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MATRICI SIMILI E MATRICI DIAGONALIZZABILI

DEFINIZIONE: Due matrici quadrate A e B, dello stesso ordine n, si dicono


simili se esiste una matrice non singolare S, tale che risulti:

B = S 1 A S
La matrice S si chiama anche matrice della trasformazione di similitudine, ovvero
matrice di passaggio dalla A alla B.
Per indicare che la matrice B simile alla matrice A si scrive: B ~ A e si legge: B simile ad A.
Dalla definizione data seguono le propriet:

a) propriet riflessiva: A ~ A;
b) propriet simmetrica: se B ~ A allora A ~ B;
c) propriet transitiva: se A ~ B e B ~ C allora A ~ C
Le propriet a), b), e c) si riassumono dicendo che: nellinsieme delle matrici quadrate di ordine n
la relazione di similitudine una relazione di equivalenza.
Inoltre due matrici simili hanno inverse simili; ci si esprime anche dicendo che la similitudine
compatibile con linversione.
Mettiamo in evidenza alcune importanti propriet delle matrici simili.
1) Due matrici simili hanno lo stesso determinante;
2) Due matrici simili hanno lo stesso polinomio caratteristico; due matrici A e B che abbiano
lo stesso polinomio caratteristico non sono necessariamente simili: lo sono se per ogni
autovalore i risulta: rango(A iI) = rango(B iI);
3) Due matrici simili hanno lo stesso rango;
4) Matrici simili hanno gli stessi autovalori;
5) Matrici simili hanno tracce uguali.
Si consideri un ENDOMORFISMO : V
V, ove V uno spazio vettoriale di dimensione n sul
campo . Sia fissata per V una base {v1, v2, ....., vn} e sia A la matrice associata ad rispetto a
questa base.

Si dice che la matrice A DIAGONALIZZABILE se possibile trovare una base


per V tale che la matrice associata ad rispetto a tale base sia diagonale, cio se
esiste una base di V costituita da autovettori per .
CONDIZIONE SUFFICIENTE affinch la matrice A di un endomorfismo sia
diagonalizzabile che esistano n autovalori distinti.
Sia invece:

det( A I ) = k ( 1 ) r1 ( 2 ) r2 .......( k ) rk
CONDIZIONE NECESSARIA E SUFFICIENTE affinch A sia diagonalizzabile
che lo spazio di autovettori, o autospazio, relativo ad ogni autovalore i abbia
dimensione ri, cio abbia una dimensione uguale alla molteplicit algebrica
dellautovalore relativo i; questo si verifica quando, detta n la dimensione dello
spazio V, per ogni i, risulta:

rango(A iI) = (n ri)


Ricordando che si dicono SIMILI due matrici A e B se rappresentano, in basi diverse, lo stesso
endomorfismo, allora esiste una matrice invertibile S tale che:

B = S 1 A S
Pertanto ogni matrice A DIAGONALIZZABILE SIMILE ad una matrice DIAGONALE, che
ha lungo la diagonale principale gli AUTOVALORI dellendomorfismo; se P la matrice che
esprime il cambiamento di base, dalla BASE data alla base degli AUTOVETTORI risulta:

M = P1 A P

in cui M in forma diagonale, quindi mik = 0 per i k ed mii = i per i = k. La matrice P


detta matrice diagonalizzante.
ESERCIZIO 1.: Determinare autovalori ed autovettori dellendomorfismo di 3 definito da:

a a + b
f b = a + c

c b + c
Consideriamo la base canonica di 3, essa costituita dai tre vettori: e1 = (1, 0, 0); e2 = (0, 1, 0);
e3 = (0, 0, 1). Lendomorfismo applicato alla base canonica fornisce:

1
f ( e1) = 1

0

1
f ( e2 ) = 0

1

0
f ( e3 ) = 1

1

La matrice A associata ad rispetto alla base canonica la seguente:

1 1 0
A = 1 0 1

0 1 1

Gli autovalori di A sono le soluzioni dellequazione caratteristica det(A - I) = 0; pertanto:

1 1 0
1

( A I ) = 1 0 1 0

0 1 1
0
1 1
det( A I ) = det 1

1
0

0 0 1 1
0

1 0 = 1

1 ovvero:

0 1 0
1 1
0
1 = (1 ) 2 (1 ) (1 ) = 0

Semplificando si ottiene la relazione seguente:

(1 ) [ 2 (1 )] = (1 ) ( 2 + 2 ) = 0
Risolvendo lequazione di secondo grado si ottiene:

1 1+ 8 1 3
1 3
1+ 3
=
1 =
= 1 2 =
=2
2
2
2
2

Pertanto, complessivamente si hanno tre autovalori reali e distinti di valore: 1 = -1; 2 = 2; 3 = 1


Sia x il vettore di componenti x = (a, b, c).
Gli autovettori relativi allautovalore 1 = 1 sono le soluzioni del sistema:

2 1 0 a


r
( A 1 ) x1 = 0 1 1 1 b = 0
0 1 2 c

2a + b = 0
a = b 2

a + b + c = 0
c = b 2
b + 2c = 0

Lautovettore relativo allautovalore 1 = 1 assume la forma seguente:

a b
r
x1 = b = b
c b

2 a
1
1


r
= 2a = a 2 e ponendo a = 1 si ha: x1 = 2

1
1
2 a

Gli autovettori relativi allautovalore 2 = 2 sono le soluzioni del sistema:

1 0 a
1
r

( A 2 ) x2 = 0
1 2
1 b = 0


1 1 c
0

a +b = 0

a 2b + c = 0
b c = 0

Le soluzioni del sistema sono: a = b; c = b con b di valore arbitrario.


Lautovettore relativo allautovalore 2 = 2 assume la forma seguente:

a b
1
r
x2 = b = b = b 1


c b
1

da cui ponendo b = 1 si ottiene:

1
r
x2 = 1

1

Gli autovettori relativi allautovalore 3 = 1 sono le soluzioni del sistema:

1 0 a
0
r

( A 3 ) x3 = 0 1 1 1 b = 0


1 0 c
0

b = 0

a b + c = 0
b = 0

a=a

b=0
c = a

Le soluzioni del sistema sono: b = 0; c = a con a di valore arbitrario.


