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Domanda 1 (6 pti)
Si enuncino il Teorema di Weierstrass e il Teorema degli Zeri nel caso di una
funzione f (x) definita da Rn a valori in R
Teorema di Weierstrass
Sia f : A ⊂ Rn → R una funzione continua su A.
Sia A un insieme compatto (chiuso e limitato).
Allora esistono massimo e minimo globali di f su A.
1
Teorema degli zeri
Sia f : A ⊂ Rn → R una funzione continua su A.
Sia A un insieme connesso per archi.
Se esistono due punti x1 , x2 : f (x1 ) · f (x2 < 0 allora esiste un punto x0 ∈ A :
f (x0 ) = 0
Esercizio 1 (6 pti)
Calcolare il rango della matrice
k −1 1
A = 3 −3 3k
1 −k k
Soluzione
Si tratta di una matrice quadrata. Cominciamo con il calcolare il determinante
della matrice. Risulta (scegliendo la prima riga).
−3 3k 3 3k 3 −3
detA = k
+ 1 + 1
=
−k k 1 k 1 −k
Per quanto visto prima sappiamo già che questa matriche non può avere rango 3
perchè il suo determinante è uguale a 0. Saremmo arrivati alla stessa conclusione
osservando che la matrice ha due righe uguali.
Osseriviamo che la matrice A(1) ha almeno rango 1, in quanto esiste almeno
un elemento, per esempio l’elemento di posizione a11 = 1, diverso da 0. Adesso
consideriamo le sottomatrici di ordine 2 che si ottengono orlando l’elemento a11 .
Sono
1 −1 1 −1 1 1 1 1
B1 = B2 = B3 = B4 =
3 −3 1 −1 1 1 3 3
2
Il determinante di tutte le quattro matrici è nullo in quanto una riga è uguale
o proporzionale all’altra. Quindi la matrice A(1) ha rango 1.
Per k = −1 la matrice A diventa:
−1 −1 1
A(−1) = 3 −3 −3
1 1 −1
Per quanto visto prima sappiamo già che questa matrice non può avere rango 3
perchè il suo determinante è uguale a 0. Saremmo arrivati alla stessa conclusione
osservando che la matrice ha due colonne proporzionali, la prima e la terza.
Osserviamo che la matrice A(−1) ha almeno rango 1, in quanto esiste almeno un
elemento diverso da 0, per esempio l’elemento a11 = −1. Adesso consideriamo
una prima sottomatrice di ordine 2 che si ottiene orlando l’elemento a11 , per
esempio
−1 −1
C=
3 −3
Si ha detC = 6 ̸= 0, quindi la matrice A(−1) ha rango 2. Riassumendo si avrà
per k ̸= ±1 r(A) = 3, per k = 1 r(A) = 1 e per k = −1 r(A) = 2.
Per k = 0 si ha:
0 −1 1
A(0) = 3 −3 0
1 0 0
Per calcolare l’inversa di A(0) calcoliamo innanzitutto il suo determinante.
Prendendo la terza riga si ha:
−1 1
detA = 1
= 1(0 + 3) = 3
−3 0
3
∞n−r = ∞3−1 = ∞2 soluzioni. Ovvero le soluzioni saranno dipendenti da 2
parametri. In particolare si ha:
x−y+z =0
3x − 3y + 3z = 0
x−y+z =0
Esercizio 2 (6 pti)
Studiare la seguente funzione e disegnarne il grafico:
3 − x2
f (x) =
ex
In particolare,
Soluzione
a. Il dominio della funzione è R, in quanto ex ̸= 0 ∀ x.
La funzione è positiva per 3 − x2 ≥ 0 (il denominatore non influisce sul
x
segno,
√ è sempre √ positivo in quanto e > 0 ∀ x). La soluzione è pertanto
− 3 ≤ x ≤ 3.
I limiti agli estremi del dominio sono:
3 − x2
−∞
lim = = −∞
x→−∞ ex 0+
Non c’è asintoto obliquo.
3 − x2
−∞ −1
lim = ∼ = 0−
x→+∞ ex +∞ +∞
4
b.
−2xex − ex (3 − x2 ) ex (x2 − 2x − 3)
f ′ (x) = 2x
=
e e2x
Quindi f ′ (x) ≥ 0 quando
x2 − 2x − 3 ≥ 0
ovvero per x ≤ −1 o x ≥ 3
che permette di concludere che x = −1 è punto di massimo locale, mentre
x = 3 è punto di minimo locale.
c. Per 0 < x < 1 la funzione è positiva. Pertanto il calcolo dell’area sottesa
al grafico della funzione si trova risolvendo
Z 1
3 − x2
O ex
3 − x2
Z Z Z
−x −x −x
= −e (3−x 2
)− −e (−2x)dx = −e (3−x 2
)−2 e−x xdx
ex
Concentrandoci sull’integrale, applichiamo nuovamente l’integrazione per
parti:
Z Z
e−x xdx = −e−x x − −e−x dx = −e−x x − (+e−x ) = −e−x x − e−x
Riunendo il tutto,
3 − x2
Z
= −e−x (3−x2 )−2[−e−x x−e−x ] = −e−x (3−x2 )+2e−x x+2e−x =
ex
5
3 − x2
Figure 1: Grafico della funzione f (x) =
ex
Esercizio 3 (4 pti)
Si stabilisca il carattere della seguente serie:
+∞ n
X 4n + 5
ln
n=0
3n + 1
Soluzione
Si veda esercizio in ANesercitazione220303.
