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Liceo di Bellinzona Classe II

Geometria analitica nel piano


1. Vettori e coordinate cartesiane
Grazie all’introduzione degli assi cartesiani Ox e Oy , il piano geometrico viene iden-
tificato con il piano cartesiano R2 = {(x, y)|x, y ∈ R} . Ad ogni punto P del piano
corrisponde esattamente una coppia ordinata di numeri reali (xP , yP ) (rispettivamente
l’ascissa e l’ordinata di P ). Per indicare il punto P di coordinate xP , yP si scrive sem-
plicemente P (xP , yP ) oppure anche P = (xP , yP )    
1 0
Sia O(0, 0) l’origine degli assi cartesiani, e siano e~1 = e e~2 = .
0 1
Allora {e~1 , e~2 } è una base ortonormata di V2 (detta anche base standard):

Per il punto P (xP , yP ) ∈ R2 vale


 
−→ xP
OP = xP · e~1 + yP · e~2 =
yP
−→
Il vettore OP ∈ V2 è detto vettore po-
sizione o vettore luogo del punto P ∈ R2 .

Conoscere le componenti del vettore luogo di un punto P equivale a conoscere le coordinate


di P . Questo approccio, che sfrutta le proprietà dei vettori, permette una trattazione
elegante e sintetica della geometria analitica.

Risolviamo ora alcuni problemi elementari della geometria analitica con l’aiuto dei
vettori:
−→
a) Dati i punti A(xA , yA ) e B(xB , yB ), scrivi il vettore AB in componenti:

1
b) Determina la distanza |AB| tra i punti A(xA , yA ) e B(xB , yB ):

c) Determina le coordinate del punto medio del segmento AB, con A(xA , yA ) e B(xB , yB ):

2
d) Dati A(xA , yA ), B(xB , yB ) e C(xC , yC ) determina l’ampiezza dell’angolo (convesso)
α = BAC:
[

e) Dato un triangolo ABC di vertici A(xA , yA ), B(xB , yB ) e C(xC , yC ), determinane


l’area A e l’altezza h relativa al lato AB:

3
2. La retta nel piano cartesiano
Una retta r nel piano
 
è determinata in modo univoco da un punto P0 (x0 , y0 ) su di essa e
da un vettore ~v = vv12 parallelo ad essa (un vettore direzione) di r.

P (x, y) giace su r
−−→
⇐⇒ P0 P e ~v sono collineari
−−→
⇐⇒ ∃λ ∈ R : P0 P = λ · ~v
−→ −−→
⇐⇒ ∃λ ∈ R : OP − OP0 = λ · ~v
−→ −−→
⇐⇒ ∃λ ∈ R : OP = OP0 + λ · ~v

L’equazione vettoriale
     
−→ −−→ x x0 v
r : OP = OP0 + λ · ~v oppure, in componenti, r : = +λ· 1
y y0 v2

è l’equazione parametrica (vettoriale) della retta r. Al variare del parametro λ,


−−→
OP0 + λ · ~v percorre i vettori luogo di tutti i punti sulla retta r. Quindi, variando λ
nell’espressione in componenti si ottengono le coordinate P (x, y) di tutti i punti sulla
retta r.
Scrivendo separatamente le componenti dei vettori, si ricavano le equazioni parametriche
(numeriche) della retta:
(
x = x0 + λ · v1
r :
y = y0 + λ · v2

Esempi:

1) Determina un’equazione

parametrica della retta r passante per A(4, 5) e parallela al
3
vettore ~v = −2 .

2) Determina un’equazione parametrica della retta s passante per A(−1, 2) e B(5, 6).

