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B = S 1 A S
La matrice S si chiama anche matrice della trasformazione di similitudine, ovvero
matrice di passaggio dalla A alla B.
Per indicare che la matrice B simile alla matrice A si scrive: B ~ A e si legge: B simile ad A.
Dalla definizione data seguono le propriet:
a) propriet riflessiva: A ~ A;
b) propriet simmetrica: se B ~ A allora A ~ B;
c) propriet transitiva: se A ~ B e B ~ C allora A ~ C
Le propriet a), b), e c) si riassumono dicendo che: nellinsieme delle matrici quadrate di ordine n
la relazione di similitudine una relazione di equivalenza.
Inoltre due matrici simili hanno inverse simili; ci si esprime anche dicendo che la similitudine
compatibile con linversione.
Mettiamo in evidenza alcune importanti propriet delle matrici simili.
1) Due matrici simili hanno lo stesso determinante;
2) Due matrici simili hanno lo stesso polinomio caratteristico; due matrici A e B che abbiano
lo stesso polinomio caratteristico non sono necessariamente simili: lo sono se per ogni
autovalore i risulta: rango(A iI) = rango(B iI);
3) Due matrici simili hanno lo stesso rango;
4) Matrici simili hanno gli stessi autovalori;
5) Matrici simili hanno tracce uguali.
Si consideri un ENDOMORFISMO : V
V, ove V uno spazio vettoriale di dimensione n sul
campo . Sia fissata per V una base {v1, v2, ....., vn} e sia A la matrice associata ad rispetto a
questa base.
det( A I ) = k ( 1 ) r1 ( 2 ) r2 .......( k ) rk
CONDIZIONE NECESSARIA E SUFFICIENTE affinch A sia diagonalizzabile
che lo spazio di autovettori, o autospazio, relativo ad ogni autovalore i abbia
dimensione ri, cio abbia una dimensione uguale alla molteplicit algebrica
dellautovalore relativo i; questo si verifica quando, detta n la dimensione dello
spazio V, per ogni i, risulta:
B = S 1 A S
Pertanto ogni matrice A DIAGONALIZZABILE SIMILE ad una matrice DIAGONALE, che
ha lungo la diagonale principale gli AUTOVALORI dellendomorfismo; se P la matrice che
esprime il cambiamento di base, dalla BASE data alla base degli AUTOVETTORI risulta:
M = P1 A P
a a + b
f b = a + c
c b + c
Consideriamo la base canonica di 3, essa costituita dai tre vettori: e1 = (1, 0, 0); e2 = (0, 1, 0);
e3 = (0, 0, 1). Lendomorfismo applicato alla base canonica fornisce:
1
f ( e1) = 1
0
1
f ( e2 ) = 0
1
0
f ( e3 ) = 1
1
1 1 0
A = 1 0 1
0 1 1
1 1 0
1
( A I ) = 1 0 1 0
0 1 1
0
1 1
det( A I ) = det 1
1
0
0 0 1 1
0
1 0 = 1
1 ovvero:
0 1 0
1 1
0
1 = (1 ) 2 (1 ) (1 ) = 0
(1 ) [ 2 (1 )] = (1 ) ( 2 + 2 ) = 0
Risolvendo lequazione di secondo grado si ottiene:
1 1+ 8 1 3
1 3
1+ 3
=
1 =
= 1 2 =
=2
2
2
2
2
2 1 0 a
r
( A 1 ) x1 = 0 1 1 1 b = 0
0 1 2 c
2a + b = 0
a = b 2
a + b + c = 0
c = b 2
b + 2c = 0
a b
r
x1 = b = b
c b
2 a
1
1
r
= 2a = a 2 e ponendo a = 1 si ha: x1 = 2
1
1
2 a
1 0 a
1
r
( A 2 ) x2 = 0
1 2
1 b = 0
1 1 c
0
a +b = 0
a 2b + c = 0
b c = 0
a b
1
r
x2 = b = b = b 1
c b
1
1
r
x2 = 1
1
1 0 a
0
r
( A 3 ) x3 = 0 1 1 1 b = 0
1 0 c
0
b = 0
a b + c = 0
b = 0
a=a
b=0
c = a
a a
1
r
x3 = b =
0 = a 0
c a
1
1
r
x 3 = 0
1
1
r
x1 = 2
1
1
r
x2 = 1
1
1
r
x3 = 0
1
La matrice A simile alla matrice diagonale M che presenta, lungo la diagonale principale, gli
autovalori dellendomorfismo, ovvero:
1 0 0
M = 0 2 0
0 0 1
1
1 1
P = 2 1
0
1 1 1
1 1 3
A = 0 2 3
0 0 1
Si devono calcolare gli autovalori della matrice A. Gli autovalori sono le radici dellequazione
