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Appunti di lezioni su

Spazi vettoriali
0.1

Spazi vettoriali

Sia V un insieme non vuoto e K un campo. Supponiamo che V sia dotato di una legge
di composizione interna
V V V : (v1 , v2 ) v1 + v2
chiamata somma, e di una legge di composizione esterna su K
K V V : (, v) v
chiamata prodotto per uno scalare.
Si dice che V `e uno spazio vettoriale se soddisfa le seguenti propriet`a:
Propriet`a della somma: (V, +) `e un gruppo commutativo, vale a dire
S1 ) v1 , v2 V , v1 + v2 = v2 + v1
S2 ) v1 , v2 , v3 V , (v1 + v2 ) + v3 = v1 + (v2 + v3 )
S3 ) 0 V tale che v V , v + 0 = v
S4 ) v V , v 0 V tale che v + v 0 = 0
Propriet`a del prodotto per uno scalare:
P1 ) K, v1 , v2 V , (v1 + v2 ) = v1 + v2
P2 ) 1 , 2 K, v V , (1 + 2 )v = 1 v + 2 v
P3 ) 1 , 2 K, v V , (1 2 )v = 1 (2 v)

2
P4 ) v V , 1v = v
Esempi. Sia K un campo, allora lo spazio Kn := {(x1 , x2 , . . . , xn ) | xi K, i = 1, . . . n}
munito della somma (x1 , x2 , . . . , xn ) + (y1 , y2 , . . . , yn ) = (x1 + y1 , x2 + y2 , . . . , xn + yn ) e del
prodotto per uno scalare (x1 , x2 , . . . , xn ) = (x1 , x2 , . . . , xn ) `e uno spazio vettoriale.
In particolare Rn e Cn sono spazi vettoriali.
Sia A = (2, i, 3), B = (4i, 5, 2) C3 abbiamo (3 + i)A iB = (2 + 2i, 1 2i, 9 + i)
Da questo momento con V si indica uno spazio vettoriale su un campo K, quando si
parla di vettore si intende un elemento di V , quando non si specifica il campo di V si
intende un campo generico K.
Propriet`
a Sia V uno spazio vettoriale su un campo K. Allora valgono le seguenti
propriet`a:
1. Il vettore nullo `e unico.
2. Per ogni v V abbiamo 0v = 0
3. sia K, v V se v = 0 allora = 0.
Dim.
1. Esercizio
2. Abbiamo
0v + v = (0 + 1)v = 1v = v = 0 + v
Semplificando v abbiamo 0v = 0.
3. Se infatti fosse 6= 0 potremmo scrivere 1 v = 1 0 da cui v = 0

(1)

0.2. SOTTOSPAZI VETTORIALI

0.2

Sottospazi vettoriali

Definizione 0.2.1 Sia V spazio vettoriale su K, e sia =


6 S V . S si dir`a sottospazio
di V se `e uno spazio vettoriale munito delle stesse leggi di composizione interna ed esterna
definite su V .
Proposizione 0.2.2 =
6 S V `e un sottospazio vettoriale di V se e solo se
i) v1 , v2 S : v1 + v2 S
ii) v S, K : v S
Dim. = ovvia. Proviamo = . Abbiamo che (S, +) eredita da V lassociativit`a
e la commutativit`a. Dobbiamo provare che esiste lelemento neutro e lopposto di ogni
vettore. Da ii) se poniamo = 0 e consideriamo un v S abbiamo che 0v = 0 S.
Lopposto di v S si ottiene considerando il fatto che (1)v = v (dimostrare!). Quindi
(S, +) ha una struttura di gruppo commutativo. Per quanto riguarda la distributivit`a
del prodotto per uno scalare rispetto alla somma, viene ereditata da V .
Osservazione. Se S `e un sottospazio vettoriale, il vettore nullo 0 deve necessariamente
appartenere a S.
Esempi. S = {(0, 0, 0), (1, 0, 0)} R3 non `e un sottospazio di R3 .
S = {(, 0, 0) | C, || 1} C3 non `e un sottospazio di C3 .
S = {(x, y, 0) | x, y R} R3 `e un sottospazio vettoriale di R3 .
S = {(x, y, z) | y 2x = z 2t = 0} R3 `e un sottospazio vettoriale di R3 .
Dato un vettore v Rn la retta r = {tv | t R} passante per lorigine `e un sottospazio
vettoriale di Rn .
Se x0 Rn e v Rn la retta r = {v0 + tv | t R} non `e un sottospazio vettoriale.