Lautovettore relativo allautovalore 3 = 1 assume la forma seguente:

a a
1
r

x3 = b =
0 = a 0


c a
1

da cui ponendo a = 1 si ottiene:

1
r
x 3 = 0

1

I tre autovettori linearmente indipendenti della matrice A sono:

1
r
x1 = 2

1

1
r
x2 = 1

1

1
r
x3 = 0

1

La matrice A simile alla matrice diagonale M che presenta, lungo la diagonale principale, gli
autovalori dellendomorfismo, ovvero:

1 0 0
M = 0 2 0

0 0 1

1
1 1
P = 2 1
0

1 1 1

La matrice diagonalizzante P, sopra riportata, ottenuta accostando gli autovettori xi associati


ai rispettivi autovalori i.
Si verifica inoltre (si consiglia lutilizzo di Matlab o Excel) che le tre matrici A, M e P soddisfano
-1
la relazione: M = P AP.
ESERCIZIO 2.:Stabilire se diagonalizzabile la matrice A di seguito riportata e in caso
affermativo trovare la matrice diagonale M alla quale simile e la matrice diagonalizzante P.

1 1 3
A = 0 2 3

0 0 1
Si devono calcolare gli autovalori della matrice A. Gli autovalori sono le radici dellequazione
caratteristica: det(A I) = 0; cio:

1
3
1 1 3 1 0 0
1

det( A I ) = det 0 2 3 0 1 0 = det 0


2
3 =0
0
0 0 1 0 0 1
0
1

Ovvero, applicando il calcolo del determinante facendo riferimento allelemento posto nella terza
riga e terza colonna, si deve ricorrere alla relazione:

(1 ) 2 (2 ) = 0

(2 ) = 0

1 = 2
(1 ) 2 = 0 (1 )(1 ) = 0 2 = 1 3 = 1

Si ottengono tre autovalori non distinti, in particolare; lautovalore semplice 1 = 2 e lautovalore


con ordine di molteplicit r = 2 dato da 2 = 1.
Dato che gli autovalori NON sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile si deve
fare ricorso alla CONDIZIONE NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve, per tanto, risultare
soddisfatta la condizione:

rango( A i I ) = ( n ri )

Nel caso specifico in esame, dovranno essere verificate le seguenti relazioni:

rango( A 1I ) = (3 1) = 2 e rango( A 2 I ) = (3 2) = 1
Per lautovalore semplice (r = 1) 1 = 2 si ottiene:

1
3
1

( A I ) ( = ) = ( A 2 I ) = 0
2
3
1

0
1
0

( = 2)

1 1 3
= 0 0
3

0 0 1

Si osserva la presenza di un minore del 2 ordine diverso da zero. Ne consegue che:

rango( A 1I ) = rango( A 2 I ) = 2

Pertanto, la prima condizione richiesta dalla C.N.E.S. per la diagonalizzazione della matrice A
soddisfatta; infatti:

rango( A 1I ) = (n r1 ) rango( A 2 I ) = (3 1) 2 = 2

Per lautovalore doppio (r = 2) 2 = 1 si ottiene:

1
3
1
( A I ) ( = ) = ( A 1 I ) = 0
2
3
2

0
1
0

0 1 3
= 0 1 3

0 0 0

( =+1)

La matrice presenta la terza riga costituita da tutti zero, inoltre la prima e la seconda riga
sono uguali; pertanto tutti i minori del secondo ordine sono nulli. Ne consegue che:

rango( A 2 I ) = rango( A 1 I ) = 1

Anche, la seconda condizione richiesta dalla C.N.E.S. per la diagonalizzazione della matrice A
soddisfatta; infatti:

rango( A 2 I ) = (n r2 ) rango( A 1 I ) = (3 2) 1 = 1

Si conclude che la matrice A diagonalizzabile e quindi simile ad una matrice diagonale M che
ha lungo la diagonale principale gli autovalori di A; si ottiene pertanto:

2 0 0
M = 0 1 0

0 0 1

-1

Per determinare la matrice diagonalizzante P tale che sia: M = P AP


bisogna determinare gli autovettori della matrice A, ovvero i vettori
x soluzioni dellequazione: (A I)x = 0

Sia x il vettore di componenti x = (a, b, c).


Gli autovettori relativi allautovalore semplice 1 = 2, sono le soluzioni del sistema:

1 1 3 a
a + b + 3c = 0
r
a =b

det( A 1 ) x1 = 0 0 0
3 b = 0 3c = 0


c = 0
c = 0
0 0 1 c
Lautovettore relativo allautovalore 1 = 2 assume la forma seguente:

a
1
r
x1 = a = a 1


c
0

da cui ponendo a = 1 si ha:

1
r
x1 = 1

0

Lautospazio relativo a 1 = 2 ha, pertanto, dimensione uno.

Gli autovettori relativi allautovalore doppio 2 = 3 = 1 sono le soluzioni del sistema:

0 1 3 a
b + 3c = 0
r

det( A 2 ) x = 0 0 1 3 b = 0 b + 3c = 0 b = 3c


0 = 0
0 0 0 c
Pertanto b = -3c mentre a e c risultano arbitrari. Gli autovettori relativi allautovalore doppio
2 = 3 =1 assumono la forma:

a
1
0
r
x = 3c = a 0 + c 3



c
0
1
da cui si ricavano i due autovettori indipendenti, che generano lautospazio, di dimensione
due, relativo allautovalore doppio 2 = 3 =1; infatti si ottiene:

1
r
x 2 = 0 ottenuto ponendo a = 1 e c = 0;

0

0
r
x 3 = 3 ottenuto ponendo a = 0 e c = 1;

1

Si conclude, pertanto, che la matrice diagonalizzante P ha la forma di seguito riportata:

0
1 1
Pa = 1 0 3

1
0 0

oppure, anche:

0 1
1
Pb = 1 3 0

1 0
0

Si osservi che nella individuazione delle matrici diagonalizzanti Pa e Pb, atteso la gi definita
struttura della matrice M, la prima colonna costituita dallautovettore relativo allautovalore 1, la
seconda e terza colonna devono essere costituite dai due autovettori indipendenti che generano
lautospazio relativo a 2 = 3.
Si pu verificare (si consiglia lutilizzo di Matlab o di Excel) che le tre matrici A, M e Pa, ovvero
le tre matrici A, M e Pb, soddisfano la relazione seguente:

M = Pa 1 A Pa = Pb 1 A Pb

ESERCIZIO 3.: Stabilire se diagonalizzabile la matrice A di seguito riportata.

