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sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

Esame di Stato di Liceo Scientifico


a.s. 2007-2008
Sessione ordinaria

La prova richiede lo svolgimento di uno dei due problemi proposti


e le risposte a cinque domande scelte all'interno del questionario.

Problema 1.
.
Il triangolo rettangolo ABC ha lipotenusa AB  a e langolo CAB
3

a)

Si descriva, internamenC
te al triangolo, con cenQ
tro in B e raggio x, larR
co di circonferenza di
estremi P e Q rispettivamente su AB e su BC.
Sia poi R lintersezione A
B
P
con il cateto CA dellarco di circonferenza di centro A e raggio AP. Si specifichino le
limitazioni da imporre ad x affinch la costruzione sia realizzabile.

b)

Si esprima in funzione di x larea S x del quadrilatero mistilineo


PQCR e si trovi quale sia il valore minimo e quale il valore
massimo di S  x  .

c)

Tra i rettangoli con un lato su AB e i vertici del lato opposto su


ciascuno dei due cateti si determini quello di area massima.

d)

Il triangolo ABC la base di un solido W. Si calcoli il volume di


W sapendo che le sue sezioni, ottenute tagliandolo con piani
perpendicolari ad AB, sono tutti quadrati.
G1

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Problema 2.
Assegnato nel piano il semicerchio  di centro C e diametro AB  2 ,
si affrontino le seguenti questioni:
a)

Si disegni nello stesso semipiano di


 un secondo semicerchio  tangente ad AB in C e di uguale raggio 1. Si calcoli larea dellinsieme
piano intersezione dei due semicerchi  e  .

b)

Si trovi il rettangolo di area massima inscritto in .

c)

Sia P un

punto della semicirconferenza di  , H la sua


 x e si esprimano
proiezione ortogonale su AB. Si ponga PCB

in funzione di x le aree S1 e S2 dei triangoli APH e PCH. Si


calcoli il rapporto f  x  
d)

S1  x 
.
S2  x 

Si studi f  x  e se ne disegni il grafico prescindendo dai limiti


geometrici del problema.

Questionario.
1.

Si consideri la seguente proposizione: Se due solidi hanno uguale


volume, allora, tagliati da un fascio di piani paralleli, intercettano su
di essi sezioni di uguale area. Si dica se essa vera o falsa,
motivando esaurientemente la risposta.

2.

Ricordando che il lato del decagono regolare inscritto in un

 10 

cerchio sezione aurea del raggio, si provi che sen   5 1 .


4

3.

Fra le casseruole di forma cilindrica aventi la stessa superficie S


(quella laterale pi il fondo) qual quella di volume massimo?

4.

Si esponga la regola del marchese de lHpital (1661-1704) e la


2008
si applichi per dimostrare che : lim x x  0 .

x  2

5.

Si determini un polinomio P  x  di terzo grado tale che:


P 0  P 0  0 ,

G2

P 1  0

1
P x dx  1 .
  
12
0

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6.
7.

Se  n ,  n ,  n con n  3 sono in progressione aritmetica,


 1   2  3 
qual il valore di n?
Si determini, al variare di k, il numero delle soluzioni reali
dellequazione:
x3  3 x 2  k  0 .

8.

9.

Sia f la funzione definita da f  x    x  x  . Si precisi il dominio


di f e si stabilisca il segno delle sue derivate, prima e seconda,
nel punto x   .
2
Sia f  x  x 1 ; esiste lim f  x  ? Si giustifichi la risposta.

x 1

x 1

10. Secondo il codice della strada il segnale di salita


ripida (figura a lato) preavverte di un tratto di
strada con pendenza tale da costituire pericolo.
La pendenza vi espressa in percentuale e
nellesempio 10%.
Se si sta realizzando una strada rettilinea che,
con un percorso di 1,2 Km, supera un dislivello di 85 m, quel
la sua inclinazione (in gradi sessagesimali)? Quale la
percentuale da riportare sul segnale?

Leggiamolo insieme
Problema 1
Si tratta in sostanza di un problema di algebra applicata alla geometria; si richiedono la risoluzione di due semplici problemi di massimominimo e il calcolo del volume di un solido; anche possibile ottenere i risultati senza fare uso di derivate e integrali. Complessivamente un problema piuttosto semplice, sia per i contenuti sia per i calcoli.
Che cosa ripassare?
Le regole sui triangoli rettangoli con angoli acuti di 30 e 60; l'area
di un settore circolare; le formule sulla parabola; problemi di minimo
e massimo; il volume di una piramide; calcolo di volumi mediante
integrali.
Problema 2
Il problema 2, pur non contenendo domande particolarmente difficili, risulta complessivamente pi insidioso del problema 1. La doG3

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manda a) (area di una parte di piano) richiede osservazioni geometriche semplici ma non banali. Piuttosto facile la domanda b), che
propone un semplice problema geometrico di massimo, risolubile in
diversi modi. La domanda c) contiene la principale difficolt del
problema. Occorre infatti notare che ci sono due casi da distinguere, i quali danno luogo ad espressioni diverse per la funzione
che il testo chiede di determinare; le due espressioni vengono
unificate introducendo un valore assoluto. Infine la domanda d)
chiede lo studio della funzione ottenuta in c); per quanto semplice,
si tratta di una funzione trigonometrica con valore assoluto, il cui
studio richiede comunque una certa pratica.
Che cosa ripassare?
Le regole sui triangoli rettangoli con angoli acuti di 30 e 60; l'area
di un settore circolare; i teoremi di trigonometria sui triangoli. Le
propriet delle funzioni trigonometriche. Le funzioni con valore
assoluto.

Soluzione del problema 1.


Domanda a): Le limitazioni su x.
La questione, tuttaltro che difficile, richiede comunque una certa
attenzione per non incorrere in errore. In primo luogo, affinch P e
Q appartengano ai rispettivi lati del triangolo ABC sui quali
debbono trovarsi, occorre che x (ovviamente non negativo) non
superi la lunghezza di BC. Tenendo presente che AB  a e
  , si ha BC  a 3 , e quindi abbiamo le limitazioni
CAB
2

0xa 3 .
2

Va poi considerato che il punto R deve trovarsi sul lato A C .


Tenendo nuovamente conto delle caratteristiche del triangolo
rettangolo ABC si ha AC  1 a ; inoltre AR  AP  a  x . Bisogna
2
1
pertanto che sia a  x  a , da cui con ovvi passaggi segue x  1 a .
2
2

Limitazioni su x:

a
3
xa
.
2
2

Domanda b): Larea del quadrilatero mistilineo .


Larea della regione piana in oggetto si ottiene sottraendo dallarea
del triangolo ABC le aree dei due settori circolari delimitati dai lati
del triangolo e dagli archi PR e PQ. Larea del triangolo
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1
1 1
3 1 2
AC  BC  a a
 a 3.
2
2 2
2
8
Le aree dei due settori circolari sono (cfr.2.28)
 2

2
Area settore BPQ 
x ; Area settore APR   a  x 
12
6
e quindi
1


1

2
2
S  x   a2 3  x 2   a  x   a2 3   x 2  2  a  x  
#
8
12
6
8
12 !
Area triangolo ABC 

Ora dedichiamoci alla determinazione dei valori di x per i quali S  x 


minima o massima, quando x varia nellintervallo ! a , a 3 # .
2 2 
Calcoliamo la derivata di S  x  :


2 x  4 a  x   2 a  3 x .
12
6
Il segno di questa derivata e le sue conseguenze sulla crescenza e
decrescenza di S  x  sono descritti nel seguente schema:

S   x  

S   x  +++++++++++++++ ---------------a 3
a
2a
2

S  x
Si conclude che il massimo di S  x  assunto quando x  2 a , mentre
3

il minimo assunto quando x assume uno dei due valori estremi


dellintervallo; per sapere quale dei due, calcoliamo il valore di S  x 
in ciascun estremo, per vedere quale tra i due valori pi piccolo.
Con semplici calcoli si ottiene
 a 3
a2
a2
 a

S " 
2 3 ; S
6 3  17  8 3  .
 2  16
 2 " 48
Un calcolo diretto (con la calcolatrice) mostra che il secondo valore
inferiore al primo; dunque il valore di x per il quale S  x  minima



x  a 3.
2

Osserviamo che la determinazione dei punti di minimo e massimo


assoluto di S  x  in ! a , a 3 # poteva essere svolta senza calcolare la
2 2 
derivata.

Infatti S  x  un polinomio di secondo grado, con


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coefficiente di

1 a2
72

9

3  4

y  S  x

1 a2
16

2

3

1 a2
48

6

3  17  8 3 


 

a
2

a 3
2

2a
3

figura 1

x 2 di segno
negativo.
Il
grafico di S  x 
una parabola
concava (cio,
con la concavit rivolta verso il basso; si
veda la figura
1). Il massimo
assoluto di S x
assunto in
corrispondenza del vertice,
la cui ascissa

x  2 a inter-na allinterval-lo a , a 3 ; il minimo di S  x  in questo


3

intervallo viene assunto nel-lestremo che si trova pi lontano da


x  2 a ; tale estremo a 3 .
3

Diversamente dalla maggioranza dei problemi geometrici di massimo


o minimo, nella questione che abbiamo pocanzi trattata sono
interessanti, perch non ovvi, sia il minimo sia il massimo della
funzione S  x  nellintervallo stabilito. Pi spesso accade, in
problemi di questo tipo, che solo la determinazione del massimo
(per esempio) abbia interesse, essendo in modo evidente nullo il
minimo, assunto per i valori estremi della variabile indipendente.
quanto accade nella seguente domanda c), della quale ci
apprestiamo ad esporre la risoluzione.
Domanda c): Il rettangolo di area massima.
Indichiamo con D, E, F, G i
C
vertici del rettangolo in ogF
G
getto (si veda la figura 2; sia
x la misura di AD. Il valore
di x non pu superare la
misura di AK, della quale occorre quindi calcolare il valo- A
D K
E
B
re. Ci riesce in modo semfigura 2
plice, considerando diversi
triangoli rettangoli che appaiono nella figura, tutti con angoli acuti di
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30 e 60. Se osserviamo il triangolo ABC, tenendo conto che


AB  a abbiamo AC  1 a .

Ora osserviamo A K C ; si nota che

AK  1 AC  1 a ; dunque le limitazioni per x sono:


2

1
a.
4
Ora calcoliamo in funzione del valore di x le dimensioni del
rettangolo DEFG. Considerando il triangolo rettangolo ADG, nel
0x

quale abbiamo AD  x , otteniamo DG  x 3 (altezza del rettangolo


DEFG). Adesso osserviamo il triangolo rettangolo BFE, nel quale
abbiamo EF  x 3 (perch EF  DG ) e EB  EF 3  x 3 3  3 x .
Segue allora
DE  AB  AD  EB  a  x  3 x  a  4 x
e larea del rettangolo DEFG misura quindi
f  x   DE DG   a  4 x  x 3 

3 a x  4 x2 .

Come nella domanda precedente la funzione che si ottiene un


polinomio di secondo grado con coefficiente negativo per x 2 ; esso
assume il massimo valore in corrispondenza dellascissa del vertice,
ossia (cfr.3.35) x   a  a .
8

Poich questo valore appartiene

allintervallo dei valori ammissibili per x, esso fornisce effettivamente


la misura di AD per la quale il rettangolo DEFG ha area massima. Si
nota che il rettangolo DEFG di area massima quello per il quale F e
G sono i punti medi dei cateti di ABC. Infatti quando x  a , D il
8
punto medio di AK; allora G il punto medio di AC e F il punto
medio di CB.
Il valore x  a che rende massima larea del rettangolo si poteva
8

ottenere senza difficolt anche servendosi della derivata della

funzione f  x   3 a x  4 x 2 ; lasciamo al lettore il compito di


svolgere i facili calcoli.
Il problema pu essere impostato in modo sostanzialmente analogo
assumendo come variabile, anzich AD , la misura di un altro
segmento caratterizzante la posizione del rettangolo DEFG; per
esempio AG oppure DE, oppure la distanza di C dal lato FG.

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Domanda d): Il volume del solido W.


Questa parte del problema analoga al quesito 1 proposto nel
Questionario della Sessione ordinaria per corsi tradizionali nellanno
scolastico 2006-2007 ed anche altre volte in recenti prove dellEsame
di Stato. Si tratta di calcolare il volume di un solido
L
descritto tramite le sue
sezioni con un fascio di
piani fra loro paralleli, e
perpendicolari al piano sul
C
quale giace la figura che
M
funge da "base" per il solido; tale calcolo in generale
si realizza mediante un
integrale. Nel caso attuale
tuttavia si pu risolvere il
A
H
problema in modo assai pi
B semplice rispetto alluso del
figura 3
calcolo integrale. Il solido
W (figura 3) infatti
lunione di due piramidi non rette, aventi per base il quadrato
HCLM perpendicolare al lato AB, dove H il piede dellaltezza
relativa allipotenusa AB; i vertici delle due piramidi sono A e B, e
AH, BH sono le rispettive altezze.
Il volume di W allora la somma dei volumi delle due piramidi, e
vale (cfr.2.46, che vale anche per piramidi non rette):
Volume di W 

1
1
Area HCLM AH  BH  Area HCLM AB .
3
3

AB  a e, tenendo conto degli angoli acuti di 30 e 60 dei


triangoli rettangoli ABC e AHC,
AC 
e quindi

1
a,
2

CH  AC

3
3
a
2
4
2

1  3
1 3
Volume di W   a " a 
a .
3  4 
16
Per completezza esponiamo anche la pi laboriosa risoluzione che fa
uso del calcolo integrale. Scelto un opportuno sistema di
riferimento per il triangolo A B C , il volume di W si ottiene
integrando la funzione che esprime larea delle sezioni (quadrati) di
W con piani perpendicolari ad AB.
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Assumiamo il sistema di riferimento con origine in A e asse delle


ascisse lungo la retta AB, orientato da A verso B (figura 4).
Occorre prima di tutto determinare le equazioni delle rette
AC e BC, essendo ora A  0 , 0 ,

4

B  a, 0 , C 1 a , 1 a 3 . Si ot4

y
yx 3
C

1a 3
4

y  a x
3

tengono le equazioni:

ax
1a
0
a
4
3
(cfr.3.8; il compito di svolgere i
facili calcoli lasciato al lettore).
figura 4
L'area di un quadrato avente
per lato un segmento perpendicolare all'asse x con il primo estremo
su detto asse e il secondo su uno dei cateti del triangolo ABC
AC  y  x 3 ; BC  y 

x 3

 a
 3 x 2 se x
!0 , # ;

 a  x
 a  x
" 
 3 
3

 4
Il volume del solido W quindi uguale a
1

a 
se x
! , a# .
4 

a
a
4
 a  x
2
dx 
 3 x dx  1
3
0
a
4

x 1 a

x a

1 3 3 3
1 3
 1
3
 x
a 
a 
a .
 !   a  x #

64
64
16
x 0
 9
 x 1 a


3

Soluzione del problema 2.


Domanda a): L'area dell'intersezione di  e   .
D
Riprendiamo la figura gi
fornita dal testo (figura 5).
  Indichiamo con D il punto in
cui  tangente al diametro
G
F
E
di   , con E ed F i punti di
intersezione delle due semicir
conferenze e con G l'interseA
C
B
zione di CD e EF. Si nota che
figura 5
CE un raggio di  , D E un
raggio di   e CD un raggio di entrambe le semicirconferenze;
misura 60.
perci CDE un triangolo equilatero, e l'angolo ECD
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misura allora 120; perci il settore circolare CEF con


L'angolo ECF
centro C la terza parte del cerchio di centro C e raggio CE  1; la
sua area quindi  (terza parte dell'area di un cerchio di raggio 1).
3
Detta area somma dell'area del triangolo ECF e dell'area del
segmento circolare delimitato da  e dalla corda EF (figura 6).
Nel triangolo ECF si nota che
D
 60 , CEG
 30 e quindi,
ECG
  essendo CE  1, GC  1 ,
E


A

figura 6

EG  1 3 , EF  3 . L'area del
2
triangolo ECF misura dunque
1 EF  CG  1 3 . Per differen2
4

za si calcola l'area del segmento


circolare: essa misura   1 3 .
3

Infine, la figura delimitata da  e   costituita da due segmenti


circolari, uno dei quali quello ora esaminato, e l'altro congruente
a questo. L'area richiesta quindi il doppio di quanto ottenuto
poc'anzi:
2
1
Area delimitata da  e :  
3
3
2
Domanda b): Il rettangolo di area massima inscritto in  .
La soluzione pu essere determinata in diversi modi; di seguito
indichiamo alcune possibili risoluzioni.
1) Soluzione sintetica.
Sia PQRS un rettangolo inscritto in  (figura 7). DiseS
R
gniamo la figura simmetrica di
quella esistente, rispetto al
diametro AB; otteniamo un
B
rettangolo RSTU inscritto nel- A
P
Q
C
la circonferenza con centro C
H
e raggio 1. RSTU ha area
doppia di PQRS; il problema
T
U
in oggetto equivale dunque a
rendere massima l'area di
RSTU. Quest'ultima si pu
figura 7
esprimere come TR  SH , dove
H indica la proiezione di S su TR. Poich TR un diametro della
G 10

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circonferenza, la sua misura costante ed uguale a 2; l'area di RSTU


misura dunque 2 SH . Essa massima quando massimo SH ; ci
avviene se H  C , cio quando il triangolo rettangolo R S T
isoscele, vale a dire quando TS  SR , ossia RSTU un quadrato (i
cui lati misurano 2 , in quanto la diagonale il diametro di
lunghezza 2).
Il rettangolo PQRS di area massima pertanto quello per cui
PQ  2 PS  2 .
2) Soluzione algebrica con applicazione delle derivate.
Poniamo CQ  x  0  x  1 . Il Teorema di Pitagora applicato al
triangolo rettangolo CQR fornisce
QR 

CR  CQ

1  x2

e quindi
Area PQRS  PQ  QR  2 x 1  x 2  2 x 2  x 4  f  x
La derivata
f   x 

2 x  4 x3
x2  x4

2 x 1  2 x2
x2  x4

.

Nell'intervallo 0 , 1 il segno di f  x varia come descritto nel


seguente schema, con le conseguenze ivi riportate sulla monotonia
di f.
f   x

+++++++++++++++ --------------0

2
2

f  x

Il massimo valore di f  x raggiunto quando x  2 ; il risultato


2
naturalmente coincide con quello gi ottenuto nella risoluzione
sintetica.
3) Soluzione trigonometrica con applicazione delle derivate.

0  x   . Allora (cfr.4.44, 4.45)


Indichiamo con x l'angolo QCR

CQ  CR cos x  cos x ;

QR  CR sen x  sen x

e quindi
Area PQRS  PQ  QR  2 CQ  QR  2 cos x sen x  sen 2 x  f  x .
La derivata
f  x  2 cos 2 x
G 11

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il cui segno, nell'intervallo 0 ,  , varia come descritto nel seguente


2
schema, con le conseguenze ivi riportate sulla monotonia di f.
f   x
f  x

+++++++++++++++ --------------2

1
0
4
2
2

Il massimo valore di f  x raggiunto quando x   ; ci fornisce per


4
PQ e QR le misure gi determinate nelle precedenti risoluzioni.
Domanda c): Le aree S1 e S2 .
Il ragionamento per ricavare le espressioni di S1 e S2 varia leggermente secondo che P si trovi
nella "met di destra" di  , cio
P

0  x   , oppure nella "met di


2

sinistra", cio   x   (figure 8


2

e 9). Tenendo conto che CP  1,


nel primo caso (figura 8) abbiamo (cfr.4.44, 4.45)
PH  sen x ;

x
A

H B

figura 8

CH  cos x ;

AH  1  cos x

e quindi
1
1
1
1
S1  AH  PH  sen x  1  cos x ; S2  CH  PH  sen x  cos x .
2
2
2
2

da cui segue, purch si abbia cos x  0 ossia x 
2

(1)

f  x 

1  cos x
1

1
cos x
cos x

P
x
x
A H

figura 9

PH  sen   x  sen x ;



0x "

2

Se invece   x   (figura 9),


2
opportuno considerare l'angolo
   x . Nuovamente apACP
plicando i teoremi sui triangoli
rettangoli (cfr.4.44, 4.45) e poi le
regole sugli "archi associati" per
passare da   x a x (cfr.4.13),
abbiamo:
CH  cos   x   cos x ;

AH  AC  CH  1  cos x
G 12

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In questo caso risulta quindi:


S1 

1
sen x  1  cos x ;
2

1
S2   sen x  cos x
2

e allora
1  cos x
 1



 
 1"
 x  " .
 cos x 
2

 cos x
stato dunque opportuno distinguere i due casi: le espressioni
ottenute di f  x sono infatti diverse. Osservando che cos x
(2)

f  x 

positivo quando 0  x   , negativo quando   x   , mentre


2

1 cos x sempre  0, possiamo unificare l'espressione di f  x 


come segue:
(3)

f  x 

1  cos x
1

1
cos x
cos x


0 x ; x 


S1
S2


".
2

Domanda c): Studio della funzione f della precedente domanda.


Studiamo la funzione espressa da (3). Il valore assoluto non
comporta particolari difficolt, perch racchiude l'intera espressione
della funzione. Possiamo quindi studiare la funzione
1  cos x
1

1
cos x
cos x
e al termine ribaltare i tratti di grafico in cui g x  0, applicando la
simmetria rispetto all'asse x.
La funzione g periodica di periodo 2 , ed pari, cio g  x  g x .
Grazie alla periodicit suficiente studiare g in un intervallo di
lunghezza 2, per conoscere il suo comportamento ovunque.
Piuttosto che l'intervallo 0 , 2  conviene scegliere l'intervallo   , 
nel quale, essendo g pari, il grafico risulter simmetrico rispetto
all'asse y. Lo studio di g pu allora essere limitato all'intervallo 0, 
g x 

(4)

(privato del punto  , in cui la funzione non definita perch il


2
denominatore uguale a zero): dopo avere tracciato il grafico di g
relativo ai valori di x
0,  , la simmetria rispetto all'asse y fornir
l'andamento del grafico tra  e 0.
Risulta g 0  2 , g   0 ; poi
lim

2 

x 

 1

 1"   ;

 cos x

lim

2 

x 

 1

 1"  

  cos x
G 13

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perch il denominatore della frazione

1 tende a zero quando


cos x

x  , ed positivo a sinistra di  , negativo a destra.


2
2
La derivata di g
sen x
g   x 
.
2
cos x

 

Questa nulla in 0 e , positiva in 0 ,   ,  ; quindi g


2
2
strettamente decrescente in ciascuno dei due intervalli indicati, ed
ha tangente parallela all'asse x nei punti di ascissa 0 e .
Calcoliamo anche la derivata seconda:
g  x 

cos x  cos 2 x  sen x  2 cos x    sen x


cos 4 x

cos 2 x  2 sen 2 x
cos 3 x

Il numeratore sempre positivo; il denominatore ha il segno di


cos x, quindi positivo tra 0 e  , negativo tra  e ; quindi g

2
2
 ,  ; non ci sono punti di flesso,
2

 2

convessa in 0 ,  , concava in

perch  non appartiene al dominio di g.


2

La figura 10 mostra il grafico di g, esteso a valori di x non compresi


tra 0 e  in base alla parit e periodicit della funzione.
y
y  1

1
cos x

2
 32
2 

 2


figura 10
G 14

3
2


2

x
2

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Infine, la figura 11 mostra il grafico di f, uguale al valore assoluto di


g. Ai rami del grafico di g situati nella regione y  0 stata applicata
la simmetria rispetto all'asse x.
y
y  1

1
cos x

2
x
2 

 32

 2


2

3
2

2

figura 11

Questionario
Quesito 1
Il quesito chiede di discutere un enunciato che ricorda il Principio di Cavalieri, ma non
coincide con quest'ultimo.