caratteristica: det(A I) = 0; cio:
1
3
1 1 3 1 0 0
1
Ovvero, applicando il calcolo del determinante facendo riferimento allelemento posto nella terza
riga e terza colonna, si deve ricorrere alla relazione:
(1 ) 2 (2 ) = 0
(2 ) = 0
1 = 2
(1 ) 2 = 0 (1 )(1 ) = 0 2 = 1 3 = 1
rango( A i I ) = ( n ri )
rango( A 1I ) = (3 1) = 2 e rango( A 2 I ) = (3 2) = 1
Per lautovalore semplice (r = 1) 1 = 2 si ottiene:
1
3
1
( A I ) ( = ) = ( A 2 I ) = 0
2
3
1
0
1
0
( = 2)
1 1 3
= 0 0
3
0 0 1
rango( A 1I ) = rango( A 2 I ) = 2
Pertanto, la prima condizione richiesta dalla C.N.E.S. per la diagonalizzazione della matrice A
soddisfatta; infatti:
rango( A 1I ) = (n r1 ) rango( A 2 I ) = (3 1) 2 = 2
1
3
1
( A I ) ( = ) = ( A 1 I ) = 0
2
3
2
0
1
0
0 1 3
= 0 1 3
0 0 0
( =+1)
La matrice presenta la terza riga costituita da tutti zero, inoltre la prima e la seconda riga
sono uguali; pertanto tutti i minori del secondo ordine sono nulli. Ne consegue che:
rango( A 2 I ) = rango( A 1 I ) = 1
Anche, la seconda condizione richiesta dalla C.N.E.S. per la diagonalizzazione della matrice A
soddisfatta; infatti:
rango( A 2 I ) = (n r2 ) rango( A 1 I ) = (3 2) 1 = 1
Si conclude che la matrice A diagonalizzabile e quindi simile ad una matrice diagonale M che
ha lungo la diagonale principale gli autovalori di A; si ottiene pertanto:
2 0 0
M = 0 1 0
0 0 1
-1
1 1 3 a
a + b + 3c = 0
r
a =b
det( A 1 ) x1 = 0 0 0
3 b = 0 3c = 0
c = 0
c = 0
0 0 1 c
Lautovettore relativo allautovalore 1 = 2 assume la forma seguente:
a
1
r
x1 = a = a 1
c
0
1
r
x1 = 1
0
0 1 3 a
b + 3c = 0
r
det( A 2 ) x = 0 0 1 3 b = 0 b + 3c = 0 b = 3c
0 = 0
0 0 0 c
Pertanto b = -3c mentre a e c risultano arbitrari. Gli autovettori relativi allautovalore doppio
2 = 3 =1 assumono la forma:
a
1
0
r
x = 3c = a 0 + c 3
c
0
1
da cui si ricavano i due autovettori indipendenti, che generano lautospazio, di dimensione
due, relativo allautovalore doppio 2 = 3 =1; infatti si ottiene:
1
r
x 2 = 0 ottenuto ponendo a = 1 e c = 0;
0
0
r
x 3 = 3 ottenuto ponendo a = 0 e c = 1;
1
0
1 1
Pa = 1 0 3
1
0 0
oppure, anche:
0 1
1
Pb = 1 3 0
1 0
0
Si osservi che nella individuazione delle matrici diagonalizzanti Pa e Pb, atteso la gi definita
struttura della matrice M, la prima colonna costituita dallautovettore relativo allautovalore 1, la
seconda e terza colonna devono essere costituite dai due autovettori indipendenti che generano
lautospazio relativo a 2 = 3.
Si pu verificare (si consiglia lutilizzo di Matlab o di Excel) che le tre matrici A, M e Pa, ovvero
le tre matrici A, M e Pb, soddisfano la relazione seguente:
M = Pa 1 A Pa = Pb 1 A Pb
3
1 2
A = 0 1 0
0 4 1
Si devono calcolare gli autovalori della matrice A. Gli autovalori sono le radici dellequazione
caratteristica: det(A I) = 0; cio:
2
3
1 2 3 1 0 0
1
Ovvero, applicando il calcolo del determinante facendo riferimento allelemento posto nella prima
riga e prima colonna, si deve ricorrere alla relazione:
(1 ) (1 ) (1 + ) = (1 ) 2 (1 + ) = 0
dalla quale si evincono le soluzioni seguenti:
1 = 1 con ordine di molteplicit: r1 = 1;
2 = +1
rango( A i I ) = ( n ri )
rango( A 1I ) = ( 3 1) = 2
rango( A 2 I ) = ( 3 2) = 1
2
3
1
( A I ) ( = ) = 0 1
0
1
4
1
0
2 2 3
= 0 2 0
0 4 0
( =1)
rango( A 1 I ) = 2
Pertanto, la prima condizione richiesta dalla C.N.E.S. per la diagonalizzazione della matrice A
soddisfatta.