4
Osservazione: l’equazione parametrica di una retta non è unica: in essa compaiono le
coordinate di un punto P0 ∈ r qualsiasi e le componenti di un vettore ~v k r qualsiasi.
Ad esempio: nell’es. 2) avremmo potuto scegliere P0 = B(5, 6) e dimezzare il vettore
−→
AB (per semplificare la scrittura):
     
x 5 3
s : = +λ ·
y 6 2
|{z} |{z}

−→ 1 −→
OB 2
AB

è un’altra parametrizzazione possibile della retta s (si chiama parametrizzazione la scelta


di un’equazione parametrica). Tuttavia la prima parametrizzazione effettuata è quella
più in voga.
Eliminando con le consuete tecniche algebriche il parametro λ dal sistema di equazioni
(
x = x0 + λ · v1
y = y0 + λ · v2

si ottiene l’equazione cartesiana di una retta, nella forma esplicita

y = mx + q con m, q ∈ R

(cioè come grafico di una funzione affine) oppure nella forma implicita

ax + by + c = 0 con a, b, c ∈ R

Esempi (vedi pagina precedente):

1)

2)

5
Osservazioni:

(i) L’equazione implicita di una retta non è unica (lo è soltanto “a meno di una costante
moltiplicativa”): ad esempio, abbiamo appena notato che 4x − 6y + 16 = 0 e
2x − 3y + 8 = 0 definiscono la stessa retta.

(ii) Per contro, l’equazione esplicita è unica, ma essa non esiste sempre: in particolare,
una retta verticale può essere descritta soltanto da un’equazione parametrica o da
un’equazione cartesiana implicita (in quanto essa non rappresenta il grafico di una
funzione!).
 
0
Consideriamo ad esempio la retta verticale per P0 (5, 5); con ~v = 1
vale:

Per scrivere l’equazione parametrica di una retta data con l’equazione cartesiana, è utile
ricordare il significato geometrico dei parametri m (pendenza, o coefficiente angolare) e q
(ordinata all’origine):

 
1
Con P0 (0, q) e ~v = ricaviamo
m

      (
x 0 1 x= λ
r : = +λ· risp. r :
y q m y =q+λ·m

(ovvero, scegliamo x quale parametro).

In poche parole per passare dalla forma cartesiana a quella parametrica


dobbiamo ricavare semplicemente P0 e ~v .

Ad esempio, per la retta r : y = −2x + 7 utilizziamo:

6
Osservazione: le tre equazioni viste per descrivere una retta nel piano contengono in-
formazioni geometriche diverse, e quindi si prestano di volta in volta alla risoluzione di
problemi geometrici diversi:
−→ −−→
• l’equazione parametrica OP = OP0 + λ~v contiene le coordinate   di un punto
v1
P (x0 , y0 ) giacente sulla retta e le componenti di un vettore ~v = v ad essa collineare;
2
tale equazione esprime le coordinate dei punti della retta in funzione del parametro1 ,
e rappresenta una funzione

R −→ R2
λ 7−→ P (λ) = P ( x0 + λ v1 , y0 + λ v2 ) ;

• l’equazione cartesiana esplicita y = mx + q descrive la retta come grafico di


una funzione affine f : R → R; è facile mostrare che m = tan α ove α è l’angolo
orientato che la retta forma con l’asse delle ascisse, e q = f (0) è l’ordinata del punto
d’intersezione della retta con l’asse Oy;

• l’equazione cartesiana implicita, invece, contiene le componenti del cosiddetto


vettore normale alla retta:

Teorema 1 (Vettore
  normale ad una retta)
a
Il vettore ~n := b è perpendicolare alla retta di equazione cartesiana

r : ax + by + c = 0 .

Tale vettore ~n è detto vettore normale.

Dimostrazione:

1
in generale, una funzione “continua” R → R2 rappresenta la parametrizzazione di una curva nel
piano.

7
3. Intersezione di 2 rette
Se le due rette r e s sono date per mezzo delle equazioni parametriche
         0  
x x0 v x x0 w1
r : = +λ · 1 risp. s : = +µ ·
y y0 v2 y y00 w2
| {z } | {z } | {z } | {z } | {z } | {z }

−→ −−→ ~v −
−→ −−→ w
~
OP OP0 OP OQ0

−−→ −−→
nel punto d’intersezione P = r ∩ s deve valere OP0 + λ~v = OQ0 + µw.
~

Uguagliando quindi le equazioni parametriche, ci si riconduce al sistema di equazioni


(
x0 + λ v1 = x00 + µ w1
(1)
y0 + λ v2 = y00 + µ w2

con incognite i parametri λ e µ .

Nota che occorre utilizzare due parametri diversi per le due rette! (Perché?)