Il Principio di Cavalieri afferma che:


Se due solidi si possono disporre rispetto a un dato piano in modo che le
loro sezioni con ogni piano parallelo a quello dato siano a due a due
equivalenti, allora anche i due solidi sono equivalenti
L'enunciato proposto inverte premessa e conclusione del Principio
di Cavalieri, ed palesemente falso. Non difficile proporre
contro-esempi; ne presentiamo uno (figura 12):

figura 12
G 15

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

Primo solido: un cubo di lato unitario.


Secondo solido: una piramide avente per base un rettangolo di area
3, complanare con una faccia del cubo, e altezza 1.
I due solidi hanno lo stesso volume (cfr.2.42 e 2.46), ma le loro
sezioni con piani paralleli alla base della piramide non sono in
generale equivalenti.
Quesito 2
Il quesito consiste in una parte di quanto richiesto nel Quesito 1 del Questionario assegnato nella Sessione Ordinaria 2004-2005 per corsi tradizionali. In quella occasione
si richiedeva anche la dimostrazione del fatto che il lato del decagono sezione aurea del
raggio, mentre nel quesito attuale ci viene assunto come fatto noto.


10


5

figura 13

Sia AB un lato di un decagono regolare inscritto in


una circonferenza che possiamo supporre di raggio
unitario, con centro O.
Tracciamo anche il diametro AC, la corda AB e il
raggio OA.
Questa volta, diversamente dal quesito del 2005
ricordato sopra, il testo
concede di assumere per
noto che A B sezione
aurea di OA; ci significa
che

OA : AB  AB : OA  AB
Detto AB  x e ricordando che OA  1, la proporzione si scrive
1 : x  x : 1  x

da cui
x2  1  x ;

x2  x  1  0 ;

x

1  5
2

(la soluzione negativa va scartata).


Dunque OA  5 1 .
2
(cfr.4.48) risulta

D'altra parte, per il Teorema della corda

 

AB  2 r sen ACB
 2 sen
 10 

G 16

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

 10 

 10 

e quindi 2 sen   5 1 e infine sen   5 1 , come si voleva


dimostrare.

Quesito 3
Un semplice problema di massimo in geometria solida.

Sia x il raggio di base del cilindro. Il vincolo della superficie


permette di calcolare l'altezza in funzione di x; vediamo.
L'area di base  x 2 ; indicata provvisoriamente con h l'altezza, la superficie laterale
(cfr.2.51) espressa da: 2  x h. Deve essere
h
 x2  2  x h  S ; 2  x h  S   x2 ; h 

S   x2
.
2x

figura 14

Il volume (cfr.2.53)
V  x

S x
  x2 h   x2

2x

1
S x   x3
2

Le limitazioni per x sono: x  0, in primo luogo; poi, siccome deve


risultare un valore positivo anche per la misura dell'altezza,
S   x2  0 ;
e quindi complessivamente: 0  x 

x2 

S


S.


Calcoliamo la derivata di V  x .
1
S  3  x2 .
2
Nell'intervallo dei valori ammessi per x, risulta V  x  0 se
V   x 

0x

S ; il massimo di V x assunto per x 


3

 

S .
3

Quesito 4
Il quesito consiste in una domanda teorica (l'enunciato della regola di de l'Hpital),
seguita da una applicazione di questo strumento per il calcolo di un limite.

La regola di de l'Hpital, uno dei pi noti Teoremi nel programma


liceale di Analisi Matematica, fornisce uno strumento per il calcolo di
certi limiti di rapporti in forma indeterminate. Il suo enunciato,
reperibile in qualunque manuale, il seguente:
Ipotesi: Sia I un intervallo di R; x0 un punto interno o un estremo di I
(in quest'ultimo caso, ammesso che x0 possa essere + oppure ).
Siano f, g due funzioni con valori reali definite in I 
x0 . Si suppone
G 17

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

che:
1) f, g siano derivabili in I 
x0 ;
2) g  x  0 per ogni x
I 
x0 ;
3) lim f  x  lim g x  0
x x0

oppure

x x0

lim g x     ;

x x0

f   x
4) Esiste lim
 , finito o infinito.
g
x

x

x


 0
f  x
Tesi: lim

g
x
x

x


0

In pratica, la regola di de l'Hpital consente in molte circostanze di
f   x
f  x
al posto di lim
, quando per quest'ultimo
x x0 g   x
x x0 g  x
si presenta la forma indeterminata 0 oppure 
 . L'esempio
0

calcolare lim

proposto nel presente quesito richiede l'applicazione della regola pi


2008
volte: precisamente 2008 volte. Notato che il limite lim x x

x x0

presenta la forma indeterminata 


 possiamo, grazie alla regola di
de l'Hpital, procedere al calcolo del limite del rapporto delle
derivate:
lim

x x0

x 2008
2x

 lim

x x0

2008 x 2007
2 x  ln 2

Quest'ultimo limite manifesta ancora lo stesso tipo di forma


indeterminata; allora nuovamente possiamo applicare la regola;
l'indeterminazione rimane ancora, e continuiamo quindi a derivare
numeratore e denominatore, ad oltranza:
lim

x x0

2008 x 2007
2 x  ln 2

 lim

x x0

2008  2007 x 2006


2
2 x  ln 2

 lim

x x0

2008  2007  2006 x 2005


3
2 x  ln 2



Si nota che ad ogni derivazione il grado del monomio al numeratore


diminuisce di una unit, mentre la funzione esponenziale al
denominatore rimane invariata: cambia soltanto il fattore costante
che la moltiplica. Dopo 2008 derivazioni il numeratore diventer di
grado 0, cio una costante; precisamente si avr

G 18

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

2008 !

lim

x x0 2 x  ln 2 2008

Questo limite uguale a 0 perch il numeratore una costante


(enorme, ma ci non importante), mentre il denominatore ha limite
2008
+. Per la regola di de l'Hopital uguale a 0 anche il lim x x ,

x x0

come si doveva dimostrare.


A titolo di curiosit segnaliamo che 2008 !  8 , 6  10 5761 , vale a dire
circa 9 seguito da 5761 zeri.
Risoluzione altenativa. possibile risolvere l'esercizio applicando
la regola di de l'Hpital una sola volta. Il limite proposto si pu
scrivere
lim

x 2008

x x0

2x

x 
 lim
x
x x0  2008 "
2


2008

Adesso calcoliamo il limite dell'espressione tra parentesi. Poich si


manifesta la forma indeterminata 
 , applichiamo la regola di de
l'Hpital:
lim

x x0

x
x
2 2008

lim

x x0

x
2 2008

 0

 ln 2  1

2008

in quanto il denominatore ha limite +, mentre il numeratore


costante.
x
Poich lim
x  0, uguale a 0 anche il limite di questa
x x0 2008
2
espressione elevata a 2008, ossia lim

x x0

x 2008
2x

x 
 lim
x
x x0  2008 "
2


2008

 0.

Quesito 5
Un semplice problema algebrico riguardante la determinazione dei coefficienti di un
polinomio di terzo grado; in sostanza, un sistema di equazioni di primo grado con
quattro incognite. Le condizioni assegnate dal testo sono tuttavia tali da consentire di
ricavare subito due delle incognite, facilitando alquanto i calcoli.

Un polinomio di terzo grado


P x  a x 3  b x 2  c x  d
e la sua derivata
G 19

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

P  x   3 a x 2  2 b x  c
Perci P 0  d , P 0  c , cosicch dalle prime due condizioni
fornite dal testo abbiamo c  d  0. Questo semplifica l'espressione
di P x , che ora sappiamo di potere scrivere
P x  a x 3  b x 2 .
Allora P1  a  b ; la terza condizione del testo d a  b  0, da cui
b   a . Conviene utilizzare subito anche questa informazione per
semplificare ulteriormente l'espressione di P x :

P x  a x 3  a x 2  a x 3  x 2 .
Infine calcoliamo l'integrale:
x 1

1
1
1
1 4 1 3


3
2
  a
 P x dx  a x  x dx  a ! 4 x  3 x #
12
0
0

 x0

Questo integrale deve valere 1 ; dunque a  1 e quindi il polino12


mio cercato
P x  x 2  x 3 .
Quesito 6
Il quesito propone un esercizio algebrico sui coefficienti binomiali; per la sua risoluzione
occorre soltanto ricordare la formula per esprimere i coefficienti binomiali e il significato
di "progressione aritmetica".

Se n, k sono due numeri interi positivi con n  k , il coefficiente


n
binomiale  k  (cfr.1.20):
 
k fattori

k fattori





n  n  1  n  k  1  n  k ! n  n  1  n  k  1
n!
 n 


.
 k  k ! n  k !
k
n

k
k
!
!
!



Cos abbiamo
3
2
 n  n ;  n  n n  1  n 2  n ;  n  n n  1 n  2  n  3 n  2 n .
 3
 1
 2
2
2
3!
6

Ora, affermare che tre numeri (in un dato ordine) sono in


progressione aritmetica significa che la differenza tra il secondo e il
primo uguale alla differenza fra il terzo e il secondo. Questa
relazione d, nel caso attuale:
G 20

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

n3  3n2  2n n2  n
n2  n


 n.
6
2
2
Svolgendo i calcoli si ottiene l'equazione
1
n n 2  9n  14  0 .
6
La soluzione n  0 va scartata perch occorre n  3 affinch abbiano
senso i coefficienti binomiali che figurano (il testo del problema
prescrive, di pi, n  3). Da n 2  9n  14  0 si ricava n  2 oppure
n  7. Soltanto la soluzione n  7 accettabile, risultando superiore
a 3, oltre che intera.

Quesito 7
Il quesito consiste nella discussione di una equazione contenente un parametro; per
questo scopo occorre svolgere un facile studio di funzione. Si tratta di un problema
praticamente identico a quello proposto nel quesito 3 del Questionario della Sessione
ordinaria 2006-2007 per corsi tradizionali.

L'equazione proposta pu essere scritta


3 x2  x3  k

(1)

che possiamo interpretare come l'equazione risolvente del sistema


y  3 x 2  x 3

y  k
il quale rappresenta l'intersezione tra la cubica y  3 x 2  x 3 e la
retta parallela all'asse x di equazione y  k .
Occorre allora studiare la cubica, in particolare per quanto riguarda
crescenza e decrescenza ed il valore di minimi e massimi relativi.
Sia f  x  3 x 2  x 3 . Risulta lim f  x  , lim f  x   (in
x 

x 

entrambi i casi si tiene conto del comportamento del monomio  x 3 ,


che esprime il grado maggiore nel polinomio. Poi
f   x  6 x  3 x 2  3 x  2  x
il cui segno, con le relative conseguenze sulla monotonia di f,
descritto nello schema seguente.
f  x ----------- +++++++++++ ----------f  x

Le ordinate del minimo e del massimo relativo sono rispettivamente

G 21

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

f  0  0 ,

f  2  4 .

La figura 15 mostra il grafico di f e una delle rette y  k (nella figura


k ha un valore compreso tra 0 e 4).
Adesso facile fornire i risuly
tati richiesti:
6
Se k  0 oppure k  4, l'equa4
yk
zione (1) ha una sola soluzione
reale;
2
y  3 x2  x 3
x
se 0  k  4 l'equazione ha tre
-2
-1
1
2
3
4
soluzioni reali distinte;
-2
se k  0 oppure k  4 l'equazione ha due soluzioni reali, di
figura 15
cui una semplice e una doppia.
Riguardo a quest'ultima precisazione (esistenza di una soluzione
doppia) raccomandiamo la massima cautela; si veda il commento al
quesito citato del 2007. Nel caso attuale, trattandosi di
un'equazione algebrica di grado 3, in effetti certo che quando le
soluzioni sono due, una di esse ha molteplicit due.
Quesito 8
Si tratta di un problema di mero calcolo di derivata prima e seconda di una funzione
assegnata. Il calcolo, non difficile, richiede comunque una certa attenzione per non
commettere errori. La determinazione del segno dei valori delle espressioni ottenute
banale se eseguito con la calcolatrice; richiede una certa abilit se non si vuole usare lo
strumento di calcolo.

Il dominio di f  x   x  x  l'intervallo

0,   ,

a causa della

potenza x  con esponente irrazionale; l'esponenziale  x avrebbe


invece senso per qualunque x reale.
Le derivate prima e seconda di f sono:
f  x   x  ln    x 1 ;

f  x   x   ln       1 x  2

Queste, calcolate per x  , danno luogo ai valori


f       ln       1     ln   1 ;
2
2
f        ln       1   2    1     ln      1 .

Dobbiamo ora stabilire il segno di ciascuno di questi due valori.


Possiamo brutalmente utilizzare la calcolatrice, scoprendo che i due
valori sono entrambi positivi (si trovano approssimativamente i
valori 5,3 e 22,9 per f   e f   ). Tuttavia possibile provare la
G 22

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

positivit dei risultati anche senza calcolatrice; riteniamo che ci


interpreti meglio il senso della domanda.
Essendo ln e  1 e   e, si ha ln   1. Ci basta per concludere che
f    0. Per quanto riguarda f   , scriviamo

 

f     1    ln    1  1 .
2

Poich ln   1, anche  ln   1. Perci entrambi gli addendi nella


parentesi quadra sono positivi, cosicch anche f    0.
Quesito 9
Il quesito riguarda un limite che mostra la forma indeterminata 0 ; per la risoluzione
0
tuttavia non serve la regola di de l'Hpital; occorre invece liberare l'espressione dal
simbolo di valore assoluto e semplificarla.

L'espressione x  1 si svolge in
 x  1 se x  1
x1  
  x  1 se x  1
Il passaggio da una all'altra espressione delle due che "risolvono" il
valore assoluto avviene proprio per x  1, il punto in cui va
calcolato, se esiste, il limite. Occorre pertanto distinguere il limite
"da destra" e "da sinistra", perch le espressioni sono diverse nei
due casi. Si ha precisamente
(1)

 x  1  x  1  lim x  1  2 ;
x2  1
x2  1

 lim
lim
lim
 
x1
x 1 x  1
x 1 x  1
x 1
x 1
 x  1  x  1  lim  x  1  2 .
x2  1
x2  1
 lim
lim
 lim


 x  1
x 1 x  1
x 1  x  1 x 1
x 1
Poich il limite da destra e il limite da sinistra hanno valori differenti,
il limite in oggetto non esiste.
Quesito 10
Un facile problema di trigonometria, ispirato ad una situazione concreta. Sarebbe forse
stato opportuno chiarire che cosa si intende per "pendenza" di una strada di montagna,
perch non a tutti il concetto familiare, quantunque esso coincida con il concetto di
pendenza (coefficiente angolare) di una retta nel piano cartesiano.

La pendenza (media) di una strada di montagna per definizione il


rapporto tra la variazione di livello (quota arrivo quota partenza)
e la lunghezza della proiezione della strada su un piano orizzontale.
Se la strada rettilinea e la pendenza costante si tratta
G 23

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

esattamente del coefficiente angolare della retta, ossia della tangente


dell'angolo  che il segmento AB (figura 16) forma con l'asse x
orientato positivamente.
I dati usualmente
y
noti nel caso stradale sono la l u n y2
B
ghezza della strada,
corrispondente alla
ipotenusa A B del
A

triangolo ABC, e il
y1
C
dislivello tra A e B,
x
ossia la misura BC .
x1
x2
La pendenza della
strada non dunfigura 16
que il rapporto
dislivello
. Questo rapporto rappresenta infatti BC  sen ,
lunghezza della strada
AB

mentre ci che desideriamo tan , la tangente di . Va tuttavia


osservato che quando l'angolo  sufficientemente piccolo, sen  e
tan  differiscono di poco tra loro, cosicch il rapporto su indicato
come non coretto fornisce in pratica il risultato esatto.
Con i dati attuali, espressi tutti in metri (essenziale l'uso di una sola
unit di misura!) abbiamo:
BC  85 (dislivello); AB  1200 (lunghezza della strada)
e applicando il Teorema di Pitagora,
AC  1200 2  85 2  1197
e quindi la pendenza della strada :
85
 0 , 0710 vale a dire 7,1%.
1197
Per quanto riguarda la misura in gradi dell'angolo , tale angolo (in
radianti) arctan 0 , 0710 ; la calcolatrice scientifica consente di
ottenere direttamente la sua misura in gradi sessagesimali,
disponendola nella modalit DEG; in tale modo, il comando tan-1
applicato al dato 0,0710 ci offrir il risultato. Questo 4,06185
gradi, cio 4 3  43  .
tan  

Quali risultati avremmo ottenuto procedendo nel modo "scorretto"?


Vediamo. Misurando la pendenza della strada con BC avremmo
calcolato
G 24

AB

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

85
 0 , 0708 vale a dire 7,08% ;
1200
come si vede, un risultato non lontano da quello esatto.
Nessun errore invece nel calcolo della misura dell'angolo perch,
tenendo conto che ora abbiamo calcolato il seno di , la funzione che
va applicata arcoseno, mediante la quale si ottiene per l'angolo
esattamente lo stesso valore trovato sopra.
L'errore sul calcolo "scorretto" della pendenza diventa tanto pi
rilevante quanto pi forte la pendenza, perch al crescere di  la
differenza tra tan  e sen  si accentua. Per esempio, la pendenza
di un piano inclinato lungo il quale percorrendo 100 m si sale di 70 m

sen  

tan  

40
100 2  40 2

 0 , 9802 ossia circa 98%

mentre il calcolo "scorretto" darebbe 70%, ben lontano dal valore


esatto. Si tratta peraltro di pendenze che impossibile trovare
lungo una strada, perch impraticabili per qualunque veicolo.

G 25

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

H
T

P
x

x
A

G 26

x
H B

A H

sessione ordinaria 2007-2008- corsi tradizionali

G 27

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

Esame di Stato di Liceo Scientifico


a.s. 2007-2008
Corsi sperimentali
Sessione ordinaria

La prova richiede lo svolgimento di uno dei due problemi proposti


e le risposte a cinque domande scelte all'interno del questionario.

Problema 1.
Nel piano riferito a coordinate cartesiane, ortogonali e
monometriche, si considerino i triangoli ABC con A 1, 0 , B  3 , 0 e
C variabile sulla retta di equazione y  2 x .
1)

 5 5

Si provi che i punti 1, 2 e 3 , 6 corrispondono alle due sole


 .
posizioni di C per cui ACB
4

2)

Si determini l'equazione del luogo geometrico g descritto, al


variare di C, dall'ortocentro del triangolo ABC. Si tracci g.

3)

Si calcoli l'area V della parte di piano delimitata da g e dalle


tangenti a g nei punti A e B.

4)

Verificato che   3  ln 3
1 si illustri una procedura
2

numerica per il calcolo approssimato di ln 3 .

Problema 2.
Siano f e g le funzioni definite, per ogni x reale, da f  x  2 x e
g x  x 2 .
1)

G 26

Si traccino i grafici di f e di g e si indichi con A la loro


intersezione di ascissa negativa.

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

2)

Si calcoli, con uno dei metodi di approssimazione numerica


studiati, l'ascissa di A con due cifre decimali esatte.

3)

Quanti e quali sono gli zeri della funzione h x  2 x


x 2 ? Si
tracci il grafico di h.

4)

Si calcoli l'area racchiusa tra il grafico di h e l'asse x


sull'intervallo  2 , 4.

Questionario.
1.

Siano dati un cono equilatero e la sfera in esso inscritta. Si


scelga a caso un punto all'interno del cono. Si determini la
probabilit che tale punto risulti esterno alla sfera.

2.

Ricordando che il lato del decagono regolare inscritto in un

 10 

cerchio sezione aurea del raggio, si provi che sen   5


1 .
4

3.

Un solido ha per base un cerchio di raggio 1. Ogni sezione del


solido ottenuta con un piano perpendicolare ad un prefissato
diametro un triangolo equilatero. Si calcoli il volume del
solido.

4.

Si esponga la regola del marchese de lHpital (1661-1704) e la


2008
si applichi per dimostrare che lim x x  0 .

x  2

5.

Nel piano riferito a coordinate cartesiane  x , y  si dica qual


l'insieme dei punti per i quali risulta y 2
x 3  0 .

6.

7.

I lati di un parallelepipedo rettangolo misurano 8, 9, 12 cm. Si


calcoli, in gradi e primi sessagesimali, l'ampiezza dell'angolo che
la diagonale mandata da un vertice fa con ciascuno dei tre
spigoli concorrenti al vertice.
Perch geometria "non" euclidea? Che cosa e come viene
negato della geometria euclidea? Si illustri la questione con gli
esempi che si ritengono pi adeguati.

8.

Sia f la funzione definita da f  x    x


x  . Si precisi il dominio
di f e si stabilisca il segno delle sue derivate, prima e seconda,
nel punto x   .

9.

In una classe composta da 12 maschi e 8 femmine viene scelto a


caso un gruppo di 8 studenti. Qual la probabilit che, in tale
gruppo, vi siano esattamente 4 studentesse?

10. Qual l'equazione della curva simmetrica rispetto all'origine di


G 27

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

y  e
2 x ? Quale quella della curva simmetrica rispetto alla
bisettrice del primo e terzo quadrante?

Leggiamolo insieme
Problema 1
Il problema complessivamente piuttosto impegnativo, pur non
contenendo particolari difficolt. Le prime due domande sono in
sostanza quesiti di geometria analitica; per la prima si pu ricorrere
all'applicazione di formule trigonometriche; la seconda si conclude
con un facile studio di funzione. La terza domanda propone il
calcolo (tramite integrale) di un'area; la parte pi semplice del
problema, richiede per di avere risolto correttamente la domanda
2. La quarta domanda invece solo apparentemente legata alla
precedente; oggetto della domanda il calcolo approssimato di
ln 3 , realizzabile per esempio approssimando un integrale. La
trattazione pu essere pi o meno ampia, pi o meno approfondita;
sarebbe preferibile che il testo di siffatti quesiti contenesse
indicazioni pi precise su quanto richiesto.
Che cosa ripassare?
Luoghi geometrici; angolo fra due rette; Teorema di Carnot.
Studio di funzioni. Retta tangente a una curva in un suo punto.
Calcolo di aree mediante integrali. Metodi numerici per
l'approssimazione di integrali definiti.
Problema 2
Il principale argomento oggetto del problema 2 una funzione
somma di una potenza e un esponenziale; le prime tre domande
chiedono di stabilire il numero di zeri di tale funzione, di fornire
un'approssimazione dello zero non calcolabile elementarmente, di
studiare il grafico della funzione. N lo studio del segno della
funzione, n quello della derivata sono possibili con metodi
elementari; occorre quindi un approccio indiretto per rendersi
conto con opportuni grafici di come variano il segno di funzione e
derivata. relativamente semplice intuire come stanno le cose, e
giungere quindi ad un grafico qualitativo ragionevole della funzione
oggetto dello studio; se si vogliono per motivare in modo rigoroso
i fatti che di volta in volta si intuiscono dall'osservazione dei
disegni, occorrono considerazioni non del tutto banali.
La quarta domanda (calcolo di un'area mediante un integrale) non
cela invece alcuna difficolt.

G 28

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

Che cosa ripassare?


Funzioni esponenziali e loro propriet relative a limiti e derivate.
Teorema degli zeri; metodi di approssimazione di uno zero di una
funzione. Studio di funzioni. Teorema di Rolle. Calcolo di aree
mediante integrali.

Soluzione del problema 1.