Per lautovalore doppio (r2 = 2) 2 = +1, si ottiene:
2
3
3
1
0 2
( A I ) ( = ) = 0
1
0
= 0 0
0
2
4
1
0 4 2
0
( =+1)
Si osserva la presenza di un minore del 2 ordine diverso da zero. Ne consegue che:
rango( A 2 I ) = 2
mentre (n r2 ) = (3 2) = 1
2 1
Pertanto, la seconda condizione richiesta dalla C.N.E.S. per la diagonalizzazione della matrice
A NON SODDISFATTA; ne consegue che la matrice A NON diagonalizzabile.
ESERCIZIO 4.:Dire se esistono dei valori del parametro k per cui risulta diagonalizzabile la
matrice A di seguito riportata.
2 k 4 6
A = 0 k 8
0 0 3
Si devono calcolare gli autovalori della matrice A. Gli autovalori sono le radici dellequazione
caratteristica: det(A I) = 0; cio:
4
6
2k 4 6 1 0 0
2k
Ovvero, poich trattasi di una matrice triangolare bassa, risulta det(A I) = 0 quando risulta
soddisfatta la seguente relazione:
(2k ) (k ) (3 ) = 0
dalla quale si evincono le soluzioni seguenti:
(3 ) = 0
(k ) = 0
(2 k ) = 0
=3
=k
= 2k
k 3
k 0
k 32
k3
k 2k
2k 3
Esaminiamo ora gli altri casi. Se k = 3, oppure k = 3/2, oppure k = 0, la matrice A(k) assume,
rispettivamente, le forme seguenti:
6 4 6
A( k = 3) = 0 3 8
0 0 3
3 4 6
A( k = 3/ 2) = 0 3 2 8
0 0 3
0 4 6
A( k = 0) = 0 0 8
0 0 3
Per k = 3, la matrice A(k=3) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 6 e
lautovalore doppio 2 = 3, cio con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile si deve far ricorso alla condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve cio risultare soddisfatta la relazione seguente:
rango( A i I ) = ( n ri )
3 4 6
rango ( A( k = 3) I )
= rango 0 0 8 = 2 ; (n ri ) = (3 2) = 1
( = 3)
0 0 0
rango ( A( k = 3) I )
] ( =3) (n ri )
cio 2 1
rango( A i I ) = ( n ri )
rango ( A( k = 3 2 ) I )
= rango 0
( = 3)
0
4
3 2
0
8 = 2
0
( n ri ) = (3 2 ) = 1
Poich risulta che:
rango ( A( k = 3/ 2) I )
] ( =3) (n ri )
cio 2 1
La condizione necessaria e sufficiente perch A(k = 3/2) sia diagonalizzabile NON soddisfatta
Si conclude, pertanto, che per k = 3/2, la matrice A(k = 3/2) NON diagonalizzabile.