0.3

Combinazioni Lineari

Sia V spazio vettoriale su un campo K, e sia {v1 , . . . vp } un sistema di p vettori di V . Si


dice combinazione lineare del sistema ogni vettore v V della forma
v=

p
X

i vi

i=1

dove 1 , . . . , p sono scalari di K.


Esempi. Se v1 = (1, 0, 2), v2 = (3, 1, 0) il vettore v3 = 3v1 + 2v2 = (9, 2, 6) `e c.l. di
{v1 , v2 }
In Rn consideriamo tutte le combinazioni lineari di un dato vettore v. Otteniamo la retta
r = {tv | t R} passante per lorigine e di direzione v.
Due vettori di Rn si dicono paralleli se uno `e combinazione lineare dellaltro, ossia v1
parallelo a v2 se v1 = v2 per qualche K
Se in Rn consideriamo tutte le c.l. di due vettori non paralleli otteniamo un piano
passante per lorigine = {v1 + v2 | , R, v1 , v2 Rn }
Proposizione 0.3.1 Sia V spazio vettoriale su un campo K e sia {v1 , . . . , vm } sistema
di vettori di V . Linsieme costituito da tutte le combinazioni lineari del sistema di vettori
S = {v V | v =

m
X

i vi , 1 , . . . m K}

i=1

`e uno sottospazio vettoriale di V .


S `e detto sottospazio generato dal sistema {v1 , . . . , vn } e si denota con span{v1 , . . . , vn }.
Esempi ed esercizi.
Il vettore (1, 2, 0) `e contenuto in span{(1, 0, 1), (0, 1, 0)}?
Il vettore (1, 2, 4) `e c.l. dei vettori (1, 0, 2), (0, 1, 1)?
Se v1 `e parallelo a v2 abbiamo che uno combinazione lineare dellaltro v1 = v2 per
qualche R, quindi tutte le combinazioni lineari di {v1 , v2 } si riducono alle combinazioni lineari di {v1 }, cio`e span{v1 , v2 } = span{v2 } (Dimostrare!!).
Far vedere che span{(1, 0, 2), (3, 1, 0), (9, 2, 6)} = span{(1, 0, 2), (3, 1, 0)}.

0.4. DIPENDENZA E INDIPENDENZA DI VETTORI

0.4

Dipendenza e indipendenza di vettori

Definizione 0.4.1 (Vettori Linearmente Dipendenti) Un sistema di vettori {v1 , . . . vp }


si dice linearmente dipendente se esiste un sistema di scalari 1 , . . . , p non tutti nulli,
tali che
1 v1 + 2 v2 + + p vp = 0
(2)
Definizione 0.4.2 (Vettori Linearmente Indipendenti) Un sistema di vettori {v1 , . . . vp }
si dice linearmente indipendente se
1 v1 + 2 v2 + + p vp = 0 = 1 = 2 = = p = 0

(3)

Esempi. I vettori v1 = (1, 0, 2), v2 = (3, 1, 0) e v3 = (9, 2, 6) sono l.d.


I vettori {(1, 2 0), (1, 0, 1), (0, 1, 0)} sono l.i.
Osservazione. Un vettore v 6= 0 `e libero, in quanto v = 0 implica che = 0.
Propriet`
a 0.4.3 Sia {v1 , . . . , vp } con p > 1 un sistema di vettori di un di uno spazio
vettoriale V .
1. Se il sistema contiene il vettore nullo allora il sistema `e l.d.
2. Il sistema `e l.d. se e solo se almeno uno dei vettori `e combinazione lineare degli
altri.
3. Se il sistema `e l.d, ogni altro sistema che lo continente `e l.d.
4. Se il sistema `e l.i allora non pu`o contenente il vettore nullo.
5. Se il sistema `e l.i, ogni altro sottosistema `e l.i.
6. Se il sistema `e l.i. e se aggiungiamo al sistema un vettore w V che rende il
sistema l.d. (cio`e il sistema {v1 , , vp , w} `e l.d.) allora w `e combinazione lineare
dei vettori {v1 , . . . , vp }.
Dim. 1. Abbiamo 0 = 0 per qualsiasi K. Quindi se vk = 0 per qualche k
{1, . . . , p} la combinazione lineare del sistema di vettori con gli scalari 1 = k1 =
k+1 = = p = 0 e k 6= 0 d`a la (2).
2. Supponiamo che v1 sia combinazioni lineare di v2 , . . . , vp , allora avremo che esistono
2 , . . . , p K non tutti nulli tali che v1 = 2 v2 + + p vp che `e equivalente a v1 +
2 v2 + + p vp = 0 cio`e la (2).
viceversa Se i vettori sono dipendenti allora esistono 1 , . . . , p K non tutti nulli tali