3
1 2

A = 0 1 0

0 4 1
Si devono calcolare gli autovalori della matrice A. Gli autovalori sono le radici dellequazione
caratteristica: det(A I) = 0; cio:

2
3
1 2 3 1 0 0
1

det(A I ) = det 0 1 0 0 1 0 = det 0 1


0 =0
0
0 4 1 0 0 1
4
1

Ovvero, applicando il calcolo del determinante facendo riferimento allelemento posto nella prima
riga e prima colonna, si deve ricorrere alla relazione:

(1 ) (1 ) (1 + ) = (1 ) 2 (1 + ) = 0
dalla quale si evincono le soluzioni seguenti:
1 = 1 con ordine di molteplicit: r1 = 1;

2 = +1

con ordine di molteplicit: r2 = 2.

Si ottengono tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 1 e lautovalore 2 = 1


con ordine di molteplicit r2 = 2.
Dato che gli autovalori non sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile bisogna
fare ricorso alla CONDIZIONE NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve, pertanto, risultare
soddisfatta la condizione:

rango( A i I ) = ( n ri )

Nel caso specifico in esame, dovranno essere verificate le seguenti relazioni:

rango( A 1I ) = ( 3 1) = 2

rango( A 2 I ) = ( 3 2) = 1

Per lautovalore semplice (r1 = 1) 1 = 1, si ottiene:

2
3
1

( A I ) ( = ) = 0 1
0
1

4
1
0

2 2 3
= 0 2 0

0 4 0
( =1)

Si osserva la presenza di un minore del 2 ordine diverso da zero. Ne consegue che:

rango( A 1 I ) = 2

Pertanto, la prima condizione richiesta dalla C.N.E.S. per la diagonalizzazione della matrice A
soddisfatta.
Per lautovalore doppio (r2 = 2) 2 = +1, si ottiene:

2
3
3
1
0 2
( A I ) ( = ) = 0
1
0
= 0 0
0
2

4
1
0 4 2
0

( =+1)
Si osserva la presenza di un minore del 2 ordine diverso da zero. Ne consegue che:

rango( A 2 I ) = 2

mentre (n r2 ) = (3 2) = 1

2 1

Pertanto, la seconda condizione richiesta dalla C.N.E.S. per la diagonalizzazione della matrice
A NON SODDISFATTA; ne consegue che la matrice A NON diagonalizzabile.

ESERCIZIO 4.:Dire se esistono dei valori del parametro k per cui risulta diagonalizzabile la
matrice A di seguito riportata.

2 k 4 6
A = 0 k 8

0 0 3
Si devono calcolare gli autovalori della matrice A. Gli autovalori sono le radici dellequazione
caratteristica: det(A I) = 0; cio:

4
6
2k 4 6 1 0 0
2k

det(A I ) = det 0 k 8 0 1 0 = det 0


k
8
0
0 0 3 0 0 1
0
3

Ovvero, poich trattasi di una matrice triangolare bassa, risulta det(A I) = 0 quando risulta
soddisfatta la seguente relazione:

(2k ) (k ) (3 ) = 0
dalla quale si evincono le soluzioni seguenti:

(3 ) = 0
(k ) = 0
(2 k ) = 0

=3
=k
= 2k

In virt della CONDIZIONE SUFFICIENTE affinch la matrice A sia diagonalizzabile che


esistano autovalori distinti la matrice A senzaltro diagonalizzabile se sono soddisfatte le
condizioni che impongono tre autovalori distinti:

k 3
k 0
k 32

k3
k 2k
2k 3

Esaminiamo ora gli altri casi. Se k = 3, oppure k = 3/2, oppure k = 0, la matrice A(k) assume,
rispettivamente, le forme seguenti:

6 4 6
A( k = 3) = 0 3 8

0 0 3

3 4 6
A( k = 3/ 2) = 0 3 2 8

0 0 3

0 4 6
A( k = 0) = 0 0 8

0 0 3

Per k = 3, la matrice A(k=3) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 6 e
lautovalore doppio 2 = 3, cio con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile si deve far ricorso alla condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve cio risultare soddisfatta la relazione seguente:

rango( A i I ) = ( n ri )

Nel caso specifico in esame, si ottiene:

3 4 6
rango ( A( k = 3) I )
= rango 0 0 8 = 2 ; (n ri ) = (3 2) = 1
( = 3)

0 0 0

Poich risulta che:

rango ( A( k = 3) I )

] ( =3) (n ri )

cio 2 1

La condizione necessaria e sufficiente perch A(k = 3) sia diagonalizzabile NON soddisfatta.

Si conclude, pertanto, che per k = 3, la matrice A(k = 3) NON diagonalizzabile.


Per k = 3/2, la matrice A(k = 3/2) presenta tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice
1 = 3/2 e lautovalore doppio 2 = 3, con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori
non sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile si fa ricorso alla condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve cio risultare soddisfatta la relazione seguente:

rango( A i I ) = ( n ri )

Nel caso specifico in esame, si ottiene:

rango ( A( k = 3 2 ) I )
= rango 0
( = 3)
0

4
3 2
0

8 = 2
0

( n ri ) = (3 2 ) = 1
Poich risulta che:

rango ( A( k = 3/ 2) I )

] ( =3) (n ri )

cio 2 1

La condizione necessaria e sufficiente perch A(k = 3/2) sia diagonalizzabile NON soddisfatta
Si conclude, pertanto, che per k = 3/2, la matrice A(k = 3/2) NON diagonalizzabile.