8
Esempio: intersechiamo le rette
           
x 1 1 x −4 4
r : = +λ· e s : = +µ· ;
y 2 −1 y −3 1
risolviamo quindi il sistema
( (
1 + λ = −4 + 4µ λ − 4µ = −5
⇐⇒ ;
2 − λ = −3 + µ λ+µ=5

dalla differenza delle due equazioni risulta −5µ = −10 ⇐⇒ µ = 2 e λ = 5 − µ = 3.


Quindi, S = {(3, 2)} e si ottengono le coordinate di P = r ∩ s sostituendo λ = 3 nelle
equazioni parametriche di r :

P (1 + λ, 2 − λ) = P (4, −1) ,

oppure sostituendo µ = 2 nelle equazioni parametriche di s :

P (−4 + 4µ, −3 + µ) = P (4, −1) .

Osservazione: risolvendo il sistema (1), possono presentarsi tre casi:


• S = {(λ, µ)} : il sistema ha una sola soluzione, e le rette sono incidenti (v. sopra);
• S = ∅ : il sistema non ha soluzioni, e le rette sono parallele;
• S contiene un’infinità di elementi: le due equazioni del sistema sono equivalenti, e
le due rette sono coincidenti (si tratta cioè di due diverse parametrizzazioni della
stessa retta).

9
Se, invece, le due rette r e s sono date per mezzo delle equazioni cartesiane (nella forma
implicita o esplicita), le coordinate del punto d’intersezione sono le soluzioni di un (sem-
plice) sistema di equazioni:
( (
ax + by + c = 0 y = mx + q
P (x, y) ∈ r ∩ s ⇐⇒ 0 0 0
⇐⇒ .
ax+by+c =0 y = m0 x + q 0

Esempio: è facile mostrare (ed è un utile esercizio!) che le equazioni cartesiane esplicite
delle rette r e s intersecate sopra sono
1
r : y = −x + 3 e y = x−2 ;
4
risolviamo il sistema:
(
y = −x + 3 1 5
⇒ −x + 3 = x − 2 ⇒ − x = −5 ⇒ x=4
y = 41 x − 2 4 4

e quindi y = −4 + 3 = −1. Il punto d’intersezione è quindi P (4, −1).

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4. Parallelismo, ortogonalità, angoli
Caso 1: equazioni parametriche

L’intuizione geometrica vettoriale può essere applicata in modo molto efficace se due rette
sono date mediante le equazioni parametriche
−→ −−→ −→ −−→
r : OP = OP0 + λ~v e s : OP = OQ0 + µw
~ .

• Parallelismo : chiaramente,

rks ⇐⇒ i vettori direzione ~v e w


~ sono collineari .

Esempio: le rette
           3
x 1 3 x −1 −2
r : = +λ· e s : = +λ·
y 7 −2 y −1 1

−3
   
3
sono parallele, perché −2 = −2 · 12 .
La coincidenza di due rette può essere considerata come un caso particolare di
parallelismo: per verificare che r = s, si può verificare che P0 ∈ s oppure che
Q0 ∈ r. Ad esempio, è facile verificare che
           3
x 1 3 x 4 −2
r : = +λ· e s : = +λ·
y 7 −2 y 5 1

sono coincidenti. ( (
1 = 4 − 32 λ
     3
1 4 −2 λ=2
Infatti P0 = (1, 7) ∈ s ⇔ = +λ· ⇔ ⇔
7 5 1 7=5+λ λ=2

• Ortogonalità : vale

r⊥s ⇐⇒ ~v ⊥ w
~ ⇐⇒ ~v · w
~ =0 .

Esempio: le rette
           
x 1 7 x −5 −4
r : = +λ· e s : = +λ·
y 2 4 y 3 7
   
7 −4
sono ortogonali, perché 4 · 7
= 7 · (−4) + 4 · 7 = 0 .

• Angolo acuto α tra due rette: si tratta dell’angolo acuto tra le direzioni ~v e w;
~ vale
quindi
|~v · w|
~
cos α = ;
k~v k · kwk
~
il valore assoluto al numeratore garantisce che cos α ∈ [0, 1] ⇐⇒ α ∈ [0◦ , 90◦ ] .

