1
1.1
Sia U un aperto di R3 e U R una funzione di classe C 1 (U ). Consideriamo linsieme M = {X R3 | g(X) = 0} Facciamo lipotesi che g(p) = 0 (1.2) per ogni punto p = (x, y, z) M . Diremo allora che M ` una variet` di dimensione due, o e a una supercie. Ad esempio, se g(X) = x2 +y 2 +z 2 1, la supercie M ` la sfera unitaria di centro lorigine. e Se g(X) = x + y z + 2, la supercie ` un piano. e Lipotesi di regolarit` g(p) = 0 (per ogni p M ) assicura che in ogni punto p M esiste a il piano tangente a M . Tale piano, denotato Tp M o Mp , ` costituito da tutti i vettori di R3 e spiccati dal punto p M e ortogonali al vettore gradiente g(p). Un modo equivalente, ma pi` intrinseco, di vedere il piano tangente Tp M ` il seguente. Sia I M , t C(t), una u e qualunque curva liscia su M , denita su un intervallo I di R contentente il numero 0, tale che C(0) = p. Per denizione, il vettore velocit` di C allistante t = 0 ` a e C (0) = lim C(t) C(0) t0 t (1.3)
C
(1.1)
Il piano tangente Tp M ` allora costituito da tutti i possibili vettori velocit` C (0) di curve e a parametrizzate C(t) su M che passano per p allistante t = 0. Sia U R una funzione di classe C 1 . Vogliamo trovare i punti di massimo locale e i punti di minimo locale di f sulla supercie M . Un punto p M si dice punto di massimo locale di f su M se vale la seguente propriet`: esiste un intorno W di p in R3 tale che per a ogni punto X W M si ha f (p) f (X) (1.4) Analoga ` la denizione di punto di minimo di f su M . e Teorema 1.1 (Moltiplicatori di Lagrange) Supponiamo che p M sia punto di minimo o di massimo locale per la funione f sulla supercie M . Allora il gradiente f (p) ` ortogonale e alla supercie M nel punto p, ossia f (p) ` multiplo del gradiente g(p). Questo equivale e a dire che esiste un numero per il quale vale f (p) = g(p) Il numero si dice moltiplicatore di Lagrange. Dimostrazione. Si deve dimostrare che il vettore f (p) ` ortogonale a ogni vettore v che e appartiene al piano tangente Mp . Sia dunque v un qualunque vettore di Mp e sia C(t), t I, 1 (1.5)
f
una curva parametrizzata su M (cio` con C(t) M per ogni t), che allistante t = 0 passa e per p con velocit` v: a C(0) = p C (0) = v (1.6) Siccome, per ipotesi, p ` un punto di minimo (o di massimo) di f su M , la funzione di una e variabile f (C(t)) ha un minimo (locale) in t = 0. Dunque la sua derivata si annulla in 0: d dt f (C(t)) = 0 (1.7)
t=0
Ma la derivata di questa funzione composta ` data dal prodotto scalare del gradiente di f e con il vettore velocit` C (t): a d f (C(t)) = ( f )(C(t)) C (t) dt Pertanto per t = 0 si ha 0= d dt
t=0
(1.8)
(1.9) 2
Si pu` leggere il teorema in questi termini: o Se X M ` un punto di minimo o di massimo di f su M , allora deve esistere un numero e (moltiplicatore di Lagrange) per il quale sono soddisfatte le seguenti equazioni: f (X) = g(X) g(X) = 0 (1.10)
La prima equazione dice che il vettore f (X) ` ortogonale a M nel punto X e la seconda e che X appartiene alla supercie (al vincolo) M . Tutto quanto ` stato detto nora vale anche nello spazio R2 . In tale caso, abbiamo una fune zione g = g(x, y) denita su un aperto U di R2 , chiamiamo M la curva (variet` di dimensione a uno) denita da M = {X R2 | g(X) = 0} (1.11) Naturalmente supporremo che che g(p) sia non nullo per ogni p in M , in modo che esista la retta tangente a M in ogni suo punto. Tale retta tangente ` ovviamente la retta passante e per p e ortogonale al vettore g(p).
