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ax2 + bxy + cy 2 + dx + ey + f
Abbiamo visto che tale luogo può essere un’ellisse, un’iperbole, una parabola
(coniche classiche) o qualcos’altro. Per tale motivo è opportuno introdurre la
seguente definizione
Definizione 23.1.1. Una conica C nel piano (rispetto ad un fissato sistema di
riferimento Oxy) è il dato di un’equazione della forma ax2 + bxy + cy 2 + dx +
ey + f = 0 (a, b, c, d, e, f ∈ R, a, b, c non simultaneamente nulli) a meno di costanti
moltiplicative non nulle.
Se C è la conica ax2 + bxy + cy 2 + dx + ey + f = 0, molto spesso, nel seguito,
utilizzeremo la locuzione la conica C di equazione ax2 +bxy +cy 2 +dx+ey +f = 0.
Abbiamo visto come cambia l’equazione di una conica (nel senso della defini-
zione sopra) quando operiamo nel piano una rototraslazione: la “nuova” equazione
si ottiene sostituendo alle “variabili” x, y la loro espressione in funzione delle
“nuove” variabili.
Come prima cosa osserviamo che l’equazione di cui sopra si può sempre scrivere
nella forma
per opportuni ai,j ∈ R (sarà chiara fra poco la maggiore convenienza di una tale
notazione rispetto alla precedente). Si tratta di trovare un sistema di riferimento
O0 x0 y 0 nel piano con coordinate x0 , y 0 in modo tale che l’Equazione (23.1.3) divenga
più semplice e, soprattutto, riconoscibile: per esempio potremmo desiderare d’ave-
re un’equazioni canonica nel senso della seguente definizione.
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2 23.1. RIDUZIONE DELLE CONICHE A FORMA CANONICA
Definizione 23.1.3. Nel piano sia fissato un sistema di riferimento Oxy e sia
C una conica. Diciamo che C è in forma canonica (o che Oxy è un sistema di
riferimento canonico per C) se l’equazione di C è della forma
per qualche α, β, γ ∈ R.
Dobbiamo quindi passare dal “vecchio riferimento” Oxy ad un “nuovo riferi-
mento” O0 x0 y 0 rispetto a cui C sia in forma canonica.
Per individuare l’angolo di rotazione ϕ e l’origine O0 del nuovo sistema di
riferimento faremo uso della teoria delle forme quadratiche vista in precedenza.
All’Equazione (23.1.2) si possono associare facilmente le due forme quadratiche
e dette rispettivamente matrice dei termini di secondo grado della conica e matrice
(completa) della conica. Si noti che
x
(x, y, 1)B y = a1,1 x2 + 2a1,2 xy + a2,2 y 2 + 2a1,3 x + 2a2,3 y + a3,3 .
1
Esempio 23.1.4. Nel piano con fissato sistema di riferimento Oxy si consideri la
conica C di equazione √
3x2 + 2xy + 3y 2 + 2 2x = 0.
Allora la matrice dei termini di scondo grado di C e la matrice di C sono rispetti-
vamente √
3 1 2
3 1
A= , B = √1
3 0 .
1 3
2 0 0
Sia ora O0 x0 y 0 un nuovo sistema di riferimento nel piano legato ad Oxy da una
certa rototraslazione
0
x cos ϕ − sin ϕ x u
= +
y sin ϕ cos ϕ y0 v
LEZIONE 23 3
x0
(x0 , y 0 , 1)B 0 y 0 = 0
1
b b2 + b
a1,1 x a2,2 yb2 + 2b
a1,3 x
b + 2b
a2,3 yb + b
a3,3 = 0.
Ciò equivale a una rotazione che ci fa passare dal vecchio sistema di riferimento
Oxy ad un sistema di riferimento ausiliare Ob xyb.
A questo punto con trasformazioni del tipo (bx, yb) 7→ (x0 +a, y 0 +b) (cioè formando
i quadrati: è il metodo con cui si risolvono le equazioni di secondo grado!) si fa in
modo che scompaiano il massimo numero di monomi di grado 1 e, eventualmente,
il termine noto. L’equazione risultante diviene
αx02 + βy 02 = γ,
4 23.2. UN ESEMPIO
se det(A) 6= 0, oppure
βy 2 = 2γx,
se det(A) = 0, dunque è in forma canonica. Ciò equivale a una traslazione che ci
fa passare dal sistema di riferimento ausiliario Ob
xyb al nuovo sistema di riferimento
Oxy.