11
Esempio: determiniamo l’ampiezza dell’angolo acuto tra le rette r e s dell’ esempio
a pag. 9:    
1 4

−1 ·
|~v · w|
~ 1 |4 − 1| 3
=     = √ √ = √
k~v k · kwk
~ 1 · 4
2 · 17 34
−1 1
 
e α = arccos √334 ∼ = 59, 04◦ .

Caso 2: equazioni cartesiane esplicite

Supponiamo ora che le rette siano date mediante le equazioni cartesiane esplicite

r : y = mx + q e s : y = m0 x + q 0 .

Ricordando quanto visto precedentemente, possiamo scrivere


           
x 0 1 x 0 1
r : = +λ· risp. s : = 0 +λ· ,
y q m y q m0

e quindi fare nuovamente riferimento all’interpretazione vettoriale della geometria anali-


tica.

• Parallelismo : vale
   
1 1
rks ⇐⇒ k ⇐⇒ m = m0 ;
m m0

com’era già noto, due rette sono parallele se possiedono la stessa pendenza.
Esempio: le rette

r : y = πx + 3e2 e s : y = πx − 2

sono parallele.
• Ortogonalità : vale
      
1 1 1 1
r⊥s ⇐⇒ ⊥ ⇐⇒ · = 1+mm0 = 0 ⇐⇒ m·m0 = −1
m m0 m m0

(anche qui si tratta di una condizione già nota).


Esempio: le rette
3 4
r : y = x+2 e s : y =− x+8
4 3
sono ortogonali.

12
• Angolo acuto α tra due rette: possiamo procedere in due modi.
◦ Come sopra, calcoliamo
   
|~v · w|
~ 1 1
cos α = con ~v = e w
~= .
k~v k · kwk
~ m m0
◦ Oppure, ricordando che m = tan ϕ e m0 = tan ϕ0 ove ϕ e ϕ0 sono gli angoli
formati dalle rette r e s con l’orizzontale, sfruttiamo la formula di sottrazione
per la tangente:

tan ϕ − tan ϕ0
tan α = tan(ϕ−ϕ0 ) =
1 + tan ϕ · tan ϕ0

Con il valore assoluto garantiamo inoltre che l’angolo sia acuto:


m − m0

tan α = .
1 + mm0

Esempio: determiniamo nuovamente l’ampiezza dell’angolo acuto tra le rette r e s


dell’ esempio a pag. 9;

−1 − 1 5 4 5
4 
tan α = = · =

1
1 + 1 · −4 4 3 3

e α = arctan 53 ∼ = 59, 04◦ .




Caso 3: equazioni cartesiane implicite

Accenniamo, infine, al caso in cui le rette sono date mediante le equazioni cartesiane implicite
r : ax + by + c = 0 e s : a0 x + b 0 y + c 0 = 0 .
   0
a 0 a
Ricordando (vedi Teorema 1) che i rispettivi vettori normali sono ~n = b e ~n = b0
possiamo affermare quanto segue:
• Parallelismo : due rette sono parellele se e soltanto se le rispettive direzioni normali
sono parallele; quindi, r k s ⇐⇒ ~n e ~n0 sono collineari.
• Ortogonalità : due rette sono ortogonali se e soltanto se le rispettive direzioni nor-
mali sono ortogonali; quindi, r ⊥ s ⇐⇒ ~n ⊥ ~n0 ⇐⇒ ~n · ~n0 = 0 .
• Angolo acuto α tra due rette: l’ampiezza dell’angolo tra le direzioni di due rette
coincide con l’ampiezza dell’angolo tra le rispettive direzioni normali ~n e ~n0 ; vale
|~ n0 |
n·~
quindi cos α = k~nk·k~n0 k .

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5. La distanza tra un punto e una retta

Definizione 1 (Distanza)

Osservazione: sia Q il punto sulla retta r avente


distanza minima da P ; allora è facile intuire che il
segmento P Q è perpendicolare a r. Quindi, per de-
terminare d = dist(P, r) potremmo ricavare dapprima
un’equazione per la retta s con P ∈ s e s ⊥ r, de-
terminare le coordinate di Q = r ∩ s e infine calcolare
d = |P Q|.