 .
Domanda 1): i punti C per i quali ACB
4

Primo metodo (geometrico). Il luogo dei punti C del piano per i


  , l'unione dei due archi di circonferenza capaci di
quali ACB
4

un angolo di  , passanti per A e B (figura 1). I punti C della retta


4

  si trovano come intersezione fra la retta e


y  2 x per cui ACB
4
il luogo descritto.
L'arco superiore contiene il
y
punto C1 1, 2 , perch il
y2x
triangolo ABC1 rettangolo
C1
isoscele, quindi AC B   .
1

6
5

M1

0
3
5

A 1 , 0 

B 3 , 0 

BM1  2 ; l'equazione della


circonferenza quindi

M2

 x
2 2   y
1 2  2 .
Risolviamo il sistema fra
l'equazione di questa circonferenza e l'equazione della
retta y  2 x .

figura 1

! x
2 2  y
1 2  2
 
;

!y  2 x

L'arco ha quindi per diametro il segmento BC1. Il suo


centro dunque nel punto
medio tra B e C1 , cio
M1  2 , 1 , e il raggio

!x 2
4 x  4  4 x 2
4 x  1  2
.

!y  2 x

Calcoliamo le soluzioni dell'equazione risolvente:


5 x2
8 x  3  0 ;

4
1 ! 3
x
 5
5
!1
G 29

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

Infine dalla relazione y  2 x si ricavano le ordinate; i punti sono

1, 2 e  35 , 65  come anticipato dal testo del problema.

L'arco inferiore simmetrico di quello superiore rispetto all'asse x;


tuttavia, come lascia intuire la figura, non ci sono intersezioni fra
questo arco e la retta y  2 x , quindi ci sono su quella retta soltanto
 .
i due punti trovati sopra, a soddisfare la condizione ACB
4

La formale verifica dell'assenza di intersezioni fra la retta e l'arco


inferiore si pu effettuare impostando il sistema fra l'equazione
della circonferenza e quella della retta oppure, pi semplicemente,
osservando che il raggio della circonferenza 2 , mentre la
distanza del centro M 2  2 ,
1 dalla retta 2 x
y  0 (cfr.3.14)
2  
2

1

41

5

5

5 

2.

Secondo metodo (trigonometrico). Questo metodo basato


sull'applicazione del Teorema di Carnot, o del coseno (cfr.3.14).
Nella maggior parte dei casi questo Teorema viene applicato per
esprimere la misura di un segmento in funzione di un angolo
assunto come incognita; questa volta invece imponiamo la misura
  , per ottenere un'equazione dalla quale
dell'angolo: ACB
4

ricavare la posizione del punto C. Il metodo efficace; i calcoli sono


purtroppo un po' laboriosi.
Consideriamo un generico puny
to C  t , 2t  della retta y  2 x .
y2x
Per il Teorema di Carnot
(1)

AB

2t

 AC  BC

2 AC  BC  cos ACB

  se e solo se la
Risulta ACB
4
(1) soddisfatta assegnando a
 il valore cos   2 ,
cos ACB

 4

cio se risulta
(2)

x
A 1 , 0  t

B 3 , 0 

 AC  BC

figura 2

AC  BC  2 .
Le coordinate dei punti A , B , C permettono di esprimere le
lunghezze dei segmenti AB, AC, BC (cfr.3.1):
G 30

AB

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

AB  2 ;

t
1 2  4 t 2 

AC 

 t
3 2  4 t 2 

BC 

5t2
2t  1 ;

5t2
6t  9 .

Sostituendo queste espressioni in (2) otteniamo


4  5t2
2t  1  5t2
6t  9
5t2
2t  1  5t2
6t  9  2 .

 

 
 

2

AC
BC
AC
BC
AB
Adesso isoliamo i radicali, portandoli al primo membro:



2 5t2
2t  1 5t2
6t  9

 10 t 2
8 t  6 .

Adesso eleviamo al quadrato entrambi i membri; ci non rischia di


introdurre soluzioni estranee perch il trinomio al secondo membro
positivo per ogni t reale, avendo il discriminante negativo:



2 5t2
2t  1 5t2
6t  9

 10 t 2
8 t  6

2 ;

svolgendo i calcoli si perviene all'equazione


25 t 4
40 t 3  30 t 2
24 t  9  0 .
Bisogna fattorizzare il polinomio al primo membro; non appaiono
altre vie oltre all'applicazione della regola di Ruffini. Il testo del
problema viene in nostro aiuto, anticipando che le soluzioni di (3)

(3)

sono t  1 e t  3 , cosicch il primo membro di (3), se abbiamo


5

 5

svolto correttamente i calcoli, divisibile per  t


1 e per t
3 .
Eseguiamo dunque le divisioni, applicando la regola di Ruffini.
25
40 30
24
25
15 15
25
15 15
9

9
0

Questo d la fattorizzazione
25 t 4
40 t 3  30 t 2
24 t  9 

t
1  25 t 3
15 t 2  15 t
9

Il polinomio di terzo grado nella parentesi al secondo membro

 5

nullo per t  3 , quindi divisibile per t


3 . Applichiamo una
5

seconda volta la regola di Ruffini:


3
5

25
15

15

15
0

0
15

9
0

25

G 31

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

L'equazione (3) si pu quindi scrivere

t
1 " t
35 $  25 t 2  15

 0

la quale manifesta le soluzioni t  1 e t  3 e nessun'altra, perch il


5

polinomio 25 t 2  15 non ha radici reali. cos provato quanto


richiesto dalla traccia del problema.
Terzo metodo (geometria analitica). Indichiamo, come nel "secondo metodo" con C  t , 2t  un generico punto della retta y  2 x ; in
funzione delle coordinate di A, B, C scriveremo i coefficienti angolari delle rette AC e BC; mediante questi potremo scrivere l'espressione della tangente dell'angolo acuto formato fra tali rette; affinch
l'angolo misuri  , tale tangente dovr valere 1; avremo cos l'equa4
zione risolvente da cui ricavare t. Il metodo semplice nella sua
impostazione concettuale; un po' laborioso per i calcoli necessari alla
sua realizzazione.
I coefficienti angolari delle rette AC e BC sono (cfr.3.9):
2t
2t
t  1 ; Coeff . angolare BC 

 t  3 .
t
1
t
3
Le formule ci obbligano ad escludere i valori t  1 e t  3; dovremo
alla fine esaminare a parte questi valori.
Abbiamo adesso (cfr.3.16))
Coeff . angolare AC 

tan ACB

2t
2t

1 t
3
t

1  2t  2t
t
1 t
3

  se e solo se
cosicch avremo ACB
4

(4)

2t
2t
t
1 t
3
1  2t  2t
t
1 t
3

 1.

La (4) verificata se e solo se l'espressione nel valore assoluto


uguale a 1 oppure a 1; consideriamo separatamente le due possibilit. Da
2t
2t
t
1 t
3
 1
1  2t  2t
t
1 t
3

si ottiene, svolgendo i calcoli:


soluzione reale; invece da
G 32

5t 2  3  0 , che non ha alcuna


t
1 t
3

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali


2t
2t
t
1 t
3

1
1  2t  2t
t
1 t
3

si ottiene:

5 t
3
 0 , che ha la soluzione t  3 , la quale una delle
5
t
3

due annunciate dal testo.


y
2

y2x
C

0
A 1 , 0 

Dobbiamo adesso analizzare i due casi


rimasti esclusi dalla trattazione: t  1 e
t  3.
Se t  1 (figura 3) allora il triangolo ABC
rettangolo in A ed isoscele; l'angolo
misura
ACB

B 3 , 0 

quindi  , e
4
allora t  1
figura 3
l'ascissa di
un punto della retta y  2 x (il punto
 .
1, 2) che soddisfa il requisito ACB

y
6

Se t  3 (figura 4) allora il triangolo


A B C rettangolo in B , ma non
isoscele, perch il cateto BC maggiore
dunque minore
di AB; l'angolo ACB
di  , e t  3 non fornisce una soluzione
4
del problema proposto.
Ci sono quindi soltanto due soluzioni,
t  3 e t  1, corrispondenti ai due punti
5
C annunciati nel testo del problema.

y2x

0
A 1 , 0 

B 3 , 0 

figura 4

Domanda 2): Il luogo dell'ortocentro di ABC.


L'ortocentro di ABC si trova intersecando due a piacere fra le tre
altezze (figura 5). Indicato C  t , 2 t  , l'altezza CH ha equazione
x  t.
Il coefficiente angolare di AC (cfr.3.9) 2t , se t  1; l'altezza BK
t
1
la retta passante per B e perpendicolare ad AC. La sua equazione
(cfr. 3.10, 3.13)
t
1
y

(5)
 x
3
2t
Qui bisogna che sia t  0, oltre alla condizione posta prima, t  1.
Quest'ultima pu tuttavia essere rimossa, perch se t  1 la (5)
G 33

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

diventa y  0, che rappresenta effettivamente l'altezza BK relativa a


questo caso.
L'ortocentro di ABC il punto Q y
y2x
che risulta dal sistema costituito
dalle equazioni delle due altezze:
C
2t
C

x  t
!

t
1
y


 x
3
!
2t
L'equazione cartesiana del luogo
dell'ortocentro si trova eliminando t
fra le due equazioni; l'eliminazione
particolarmente semplice, avendo
dalla prima equazione t  x , che
sostituito nella seconda fornisce
(6)

A 1 , 0  H  t,0 

B 3 , 0 

figura 5

x2  4 x
3
x
1
y 

f  x .
 x
3 
2x
2x

Passiamo allo studio della funzione f, per tracciare il luogo g.


Dominio: 
 , 0    0 ,   .
Segno. descritto nel seguente schema:
Numeratore
Denominatore
Frazione ( f  x )

----------------------- +++++++++++ --------------------- +++++++++++ +++++++++++ +++++++++++


+++++++++++ ----------- +++++++++++ ----------0

Limiti. Vanno calcolati i limiti per x


 , x , x 0. Si ha

x2  4 x
3

x2

x
 lim
 lim
  ;
lim
2x
x

x
 2 x
x
 2
analogamente,

x2  4 x
3

 .
2x
x 

lim

Infine, tenendo conto del

segno della funzione e del fatto che quando x 0 il numeratore ha


limite 3 e il denominatore ha limite 0, si ha

x2  4 x
3

 ,
lim

2
x
x 0

x2  4 x
3
  .
lim

2
x
x 0

La curva g ha un asintoto verticale nella retta x  0; inoltre, poich il


grado del numeratore dell'espressione che definisce f  x supera di
1 il grado del denominatore, c' anche un asintoto obliquo. Il modo
G 34

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

pi semplice per determinarlo, trattandosi di una funzione


razionale, consiste nel calcolare il quoziente della divisione tra
numeratore e denominatore (cfr.5.11); il risultato di questo calcolo
sar utile anche per facilitare il calcolo della derivata, e ancora per il
calcolo dell'integrale della domanda 3. Eseguiamo dunque la
divisione, particolarmente semplice in quanto il denominatore un
monomio. Si ha
(7)

f  x

x2  4 x
3
1
3


x2

.
2x
2
2x

Il quoziente Q x 
1 x  2, mentre R x 
3 il resto.
2

L'asintoto obliquo la retta y 


1 x  2.
2
Derivata. Conviene riferirsi all'espressione al secondo membro di
(7): si ottiene
f   x 

1
3

x2  3


.
2 2 x2
2 x2

Osservato che il denominatore positivo in tutto il dominio, il segno


di f  x varia come indicato nel seguente schema:
f  x ------------ +++++++++++ +++++++++++ -----------0

3
3
f  x
La funzione ha un minimo relativo per x 
3 , un massimo relativo
per x  3 . Le corrispondenti ordinate sono

f
3 2 3 ;

 3  2

Derivata seconda. Da f  x 
1  32 otteniamo
2

2x

f  x 

.
x3
Lo schema qui sotto descrive il segno di f  x e conseguentemente
la concavit e convessit di f.
f  x
f  x

+++++++++++++++ ----------------

La funzione convessa per x  0, concava per x  0; non ci sono


flessi, perch 0 non appartiene al dominio.
G 35

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

Il grafico di f rappresentato nella figura 6.


y

y

x2  4 x
3
2x

2
3
2

2 3
1

figura 6

La curva g un'iperbole non equilatera, con il centro nel punto


0, 2 (essendo questo il punto in cui si intersecano i due asintoti).
Domanda 3): L'area di una parte di piano. Per prima cosa scriviamo le equazioni delle rette tangenti a g nei punti A e B, tracciate
nella figura 7. Si ha (cfr.5.20)
retta tangente a  in A : y  f 1  f 1   x
1
retta tangente a  in B : y  f  3  f  3   x
3 .
y

1
2

B
1

3
2

figura 7

Sostituendo prima 1 e poi 3 nelle espressioni di f  x e f  x e


svolgendo i facili passaggi si ottengono le equazioni:
G 36

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

retta tangente a  in A : y  x
1
retta tangente a  in B : y 

1
 x
3
3

 2 2

Queste si intersecano nel punto D 3 , 1 , che si ricava risolvendo il


sistema fra le equazioni delle due rette (lasciamo i calcoli al lettore).
La regione di cui va calcolata l'area rappresentata nella figura 7.
Il metodo pi semplice per calcolare l'area in questione consiste nel
calcolare l'area della parte di piano che l'iperbole g delimita insieme
con l'asse x tra i punti A e B, e sottrarre tale area da quella del
triangolo ABD formato dall'asse x e dalle due tangenti. L'altezza di
ABD relativa ad AB l'ordinata di D, cio 1 ; quindi
2

1
1
1
2
 .
2
2
2
L'area racchiusa tra l'iperbole e l'asse x si calcola mediante un
integrale (cfr.5.29)
Area triangolo ABD 

x 3

3
3 
3
3
 1 2

  1
 2
ln 3
 "
2 x  2
2 x $ dx  #
4 x  2 x
2 ln x %
2

1 

 x1
e quindi l'area richiesta dal testo

1 
3
3


" 2
ln 3$   ln 3
1

2 
2
2
3
ln 3
1 .
2
A questo risultato si sarebbe potuti giungere anche sommando
Area racchiusa tra  e le tangenti in A e B :

l'area delimitata per 1  x  1 tra g e la tangente in A con l'area

2
1
delimitata per  x  3 tra g e la tangente in B, ossia calcolando
2

(cfr.5.30)
1

3
3 
3 
 1
  1
2 
  1


2


3
2

x
x
dx
x

x


dx




"
$
 #
 1 # 3
" 2
 " 2
2 x $ %
2 x $ %

1 
 
2

Lasciamo al lettore il compito di svolgere il calcolo, verificando che si


ottiene lo stesso risultato.
Domanda 4): Calcolo approssimato di ln 3 .
Osserviamo che ln 3 appare nel risultato della domanda 3; tale
risultato viene richiamato nel testo della presente domanda 4,
G 37

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

tuttavia non c' necessit n opportunit di utilizzare il risultato


della domanda precedente nella risoluzione di quella attuale.
Ci sono diversi modi per calcolare un'approssimazione di ln 3 . Per
rispettare il senso della domanda e non solo la lettera opportuno
servirsi di un metodo che non faccia uso di funzioni trascendenti.
Per esempio, valutare ln 3 approssimando una soluzione
dell'equazione e x
3  0 non sbagliato, ma dal punto di vista
applicativo non ha alcun interesse perch uno strumento in grado di
fornire valori di e x gestisce anche la funzione logaritmo, e quindi ci
offre direttamente il valore di ln 3 .
Riteniamo che i problemi di approssimazione vadano risolti
proponendo metodi completamente eseguibili "a mano", cio con
carta e penna, per i quali l'utilizzo della calcolatrice o del computer
serva soltanto per eseguire pi rapidamente i calcoli.
Un metodo per approssimare ln 3 rispettando questo principio
consiste nell'approssimare l'integrale
3
 1
 x dx
1

che vale appunto ln 3 .


Per l'approssimazione di un integrale definito ci sono diversi
metodi; una breve rassegna esposta nella risoluzione del Quesito
10, Sessione ordinaria 2005-2006. Qui utilizziamo il metodo dei trapezi.
Esso consiste nel suddividere l'intervallo  a, b di integrazione in n
parti uguali mediante n  1 punti equidistanti
b
a
,
0kn
n
e sostituire la funzione integranda f con la funzione lineare a tratti
che coincide con f nei punti x0 , x1 , , x n e poi approssimare
xk  a  k

a f  x dx con l'integrale di tale funzione lineare a tratti.

Ci si

realizza con la formula


(8)

b
 f  a  f  b n
1


  f  x k $
 f  x dx h "
2
a


k 1

con h 

b
a
n

Nel caso attuale  a, b  1, 3, f  x  1 ; la scelta di n arbitraria. La


x
precisione dell'approssimazione migliora al crescere di n, ma nello
stesso tempo aumenta la quantit di calcoli occorrenti. Poich
attualmente non stata prescritta la precisione desiderata,
possiamo per semplicit assegnare a n un valore piccolo; per
G 38

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

esempio, n  6. Allora h  3
1  1 , x k  1  1 k , f  x k  
6
3
3
e allora da (8)

1  3 ,
1 1 k 3  k
3

1
 1 2 3 3 3 3 3
3
5
1 1 3


 1
3
 "      $  1, 10675 .
ln 3  
dx "

$
3 k $ 3  3 4 5 6 7 8 
3 " 2
1 x
k 1


ora doveroso valutare la precisione del risultato, ossia esprimere


una maggiorazione della differenza tra il valore ottenuto e il valore
esatto di ln 3 . In primo luogo, siccome la funzione f  x  1
x

convessa in 1, 3 , l'approssimazione dell'integrale fornita dal metodo


dei trapezi per eccesso, ossia ln 3  1, 10675 .
Si pu dimostrare che, indicata con Sn l'espressione al secondo
membro di (8), si ha
b

(9)


Sn
 f  x dx 
a

b
a 3

max f  x .
12 n 2 x  a , b

a, b  1, 3, f  x  1x , f  x 


x12 , f  x  x23 ,
f  x  2; abbiamo inoltre scelto n  6. Da (9)

Nel caso attuale


cosicch max

x 1, 3

abbiamo allora

1, 10675
ln 3 

3
1 3  2
12  6 2

 0 , 03704 .

Questo risultato dice che


1, 10675
0 , 03704  ln 3  1, 10675  0 , 03704 .
e pi precisamente, poich avevamo gi stabilito che l'approssimazione ottenuta per ln 3 per eccesso,
1, 10675
0 , 03704  ln 3  1, 10675
cio
1, 06971  ln 3  1, 10675 .
La precisione piuttosto modesta. Per migliorare la stima occorre
aumentare il valore di n oppure utilizzare un metodo pi efficiente.
Il valore "esatto" di ln 3 (limitatamente alle cifre indicate)
ln 3  1, 09861.
Il metodo dei trapezi, applicato con n  100, fornisce l'approssimazione
ln 3 1, 09864
G 39

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

gi piuttosto buona; tuttavia il calcolo manuale di questo valore,


quantunque possibile, davvero molto laborioso.
Il metodo di Simpson, per la descrizione del quale rimandiamo al gi
citato Quesito 10 del 2006, con una complessit di calcoli
paragonabile a quella del metodo dei trapezi, fornisce risultati assai
pi precisi: per esempio, applicato al nostro caso con n  6 d
ln 3 1, 09894
valore assai pi preciso di quello fornito per n  6 dal metodo dei
trapezi.

Soluzione del problema 2.


Domanda 1): I grafici di f e g.
La domanda non comporta in effetti alcun calcolo. Le funzioni in oggetto sono
funzioni elementari i cui grafici dovrebbe.ro essere ben noti agli studenti; si tratta
infatti di una funzione esponenziale con
base 2 e di una parabola collocata nel modo pi semplice possibile.
Non c' invece alcun metodo algebrico
per determinare i punti in cui i due grafici
si tagliano. Si osserva direttamente che f
e g assumono valori uguali quando x  2
e quando x  4; infatti f  2  2 2  g 2 e
f  4  2 4  16  4 2  g 4 . L'osservazione dei due grafici manifesta inoltre la presenza di uno ed un solo punto con ascissa
negativa in cui i due grafici si intersecano
per la terza volta. Nella trattazione della
domanda 2) esporremo motivazioni per
dimostrare l'unicit del punto A di ascissa
negativa comune ai due grafici.
La figura 8 mostra i due grafici in
oggetto.

y  2x

16

4
y  x2

Domanda 2):
A
Approssimazione dell'ascissa di A.
x
Nella trattazione della domanda 1)
z 0
2
4
abbiamo osservato che c' un solo punto
figura 8
A di ascissa negativa comune ai due
grafici. L'ascissa z di A l'unica soluzione negativa dell'equazione
G 40

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

2 x
x 2  0 . Per determinare un'approssimazione di z ci sono
diversi metodi. Il pi intuitivo il metodo di bisezione, il quale tuttavia
ha il difetto di essere poco efficiente, ossia richiede parecchie
iterazioni per offrire una precisione accettabile del risultato. In
questo caso la precisione opportunamente prescritta dal testo
quindi, qualunque sia il metodo scelto, dovremo iterarlo fino ad
ottenere la precisione desiderata. Applichiamo comunque tale
metodo
Sia h x  2 x
x 2 . Risulta h 0  1  0 , h
1 
0 , 5  0 ; la funzione
h, continua in 
1, 0, deve annullarsi in almeno un punto di 
1, 0.
Questo punto unico perch h  x  2 x ln 2
2 x  0 per ogni x
negativo, essendo 2 x ln 2  0 per ogni x e
2 x  0 per x  0; quindi
h strettamente crescente in 
 , 0 , e pertanto non pu annullarsi
pi di una volta in tale intervallo.
Partendo dall'intervallo  a0 , b0   
1, 0 indichiamo con m0 il punto
medio di tale intervallo; indichiamo con  a1 , b1  quello fra i due
intervalli  a0 , m0  e m0 , b0  per il quale i valori di h nei due estremi
sono di segno discorde. Poi chiamiamo m1 il punto medio di  a1 , b1 
e scegliamo  a2 , b2  in modo analogo a come avevamo scelto
a1 , b1 ; ad ogni passo risulta an  z  bn, e al crescere di n la
precisione migliora, perch ogni volta la distanza fra an e bn la
met del passo precedente. La seguente tabella riassume il
procedimento.
n
0
1
2
3
4
5
6
7

an
bn

1
0

0 , 5

0 , 75

0 , 875

0 , 75

0 , 78125
0 , 75

0 , 78125
0 , 76563

0 , 77344
0 , 76563

0 , 76953
0 , 76563

mn
f  mn  b n
a n

0, 5

1

0 , 75

0, 5

0 , 875

0 , 25

0 , 8125

0 , 125

0 , 78125

0 , 0625

0 , 76563

0 , 03125

0 , 77344

0, 015625
0, 007813

Dunque
0 , 76953  z 
0 , 76563 ; ci fornisce l'approssimazione di z
con due cifre decimali esatte.
Per ottenere un'approssimazione assai pi precisa con una minore
quantit di calcoli si pu utilizzare il metodo delle tangenti di
Newton. La derivata seconda di h negativa nell'intervallo 
1, 0;
quindi in questo intervallo h crescente e concava. Per applicare il
G 41

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

metodo di Newton dobbiamo quindi scegliere x0 


1 e
h x n 
2 xn
x n2
x n1  x n

 xn

.
h  x n 
2 xn ln 2
2 x n

(10)

In questo modo si genera una successione crescente che, in modo


assai rapido, converge a z. Ecco i primi valori della successione  x n 
cos ottenuta:
n 0
1
2
3
4
x n
1
0 , 786923
0 , 766843
0 , 766665
0 , 766665
Le prime 6 cifre decimali di x n non variano da x 3 a x 4 , quindi
presumibilmente sono esatte.
Per controllo calcoliamo
h
0 , 766664 ; il valore che si ottiene positivo, quindi