23.2. Un esempio.
Illustriamo quanto visto sopra con un esempio. Consideriamo la conica C
dell’Esempio 23.1.4 di equazione
√
(23.2.1) 3x2 + 2xy + 3y 2 + 2 2x = 0.
Il polinomio caratteristico di A è
3 − t 1 = t2 − 6t + 8 = (t − 2)(t − 4),
pA (t) =
1 3 − t
Concludiamo che EA (2) = L(t ( 1 −1 )). Poiché sappiamo che l’autospazio relati-
vo all’altro autovalore 4 contiene autovettori non nulli (per definizione) ortogonali
agli autovettori di EA (2) (perché A è simmetrica: si veda la Proposizione 21.1.1),
sappiamo che EA (4) = L(t ( 1 1 )).
Quindi la matrice ortogonale speciale cercata è
√ √
√2/2 √ 2/2
P =
− 2/2 2/2
e la rotazione corrispondente è
√ √ 0
x √2/2 √ 2/2 x
=
y − 2/2 2/2 y0
o, equivalentemente, √
√
x= 2/2b
x + 2/2by
√ √
y = − 2/2bx + 2/2by.
LEZIONE 23 5
La conica C nel sistema di riferimento ausiliare Obxyb ha matrice del complesso dei
termini di secondo grado
2 0
A=
b .
0 4
Per determinare i monomi di grado 1 nella sua equazione relativa a Ob xyb basta
sotituire nell’Equazione (23.2.1) le espressioni di x ed y in funzione di x
b e yb nei
monomi di grado 1. Quindi la sua equazione è
x2 + 4b
2b y 2 + 2b
x + 2b
y = 0.
Si noti che
x2 + 2b
2b x2 + x
x = 2(b x + 1/2)2 − 1/4) = 2(b
b) = 2((b x + 1/2)2 − 1/2,
y 2 + 2b
4b y 2 + yb/2) = 4((b
y = 4(b y + 1/4)2 − 1/16) = 4(b
y + 1/4)2 − 1/4.
2x02 + 4y 02 − 3/4 = 0,
8 02 16 02
(23.2.2) x + y = 1.
3 3
p p
Deduciamo che C è un’ellisse di semiassi 3/8 e 3/16.
Le equazioni della rototraslazione che trasforma l’Equazione (23.2.1) nell’Equa-
zione (23.2.2) sono
√ √ 0 √
x √2/2 √ 2/2 x −3
√ 2/8
(23.2.3) = + .
y − 2/2 2/2 y0 2/8
x=0
la cui unica soluzione è (0, 0). Le intersezioni con l’asse delle ascisse sono invece
date dalle soluzioni del sistema
√
3x2 + 2xy + 3y 2 + 2 2x = 0
y=0
√
cioè (0, 0) e (−2 2/3, 0). Di seguito riportiamo il disegno della conica C.
y y' ŷ
O'
O=Ô
x
x' x̂
Figura 23.2.4
la matrice dei termini di secondo grado della forma canonica di C sappiamo che
λA0 = t P AP per un qualche lambda ∈ R non nullo (si veda la Proposizione 23.1.5).
Deduciamo allora che C è un’ellisse, un’iperbole od una parabola secondoché A0 ,
e dunque A, sia definita, indefinita, semidefinita.
Quanto visto sopra ci permette anche di classificare una conica determinandone
la sua equazione canonica senza necessariamente determinare la rototraslazione
che la riduce in forma canonica.
Esempio 23.3.3. Si consideri la conica C di equazione
4x2 + 4xy + y + y 2 = 0.
y'
O'
x'
Figura 23.3.3.1
7x2 + 8xy + y 2 + 9x − 1 = 0.
9x02 − y 02 = −5/4.
36 02 4 02
− x + y = 1.
5 5
√
I√semiassi di C sono dunque 5/6 (quello corrispondente all’asse immaginario) e
5/2 (quello corrispondente all’asse trasverso).
Di seguito riportiamo il disegno di C nel sistema di riferimento Ox0 y 0 .
y'
O'
x'
Figura 23.3.4.1
4 002 36 002
x − y = 1.
5 5
x''
y'' O'
Figura 23.3.4.2