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Università del Salento

C.d.L. in Ingegneria Industriale


Prova Scritta di Geometria e Algebra
11.01.2023
Inizio ore 9:00 - Durata 2 ore

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Quesiti
Quesito 1 (2 punti) Una matrice quadrata A di ordine 4 ha 1 e −1 come autovalori
reali. Stabilire quale tra i seguenti non può essere il polinomio caratteristico di A:
□ t4 − 2t3 + 2t − 1.
□ t4 + 2t3 − 2t − 1.
■ t4 − 2t3 + 2t2 − 2t + 1.
□ t4 − 2t2 + 1.
□ t4 + t2 − 2.

Soluzione. Siccome 1 e −1 sono autovalori di A, essi sono radici del polinomio


caratteristico di A. Allora t4 −2t3 +2t2 −2t+1 non può essere il polinomio caratteristico
di A essendo l’unico tra i polinomi dati a non avere −1 come radice.

Quesito 2 (2 punti) Sia f : R3 −→ R3 un endomorfismo che è rappresentato rispetto


alla base canonica da una matrice antisimmetrica. Stabilire quale delle seguenti affer-
mazioni è vera.
□ L’endomorfismo f è sempre iniettivo.
□ dim Im(f ) > 1.
■ dim Im(f ) < 3.
□ dim Im(f ) = 2.
□ Se f non è suriettivo allora dim ker(f ) = 1.

Soluzione. Il determinante della matrice associata è necessariamente nullo. Infatti,


det(A) = det At = (−1)3 det(A) = − det(A) e quindi det(A) = 0. Pertanto, f non è
suriettivo.

Quesito 3 (2 punti) Sia V uno spazio vettoriale reale di dimensione n e siano U, W


due sottospazi di V di dimensioni rispettivamente p e q tali che p + q = n. Stabilire
quale delle seguenti affermazioni è vera.
n−
→o n− →o
□ Se U ̸= 0 allora U ∩ W = 0
□ U +W =V.
□ U ̸= W .
n−
→o
■ Se V = U + W allora U ∩ W = 0 .
□ Se V = U ⊕ W allora deve essere necessariamente p = q.

1
Soluzione. Dalla formula di Grassmann dim(U ∩ W ) = p + q − dim(U + W ) = 0.

Quesito 4 (2 punti) Sia GL(n) ⊂ Rn,n il sottoinsieme delle matrici invertibili (non
singolari). Stabilire quale delle seguenti affermazioni è vera.
□ Se A ∈ GL(n) allora λA ∈ GL(n) per ogni λ ∈ R.
□ Se A, B ∈ GL(n) allora A + B ∈ GL(n).
■ Se A ∈ GL(n) allora A3 ∈ GL(n).
□ In ∈
/ GL(n).
□ Se A ∈ GL(n) e B ∈ Rn,n è una matrice quadrata allora AB ∈ GL(n).

Soluzione. Se det A ̸= 0 allora det(A3 ) = (det A)3 ̸= 0.

Quesito 5 (2 punti) Sia A la matrice associata ad una forma bilineare e simmetrica


ϕ di R6 rispetto alla base canonica. Se i determinanti dei minori principali di A sono
tutti uguali, allora stabilire quando ϕ è un prodotto scalare:
■ a11 = 1.
□ a11 = 1 e a22 = 1.
□ aii = (−1)i , dove i = 1, ..., 6.
□ a22 = 0 e aii < −1 per i ̸= 2.
□ a22 = 1 e aii = 0 per i ̸= 2.

Soluzione. Siccome i determinanti dei minori principali di A sono tutti uguali, e


quindi uguali ad a11 , allora la forma bilineare e simmetrica ϕ è definita positiva, e
quindi è un prodotto scalare, se e solo se a11 > 0 per il Criterio di Sylvester (N.B. la
(2) non è vera. Infatti, una qualsiasi matrice simmetrica reale tale che a11 = a22 =
a12 = a21 = 1 è tale che il minore principale di ordine 2 ha determinante nullo).

Esercizi

Esercizio 1 (4+4+2 punti) Si consideri l’endomorfismo f : R3 −→ R3 dipendente


dal parametro reale k, definito dalla matrice
 
k−1 0 1
A= 0 k k ,
k−2 0 k−1

rispetto alla base canonica.


