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Cognome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Cognome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Esercizio 1 Sia A = (3, 0) un punto del piano cartesiano e sia r la retta di equazione
x − y + 1 = 0.
a) Scrivere l’equazione della circonferenza di centro A e tangente ad r, e determinare le
coordinate del punto di tangenza Q.
b) Sia B = (0, 1). Per quali punti P sull’asse del segmento AQ il triangolo BQP è
rettangolo in Q?
√
Soluzione. a) La circonferenza ha raggio R = d(A, r) = |3−0+1|√
2
= 2 2 e dunque ha
equazione (x − 3)2 + y 2 = 8. Il punto Q si può trovare in vari modi, ad esempio risolvendo
il sistema che ha per equazioni quella di r e quella della circonferenza appena trovata.
Oppure, osservando che un punto generico Q della retta r ha coordinate (t, t+1); un vettore
direttore di r è (1, 1). Il punto Q è tale che ⟨AQ, (1, 1)⟩ = 0, cioè ⟨(t−3, t+1), (1, 1)⟩ = 0,
che si ha per t = 1. Il punto cercato è Q = (1, 2).
b) L’asse del segmento AQ è parallelo ad r, e dunque ha equazione y − x + k = 0. Inoltre
passa per il punto medio di AQ, cioè per M = (2, 1). Dunque tale asse ha equazione
y − x + 1 = 0. Un generico punto P su tale asse ha coordinate (t, t − 1). Cerchiamo
t tale che ⟨QB, QP ⟩ = 0, cioè ⟨(−1, −1), (t − 1, t − 3)⟩ = 0. Otteniamo t = 2, cioè
P = (2, 1) = M (ma questo potevamo vederlo immediatamente dal disegno: B è sulla
retta r, quindi il segmento BQ è sulla retta r ed è perpendicolare dunque al segmento
QM , per cui il punto cercato è necessariamente M ).
Esercizio 2 Sia data la conica γ : (k − 1)x2 + (k − 1)y 2 − 2xy + 2x + 2y = 0.
a) Classificare la conica al variare di k ∈ R.
b) Per i valori di k per cui la conica è degenere, trovare le equazioni delle rette che la
compongono (o le coordinate del punto, in caso di ellisse degenere).
c) Per i valori di k per cui γ è una conica a centro, trovare il centro e le equazioni degli
assi di simmetria.
k − 1 −1 1
k − 1 −1
Soluzione. Scriviamo le matrici del polinomio: Q = , A = −1 k − 1 1.
−1 k − 1
1 1 0
k−1−λ −1
Gli autovalori di Q gli zeri di det = 0, cioè gli zeri di (λ − k +
−1 k−1−λ
2)(λ − k). Abbiamo quindi due autovalori λ = k − 2, µ = k. Calcoliamo poi detA = −2k.
Riassumendo:
• detQ = k(k − 2)
• TrQ = 2k − 2
• detA = −2k.
La conica è degenere per k = 0. In tal caso, detQ = 0 (uno dei due autovalori è zero),
e dunque si tratta di parabola degenere.
La conica è generale per k ̸= 0. In questo caso, se k = 2, abbiamo una parabola. Se
k ̸= 2 (e k ̸= 0), abbiamo una conica a centro. In particolare, se k(k −2) < 0 è un’iperbole
(ovvero per 0 < k < 2). Se k(k − 2) > 0 è un’ellisse (ovvero per k < 0 ∪ k > 2). Per
capire se è reale o immaginaria, studiamo il segno di detA · TrQ = −2k(2k − 2). Siccome
stiamo studiando il caso in cui γ è un’ellisse, abbiamo k < 0 ∪ k > 2, e per questi valori
di k notiamo che si ha sempre −2k(2k − 2) < 0, quindi si tratta sempre di ellisse reale.
Riassumendo:
• k = 0, parabola degenere;
• k = 2, parabola;
• 0 < k < 2, iperbole;
• k < 0 ∪ k > 2, ellisse reale.
b) Quando k = 0 la conica ha equazione −x2 −y 2 −2xy +2x+2y = 0. I primi tre termini
formano un quadrato di un binomio (con segno meno): γ : −(x + y)2 + 2(x + y) = 0.
Raccogliendo x + y otteniamo γ : (x + y)(2 − x − y) = 0. Le due rette parallele che
compongono la conica hanno equazioni x + y = 0 e x + y − 2 = 0.
c) Sia k ̸= 0, 2. Le coordinate del centro sono
−1 k − 1 k − 1 −1
det 1 1
det
1 1
1 1
,− = − ,−
detQ detQ k−2 k−2
Gli assi passano per il centro e sono paralleli a E(k) e a E(k − 2). Calcoliamo E(k) :
(Q − kI)X = O. Otteniamo il sistema
−x−y =0
⇐⇒ x + y = 0.
−x−y =0
x−y =0
⇐⇒ x − y = 0.
−x+y =0
1 1
Gli assi sono dunque paralleli alle rette x ± y = 0 e passano per − k−2 , − k−2 . Le
2
equazioni degli assi sono dunque x − y = 0 e x + y + k−2 = 0.
Esercizio 3 Nello spazio si considerino il piano π : 2x + y + 2z − 5 = 0 e i punti
A = (−2, 0, 0), B = (1, 3, 0).
a) Determinare la retta r passante per A e perpendicolare a π e il piano π ′ contenente
l’asse delle x e parallelo a r.
b) Verificare che B ∈ π e calcolare d(B, r).
c) Determinare per quali punti P ∈ r il triangolo AP B è rettangolo in P , e per tali valori
calcolarne l’area.
y=0
L’asse x ha equazioni , e dunque π ′ : ky + hz = 0. Siccome deve essere parallelo
z=0
ad r, i suoi parametri di giacitura devono essere perpendicolari a un vettore direttore di
r, dunque ⟨(2, 1, 2), (0, k, h)⟩ = 0 e quindi k + 2h = 0. Scegliamo h = 1, k = −2. Il piano
cercato è π ′ : −2y + z = 0.
b) Abbiamo che d(B, r) = d(B, H) con H proiezione di B su r. Ora, H = π ∩ r, poiché
è π il piano perpendicolare ad r e passante per B. Si verifica subito che H = (0, 1, 2) e
quindi d(B, r) = d(B, H) = 3.
c) Se P = (−2 + 2t, t, 2t), imponendo ⟨P A, P B⟩ = 0 otteniamo t = 0, 1. Il valore t = 0
lo possiamo scartare in quanto restituirebbe P = (−2, 0, 0) = A, e AP B non sarebbe un
rettangolo. Allora resta il caso t = 1, e dunque P = (0, 1, 2). Siccome il triangolo è
rettangolo in P , si ha che A(AP B) = ∥P A∥∥P 2
B∥
= 3·3
2
= 92 . Si poteva vedere anche da
subito, graficamente, che P = H la proiezione trovata prima. Infatti A ∈ r, B ∈ π ed
r ⊥ π, dunque il triangolo è rettangolo se e solo se il punto P giace su π, cioè P = H.