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Prova scritta di Geometria

24 gennaio 2022, prima parte

Cognome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

L’esame consiste di tre esercizi, e ha la durata di 75 minuti. Giustificare le risposte in


modo chiaro e conciso. Risposte senza spiegazione non riceveranno credito. Non saranno
accettati fogli di brutta copia.

Esercizio 1 Sia data la matrice


 
1 1 2 3
A = 1 −2 −1 0
1 0 k 2

a) Calcolare il rango di A al variare del parametro k ∈ R



x + y + 2z = 3

b) Sia S il sistema lineare S : x − 2y − z = 0 . Discutere le soluzioni di S al variare del

x + kz = 2
parametro k ∈ R.
   
x x + y + 2z
c) Sia f : R3 → R3 definito da f y  = x − 2y − z . Trovare una base di ker f e di
z x + kz
Im f al variare di k ∈ R.
 
1 1
Soluzione. a) Il minore ha determinante non nullo, quindi la matrice ha rango
1 −2
2 se e solo se entrambi gli orlati di tale minore hanno determinante nullo, altrimenti ha
rango 3. Calcoliamo
   
1 1 2 1 1 3
det 1 −2 −1 = 3 − 3k , det 1 −2 0 = 0.
1 0 k 1 0 2
Concludiamo che A ha rango 2 per k = 1, mentre per k ̸= 1, A ha rango 3.
b)
 Il sistemalineare ha come matrice completa A, e come matrice dei coefficienti B =
1 1 2
1 −2 −1. Da quanto visto al punto a), il sistema è sempre compatibile (T. Rouché-
1 0 k
Capelli): per k ̸= 1 rkA = rkB = 3 e quindi il sistema ammette un’unica soluzione,
mentre per k = 1 rkA = rkB = 2, e dunque il sistema ammette ∞1 soluzioni.
 
1 1 2
c) L’applicazione lineare è della forma f (X) = BX, con B = 1 −2 −1 e X =
1 0 k
 
x
y . Ora, se k ̸= 1, detB ̸= 0, e dunque la funzione è iniettiva e dunque ker f = {0}, e
z
di conseguenza Im f = R3 . Una base di Im f è ad esempio quella canonica. Se k = 1, il
nucleo è determinato da BX = O, cioè dal sistema

x + y + 2z = 0

x − 2y − z = 0 .

x + z = 0
       
1 1 1 2
Risolvendo, troviamo che ker f = L   1  . Invece Im f = L   1 , −2 , −1 =
   
−1 1 0 1
   
1 1
L   1 , −2: il terzo vettore è somma dei primi due, che sono linearmente indipen-
 
1 0
denti, e dunque base di Im f .
Esercizio 2 Sia data la matrice
 
1 1−k k−1
A = 0 1 k 
0 1 1

a) Stabilire per quali k ∈ R A è diagonalizzabile.


b) Stabilire per quali valori di k esiste una base ortonormale di R3 di autovettori di A, e
calcolare tale base.
 
1−λ 1−k k−1
Soluzione. a) Il polinomio caratteristico è pA (λ) = det  0 1−λ k  = (1 −
0 1 1−λ
2
√ − λ)
λ)((1 √ − k). Esso è totalmente riducibile se e solo se k ≥ 0. Gli autovalori sono 1, 1 +
k, 1− k. Se k > 0, i tre autovalori sono distinti e dunque la matrice è diagonalizzabile.
Quando k = 0, λ = 1  è autovalore
 di molteplicità algebrica 3. Calcoliamo M G(1) =
0 1 −1
3 − rk(A − I) = 3 − rk 0 0 0  = 3 − 2 = 1. Dunque per k = 0 la matrice non è
0 1 0
diagonalizzabile.
In conclusione, A è diagonalizzabile se e solo se k > 0.
b) Esiste una base ortonormale di R3 se e solo se A è simmetrica, e questo succede se e
solo se k = 1. Gli autovalori sono 0, 1, 2. Calcoliamo gli autospazi

