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Autovalori ed autovettori di una matrice

Orio Carlini
1. Autovalori ed autovettori di una rna trice A ( m, m)
Una matrice quadrata A( m, m) trasforma un generico vettore V in un altro vettore V' che,
in generale, non e parallel a a v.
Ad esempio, la matrice
A= [ ; -!]
(1)
trasforma il vettore V = [ ] nel vettore:
V' = AV = [ ; -! ] [ ] = [ ; ]
che, come si vede, non e parallelo al vettore V.
Viene spontaneo chiedersi se e possibile trovare un vettore X tale che, applicando ad
esso la trasformazione definita dalla matrice A, si ottenga un vettore para/lela a quello
dato, indicato con,\ X
AX= -\X (2)
cioe, nel caso in esame
(3)
In altre parole, tale che ogni componente del vettore risultato stia nel rapporto ,\ con la
componente omologa del vettore di partenza; di conseguenza, anche il modulo del vettore
risultato sia ,\ volte il modulo del vettore di partenza.
Dalla (2) si ha ,\ I X - A X = 0 , cioe
[-\I- A] X= 0 (4)
La (4) rappresenta un sistema omogeneo di equazioni algebriche lineari la cui matrice
dei coefficienti e la matrice [-\I- A] di dimensioni (m, m). Se il rango r di tale matrice
e uguale ad m (nel caso in esame 2), l'unica soluzione e la soluzione banale X = 0.
E' possibile ottenere soluzioni diverse da quella banale solo se il rango r della matrice
[-\ I - A] e minore di m , cioe se il determinante della matrice [-\ I - A] e uguale a zero.
Nel caso in esame se risulta
i" I- AI = I ,\- 1 1 I = 0 (5)
-2 ,\-4
La (5) da luogo all'equazione di secondo grado:
,\
2
- 5,\ + 6 = 0
I
che ammette le due radici At = 2 e A
2
= 3 che si chiamano autovalori della matrice A.
In generate, data una matrice A (m, m), i suoi autovalori sono le radici dell'equazione
algebrica di grado m nell'incognita A :
A- a
11 -atz -atm
lA! -AI=
-azt A- azz -az=
=0 (6)
-a=t -am2 A- a==
che viene generalmente chiamata equazione caratteristica della matrice A.
A ciascun autovalore Ai corrisponde un vettore soluzione Xi del sistema (4) al quale
si da il nome di autovettore della matrice A. E' da notare che l'autovettore Xi corrispon-
dente all'autovalore Ai e definito a meno di una costante moltiplicativa arbitraria.
Ad esempio, per l'autovalore At = 2 della matrice (1), il sistema (4) diventa
[ ~ ~ ] [ ~ ~ ] = [ ~ ]
e siccome la matrice dei coefficienti ha rango r = 1 , il sistema si riduce all 'unica equazione
xt + xz = o , cioe
Xz =- Xt
che ammette le infinite soluzioni X= [ Xt ] , tutte caratterizzate dal rapporto:
- Xt
xz = _
1
Xt
che nel piano (xt, x
2
) e l'equazione della retta passante per l'origine e di coefficiente an-
golare pari a -1.
In altre parole, come gia notato, l'autovettore e definito a meno di una costante molti-
plicativa arbitraria, che si puo scegliere liberamente. Ad esempio, assumendo che Xt = 1
(prima componente dell'autovettore uguale ad 1), l'autovettore risulta:
Xt = [ ~ ] (7)
Analogamente, nel caso dell'autovalore Az = 3, il sistema (4) diventa
che si riduce all'unica equazione 2 Xt + x
2
= 0 , cioe
Xz=-2Xt
che ammette le infinite soluzioni X= [ _
2
:: ] , tutte caratteriz:zate dal rapporto:
xz = _
2
Xt
che nel piano (xt, x
2
) e l'equazione della retta passante per l'origine e di coefficiente an-
golare pari a -2. Anche qui posso liberamente scegliere per l'autovettore X
2
la prima
2
componente uguale ad 1 ed avere:
(8)
Come si puo facilmente verificare, risulta effettivamente A X
1
= >.
1
X
1
[ -! ] [ ~ ] = [ _; ] = 2 [ ~ ]
[ -! ] [ ~ ] = [ _: ] = 3 [ ~ ]
Se gli elementi della matrice A sono reali, come nell'esempio e come avviene in gen-
erale nelle applicazioni, 1' equazione caratteristica (6) e una equazione algebrica a coeffi-
cienti reali e quindi, per una ben nota proprieta delle equazioni algebriche a coefficienti
reali, le sue radici (cioe gli autovalori della matrice A, possono essere semplici o multiple,
reali o complesse coniugate, rna in totale sono m.