Per k = 0, la matrice A(k = 0) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 3 e
lautovalore doppio 2 = 0, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile si deve far ricorso alla condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve cio risultare soddisfatta la relazione seguente:
rango( A i I ) = ( n ri )
rango ( A( k = 0 ) I )
= rango 0
( = 0)
0
rango ( A( k = 0) I )
4 6
0 8 = 2 ; ( n ri ) = (3 2) = 1
0 3
] ( =0) (n ri )
cio 2 1
0
0
h
A = 5 2 h 0
0
3
h
Si devono determinare gli autovalori della matrice A. Gli autovalori sono tutte e solo le radici
dellequazione caratteristica: det(A I) = 0; cio:
0
0
h
det( A I ) = det 5
2h
0 = (3 ) ( h ) ( 2 h )
0
3
h
Dato che si tratta di una matrice triangolare alta, risulta det(A I) = 0 quando risulta nullo il
prodotto degli elementi posti sulla diagonale principale, cio quando soddisfatta la seguente
relazione:
(2 h ) (h ) (3 ) = 0
dalla quale si evincono le soluzioni seguenti:
(3 ) = 0
(h ) = 0
(2 h ) = 0
=3
=h
=2h
h3
le condizioni che impongono tre autovalori distinti: h 2 h
3 2h
h3
h1
h 1
Sotto queste condizioni del parametro h, una matrice diagonale simile ad A la matrice che ha
lungo la diagonale principale gli autovalori di A; si ottiene, pertanto:
0
0
h
M = 0 2 h 0
0
3
0
Esaminiamo ora gli altri casi. Se h = 1, oppure h = 3, oppure h = 1, la matrice A(h) assume,
rispettivamente, le forme seguenti:
1 0 0
A( h =1) = 5 1 0
0 0 3
3 0 0
A( h = 3) = 5 1 0
0 0 3
1 0 0
A( h =1) = 5 3 0
0 0 3
Per h = 1, la matrice A(h=1) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 3 e
lautovalore doppio 2 = 1, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile bisogna far ricorso alla Condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve pertanto risultare soddisfatta la relazione seguente:
rango( A i I ) = ( n ri )
Nel caso specifico in esame di 2 = 1, si ottiene:
0 0 0
rango ( A( h =1) I )
= rango 5 0 0 = 2 ; (n ri ) = (3 2) = 1
( =1)
1 0 2
rango ( A( h =1) I )
] ( =1) (n ri )
cio 2 1
Per h = 3, la matrice A(h = 3) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 1
e lautovalore doppio 2 = 3, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori
non sono distinti, al fine di stabilire se la matrice A diagonalizzabile bisogna fare ricorso alla
Condizione NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve, pertanto, risultare soddisfatta la relazione
seguente:
rango( A i I ) = ( n ri )
Nel caso specifico in esame di 2 = 3, si verifica che:
0 0
0
rango ( A( h = 3) I )
] ( =3) (n ri )
cio 2 1
rango( A i I ) = ( n ri )
4 0 0
rango( A(h=1) I )
= rango( A(h=1) 3I ) = rango 5 0 0 = 1
( =3)
1 0 0
ed ancora: (n ri) = 3 2 = 1
Poich risulta che:
] ( =3) = (n ri )
cio 1 = 1
0 0 0
rango ( A(h =1) I )
= rango( A(h =1) + I ) = rango 5 4 0 = 2
( =1)
0 0 4
ed ancora: (n ri) = 3 1 = 2
Poich risulta che:
] ( =1) = (n ri )
cio 2 = 2
1 0 0
M ( h = 1) = 0 3 0
0 0 3
ESERCIZIO 6.: Determinare i valori del parametro h per cui diagonalizzabile la matrice di
seguito riportata ed in tali casi determinare la matrice diagonale simile a A.
0
3 2
A= 0 h
0
0 0 h + 2
Si devono calcolare gli autovalori della matrice A. Gli autovalori sono le radici dellequazione
caratteristica: det(A I) = 0; cio:
2
0
3
= ( 3 ) (h ) ( 2 h )
det( A I ) = det 0
h
0
0
h + 2
0
Dato che si tratta di una matrice triangolare bassa, risulta det(A I) = 0 quando risulta nullo
il prodotto degli elementi posti sulla diagonale principale, cio quando soddisfatta la relazione:
(2 h ) (h ) (3 ) = 0
dalla quale si evincono le soluzioni seguenti:
(3 ) = 0
(h ) = 0
(2 h ) = 0
=3
=h
=2h
h3
le condizioni che impongono tre autovalori distinti: h 2 h
3 2h
h3
h1
h 1
Sotto queste condizioni del parametro h, una matrice diagonale simile ad A la matrice che ha
lungo la diagonale principale gli autovalori di A; si ottiene, pertanto:
0
3 0
M= 0 h
0
0 0 2 h
Esaminiamo ora gli altri casi. Se h = 3, oppure h = 1, oppure h = 1, la matrice A(h) assume,
rispettivamente, le forme seguenti:
A( h = 3) = 0
0
2
3
0
0
1
A( h =1) = 0
0
2
1
0
0
1
A( h = 1) = 0
0
1 0
0 3
Per h = 3, la matrice A(h=3) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 1 e
lautovalore doppio 2 = 3, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile bisogna fare ricorso alla Condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve cio risultare soddisfatta la relazione seguente:
