componenti del vettore v
riferite alla base B.
Il teorema 1 afferma che la matrice del cambiamento di base è la matrice MC,B le cui colonne
sono determinate dai coefficienti delle combinazioni lineari relative ai vettori della base di
partenza espressi in funzione dei vettori della base di arrivo. Pertanto, il cambiamento della base
da C a B si caratterizza nelle relazioni con cui i vettori della base C sono espressi in funzione dei
vettori della base B, così come di seguito riportato:
 1  1  0  1
c1 = α 1b1 + β1b2 + γ 1b3 ⇒  0 = α 1 2 + β1 − 1 + γ 1  1 (1)
    
       
 1  0  1  − 3
 1  1  0  1
c2 = α 2b1 + β2b2 + γ 2b3 ⇒  − 2 = α 2 2 + β2 − 1 + γ 2  1 ( 2 )
    
       
 3  0  1  − 3
 4  1  0  1
c3 = α 3b1 + β3b2 + γ 3c3 ⇒  1 = α 3  2 + β3  − 1 + γ 3  1 ( 3)
       
 − 1  0  1  − 3
La relazione (1) genera un sistema di tre equazioni in tre incognite; infatti, deve essere:
α1 + γ 1 = 1 α 1 = 1 − γ 1 α1 = 1 − γ 1 α1 = 3 4
   
2α1 − β1 + γ 1 = 0 ⇒ γ 1 + β1 = 2 ⇒ β1 = 2 − γ 1 ⇒ β1 = 7 4
β1 − 3γ 1 = 1 β1 − 3γ 1 = 1 4γ 1 = 1 γ 1 = 1 4
La relazione (2) implica che valgano contemporaneamente le scritture di seguito riportate:
α 2 + γ 2 = 1  α2 = 1 − γ 2 α 2 = 1 − γ 2
  
2α 2 − β2 + γ 2 = −2 ⇒  β2 + γ 2 = 4 ⇒ β2 = 4 − γ 2
β2 − 3γ 2 = 3 β2 − 3γ 2 = 3 4γ 2 = 1
da cui si ottiene: α 2 = 3 4 β2 = 15 4 γ 2 = 1 4
La relazione (3) si esplicita nella validità contemporanea delle tre scritture di seguito mostrate:
α 3 + γ 3 = 4 α 3 = 4 − γ 3 α 3 = 4 − γ 3 α 3 = 2
   
2α 3 − β3 + γ 3 = 1 ⇒ γ 3 + β3 = 7 ⇒ γ 3 + β3 = 7 ⇒  β3 = 5
β3 − 3γ 3 = −1 3γ 3 − β3 = 1 4γ 3 = 8 γ 3 = 2
Pertanto, la matrice del cambiamento di base, dalla base C alla base B assume la forma:
 α1 α 2 α 3   3 4 3 4 2 1  3 3 8 
MC, B =  β1 β2 β3  =  7 4 15 4 5 = ⋅  7 15 20
     
 γ 1 γ 2 γ 3   1 4 1 4 2 4  1 1 8 
Ciò premesso calcoliamo le coordinate, rispetto alla base B, del vettore v∈ℜ3 le cui componenti
sono note con riferimento alla base C, ovvero: vC = (1, -1, 1). Le coordinate del vettore v∈ℜ3
rispetto alla base B sono definite, in ossequio al teorema 1, dalla relazione che di seguito si riporta:
3 3 8  1 8 2
1     1    
v B = M C , B ∗ vC = ⋅ 7 15 20 ∗ − 1 = ⋅ 12 = 3
4  1 1 8  1 4  8  2

TEOREMA 2.: Ogni matrice di passaggio M è invertibile, cioè esiste la matrice inversa M-1 tale
che M*M-1 = I.
Infatti, siano B e C due basi di uno spazio vettoriale V, sia MC,B la matrice di passaggio da C a B
e sia NB,C la matrice di passaggio da B a C. Allora, per ogni vettore v∈V, si ottiene vB = MC,B*vC
e vC = NB,C*vB. Quindi vB = MC,B*NB,C*vB. Per l’arbitrarietà di vB deve essere MC,B*NB,C = I.
Analogamente, si trova NB,C*MC,B = I. Consegue, pertanto, che le due matrici di passaggio MC,B e
NB,C sono una l’inversa dell’altra ed in particolare sono entrambe invertibili.
Quando lo spazio vettoriale V si riduce ad uno spazio di coordinate Kn, la matrice di passaggio
da una base qualunque alla base canonica E ammette una scrittura immediata, quale diretta
conseguenza del teorema 1; si ha così la seguente affermazione;
PROPOSIZIONE 1: Sia B = {b1, b2, ... , bn} una base di Kn. La matrice di passaggio dalla base B
alla base canonica E = {e1, e2, ... , en} è data dalla matrice MB,E che ha per colonna i vettori della
base B visti come vettori colonna, ossia MB,E = [b1 b2 ... bn].
Come applicazione di quanto asserito dalla proposizione 1, si consideri l’esercizio che segue:
ESERCIZIO 4.: Sia B = {b1, b2, b3} una data base di R3, essendo b1 = (1, 2, −1), b2 = (1, 0, 1) e
b3 = (1, −3, 2). Si deve determinare la matrice MB,E di passaggio dalla base B alla base canonica
E = {e1, e2, e3} in cui, ovviamente, si ha e1 = (1, 0, 0), e2 = (0, 1, 0,) ed e3 = (0, 0, 1).
La procedura per la determinazione del passaggio dalla base B alla base canonica E si sostanzia
nello scrivere i tre vettori b1, b2, b3 della base B come funzioni dei tre vettori e1, e2, e3 della base
canonica E, ottenendo le relazioni che di seguito si palesano:
 1  1  0  0  1  1  0  0
b1 =  2 = 1 ⋅  0 + 2 ⋅  1 − 1 ⋅  0 b2 =  0 = 1 ⋅  0 + 0 ⋅  1 + 1 ⋅  0
               