x = 0

• E(0) : AX = O; otteniamo il sistema y + z = 0 , da cui deduciamo che E(0) =

y + z = 0
 
0
L  1 ;
−1

0 = 0

• E(1) : (A − I)X = O; otteniamo il sistema z = 0 , da cui deduciamo che E(1) =

y = 0
 
1
L  0;
0

−x=0

• E(2) : (A − 2I)X = O; otteniamo il sistema − y + z = 0 , da cui deduciamo che

y − z = 0
 
0
E(2) = L  1 .
−1
      
0 1 0
Dunque una base ortonormale di autovettori è data da  √12  1  , 0 , √12  1 .
−1 0 −1
Esercizio 3 Sia f : R4 → R2 l’applicazione lineare definita da
 
x1  
x2  x1 + 2x3
f =
  .
x3 x2 + x4
x4
a) Sia E = ker f . Trovare una base di E ed una base di E ⊥ .
   
1 2
1  1 
2 , −1. Trovare basi ortonormali di E + F e di E ∩ F .
b) Sia F = L     
1 −1
 
2
−3
 0 . Trovare il vettore v ∈ F tale che v − w abbia norma minima.
c) Sia w =  
1
Soluzione.
a) E ha equazioni 
x1 + 2x3 = 0
.
x2 + x4 = 0
     
2 0 x1
 0   1   x2 
Risolvendo otteniamo E = L  −1 ,  0 . Ora, un generico vettore x3  appar-
     
0 −1 x4

tiene ad E se e solo se è ortogonale a ogni vettore di una sua base, e quindi se e solo
se
2x1 − x3 = 0

.
x2 − x4 = 0
   
1 0
0 1.
   
Risolvendo, otteniamo che E ⊥ = L  2 0
0 1
             
2 0 1 2 2 0 1
 0   1  1  1   0   1  1
b) Si vede che E+F = L  −1 ,  0  , 2 , −1 = L −1 ,  0  , 2
             
0 −1 1 −1 0 −1 1
(i primi tre vettori sono linearmente indipendenti, mentre il quarto è somma dei primi
     
2 0 1
0 1 1
due). Chiamiamo u1 =  −1, u2 =  0 , u3 = 2. Si vede che ⟨u1 , u2 ⟩ = 0,
    
0 −1 1
⟨u1 , u3 ⟩ = 0, ⟨u2 , u3 ⟩ = 0, dunque i vettori
 di questa
 base sono già ortogonali tra loro.
u u u
Una base ortonormale è quindi data da √5 , √2 , √7 .
1 2 3

Per calcolare E ∩ F , calcoliamo delle equazioni cartesiane di F e risolvere il sistema


ottenuto prendendo le equazioni di E e quelle di F . Altrimenti, sappiamo che dim(E ∩
F ) = dimE + dimF − dim(E
 + F ) = 2 + 2 − 3 = 1. Abbiamo già visto al punto precedente
2
1
−1 appartiene sia ad F che ad E, e dunque E ∩ F = L [u4 ]. Una
che il vettore u4 =  
−1
 
base ortonormale di E ∩ F è √u47 .
c) Calcoliamo ∥v − w∥2 = ⟨v − w, v − w⟩ =
 ∥v
2 2 2 2
 ∥ +∥w∥− 2⟨v, w⟩ = ∥v ∥ + ∥w∥ . Infatti
1 2
1  1 
notiamo che w è ortogonale a entrambi 2 e −1, quindi w è ortogonale a tutti
  
1 −1
2 2
 di F . Allora ∥v − w∥ = ∥v∥ + 14. Chiaramente, tale norma è minima per
i vettori
0
0
v= 0.

0
Alternativamente 1: dal punto di vista geometrico, abbiamo che F rappresenta un
piano per l’origine, mentre w è un vettore applicato nell’origine e perpendicolare a questo
piano. Quello che l’esercizio chiede è trovare il punto sul piano con distanza minima dal
vertice di w, che ovviamente è l’origine.
   