Per k = 0, la matrice A(k = 0) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 3 e
lautovalore doppio 2 = 0, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile si deve far ricorso alla condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve cio risultare soddisfatta la relazione seguente:

rango( A i I ) = ( n ri )

Nel caso specifico in esame, si ottiene:

rango ( A( k = 0 ) I )
= rango 0
( = 0)
0

Poich risulta che:

rango ( A( k = 0) I )

4 6

0 8 = 2 ; ( n ri ) = (3 2) = 1
0 3

] ( =0) (n ri )

cio 2 1

La condizione necessaria e sufficiente perch A(k = 0) sia diagonalizzabile NON soddisfatta.


Si conclude, pertanto, che per k = 0, la matrice A(k = 0) NON diagonalizzabile.

ESERCIZIO 5.:Stabilire per quali valori del parametro h diagonalizzabile la matrice A di


seguito riportata ed in tali casi determinare la matrice diagonale simile ad A.

0
0
h
A = 5 2 h 0

0
3
h
Si devono determinare gli autovalori della matrice A. Gli autovalori sono tutte e solo le radici
dellequazione caratteristica: det(A I) = 0; cio:

0
0
h

det( A I ) = det 5
2h
0 = (3 ) ( h ) ( 2 h )

0
3
h

Dato che si tratta di una matrice triangolare alta, risulta det(A I) = 0 quando risulta nullo il
prodotto degli elementi posti sulla diagonale principale, cio quando soddisfatta la seguente
relazione:

(2 h ) (h ) (3 ) = 0
dalla quale si evincono le soluzioni seguenti:

(3 ) = 0
(h ) = 0
(2 h ) = 0

=3
=h
=2h

In virt della CONDIZIONE SUFFICIENTE affinch la matrice A sia diagonalizzabile che


esistano autovalori distinti la matrice A senzaltro diagonalizzabile se sono soddisfatte

h3
le condizioni che impongono tre autovalori distinti: h 2 h
3 2h

h3
h1
h 1

Sotto queste condizioni del parametro h, una matrice diagonale simile ad A la matrice che ha
lungo la diagonale principale gli autovalori di A; si ottiene, pertanto:

0
0
h

M = 0 2 h 0

0
3
0
Esaminiamo ora gli altri casi. Se h = 1, oppure h = 3, oppure h = 1, la matrice A(h) assume,
rispettivamente, le forme seguenti:

1 0 0
A( h =1) = 5 1 0

0 0 3

3 0 0
A( h = 3) = 5 1 0

0 0 3

1 0 0
A( h =1) = 5 3 0

0 0 3

Per h = 1, la matrice A(h=1) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 3 e
lautovalore doppio 2 = 1, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile bisogna far ricorso alla Condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve pertanto risultare soddisfatta la relazione seguente:

rango( A i I ) = ( n ri )
Nel caso specifico in esame di 2 = 1, si ottiene:

0 0 0
rango ( A( h =1) I )
= rango 5 0 0 = 2 ; (n ri ) = (3 2) = 1
( =1)

1 0 2

Poich risulta che:

rango ( A( h =1) I )

] ( =1) (n ri )

cio 2 1

la condizione necessaria e sufficiente affinch A(h = 1) sia diagonalizzabile NON soddisfatta.


Si conclude, pertanto, che per h = 1, la matrice A(h = 1) NON diagonalizzabile.

Per h = 3, la matrice A(h = 3) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 1
e lautovalore doppio 2 = 3, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori
non sono distinti, al fine di stabilire se la matrice A diagonalizzabile bisogna fare ricorso alla
Condizione NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve, pertanto, risultare soddisfatta la relazione
seguente:

rango( A i I ) = ( n ri )
Nel caso specifico in esame di 2 = 3, si verifica che:

0 0
0

rango ( A(h =3) I )


= rango[( A(h =3) 3I ) = rango 5 4 0 = 2
( =3)
3
0 0

mentre risulta, inoltre: (n ri) = 3 2 = 1


Poich risulta che:

rango ( A( h = 3) I )

] ( =3) (n ri )

cio 2 1

la condizione necessaria e sufficiente affinch A(h = 3) sia diagonalizzabile NON soddisfatta.


Si conclude, pertanto, che per h = 3, la matrice A(h = 3) NON diagonalizzabile.

Per h = 1, la matrice A(h=-1) ha tre autovalori non distinti: lautovalore semplice 1 = 1 e


lautovalore doppio 2 = 3, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Poich gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile si deve fare ricorso alla Condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve cio risultare soddisfatta la relazione seguente:

rango( A i I ) = ( n ri )

Nel caso specifico in esame di 2 = 3, si ottiene:

4 0 0

rango( A(h=1) I )
= rango( A(h=1) 3I ) = rango 5 0 0 = 1
( =3)
1 0 0

ed ancora: (n ri) = 3 2 = 1
Poich risulta che:

rango ( A(h =1) I )

] ( =3) = (n ri )

cio 1 = 1

la 1 condizione necessaria e sufficiente affinch A(h = 1) sia diagonalizzabile soddisfatta.


Dobbiamo ora verificare che la 2 condizione necessaria e sufficiente sia soddisfatta anche nel
caso dellautovalore semplice 1 = 1. In tale caso specifico si ottiene:

0 0 0
rango ( A(h =1) I )
= rango( A(h =1) + I ) = rango 5 4 0 = 2
( =1)

0 0 4

ed ancora: (n ri) = 3 1 = 2
Poich risulta che:

rango ( A(h =1) I )

] ( =1) = (n ri )

cio 2 = 2

la 2 condizione necessaria e sufficiente affinch A(h = 1) sia diagonalizzabile soddisfatta.


Si conclude, pertanto, che per h = 1, la matrice A(h = 1) diagonalizzabile. Una matrice
diagonale M simile ad A la matrice che ha lungo la diagonale principale gli autovalori di
A(h = 1); pertanto, si ottiene:

1 0 0
M ( h = 1) = 0 3 0

0 0 3

ESERCIZIO 6.: Determinare i valori del parametro h per cui diagonalizzabile la matrice di
seguito riportata ed in tali casi determinare la matrice diagonale simile a A.

