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LIUC Scuola di Ingegneria

Appello di Analisi Matematica


18 Luglio 2022 - Soluzione

Cognome

Nome

Matricola

Istruzioni: L’esame si compone di 1 domanda di teoria e 5 es-


ercizi. Ad ogni esercizio è assegnato un punteggio. L’esito finale,
in trentesimi, sarà eventualmente normato anche in considerazione
dell’andamento generale dell’esame. Si prega di consegnare sia il
testo dell’esame che il foglio protocollo su cui avete svolto gli es-
ercizi. La brutta copia non deve essere consegnata. Ricordatevi di
scrivere nome e cognome su tutti i fogli che consegnate per la cor-
rezione

Regole di comportamento: NON è consentito l’uso della


calcolatrice, è vietato l’uso di ogni altro strumento elettronico. I
telefoni cellulari devono essere spenti e non accessibili e riposti nello
zaino. Non è consentito l’uso di appunti o altro materiale. È vietato
copiare, ogni tentativo o comportamento sospetto sarà sanzionato
con il ritiro dell’esame e la bocciatura. Ulteriori sanzioni disciplinari
potranno essere comminate.

Domanda 1 (6 pti)
Data f : [a, b] → R si enunci e si dimostri il Teorema dei valori intermedi.

Esercizio 1 (5 pti)
Si risolva la seguente equazione nel campo complesso C,

z 2 + 3iz + 1 = 0

1
Soluzione
Applichiamo la formula risolutiva delle equazioni di secondo grado. Osserviamo
che, data la forma generica az 2 + bz + c = 0, nel nostro caso abbiamo:

a = 1, b = 3i c=1

Per cui: √ p
−b ± b2 − 4ac −3i ± (−3i)2 − 4
z1,2 = = =
2a 2
√ p √
−3i ± 9 · i2 − 4 −3i ± 9(−1) − 4 −3i ± −13
= = =
2 2 2
√ √ √
A questo punto basta osservare che −13 = −1√· 13 e sfruttando il noto
risultato del campo complesso C, per cui si ha che −1 = i, allora:
√ √
−3i ± 13i −3 ± 13
= = i
2 2

Esercizio 2 (6 pti)
Data la matrice A e il vettore b cosı̀ definiti:
   
1 k 1 1
A = 2 1 0 b = 0
7 2 + 3k 3 k

a. Si discutano le soluzioni del sistema Ax = b al variare del parametro k (2


pti).

b. Si discutano le soluzioni del sistema omogeneo Ax = 0 al variare di k (2


pti).

c. Posto k = 3, si risolva il sistema Ax = b (2 pti).

Soluzione
a. Si tratta di una matrice quadrata. Cominciamo con il calcolare il deter-
minante della matrice. Risulta (scegliendo la terza colonna).

2 1 + 3 1 k =

detA = 1
7 2 + 3k 2 1

= 1(4 + 6k − 7) + 3(1 − 2k) = −3 + 6k + 3 − 6k = 0 ∀k


La matrice ha detA = 0 ∀k, quindi A non può mai avere rango massimo e
qualunque sistema ad esso associato non è mai un sistema di Cramer.
Proviamo dunque a studiare il suo rango applicando Kronecker. Si osserva

2
che esiste almeno un elemento non nullo, per esempio l’elemento a11 = 1,
per cui la matrice A ha rango sicuramente almeno pari a 1. Orliamo ora
questo elemento scegliendo la terza colonna e la terza riga. Otteniamo la
sottomatrice di ordine 2 cosı̀ definita:
 
1 1
7 3
il cui determinante è 3 − 7 = −4 ∀k. Ovvero abbiamo trovato almeno un
minore di ordine 2 non nullo ∀k. Per questo possiamo concludere che la
matrice A ha sempre rango 2 ∀k.
Cerchiamo ora di capire cosa succede alla matrice completa, per andare a
discutere le soluzioni del sistema Ax = b.
 
1 k 1 1
A|b = 2 1 0 0
7 2 + 3k 3 k
Per calcolare il rango di A|b proseguiamo con l’applicazione di Kronecker
su quanto già fatto per A (d’altronde, la matrice A risulta essere una
sottomatrice della matrice completa).
Dato il minore di ordine 2 non nullo,
 
1 1
7 3
questo può essere orlato scegliendo o la seconda colonna e la seconda
riga di A|b oppure scegliendo la quarta colonna e la seconda riga di A|b,
ottenendo nello specifico le due matrici:
   
1 k 1 1 1 1
B1 = 2 1 0 B2 = 2 0 0
7 2 + 3k 3 7 3 k
La matrice B1 non è nient’altro che la matrice A (ovviamente) che sappi-
amo già avere determinante nullo ∀k. La matrice B2 ha invece determi-
nante pari a:
1 1
detB2 = −2 = −2(k − 3)
3 k
che è diverso da 0 ⇐⇒ k ̸= 3. Pertanto abbiamo trovato che:
– Se k ̸= 3, allora rango(A|b) = 3 ̸= rango(A) = 2 e il sistema è dunque
impossibile.
– Se k = 3, allora rango(A|b) = 2 = rango(A) = 2 e il sistema è dunque
possibile ma indeterminato, con ∞n−r = ∞3−2 = ∞1 soluzioni.
b. Per quel che riguarda il sistema omogeneo, sappiamo già che un sistema
omogeno è sempre possibile. In questo caso, essendo il rango di A pari a
2, allora il sistema omogeneo sarà anche esso indeterminato, con ∞n−r =
∞3−2 = ∞1 soluzioni.