1.2
Il metodo dei moltiplicatori di Lagrange vale anche in presenza di pi` vincoli. Siano g1 , ..., gh u funzioni reali di classe C 1 denite su Rn . Supponiamo h < n. Chiamiamo M linsieme dei punti di Rn sui quali tutte le funzioni gj (j = 1, ..., h) si annullano: M = {X Rn | g1 (X) = ... = gh (X) = 0} (1.12)
Supponiamo inoltre che i gradienti g1 (p), ...., gh (p) siano linearmente indipendenti in ogni punto p che appartiene a M . Sotto questa condizione di regolarit`, in ogni punto p di M a si pu` denire lo spazio tangente Mp , che risulta essere uno spazio vettoriale di dimensione o 2
n h. (Si tratta dello spazio vettori di Rn uscenti da p e ortogonali a g1 (p), ...., gh (p)). Diremo allora che M ` una variet` di dimensione n h. Esattamente come nel teorema 1.1, e a si dimostra quanto segue: Se X M ` un punto di minimo o di massimo locale per la funzione Rn R (di classe e 1 ) sulla variet` M , allora esistono h numeri , ..., (detti moltiplicatori di Lagrange) per C a 1 h i quali valgono le equazioni: h f (X) = i gi (X) i=1 g1 (X) = 0 (1.13) g2 (X) = 0 ............ gh (X) = 0 La prima equazione dice che X sta sulla variet` M . a f (X) ` ortogonale a M nel punto X, mentre lultima dice che e
f
A questo risultato si pu` dare uninteressante interpretazione meccanica. Supponiamo di o cercare i punti di equilibrio di un punto materiale p vincolato a stare sulla variet` M , di a equazioni g1 (X) = ... = gh (X) = 0 (1.14) Possiamo pensare che il punto p sia soggetto simultaneamente a h vincoli, rispettivamente di equazioni g1 (X) = 0, ...., gh (X) = 0. Supponiamo che sul punto agisca una forza conservativa di potenziale f , vale a dire una forza data da f . In base ai principi della statica, possiamo eliminare il vincolo g1 = 0, a patto di introdurre unaltra forza, detta reazione vincolare, che agisce ortogonalmente al vincolo g1 = 0, cio` una forza del tipo 1 g1 . In modo analogo e si possono eliminare tutti gli altri vincoli, pur di aggiungere le relative reazioni vincolari, che sono del tipo 2 g2 ... h gh . Lequilibrio si raggiunge quando la somma delle forze che agiscono sul punto ` nulla, cio` quando e e f 1 g1 ... h gh = 0 (1.15)
1.3
Esercizi
Esercizio 1.2 Trovare i punti di massimo, i punti di minimo, il valore massimo e il valore minimo della funzione f (x, y) = xy sulla circonferenza S 1 di equazione x2 + y 2 1 = 0. Soluzione. Sicuramente esistono almeno un punto di massimo e almeno un punto di minimo, perch f (x, y) = xy ` continua e S 1 ` un compatto. Anzi, siccome la forma quadratica e e e f (x, y) = xy assume lo stesso valore in punti antipodali su S 1 (cio` f (x, y) = f (x, y)), i e punti di massimo vengono in coppia (e analogamente i punti di minimo). Primo metodo. Usiamo il metodo dei moltiplicatori di Lagrange. Notiamo che il gradiente di x2 + y 2 1 ` (2x, 2y), sempre diverso da zero su S 1 . Troviamo i punti stazionari della e lagrangiana L(x, y, ) = xy (x2 + y 2 1) ossia i punti (x, y, ) nei quali il gradiente di L si y 2x x 2x 2 x + y2 1 3 annulla. Il sistema da risolvere ` e = 0 = 0 = 0 (1.16)
(Si noti che deve essere x = 0. Infatti, x = 0 implica y = 0, e quindi la terza equazione del sistema non ` soddisfatta. Analogamente, si deve avere y = 0). Allora x2 = y 2 . Sostituendo e nellequazione del vincolo x2 + y 2 1 = 0 si ottengono i quattro punti 1 1 1 1 1 1 1 1 A = ( , ) A = ( , ) B = ( , ) B = ( , ) 2 2 2 2 2 2 2 2 (In questo caso, per risolvere il sistema, non ` necessario trovare esplicitamente i valori di ). e 1 Si ha f (A) = f (A ) = 2 e f (B) = f (B ) = 1 . Quindi A e A sono punti di massimo e B, 2 B sono punti di minimo. Il valore massimo ` 1 e il valore minimo ` 2 . e 2 e 1 Secondo metodo. La funzione f (x, y) = xy ` una forma quadratica (cio` un polinomio e e omogeneo di secondo grado). La matrice simmetrica associata a f ` e A= 0
1 2
1 2
(1.17)
1 1 Gli autovalori di A sono 1 = 1 e 2 = 2 . Il massimo degli autovalori (cio` 1 = 2 ) ` e e 2 1 , mentre il minimo autovalore ( = 1 ) ` il valore il massimo valore che f assume su S e 2 2 minimo di f su S 1 . I relativi autospazi, soluzioni dei sistemi AX = 1 X e AX = 1 X, sono 2 2 rispettivamente le rette di equazione:
x+y =0
(1.18)
1 1 1 1 A = ( , ) A = ( , ) 2 2 2 2