6
che 1 v1 + + p vp = 0, poiche gli scalari sono non tutti nulli esiste un k {1, . . . , p}
tale che k 6= 0 allora possiamo scrivere
1 v1 + + p vp = 0
k vk = 1 v1 + + k1 vk1 + k+1 vk+1 + + p vp
k1
k+1
p
1
vk1 +
vk+1 + + vp
vk = v1 + +
k
k
k
k
che equivale a dire che vk `e combinazione lineare degli altri vettori.
6. Poiche il sistema {v1 , , vp , w} `e l.d. esistono 1 , . . . , p , K non tutti nulli tali
che
1 v1 + + p vp + w = 0.
(4)
Adesso non puo essere nullo, in quanto se lo fosse la (4) ci darebbe 1 v1 + +p vp = 0
che, poiche v1 , . . . , vp sono l.d, implicherebbe che 1 = = p = 0 in contraddizione
con il fatto che 1 , . . . , p , debbano essere non tutti nulli. A questo punto una volta
provato che 6= 0 si procede esattamente come fatto precedentemente.
Il resto dei punti vengono lasciati per esercizio.
Esempi. I vettori v1 = (1, 0, 0), v2 = (0, 1, 0), v3 = (1, 1, 0) sono linearmente dipendenti.
Infatti v3 = v1 + v2 da cui v1 + v2 v3 = 0 cio`e la (2).
I sistemi di vettori {v1 , v2 }, {v2 , v3 } e {v1 , v3 } sono invece sistemi l.i..
Come si pu`o notare aggiungendo al sistema di vettori l.i. {v1 , v2 } il vettore v3 il sistema
{v1 , v2 , v3 } `e l.d. e difatti v3 `e combinazione lineare di v1 e v2
Esercizio Siano v1 = (1, 0, 2), v2 = (2, 1, 3), v3 = (0, 1, 1) vettori di R3 . Studiare la
loro dipendenza.
Si devono trovare tre scalari 1 , 2 , 3 tali che 1 v1 + 2 v2 + 3 v3 = 0. Si deve quindi
avere (1 + 22 , 2 + 3 , 21 + 32 3 ) = (0, 0, 0) si deve cio`e risolvere il sistema

1 + 22 = 0

2 + 3 = 0

21 + 32 3 = 0
che ha come soluzioni (2k, k, k) con k R per k = 1 abbiamo la soluzione 1 = 2, 2 =
1, 3 = 1 da cui
2v1 v2 + v3 = 0
quindi i tre vettori sono l.d.

0.5. BASI E DIMENSIONE

0.5

Basi e dimensione

Definizione 0.5.1 Diremo che i vettori {v1 , . . . , vp } generano lo spazio V o costituiscono


un sistema di generatori di V , se span{v1 , . . . , vp } = V
Dalla definizione di sottospazio generato deriva subito che : un sistema di vettori `e un
sistema di generatori di V se e solo se ogni vettore di V si esprime come combinazione
lineare degli elementi del sistema.
Definizione 0.5.2 Un sistema di vettori si dice base di uno spazio vettoriale V se `e un
sistema di generatori linearmente indipendenti.
Dalla definizione precedente risulta che se abbiamo una base B = {e1 , . . . , en } v V
si scrive nella forma
n
X
v=
xi ei .
i=1