3
c. Il caso k = 3 è l’unico caso in cui il sistema Ax = b risulta possibile,
ma sappiamo già indeterminato, con ∞1 soluzioni. Per risolvere il sis-
tema ci concentriamo sul minore non nullo che ci è servito per dimostrare
che il rango della matrice è 2. Esso è composto dalla prima e terza riga
di A e dalla prima e terza colonna di A. Questo significa che la seconda
riga (seconda equazione) è ridondante (linearmente dipendente dalle altre
due righe/equazioni), non porta alcun contributo informativo, pertanto
deve essere eliminata. Anche la seconda colonna deve essere trattata
in modo diverso, anche essa è linearmente dipendente alle altre colonne.
L’incognita ad essa associata deve essere trattata come un parametro, po-
nendo quindi y = c. Pertanto, scriviamo quanto detto prendendo A(k = 3)
e impostando il sistema associato A(k = 3)x = b(k = 3)
 
 1x + 3y + 1z =1  x+z = 1 − 3c
7x + 11y + 3z = 3 7x + 3z = 3 − 11c
y=c y=c
 
 
 x = 1 − 3c − z  x = 1 − 3c − z
7(1 − 3c − z) + 3z = 3 − 11c 7 − 21c − 7z + 3z = 3 − 11c
y=c y=c
 
 
 x = 1 − 3c − z  x = 1 − 3c − 1 + 25 c = − 12 c
−4z = 3 − 11c − 7 + 21c z = 1 − 25 c
y=c y=c
 

Esercizio 3 (6 pti)
Studiare la seguente funzione e disegnarne il grafico:

f (x) = ln(x + 1) − x

In particolare,
a. Determinarne il dominio, il segno della funzione, i limiti agli estremi del
dominio e gli eventuali asintoti (2 pti);
b. Determinarne la funzione derivata prima e gli eventuali estremanti (2 pti);
c. Calcolare l’area sottesa al grafico della fuzione quando 0 < x < 1 (2 pti).

Soluzione
a. Il dominio della funzione è definito ponendo l’esistenza del logaritmo,
ovvero x + 1 > 0, da cui si ricava domf = (−1, +∞).
Per studiare il segno della funzione bisogna porre ln(x + 1) − x > 0,
ovvero ln(x + 1) > x. Essendo un’equazione trascendente, questa può
essere risolta confrontando fra di loro il grafico di due funzioni elementari,
a meno di una traslazione verso sinistra del logaritmo. Disegnando le due
funzioni elementari, ln(x + 1) e x si ottiene il grafico rappresentato in

4
Figure 1: Grafico per lo studio del segno

Fig.1. da cui si osserva che ln(x + 1) < x sempre, per cui la funzione è
sempre negativa.
I limiti agli estremi del dominio sono:

lim ln(−1+ + 1) − (−1) = ln(0+ ) + 1 = −∞


x→−1+

lim ln(+∞ + 1) − (+∞) = +∞ − ∞ = −∞


x→+∞

per la gerarchia degli infiniti.


Dato il risultato di questo ultimo limite, si può ricercare la presenza di un
eventuale asintoto obliquo.

ln(x + 1) − x −x
m = lim ∼ lim = −1
x→+∞ x x→+∞ x

q = lim ln(x + 1) − x − (−1)x = lim ln(x + 1) = +∞


x→+∞ x→+∞

da cui si evince che non c’è asintoto obliquo.


b.
1 −x
f ′ (x) = −1=
x+1 x+1
Quindi f ′ (x) ≥ 0 quando
−x
≥0
x+1
Studiando il segno del numeratore e del denominatore, abbiamo:

N ≥0 −x≥0 x≤0

5
D>0 x+1>0 x > −1
Il denominatore è sempre positivo nel dominio di f (x), per cui si ottieneche
f (x) ≥ 0 per −1 < x ≤ 0. x = 0 è pertanto punto di massimo e f (0) =
ln(1) + 0 = 0 è il massimo della funzione (che rimane sempre negativa in
tutto il resto del dominio).
c. Per 0 < x < 1 la funzione è negativa, pertanto il calcolo dell’area sottesa
al grafico della funzione si trova risolvendo
Z 1 Z 1 Z 1
− (ln(x + 1) − x)dx = − ln(x + 1)dx + xdx
0 0 0