Applichiamo il criterio della radice n-esima
s n
√ n 4n + 5 4n + 5 4n 4
n
an = ln = ln ∼ ln = ln
3n + 1 3n + 1 3n 3
e osservando che
4
0 = ln(1) < ln < ln(e) = 1
3
si conclude che la serie è convergente.
Esercizio 4 (6 pti)
Si calcolino i punti di massimo e minimo della funzione
f (x, y) = 3x2 + 4y 2 − 6x − 12
6
Soluzione
Risolviamo inizialmente il problema di ottimizzazione libera e controlliamo che
gli eventuali punti estremanti appartengano alla regione ammissibile, g(x, y) =
x2 + y 2 − 4 < 0.
Cominciamo con osservare che la funzione data f è continua e sempre derivabile
nel suo dominio, R2 .
Calcoliamo il ∇f e poniamo ciascuna derivata parziale uguale a zero, per cer-
care i punti stazionari. Osserviamo inoltre che, come già intuito, le derivate
parziali sono continue in tutto R2 , quindi la funzione è differenziabile in tutto il
dominio. Questo implica che i punti estremanti devono necessariamente essere
anche stazionari, come viene dimostrato dal teorema di Fermat.
fx′ = 6x − 6 =0
fy′ = 8y =0
I punti da escludere nello studio dei punti estremanti di L sono quelli che an-
nullano il ∇g, ovvero 2x = 0 e 2y = 0. L’unico punto coinvolto è dunque lo
(0, 0) che però non appartiene alla circonferenza (vincolo), quindi non influisce
sul resto dell’analisi.
Procediamo con l’ottimizzazione libera sulla funzione Lagrangiana. Calcoliamo
il suo gradiente e annulliamolo.
Lx = 6x − 6 − 2λx = 0
Ly = 8y − 2λy =0
Lλ = 4 − x2 − y 2 = 0
7
Per risolvere il sistema e trovare i punti stazionari della lagrangiana partiamo
dalla seconda equazione e troviamo che
6x − 6 − 2λx = 0
2y(4 − λ) =0
4 − x2 − y 2 = 0
il che implica che le due soluzioni che annullano la seconda equazione sono
y = 0 e λ = 4. Combinando queste soluzioni con le due equazioni rimanenti,
otteniamo:
y=0
6x − 6 − 2λx =0
x2 = 4, x = ±2
y=0 y=0
6(2) − 6 − 2λ(2) = 0, λ = 23 6(−2) − 6 − 2λ(−2) = 0, λ = 92
x=2 x = −2
e
λ=4
6x − 6 − 8x = 0, x = −3
4 − 9 − y 2 = 0, y 2 = −5 impossibile
3
In conclusione abbiamo ottenuto 2 punti stazionari e anche estremanti: 2, 0, ,
2
9
− 2, 0, . Essendo il vincolo un insieme compatto (chiuso e limitato), applic-
2
chiamo il teorema di Weierstrass per stabilire la natura dei punti estremanti:
f (2, 0) = 12 + 0 − 12 − 12 = −12
f (−2, 0) = 12 + 0 + 12 − 12 = 12
Esercizio 5 (5 pti)
Determinare le soluzioni del problema di Cauchy:
( y
y′ + = 4t2
t
y(−1) =0
Soluzione
Controlliamo le condizioni di buona posizione del problema di Cauchy per garan-
tire che la soluzione esista unica. Innanzitutto mettiamo in evidenza la funzione
associata alla derivata prima di y,
y
y ′ = − + 4t2
t
8
y
quindi f (t, y) = − + 4t2 è continua ovunque tranne per t = 0. Per cui la
t
soluzione esiste ovunque tranne in t = 0. Inoltre,
1
f (t, y)′y = −
t
che di nuovo è definita e continua tranne in t = 0. Per cui la soluzione del
problema di Cauchy esiste unica in (−∞, 0) ∪ (0, +∞).
Osservando la condizione iniziale data per t = −1 sappiamo che noi saremmo
interessati a cercare la soluzione solo nell’intorno del punto dato, dunque per
t < 0, ovvero in (−∞, 0).
Ritorniamo ora all’equazione differenziale ordinaria. Si osserva che è un’EDO
lineare, del tipo y ′ + a(t)y = b(t), dove
a(t) = 1t
b(t) = 4t2