1. Si determinino i valori del parametro k per i quali l’endomorfismo f è semplice.
2. Per k = 5 si trovi una base di autovettori per f e le corrispondenti matrici
diagonali e diagonalizzanti.
3. Calcolare la dimensione dell’immagine di f nel caso in cui sia k = −1.

Svolgimento. 1. Calcoliamo il polinomio caratteristico.



k−1−t 0 1
= (k − 1 − t)2 (k − t) − (k − 2)(k − t)

Pf (t) = 0 k−t k
k−2 0 k−1−t
= (k − t)[(k − 1 − t)2 − (k − 2)].

2
Le radici del polinomio caratteristico si ottengono dalle radici delle due equazioni:
k−t=0 e (k − 1 − t)2 − (k − 2) = 0.
Per la prima abbiamo λ1 = k, mentre per la seconda osserviamo che (k − 1 − t)2 =
k − 2 ≥ 0. Quindi la seconda equazione
√ √ se e solo se k ≥ 2. In questo
ha radici reali
caso le radici sono λ2 = k − 1 − k − 2 e λ3 = k − 1 + k − 2. In definitiva il polinomio
caratteristico di f ha tutte le radici reali se e solo se k ≥ 2.
Discutiamo le molteplicità di tali autovalori.

λ1 = λ2 : non si verifica mai perché implica 1 = − k − 2.
√ √
λ2 = λ3 : si verifica se e solo se k − 1 − k − 2 = k − 1 + k − 2 ovvero per k = 2.

λ1 = λ3 : si verifica se e solo se k = k − 1 + k − 2 (con k ≥ 2); quindi se e solo se
k = 3.
λ1 λ2 λ3
λ1 mai 3
λ2 mai 2
λ3 3 2

Segue dal ragionamento precedente che per k ≥ 2 con k ̸= 2 e k ̸= 3 l’endomorfismo è


semplice perché il polinomio caratteristico ha tutte le radici reali e distinte. Restano
da discutere gli altri casi che esaminiamo uno per uno.
k = 2:
Si ha λ1 = 2 e λ2 = λ3 = 1. Quindi ma (1) = 2 mentre per la molteplicità
geometrica
 
0 0 1
mg (1) = 3 − rg(A2 − I3 ) = 3 − rg  0 1 2  = 1,
0 0 0
dove A2 indica la matrice A nel caso in cui k = 2. In questo caso f non è
semplice perché la molteplicità algebrica e quella geometrica dell’autovalore 1
sono diverse.
k = 3:
si ha λ2 = 1 e λ1 = λ3 = 3, quindi ma (3) = 2. Per la molteplicità geometrica:
 
−1 0 1
mg (3) = 3 − rg(A3 − 3 I3 ) = 3 − rg  0 0 3  = 1.
1 0 −1
Quindi anche in questo caso l’endomorfismo non è semplice perché ha (almeno)
un autovalore con molteplicità algebrica e geometrica differenti.
Riepilogando, f è semplice se e solo se k > 2, k ̸= 3.

2. Per k = 5 abbiamo  
4 0 1
A5 =  0 5 5 
3 0 4
√ √
con autovalori: λ1 = 5, λ2 = 4 − 3 e λ3 = 4 + 3. Determiniamo gli autospazi:
ˆ R3 (5) è lo spazio delle soluzioni del sistema lineare (A5 − 5 I3 )X = 0 ovvero

 −x + z = 0 
x=0
5z = 0 =⇒
z=0
3x − z = 0

Quindi R3 (5) = L((0, 1, 0)).

3
√ √
ˆ Analogamente R3 (4− 3) si determina risolvendo il sistema (A5 −(4− 3) I3 )X =
0 quindi: √
 √ 
 3x √ +z =0  x = − 3z

(1 + √3)y + 5z = 0 =⇒ 3 √

3x + 3z = 0  y = 5 − 5 3z

2
√ √ !!
√ 3 5−5 3
Ne segue che R3 (4 − 3) = L − , ,1 .
3 2
√ √
ˆ R3 (4+ 3) è lo spazio delle soluzioni del sistema lineare (A5 −(4+ 3) I3 ))X = 0,
allora:

√ √

 z − √3x = 0
!!
3
√ 3 5+5 3
(1 − √3)y + 5z = 0 =⇒ R (4 + 3) = L , ,1 .
3 2
3x − 3z = 0

Di conseguenza le matrici diagonali e diagonalizzanti sono rispettivamente:


 √ √ 
3 3

5 0√ 0

 0 −
3√ 3√ 
D = 0 4− 3 0√  , P =  5 − 5 3 5 + 5 3 .
 