0
3 2

A= 0 h
0

0 0 h + 2
Si devono calcolare gli autovalori della matrice A. Gli autovalori sono le radici dellequazione
caratteristica: det(A I) = 0; cio:

2
0
3

= ( 3 ) (h ) ( 2 h )
det( A I ) = det 0
h
0

0
h + 2
0
Dato che si tratta di una matrice triangolare bassa, risulta det(A I) = 0 quando risulta nullo
il prodotto degli elementi posti sulla diagonale principale, cio quando soddisfatta la relazione:

(2 h ) (h ) (3 ) = 0
dalla quale si evincono le soluzioni seguenti:

(3 ) = 0
(h ) = 0
(2 h ) = 0

=3
=h
=2h

In virt della CONDIZIONE SUFFICIENTE affinch la matrice A sia diagonalizzabile che


esistano autovalori distinti la matrice A senzaltro diagonalizzabile se sono soddisfatte

h3
le condizioni che impongono tre autovalori distinti: h 2 h
3 2h

h3
h1
h 1

Sotto queste condizioni del parametro h, una matrice diagonale simile ad A la matrice che ha
lungo la diagonale principale gli autovalori di A; si ottiene, pertanto:

0
3 0

M= 0 h
0

0 0 2 h
Esaminiamo ora gli altri casi. Se h = 3, oppure h = 1, oppure h = 1, la matrice A(h) assume,
rispettivamente, le forme seguenti:

A( h = 3) = 0
0

2
3
0

0
1

A( h =1) = 0
0

2
1
0

0
1

A( h = 1) = 0
0

1 0
0 3

Per h = 3, la matrice A(h=3) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 1 e
lautovalore doppio 2 = 3, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile bisogna fare ricorso alla Condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve cio risultare soddisfatta la relazione seguente:

rango( A i I ) = ( n ri )
Nel caso specifico in esame, si ottiene:

0
0 2

rango ( A( h = 3) I )
= rango 0 0
0 = 2 ; ( n ri ) = (3 2) = 1
( = 3)
0 0 4

Poich risulta che:

rango ( A(h = 3) I )

] ( = 3) (n ri )

cio 2 1

la condizione necessaria e sufficiente affinch A(h = 3) sia diagonalizzabile NON soddisfatta.


Si conclude, pertanto, che per h = 3, la matrice A(h = 3) NON diagonalizzabile.

Per h = 1, la matrice A(h = 1) ha tre autovalori non distinti, cio: lautovalore semplice 1 = 3 e
lautovalore doppio 2 = 1, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Dato che gli autovalori non
sono distinti, al fine di stabilire se la matrice A diagonalizzabile bisogna fare ricorso alla
Condizione NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve, pertanto, risultare soddisfatta la relazione
seguente:

rango( A i I ) = ( n ri )
Nel caso specifico in esame, si verifica che:

2 2 0
rango ( A(h =1) I )
= rango[( A(h = 3) I ) = rango 0 0 0 = 1
( =1)

0 0 0

risulta, inoltre: (n ri) = 3 2 = 1


Poich risulta che:

rango ( A( h =1) I )
= (n ri )
( = 1)

cio 1 1

la condizione necessaria e sufficiente affinch A(h = 3) sia diagonalizzabile soddisfatta.


Si conclude, pertanto, che per h = 1, la matrice A(h = 1) diagonalizzabile.
Una matrice diagonale M simile ad A(h = 1) la matrice che ha lungo la diagonale principale
gli autovalori di A(h = 1); pertanto, si ottiene:

3 0 0
M ( h =1) = 0 1 0

0 0 1
Per h = 1, la matrice A(h=1) ha tre autovalori non distinti: lautovalore semplice 1 = 1 e
lautovalore doppio 2 = 3, ovvero con ordine di molteplicit r2 = 2. Poich gli autovalori non
sono distinti, per stabilire se la matrice A diagonalizzabile si deve fare ricorso alla Condizione
NECESSARIA E SUFFICIENTE. Deve cio risultare soddisfatta la relazione seguente:

rango( A i I ) = ( n ri )
Nel caso specifico in esame, si ottiene:

2 0
0

rango ( A(h =1) I )


= rango( A(h =1) 3I ) = rango 0 4 0 = 1
( = 3)

0 0
0

ed ancora: (n ri) = 3 2 = 1
Poich risulta che:

rango ( A(h =1) I )

] ( =3) = (n ri )

cio 1 = 1

la condizione necessaria e sufficiente affinch A(h = 1) sia diagonalizzabile soddisfatta.

Si conclude, pertanto, che per h = 1, la matrice A(h = 1) diagonalizzabile. Una matrice


diagonale M simile a A(h = 1) la matrice che ha lungo la diagonale principale gli autovalori
di A(h = 1); pertanto, si ottiene:

0 0
3

M ( h = 1) = 0 1 0

0 3
0
ESERCIZIO 7.:Si determini la matrice A associata alla applicazione lineare : 22,
sapendo che la ammette gli autovalori 1 = 1 e 2 = 2 a cui corrispondono,
rispettivamente, gli autovettori seguenti:

1
r
x1 =
2

2
r
x2 =
1

Dato che gli autovalori della matrice A, associata allapplicazione : 22 sono distinti, risulta
soddisfatta la CONDIZIONE SUFFICIENTE affinch la matrice A sia diagonalizzabile.
Inoltre, la matrice diagonale M, SIMILE alla matrice A associata allapplicazione : 22,
una matrice che ha gli elementi della diagonale principale costituiti dagli autovalori della matrice
A stessa. Gli autovalori sono: 1 = 1 e 2 = 2; pertanto, risulta ovvia la posizione seguente:

0 1
0
M = 1
=

0 2 0 2
La matrice diagonalizzante P costituita dai vettori colonna che definiscono gli autovettori della
matrice A associata allapplicazione e relativi ai rispettivi autovalori; , pertanto, possibile definire
la matrice P tramite la costituzione di seguito mostrata:
La similitudine fra la matrice
2 diagonale M e la matrice associata
1

1 2
r r

1 3
3 allapplicazione A, attesa la struttura
P = x1 x2 =
P =
2
1 della matrice diagonalizzante P,
2 1

richiede che risulti soddisfatta la


3
3 seguente relazione:

M = P 1 A P

Premoltiplicando ambo i membri della relazione fra le matrici, sopra riportata, per la matrice P
(moltiplicazione a sinistra), si ottiene la scrittura:

P M = P P 1 A P

ovvero

P M = I A P

P M = A P

Postmoltiplicando ambo i membri dellultima relazione scritta fra le matrici A, M e P, per la


matrice inversa P-1 (moltiplicazione a destra), si ottiene la scrittura:

P M P 1 = A P P 1

ovvero

P M P 1 = A I

La matrice A associata allapplicazione : 22 resta definita e costituita dalla scrittura seguente:

1
A = P M P 1 =
2

2 1
0 1 3
2 3



1 0 2 2 3 1 3

Svolgendo il prodotto righe per colonne fra le matrice indicate, si ottiene la relazione:

1
A =
2

4 1 3

2 2 3

1 8
2 3 3 3
=
1 3 2 4

3 3

2 4
+
3 3 = 9 3
4 2
6 3
+
3 3

6 3

6 3

In conclusione, la matrice A associata allapplicazione


: 22, assume la forma a lato riportata.

3 2
A =

2 2

ESERCIZIO 8.: Si determini se sono simili le matrici A e B di seguito riportate:

1 0 0
A = 0 1 0

1 0 5

5 0 0
B = 0 1 0

1 0 1

Ricordiamo che, in base alla definizione, due matrici quadrate A e B, dello stesso ordine n, si
dicono simili se esiste una matrice non singolare S, cio invertibile, tale che risulti:

B = S 1 A S
La matrice S si chiama anche matrice della trasformazione di similitudine, ovvero la matrice di
passaggio dalla A alla B. Si osservi che la relazione sopraccitata equivalente, moltiplicando ambo
i membri a sinistra per la matrice S stessa, alla relazione di seguito riportata:

S (S 1 A S ) = S B (S S 1 ) A S = S B A S = S B
Alla matrice S, che deve essere invertibile, viene richiesto di soddisfare la condizione definita dalla
relazione ora ricavata. La generica matrice S quadrata del terzo ordine (n = 3) sar cos costituita:

a b c
S = d e f

g h i
1 0 0 a b
0 1 0 d e


1 0 5 g h

La condizione AS = SB imposta alla matrice S, oltre alla succitata


necessit di essere NON SINGOLARE e, quindi, invertibile, al fine di
verificare se le matrici A e B sono simili, impone la seguente relazione
algebrica fra matrici:

c a b
f = d e

i g h

b
c 5a + c
a
d
e
f = 5d + f


a + 5g b + 5h c + 5i 5g + i

c 5 0 0
f 0 1 0

i 1 0 1
b
e
h

ovvero:

c
f

a cui corrispondono le seguenti relazioni da soddisfarsi contemporaneamente:

a = 5a + c
b=b
c=c
4a = c
d = 5d + f
e=e
f = f
4d = f
a + 5g = 5g + i b + 5h = h c + 5i = i
a=i

b=b
c=c
e=e
f = f
b = 4h 4i = c

Le relazioni afferenti gli elementi della matrice S introducono alcuni gradi di libert; in particolare,
si evince che sia lelemento e sia lelemento g possono assumere qualsiasi valore, invece la
scelta dei valori agli elementi a, d, ed h stabilisce il valore dei restanti elementi della matrice.
Quindi, esplicitate le seguenti arbitrarie posizioni:

a =1
i = a =1
1 -4 -4
d =1
b = 4 h = 4
, si ottiene:
, da cui: S = 1 0 -4
h =1
c = 4 a = 4

0 1 1
e=g=0
f = 4 d = 4
Verifichiamo che la matrice S ora determinata sia invertibile; si ottiene infatti det(S) = 4; inoltre :

0
4
1

S = inv(S) = 1 4 + 1 4 0

+ 1 4 1 4 1
-1

Per ulteriore conferma della validit dei risultati ottenuti per la matrice S verifichiamo la relazione:

B = S 1 A S .

A tale scopo, si ottiene, infatti, la seguente scrittura:

0
4 1 0 0 1 4 4 5 0 0
1

B = 1 4 + 1 4 0 * 0 1 0 * 1
0 4 = 0 1 0

1
1 1 0 1
+ 1 4 1 4 1 1 0 5 0
ESERCIZIO 9.: Si determini per quali valori del parametro reale k sono simili le matrici di
seguito riportate ed in caso affermativo determinare la matrice S di passaggio tale che risulti:

A = S 1 B S

0
1 0

A= k 2
1

1 1 k + 1

1 k 0
B = 0 3 0

0 2 k

Siano A e B sono due matrici quadrate di ordine n, si dice che la matrice B simile alla matrice A
se esiste una matrice di passaggio S non singolare tale che risulti:

A = S 1 B S

Lapplicazione del teorema di Binet, relativo al rango di una matrice, alla relazione scritta consente
di affermare quanto segue:

det(S 1 A S ) = det( B) det(S 1 ) det( A) det(S ) = det( B)


1

Ricordando che det( S ) = 1 det( S ) , si ottiene la condizione finale: det( A) = det( B)


Pertanto, non resta che procedere al calcolo dei determinanti delle due matrici ottenendo le relazioni
di seguito esplicitate:

1
det( A) = det k

1
1
det( B ) = det 0

0
2
1
k
3
2

0
1 = 2 (k + 1) 1 = 2 k + 2 1 = 2 k + 1

k + 1
0
0 = 3k

Affinch le due matrici A e B siano simili deve risultare soddisfatta la condizione:

det( A) = det( B ) 2 k + 1 = 3k

k =1

Si pu, pertanto, concludere da subito che le matrici A e B, per k 1, NON SONO SIMILI.
Quindi necessario studiare levento afferente a k = 1. In tale contesto le matrici A e B assumono la
forma di seguito riportata:

1 0 0
A = 1 2 1

1 1 2

1 1 0
B = 0 3 0

0 2 1

Si determinano, a questo punto, gli autovalori, sapendo che due matrici simili presentano gli stessi
autovalori, ovvero lo stesso polinomio caratteristico (
).
Si ottengono, pertanto, le relazioni seguenti:

0
1 0 0
1 0 0
1

det( A I ) = det 1 2 1 0 1 0 = det 1


2

1 1 2
1
0 0 1
1

= (1 )(2 ) 2 (1 ) = (1 )[(2 ) 2 1] =

0
1

= (1 ) (4 4 + 2 1) = (1 ) (3 4 + 2 ) =
= (1 ) (3 4 + 2 ) = (1 ) ( 1) ( 3) =
= ( 1) 2 ( 3)
1 1 0
1 0 0
1
det( B I ) = det 0 3 0 0 1 0 = det 0

0 2 1
0 0 1
0

= (1 ) 2 ( 3 ) = ( 1) 2 ( 3)

1
0
3
0

2
1

Dallanalisi dei risultati si evince che lautovalore 2 = 3 semplice e, pertanto, gode della
propriet di essere regolare. necessario ai fini della diagonalizzabilit delle matrici A e B
analizzare il caso dellautovalore 1 = 1, che presenta una molteplicit algebrica r1 = 2. A tale
riguardo indifferibile procedere al calcolo del rango delle due matrici di seguito riportate:

1
rango( A 1 I ) = rango 1

0
0
0 0 0

2
1
= rango 1 1 1 = 1

1
2 ( =1)
1 1 1

1
0
1
0 1 0
rango( B 1 I ) = rango 0
= rango 0 2 0 = 1
3
0

2
1 ( =1)
0
0 2 0
Atteso quanto premesso, risulta soddisfatta la condizione NECESSARIA E SUFFICIENTE per la
diagonalizzabilit delle due matrici A e B; infatti risultano verificate le condizioni imposta dalle
seguenti relazioni:

rango( A i I ) = (n ri ) 1 = 3 2
rango( B i I ) = (n ri ) 1 = 3 2

Le due matrici A e B possiedono entrambi tre autovalori regolari e, pertanto, risultano entrambe
diagonalizzabili e quindi simili alla medesima matrice diagonale e ,pertanto, simili fra loro.
In sintesi, le matrici A e B sono entrambe diagonalizzabili ed inoltre hanno lo stesso polinomio
caratteristico e, quindi, consegue che per k = 1 e solo per tale valore, le matrici A e B sono simili
in ossequio a quanto sancito dal teorema che recita cos come segue: se A e B sono due matrici
entrambe diagonalizzabili, esse sono simili se e solo se hanno lo stesso polinomio caratteristico.
Per quanto attiene la definizione della matrice S di passaggio, si deve ricordare la relazione:

A = S 1 B S S A = B S
Sia inoltre S la generica matrice di ordine tre caratterizzata dagli elementi appresso riportati:

a b c La condizione SA = BS imposta alla matrice S, oltre alla citata


necessit di ESSERE NON SINGOLARE e, pertanto, invertibile, allo
S = d e f scopo di rappresentare la matrice del passaggio fra le due matrici simili

g h i A e B, impone la seguente relazione algebrica fra le stesse matrici:


a b c 1 0 0 1 1 0 a b c
d e f 1 2 1 = 0 3 0 d e f , ovvero:

g h i 1 1 2 0 2 1 g h i
b+e c+ f
a + b + c 2b + c b + 2c a + d
d + e + f 2e + f e + 2 f = 3d
3e
3f

g + h + i 2h + i h + 2i 2d + g 2e + h 2 f + i
a cui corrispondono le seguenti relazioni da soddisfarsi contemporaneamente:

b+c=d
b+c=e b+c= f
e + f = 2d e = f
e= f
h + i = 2d h + i = 2e h + i = 2 f

d =e= f
a=
g=

Le relazioni afferenti gli elementi della matrice S introducono alcuni gradi di libert; in particolare,
si evince che sia lelemento a sia lelemento g possono assumere qualsiasi valore, invece la
scelta dei valori agli elementi d, e, ed f stabilisce il valore dei restanti elementi della matrice
atteso che essa deve essere NON singolare.
Si sceglie: a = g = 0, con laccortezza che sia d 0, al fine devitare una colonna di tutti zeri,
mentre si pone d =e = f = 1. In tale caso la matrice S, che deve avere det(S) 0 assume la forma
seguente:

0 b c
S = 1 1 1

0 h i

det(S ) = h c b i 0

h b

i c

Ricordando che le precedenti relazioni dedotte dalla condizione SA = BS impongono lessere:


b + c = f ed h + i = 2 f , al fine, quindi, di soddisfare la condizione det(S) 0 appare poi
utile la posizione seguente:
h = i = 1 b = 0, c = 1 Si ottiene cos la seguente conformazione per la matrice S:

0 0 1
S = 1 1 1

0 1 1

det( S ) = 1 S

0 1 1
= 1 0
1

0
1 0

Verifichiamo la correttezza del risultato conseguito per la matrice S prendendo atto che essa
1
soddisfa la relazione A = S BS. Si ottiene infatti:

0 1 1 1 1 0 0 0 1 1 0 0
1 0
1 0 3 0 1 1 1 = 1 2 1

0 0 2 1 0 1 1 1 1 2
1 0
144244
3 14243 14243 14243
B
S
A
S 1
1444444
424444444
3

S 1 B S
Tale verifica pu ottenersi rapidamente facendo ricorso al pacchetto applicativo MATLAB.

ESERCIZIO 10: Si considerino le matrici di seguito mostrate. Determinare, se esistono, valori


di k in modo che A e B siano simili. Trovare una matrice di passaggio P tale che A = P-1BP.
(Preappello del 6 febbraio 2008)

0
1 0
A = 0 k 1

1 k 1

1
1 0
B = 0 0
0

0 0 1

Due matrici simili hanno lo stesso determinante e lo stesso polinomio caratteristico, cio gli stessi
autovalori con la medesima molteplicit. A tale riguardo osserviamo che:

det( A) = k + k = 0 k

det( B) = 0

Sempre dallosservazione della matrice B si evince che trattasi di una matrice triangolare bassa e
che, pertanto, oltre che essere caratterizzata da det(B) = b11b22b33 = 0, possiede la propriet che gli
elementi della sua diagonale principale altro non sono che gli autovalori della matrice stessa.
Infatti, come verifica, si osserva che:

1
1 0
1 0 0
1

det( B I ) = det 0 0
0 0 1 0 = det 0

0 0 1
0 0 1
0

0
0

da cui, svolgendo i dovuti e necessari passaggi algebrici, si perviene alla seguente scrittura:

det( B I ) = (1 ) ( 1 ) = (1 ) (1 + )
Segue, cos, che la determinazione degli autovalori della matrice B resta affidata al verificarsi
della condizione det(B I) = 0; si ottiene, pertanto:

(1 ) (1 + ) = 0 1 = 0 2 = 1 3 = 1

Atteso che gli autovalori della matrice B sono tutti e tre semplici e, pertanto, tutti e tre regolari,
risulta soddisfatta la condizione necessaria e sufficiente affinch la matrice B sia diagonalizzabile.
Si deve, a questo punto, ricercare quali siano gli autovalori della matrice A.
A tale riguardo si ottiene:

0
1 0
1 0 0
1

det( A I ) = det 0 k 1 0 1 0 = det 0

1 k 1
0 0 1
0

0
k
k

0
1

La determinazione degli autovalori della matrice A afferisce alla condizione det(A I) = 0.


Pertanto:

det( A I ) = 0 (1 ) ( k ) ( 1 ) + k (1 ) = 0

da cui, svolgendo i dovuti e necessari passaggi algebrici, si perviene alle scritture che si riportano di
seguito:
2
2
3

(1 ) ( k ) + k k = 0 k k + k + k = 0

3 k2 + ( k 1) = 0 [2 k + ( k 1)] = 0
Ricordando che un prodotto nullo quando sono separatamente nulli i singoli fattori, si ottiene:
1 = 0 e 2 k + ( k 1) = 0 , ovvero risolvendo lequazione di 2 grado in si ha:

k ( k 2) k k + 2
=
=1
k k 4 ( k 1) k k 4 k + 4
2
2
=
=
=
k + ( k 2) k + k 2
2
2
=
2
2
2

2 , 3

Si pu pertanto concludere che gli autovalori della matrice A sono definiti dalle relazioni seguenti:

1 = 0; 2 = 1k ; 3 = (2 k 2) 2 = k 1
Segue con immediatezza che: A1 = B1 = 0 A2 = B 2 = 1
Poich due matrici simili, come gi detto, hanno gli stessi autovalori con la medesima molteplicit
algebrica, si deduce che gli autovalori della matrice A sono uguali agli autovalori della matrice
B allora e solo allora che risulta:

B 3 = A3 1 = k 1 k = 0

Attesi i risultati conseguiti si conclude che per K = 0 la matrice A presenta gli stessi autovalori della
matrice B e tali autovalori sono tutti e tre semplici cio regolari; pertanto soddisfatta la condizione
necessaria e sufficiente affinch la matrice A sia anchessa diagonalizzabile. Quanto asserito
implica che le matrici A e B risultano simili alla stessa matrice diagonale che presenta sulla
diagonale principale gli autovalori 1, 2 e 3, quindi, la matrice A simile alla matrice B.
Al fine della determinazione della matrice P di passaggio, in ossequio alla definizione di matrici
simili, dovr essere verificata limplicazione seguente:
1
1

A= P

B P

P A = P P B P

P A = B P

Sia inoltre P la generica matrice di ordine tre caratterizzata dagli elementi appresso riportati:
a b c La condizione PA = BP imposta alla matrice P, oltre alla gi citata
necessit di ESSERE NON SINGOLARE e, pertanto, invertibile, allo
P = d e f scopo di rappresentare la matrice del passaggio fra le due matrici simili

g h i A e B, impone la seguente relazione algebrica fra le stesse matrici:

0 1
a b c 1 0
d e f 0 0 1 = 0


g h i 1 0 1 0
a + c 0 b c a + g
d + f 0 e f = 0


g +i 0 hi g

0
1 a b
0
0 d e

0 1 g h
b + h c + i
0
0

h
i

c
f

, ovvero:

a cui corrispondono le seguenti relazioni da soddisfarsi contemporaneamente:

a + c = a + g 0 = b + h b c = c+i
a=
d =e=f
d+ f =0
0=0
e f = 0

b = h = 0 c = g = i 2
g + i = g
0 = h
h i = i
I risultati a cui si pervenuti individuano una matrice i cui elementi sono:
0
g Poich la matrice P deve essere invertibile, la determinazione degli
a
elementi della matrice P richiede assolutamente che sia det(P)0.
P = f f
f Ci implica che: det(P) = (2ag 2g) 0, cio g(2a + g) 0. Si

0 2 g perviene, pertanto, alle ovvie relazioni che di seguito si riportano:


g

f 0 g 0 2a + g 0

f 0 g 0 g 2 a

I gradi di libert afferenti gli elementi della matrice P, contestualmente alle condizioni richieste per
la NON SINGOLARIT della matrice P stessa, consentono, fra le varie scelte possibili, di ritenere
lecita la seguente posizione:
f = 1 g = 1 a = 1 Si perviene, cos, alla matrice P di passaggio di seguito riportata:

0
g 1 0
1
a

P= f f
f = 1 1
1

0 2 g 1 0 2
g

Verifichiamo la correttezza del risultato ottenuto per la matrice P prendendo atto che essa soddisfa
la relazione A = P1BP. Si ottiene infatti:

0
1 3 1 0
1 1
0 1 1 0
0
23
1 3 1 2 3 0 0

0 1 1 1 = 0 0 1

0 1 3 0 0 1 1
0 2 1 0 1
13
144424443 14243 144244
3 14243

1
B
P
A
P
144444444
42444444444
3

P 1 B P
Tale verifica pu ottenersi rapidamente facendo ricorso al pacchetto applicativo MATLAB tramite
le seguenti righe di codice digitate al prompt della MATLAB Command Window:

B=[1 0 1;0 0 0;0 0 -1];


P=[1 0 1;-1 -1 1;1 0 -2];
A=inv(P)*B*P

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