Esempio: determiniamo dist(P, r), con P (10, 4) e r : y = 32 x + 2 .

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Cerchiamo ora di trovare una formula per la distanza tra retta e punto.
Se la retta è data mediante l’ equazione parametrica
−→ −−→
r : OP = OP0 + λ~v ,

la distanza dist(P, r) corrisponde all’altezza del paral-


−−→
lelogrammo di lati equivalenti a ~v e P0 P , e può essere
quindi calcolata come rapporto tra area e base dello
stesso: −−→
det( ~
v , P0 P )


dist(P, r) = .
k~v k

     
x 2 2
Esempio: l’equazione parametrica r : y
=
5
+λ·
3
descrive la stessa retta
dell’esempio precedente; calcoliamo nuovamente d = dist(P, r), con P (10, 4) .

Se la retta è data mediante l’ equazione cartesiana implicita , la formula per la distanza


si rivela particolarmente semplice; difatti vale il

Teorema 2
Siano
r : ax + by + c = 0 e P (xP , yP ) ;
allora vale
|axP + byP + c|
dist(P, r) = √ .
a2 + b 2

15
Dimostrazione:

Esempio: calcoliamo nuovamente dist(P, r), con P (10, 4) e r : y = 32 x + 2 .

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6. La circonferenza
Ricorda: la circonferenza C di raggio r e centro M è il luogo geometrico dei punti P
del piano tali che |M P | = r.

Dalla definizione geometrica ricaviamo immediatamente l’equazione cartesiana di una


circonferenza:

siano r > 0 e M (xM , yM ); allora vale

P (x, y) ∈ C
⇐⇒ |M P | = r
p
⇐⇒ (x − xM )2 + (y − yM )2 = r
⇐⇒ C : (x − xM )2 + (y − yM )2 = r2

Osservazione: se M coincide con l’origine degli assi cartesiani l’equazione ha la forma


x2 + y 2 = r2 ; per r = 1 si ottiene la circonferenza trigonometrica.

Esempi:

1) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza di raggio 7 e centro M (5, 4).


Si tratta, evidentemente, di

C : (x − 5)2 + (y − 4)2 = 49 .

2) Determina l’equazione cartesiana della circonferenza di centro M (−2, 3) passante


per il punto P (1, 1).
p √ √
Il raggio è pari a |M P | = (1 − (−2))2 + (1 − 3)2 = 32 + 22 = 13, e quindi vale

C : (x + 2)2 + (y − 3)2 = 13 .

Sciogliendo le parentesi, l’equazione cartesiana della circonferenza può anche essere scritta
nella cosiddetta forma generale

C : x2 + y 2 + ax + by + c = 0 .

Negli esempi visti sopra vale

1) (x − 5)2 + (y − 4)2 = 49 ⇐⇒ x2 − 10x + 25 + y 2 − 8y + 16 = 49


⇐⇒ C : x2 + y 2 − 10x − 8y − 8 = 0 ;

2) (x + 2)2 + (y − 3)2 = 13 ⇐⇒ x2 + 4x + 4 + y 2 − 6y + 9 = 13
⇐⇒ C : x2 + y 2 + 4x − 6y = 0 (che particolarità ha questa circonferenza?).

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Viceversa, con il completamento dei quadrati, è possibile passare dalla seconda alla prima
forma, e quindi ricavare centro e raggio di una circonferenza data mediante l’equazione
generale.

Esempi: ricava il centro M e il raggio r della circonferenza data.


1) C : x2 + y 2 + 14x − 15 = 0; otteniamo
(x + 7)2 − 49 + y 2 − 15 = 0 ⇐⇒ (x + 7)2 + (y − 0)2 = 82 ;
centro: M (−7, 0), raggio: r = 8 unità.
2) C : x2 + y 2 + 2x + 12y + 1 = 0; otteniamo
(x + 1)2 − 1 + (y + 6)2 − 36 + 1 = 0 ⇐⇒ (x + 1)2 + (y + 6)2 = 62 ;
centro: M (−1, −6), raggio: r = 6 unità.