 1
0 0 4+ 3

2 2
0 1 1

Queste matrici soddisfano l’identità P −1 AP = D.


3. La matrice associata ad f nel caso k = −1 risulta:
 
−2 0 0
A−1 =  0 −1 −1 
−3 0 −2

che ha rango massimo: rg A−1 ) = 3. Infatti il determinante è pari a −7 ̸= 0. In questo


caso abbiamo dim Im(f ) = 3. Osserviamo che il determinante della matrice associata
si può anche calcolare valutando Pf (t) per k = −1 in t = 0.

Esercizio 2 (3+3+4 punti) In R4 munito del prodotto scalare standard, sia U il


sottospazio definito dalle equazioni x1 − x2 + x4 = 0, 3x1 + x2 − x3 + 2x4 = 0 e
x1 + 3x2 − x3 = 0.
1. Si determini una base di U e una di U ⊥ .
2. Dato il vettore ⃗v = (2, 1, −2, 3) si trovino due vettori ⃗ u′ ∈ U ⊥ tali che
u∈U e⃗
⃗v = ⃗
u+⃗u′ .
3. Dati i vettori ⃗c = (5, −3, 9, 1) e w ⃗ = (1, 2, 1, −1), si determini, se esiste,
l’equazione cartesiana di un sottospazio 3-dimensionale W di R4 tale che w ⃗
sia la proiezione ortogonale di ⃗c su W .

Svolgimento. 1. Siccome

 x1 − x2 + x4 = 0
U: 3x1 + x2 − x3 + 2x4 = 0
x1 + 3x2 − x3 = 0

risolvendo il sistema si ricava



x1 = x2 − x4
U:
x3 = 4x4 − x4

4
quindi una base di U è BU = {⃗ u2 }, dove ⃗
u1 , ⃗ u2 = (−1, 0, −1, 1).
u1 = (1, 1, 4, 0) e ⃗
Si noti che U ⊥ è l’insieme dei vettori ortogonali sia a ⃗ u1 che a ⃗
u2 . Quindi

x1 + x2 + 4x3 = 0
U⊥ :
−x1 − x3 + x4 = 0

una cui base è BU ⊥ = {⃗ u′1 , ⃗


u′2 }, dove ⃗ u′1 = (1, −1, 0, 1) e ⃗ u′2 = (0, −4, 1, 1).
2. Per determinare la decomposizione ⃗v = ⃗ u+⃗ u′ si può utilizzare Gram-Schmidt,
tuttavia è preferibile, per un minor numero di conti, determinare ⃗v = (2, 1 − 2, 3) come
combinazione lineare dei vettori ⃗ u1 , ⃗ u′1 , ⃗
u2 , ⃗ u′2 . Quindi risolvendo il sistema

⃗v = α1 ⃗
u1 + α2 ⃗ u′1 + β2 ⃗
u2 + β1 ⃗ u′2

ovvero 

 α1 − α2 + β1 = 2
α1 − β1 + 4β2 = 1

⇐⇒ (α1 , α2 , β1 , β2 ) = (0, 1, 3, −1).

 4α1 − α2 + β2 = −2
α2 + β1 + β2 = 3

Pertanto ⃗v = ⃗ u+⃗ u′ , dove ⃗


u=⃗ u2 e ⃗ u′ = 31 ⃗
u′1 − ⃗
u′2 .
3. Se w ⃗ è la proiezione ortogonale di ⃗c su W , allora ⃗c − w ⃗ è la proiezione ortogonale
di ⃗c su W ⊥ , quindi lo spazio ortogonale di ⃗c − w ⃗ è W . Siccome ⃗c − w⃗ = (4, −5, 8, 2),
allora W : (4, −5, 8, 2) · (x1 , x2 , x3 , x4 ) = 0. Pertanto,

W : 4x1 − 5x2 + 8x3 + 2x4 = 0.

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