1 2
1 1 2
Alternativamente 2: v = s  2 + t −1. Esplicitando i conti: ∥v − w∥ =
  
1 −1
14 + 7s2 + 7t2 , e tale norma è minima per s = t = 0.
Prova scritta di Geometria
24 gennaio 2022, seconda parte

Cognome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

L’esame consiste di tre esercizi, e ha la durata di 75 minuti. Giustificare le risposte in


modo chiaro e conciso. Risposte senza spiegazione non riceveranno credito. Non saranno
accettati fogli di brutta copia.

Esercizio 1 Sia A = (3, 0) un punto del piano cartesiano e sia r la retta di equazione
x − y + 1 = 0.
a) Scrivere l’equazione della circonferenza di centro A e tangente ad r, e determinare le
coordinate del punto di tangenza Q.
b) Sia B = (0, 1). Per quali punti P sull’asse del segmento AQ il triangolo BQP è
rettangolo in Q?

Soluzione. a) La circonferenza ha raggio R = d(A, r) = |3−0+1|√
2
= 2 2 e dunque ha
equazione (x − 3)2 + y 2 = 8. Il punto Q si può trovare in vari modi, ad esempio risolvendo
il sistema che ha per equazioni quella di r e quella della circonferenza appena trovata.
Oppure, osservando che un punto generico Q della retta r ha coordinate (t, t+1); un vettore
direttore di r è (1, 1). Il punto Q è tale che ⟨AQ, (1, 1)⟩ = 0, cioè ⟨(t−3, t+1), (1, 1)⟩ = 0,
che si ha per t = 1. Il punto cercato è Q = (1, 2).
b) L’asse del segmento AQ è parallelo ad r, e dunque ha equazione y − x + k = 0. Inoltre
passa per il punto medio di AQ, cioè per M = (2, 1). Dunque tale asse ha equazione
y − x + 1 = 0. Un generico punto P su tale asse ha coordinate (t, t − 1). Cerchiamo
t tale che ⟨QB, QP ⟩ = 0, cioè ⟨(−1, −1), (t − 1, t − 3)⟩ = 0. Otteniamo t = 2, cioè
P = (2, 1) = M (ma questo potevamo vederlo immediatamente dal disegno: B è sulla
retta r, quindi il segmento BQ è sulla retta r ed è perpendicolare dunque al segmento
QM , per cui il punto cercato è necessariamente M ).
Esercizio 2 Sia data la conica γ : (k − 1)x2 + (k − 1)y 2 − 2xy + 2x + 2y = 0.
a) Classificare la conica al variare di k ∈ R.
b) Per i valori di k per cui la conica è degenere, trovare le equazioni delle rette che la
compongono (o le coordinate del punto, in caso di ellisse degenere).
c) Per i valori di k per cui γ è una conica a centro, trovare il centro e le equazioni degli
assi di simmetria.
 
  k − 1 −1 1
k − 1 −1
Soluzione. Scriviamo le matrici del polinomio: Q = , A =  −1 k − 1 1.
−1 k − 1
1 1 0
 
k−1−λ −1
Gli autovalori di Q gli zeri di det = 0, cioè gli zeri di (λ − k +
−1 k−1−λ
2)(λ − k). Abbiamo quindi due autovalori λ = k − 2, µ = k. Calcoliamo poi detA = −2k.
Riassumendo:

• detQ = k(k − 2)
• TrQ = 2k − 2
• detA = −2k.