 − 1  0  0  1  1  0  0  1
 1  1  0  0
b3 =  − 3 = 1 ⋅  0 − 3 ⋅  1 + 2 ⋅  0
       
 2  0  0  1
Pertanto, proprio in accordo con quanto stabilito dall’enunciato della proposizione 1, consegue che:
 1 1 1
M B , E = (b1 b2 b3 ) =  2 0 − 3
 
−1 1 2
L’asserto espresso dalla proposizione 1 consente di ottenere la matrice di passaggio tra due qualsiasi
basi di Kn passando per il tramite della base canonica E. Sussiste, infatti, il seguente teorema:
TEOREMA 3: Siano B = {b1, b2, ... , bn} e C = {c1, c2, ... , cn} due basi di Kn. Sia MB,E = [b1, b2, ... , bn]
la matrice di passaggio dalla base B alla base canonica E e sia MC,E = [c1, c2, ... , cn] la matrice di
passaggio dalla base C alla base canonica E = [e1, e2, ... , en]. Allora la matrice MC,B di passaggio
rispettivamente dalla base C alla base B è data dalla matrice MC,B = M-1B,E*MC,E.
n
Infatti per ogni vettore v∈
∈K si ha: vE = M B, E * vB e v E = M C , E * vC
Pertanto, si conclude che: v B = M B−1, E * v E = M B−1, E * M C , E * vC
Come applicazione di quanto stabilito dal teorema 3, si riconsideri quanto ottenuto nel precedente
Esercizio 3 che ora si ripropone nella forma di seguito riportata.
ESERCIZIO 5: Si desidera determinare la matrice MC,B di passaggio dalla base B = {b1, b2, b3}
alla base C = {c1, c2, c3} di R3, costituite, rispettivamente, dai vettori b1 = (1, 2, 0), b2 = (0, -1, 1)
e b3 = (1, 1, -3), c1 = (1, 0, 1), c2 = (1, -2, 3,) e c3 = (4, 1, -1). Considerato, poi, il vettore v∈ R3 per
cui è vC = (1, -1, 1) si determinino le coordinate del vettore v rispetto alla base B.
Poiché si vuole applicare quanto asserito dal teorema 3 bisogna determinare le matrici di passaggio,
rispettivamente, dalla base B e dalla base C alla base canonica E.
La matrice MB,E di passaggio dalla base B alla base canonica E, in ossequio a quanto stabilito
dalla proposizione 1, è la matrice che ha per colonne i vettori della base B, intesi come vettori
colonna.
Si ottiene, pertanto, la seguente matrice:
1 0 1
M B, E = (b1 b2 b3 ) =  2 − 1 1
 
0 1 − 3
Parimenti, la matrice MC,E di passaggio dalla base C alla base canonica E, sempre in ossequio a ciò
che è stabilito dalla proposizione 1, assume la conformazione di seguito riportata:
1 1 4
MC, E = (c1 c2 c3 ) =  0 − 2 1
 
0 3 − 1
Pertanto, in conformità a quanto stabilito dal teorema 3, si conclude che la matrice MC,B di passaggio
dalla base C alla base B è determinata dalla relazione che di seguito si esplicita:
2 1 1  1 1 4 2 3 8
1    1 
MC, B = M B−1, E * MC, E = 6 −3 1 * 0 −2 1 = 7 15 20

4  2 − 1 − 1  0  
3 − 1 4  2 1 8

Ciò premesso calcoliamo le coordinate, rispetto alla base B, del vettore v∈ℜ3 le cui componenti
sono note con riferimento alla base C, ovvero: vC = (1, -1, 1). Le coordinate del vettore v∈ℜ3
rispetto alla base B sono definite, in ossequio al teorema 1, dalla relazione che di seguito si
riporta:
3 3 8  1 8 2
1     1    
v B = M C , B ∗ vC = ⋅ 7 15 20 ∗ − 1 = ⋅ 12 = 3
4  1 1 8  1 4  8  2
Si osservi, inoltre che:
v = v B = 2b1 + 3b2 + 2b3 = (4, 3, − 3) ; v = vC = c1 − c2 + c3 = (4, 3, − 3)

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