rango( A i I ) = ( n ri )
Nel caso specifico in esame, si ottiene:
0
0 2
rango ( A( h = 3) I )
= rango 0 0
0 = 2 ; ( n ri ) = (3 2) = 1
( = 3)
0 0 4
rango ( A(h = 3) I )
] ( = 3) (n ri )
cio 2 1
Per h = 1, la matrice A(h = 1) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 3 e
lautovalore doppio 2 = 1, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori non
sono distinti, al fine di stabilire se la matrice A diagonalizzabile bisogna fare ricorso alla
Condizione NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve, pertanto, risultare soddisfatta la relazione
seguente:
rango( A i I ) = ( n ri )
Nel caso specifico in esame, si verifica che:
2 2 0
rango ( A(h =1) I )
= rango[( A(h = 3) I ) = rango 0 0 0 = 1
( =1)
0 0 0
rango ( A( h =1) I )
= (n ri )
( = 1)
cio 1 1
3 0 0
M ( h =1) = 0 1 0
0 0 1
Per h = 1, la matrice A(h=1) ha tre autovalori non distinti: lautovalore semplice 1 = 1 e
lautovalore doppio 2 = 3, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Poich gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile si deve fare ricorso alla Condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve cio risultare soddisfatta la relazione seguente:
rango( A i I ) = ( n ri )
Nel caso specifico in esame, si ottiene:
2 0
0
0 0
0
ed ancora: (n ri) = 3 2 = 1
Poich risulta che:
] ( =3) = (n ri )
cio 1 = 1
0 0
3
M ( h = 1) = 0 1 0
0 3
0
ESERCIZIO 7.:Si determini la matrice A associata alla applicazione lineare : 22,
sapendo che la ammette gli autovalori 1 = 1 e 2 = 2 a cui corrispondono,
rispettivamente, gli autovettori seguenti:
1
r
x1 =
2
2
r
x2 =
1
Dato che gli autovalori della matrice A, associata allapplicazione : 22 sono distinti, risulta
soddisfatta la CONDIZIONE SUFFICIENTE affinch la matrice A sia diagonalizzabile.
Inoltre, la matrice diagonale M, SIMILE alla matrice A associata allapplicazione : 22,
una matrice che ha gli elementi della diagonale principale costituiti dagli autovalori della matrice
A stessa. Gli autovalori sono: 1 = 1 e 2 = 2; pertanto, risulta ovvia la posizione seguente:
0 1
0
M = 1
=
0 2 0 2
La matrice diagonalizzante P costituita dai vettori colonna che definiscono gli autovettori della
matrice A associata allapplicazione e relativi ai rispettivi autovalori; , pertanto, possibile definire
la matrice P tramite la costituzione di seguito mostrata:
La similitudine fra la matrice
2 diagonale M e la matrice associata
1
1 2
r r
1 3
3 allapplicazione A, attesa la struttura
P = x1 x2 =
P =
2
1 della matrice diagonalizzante P,
2 1
M = P 1 A P
Premoltiplicando ambo i membri della relazione fra le matrici, sopra riportata, per la matrice P
(moltiplicazione a sinistra), si ottiene la scrittura:
P M = P P 1 A P
ovvero
P M = I A P
P M = A P
P M P 1 = A P P 1
ovvero
P M P 1 = A I
1
A = P M P 1 =
2
2 1
0 1 3
2 3
1 0 2 2 3 1 3
Svolgendo il prodotto righe per colonne fra le matrice indicate, si ottiene la relazione:
1
A =
2
4 1 3
2 2 3
1 8
2 3 3 3
=
1 3 2 4
3 3
2 4
+
3 3 = 9 3
4 2
6 3
+
3 3
6 3
6 3
3 2
A =
2 2
1 0 0
A = 0 1 0
1 0 5
5 0 0
B = 0 1 0
1 0 1
Ricordiamo che, in base alla definizione, due matrici quadrate A e B, dello stesso ordine n, si
dicono simili se esiste una matrice non singolare S, cio invertibile, tale che risulti:
B = S 1 A S
La matrice S si chiama anche matrice della trasformazione di similitudine, ovvero la matrice di
passaggio dalla A alla B. Si osservi che la relazione sopraccitata equivalente, moltiplicando ambo
i membri a sinistra per la matrice S stessa, alla relazione di seguito riportata:
S (S 1 A S ) = S B (S S 1 ) A S = S B A S = S B
Alla matrice S, che deve essere invertibile, viene richiesto di soddisfare la condizione definita dalla
relazione ora ricavata. La generica matrice S quadrata del terzo ordine (n = 3) sar cos costituita:
a b c
S = d e f
g h i
1 0 0 a b
0 1 0 d e
1 0 5 g h
c a b
f = d e
i g h
b
c 5a + c
a
d
e
f = 5d + f
a + 5g b + 5h c + 5i 5g + i
c 5 0 0
f 0 1 0
i 1 0 1
b
e
h
ovvero:
c
f
a = 5a + c
b=b
c=c
4a = c
d = 5d + f
e=e
f = f
4d = f
a + 5g = 5g + i b + 5h = h c + 5i = i
a=i
b=b
c=c
e=e
f = f
b = 4h 4i = c
Le relazioni afferenti gli elementi della matrice S introducono alcuni gradi di libert; in particolare,
si evince che sia lelemento e sia lelemento g possono assumere qualsiasi valore, invece la
scelta dei valori agli elementi a, d, ed h stabilisce il valore dei restanti elementi della matrice.