Tale scrittura di dice decomposizione di v rispetto a B e gli scalari xi si chiamano componenti di v. Nel seguente teorema vedremo che la decomposizione `e unica.
Teorema 0.5.3 Un sistema di vettori B = {e1 , . . . , en } `e una base se e solo se ogni
vettore di V ha un unica decomposizione rispetto a B.
Supponiamo che la decomposizione non sia unica allora abbiamo
v=

n
X

xi ei e v =

i=1

n
X

x0i ei ,

i=1

sottraendo membro a membro, abbiamo


0=

n
X
i=1

xi ei

n
X
i=1

x0i ei

n
X

(xi x0i )ei

i=1

essendo i vettori ei linearmente indipendenti dobbiamo avere necessariamente xi x0i = 0


cio`e xi = x0i , e quindi la decomposizione `e unica.
Viceversa se ogni vettore si pu`o scrivere in maniera unica come combinazione lineare
di vettori di B abbiamo subito che il sistema genera lo spazio. Rimane da far vedere che i
vettori
siano linearmente indipendenti. Consideriamo allora la combinazione
Pn
Pn lineare nulla
e
i=1 i ei = 0 dove i sono scalari. Daltra parte abbiamo anche che 0 =
i=1 0ei , poich`
ogni vettore deve avere una unica decomposizione rispetto a B dobbiamo necessariamente
avere i = 0 per ogni i = 1, . . . , n.

8
Esercizio. Sia data in R3 la base canonica B = {e1 , e2 , e3 }. Dato il vettore V1 =
(0, 1, 1) scegliere dei vettori di B tale che insieme a v1 formino una nuova base di R3 .
Soluzione B 0 = {v1 , e1 , e3 }.
Si faccia la stessa cosa con i sistemi {v1 , v2 } e {v1 , v2 , v3 } dove v2 = (0, 1, 1) e v3 =
(1, 0, 2).
Si provi ad aggiungere un quarto vettore e tentare di formare una base di R3 .
Chiamiamo permutazione di un insieme S = {1, 2, . . . , p} una funzione biettiva :
S S. Dato un sistema di vettori {v1 , . . . vp } chiamiamo riordinamento del sistema
un altro sistema con gli stessi vettori ma messi in ordine diverso. Vale a dire il sistema
{v(1) , . . . , v(p) } dove `e una permutazione degli indici.
Ricordiamo che tutte le possibili permutazione di un insieme di p elementi `e dato dal
fattoriale p!.
Teorema 0.5.4 (Completamento della base) Sia B = {e1 , , en } base di uno spazio
vettoriale V . Ad un sistema di m vettori linearmente indipendenti {v1 , , vm }, con
0 m n si possono aggiungere n m vettori di B, opportunamente scelti, in modo da
ottenere un altra base di V .
Vale a dire B 0 = {v1 , , vm , e(m+1) , , e(n) } `e un altra base di V , dove `e un opportuna permutazione di {1, 2, , n}.
Dim. Dimostriamo questo teorema per induzione. Se m = 0 il sistema di partenza non
`e altro che linsieme vuoto (cio`e il sistema che non contiene alcun vettore, non il sistema
che contiene il vettore nullo!!). Aggiungendo al sistema vuoto tutti gli elementi di B si
ottiene in maniera ovvia una base.
Sia ora m = 1. Poich`e B `e una base, posso decomporre v1 in maniera unica rispetto
ai vettori {e1 , . . . , en }, ossia
v1 = x1 e1 + + xn en .
Gli scalari xi , i = 1, . . . , n non possono essere tutti nulli altrimenti avremmo v1 = 0,
ma ci`o non `e possibile in quanto il sistema `e linearmente indipendente. Riordinando
opportunamente la base possiamo supporre, senza ledere la generalit`a, che x1 sia non
nullo. Allora possiamo esprimere e1 come c.l. dei vettori {v1 , e2 , . . . , en }. Infatti abbiamo
e1 =

x2
xn
1
v1 e2 + en .
x1
x1
x1

Ora poiche B `e una base ogni vettore di v si pu`o ottenere come c.l. di {e1 , . . . , en }, ma
poiche e1 `e c.l. dei vettori B 0 = {v1 , e2 , . . . , en } ogni vettore di v si pu`o scrivere come c.l.

