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d1 0
0 d2
A = .. ..
. .
0 0
..
.
0
0
..
.
dn
, di K,
y n = d n xn ,
e dunque assume una forma particolarmente semplice.
Obiettivo fondamentale a cui siamo interessati `e determinare condizioni necessarie e sufficienti affinche un endomorfismo sia diagonalizzabile.
quindi tv Vk .
Dimostrazione. Lendomorfismo f `e
un riferimento R = (e1 , e2 , . . . , en ) di V
`e una matrice diagonale, ovvero:
d1 0
0 d2
A = .. ..
. .
0 0
..
.
0
0
..
.
dn
d1
0
C1 = R (f (e1 )) = .. , C2 = R (f (e2 )) =
.
0
0
Cn = R (f (en )) = .. .
.
dn
0
d2
..
.
, ...,
Polinomio caratteristico
a1n
a21
a22 t
a2n
pA (t) =
..
..
..
..
.
.
.
.
an1
an2
ann t
k 0 0 a1,r+1 a1n
0 k 0 a2,r+1 a2n
. .
.. ..
..
..
..
. .
. .
.
.
.
. .
0 0 k ar,r+1 arn ,
0 0 0 ar+1,r+1 ar+1,n
. .
.. ..
..
..
..
.. ..
. .
.
.
.
0 0 0 an,r+1 an,n
e dunque il polinomio
kt
0
.
.
.
p(t) = 0
0
.
..
0
0
a1,r+1
k t
0
a2,r+1
..
..
..
..
.
.
.
.
0 kt
ar,r+1
0
0
ar+1,r+1 t
..
..
..
..
.
.
.
.
0
0
an,r+1
..
.
arn .
ar+1,n
..
..
.
.
ann t
a1n
a2n
..
.
(1)
(2)
(3)
(4)
Il vettore (k1 k2 )w2 + + (k1 kt )wt appartiene alla somma Vk2 + + Vkt
che, per lipotesi di induzione, `e diretta. Ogni vettore di Vk2 Vkt si
esprime dunque in unico modo come somma di un vettore di Vk2 , uno di Vk3 ,
. . . , uno di Vkt . Poiche il vettore nullo di Vk2 Vkt `e esprimibile come
somma dei vettori nulli di Vki , per i = 2, . . . , t, (ciascuno dei quali ovviamente
coincide con il vettore nullo di V ), dalla (4) si trae:
(k1 k2 )w2 = 0, . . . , (k1 kt )wt = 0,
ed essendo gli autovalori distinti, si ha w2 = 0, . . . , wt = 0. Dalla (1) segue
inoltre w1 = 0. Poiche ogni vettore wi `e nullo risulta vi = vi0 per ogni
i = 1, 2, . . . , t e dunque la somma degli autospazi Vk1 , Vk2 , . . . , Vkt `e diretta.
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Teorema 3.2. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione n su un campo K
e sia f : V V un endomorfismo. f `e diagonalizzabile se, e solo se, il
polinomio caratteristico di f ha tutte le radici nel campo K, ciascuna di esse
con molteplicit`a algebrica uguale alla molteplicit`a geometrica.
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(5)
(7)
(8)
(9)
da cui segue che v2 Vki , . . . , vs Vki . Dalla (6) si trae che anche v1 Vki ,
resta pertanto provato lasserto se v si esprime come somma di s vettori.
Poiche, per la (6), ogni vettore di Vki si esprime in unico modo come somma
di un vettore di Vki V1 , un vettore di Vki V2 , . . . , e un vettore di
Vki Vs , ne segue che:
Vki = (Vki V1 ) (Vki V2 ) (Vki Vs ).
Se D1 denota una base di Vki V1 , D2 una base di Vki V2 , . . . , Ds una
base di Vki Vs , allora lunione D1 D2 Ds = Bi `e una base di Vki
formata da autovettori comuni a f e g (per ogni i = 1, . . . , t).
Dalla (5) segue che lunione:
B1 B2 Bt
`e una base di V formata da autovettori comuni a f e g.
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