Quindi, esplicitate le seguenti arbitrarie posizioni:
a =1
i = a =1
1 -4 -4
d =1
b = 4 h = 4
, si ottiene:
, da cui: S = 1 0 -4
h =1
c = 4 a = 4
0 1 1
e=g=0
f = 4 d = 4
Verifichiamo che la matrice S ora determinata sia invertibile; si ottiene infatti det(S) = 4; inoltre :
0
4
1
S = inv(S) = 1 4 + 1 4 0
+ 1 4 1 4 1
-1
Per ulteriore conferma della validit dei risultati ottenuti per la matrice S verifichiamo la relazione:
B = S 1 A S .
0
4 1 0 0 1 4 4 5 0 0
1
B = 1 4 + 1 4 0 * 0 1 0 * 1
0 4 = 0 1 0
1
1 1 0 1
+ 1 4 1 4 1 1 0 5 0
ESERCIZIO 9.: Si determini per quali valori del parametro reale k sono simili le matrici di
seguito riportate ed in caso affermativo determinare la matrice S di passaggio tale che risulti:
A = S 1 B S
0
1 0
A= k 2
1
1 1 k + 1
1 k 0
B = 0 3 0
0 2 k
Siano A e B sono due matrici quadrate di ordine n, si dice che la matrice B simile alla matrice A
se esiste una matrice di passaggio S non singolare tale che risulti:
A = S 1 B S
Lapplicazione del teorema di Binet, relativo al rango di una matrice, alla relazione scritta consente
di affermare quanto segue:
1
det( A) = det k
1
1
det( B ) = det 0
0
2
1
k
3
2
0
1 = 2 (k + 1) 1 = 2 k + 2 1 = 2 k + 1
k + 1
0
0 = 3k
det( A) = det( B ) 2 k + 1 = 3k
k =1
Si pu, pertanto, concludere da subito che le matrici A e B, per k 1, NON SONO SIMILI.
Quindi necessario studiare levento afferente a k = 1. In tale contesto le matrici A e B assumono la
forma di seguito riportata:
1 0 0
A = 1 2 1
1 1 2
1 1 0
B = 0 3 0
0 2 1
Si determinano, a questo punto, gli autovalori, sapendo che due matrici simili presentano gli stessi
autovalori, ovvero lo stesso polinomio caratteristico (
).
Si ottengono, pertanto, le relazioni seguenti:
0
1 0 0
1 0 0
1
1 1 2
1
0 0 1
1
= (1 )(2 ) 2 (1 ) = (1 )[(2 ) 2 1] =
0
1
= (1 ) (4 4 + 2 1) = (1 ) (3 4 + 2 ) =
= (1 ) (3 4 + 2 ) = (1 ) ( 1) ( 3) =
= ( 1) 2 ( 3)
1 1 0
1 0 0
1
det( B I ) = det 0 3 0 0 1 0 = det 0
0 2 1
0 0 1
0
= (1 ) 2 ( 3 ) = ( 1) 2 ( 3)
1
0
3
0
2
1
Dallanalisi dei risultati si evince che lautovalore 2 = 3 semplice e, pertanto, gode della
propriet di essere regolare. necessario ai fini della diagonalizzabilit delle matrici A e B
analizzare il caso dellautovalore 1 = 1, che presenta una molteplicit algebrica r1 = 2. A tale
riguardo indifferibile procedere al calcolo del rango delle due matrici di seguito riportate:
1
rango( A 1 I ) = rango 1
0
0
0 0 0
2
1
= rango 1 1 1 = 1
1
2 ( =1)
1 1 1
1
0
1
0 1 0
rango( B 1 I ) = rango 0
= rango 0 2 0 = 1
3
0
2
1 ( =1)
0
0 2 0
Atteso quanto premesso, risulta soddisfatta la condizione NECESSARIA E SUFFICIENTE per la
diagonalizzabilit delle due matrici A e B; infatti risultano verificate le condizioni imposta dalle
seguenti relazioni:
rango( A i I ) = (n ri ) 1 = 3 2
rango( B i I ) = (n ri ) 1 = 3 2
Le due matrici A e B possiedono entrambi tre autovalori regolari e, pertanto, risultano entrambe
diagonalizzabili e quindi simili alla medesima matrice diagonale e ,pertanto, simili fra loro.