0.5. BASI E DIMENSIONE

di B 0 vale a dire B 0 `e un sistema di generatori. Infatti abbiamo


v = y1 e1 + y2 e2 + + yn en


x2
xn
1
v1 e2 + en + y2 e2 + + yn en
= y1
x1
x1
x1






x2
x3
xn
y1
e2 + y3 y1
e3 + + yn y1
en .
= v1 + y2 y1
x1
x1
x1
x1
Dobbiamo ora provare che i vettori di B 0 sono l.i..Consideriamo la c.l. nulla
1 v1 + 2 e2 + + n en = 0
Se 1 6= 0 possiamo esprime v1 come c.l. dei soli vettori {e2 , e3 , . . . , en }
v1 =

2
n
e2 en
1
1

ma questo significa che la prima componente nella decomposizione unica di v1 rispetto a


B `e nulla, ma abbiamo supposto che x1 sia non nullo. Dunque deve essere 1 = 0. Allora
la condizione diventa
2 e2 + + n en = 0
e poiche i vettori {e2 , . . . , en } sono l.i., essendo un sottosistema di un sistema indipendente, abbiamo che 2 = 3 = = n = 0. Quindi B 0 `e un sistema l.i. oltre che
generatore, quindi `e una base. Abbiamo cos` dimostrato lasserto per m = 1.
Supponiamo ora il teorema vero per m1 dobbiamo dimostrarlo per m. Come ipotesi
abbiamo che B = {v1 , . . . , vm1 , em , em+1 , . . . , en } `e una base di V . Dobbiamo provare che,
dopo un opportuno riordinamento di B, abbiamo che B 0 = {v1 , . . . , vm , e(m+1) , . . . , e(n) }
`e una base di V , dove con abbiamo indicato una permutazione di {1, 2, . . . , n}. Procediamo come prima.
Poich`e B `e una base, esprimiamo il vettore vm come c.l. unica di elementi di B
vm = x1 v1 + + xm1 vm1 + xm em + xm+1 em+1 + + xn en
Gli scalari xm , . . . , xn non possono essere tutti nulli altrimenti avremmo vm come c.l. di
v1 , . . . , vm1 , ma ci`o `e impossibile in quanto i vettori v1 , . . . , vm sono l.i.. Dopo un opportuno riordinamento possiamo supporre xm 6= 0. Come fatto per il caso m = 1 possiamo
esprimere em come combinazione lineare del sistema di vettori {v1 , . . . , vm , em+1 , . . . , en }.
Poiche B `e una base possiamo esprimere ogni vettore di V come c.l. dei vettori
{v1 , . . . , vm1 , em , em+1 , . . . , en } ma poiche em `e c.l dei vettori {v1 , . . . , vm , em+1 , . . . , en }

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allora posso esprimere ogni vettore come combinazione lineare dei vettori del sistema
B 0 = {v1 , . . . , vm , em+1 , . . . , en }. Cio`e B 0 `e un sistema di generatori. Rimane da provare
che i vettori sono l.i.. Consideriamo allora
1 v1 + + m vm + m+1 em+1 + + n en = 0
Se m 6= 0 possiamo esprimere vm come combinazione lineare dei soli vettori
{v1 , . . . , vm1 , em+1 , . . . , en } ma questo significa che la mesima componente di vm rispetto
alla base B `e nulla, ma abbiamo supposto che xm 6= 0 quindi deve essere m = 0. La c.l.
nulla allora diventa
1 v1 + + m1 vm1 + m+1 em+1 + + n en = 0
ed essendo il sistema {v1 , . . . vm1 , em+1 , . . . en } libero, in quanto sottosistema di un sistema libero, abbiamo che 1 = = m1 = m+1 = = n = 0, quindi tutti i i con
i = 1, . . . , n sono nulli, cio`e B 0 `e un sistema di vettori l.i., essendo anche un generatore `e
una base per V .
Se prendiamo m = n abbiamo il seguente teorema
Teorema 0.5.5 Sia V spazio vettoriale avente come base un sistema di n vettori. Allora
ogni altro sistema di n vettori linearmente indipendenti costituisce una base per V
Teorema 0.5.6 (Della dimensione) Sia V spazio vettoriale con una base costituita da
n vettori. Allora
1. Un sistema linearmente indipendente ha al pi`
u n vettori (o equivalentemente un
sistema di m > n vettori `e legato)
2. Ogni altra base di V ha n vettori.
Il numero dei vettori di una base non dipende, quindi, dalla base scelta. Tale numero
si chiama dimensione dello spazio vettoriale.

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