0 , 766665  z 
0 , 766664
Una descrizione dettagliata del metodo di bisezione e di altri
metodi iterativi per l'approssimazione di soluzioni di un'equazione,
esposta nella risoluzione del Quesito 2, Sessione suppletiva P.N.I.,
a.s. 1999-2000.
Domanda 3): Studio di h x  2 x
x 2 .
Lo studio della funzione, gi analizzata nella trattazione delle
domande 1) e 2), non presenta difficolt di calcolo, ma un po'
diverso dal consueto perch non possibile studiare per via
algebrica il segno di h n il segno di h  . Bisogna quindi procedere
diversamente, ottenendo risultati qualitativi.
Abbiamo gi osservato che h x si annulla una sola volta per x  0
(nel punto z oggetto della domanda 2), e che si annulla per x  2 e
x  4; osservando i grafici di 2 x e di x 2 (figura 8) si pu prevedere
che non ci siano altri punti in cui h vale 0, e che il segno di h x sia
distribuito come indica il seguente schema:
------- ++++++++++++++++ ------- ++++++++

Pi avanti (verso la fine dello svolgimento) approfondiremo questo


fatto, fornendone adeguata motivazione.
Risulta poi
lim h x 
 ;

x


lim h x  ,

x 

il secondo perch 2 x un infinito di ordine superiore di x 2 , per


x  (cfr.5.7).
G 42

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

La derivata di h x
h  x  2 x ln 2
2 x
y
y  2 x ln 2
y2x

x
s

figura 9

Come dicevamo sopra, non possibile


risolvere algebricamente la disequazione h  x  0 (n la corrispondente equazione, evidentemente).
Un disegno abbastanza accurato dei
grafici sovrapposti di y  2 x ln 2 e
y  2 x (figura 9) lascia prevedere l'esistenza di esattamente due punti in cui
h  x  0; indicati questi punti con s e t,
il segno prevedibile per h  x il
seguente, con le conseguenze sotto
indicate sulla monotonia di h:

------------ +++++++++++
h  x +++++++++++

h x

Per avere una conferma rigorosa di quanto affermato,


consideriamo la funzione h  x , senza pi pensare che essa la
derivata di h x oggetto della presente domanda, ma
considerandola per s: poniamo quindi
v x  2 x ln 2
2 x .
Si ha lim v x   ; lim v x   ; poi
x


x 

v  x  2 x  ln 2
2 .
Di quest'ultima possibile lo studio esplicito del segno:
2

2 x  ln 2
2  0  2 x 

ln 2 2

 x  log 2

 2 
.
2$
"
  ln 2 

Perci x  log 2  2 2  punto di minimo assoluto per la funzione


  ln 2 
v; il valore di v" log 2  2 2  $ negativo, come si pu constatare
  ln 2  

con una calcolatrice. Dunque il grafico di v ha qualitativamente
l'andamento descritto nella figura 10.
G 43

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

cos provato che v si annulla in due soli punti (che


sono s e t che gi appaiono
nella figura 9), ed il suo segno varia proprio nel modo previsto in precedenza
per h  x , che esattamente v x .

y
2

y  v x   2 x ln 2
2 x

1.5

 2 
log2 "
2$
  ln 2  

1
0.5

-1
-0.5

3t

x
4

-1

I punti s e t sono rispettivafigura 10


mente punto di minimo relativo e punto di massimo relativo per h; non possibile calcolare
esattamente il valore di h in questi punti, perch non abbiamo a
disposizione il valore esatto delle ascisse. Naturalmente questi
valori potrebbero essere calcolati in modo approssimato, applicando
ad h  in opportuni intervalli uno dei metodi applicati ad h nello
svolgimento della domanda 2. I valori approssimati di s e t sono
rispettivamente 0 , 485 e 3,212.
La derivata seconda di h gi stata calcolata; si tratta infatti di
2

v  x  2 x  ln 2
2 , il cui segno varia nel modo descritto nel
seguente schema, con le conseguenze indicate su concavit e
convessit di h
h  x
h x

--------------- +++++++++++++++
 2 
log2 "
2$
  ln 2  

Il grafico di h ha quindi un flesso di ascissa log 2  2 2  .


  ln 2 
Infine giustifichiamo l'affermazione fatta all'inizio, riguardante gli
zeri di h: gli zeri di h sono esattamente tre: z
0 , 767 , ed inoltre 2
e 4. Sappiamo gi che h ha almeno questi tre zeri; resta da provare
che non ce ne sono altri. Ebbene, per il Teorema di Rolle, tra due
punti a, b in cui h vale 0 vi almeno un punto in cui h  x  0. Tre
punti in cui h x  0 comportano la presenza di almeno due punti in
cui h  x  0; si tratta in effetti dei punti s e t di cui si parla sopra.
Se ci fossero quattro o pi punti in cui h x  0, dovrebbero esistere
almeno tre punti in cui h  x  0, mentre abbiamo provato che h  si
annulla in due soli punti. Quindi h non pu annullarsi in altri punti
oltre ai tre gi individuati.
Il grafico di h rappresentato nella figura 11, la quale mette pure in
G 44

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

evidenza la parte di piano di cui nella domanda 4 richiesto di


calcolare l'area.
y

log2 " 2 2 $
  ln 2  
z

t
0

figura 11

Il flesso si trova immediatamente a destra del secondo zero  x  2 ,


essendo l'ascissa log 2  2 2  approssimativamente uguale a 2,058.
  ln 2 
Domanda 4): Calcolo dell'area.
Poich tra 2 e 4 la funzione h sempre  0, l'area richiesta (in
evidenza nella figura 11) l'opposto dell'integrale di h in tale
intervallo:
x 4

4
 2x 1 3 
12 56

Area 
 2 x
x 2 dx 
#

x %
.



 ln 2 3  x 2
ln 2 3
2

G 45

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

Questionario
Quesito 1
Il quesito si presenta sotto la forma di un problema di calcolo delle probabilit; si tratta
in realt di un esercizio di geometria solida.

Si conviene che la locuzione "si sceglie a caso un punto" in un solido


si riferisca a una distribuzione uniforme della probabilit per volumi,
vale a dire che la probabilit che il punto si trovi in una certa parte
dell'insieme ammesso sia direttamente proporzionale al volume di
tale parte. La probabilit richiesta pertanto espressa dal rapporto
(1)

Probabilit 

Volume cono
Volume sfera
Volume cono

Dobbiamo quindi calcolare i due volumi.


"Cono equilatero" un cono circolare retto tale che le sue sezioni
con piani contenenti l'asse del cono siano triangoli equilateri; vale a
dire che l'angolo di apertura al vertice del cono di 60.
Un piano contenente l'asse del cono
C
taglia cono e sfera inscritta producendo un triangolo equilatero ABC e
la circonferenza in esso inscritta
(figura 12). Sia r il raggio della circonferenza (e della sfera). Il volume
della sfera , come noto (cfr.2.64)
O

4
Volume sfera   r 3 .
r
3
Dobbiamo ora calcolare in funzione
H
B
di r il volume del cono. Sia O il cen- A
figura 12
tro della sfera. Poich AO biset , il triangolo rettangolo AOH ha gli angoli acuti
trice dell'angolo BAC
di 30 e 60, perci AH  r 3 e AO  CO  2 r cosicch CH  3 r . Il
volume del cono vale quindi (cfr.2.58)
1
1
2
 AH  CH    3 r 2  3 r  3  r 3
3
3
e quindi sostituendo in (1) i valori che abbiamo calcolato,
Volume cono 

Probabilit 

3r3
4 r3
3
3
3r

5
.
9

Un ragionamento leggermente diverso per calcolare il volume del


cono il seguente: il punto O (fra l'altro) il baricentro di ABC;
G 46

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

quindi, per una nota propriet del baricentro, CH  3 OH  3 r . Poi,


siccome il triangolo rettangolo ACH ha gli angoli acuti di 30 e 60,
AH  CH  3 r  r 3 . Il volume del cono si calcola ora come sopra.
3

Quesito 2
Il quesito identico al Quesito 2 assegnato nella sessione ordinaria 2007-2008 per
corsi tradizionali; la sua risoluzione si trova in quella sede.

Quesito 3
Il problema proposto analogo a quello che si presenta quando si deve calcolare il
volume di un solido di rotazione: si tratta di integrare l'area delle sezioni piane del
solido. Non ci sono rilevanti difficolt, non appena si compreso il significato della
domanda. Si veda anche il Quesito 1, Sessione ordinaria 2006-2007 per corsi
tradizionali, in cui viene proposto un problema simile.

Il volume del solido in oggetto si calcola mediante un integrale, nel


quale la funzione integranda
esprime l'area delle sezioni piane del solido con un fascio di
piani fra loro paralleli. Diversamente da quanto accade per
la domanda 4 del Problema 1,
Sessione ordinaria 2007-2008
per corsi tradizionali, quello
attualmente in esame non un
solido "standard" (cono, piramide, ecc.); si tratta di un
oggetto "a forma di cappello"
(figura 13); per il calcolo del
volume non c' alternativa al
metodo su indicato.
figura 13

Per il calcolo del volume introduciamo un sistema di riferimento nel piano contenente il cerchio base del solido; scegliamo
come origine il centro del cerchio e come asse x la retta contenente il
diametro rispetto al quale le sezioni perpendicolari sono triangoli
equilateri. (figura 14)
La circonferenza rappresentata allora dall'equazione x 2  y 2  1.
Se H un punto del diametro contenuto nell'asse x, cio H  x, 0 , gli
estremi A , B della corda passante per H e perpendicolare al

diametro hanno coordinate A x ,


1
x 2 , B x , 1
x 2 ,
Il
segmento AB la base del triangolo equilatero ABC sezione del
G 47

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

solido con il piano


perpendicolare in H
all'asse x (figura 15).
L'altezza del triangolo CH  3  BH 

y
1

 3  1
x 2 L'area
di ABC pertanto
Area ABC 

 1 AB  CH 
2

3 1
x2

1
x2

Il valore di x pu
variare fra 1 e 1;
perci il volume del
solido :

1
x2

A
1

figura 14
1

Volume 
1


3 1
x 2 dx 
 

1

figura 15

x 1

1
1

1 

3 #x
x 3 %

3  x
1

4
3.

3

Quesito 4
Il quesito identico al Quesito 4 assegnato nella sessione ordinaria 2007-2008 per
corsi tradizionali; la sua risoluzione si trova in quella sede.

Quesito 5
Si chiede di determinare, in pratica di disegnare il luogo dei punti le cui coordinate
soddisfano una data disequazione in due variabili.

Per comprendere come fatto l'insieme dei punti  x , y  per i quali


y 2
x 3  0 opportuno risolvere la disequazione rispetto a una
delle due variabili. Conviene risolvere la disequazione rispetto a x,
piuttosto che rispetto a y; infatti l'esponente dispari di x rende assai
pi semplice la risoluzione. Si ha dunque
G 48

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali


3

y 2
x3  0  x3  y 2  x  y 2 .
L'insieme descritto quello dei punti  x , y  che si trovano "alla
3

sinistra" della curva di equazione x  y 2 . Non resta che tracciare


3

questa curva. La funzione f  y   y 2 una funzione pari (quindi


la curva simmetrica rispetto all'asse x; ricordiamo che attualmente
2

y la variabile indipendente). Per y  0 si pu scrivere f  y   y 3 .


Una funzione potenza con esponente positivo minore di 1 ha per
grafico una curva uscente dall'origine, tangente nell'origine all'asse
sul quale si trovano i valori della
y
funzione, in questo caso all'asse x. Il
ramo simmetrico della curva, situato
nella regione in cui y  0, d luogo a
una curva che ha in (0,0) una cuspide
in cui la curva tangente all'asse x.
La figura 16 rappresenta la curva
x

figura 16

x  y 2 e la parte di piano in cui


soddisfatta la disuguaglianza prescritta.
La risoluzione della disequazione
y 2
x 3  0 "rispetto a y" possibile,
ma risulta pi complicata, perch
occorre distinguere alcuni casi;
vediamo.
La disuguaglianza y 2
x 3  0 si pu

scrivere y 2  x 3 . Essa verificata da qualunque y reale, se x  0;


quindi tutti i punti  x , y  del semipiano x  0 fanno parte dell'insieme
delle soluzioni.

Invece, se x  0 la disuguaglianza y 2  x 3

verificata dai valori di y esterni all'intervallo delimitato da


x 3 ,
x 3 , ossia y 
x 3 oppure y  x 3 .
Quesito 6
Un interessante e non difficile problema di geometria solida. Il calcolo delle misure
degli angoli "in gradi e primi" richiede la padronanza dell'uso della calcolatrice.

Siano AB, AC, AD i tre spigoli del parallelepipedo uscenti dal vertice
A (figura 16), AE la diagonale uscente da A. Ricaveremo le misure
degli angoli richiesti dalla conoscenza delle misure dei lati di
G 49

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

opportuni triangoli rettangoli. utile calcolare preventivamente la


lunghezza della diagonale AE. Applicando il Teorema di Pitagora
al triangolo rettangolo
DEF (figura 17) otteniaE
mo
DE 

DF  EF


G

 9 2  12 2  225  15
(per semplicit, ora e in
seguito tralasciamo l'indicazione dell'unit di 8
misura, cm).
retto
L'angolo ADE
perch il piano della
C
faccia contenente D, E,
12
F perpendicolare allo
figura 17
spigolo AD. Applicando ora il Teorema di
Pitagora al triangolo rettangolo ADE troviamo
2

9
A

AE  AD  DE  8 2  15 2  289  17.
Ora passiamo alle misure degli angoli richiesti.
Il triangolo ACE ha l'angolo in C retto, perch lo spigolo AC
perpendicolare al piano contenente la faccia di C , E. Allora
(cfr.4.45)
  AC  12 .
cos CAE
17
AE
in gradi e primi con la calcolatrice
Per calcolare la misura di CAE
possiamo usare la funzione arcocoseno, in generale indicata in tastiera
con il simbolo cos-1, avendo cura di predisporre la calcolatrice nella
modalit DEG . Digitando cos -1 (1217) otteniamo il risultato
45.0991. Ci vuole dire che la parte intera della misura in gradi
45. Per esprimere in primi la parte eccedente, ossia ci
di CAE
che nella rappresentazione decimale quantificato dalle cifre dopo
la virgola, sottraiamo 45 dal numero ancora presente sul display, e
moltiplichiamo per 60 il risultato. Si trova 5 . 9 4 7 6 7 , che
arrotondiamo a 6; questa la misura in primi della parte eccedente
45 dell'angolo che vogliamo esprimere; perci
45 6 
CAE
consiste
Un altro metodo per calcolare la misura di CAE
G 50

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

nell'applicare il Teorema di Carnot al triangolo ACE. Si tratta di un


procedimento pi artificioso, il cui unico vantaggio consiste nel non
retto.
dovere osservare che l'angolo ACE
Il Teorema di Pitagora applicato al triangolo rettangolo CGE d
2

CE  CG  GE  64  81  145
e il Teorema di Carnot (cfr.4.50) applicato al triangolo ACE d
2
2
2

CE  AE  AC
2 AE  AC  cosCAE
da cui, sostituendo le misure dei segmenti, tutte note, abbiamo

145  289  144
2  17  12  cos CAE

  12 ; da qui si procede come sopra.


da cui segue cos CAE
17
Anche per gli altri due angoli si pu ragionare in ciascuno dei due
; qui svolgiamo il calcolo solo nel
modi esposti relativamente a CAE
primo modo.
. Il triangolo ABE ha l'angolo in B retto perch AB
Calcoliamo BAE
perpendicolare alla faccia contenente B, E. Allora
  AB  9
cos BAE
17
AE
, si ricava
da cui, procedendo come per il calcolo della misura di CAE
58 2  .
BAE
. Il triangolo ADE ha l'angolo in D retto
Infine calcoliamo DAE
perch AD perpendicolare alla faccia contenente D, E. Allora
  AD  8
cos DAE
17
AE
, si ricava
da cui, procedendo come per il calcolo della misura di CAE
61 56  .
DAE
Quesito 7
Il quesito in oggetto riprende un argomento, le geometrie non euclidee, gi proposto nel
Quesito 5, Sessione ordinaria 2006-2007 per corsi sperimentali. Rinviamo alla
svolgimento di detto Quesito, svolgimento che risulta adeguato anche al quesito
attualmente in esame.

Quesito 8
Il quesito identico al Quesito 8 assegnato nella sessione ordinaria 2007-2008 per
corsi tradizionali; la sua risoluzione si trova in quella sede.

G 51

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

Quesito 9
Un semplice esercizio sul Calcolo delle probabilit, risolubile direttamente calcolando il
rapporto fra esiti favorevoli ed esiti possibili; in sostanza, un esercizio sul Calcolo
combinatorio.

Il numero dei modi in cui possibile scegliere un gruppo di 8

 

studenti in una classe di 20 20


(cfr.1.20). Ora dobbiamo contare
8
in quanti modi si pu scegliere in quella classe un gruppo
contenente 4 ragazze e 4 ragazzi. I 4 ragazzi vanno scelti fra 12,

 

modi, mentre 4 ragazze fra 8


quindi possono essere scelti in 12
4



possono essere scelte in 84 modi; perci un gruppo di 4 ragazzi e 4

  

 84 modi. La
ragazze di quella classe si pu scegliere in 12
4
probabilit che un gruppo di 8 studenti scelti a caso in quella classe
contenga 4 ragazzi e 4 ragazze pertanto

 124    84 
 208 

12!  8!
4
 !8! 4!4! 
20!
8!12!

12!

8!12!
1155

0 , 275 .
3
!
20
4199
 4!


Occorre un po' di attenzione per effettuare le semplificazioni della


frazione; non assolutamente il caso di esplicitare i valori dei
fattoriali. Conviene invece osservare che, per esempio,
12!
1

20!
13  14  15   20
e altre analoghe semplificazioni.
Quesito 10
Un esercizio sulle trasformazioni nel piano; la seconda domanda offre lo spunto per
considerazioni riguardanti l'inversa di una funzione.

Per realizzare quanto richiesto sufficiente applicare le opportune


formule. Le equazioni della simmetria centrale rispetto all'origine
sono (cfr.3.76)
X 
x

Y 
y

ossia

x 
X

y 
Y

La curva di equazione y  e
2 x viene trasformata nella curva di
equazione

Y  e
2
X  ossia Y 
e 2 X
Una volta giunti al risultato non occorre pi usare le lettere maiuscole per distinguere le coordinate dei punti della curva originale da
G 52

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

quelle dei punti della curva trasformata: la simmetrica rispetto


all'origine della curva y  e
2 x la curva di equazione y 
e 2 x .
Le equazioni della simmetria assiale rispetto alla bisettrice del primo
e terzo quadrante sono (cfr.3.81)
X  y

Yx

ossia

x  Y

yX

La curva di equazione y  e
2 x viene trasformata nella curva di
equazione
X  e
2Y ossia, ritornando alle lettere minuscole, x  e
2 y .
possibile descrivere la curva ottenuta con la y in forma esplicita
rispetto a x:
1
x  e
2 y  e
2 y  x 
2 y  ln x  y 
ln x .
2
y
y  e
2 x

yx

1
y 
ln x
2

y 
e2 x

figura 18
G 53

sessione ordinaria a.s. 2007-2008- corsi sperimentali

Quella scritta per ultima l'equazione esplicita rispetto ad y della


curva simmetrica di y  e
2 x rispetto alla bisettrice del primo e terzo
quadrante. Si tratta della funzione inversa di f  x  e
2 x ; infatti,
come noto, se f una funzione invertibile (da un sottoinsieme di R
a R ) e f
1 la funzione inversa, allora le curve di equazione
y  f  x e y  f
1  x sono ciascuno il simmetrico dell'altro rispetto
alla bisettrice del primo e terzo quadrante.
La figura 18 mostra i tre grafici con cui abbiamo lavorato: quello
originale, cio y  e
2 x e i simmetrici di questo rispetto all'origine e
rispetto ala bisettrice del primo e terzo quadrante.

G 54

sessione suppletiva 2007-2008- corsi tradizionali

Esame di Stato di Liceo Scientifico


a.s. 2007-2008
Sessione suppletiva

La prova richiede lo svolgimento di uno dei due problemi proposti


e le risposte a cinque domande scelte all'interno del questionario.

Problema 1.
Dato un quadrante AOB di cerchio, di centro O e raggio 2, si
consideri sull'arco AB un punto P.
1)

 2

Si esprima in funzione di t  tg x

) l'area del
(con x  BOP

quadrilatero OMPN, essendo M ed N i punti medi dei raggi


OA e OB.
2)

Si studi la funzione f  t  cos ottenuta e si tracci il suo grafico g,


indipendentemente dai limiti posti dal problema geometrico.

3)

Si dica per quale valore l'area x l'area del quadrilatero assume


valore massimo.

4)

Si calcoli l'area della parte finita di piano compresa tra la curva g


e l'asse x.

Problema 2.
Si consideri la funzione:
y  sen x  2 cos x  1 .
1)

Tra le sue primitive si individui quella il cui diagramma g passa


per il punto P   , 0 .

2)

Si rappresenti graficamente la curva g nell'intervallo 0  x  2  e


si dimostri che essa simmetrica rispetto alla retta x  .

3)

Si scrivano le equazioni delle rette tangenti alla curva nei suoi


G 55

sessione suppletiva 2007-2008- corsi tradizionali

4)

due punti A e B di ascisse  e 3  e si determini il loro punto


2
2
d'intersezione C.
Si calcoli l'area della parte finita di piano compresa tra la curva g
e le due suddette tangenti.

Questionario.
1.

Si determini la distanza delle due rette parallele


3 x  y  3 10  0 ,

2.

3.

6 x  2 y  5 10  0 .

Un trapezio rettangolo circoscritto ad una semicirconferenza


di raggio r in modo che la base maggiore contenga il diametro.
Si calcoli in gradi e primi (sessagesimali) l'ampiezza x dell'angolo
acuto del trapezio, affinch il solido da esso generato in una
rotazione completa attorno alla base maggiore abbia volume
minimo.
Si determinino le equazioni degli asintoti della curva
f  x   x  1  x 2  2 x  2 .

4.

Si calcoli il limite della funzione


cos x  cos 2 x
1  cos x
quando x tende a 0.

5.

Si calcoli il valore medio della funzione f  x  log x  1  x 2


nell'intervallo 0  x  1.
Si sechi il solido di una sfera con un piano, in modo che il circolo
massimo sia medio proporzionale fra le superficie appianate
delle calotte nelle quali rimane divisa la sfera.
La regione finita di piano delimitata dalla curva di equazione
y  e x/2  x  1 e l'asse x nell'intervallo 0  x  1 la base di un
solido S le cui sezioni sono tutte esagoni regolari. Si calcoli il
volume di S.
Si stabilisca per quali valori del parametro reale k esiste una
piramide triangolare regolare tale che k sia il rapporto fra il suo
apotema e lo spigolo di base.
Si scriva l'equazione della tangente al diagramma della funzione

6.

7.

8.

9.

sen x

f  x  x 2  1
nel punto P di ascissa  .
2

G 56

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10. Dato un sistema di riferimento cartesiano (ortogonale


monometrico) in un piano, si dica che cosa rappresenta l'insieme

dei punti P 1  t 2 , 1  t 2 , ottenuto al variare di t nei reali.