In sintesi, le matrici A e B sono entrambe diagonalizzabili ed inoltre hanno lo stesso polinomio
caratteristico e, quindi, consegue che per k = 1 e solo per tale valore, le matrici A e B sono simili
in ossequio a quanto sancito dal teorema che recita cos come segue: se A e B sono due matrici
entrambe diagonalizzabili, esse sono simili se e solo se hanno lo stesso polinomio caratteristico.
Per quanto attiene la definizione della matrice S di passaggio, si deve ricordare la relazione:
A = S 1 B S S A = B S
Sia inoltre S la generica matrice di ordine tre caratterizzata dagli elementi appresso riportati:
g h i 1 1 2 0 2 1 g h i
b+e c+ f
a + b + c 2b + c b + 2c a + d
d + e + f 2e + f e + 2 f = 3d
3e
3f
g + h + i 2h + i h + 2i 2d + g 2e + h 2 f + i
a cui corrispondono le seguenti relazioni da soddisfarsi contemporaneamente:
b+c=d
b+c=e b+c= f
e + f = 2d e = f
e= f
h + i = 2d h + i = 2e h + i = 2 f
d =e= f
a=
g=
Le relazioni afferenti gli elementi della matrice S introducono alcuni gradi di libert; in particolare,
si evince che sia lelemento a sia lelemento g possono assumere qualsiasi valore, invece la
scelta dei valori agli elementi d, e, ed f stabilisce il valore dei restanti elementi della matrice
atteso che essa deve essere NON singolare.
Si sceglie: a = g = 0, con laccortezza che sia d 0, al fine devitare una colonna di tutti zeri,
mentre si pone d =e = f = 1. In tale caso la matrice S, che deve avere det(S) 0 assume la forma
seguente:
0 b c
S = 1 1 1
0 h i
det(S ) = h c b i 0
h b
i c
0 0 1
S = 1 1 1
0 1 1
det( S ) = 1 S
0 1 1
= 1 0
1
0
1 0
Verifichiamo la correttezza del risultato conseguito per la matrice S prendendo atto che essa
1
soddisfa la relazione A = S BS. Si ottiene infatti:
0 1 1 1 1 0 0 0 1 1 0 0
1 0
1 0 3 0 1 1 1 = 1 2 1
0 0 2 1 0 1 1 1 1 2
1 0
144244
3 14243 14243 14243
B
S
A
S 1
1444444
424444444
3
S 1 B S
Tale verifica pu ottenersi rapidamente facendo ricorso al pacchetto applicativo MATLAB.
0
1 0
A = 0 k 1
1 k 1
1
1 0
B = 0 0
0
0 0 1
Due matrici simili hanno lo stesso determinante e lo stesso polinomio caratteristico, cio gli stessi
autovalori con la medesima molteplicit. A tale riguardo osserviamo che:
det( A) = k + k = 0 k
det( B) = 0
Sempre dallosservazione della matrice B si evince che trattasi di una matrice triangolare bassa e
che, pertanto, oltre che essere caratterizzata da det(B) = b11b22b33 = 0, possiede la propriet che gli
elementi della sua diagonale principale altro non sono che gli autovalori della matrice stessa.
Infatti, come verifica, si osserva che:
1
1 0
1 0 0
1
det( B I ) = det 0 0
0 0 1 0 = det 0
0 0 1
0 0 1
0
0
0
da cui, svolgendo i dovuti e necessari passaggi algebrici, si perviene alla seguente scrittura:
det( B I ) = (1 ) ( 1 ) = (1 ) (1 + )
Segue, cos, che la determinazione degli autovalori della matrice B resta affidata al verificarsi
della condizione det(B I) = 0; si ottiene, pertanto:
(1 ) (1 + ) = 0 1 = 0 2 = 1 3 = 1
Atteso che gli autovalori della matrice B sono tutti e tre semplici e, pertanto, tutti e tre regolari,
risulta soddisfatta la condizione necessaria e sufficiente affinch la matrice B sia diagonalizzabile.
Si deve, a questo punto, ricercare quali siano gli autovalori della matrice A.