La conica è degenere per k = 0. In tal caso, detQ = 0 (uno dei due autovalori è zero),
e dunque si tratta di parabola degenere.
La conica è generale per k ̸= 0. In questo caso, se k = 2, abbiamo una parabola. Se
k ̸= 2 (e k ̸= 0), abbiamo una conica a centro. In particolare, se k(k −2) < 0 è un’iperbole
(ovvero per 0 < k < 2). Se k(k − 2) > 0 è un’ellisse (ovvero per k < 0 ∪ k > 2). Per
capire se è reale o immaginaria, studiamo il segno di detA · TrQ = −2k(2k − 2). Siccome
stiamo studiando il caso in cui γ è un’ellisse, abbiamo k < 0 ∪ k > 2, e per questi valori
di k notiamo che si ha sempre −2k(2k − 2) < 0, quindi si tratta sempre di ellisse reale.
Riassumendo:

• k = 0, parabola degenere;
• k = 2, parabola;
• 0 < k < 2, iperbole;
• k < 0 ∪ k > 2, ellisse reale.
b) Quando k = 0 la conica ha equazione −x2 −y 2 −2xy +2x+2y = 0. I primi tre termini
formano un quadrato di un binomio (con segno meno): γ : −(x + y)2 + 2(x + y) = 0.
Raccogliendo x + y otteniamo γ : (x + y)(2 − x − y) = 0. Le due rette parallele che
compongono la conica hanno equazioni x + y = 0 e x + y − 2 = 0.
c) Sia k ̸= 0, 2. Le coordinate del centro sono
   
−1 k − 1 k − 1 −1

 det 1 1
det
1 1 
 
1 1
 ,− = − ,−
 detQ detQ  k−2 k−2

Gli assi passano per il centro e sono paralleli a E(k) e a E(k − 2). Calcoliamo E(k) :
(Q − kI)X = O. Otteniamo il sistema

−x−y =0

⇐⇒ x + y = 0.
−x−y =0

Invece E(k − 2) : (Q − (k − 2)I)X = O. Otteniamo il sistema

x−y =0

⇐⇒ x − y = 0.
−x+y =0
1 1

Gli assi sono dunque paralleli alle rette x ± y = 0 e passano per − k−2 , − k−2 . Le
2
equazioni degli assi sono dunque x − y = 0 e x + y + k−2 = 0.
Esercizio 3 Nello spazio si considerino il piano π : 2x + y + 2z − 5 = 0 e i punti
A = (−2, 0, 0), B = (1, 3, 0).
a) Determinare la retta r passante per A e perpendicolare a π e il piano π ′ contenente
l’asse delle x e parallelo a r.
b) Verificare che B ∈ π e calcolare d(B, r).
c) Determinare per quali punti P ∈ r il triangolo AP B è rettangolo in P , e per tali valori
calcolarne l’area.

Soluzione. a) Siccome r ha parametri direttori (2, 1, 2) e passa per (−2, 0, 0), si ha



x = −2 + 2t

r: y=t .

z = 2t


y=0
L’asse x ha equazioni , e dunque π ′ : ky + hz = 0. Siccome deve essere parallelo
z=0
ad r, i suoi parametri di giacitura devono essere perpendicolari a un vettore direttore di
r, dunque ⟨(2, 1, 2), (0, k, h)⟩ = 0 e quindi k + 2h = 0. Scegliamo h = 1, k = −2. Il piano
cercato è π ′ : −2y + z = 0.
b) Abbiamo che d(B, r) = d(B, H) con H proiezione di B su r. Ora, H = π ∩ r, poiché
è π il piano perpendicolare ad r e passante per B. Si verifica subito che H = (0, 1, 2) e
quindi d(B, r) = d(B, H) = 3.
c) Se P = (−2 + 2t, t, 2t), imponendo ⟨P A, P B⟩ = 0 otteniamo t = 0, 1. Il valore t = 0
lo possiamo scartare in quanto restituirebbe P = (−2, 0, 0) = A, e AP B non sarebbe un
rettangolo. Allora resta il caso t = 1, e dunque P = (0, 1, 2). Siccome il triangolo è
rettangolo in P , si ha che A(AP B) = ∥P A∥∥P 2
B∥
= 3·3
2
= 92 . Si poteva vedere anche da
subito, graficamente, che P = H la proiezione trovata prima. Infatti A ∈ r, B ∈ π ed
r ⊥ π, dunque il triangolo è rettangolo se e solo se il punto P giace su π, cioè P = H.

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