Ricordando
  che, al variare di ϕ, il vettore ~v(ϕ) =
cos ϕ
sin ϕ
descrive i punti sulla circonferenza uni-
taria, una circonferenza di raggio r e centro
M (xM , yM ) può anche essere espressa mediante
un’equazione parametrica:

il punto P (x, y) giace sulla circonferenza se per un


certo ϕ ∈ R vale
−→ −−→
⇐⇒ OP = OM + r · ~v (ϕ)

     
x xM r cos ϕ
⇐⇒ C : = +
y yM r sin ϕ
(
x = xM + r cos ϕ
⇐⇒ C : .
y = yM + r sin ϕ

Esempi: per le circonferenze studiate sopra, le equazioni parametriche sono


      (
x −7 8 cos ϕ x = −7 + 8 cos ϕ
1) C : = + oppure C : ;
y 0 8 sin ϕ y = 8 sin ϕ
      (
x −1 6 cos ϕ x = −1 + 6 cos ϕ
2) C : = + oppure C : .
y −6 6 sin ϕ y = −6 + 6 sin ϕ

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7. Rette e circonferenze
Per studiare la posizione reciproca di una retta e di una circonferenza conviene far uso
delle equazioni cartesiane; ciò conduce ad un sistema del tipo
(
x2 + y 2 + ax + by + c = 0
y = mx + q

che può immediatamente essere ricondotto, mediante sostituzione, ad un’equazione quadra-


tica in x.

Esempi:

1) Studia algebricamente la posizione reciproca della retta r e della circonferenza C.


(
C : x2 + x2 − 6x − 8y + 9 = 0
r : y = 12 x + 21

2) Studia algebricamente e graficamente la posizione reciproca della retta r e della cir-


conferenza C.
(
C : (x + 2)2 + (y − 4)2 = 9
r : y = 12 x + 1

19
3) Studia algebricamente la posizione reciproca della retta r e della circonferenza C.
(
C : x2 + y 2 − 2x − 4y + 3 = 0
r :y =x−1

Osservazione: come mostrano gli esempi, la posizione reciproca della retta r e della cir-
conferenza C si rispecchia nel valore del discriminante dell’equazione quadratica ottenuta
sostituendo l’equazione cartesiana esplicita di r nell’equazione cartesiana di C:

• ∆>0 ⇒ C ∩ r = {P1 , P2 } (due punti d’intersezione);

• ∆=0 ⇒ C ∩ r = {P } (r e C sono tangenti);

• ∆<0 ⇒ C∩r =∅ (nessuna intersezione).

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La condizione di tangenza ∆ = 0 può essere sfruttata per determinare
l’equazione cartesiana delle rette tangenti ad una circonferenza C passanti per
un dato punto P (xP , yP ).

Esempi: dati C e P , vogliamo ricavare le tangenti a C passanti per P .

1) C : x2 + y 2 − 2x − 6y + 2 = 0 , P (7, 5) .

Innanzitutto, il fatto che il punto P giaccia sulla retta r tangente a C, cioè che
P ∈ r, permette di eliminare un parametro dall’equazione cartesiana r : y = mx + q
della retta. Eliminiamo tale parametro q dall’equazione della retta r :

sostituiamo ora quanto trovato nell’equazione di C :

Calcoliamo il discriminante:

21
Ora siamo in grado di determinare le equazioni delle rette tangenti a C passanti da P :

22
2) C : x2 + y 2 − 4x − 4y + 3 = 0 , P (4, 3) .

23
se P0 (x0 , y0 ) ∈ C (condizione verificabile immediatamente sostituendo le coor-
dinate di P0 nell’equazione cartesiana di C), allora per un punto P (x, y) sulla
retta tangente a C in P0 vale che:

   
−−→ −−→ xM − x0 x − x0
P0 M ⊥ P 0 P ⇐⇒ · =0
yM − y0 y − y0

ove M (xM , yM ) è il centro della circonferenza. Ciò


permette di ricavare immediatamente l’equazione
cartesiana di r !

Esempio: C : x2 + y 2 − 4x − 4y + 3 = 0 , P0 (4, 3) (vedi pagina precedente).

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