(intersezioni della retta x y = 0 con S 1 ) sono punti di massimo. Analogamente, gli autovettori unitari 1 1 1 1 B = ( , ) B = ( , ) 2 2 2 2 (intersezioni della retta x + y = 0 con S 1 ) sono punti di minimo. Esercizio 1.3 Tra tutti i parallelepipedi rettangoli di assegnata supercie totale, trovare quello (se esiste) di volume massimo. Soluzione. Si tratta di rendere massima la funzione f (x, y, z) = xyz sullinsieme T = {(x, y, z) R3 | x 0, y 0, z 0, xy + xz + yz = a2 } (1.19)
dove a ` un numero positivo assegnato. A priori, non ` evidente che la funzione f debba e e assumere un valore massimo su T , che non ` compatto (perch non ` limitato). Possiamo per` e e e o ragionare nel modo seguente. Quando il punto (x, y, z) tende allinnito, sempre restando su T , il valore f (x, y, z) = xyz tende a zero. Infatti, dallequazione di T si ricava xy a2 xz a2
e quindi
a2 a2 a4 = x x x Dunque xyz tende a zero, quando (x, y, z) va allinnito, stando sullinsieme T . Quindi esiste una sfera (piena) B centrata nellorigine (e di raggio abbastanza grande) tale che nei punti di T che si trovano al di fuori di B, sicuramente f non assume il valore massimo. La parte di T che ` contenuta in B ` un compatto, sul quale f assume il valore massimo. Tale valore e e massimo non pu` essere raggiunto nei punti in cui una delle tre variabili ` nulla, perch in o e e tali punti f vale zero. Dunque il valore massimo esiste e viene raggiunto in punti di T con le coordinate positive. In tali punti il gradiente di g(x, y, z) = (yz, xz, xy) non ` nullo, e e quindi si applica il metodo dei moltiplicatori di Lagrange. Quindi non resta che trovare i punti stazionari della lagrangiana f (x, y, z) = xyz x L(x, y, z, ) = xyz (xy + xz + yz a2 ) Uguagliando a zero il gradiente di L, si ottiene il sistema: = 0 yz (y + z) xz (x + z) = 0 = 0 xy (x + y) xy + xz + yz a2 = 0 Allora = 0, perch xyz = 0. Dalle prime due equazioni si ricava e y+z y = x x+z Di qui yz = xz, ossia y = x. Per simmetria, si deve avere anche x = z. Allora le soluzioni del sistema hanno x = y = z. Sostituendo nellultima equazione, si ha 3x2 = a2 . Quindi esiste a o un unico punto stazionario di L su T , di coordinate x = y = z = , che non pu` che essere 3 il punto di massimo del quale abbiamo dimostrato lesistenza. Dunque il parallelepipedo cercato ` il cubo. e Si noti che dallargomentazione svolta segue anche che non esiste il parallelepipedo (non degenere) che realizzi il volume minimo. (Questo si pu` facilmente dimostrare in modo pi` o u diretto). Esercizio 1.4 Sia X0 = (x0 , y0 , z0 ) un punto ssato, diverso dallorigine, in R3 . Trovare sulla sfera S 2 di equazione x2 + y 2 + z 2 1 = 0 il punto pi` vicino a X0 e il punto pi` lontano u u da X0 . (La risposta ` ovvia. La si trovi con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange). e Soluzione. Si tratta di trovare i punti di massimo e di mnimo della funzione f (x, y, z) = (x x0 )2 + (y y0 )2 + (z z0 )2 sulla variet` a g(x, y) = x2 + y 2 + z 2 1 = 0 Il sistema da risolvere ` e x x0 y y0 z z0 2 x + y2 + z2 1 5 = = = = x y z 0
(di ovvia interpretazione geometrica) che sono, rispettivamente, il punto pi` vicino e quello u pi` lontano. u Esercizio 1.5 Una ditta deve spendere una cifra di denaro pari a 90 per acquistare delle macchine di tipo A al prezzo di 3 luna e delle macchine di tipo B al prezzo di 5 luna. Supponiamo che acquisti x macchine A e y macchine B. Per avere la massima utilit`, il a prodotto xy deve essere massimo. Quante macchine di ogni tipo deve acquistare? Nota: La funzione f (x, y) (nel nostro esempio f (x, y) = xy) che fornisce lutilit` che a deriva dalla vendita di x unit` di una merce e di y unit` di unaltra, ` detta dagli economisti a a e funzione di utilit`. a Soluzione. Si deve rendere massima la funione f (x, y) = xy, soggetta al vincolo g(x, y) = 3x + 5y 90 = 0 Si ha f (x, y) = (y, x) g(x, y) = (3, 5) Il massimo si ha in corrispondenza dei valori di per i quali (y, x) = (3, 5) ossia y = 3 x = 5 Sostituendo nellequazione del vincolo 3x + 5y 90 = 0, si ha = 3. Pertanto il punto di massimo ` (5, 3) = (15, 9). La risposta ` che la ditta deve comprare 15 macchine del tipo e e A e 9 del tipo B. Esercizio 1.6 Trovare la distanza pi` breve tra un punto dellellisse g(x, y) = x2 + 4y 2 = 4 u e la retta f (x, y) = x + y 4 = 0. Soluzione. (Cenni). Se (x1 , y1 ) sullellisse e (x2 , y2 ) sulla retta sono punti che realizzano la distanza minima, allora g(x1 , y1 ) sar` parallelo a f (x2 , y2 ): a g(x1 , y1 ) = f (x2 , y2 ) Ma g(x1 , y1 ) = (2x1 , 8y1 ) e f (x2 , y2 ) = (1, 1). Quindi si deve avere 2x1 = 1 8y1 = 1