Nell'esempio visto, i due autovalori risultavano distinti, cioe esistevano due radici sem-
plici dell' equazione caratteristica e per ogni autovalore siamo riusciti a determinare il cor-
rispondente autovettore. Questo vale in generale: se I' autovalore generico >.i e semplice
(cioe mo/teplicita J.li = 1) Ia matrice [>.i I- A] risulta avere rango r = m- 1 e quindi il
sistema (4) si riduce ad un sistema di m -1 equazioni in m incognite che da luogo ad oo
1
soluzioni, cioe all 'autovettore Xi che risulta definito a meno di una costante moltiplicativa
arbitraria.
2. II caso degli autovalori multipli
Se I' autovalore >.i e multiplo, con molteplicita J.L;, nulla si puo dire in generale circa il rango
r della matrice [>.;I- A]. Possiamo soltanto affermare che esso e sicuramente minore di
m (infatti il determinante della matrice [>.i I- A] e uguale a zero) e che per esso vale Ia
relazione:
r 2: m- J.l;
Si hanno quindi due casi distinti:
1. il rango r della matrice [>.i I- A] risulta uguale alia differenza tra l'ordine m della
matrice A ed il grado di molteplicita J.l.; dell'autovalore Ai , cioe
r= m- J.l; (9)
In tal caso e possibile determinare J.L; autovettori in corrispondenza dell'autovalore
multiplo >.;
2. il rango r della matrice [>.; I - A] risulta maggiore alia differenza tra I' ordine m della
matrice A ed il grado di molteplicita J.l.i dell'autovalore Ai , cioe
r > m- J.L; (10)
3
In tal caso none possibile detenninare lli autovettori in corrispondenza dell' autovalore
multiplo Ai e quindi, in definitiva, non e possibile detenninare m autovettori della
matrice A
Una matrice per Ia quale non sia possibile determinare un numero di autovettori uguale
all'ordine della matrice stessa e detta essere una matrice difettiva
4
Molteplicita degli autovalori e matrici difettive
Orio Carlini
1. Molteplicita degli autovalori e matrici difettive
1.1 Premessa
Data una matrice quadrata A di ordine m, supponiamo che Ia sua equazione caratteristica
JA.I -AI =0 (1)
abbia una radice multipla A.; di molteplicita pari a f.-l;, cioe che Ia matrice A abbia un auto-
valore multiplo A.; di molteplicita pari a f.-l; (con f.-l; ~ 2)
II rango r della matrice A.J- A, sicuramente minore dim in virtU della (1), risultera
compreso tra m - 1 e m - f.-l;
m- f.-l; Z r Z m-1 (2)
Indicato con v = m- r il grado di nul/ita (o degenerazione) della matrice (1), Ia (2)
puo anche scriversi
(3)
1.2 Definizione di matrice difettiva
Si dice difettiva una matrice quadrata A di ordine m per Ia quale non sia possibile trovare
J-li autovettori in corrispondenza di un autovalore multiplo A.; di molteplicita pari a J-li (con
J-li ~ 2).
1.3 Caso della degenerazione completa
Quando il rango r della matrice A.J - A e pari alia differenza tra I' ordine m della matrice
A e la molteplicita f.-l; dell' autovalore mu/tiplo Ai
r = rn- J-li
cioe, in termini di grado di nul/ita,
(4)
v ~ ~
ossia, come si dice, Ia degenerazione e completa, e possibile trovare f.-l; autovettori in
corrispondenza dell' autovalore multiplo A.;. In so stanza, la rna trice A, per quanta riguarda
/'autovalore multip/o A.;, none difettiva
1
1.4 Caso della degenerazione parziale
Quando il rango r della matrice .>.;I - A e compreso tra i limiti:
m- J.li < r z m-1
cioe, in termini di grado di nul/ita,
1 z 1/ < J.li
(6)
(7)
ossia, come si dice, Ia degenerazione e parziale, e possibile trovare solo v autovettori in
corrispondenza dell'autovalore multiplo Ai.di molteplicita J.li In sostanza, Ia matrice A, e
difettiva.
Siccome v, giusta Ia (7), puo valere al minimo 1, in corrispondenza di un autovalore
multiplo Ia matrice ammette almeno 1 autovettore
1.5 Conclusioni
Data una matrice quadrata A(m, m)
ad ogni autovalore (sia semplice che multiplo) corrisponde sicuramente 1 autovettore
ad ogni autovalore di mo/teplicita f.1 corrispondono v autovettori. Questa affermazione
contiene Ia precedente
Ia tabella che segue riassume quanto detto:
r v degenerazione degenerazione autovettori rna trice
m-1 1 semplice
m-2 2 doppia
m-3 3 trip/a
m-J.L f.1 pari a f.1
parziale
parziale
parziale
parzia/e
parziale
camp/eta
2
1 difottiva
2 difottiva
3 difottiva
difottiva
difottiva
f.1 non difottiva
Sistema di riferimento intrinseco di una matrice
Orio Carlini
1. Sistema di riferimento intrinseco di una matrice
Abbiarno visto come una matrice non difettiva A ( m, m) arnmetta m autovalori Ai (con-
tando le eventuali molteplicita) ed m autovettori Xi.