Il secondo integrale è immediato, infatti:


Z 1 1
x2 1
xdx = =
0 2 0 2
Sul primo integrale, procediamo con l’integrazione per parti considerando
inizialmente l’integrale corrispondente indefinito:
Z
ln(x + 1)dx =

dove ln(x + 1) è la funzione da derivare e 1 quella da integrare. Pertanto


abbiamo: Z Z
x
ln(x + 1)dx = xln(x + 1) − dx
x+1
Concentrandoci sull’integrale ottenuto, si ha:
x+1−1 −1
Z Z Z Z
x x+1
dx = dx = dx + dx =
x+1 x+1 x+1 x+1
Z Z
1
= 1dx − dx = x − ln(x + 1)
x+1
Riunendo il tutto,
Z
ln(x+1)dx = xln(x+1)−(x−ln(x+1)) = xln(x+1)−x+ln(x+1)+C

Valutando l’integrale definito:


Z 1
− ln(x + 1)dx = −(xln(x + 1) − x + ln(x + 1))|10 =
0

−(ln(2) − 1 + ln(2) − ln(1)) = 1 − 2ln(2) = 1 − ln(4)


Riunendo con il secondo integrale precedentemente calcolato, abbiamo
ottenuto:
Z 1
1 3
A=− (ln(x + 1) − x)dx = 1 − ln(4) + = − ln(4)
O 2 2

6
Figure 2: Grafico della funzione f (x) = ln(x + 1) − x

Esercizio 4 (5 pti)
Si trovino i punti di massimo e minimo della funzione

f (x, y) = 3x2 − y 2

sottoposta al vincolo 6x + 3y = 2

Soluzione
L’equazione del vincolo è esplicitabile rispetto a y, infatti possiamo scrivere
2
y = − 2x. Sostituendo l’espressione ottenuta nella definizione di f (x, y) ci
3
riconduciamo a definire una nuova funzione nella sola variabile x, infatti otte-
niamo:
 2  
2 2 2 4 8 8 4
f (x, y(x)) = 3x − − 2x = 3x − + 4x − x = −x2 + x −
2
3 9 3 3 9

A questo punto, chiamando la nuova funzione ottenuta h(x) = f (x, y(x)) il


problema si riduce alla ricerca degli estremanti di h(x). Abbiamo:
8 8 4
h′ (x) ≥ 0 − 2x + ≥0 2x ≤ x≤
3 3 3
4
Pertanto il punto di coordinate x = è un punto di massimo per h(x) =
3
f (x, y(x)) e dall’espressione del vincolo ricaviamo il valore y corrispondente,
2 4
pari a y = − 2 = −2.
3 3

7
Esercizio 5 (5 pti)
Si risolva il seguente problema di Cauchy:
( 2t y
y′ = −
t−1 t−1
y(2) = 5

Soluzione
Controlliamo le condizioni di buona posizione del problema di Cauchy per garan-
tire che la soluzione esista unica. Innanzitutto mettiamo in evidenza la funzione
associata alla derivata prima di y,
2t − y
y′ = −
t−1
2t − y
quindi f (t, y) = − è continua ovunque tranne per t = 1. Per cui la
t−1
soluzione esiste ovunque tranne in t = 1. Inoltre,
1
f (t, y)′y = −
t−1
che di nuovo è definita e continua tranne in t = 1. Per cui la soluzione del
problema di Cauchy esiste unica in (−∞, 1) ∪ (1, +∞).
Osservando la condizione iniziale data per t = 2 sappiamo che noi saremmo
interessati a cercare la soluzione solo nell’intorno del punto dato, dunque per
t > 1, ovvero in (1, +∞).
Ritorniamo ora all’equazione differenziale ordinaria. Si osserva che è un’EDO
lineare, del tipo y ′ + a(t)y = b(t), dove
1
a(t) =
t−1
2t
b(t) =
t−1
Applicando la formula risolutiva delle EDO lineari, abbiamo:
Z R  Z 
R 1 1 2t 2t
y(t) = e− t−1 dt e t−1 dt dt+K = e−ln|t−1| eln|t−1| dt+K =
t−1 t−1
Z 
1 2t
= |t − 1| dt + K
|t − 1| t−1
Ma poichè stiamo cercando la soluzione per t > 1, allora |t − 1| = t − 1
t2
Z   
1 1 2 K
y(t) = 2tdt + K = t +K = +
t−1 t−1 t−1 t−1
Imponiamo la condizione iniziale per quantificare la costante di integrazione K.
22 K
y(2) = 5, + =5 4+K =5 K=1
2−1 2−1

8
da cui ricaviamo che la soluzione cercata è
t2 1 t2 + 1
y(t) = + =
t−1 t−1 t−1
per t ∈ (1, +∞)

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