Leggiamolo insieme
Problema 1
Il problema ha inizio con una semplice applicazione geometrica della
trigonometria; si genera una funzione razionale il cui studio
oggetto della seconda domanda; lo studio non presenta difficolt
significative, richiede solo un po' di attenzione nello studio del
segno della derivata seconda. La terza domanda propone un
problema di massimo, anch'esso non difficile; occorre per qualche
familiarit con le funzioni circolari. Il problema termina con il calcolo
di un'area, per il quale occorre calcolare una primitiva della funzione
razionale oggetto delle prime due domande.
Tutto il problema tratta l'espressione oggetto della prima domanda,
cosicch una sua errata determinazione avrebbe conseguenze
sull'intero svolgimento; va tuttavia riconosciuto che la risoluzione
della prima domanda non presenta effettive difficolt di concetto n
di calcolo.
Che cosa ripassare?
Le principali regole della trigonometria: teoremi sui triangoli
rettangoli, espressione dell'area di un triangolo, le "formule
parametriche" (per esprimere coseno e seno di un angolo in
funzione della tangente della met dell'angolo); risoluzione di
equazioni e disequazioni trigonometriche; uso della calcolatrice con
le funzioni circolari. Studio di funzioni: limiti, derivate; calcolo di
aree di figura piane mediante integrali. Integrazione di funzioni
razionali; divisione di polinomi. Logaritmi e loro propriet.
Problema 2
Tutto il problema tratta sotto vari punti di vista una funzione
trigonometrica. La prima domanda, la pi semplice, chiede di
ricavare l'espressione di tale funzione, descritta come primitiva di
una funzione assegnata; segue lo studio del grafico della funzione il
quale presenta qualche aspetto un po' delicato, in particolare nella
determinazione dei flessi. La terza e quarta domanda non
presentano difficolt particolari; quanto richiesto (rette tangenti alla
curva, calcolo di un'area con un integrale) si ottiene applicando
tecniche standard, che dovrebbero essere ben note ai candidati.
G 57

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Che cosa ripassare?


Calcolo di integrali di funzioni trigonometriche; le principali formule
su tali funzioni (duplicazione, bisezione, archi associati); equazioni e
disequazioni trigonometriche. Studio di funzioni; simmetrie assiali.
Retta tangente a una curva in un suo punto. Calcolo di aree di
figure piane mediante integrali.

Soluzione del problema 1.


Domanda 1): L'area del quadrilatero OMPN.
L'espressione dell'area del quadrilatero in funzione di x pressoch
immediata: si ha infatti (cfr.4.51)
1
Area ONP  ON  OP  sen x  sen x
2

(tenendo presente che OP  2,


ON  1); allo stesso modo
1
 
Area OMP  OM  OP  sen  x! 
2 
2


 sen  x!  cos x
2

e quindi
(1)

N
P

K
x
O

H A

figura 1

Area OMPN  sen x  cos x .

Questo risultato pu essere ottenuto anche in modo leggermente


diverso. Indicate con H e K le proiezioni di P su OA e OB (figura 1)
si ha (cfr.4.44, 4.45)
PK  OP sen x  2 sen x ;

PH  OK  OP cos x  2 cos x

e quindi, tenendo conto che ON  OM  1,


1
1
Area ONP  ON  PK  sen x ;
Area OMP  OM  PH  cos x
2
2
da cui segue nuovamente la (1).
Il testo del problema chiede di esprimere l'area di O M P N in

 2

funzione di t  tg x .

Le cosiddette "formule parametriche"

(cfr.4.28, 4.29) danno:


cos x 

1  t2

sen x 

2t

1  t2
1  t2
Queste, sostituite in (1), danno:
G 58

con x    2 k  ,

k intero .

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Area OMPN  f  t 

(2)

1  t 2  2t
1  t2

Poich l'angolo x pu variare tra 0 e  , l'angolo x varia


2

 4

 4

nell'intervallo 0 ,  , e siccome tg 0  0 , tg   1 concludiamo che t


varia nell'intervallo 0 , 1 .
Domanda 2): Studio della funzione f  t  .
Come richiede il testo del problema, studiamo la funzione f  t 
definita in (2) in tutto il suo dominio naturale che l'intero insieme
dei numeri reali, nonostante essa si riferisca al problema geometrico
soltanto se 0  x  1.
Segno e limiti. Poich il denominatore positivo per ogni t, il
segno di f  t  determinato dal numeratore. Si ha
 t 2  2t  1  0  t  1 2
e quindi, tenendo conto che il coefficiente di t 2 negativo, il segno
di f  t  varia in funzione di t come rappresentato nel seguente
schema:
----------- +++++++++++ ----------1 2

1 2

Poich f definita e continua per ogni t reale, i soli limiti di f  t  che


interessa calcolare sono quelli per t  . Questi limiti si calcolano
per una funzione razionale tenendo conto dei soli monomi di grado
maggiore del numeratore e del denominatore; perci
lim

1  t 2  2t

t 2

1  t 2  2t

 1.
1  t2
La retta di equazione y  1 quindi asintoto orizzontale per il
grafico di f. Non ci sono altri asintoti, obliqui o verticali.
Pu inoltre essere utile calcolare f  0  1 (intersezione con l'asse y).
x  1  t 2

 lim

 1 e analogamente lim

x  t 2

x 

Derivata ed estremanti. Risulta


f  t  

 2  2t 1  t 2   2 t 1  t 2  2t

1  t2

 2

t 2  2 t  1

1  t2

Di nuovo si nota che il denominatore positivo per qualunque t


reale. Il segno di f  t  quindi determinato dal numeratore, e
poich risulta
G 59

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t 2  2 t  1  0  t  1 2 ,
si ha per il segno di f  t  quanto indicato nel seguente schema, con
le conseguenze ivi rappresentate per la crescenza e decrescenza di f.
----------- +++++++++++ -----------

f  t 

1  2

f t

1  2

I valori t  1  2 e t  1  2 sono rispettivamente punto di


minimo relativo e punto di massimo relativo per f. I corrispondenti
valori della funzione si ottengono con qualche calcolo sostituendo i
valori di t nell'espressione di f  t  ; risulta

f 1  2   2 ;

f 1  2  2 .

Tali valori sono anche il minimo ed il massimo assoluto di f nel suo


dominio.
Derivata seconda e flessi. Risulta
f  t  

2t  2 1  t 2 

2

 

 t2  2t  1  2 1  t2  2t

1  t2

1  t 2   t  1 1  t 2   2 t  t 2  2 t  1

4
1  t 2  4

 4

t3  3t2  3t  1

1  t2

Il denominatore ancora una volta positivo per qualunque t; il


segno di f  t  quello del polinomio p t   t 3  3 t 2  3 t  1. Questo
si fattorizza facilmente; infatti si vede subito che p1  0 . La
scomposizione si pu ottenere applicando la regola di Ruffini, ma
anche con un raccoglimento parziale, nel modo seguente:
t 3  3 t 2  3 t  1  t 3  1  3 t  t  1 

  t  1 t 2  t  1  3 t  t  1   t  1 t 2  4 t  1 .
Ancora, si ha
t2  4t  1  0  t   2 3
Il segno di f  t  si studia quindi come indicato nel seguente schema,
il quale mette pure in evidenza gli intervalli in cui f convessa e
quelli in cui concava.

G 60

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 t  1

------------------------------------ +++++++++++

 t2  4 t  1

+++++++++++ ----------- +++++++++++ +++++++++++


----------- +++++++++++ ----------- +++++++++++

f  t

2  3

2  3

I valori  2  3 ,  2  3 , 1 sono punti di flesso per f. Con qualche


calcolo si ricavano le rispettive ordinate, sostituendo i valori di t
nell'espressione di f  t  :
 3 1
3 1
,
f 2 3 
,
f 1  1.
2
2
I dati fin qui raccolti consentono di tracciare il grafico di f (figura 2).

f 2 3 

y
1

1 2
2  3

y

1  2

1  t2  2 t
1  t2
t

1 2
1
1
2  3

y  1

1  2

figura 2

Domanda 3): Il valore di x che rende massima l'area di OMPN.


Si pu procedere in (almeno) due modi: vediamo.
Primo modo. Utilizziamo i risultati del punto 2). La funzione f  t 
che abbiamo studiato attiene al problema geometrico per 0  t  1.
In questo intervallo il massimo valore di f  t  assunto per
t  2  1. Il valore di x che rende massima l'area del quadrilatero

 2

 2

OMPN pertanto x
0 ,  tale che tg x  2  1. Ci significa che

x  arctan
2

2  1 , x  2 arctan 2  1 . Questo in effetti il valore


richiesto di x. tuttavia possibile esprimere questo risultato in
modo assai pi semplice: risulta infatti
(3)

arctan

2 1 


8

e quindi il massimo dell'area di OMPN viene assunto quando x   .


4

G 61

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8

Non da tutti ricordare a memoria che tg   2  1, relazione


equivalente alla (3); pu essere di aiuto la calcolatrice la quale,
richiesta di fornire tan-1( 2  1) offre, se impostata in modalit DEG,
il risultato: 22.5. La misura in gradi dell'angolo che rende massima
l'area quindi 45; ecco dunque x   .
4

Secondo modo. Consideriamo l'espressione (1) dell'area di OMPN


determinata nella risoluzione della domanda 1):
Area OMPN  sen x  cos x  S x


0  x 



!.
2

La derivata di S x S x  cos x  sen x . Per risolvere la


disequazione lineare in seno e coseno
cos x  sen x  0
si pu applicare il "metodo grafico", che consiste nel porre X  cos x ,
Y  sen x e, tenendo conto della relazione fondamentale
cos 2 x  sen 2 x  1, trasformare la disequazione nel sistema
X  Y  0
 2
2
X  Y  1
il quale, nel piano  X , Y  , rappresenta la parte della circonferenza
X 2  Y 2  1 contenuta nel semipiano X  Y  0 (figura 3).
Tenendo conto delle limitazioni poste a x
Y
X Y  0
concludiamo che S x  0 se e solo se

4

0  x   . Il massimo valore di S x vie4

ne quindi raggiunto quando x   , come


4
avevamo gi stabilito in precedenza.
Il massimo di S x  sen x  cos x si pu
determinare anche senza il calcolo della
derivata, con un artificio abbastanza
consueto (cfr.4.37):

figura 3

1
 1

sen x 
cos x! 
2
 2

2

sen x  cos x 



2 sen x  !

4

Quando x assume valori tra 0 e  , x   varia tra  e 3  . La


2
4
4
4
funzione seno raggiunge il suo massimo valore, uguale a 1, quando il
suo argomento vale  ; affinch sia x     bisogna che sia x   .
2

G 62

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 2

Dunque il massimo valore di sen x  cos x per x


0 , 
assunto per x   , e vale
4

viene

2.

Domanda 4): L'area della parte di piano delimitata tra g e asse x.


Nella trattazione della domanda 2) abbiamo visto che la parte di
piano in oggetto di trova nel semipiano y  0, con 1  2  t  1  2 .
Allora (cfr.5.29)
1 2
1  t 2  2t

Area  
dt
1  2
1  t2

Per calcolare una primitiva della funzione integranda occorre


innanzitutto effettuare la divisione per scrivere la frazione sotto
forma di
Resto
Quoziente 
.
Denominatore
Ci si pu realizzare eseguendo formalmente la divisione, ma anche
in modo pi semplice:
1  t 2  2t
1  t2
Perci

1  t 2  2  2t
1  t2

1  t 2

1  t2

2  2t
1  t2

 1

2  2t
1  t2

1 2
1 2
1  t 2  2t
2  2t 



Area  
dt  
1 

! dt 
1  2
1  2 
1  t2
1  t2 

  t  2 arctan t  ln 1  t 2

t  1 2

t  1

   2 2  ln 3  2 2 .

Per ottenere il risultato nella forma semplificata fornita sopra


occorre applicare le propriet dei logaritmi e ricordare che

arctan 1  2  3 , arctan 1  2   1 . Questi ultimi risultati


8
8
possono essere dedotti anche con l'aiuto della calcolatrice
opportunamente utilizzata, come abbiamo osservato pi indietro.

Soluzione del problema 2.


Domanda 1): Calcolo di una primitiva di f  x  sen x  2 cos x  1 .
Il calcolo di una primitiva della funzione indicata pu essere svolto
in vari modi; della condizione aggiuntiva (passaggio per il punto
  , 0 ) verr in ogni caso tenuto conto alla fine, attribuendo il
G 63

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valore opportuno alla "costante di integrazione" (il  C che


ricorda la molteplicit delle primitive di una data funzione).
Iniziamo dal calcolo di una primitiva, per il quale mostriamo alcune
alternative possibili.

1
 sen x  2 cos x  1 dx   2  2 cos x  1   2 sen x dx 


1
2
   2 cos x  1  C
4
(perch 2 sen x la derivata di  2 cos x  1 ).
I



 sen x  2 cos x  1 dx    2 sen x cos x  sen x dx 


 sen 2 x  cos x  C
(osservando per il primo addendo che cos x la derivata di sen x ).
II



 sen x  2 cos x  1 dx    2 sen x cos x  sen x dx 


  cos 2 x  cos x  C
(osservando per il primo addendo che  sen x la derivata di cos x).
III



 sen x  2 cos x  1 dx    2 sen x cos x  sen x dx 


1

   sen 2 x  sen x dx   cos 2 x  cos x  C .
2

Scelta ora una delle espressioni ottenute, determiniamo C in modo
che il valore della primitiva sia 0 quando x  .
Attenzione! Il valore di C in generale diverso per ciascuna delle
espressioni ottenute della primitiva; quindi la scelta che decideremo
di fare vincolante; se si decide di cambiarla, va calcolato
nuovamente il valore di C.
L'espressione pi conveniente per le applicazioni richieste nelle
domande che seguono ci pare essere la III); procediamo quindi su
di essa. Se F x   cos 2 x  cos x  C si ha, essendo cos   1,
IV

F     1  1  C  C
cosicch per ottenere F   0 occorre che sia C  0. Dunque la
primitiva che si doveva calcolare
(1)

F x   cos 2 x  cos x .

Per chiarire quanto osservavamo poc'anzi sulla determinazione di C,


svolgiamo il calcolo anche sull'espressione di I): se F x 
G 64

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2

  1  2 cos x  1  C allora F    1  C ; per avere F   0


4

occorre questa volta C  1 , cosicch si ottiene per F x l'espressione


4

1
2 1
2 cos x  1  .

4
4
Svolgendo il calcolo si nota comunque che quest'ultima espressione
identica a quella di (1). Infatti, mentre sono infinite le primitive di
una funzione data, unica la primitiva di una funzione data
(definita in un intervallo) che assume in un dato punto un valore
assegnato.
F  x  

Domanda 2): Studio di F x   cos 2 x  cos x .


La funzione pari (cio F  x  F x ) ed periodica di periodo 2.
Questo non rilevante per lo studio della funzione, in quanto lo si
richiede esplicitamente nel solo intervallo 0 , 2 ; offre invece una
possibilit per dimostrare semplicemente la simmetria della curva
rispetto alla retta x  ; ma di questo ci occuperemo pi avanti.
Svolgiamo ora lo studio della funzione.

 2  2 

Si ha F 0  F 2    2 , F   0, F   F 3   0.
Studiamo il segno della funzione. F x   cos x  cos x  1 .

Il
fattore  cos x  1 sempre  0, uguale a zero se e solo se cos x  1
cio (in 0 , 2 ) se e solo se x  . Il segno di F x determinato
dal fattore   cos x, ed quindi distribuito come segue:
----------- +++++++++++ +++++++++++ ----------
2

3
2

2

Si osserva fra l'altro che i soli punti in 0 , 2  nei quali F x  0 sono


 ,  , 3 .
2
2

La derivata di F x
F  x  2 cos x sen x  sen x  sen x  2 cos x  1 .
Non occorreva in effetti il calcolo esplicito della derivata: F x
stata ottenuta come una primitiva di sen x  2 cos x  1 ; dunque era
gi noto che quest'ultima l'espressione di F  x .
In 0 , 2  sen x  0 se e solo se 0  x   , e 2 cos x  1  0 se e solo
se cos x   1 , cio se 0  x  2  oppure 4   x  2  . Il segno di
2

F  x risulta quindi come indicato nel seguente schema:


G 65

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sen x

++++++++++++++++++++++++ ------------------------

2 cos x  1

+++++++++++++++ ------- ------- +++++++++++++++

F   x

+++++++++++++++ ------- +++++++ --------------2


3

4
3

2

L'ultima riga mostra gli intervalli in cui F crescente e quelli in cui


decrescente. I punti x  2  , x  4  sono punti di massimo relativo
3
3
per F; il punto x   punto di minimo relativo. Sono punti di
minimo relativo per F anche gli estremi dell'intervallo, 0 e 2; in
effetti questi ultimi sono punti di minimo assoluto.
Va inoltre osservato che la derivata di F vale 0 anche in 0 e 2;
questo importante per disegnare correttamente il grafico: il
disegno dovr rispettare il requisito di essere tangente a una retta
parallela all'asse x nei punti iniziale e finale del grafico.
Calcoliamo anche la derivata seconda, per lo studio della convessit
e concavit.
F  x  cos x  2 cos x  1  2 sen 2 x  2 cos 2 x  cos x  2 sen 2 x 
 4 cos 2 x  cos x  2 .
L'ultima espressione, ottenuta applicando la relazione fondamentale
sen 2 x  cos 2 x  1, serve per esprimere F  x in funzione del solo
coseno; ci facilita lo studio del segno dell'espressione ottenuta.
Posto provvisoriamente t  cos x , ci serve sapere per quali t
4 t 2  t  2  0.

(2)

Poich 4 t 2  t  2  0  t  1 33 , la (2) verificata se t assume


8

valori esterni alle due soluzioni


dell'equazione; quindi F  x  0
se cos x  1 33 oppure

1


1 33
8

1 33
8

figura 4
G 66

8
cos x  1 33 . Entrambi i valori
8
1 33
stanno tra 1 e 1; quindi
8

entrambe le disuguaglianze relative a cos x poc'anzi scritte hanno


soluzioni in 0 , 2 .
Indicati con a e b gli angoli

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 arccos 1 33 ,   arccos 1 33


8

 (figura 4), nell'intervallo

0, 2 abbiamo F  x  0 se


0  x  oppure   x  2    oppure 2    x  2 
Negli intervalli su indicati la funzione F convessa, mentre
concava nelle parti 0 , 2  esterne a tali intervalli. I valori x  ,
x  , x  2   , x  2   sono punti di flesso.
La figura 5 mostra il grafico di F, limitatamente all'intervallo 0 , 2 .
y

0

2 

2

2
3

 2   4 
3

2

3
2

x 
2

figura 5

Proviamo ora la simmetria della curva rispetto alla retta x  . La


verifica si pu svolgere in diversi modi; ne mostriamo alcuni.
Primo modo. Si usa il fatto che la funzione pari e periodica di periodo
2, senza sfruttare esplicitamente l'espressione della funzione. Si
tratta di mostrare che, per ogni x, F   x  F   x . Infatti la
simmetria della curva rispetto alla retta x   significa che la
funzione assume valori uguali in punti del dominio equidistanti dal
valore x  , ossia in coppie di punti del tipo   x,   x. Ebbene
risulta:
perch F una funzione pari
F   x  F   x
 F 2     x perch F periodica di periodo 2 
come si voleva dimostrare.
 F    x
Secondo modo. Mostriamo che il grafico di F rimane invariato
quando gli viene applicata la simmetria assiale rispetto alla retta
x  . Le equazioni di questa simmetria sono (cfr.3.77)
X  2   x
Y  y


cio

x  2  X
y  Y

G 67

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La curva y  F  x  viene trasformata in: Y  F 2   X  . Ma poich F


periodica di periodo 2 F 2  X   F   X  ; inoltre F pari,
quindi F   X   F  X  . Perci l'equazione della curva in cui g viene
trasformata dalla simmetria rispetto a x   Y  F  X  , ossia
ancora la curva g invariata.
Terzo modo. Applichiamo una traslazione nella direzione dell'asse x
che trasformi la retta x   in X  0; la curva g viene trasformata in
una curva   che verificheremo essere simmetrica rispetto alla retta
X  0; dovremo cio verificare che   il grafico di una funzione
pari. La traslazione ha equazioni (cfr.3.91)
X  x  

Y  y

cio

x  X  

y  Y

La curva y  F  x  viene trasformata in: Y  F  X    , ossia nel


grafico della funzione G X   F  X    . Bisogna mostrare che G
una funzione pari, cio G  X   G X  . Poich G  X   F   X    ,
ci che deve essere provato F  X     F   X    : ci stato fatto
nella dimostrazione "primo modo".
Se si preferisce, si pu invece agire direttamente sull'espressione di
F (e di G); tenendo presente che cos X      cos X , si ha:
G X   F  X      cos 2  X     cos X      cos 2 X  cos X ;
l'espressione ottenuta quella di una funzione pari, e con ci
provato quanto si doveva.
Domanda 3): Le rette tangenti alla curva nei punti A e B.
Le rette in oggetto si rappresentano mediante la formula (cfr.5.20)
y  Fc  F c   x  c
in cui c assume i valori  e 3  . Le espressioni di F e F  sono note
2

 2  2 

(si veda lo svolgimento della domanda 2); risulta F   F 3   0,

 2

2

F    1, F  3   1 e quindi:

2 
retta tangente a g in B  3  , 0 :
2

retta tangente a g in A  , 0 :


2
3
y  x 
.
2
y x

I punti A e B sono fra loro simmetrici rispetto alla retta x   la


G 68

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quale, come si visto in precedenza, asse di simmetria per l'intera


figura; perci ciascuna delle due tangenti ora determinate
simmetrica dell'altra rispetto a x  . Il loro punto d'intersezione C
si trova quindi sull'asse y
di simmetria, ossia ha
C
ascissa x  , e ordinata
y   calcolabile sosti2
tuendo x   in una qualunque delle equazioni
delle due tangenti; ab-

B



2

3
2

 2

biamo dunque C  ,  .
Altrimenti le coordinate
figura 6
di C si possono ricavare
con calcoli assai semplici risolvendo il sistema formato dalle
equazioni delle due tangenti.
La figura 6 mostra ancora la curva g, con le due rette tangenti e i
punti A, B, C e mette in evidenza la regione piana la cui area viene
richiesta nella domanda 4.
Domanda 4): Calcolo dell'area.
L'area si calcola facilmente mediante un integrale (cfr.5.30), anzi
due, dato che la figura delimitata superiormente da due diverse

2  

rette negli intervalli  ,  e  , 3  :


2

3



3


2 

x 
 F x dx .
Area   x   F x dx  


2
2
 
 
2

La simmetria della figura consente di limitare il calcolo a uno solo dei


due integrali; infatti le due parti in cui la retta x   sono tra loro
equivalenti, e quindi








Area  2 x   F x dx  2 x   cos 2 x  cos x dx 


2
2
 
 
2


 1


 2 x   1  cos 2 x  cos x dx (cfr.4.25) =

2 2
 
2

x 

1
1 2


 x 2   x  x  sen 2 x  2 sen x "

  2  8 .
2
4

x 

G 69

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Area 

1 2
  2  8 .
4

Questionario
Quesito 1
Semplice problema di geometria analitica, richiede soltanto l'applicazione di una formula
(distanza di un punto da una retta) reperibile in tutti i manuali.
y

La distanza fra due rette parallele la


distanza di un punto qualunque di una
delle due rette dall'altra. Scegliamo per
esempio il punto di ascissa 0 della retta
3 x  y  3 10  0 , cio il punto 0 , 3 10
(figura 7). La sua distanza dalla retta
6 x  2 y  5 10  0 (cfr.3.14)

6  0  2  3 10  5 10
36  4

3 10

3 x  y  3 10  0

11 10

11

 .
2
2 10

Quesito 2
Un problema di geometria solida da risolvere con
metodi trigonometrici; successivamente un
problema di minimo, il quale conduce alla
risoluzione di un'equazione trigonometrica.
Quantunque non vi siano difficolt di particolare
rilievo, risulta complessivamente impegnativo.

6 x  2 y  5 10  0

figura 7

Il volume del solido in oggetto (figura 8) (cfr.2.53, 2.58)


1
2

D
K
C
(1) Volume   AD AH  HB .


3
AD  r ; ora dobbiamo esprimere
AH e HB in funzione di r e di
T
.
x  ABC
Sia T il punto di tangenza di BC alla
A
O
H
B
circonferenza; per un noto teorema
OT perpendicolare a BC. Allora
(cfr.4.44) OT  OB sen x e quindi
OT
r

;
sen x sen x
Ragionando ora sul triangolo rettangolo BCH abbiamo (cfr.4.47)
figura 8

G 70

OB 

sessione suppletiva 2007-2008- corsi tradizionali

BH  CH cot x  r cot x
e conseguentemente
r
 r cot x ;
sen x
Sostituendo ora in (1) abbiamo
OH  OB  BH 

AH  r 

r
 r cot x .
sen x

1
1
1
2




 cot x .
Volume   r 3 1 
 cot x  cot x   r 3 1 




sen x
3
sen x 3

Indicata con V  x 0  x   l'espressione ottenuta, abbiamo


2

r3
  cos x 2 1 
V   x   r 3 


 2  3 cos x .
!
 sen 2 x 3 sen 2 x 
3 sen 2 x
Il fattore esterno alla parentesi positivo
per qualunque x; V  x  0 se e solo se

(2)

cos x  2 , cio (limitatamente a 0  x   ),


3

2
3



se arccos 2  x   (figura 9).


3
2

Il minimo valore di V  x viene quindi

 3

assunto per x  arccos 2 .


Per completare lo svolgimento dobbiamo

figura 9



esprimere la misura di arccos 2 in gradi


3
e primi sessagesimali; si tratta di un problema ricorrente nelle recenti
prove dell'Esame di Stato. La calcolatrice scientifica, predisposta in
modalit DEG , d come valore di cos -1(23) il numero 48.189 ;
quindi la misura dell'angolo in oggetto di 48, pi una frazione di
grado da esprimere in p r i m i : sottraiamo 48 al risultato e
moltiplichiamo per 60: si ottiene 11.381, che arrotondiamo a 11; la
misura richiesta pertanto 48 11.
D
K
C
Si pu calcolare la misura di O H
anche con un ragionamento diverso
(un po' pi complicato). Indicato
con K il punto di tangenza di CD alla
T
circonferenza (figura 10), si nota che
 ABC
 x ; i due angoli sono
KOT
A
O
H
B
infatti entrambi complementari di
figura 10
. Poi, per un noto teorema
BOT
 x , e quindi
, quindi KOC
(cfr.2.19), OC bisettrice di KOT
2

G 71

sessione suppletiva 2007-2008- corsi tradizionali

KC  OH  OK tan
infine

 x
 x
 r tan
;
 2
 2


 x 
AH  AO  OH  r  1  tan
.
 2  !

Si ottiene in questo modo da (1) per il volume del solido l'espressione


 x 1
 cot x! .
V  x   r 3  1  tan
 2 3


Questa espressione meno comoda di quella ottenuta prima, per
quanto riguarda il calcolo della derivata. Si ottiene infatti
V   x   r 3

(3)

1
1 


.
 2 cos 2 x
3 sen 2 x !


2



Per lo studio del segno di V  x occorre trasformare l'espressione,


per darle una forma pi conveniente. Si pu per esempio utilizzare
la formula di bisezione del coseno (cfr.4.25), ottenendo
1
1 
3 sen 2 x  1  cos x

3
V   x   r 3 



r

!
 1  cos x 3 sen 2 x 
3 sen 2 x 1  cos x
 r3

3  3 cos 2 x  1  cos x
3 sen 2 x 1  cos x

 r3

3 cos 2 x  cos x  2
3 sen 2 x 1  cos x

Il numeratore dell'ultima frazione che abbiamo scritto si fattorizza in


1  cos x  2  3 cos x . In questo modo la frazione si semplifica,
eliminando il fattore 1  cos x , e si perviene all'espressione (2).
Quesito 3
L'esercizio basato sulla tecnica della "razionalizzazione" per il calcolo di limiti di
funzioni irrazionali; occorre anche applicare la regola per la determinazione di un
asintoto obliquo; i calcoli sono complessivamente un po' laboriosi.

La funzione f  x   x  1  x 2  2 x  2 definita in tutto R ,


perch il radicando positivo per ogni x. Gli asintoti del suo grafico
possono essere soltanto orizzontali oppure obliqui, e riguardano il
comportamento di f  x per x  e per x  . Incominciamo
con il calcolo di lim f  x . Siamo in presenza della forma
x 

indeterminata     ; questa si risolve nel caso attuale nel modo


seguente:

lim  x  1  x 2  2 x  2

x 
G 72

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lim




x  1 

x 

lim



x2  2 x  2  x  1  x2  2 x  2
x  1 

x2  2 x  1  x2  2 x  2

x 

x  1  x2  2 x  2

x2  2 x  2


4x 1

lim

x   x  1  x 1  2  2
x x2

(nel numeratore abbiamo ricostruito una differenza di quadrati, per


eliminare la presenza della radice quadrata; nel denominatore,
nell'ultimo passaggio abbiamo "portato fuori" x 2 dalla radice
ottenendo il fattore esterno x; ci lecito in quanto possiamo
pensare che x sia positivo, perch ora stiamo trattando un limite per
x   ). Ora dividiamo numeratore e denominatore per x:


4 1

lim

x  1  1  1  2  2
x
x x2

4
 2.
2

Dunque la retta y  2 asintoto per il grafico di f, per x   .

Invece si ha lim  x  1  x 2  2 x  2   ; quindi per x  


x 

non c' asintoto orizzontale. Potrebbe esserci un asintoto obliquo, e


in effetti c', come ora andiamo a verificare. Se y  m x  q
l'equazione dell'asintoto allora (cfr.5.10)

f  x
1
m  lim
 lim  1  
x
x  x
x 

x2  2 x  2 
!.

x

Dalla radice quadrata ora "portiamo fuori" il fattore x 2 , facendo


attenzione questa volta al fatto che, siccome x  , dobbiamo
pensare x con valore negativo; quindi x (forma nella quale x 2 esce
dalla radice quadrata) attualmente x . Perci

 x 1  2  22 

x x !
1
1
2 2 
 lim  1   1  
m  lim  1  
!  2 .
 x 
x
x
x
x x2 
x 
Poi, applicando la stessa tecnica utilizzata in precedenza e tenendo
ancora conto del fatto che adesso x   x , calcoliamo q:

q  lim  f  x  m x  lim  f  x  2 x  lim x  1  x 2  2 x  2 


x 

x 

x  1 
lim

x 

x 



x2  2 x  2  x  1  x2  2 x  2
x  1  x2  2 x  2

G 73

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y

 lim

x 

y   x  1  x2  2 x  2

 lim

x2  2 x  1  x2  2 x  2
x  1  x2  2 x  2
1

x  x  1  x 1  2  2
x x2

y  2 x
y2
x

figura 11

 0.

L'equazione dell'asintoto obliquo


per x  pertanto: y  2 x .
La figura 11 mostra il grafico
della funzione (si tratta di un
ramo di iperbole non equilatera)
e i suoi due asintoti.

Quesito 4
Facile calcolo di limite, per il quale pu essere applicata la regola di de l'Hpital oppure
un procedimento elementare basato sulle identit trigonometriche con cui si elimina
l'indeterminazione grazie ad una semplificazione algebrica.

Il limite proposto manifesta la forma indeterminata 0 . Possiamo


0
applicare la regola di de l'Hpital (cfr.5.21):
 sen x  2 sen 2 x
cos x  cos 2 x H

 lim
sen x
1  cos x
x 0
x 0
lim

 cos x  4 cos 2 x
 3.
cos x
x 0
Abbiamo applicato per due volte la regola di de l'Hpital perch
dopo la prima derivazione di numeratore e denominatore
H

 lim

permaneva la forma indeterminata 0 . Tuttavia, dopo la prima


0
derivazione avremmo potuto anche procedere come segue,
applicando la formula di duplicazione per seno (cfr.4.18):
 sen x  2 sen 2 x
 sen x  4 sen x cos x
 lim
 lim  1  4 cos x  3 .
sen x
sen x
x 0
x 0
x 0
Altrimenti, il limite si pu calcolare anche senza applicare la regola di
de l'Hpital, semplicemente applicando la formula di duplicazione
per coseno (cfr.4.19) e semplificando la frazione:
lim

cos x  cos 2 x
cos x  2 cos 2 x  1
lim
;
 lim
1  cos x
1  cos x
x 0
x 0
poich il trinomio 2 t 2  t  1 si fattorizza in 1  t   2 t  1 il nostro
limite si sviluppa come segue:
G 74

sessione suppletiva 2007-2008- corsi tradizionali

lim

1  cos x  2 cos x  1
1  cos x

x 0

 lim  2 cos x  1  3 .
x 0

Quesito 5
Il quesito richiede il calcolo di un integrale, il quale risulta svolgendo i calcoli assai pi
semplice di quanto si potrebbe temere.

La media integrale di una funzione f in un intervallo  a, b il numero


1 b

f  x dx .
b  a
a
Nel caso attuale 

0 ln x 

1  x 2 dx . Per il calcolo di una

primitiva applichiamo l'integrazione per parti (cfr.5.27), assumendo 1


come fattore da integrare:
1


2
2
 ln x  1  x dx  x ln x  1  x   x 

x  1  x2

2x 

 1
dx 
 2 1  x2 !



1 x2  x

x


1 x2
 x ln x  1  x 2   x 
dx  x ln x  1  x 2  
dx 
x  1  x2
1  x2

 x ln x 

1
1
2
2
2  2 x dx  x ln x 
1 x   1 x

e quindi

 


2

 x ln x  1  x 2  1  x 2

x 1
x 0

1  x2  1  x2

 ln 1  2  2  1 .

Quesito 6
Un semplice esercizio di geometria dello spazio, in cui l'unica difficolt consiste
nell'interpretazione del testo, scritto con un linguaggio quanto meno inusuale.

Sia r il raggio della sfera; l'area del cerchio


h
2
massimo misura  r . Sia h l'altezza di una
delle due calotte in cui il piano scelto divide
r
la superficie della sfera; 2 r  h allora l'altezza dell'altra calotta (figura 12). Le superfici delle due calotte misurano allora rispettivamente (cfr.2.65) 2  r h, 2  r  2 r  h .
Essere il cerchio massimo "medio proporziofigura 12
nale" tra queste due aree significa che il prodotto di queste ultime uguale al quadrato dell'area del cerchio
massimo, cio
G 75

sessione suppletiva 2007-2008- corsi tradizionali

 r 2 2

 2  r h  2  r  2 r  h .

Dopo avere svolto i calcoli e semplificato si ottiene


4r
r 2  4 h  2 r  h ; 4 h2  8 r h  r 2  0 ; h 

12r 2


3
!.
 r  1

2 
4
I limiti per h sono 0  h  2 r ; entrambe le soluzioni sono accettabili,
tuttavia esse rappresentano in sostanza la stessa situazione

geometrica. La loro somma uguale a 2 r, cosicch se h  r 1  3 ,

l'altra calotta ha altezza 2 r  h  r 1  3 e viceversa.


2

Quesito 7
Il quesito propone un problema ricorrente da qualche anno in quasi tutte le prove
dell'esame di Stato: calcolare il volume di un solido conoscendo le sue sezioni con piani
perpendicolari a una data direzione; anzi, nel presente quesito il testo non precisa
neppure che le sezioni di cui si parla sono quelle con piani perpendicolari all'asse x,
precisazione che va comunque sottintesa.

Come negli altri problemi di questo tipo proposti in recenti prove


d'esame, il volume si ottiene integrando nell'intervallo indicato (qui
l'intervallo 0 , 1 ) la funzione che esprime l'area della sezione per
ogni valore di x. Attualmente la sezione del solido con un piano
x

perpendicolare all'asse x un esagono il cui lato misura e 2  x  1.


Calcoliamo l'area di tale esagono.
Un esagono di lato 
 si pu scomporre in 6
triangoli equilateri di lato 
 (figura 13). Se

3
AB   allora l'altezza AH   2 e l'area

del triangolo 1    3   2  3 ; l'area del2
4
2
l'esagono sei volte l'area del triangolo,
x

  e 2  x  1 e
cio 3  2 3 . Ora abbiamo 
figura 13
2

2
3
quindi l'area dell'esagono
3 e x  x  1 , e il volume del solido
2

1
3 1 x
3
2
2
x
3 e  x  1 dx 
3  e  x  1 dx .
(1) Volume  
2 0
0 2
Calcoliamo una primitiva della funzione integranda. Occorrono due
integrazioni per parti (cfr.5.27).

x
x
2
2
x
 e  x  1 dx  e  x  1  2 e  x  1 dx 


G 76

sessione suppletiva 2007-2008- corsi tradizionali




2
2
 e x  x  1  2  e x  x  1   e x dx !  e x  x  1  2 e x  x  1  2 e x 



ex x2  2 x  1  2 x  2  2

 ex x2  1 .

Allora il calcolo dell'integrale di (1) fornisce:


x 1
3
3

3 ex x2  1
3  2 e  1 .
2
2
x 0

 

Volume 



Quesito 8
Interessante problema di geometria solida, anche se abbastanza inconsueto. Si risolve
con considerazioni geometriche piuttosto semplici; pu tuttavia mettere in difficolt
nella impostazione iniziale.

Ricordiamo che "piramide triangolare regolare retta" significa che la


base della piramide un triangolo equilatero, e l'altezza cade nel
centro del cerchio inscritto nel triangolo. Siano 
 e h spigolo di base
e altezza della piramide.
Non ci sono vincoli tra 
 e h, cio 
eh
V
possono essere scelti arbitrariamente.
Sia a l'apotema della piramide, cio
l'altezza uscente da V di ciascuna della
facce. Tracciamo l'altezza CK di ABC,
base della piramide, e l'apotema VK,
altezza della faccia A B (figura 14).
Entrambi i segmenti, V K e C K ,
concorrono in K, punto medio di AB,
C
per il Teorema delle tre perpendicolari
(cfr.2.31).
Ora osserviamo il triangolo equilatero
ABC (figura 15). L'altezza CK misura
 3 . CK an 2

H
K

B
che una mediafigura 14
na, e H , che
fra l'altro il baricentro di ABC, la divide in due parti CH,

HK con HK  1 CH . Allora
2

figura 15

HK  1 CK   3 .
3
6

Infine osserviamo il triangolo VKC (figura
16) e in particolare il triangolo rettangolo
KHV. La sua ipotenusa VK l'apotema a
G 77

sessione suppletiva 2007-2008- corsi tradizionali


V

della piramide; il cateto KH misura  3 , come


 6
abbiamo visto sopra. Poich in ogni triangolo
rettangolo ciascun cateto minore dell'ipotenusa, deve essere a   3 , e quindi a  3 .
6
6


Perci una piramide triangolare regolare con
apotema a e spigolo di base 
 costruibile se

e solo se il rapporto k  a maggiore di 3


6
 
K

H
 3
 6

(se k  3 la piramide degenera nel triangolo


6
di base, cio ha altezza nulla).

figura 16

Quesito 9
Il quesito chiede di scrivere l'equazione della retta tangente in un punto ad una curva;
si tratta semplicemente di applicare una formula specifica. L'unica difficolt si pu
incontrare nel necessario calcolo della derivata.

Non dobbiamo fare altro che applicare l'apposita formula (cfr.5.20);


l'equazione della retta desiderata
y  f

(1)


  
 
 x
 f
 2 
 2
2

2
Abbiamo immediatamente f     1. Ora ci serve la derivata di

 2

f. L'espressione di f  x una potenza in cui sia la base, sia


l'esponente dipendono da x; la derivata di una siffatta espressione
si pu ottenere da un'apposita formula (cfr.5.18), ma ci sembra pi
opportuno trasformare l'espressione (secondo una regola standard)
in modo da presentarla sotto forma di funzione esponenziale, ossia
con la base costante. Si ha (cfr.6.11, 6.17)

f  x  x 2  1

sen x

2
 e ln   x 1

sen x 

2
 e sen x  ln  x 1

e quindi
2
2x 

f  x  e sen x  ln  x 1   cos x  ln x 2  1  sen x 
! 

x 2  1

sen x   cos x  ln x 2  1  sen x  x 22x 1!

 x2  1
e quindi
G 78

sessione suppletiva 2007-2008- corsi tradizionali

 2


 
 
 1!  2
f
 .
 2
 4
 
1
4

 2

 2  abbiamo

Sostituendo in (1) i valori ottenuti per f  ,


l'equazione della retta richiesta:
2


y
 1  x 

4
2

cio

f 

2
 1.
y  x
4

Quesito 10
Si deve descrivere un insieme di punti rappresentato in forma parametrica.

Si nota immediatamente che i punti P 1  t 2 , 1  t 2 hanno tutti


l'ascissa uguale all'ordinata, appartengono cio alla retta y  x ,
bisettrice del primo e terzo quadrante. I
punti P non esauriscono per tale retta y
perch per ogni t reale t 2  0 , quindi
1  t 2  1. L'insieme dei punti P la semiretta che ha per origine il punto (1,1), contenuta nella retta y  x , con x  1 (figura 17). In 1
simboli, l'insieme
x

 x, y ;

y  x, x  1 .

Si pu osservare che la descrizione parame-

figura 17

trica di P 1  t 2 , 1  t 2 rappresenta "doppiamente" la semiretta, nel senso che ogni punto, tranne (1,1), corrisponde a due valori di t, uno opposto dell'altro; ci comunque non
cambia l'insieme di punti descritto.

G 79

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Esame di Stato di Liceo Scientifico


a.s. 2007-2008
Corsi sperimentali
Sessione suppletiva

La prova richiede lo svolgimento di uno dei due problemi proposti


e le risposte a cinque domande scelte all'interno del questionario.

Problema 1.
Siano dati un cerchio di raggio r ed una sua corda AB uguale al lato
del quadrato in esso inscritto.
1)

Detto P un generico punto della circonferenza, giacente


sull'arco maggiore di estremi A e B, si consideri il rapporto:
2

PA  PB
AB

.
e lo si esprima in funzione di x  tg PAB
2)

Si studi la funzione f  x cos ottenuta e si tracci il suo grafico g,


indipendentemente dai limiti posti dal problema geometrico.

3)

Detto C il punto d'intersezione della curva g con il suo asintoto


orizzontale, si scriva l'equazione della tangente a g in C.

4)

Si calcoli l'area della parte finita di piano compresa tra la curva


g, la suddetta tangente e la retta di equazione x  k , essendo k
l'ascissa del punto di massimo relativo.

Problema 2.
Si consideri la funzione
y  a sen 2 x  b sen x  c
G 80

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

1)

Si determinino a, b, c in modo che il suo grafico g passi per

6 

A  0 , 2 , per B  , 0 ed abbia in B tangente parallela alla retta


3 3 x  2y
5  0.
2)

Si rappresenti graficamente la curva g nell'intervallo 0  x  2  .

3)

Si calcoli il valore dell'area di ciascuna delle due parti di piano


comprese fra la retta y  2 e la curva stessa.

4)

Tra tutte le primitive della funzione data si determini quella il


cui grafico passa per P  0 , 6 e si scriva l'equazione della retta
ad esso tangente in detto punto.

Questionario.
1.

Si determinino le costanti a e b in modo tale che la funzione:


#&a x  b per x  0
f  x  $ e x
1
per x  0
&% x
risulti continua e derivabile nel punto x  0.

2.

3.

Un meteorite cade sulla terra; qual la probabilit che il punto


d'incontro si trovi fra l'equatore e il Tropico del Cancro
(latitudine   23 27  nord)?
Si determini il numero reale positivo l in modo che la curva
rappresentativa della funzione g x  e
 x divida in parti
equiestese la regione delimitata dalla curva rappresentativa
della funzione f  x  e  x , dall'asse x e dalle rette x  0 e x  1.

4.

Si determini la probabilit che, lanciando 8 volte una moneta


non truccata, si ottenga 4 volte testa.

5.

Si dimostri che l'equazione  3


x e x
3  0 per x  0 ha
un'unica radice reale e se ne calcoli un valore approssimato con
due cifre decimali esatte.

6.

Si dimostri che il volume del cilindro equilatero inscritto in una


sfera di raggio r medio proporzionale fra il volume del cono
equilatero inscritto e il volume della sfera.

7.

Si calcoli il valore medio della funzione f  x  arccos 1


x 2
nell'intervallo 0  x  1.

8.

In un piano riferito ad un sistema di assi cartesiani sono


assegnati i punti A  0 , 1 , B  0 , 4 . Si determini sul semiasse

G 81

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

9.

positivo delle ascisse un punto C dal quale il segmento AB


visto con un angolo di massima ampiezza.
Si scriva l'equazione della tangente al diagramma della funzione:
f  x


 
1

log x

et
t2

dt

nel punto P di ascissa x  e .


1

2
10. Tenuto conto che   

6 0

dx si calcoli un'approssimazione di
1
x2

, utilizzando uno dei metodi d'integrazione numerica studiati.

Leggiamolo insieme
Problema 1
Il problema inizia con tradizionale quanto semplice esercizio di
trigonometria applicata a un problema geometrico; continua con
alcune applicazioni, anch'esse standard, delle tecniche di Analisi
matematica: lo studio del grafico di una funzione razionale, la
tangente al grafico in un suo punto, un'area da calcolare tramite
integrale. Il problema complessivamente non difficile; i calcoli
sono a volte un po' laboriosi, ma non eccessivamente. Va tuttavia
segnalato che le domande sono tutte fra loro concatenate, ossia
ciascuna tratta i risultati delle precedenti; ci mette in seria difficolt
chi non riesce a risolvere una parte del problema, rendendo
impossibile la prosecuzione dello svolgimento; anche un eventuale
errore di calcolo si trascina in tutto lo svolgimento da l in poi.
Che cosa ripassare?
Applicazione della trigonometria alla geometria; il Teorema della
corda. Studio di funzioni e argomenti correlati; rette tangenti al
grafico di una funzione. Calcolo di aree per mezzo di integrali.
Integrazione di funzioni razionali; divisione fra polinomi.
Problema 2
Un problema interamente di analisi matematica, articolato in vari
punti ma sempre rivolto allo studio di una funzione trigonometrica
assegnata. Si inizia calcolando i coefficienti dell'espressione di f  x ;
segue il classico studio del grafico, che presenta qualche difficolt
tecnica soltanto nella trattazione della derivata seconda. Le ultime
due domande vertono in sostanza sul calcolo di una primitiva di f,
che subito si utilizza per calcolare due aree; infine si deve scrivere
G 82

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

l'equazione della retta tangente al grafico della primitiva in un suo


punto, cosa che non presenta alcuna difficolt. Complessivamente,
un problema piuttosto facile, ad eccezione della derivata seconda di
f, la cui omissione non pregiudica comunque la possibilit di
risolvere con successo tutto il resto.
Che cosa ripassare?
Significato geometrico della derivata; retta tangente al grafico di
una funzione in un suo punto. Studio di funzioni. Equazioni e
disequazioni trigonometriche. Integrazione di funzioni trigonometriche; applicazione degli integrali al calcolo di aree di figure piane.

Soluzione del problema 1.


Domanda 1): La questione geometrica.
. Evitiamo
Indichiamo con a la misura in radianti dell'angolo PAB
l'uso della lettera x per l'angolo variabile perch la lettera x dal
testo riservata ad indicare la tangente dell'angolo che abbiamo scelto
di indicare con a (figura 1).
Poich A B il lato di un quadrato
inscritto nella circonferenza, l'angolo
misura  rad. per ogni posizione
APB
P
4

di P nel maggiore dei due archi AB.


Siccome la somma degli angoli interni

del triangolo ABP , l'angolo ABP


4

3 

4

misura 3 
. I limiti entro i quali pu
4

variare a sono quindi 0    3  .


4
Le misure di AB, PA, PB si esprimono
figura 1
facilmente in funzione di a, applicando
il Teorema della corda (cfr.4.48):
A

 !
AB  2 r sen' )  r 2 ;
4"

PB  2 r sen  ;

 3
!
PA  2 r sen'

) .
"
4

opportuno svolgere l'espressione di PA, applicando la formula di


addizione per il seno (cfr.4.14):

 3 !
 3 ! !
PA  2 r ' sen' ) cos 
sen  cos' ) )  r 2  cos   sen  .
4"
4 ""
Adesso possiamo esprimere in funzione di a il rapporto contenuto
nel testo del problema:

G 83

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali


2

PA  PB
AB

2 r 2 cos2   sen 2   2 cos  sen   4 r 2 sen 2 

2 r2

 3 sen 2   2 cos  sen   cos2 


Il testo prescrive che questa espressione venga scritta in funzione di

tg . C' un problema che va segnalato: nell'intervallo 0 , 3  si


4

trova  , valore in cui la funzione tangente non definita; quindi,


2
tecnicamente non possibile presentare l'espressione in oggetto in
funzione di tg ; si deve escludere il caso    , nel quale

AB in funzione di cos e sen  vale


l'espressione di PA  PB
3. Dal punto di vista algebrico non comunque difficile presentare
l'espressione in funzione di tg : supponendo cos  0 abbiamo

3 sen 2   2 cos  sen   cos 2   cos 2  3 tg 2   2 tg   1 ;


anche cos 2  si pu esprimere in funzione di tg (cfr.4.12):
3 tg 2   2 tg   1
2
2
3 sen   2 cos  sen   cos  
.
1  tg 2 
In alternativa si pu procedere nel modo seguente:
3 sen 2   2 cos  sen   cos 2 

3 sen 2   2 cos  sen   cos 2  

cos 2   sen 2 
perch cos 2   sen 2   1; ora dividiamo numeratore e denominatore per cos 2 , supponendo cos   0: otteniamo l'espressione
3 tg 2   2 tg   1
1  tg 2 
che la stessa ottenuta sopra.

Questa l'espressione di PA  PB
prescrive il testo, x  tg , si ottiene
(1)

f  x 

AB

per    . Posto, come

3 x2  2 x  1

.
1  x2
Questa espressione attiene alla questione geometrica se
x 
 ,
1 0 ,  , essendo quest'ultimo l'insieme dei valori che

 4  2

tg assume se  0 , 3 
 .

G 84

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Domanda 2): Studio della funzione f ottenuta.


La funzione da studiare la (1) scritta sopra. Si tratta di una
funzione razionale definita per ogni x reale, in quanto il suo
denominatore non mai  0. Solo per certi valori di x essa ha
riferimento con il problema geometrico, ma il testo prescrive di
ignorare questo fatto; studieremo quindi f in R.
Lo studio non presenta significative difficolt; esponiamo quindi
brevemente i punti fondamentali. Si tratta di una funzione alquanto
simile nelle caratteristiche a quella che forma oggetto della domanda
2, Problema 1, Sessione suppletiva 2007-2008 per corsi tradizionali.
Risulta f  x  0  x R ; poi
lim

3 x2  2 x  1

3 x2  2 x  1

 lim
 3.
x 
1  x2
1  x2
La retta y  3 asintoto orizzontale per il grafico g di f sia per
x
 , sia per x . Osserviamo che 3 il valore assunto
x


dall'espressione PA  PB
La derivata di f

2
AB in funzione di a, quando    .
2

f   x  2

x2  2 x  1

1  x 2  2

il cui segno varia nel modo descritto dal seguente schema, il quale
indica pure gli intervalli in cui f crescente e quelli in cui
decrescente.
f  tx

----------- +++++++++++ ----------


1
2

f  tx

1  2

I valori x  1
2 e x  1  2 sono rispettivamente punto di minimo
relativo e punto di massimo relativo per f. I corrispondenti valori
della funzione si ottengono con qualche calcolo sostituendo i valori
di x nell'espressione di f  x ; risulta

f 1
2  2
2 ;

f 1 2  2  2 .

Tali valori sono anche il minimo ed il massimo assoluto di f nel suo


dominio.
La derivata seconda
f  x  4

x3
3 x2
3 x  1

1 x2

 4

 x  1  x 2
4 x  1

1 x2

G 85

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Osservato che x 2
4 x  1  0  x  2 3 , il segno di f  x si
studia come indicato nel seguente schema, il quale mette pure in
evidenza gli intervalli in cui f convessa e quelli in cui concava.

 x  1

----------- +++++++++++++++++++++++++++++++++++

 x2
4 x  1

+++++++++++ +++++++++++ ----------- +++++++++++

f  x

----------- +++++++++++ ----------- +++++++++++


2
3

2
1

2 3

f f x
I valori
1, 2
3 , 2  3 sono punti di flesso per f. Con qualche
calcolo si ricavano le rispettive ordinate, sostituendo i valori di x
nell'espressione di f  x :
f 2
3  5
3 ,

f 
1  1 ,

f 2  3  5 3 .

I dati fin qui raccolti consentono di tracciare il grafico di f (figura 2).


y
3
y3
y

3 x2  2 x  1
1  x2

1
x
1

2
3

1
2

1 2

2 3

figura 2

Domanda 3): La retta tangente a g in C.


Il punto C si determina risolvendo il sistema delle due equazioni che
rappresentano g e l'asintoto orizzontale:
#
3 x2  2 x  1
&y 
$
1  x2
&y  3
%
Si ottiene 3 x 2  2 x  1  3  3 x 2 , 2 x  2 e infine x  1. Il punto C ha
coordinate C 1, 3 .
L'equazione della retta tangente in C a g si scrive applicando
l'apposita formula (cfr.5.20), che nel nostro caso d
y  f 1  f 1   x
1 ;
G 86

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

e siccome f 1  3 e f 1  1, l'equazione richiesta :


Retta tangente a  in C :

y x2

La figura 3 mostra il dettaglio della curva g con le rette tangenti in C


e nel punto M corrispondente al massimo (quest'ultima oggetto
della domanda 4).
y

Domanda 4):
Calcolo dell'area.
La parte di piano in oggetto quella delimitata
sotto dalla curva g, tra i
punti C e M, e sopra dalle
due rette tangenti a g in
C e M. Poich M il punto del grafico corrispondente al massimo di f, la
retta tangente a g in M
parallela all'asse x; ha
quindi equazione

2 2
C

x
0

1 2

figura 3

y  2 2

(essendo f 1  2  2  2 l'ordinata del massimo).


necessario conoscere l'ascissa del punto D in cui si intersecano le
due tangenti qui considerate. Essa risulta dalla risoluzione del
sistema
#y  2  2
$
%y  x  2
dal quale si ottiene subito x  2 , e quindi D

2 , 2 2 .

Indichiamo infine con B il punto B 1  2 , 3 .


Per determinare l'area della figura in oggetto necessario servirsi
di un integrale il calcolo si pu svolgere in pi di un modo; ne
mostriamo tre.
Primo modo: la regione piana che ci interessa delimitata
inferiormente dal grafico di f in tutto l'intervallo 1 , 1  2 , mentre

la limitazione superiore data dalla retta y  x  2 se x 1 , 2 ,

dalla retta y  2  2 se x 2 , 1  2 . L'area risulta allora come


somma di due integrali (cfr.5.30):

G 87

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali


Area  
1

1 2

(1)
2  2
f  x dx .
 x  2
f  x dx  
2
Per il calcolo effettivo occorre una primitiva di f. Bisogna
innanzitutto effettuare la divisione per scrivere la frazione sotto
forma di
Resto
Quoziente 
.
Denominatore
Ci si pu realizzare eseguendo formalmente la divisione, ma anche
in modo pi semplice:
3 x2  2 x  1
1  x2

3  3 x 2 
3  2 x  1

 3

1  x2

2x
2
1  x2

e quindi
2 x
2!


(2)  f  x dx   ' 3 
) dx  3 x  ln 1  x 2
2 arctan x
2


1 x "
Calcoliamo ora i due integrali di (1): il primo



1

x 2

1
x  2
f x dx  ( x 2
x
ln1  x 2   2 arctan x *
2
 x 1

3

3!

2
ln ' )  2 arctan 2 
,
2
2"
2
tenendo conto delle propriet dei logaritmi e del fatto che


arctan1   ; il secondo integrale


4

1 2



 2

2  2
f  x dx 



2
1 x
ln 1  x 2  2 arctan x

x  1 2
x 2

 4  2 2! 3
)  
2 arctan 2 .
2
1
ln '
" 4
3
tenendo conto ancora delle propriet dei logaritmi e del fatto che


 

arctan1  2   3 , come si pu dedurre con l'aiuto di una


8
calcolatrice: se disposta nella modalit DEG offre come risultato di
tan-1(1+
 2) il numero 67.5 , corrispondente appunto a 38 rad..

Invece la stessa verifica applicata a arctan 2  non d altrettanta


soddisfazione: il risultato di tan-1(1+
 2) 54.73561 ; ci lascia
intuire che arctan 2  non un multiplo razionale di , e dobbiamo
G 88

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

quindi lasciarlo indicato come tale.


Addizionando i risultati dei due integrali si ottiene finalmente il
valore dell'area cercata:
1


ln 2  2 
2
4
Secondo modo. L'area della figura in oggetto si pu calcolare come
differenza fra l'area del trapezio CBMD e l'area compresa fra la
retta y  3 e la curva g. In questo modo sufficiente calcolare un
solo integrale anzich due.
L'area compresa fra la retta y  3 e la curva g vale (cfr.5.30)

Area 

1 2



1

 f  x
3 dx  3 x  ln 1  x 2
2 arctan x
3 x

x  1 2
x 1

(abbiamo anche utilizzato la (2) per una primitiva di f  x )

 ln 2  2


4

tenendo nuovamente conto del fatto che arctan 1  2  3  e


8

arctan1   .
4
L'area del trapezio CBMD
1
1
1
CB  DM  BM 
2 1 2
1  .
2
2
2
L'area che ci serve e la differenza fra quest'ultimo valore e il
precedente, cio

1

ln 2  2  .
2
4
Naturalmente il risultato lo stesso ottenuto nel "primo modo".
Terzo modo. L'area della parte di piano delimitata dal grafico di tre
funzioni si pu ottenere integrando ciascuna delle tre funzioni in
opportuni intervalli, seguendo la regola di "percorrere il contorno in
senso orario"; ci nel nostro caso d luogo a:

2 1
1
3 x2  2 x  1


2  2 dx  
dx .
 x  2 dx  
 2
 2 1 1  x 2
Lasciamo al lettore lo svolgimento dei calcoli; naturalmente il
risultato dovr coincidere con quello ottenuto con gli altri
procedimenti.


Area  
1



G 89

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Soluzione del problema 2.


Domanda 1): Determinazione dei coefficienti a, b, c.
Sia f  x  a sen 2 x  b sen x  c la funzione oggetto dello studio. Le
prime due condizioni sono utilizzabili nella forma in cui sono date;
per la terza occorre ricavare il coefficiente angolare della retta
indicata. Questo m 
3 3 ; le tre condizioni si esprimono allora
2

f  0  2 ;

 !
0;
6"

f

3
 !


3
6"
2

Siccome f  x  2 a sen x cos x  b cos x tali condizioni danno


luogo al seguente sistema, risolvendo il quale ricaviamo i valori di a,
b, c:
#c  2
#c  2
#c  2
&& 1
&
&
1
;
$a  2 b 
8 ;
$b 
5
$4 a  2 b  c  0
&a  b 
3
&a  2 .
&1
1
3
%
%
&% 2 3 a  2 3 b 
2 3
La funzione pertanto
(1)

f  x  2 sen 2 x
5 sen x  2

Domanda 2): Studio della funzione (1).


La funzione (1) e periodica di periodo 2, e non pari n dispari. Il
suo studio nell'intervallo 0 , 2  necessario e sufficiente per
conoscere il comportamento di f in tutto l'asse reale.
Pu essere utile calcolare f  0  f    f  2   2 ; andiamo ora a
determinare i punti in cui f  x  0, e successivamente studieremo il

6

segno di f  x . Osserviamo che gi noto che f   0; questo


fatto andr riscontrato: se ci non avverr, dovremo andare alla
ricerca di qualche errore.
L'espressione di f  x un trinomio di secondo grado rispetto a
sen x . Poich
5 3 #& 12
2
2t
5t  2  0  t 
$
4
&%2
e siccome sen x non pu essere uguale a 2, avremo, in 0 , 2 
f  x  0  sen x 

G 90

1

5
 x  oppure x 
.
2
6
6

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Poi, f  x  0 se e solo se sen x  2


5
6

oppure sen x  1 ; la prima disu2


guaglianza non mai verificata, la

seconda verificata se 0  x  

1
2


6

6
5

 x  2  (figura 4). In
oppure
6

questi due intervalli f  x assume


valori positivi, mentre se   x  5 
6

f  x  0.
La derivata di f
figura 4

f  x  4 sen x cos x
5 cos x 

cos x  5
4 sen x

il cui segno determinato unicamente dal fattore 


cos x, perch
l'espressione  5
4 sen x positiva per ogni x reale: infatti
5
, disuguaglianza sempre verificata.
4

3
Perci f  x  0  cos x  0 
x
. Il seguente schema
2
2
riporta la distribuzione del segno di f  x e le sue conseguenze
sulla monotonia di f.
5
4 sen x  0  sen x 

f   x
f

------- +++++++++++++++ ------0

3
2


2

2

 , 3  sono punti rispettivamente di minimo relativo e massimo


2 2
relativo per f. I corrispondenti valori della funzione sono f  
1,
2
f 3   9 . Tenendo presente che negli estremi dell'intervallo 0 , 2 
2
la funzione vale 2, concludiamo f  , f 3  sono il minimo e il
2
2



 

  

massimo assoluto di f.
Infine calcoliamo la derivata seconda di f.

f  x  sen x  5
4 sen x  4 cos 2 x 
 5 sen x
4 sen 2 x  4
4 sen 2 x 
8 sen 2 x  5 sen x  4 .
G 91

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Risulta
f  x  0  sen x  5 3 17 e f  x  0  5
3 17  sen x  5  3 17 .
16

16

16

Poich 5  3 17  1, 085   1, l'uguaglianza sen x  5  3 17 non mai


16

16

verificata, e la disuguaglianza sen x  5  3 17 verificata per


16
qualunque valore di x. Perci
5
3 17

0, 46.
16
Ci vuole un po' di attenzione per descrivere correttamente la
f  x  0  sen x 

distribuzione del segno di f  x in 0 , 2 . Poich


1  5
3 17  0 ,
16

il valore di arcsen 5
3 17 un numero negativo compreso tra

16

e 0; indichiamolo con
; sar allora   arcsen
5  3 17 . I valori
16

di x 0 , 2  per i quali sen x  5


3 17 sono (si veda la figura 5):
16

0 x  

oppure

2
  x  2 .

5  3 17
16

  arcsen 
5  3 17 !"
16

  arcsen  5
3 17 !"
16

5
3 17
16




arcsen 
5  3 17 !"
16
2


figura 5

Il seguente schema illustra nuovamente la distribuzione del segno di


f  x in 0 , 2 , e le conseguenze sulla convessit e concavit di f.
f  x
f
G 92

+++++++++++++++++++++++ -------- ++++


0

 

2


2

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

   e 2
 sono punti di flesso per f. Entrambi i flessi hanno la
stessa ordinata, perch sen     sen 2 
  5
3 17 e quindi,
16
sostituendo in (1) abbiamo
2

 5
3 17 !
5
3 17
117  45 17
)
5
f      f  2 
  2  '
2
.
64
16 "
16
Il calcolo, invero un po' noioso, di questo valore non in effetti
essenziale per una buona realizzazione del grafico della funzione.
Per una realizzazione abbastanza precisa del grafico invece
opportuno collocare con buona approssimazione le ascisse dei flessi.

La calcolatrice fornisce come valore di


  arcsen 5
3 17
16

 circa

27; quindi    poco meno di 7  e 2


 poco pi di 11 .
6
6
I dati fin qui raccolti permettono dei tracciare il grafico di f come
appare nella figura 6, nella quale accenniamo anche alla
prosecuzione del grafico fuori dall'intervallo 0 , 2 , dovuta alla
periodicit di f.
y
9


6


2

5
6

x
  

3
2

2
 2

figura 6
G 93

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Domanda 3): Calcolo delle aree.


Il grafico di f interseca la retta y  2 nei punti di ascissa 0, , 2,
come abbiamo visto nel corso dello studio oggetto della domanda
2). Le due aree che dobbiamo calcolare sono quindi espresse da
2



e
(2)
  2
f  x dx
  f  x
2 dx.
0

Per il loro calcolo occorre una primitiva di f; la sola parte non
immediata il calcolo di una primitiva di sen 2 x. Il procedimento
pi semplice consiste nell'applicare la formula di bisezione per il seno
(cfr.4.24 oppure 4.38). In questo modo si ha
1
1
1
! 1

2
 sen x dx  2  1
cos 2 x dx  2 x
2 sen 2 x"  2  x
sen x cos x


e quindi


2
 f  x dx   2 sen x
5 sen x  2 dx  x
sen x cos x  5 cos x  2 x 


 3 x
sen x cos x  5 cos x .

A questo punto il calcolo dei due integrali di (2) immediato:




x

  2
f  x dx  
x  sen x cos x
5 cos xx0  10
 ;
0
2





 f  x
2 dx

x 2 

  x
sen x cos x  5 cos xx

 10   .

Per calcolare una primitiva di sen 2 x possibile anche un altro


procedimento, che applica la formula di integrazione per parti
trattando sen 2 x come prodotto sen x  sen x :



2
 sen x dx   sen x  sen x dx  sen x  
cos x
 cos x  
cos x dx 






sen x cos x   cos 2 x dx 
sen x cos x   1
sen 2 x dx 




sen x cos x  x
 sen 2 x dx .

Dall'uguaglianza tra il primo e l'ultimo membro si ottiene

1


2 sen 2 x dx  x
sen x cos x e quindi  sen 2 x dx   x
sen x cos x .
2


G 94

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Domanda 4): Primitiva e retta tangente in P.


Abbiamo gi determinato una primitiva di f  x risolvendo la
domanda 3. Le primitive di f  x sono le funzioni della forma
(3)

F x  3 x
sen x cos x  5 cos x  C

con C costante arbitraria. Il valore di C va ora determinato in


modo che si abbia F 0  6 . Da (3) abbiamo
F  0  5  C ;

5C 6C 1

e quindi la primitiva che soddisfa il requisito imposto


F x  3 x
sen x cos x  5 cos x  1 .
La retta tangente in P  0 , 6 al grafico y  F x ha equazione
(cfr.5.20)
y  F  0  F   0  x .
Abbiamo gi a disposizione F 0  6 ; il calcolo della derivata di F per
trovare F  0 non necessario perch F nasce come primitiva di f,
quindi la derivata di F x f  x , e F  0  f  0  2 . Perci
l'equazione della retta tangente in P al grafico di F
y  6  2x .
Nel caso attuale, grazie all'espressione assai semplice di F x non
sarebbe stato particolarmente laborioso calcolare direttamente
F  x ; avremmo tuttavia dato prova di una certa ingenuit.

Questionario
Quesito 1
Un esercizio classico su continuit e derivabilit di una funzione definita per casi; non
difficile, ma pu dare luogo a calcoli un po' laboriosi.

La continuit in 0 si ottiene imponendo che lim f  x  lim f  x ;


x 0

lim f  x 

x 0

x 0 

lim  a x  b  b   f  0 ;

x 0

per il calcolo del limite da destra, che presenta la forma indeterminata 0 , si pu applicare la regola di de l'Hpital o, meglio, osservare
0
che si tratta di un limite notevole, il cui valore 1. Comunque:
G 95

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

ex
1 H
ex
lim f  x  lim
 lim
 1.
x 0  1
x 0 
x 0  x
Deve quindi essere b  1. Con questa scelta di b la funzione f
continua in 0 qualunque sia a; ora dobbiamo determinare a in modo
che sia anche derivabile. Ci avviene se esistono in 0 la derivata
destra e la derivata sinistra di f, e sono uguali.
Per ogni x  0 f  x  a, quindi la derivata sinistra di f in 0
f
  0  a .
La derivata destra comporta qualche calcolo in pi. Anzich
calcolare l'espressione della derivata per x  0 e poi calcolare il limite
di essa per x 0  , possiamo fare uso del rapporto incrementale,
cio della definizione di derivata:
e x
1

1
f  x
f  0
ex
1
x
f   0  lim
.
 lim x
 lim
x
0
x
x 0 
x 0 
x 0 
x2
Questo limite presenta la forma indeterminata 0 ; per calcolarlo
0
applichiamo (per due volte) la regola di de l'Hpital:
ex
1
x H
ex
1 H
ex
1
 lim
 lim

2
x 0  2
x 0  2 x
x 0 
x2
(la seconda applicazione della regola di de l'Hpital non occorre, se
lim

x
si tiene nuovamente conto del limite notevole lim e
1  1). Affin-

x 0  x
ch f sia derivabile in 0 occorre quindi che sia a  1 , oltre che b  1.
2

Come accennavamo sopra, il calcolo della derivata destra si sarebbe


potuto condurre anche calcolando il limite per x 0  dell'espressione di f  x per x  0; questa

per x  0

f   x 

  x e x
e x  1;

ex  x
ex
1

x2
x2
ora dobbiamo calcolare il limite per x 0  di quanto ottenuto:
x ex
ex  1 H
ex  x ex
ex
ex 1
lim f  x  lim
 lim
 lim

2x
2
x 0 
x 0  2
x 0 
x 0 
x2
come avevamo ricavato con l'altro metodo.
Quesito 2
Il quesito si presenta come problema di calcolo delle probabilit; in effetti si tratta
semplicemente di calcolare l'area di una zona sferica. Per ottenere il risultato pure
necessario un uso appropriato della calcolatrice.
G 96

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Il problema, proposto in un contesto concreto, va interpretato come


segue: quale la probabilit che un punto "scelto a caso" sulla
superficie di una sfera si trovi in una determinata parte della sfera?
Come abbiamo osservato in altre occasioni simili, la "scelta a caso" va
intesa nel senso che la probabilit di trovare un punto in una certa
parte di superficie direttamente proporzionale all'area di questa
parte.
Nel caso attuale la probabilit dunque il rapporto fra l'area della
zona sferica compresa fra l'equatore e il tropico del Cancro, e la
superficie della sfera.
Indicato con R il raggio della sfera, l'area della superficie sferica
(cfr.2.63):
Area superficie sferica  4  R 2 .
N

Poich nel caso attuale la zona sferica che ci


serve delimitata da una parte da un
cerchio massimo, la sua area si pu ottenere
come differenza tra l'area della mezza
superficie sferica ("Emisfero Nord", se
vogliamo mantenere l'immagine geografica),
e l'area della calotta superiore al tropico.
Quest'ultima (figura 7) vale (cfr.2.65)
Area calotta sferica  2  R  CN .

figura 7

Ora (figura 8) CN  ON
OC  R
R sen 
 OBC
perch angoli alterni interni per le rette AO e BC
(   AOB
tagliate dalla trasversale OB) e quindi
Area calotta sferica  2  R   R
R sen  
 2  R 2  1
sen 

cosicch

Area zona sferica  2  R 2


2  R 2  1
sen  

B
A




C
O

 2  R 2 sen 
La probabilit richiesta dunque
p 

2  R 2 sen 
4  R2

1
sen .
2

figura 8

la latitudine di B; misura dunque 23 27 . Per


L'angolo   AOB
valutare numericamente p bisogna disporre di una valutazione di
sen  . Per ottenerla con la calcolatrice, impostiamo prima di tutto la
modalit DEG ; poi trasformiamo 23 27  in numero decimale,
G 97

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

calcolando 23  27  23 , 45 . Questa la misura decimale di a in


60
gradi. Adesso calcoliamo sin(23,45)=0,3979, infine dividiamo
per 2 ottenendo
p  0 , 19897 
Quesito 3
Un bell'esercizio sulla determinazione di un parametro per ottenere una data relazione
fra certe aree. Si applica il calcolo integrale e si perviene ad una equazione esponenziale. I calcoli sono semplici, ma richiedono un po' di esperienza. Per impostare la
risoluzione della parte geometrica molto importante riuscire a realizzare una figura,
anche approssimativa, che illustri la situazione; occorre quindi avere in mente
l'andamento qualitativo dei grafici delle funzioni esponenziali.

Per   0 la funzione f  x  e  x crescente, e la funzione g x  e


 x
decrescente; entrambe valgono 1 quando x  0, quindi g x  f  x
per 0  x  1 (figura 9).
La richiesta del testo si pu
quindi esprimere dicendo che
y
l'area delimitata per 0  x  1 tra
y  e x
l'asse x e il grafico di g deve
essere la met dell'area
x0
delimitata per 0  x  1 tra l'asse
x e il grafico di f, cio (cfr.5.29)
1

1

(1)  e
 x dx   e  x dx .
2 0
0
Svolgiamo i calcoli:

x1

y  e
 x

x 1

1
 1


 x
dx  (
e
 x *

 e
0
 
 x0
1

1
e
 ;


x
0

figura 9

x 1

1
1 
1 x
 x
e
dx
e
e
1 .



(
*

0

 x0
Sostituendo in (1) otteniamo

1
1 1
1
e
   e
1 ;

2 
Moltiplicando entrambi i membri per 2  (fattore certamente  0) e
svolgendo i calcoli si trova

2
2 e
  e
1 ;
G 98

e
3  2 e
  0 ;

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

infine moltiplichiamo entrambi i membri per e  ; si ricava


e 2 
3 e  2  0 .
Per risolvere la (2) si pu osservare che essa un'equazione di
secondo grado rispetto a e  ; infatti, posto t  e  si ottiene

(2)

t2
3t  2  0
la quale ha le soluzioni t  1, t  2 . Le soluzioni di (2) sono quindi i
valori di l per i quali e   1 oppure e   2, quindi   0 oppure
  ln 2. La soluzione   0 non accettabile perch il testo
prescrive   0 (e in tutto il procedimento risolutivo ci siamo avvalsi
in maniera essenziale di questa ipotesi); l'unica soluzione del nostro
problema quindi   ln 2. Le due funzioni esponenziali
soddisfacenti al requisito imposto sono quindi

 x
f  x  e ln 2  x  e ln 2  2 x


x   2
x .
g x  e
ln 2  x  e ln 2

Quesito 4
Un semplice problema di calcolo delle probabilit, risolubile in modo immediato
applicando l'apposita formula (di Bernoulli).

Viene eseguita per n  8 volte una prova (lancio della moneta); le


prove sono fra loro indipendenti, perch l'esito di ogni lancio non
condizionato dall'esito dei precedenti. Si assume come "successo"
l'uscita di "testa"; in ogni lancio la probabilit di successo p  1 . La
2

probabilit di conseguire k  4 successi in n  8 esecuzioni della


prova data dalla formula di Bernoulli (cfr.7.9 e 1.20)
4

1!
8  1! 
 1

P 4 successi in 8 prove   4! 
" 2"
2"


8
4

8!
1
5678 1
35




0 , 2734 .
4 ! 4 ! 2 8
4  3  2 28
128

Quesito 5
Si deve provare esistenza e unicit della soluzione positiva di un'equazione e calcolarne
un valore approssimato; si tratta di un esercizio tipico di applicazione del Teorema degli
zeri e successiva realizzazione di un metodo iterativo per l'approssimazione della
soluzione.

Esistenza e unicit della soluzione per x  0.


calcoliamo ora la derivata della funzione.

Si ha f  0  0 ;

f   x 
e x   3
x e x   2
x e x .
G 99

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Nello schema qui sotto descritto il segno di f  x con le


conseguenze sulla monotonia di f.
f  ++++++++++++++ -------------2
f

La funzione assume il
y
4
suo massimo assoluto
per x  2; questo vale
2
2
x
f  2  e
3  0 ; f per
z
-1
1
2
3
x  2 strettamente -2
-2
decrescente, e per x
sufficientemente gran-4
de i valori di f  x sono
-6
y  3
x  e x
3
negativi; per esempio
-8
f  3 
3  0 . La funfigura 10
zione f, continua in tutto
il suo dominio, ha valore positivo in x  2, negativo in x  3; per il
Teorema degli zeri esiste fra 2 e 3 almeno un punto z in cui f  z  0.
Questo unico, perch nell'intervallo  2 , 3 f strettamente
decrescente.
Non ci sono altri valori di x  0 in cui f  x  0; infatti:
1) f  0  0 e, tra 0 e 2, f strettamente crescente, quindi f  x  0
per ogni x compreso tra 0 e 2;
2) f  3  0 e, per x  3, f strettamente decrescente; quindi
f  x  0 per ogni x maggiore di 3.
Approssimazione della soluzione z  0 dell'equazione f  x  0.
La tecnica pi rapida per ottenere una buona approssimazione di z
l'applicazione del metodo delle tangenti (un'applicazione di questo
metodo si trova anche nella risoluzione della domanda 2, problema
2, sessione ordinaria 2007-2008 per corsi sperimentali).
Nell'intervallo  2 , 3 f decrescente e concava ; infatti la derivata
seconda f  x 
e x   2
x e x  1
x e x , negativa per ogni
x  1. Il metodo delle tangenti ha quindi inizio in x0  3 e mediante
la regola di iterazione
(1)

f  xn 
 3
x n  e xn
3
x n1  x n

 xn

f  x n 
 2
x n  e xn

produce una successione decrescente che converge rapidamente a z.


G 100

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Ecco i primi valori della successione  x n  cos ottenuta:


n 0
1
2
3
4
x n 3 2 , 85064 2 , 82235 2 , 82144 2 , 82144
Le prime 5 cifre decimali di x n non variano da x 3 a x 4 , quindi
presumibilmente sono esatte. Per controllo calcoliamo f  2 , 82143 ; il
valore che si ottiene positivo, quindi
2 , 82143  z  2 , 82144 .
Abbiamo cos un'approssimazione molto precisa di z, ben oltre le
"due cifre decimali esatte" prescritte dal testo.
L'approssimazione di z si pu ottenere anche mediante il metodo di
bisezione, il quale tuttavia fornisce, a parit della mole di calcoli,
risultati assai meno precisi.
Partendo dall'intervallo  a0 , b0    2 , 3 indichiamo con m0 il punto
medio di tale intervallo; indichiamo con  a1 , b1  quello fra i due
intervalli  a0 , m0  e m0 , b0  per il quale i valori di f nei due estremi
sono di segno discorde. Poi chiamiamo m1 il punto medio di  a1 , b1 
e scegliamo  a2 , b2  in modo analogo a come avevamo scelto
a1 , b1 ; ad ogni passo risulta an  z  bn, e al crescere di n la
precisione migliora, perch ogni volta la distanza fra an e bn la
met del passo precedente. La seguente tabella riassume il
procedimento.
n
0
1
2
3
4
5
6
7

an
bn
2
3
2, 5
3
2 , 75
3
2 , 75
2 , 875
2 , 8125 2 , 875
2 , 8125 2 , 84375
2 , 8125 2 , 82813
2 , 82031 2 , 82813

mn
f  mn  b n
a n

2, 5
1

2 , 75
0, 5

2 , 875
0 , 25

2 , 8125
0 , 125

2 , 84375
0 , 0625

2 , 82813
0 , 03125

2 , 82031
0, 015625
0, 007813

Dunque 2 , 82031  z  2 , 82813 ; ci fornisce l'approssimazione di z


con due cifre decimali esatte.
Una descrizione dettagliata del metodo di bisezione e di altri
metodi iterativi per l'approssimazione di soluzioni di un'equazione,
esposta nella risoluzione del Quesito 2, Sessione suppletiva P.N.I.,
a.s. 1999-2000.
G 101

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

Quesito 6
Un problema di geometria solida: si devono determinare i volumi del cono equilatero e
del cilindro equilatero inscritti in una data sfera.

Ricordiamo che si dice cilindro equilatero un cilindro circolare retto


tale che sia un quadrato ogni sua sezione con un piano contenente
l'asse del cilindro; si dice cono equilatero un cono circolare retto tale
che sia un triangolo equilatero ogni sua sezione con un piano
contenente l'altezza del cono.
Calcoliamo ora il volume di un cilindro
equilatero inscritto in una sfera di ragD
C
gio R, in funzione di R. Consideriamo il
quadrato ABCD sezione del cilindro
con un piano contenente l'asse del
O
cilindro (figura 11). La diagonale AC
del quadrato un diametro della sfera,
quindi AC  2 R ; i cateti A B e B C del
triangolo rettangolo isoscele ABC misuA
B
H
rano allora 2R  R 2 . Il volume del

figura 11

cilindro (cfr.2.53)
2

2
1
!
Volume cilindro    BH  BC    R 2  R 2   R3 
"
2
2
Adesso calcoliamo il volume del cono equilatero inscritto nella sfera.
Sia EFG il triangolo equilatero sezione
G
del cono (di cui G il vertice) con un
piano contenente l'altezza GK (figura
12).
Per il Teorema della corda
(cfr.4.48)
O
 2 R sen  !  R 3
EF  2 R sen EGF
3"
2

e il raggio di base del cono

KF  1 EF  R 3 .
2
2
L'altezza del triangolo equilatero (e del
cono)

figura 12

3
3
 !

GK  KF tan KFG
 KF tan
 R
 3  R.
2
2
3"

(ci sono vari modi oltre a questo per calcolare GK : per esempio,
utilizzare il fatto che il triangolo rettangolo KFG ha gli angoli acuti di
G 102

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

30 e 60, oppure applicare il Teorema di Pitagora a tale triangolo,


oppure osservare che O , fra l'altro, il baricentro di EFG cosicch
OK  1 OG  1 R ).
2
2
Il volume del cono (cfr.2.58)
2

3
1
1 1
2
! 3
Volume cono    KF  GK    R 3  R   R 3 .
" 2
8
3
3
2
Infine, il volume di una sfera di raggio R (cfr.2.64)
4
Volume sfera   R 3
3
Non resta che verificare la relazione affermata dal testo del
problema. Essa equivale a:

Volume cono  Volume sfera

 Volume cilindro .

Ebbene, risulta

Volume cono  Volume sfera 


Volume cilindro

3
4
1
 R 3   R 3  2 R 6 ;
8
3
2


2!
)
 '  R3
2 "

1 2 6
 R .
2

L'uguaglianza soddisfatta.
Quesito 7
Un esercizio tradizionale sul calcolo di un integrale, un po' laborioso nei calcoli.

La media integrale di una funzione f in un intervallo  a, b il numero


1 b

f  x dx .
b
a
a
Nel caso attuale la media integrale
1
1 1

2
(1) 
arccos 1
x dx   arccos 1
x 2 dx.

1
0 0
0
Calcoliamo una primitiva della funzione integranda mediante integrazione per parti, assumendo come fattore da integrare la costante 1.

2 x

1


2
2

dx 
 arccos 1
x dx  x  arccos 1
x
 x 
2
2


2 1
x
1
1
x

x2

 x
 x  arccos 1
x 2

dx  x  arccos 1
x 2

dx .
 x2  1
x2
 1
x2

Nell'ultimo passaggio abbiamo tenuto conto del fatto che i valori di


G 103

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

x che ci interessano (tra 0 e 1) sono positivi, e quindi


Proseguiamo nello svolgimento dell'integrale:

x2  x.

1
1

2
2
2
2  
2 x dx 
 arccos 1
x dx  x  arccos 1
x  2  1
x



 x  arccos

1
1
x2  

1
x2

1 1
2

 x  arccos 1
x 2  1
x 2 .

1 1
2

Possiamo ora concludere il calcolo della media integrale (1):


1
x 1 



2
2
2
  arccos 1
x dx  x  arccos 1
x  1
x

1.
(
* x  0 2
0

Si sarebbero potuti semplificare un po' i calcoli osservando che

per 0  x  1 , arccos 1
x 2  arcsen x .

Infatti, detto   arccos 1


x 2 , a un angolo compreso fra 0 e
 , (perch il suo coseno positivo), e cos  
2

1
x 2 . positivo

anche sen , e risulta


sen  

1
cos 2  

1
1
x2

x2  x

tenendo conto nell'ultimo passaggio che x  0. Essendo 0     e


2
sen   x, si ha   arcsen x come avevamo affermato. Allora il
calcolo della primitiva risulta come segue:




2
 arccos 1
x dx   arcsen x dx  x arcsen x





x
1
x2

dx 

 x arcsen x  1
x 2
(il calcolo dettagliato di

x dx stato esposto in precedenza).


1
x2

Quesito 8
Un bel problema di massimo, non banale, risolubile con applicazione della trigonometria
e delle derivate, oppure per via sintetica.

Soluzione sintetica.
Fissato un angolo g minore dell'angolo piatto, il luogo dei punti C
  un arco di circonferenza
del semipiano x  0 per i quali ACB
passante per A e B, detto arco capace dell'angolo g. I punti C dell'asse
  , se ce ne sono, si trovano intersecando tale
x per i quali ACB
arco con l'asse x; il raggio dell'arco deve quindi essere abbastanza
G 104

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

grande per dare luogo a punti di intersezione con l'asse x.


y
D'altra parte, quanto pi aumenta il
raggio dell'arco, tanto pi diminuisce
. Il punto C
l'ampiezza dell'angolo ACB
B
del semiasse positivo delle ascisse che
si trover
rende massimo l'angolo ACB
E
D
quindi intersecando tale semiasse con
l'arco passante per A e B di raggio miniA
mo tra quelli che intersecano l'asse x. Si
x
tratta evidentemente dell'arco che risul0
O
C
ta tangente all'asse x, e il punto C cercato il punto di tangenza (figura 13).
figura 13
Calcoliamo l'ascissa di questo punto C.
Il centro D dell'arco appartiene, per un noto teorema, all'asse di AB,
cio alla retta y  5 ; quindi il raggio dell'arco DC  5 . Detto E il
2
2
punto medio di AB, l'ascissa di C la misura di DE, che possiamo
calcolare applicando il Teorema di Pitagora al triangolo rettangolo
ADE nel quale conosciamo AD  5 (raggio) e AE  3 . Segue che
2

DE 

AD
AE

25 9

 2.
4 4

Il punto C richiesto C  2 , 0 .
Soluzione trigonometrica.
Sia C  x, 0 un punto del semiasse x positivo; desideriamo esprimere in funzione di x la misura
  . Tale andell'angolo ACB

golo la differenza tra   BCO


(figura 14). Da una
e   ACO
nota regola di trigonometria
(cfr.4.46) abbiamo:
OB 4
OA 1
tan  
 ; tan  
 .
OC x
OC x
Risulta ora (cfr.4.16)

y
B

1 A


C
x

figura 14
4

3x
tan 
tan 
tan   tan
 
 x x  x 
1  tan   tan  1  4  1 1  4
x2  4
2
x x

 

e quindi, tenendo presente che  0 ,  ,


2
G 105

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

 3x !
    x  arctan'
).
x2  4"
Per stabilire il valore di x  0 per il quale   x massimo calcoliamo
la derivata di   x e studiamo il suo segno:
   x 

3 x 2  12


.
2
2
2

!
x 4
1  23 x
"
x 4
I due denominatori sono positivi per qualunque valore di x; il segno
di   x concorde con il segno di
3 x 2  12 ; ora si ha

3 x 2  12  0  x 2  4 
2  x  2 .
Tenendo presente la limitazione x  0, abbiamo che   x crescente
se 0  x  2 , decrescente se x  2. Il massimo di   x assunto

 4

quando x  2, e vale   2  arctan 3 36 52  . Il punto C richiesto


C  2 , 0 .
Era possibile un'impostazione algebrica leggermente diversa, meno
conveniente dal punto di vista dei calcoli. Dalle relazioni
OB 4
 ;
OC x
avremmo potuto ricavare
 4!
;
  arctan
x"
e quindi
tan  

  x  
  arctan

tan  

OA 1

OC x

  arctan

 1!
x"

 1!
 4!
.

arctan
x"
x"

Questa un'espressione di   x equivalente a quella trovata in


precedenza, ma il calcolo della derivata un po' pi laborioso:

42

1
x2

3 x 2  12

4
1
x
;
 x 




16
1
2
2
2
2
1  2 1  2 x  16 x  1 x  16 x  1
x
x

 



da qui si procede come sopra.


Quesito 9
Un esercizio tecnico piuttosto artificioso, che richiede padronanza nell'applicazione del
Teorema fondamentale del Calcolo integrale e della regola di derivazione delle funzioni
composte. Non si deve assolutamente tentare di calcolare l'integrale.
G 106

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

La risoluzione dell'esercizio poggia sulle seguenti regole:


A) Retta tangente al grafico y  f  x nel suo punto di ascissa x0 :
y  f  x0   f   x0    x
x0  .
B) Teorema fondamentale del calcolo integrale:
Sia g t  una funzione continua per t variabile in un intervallo I, a
un punto di I, e per ogni x I sia G x 

a gt dt

(funzione

integrale di g, con punto iniziale a). Allora G derivabile in I, e per


ogni x I risulta G  x  g  x .
C) Regola per la derivazione di una funzione composta.
Siano G, h due funzioni derivabili, ciascuna nel proprio dominio; sia
abbia poi Codominio di h  Dominio di G , cosicch esista la funzione
composta 
G  h . Allora 
G  h derivabile in ogni punto x del
dominio di h, e risulta 
G  h  x  G h x  h x.
Per A) la retta richiesta ha equazione
y  f  e  f  e   x
e .

(1)
Si ha f  e 

1

(2)

ln e

e t dt  1 e t dt  0 e quindi la (1) diventa


t2
1 t2
y  f  e   x
e .

Adesso calcoliamo f  e . Indicate con g, G, h le funzioni


g t  

et
t2



G x   g t  dt  
1
1

et
t2

dt ;

h x  ln x

si ha
ln x

et

f  x  
dt  G h x
1
t2
e quindi per C) (derivata di funzione composta)
(3)

f  x  G h x  h  x .

D'altra parte per B) (teorema fondamentale del calcolo integrale)


G   x  g x 
si ha inoltre

ex
x2

G 107

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali

h   x 

1
1
1


.
2 ln x x
2 x ln x

Sostituendo questi due risultati in (3) otteniamo


e ln x

f   x 

e quindi

e ln x
1

3
2
ln x  2 x ln x
2 x  ln x 2


e
1

2e
2

f  e 

e sostituendo questo risultato in (2) otteniamo finalmente


l'equazione della retta desiderata:
y 

1
 x
e .
2

Quesito 10
Si deve fornire un'approssimazione di un integrale definito applicando un metodo
d'integrazione numerica. Problemi dello stesso tipo sono stati proposti nel Problema 1,
domanda 4, Sessione ordinaria 2007-2008 per corsi sperimentali, nel Problema 2,
domanda 3, Sessione ordinaria 2006-2007 per corsi sperimentali e nel Quesito 10 del
Questionario, Sessione ordinaria 2005-2006 per corsi sperimentali.
1

2
1
Il risultato che il testo ricorda, 
dx   , si dimostra elemen
6
0 1
x2
1

x
2
1
dx  arcsen xx02  
0   . La valutarmente, essendo 

6
6
0 1
x2
tazione di  per mezzo del calcolo approssimato di questo integrale
ha come motivo di interesse la stima di un numero trascendente mediante valori di una funzione algebrica (quella che figura all'interno
dell'integrale).
Quantunque il testo non ne faccia esplicita richiesta, opportuno
fornire oltre all'approssimazione dell'integrale una misura della precisione del valore ottenuto. Sia per il calcolo approssimato dell'integrale, sia per quest'ultimo scopo vi sono diversi metodi; ricordiamo
il metodo dei rettangoli, il metodo dei trapezi e il metodo di CavalieriSimpson. Una rassegna teorica abbastanza dettagliata su questi
metodi di integrazione stata data nella risoluzione dei problemi e
quesiti citati sopra (particolarmente nel tema del 2006) e si pu
trovare in vari manuali sull'argomento; qui ci limitiamo a ricordare
ed applicare le opportune formule
Poich la richiesta di calcolare un'approssimazione di , ci
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sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali


1

2
6
occuperemo dell'integrale 
dx. Qui applichiamo il metodo dei

0 1
x2
trapezi. Fissato un numero intero positivo n dividiamo l'intervallo di

 2

integrazione  a, b  0 , 1 in n parti uguali mediante i punti


xk  a  k

b
a
n

 0  k  n .

a f  x dx viene approssimato come segue:


(1)

b
!
b
a  f  a  f  b n
1

  f  x k )
 f  x dx n '
2
a
"
k 1

e, indicato con Sn il valore dell'espressione al secondo membro di


(1), si ha
b

(2)


Sn
 f  x dx 
a

b
a 3

max f  x
12 n 2 x  a , b

Applichiamo la (1) al caso attualmente in esame, scegliendo n  4.


Un maggior numero di suddivisioni produce un risultato pi
preciso, ma aumenta proporzionalmente la quantit di calcoli da
eseguire. Risulta
1
1

!
6
1 f  0  f 2
1!
2!
3!



2

 f ' )  f ' )  f ' ) )  3 , 14758 .
dx '
2
8
2
8"
8"
8" "
0 1
x
Per quanto riguarda la stima dell'errore, si calcolano le derivate



6 , che sono
1
x2

prima e seconda di f  x 
f   x 

6x
3
2
x 2

1


f  x 

6  12 x 2
5
2
2
x

1


 2

f  x positiva in 0 , 1 , ed il suo massimo valore assunto per


x  1 ; infatti in questo punto il numeratore ha il valore massimo e il
2
denominatore il minimo; dunque
max

 1

x 0, 2

32
 1!
f  x  f  ' ) 
.
2"
3

Sostituendo i dati in (2) abbiamo:

G 109

sessione suppletiva 2007-2008- corsi sperimentali


1
2

32
 0 , 012 .
12  4 2 3
Il metodo di Simpson, per la descrizione del quale rimandiamo al
Quesito 10 del 2006, con una complessit di calcoli paragonabile con
quella del metodo dei trapezi, fornisce risultati molto migliori: per
esempio, applicato al nostro caso con n  4 (indichiamo soltanto il
risultato) d
 3 , 1417
valore assai pi preciso di quello fornito per n  4 dal metodo dei
trapezi.
3 , 14758
 

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y
9


6


2

5
6

x
  

3
2

2
 2

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