Ora, questi m autovettori sono linearmente indipendenti e quindi costituiscono un sis-
tema di riferimento (base). Qualunque vettore V nello spazio ad m dimensioni puo essere
espresso come una combinazione lineare degli autovettori della matrice A.
Si puo cioe porre:
m
V = L CiXi = c1X1 + c2X2 + ... + CmXm (I)
i=l
Nella (1), si ricorda, le ci (i = 1, 2, ... , m) sono le coordinate del vettore V nel sis-
tema di riferimento costituito dagli autovettori, mentre le c;X; (i = 1, 2, ... , m) sono le
componenti del vettore V secondo gli autovettori Xi (i = 1, 2, ... , m).
In termini di algebra delle matrici, indicata con Z Ia matrice di dimensioni ( m, m) le
cui m colonne siano costituite dagli m autovettori della matrice A :
Z = (Xt X2 ... Xm] (2)
ed indicato con C il vettore (costante) di dimensioni (m, 1):
Ia (1) si puo scrivere
V=ZC
Con riferimento alia matrice:
i cui autovalori ed autovettori sono:
Autovalori Autovettori
Xt = [ ~ ]
x2 = [ _; J
1
(3)
(4)
(5)
(6)
per il vettore:
v = [ ~ ]
risulta c
1
= 2 e c
2
= -1 e la ( 1) fornisce:
v = 2 X1- x2 = 2 [ - ~ J - [ - ~ J = [ J
Dalla (4) si ha infatti (si ricorda chela matrice Z none singolare):
e quindi:
C=[
1
-1
1
-2
C= z-
1
v
Avendo introdotto la matrice Z degli autovettori di cui alia (2), la relazione A Xi
(7)
(8)
>.i Xi che definisce l'autovettore i-esimo della matrice A, si puo scrivere per tutti gli
autovettori (i = 1, 2, ... , m) in una forma sintetica.
Indicata infatti con A Ia matrice diagonale i cui elementi siano gli autovalori della
matrice A:
A [X, X, ... X = ] ~ [.>.,X, .>.,X, ... -'-=Xm] ~ [ X X, ... Xm] [ .>.,
cioe
(9)
A Z = Z A (10)
Postmoltiplicando ambo i membri della (10) per z-
1
si ha la relazione:
A= Z A z-
1
(ll)
che permette di calcolare la matrice A che abbia autova/ori ed autovettori assegnati.
Abbiamo gia visto che gli autovettori di una matrice A ( m, m) costituiscono un sis-
tema di riferimento (base) nello spazio ad m dimensioni. Questo sistema di riferimento
e un sistema di riferimento particolare, cui si da il nome di sistema di riferimento
intrinseco della matrice A ed ha una caratteristica molto importante: in esso, le com-
ponenti di un vettore arbitrario V vengono modificate (da successive trasformazioni)
indipendentemente /'una da/1 'a/tra e l'indice di modificazione di ogni componente e
dato dall 'autovalore della rna trice corrispondente all' autovettore secondo cui e calcolata
la componente.
Infatti, dato un arbitrario vettore V, che nel sistema di riferimento intrinseco della rna-
trice Asia esprimibile mediante Ia (4), applicando ad esso Ia trasformazione definita dalla
2
matrice A si ottiene il vettore V'
V'=AV=AZC
da cui, tenuto conto della (10) si ha
V'=Z AC
dove
(12)
AC = l l (13)
AmCm
La (12) ci dice che, nel sistema di riferimento intrinseco della matrice A, Ia i-esima
coordinata del vettore V' si ottiene dalla i-esima coordinata del vettore V moltiplicandola
per I' autovalore Ai.
La (12) si puo anche scrivere:
V' = AJCl X1 + A.2c2X2 + ... + AmCmXm (14)
La (14) ci dice che Ia i-esima componente del vettore V' si ottiene dalla i-esima com-
ponente del vettore V moltiplicandola per l'autovalore Ai.
In altre parole, moltiplicare per A un vettore V equivale a moltiplicare Ia componente di
V secondo l'i-esimo autovettore peril corrispondente autovalore .Ai, indipendentemente
daDe altre componenti.
3

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