A tale riguardo si ottiene:
0
1 0
1 0 0
1
1 k 1
0 0 1
0
0
k
k
0
1
det( A I ) = 0 (1 ) ( k ) ( 1 ) + k (1 ) = 0
da cui, svolgendo i dovuti e necessari passaggi algebrici, si perviene alle scritture che si riportano di
seguito:
2
2
3
(1 ) ( k ) + k k = 0 k k + k + k = 0
3 k2 + ( k 1) = 0 [2 k + ( k 1)] = 0
Ricordando che un prodotto nullo quando sono separatamente nulli i singoli fattori, si ottiene:
1 = 0 e 2 k + ( k 1) = 0 , ovvero risolvendo lequazione di 2 grado in si ha:
k ( k 2) k k + 2
=
=1
k k 4 ( k 1) k k 4 k + 4
2
2
=
=
=
k + ( k 2) k + k 2
2
2
=
2
2
2
2 , 3
Si pu pertanto concludere che gli autovalori della matrice A sono definiti dalle relazioni seguenti:
1 = 0; 2 = 1k ; 3 = (2 k 2) 2 = k 1
Segue con immediatezza che: A1 = B1 = 0 A2 = B 2 = 1
Poich due matrici simili, come gi detto, hanno gli stessi autovalori con la medesima molteplicit
algebrica, si deduce che gli autovalori della matrice A sono uguali agli autovalori della matrice
B allora e solo allora che risulta:
B 3 = A3 1 = k 1 k = 0
Attesi i risultati conseguiti si conclude che per K = 0 la matrice A presenta gli stessi autovalori della
matrice B e tali autovalori sono tutti e tre semplici cio regolari; pertanto soddisfatta la condizione
necessaria e sufficiente affinch la matrice A sia anchessa diagonalizzabile. Quanto asserito
implica che le matrici A e B risultano simili alla stessa matrice diagonale che presenta sulla
diagonale principale gli autovalori 1, 2 e 3, quindi, la matrice A simile alla matrice B.
Al fine della determinazione della matrice P di passaggio, in ossequio alla definizione di matrici
simili, dovr essere verificata limplicazione seguente:
1
1
A= P
B P
P A = P P B P
P A = B P
Sia inoltre P la generica matrice di ordine tre caratterizzata dagli elementi appresso riportati:
a b c La condizione PA = BP imposta alla matrice P, oltre alla gi citata
necessit di ESSERE NON SINGOLARE e, pertanto, invertibile, allo
P = d e f scopo di rappresentare la matrice del passaggio fra le due matrici simili
0 1
a b c 1 0
d e f 0 0 1 = 0
g h i 1 0 1 0
a + c 0 b c a + g
d + f 0 e f = 0
g +i 0 hi g
0
1 a b
0
0 d e
0 1 g h
b + h c + i
0
0
h
i
c
f
, ovvero:
a + c = a + g 0 = b + h b c = c+i
a=
d =e=f
d+ f =0
0=0
e f = 0
b = h = 0 c = g = i 2
g + i = g
0 = h
h i = i
I risultati a cui si pervenuti individuano una matrice i cui elementi sono:
0
g Poich la matrice P deve essere invertibile, la determinazione degli
a
elementi della matrice P richiede assolutamente che sia det(P)0.
P = f f
f Ci implica che: det(P) = (2ag 2g) 0, cio g(2a + g) 0. Si
f 0 g 0 2a + g 0
f 0 g 0 g 2 a
I gradi di libert afferenti gli elementi della matrice P, contestualmente alle condizioni richieste per
la NON SINGOLARIT della matrice P stessa, consentono, fra le varie scelte possibili, di ritenere
lecita la seguente posizione:
f = 1 g = 1 a = 1 Si perviene, cos, alla matrice P di passaggio di seguito riportata:
0
g 1 0
1
a
P= f f
f = 1 1
1
0 2 g 1 0 2
g
Verifichiamo la correttezza del risultato ottenuto per la matrice P prendendo atto che essa soddisfa
la relazione A = P1BP. Si ottiene infatti:
0
1 3 1 0
1 1
0 1 1 0
0
23
1 3 1 2 3 0 0
0 1 1 1 = 0 0 1
0 1 3 0 0 1 1
0 2 1 0 1
13
144424443 14243 144244
3 14243
1
B
P
A
P
144444444
42444444444
3
P 1 B P
Tale verifica pu ottenersi rapidamente facendo ricorso al pacchetto applicativo MATLAB tramite
le seguenti righe di codice digitate al prompt della MATLAB Command Window: