Sei sulla pagina 1di 5

Derivabilità e teoremi del calcolo differenziale CAPITOLO 25

CAPITOLO 25
DERIVABILITÀ E TEOREMI DEL CALCOLO DIFFERENZIALE

MINISIMULAZIONE DI MATEMATICA
Problema
Considera la funzione:
Z (x - 1) 2
]] se x $ 1
x+1
f (x) = [ .
] (1 - x)
2
se x 1 1
\ 3-x
a. Verifica che per ogni k ! R+ sono soddisfatte le ipotesi del teorema di Rolle nell’intervallo [1 - k; 1 + k] e che il
punto c, la cui esistenza è assicurata dal teorema, non dipende da k.
b. Per ogni k ! R+ considera il triangolo di vertici:

A ^1 - k; f (1 - k)h, B ^1 + k; f (1 + k)h, C ^c; f (c)h.


Detta Qk l’area del triangolo ABC, determina il valore di k per cui Qk vale 2.
c. Per il valore di k determinato in precedenza dimostra che esiste un triangolo AlBlC l con due lati tangenti al gra-
fico di f e un lato appartenente alla retta y = f (1 + k) e simile al triangolo ABC.
Calcola il rapporto di similitudine.

a. Verifichiamo che la funzione f (x) soddisfa in [1 - k; 1 + k] le tre ipotesi del teorema di Rolle.
• Continuità.
(x - 1) 2
La funzione x + 1 non è definita in x =- 1, ma è definita e continua per ogni x $ 1.
(1 - x) 2
La funzione 3 - x non è definita in x = 3, ma è definita e continua per ogni x 1 1.
Quindi l’unico possibile punto di discontinuità di f (x) è x = 1. Dato che
(1 - x) 2 (x - 1) 2
lim- 3 - x = 0,   lim+ x + 1 = 0,   f (1) = 0,
x"1 x"1

in x = 1 il limite destro e il limite sinistro coincidono entrambi con il valore della funzione, quindi f (x) è
continua in x = 1.
Segue che f (x) è continua in tutto R e in particolare nell’intervallo [1 - k; 1 + k], per qualunque valore di
k ! R+.
• Derivabilità.
Entrambe le espressioni analitiche che definiscono f (x) sono derivabili nei rispettivi intervalli di definizione.
Z 2 (x - 1) (x + 1) - (x - 1) 2 Z x2 + 2x - 3
] se x 2 1 ] se x 2 1
] (x + 1) 2 ] (x + 1) 2
f l (x) = [ " f l (x) = [ "
] - 2 (1 - x) (3 - x)2+ (1 - x) ] - x + 6x -
2 2
5
se x 1 1 se x 1 1
(3 - x) (3 - x) 2
\ \
Z (x + 3) (x - 1)
] se x 2 1
] (x + 1) 2
f l (x) = [ (1 - x) (x - 5) .
] se x 1 1
(3 - x) 2
\

Copia riservata all'insegnante houcatani@libero.it1 / 5


Copyright © 2020 Zanichelli editore S.p.A., Bologna
Questo file è una estensione online dei corsi di matematica di Massimo Bergamini, Graziella Barozzi e Anna Trifone
Derivabilità e teoremi del calcolo differenziale CAPITOLO 25

Studiamo la derivabilità in x = 1.
(1 - x) (x - 5) (x + 3) (x - 1)
f-l (x) = lim- = 0  e   f+l (x) = lim+ = 0.
x"1 (3 - x) 2 x"1 (x + 1) 2
Le derivate sinistra e destra sono finite e uguali, quindi f (x) è derivabile in x = 1.
Pertanto f (x) è derivabile in tutto R e in particolare nell’intervallo [1 - k; 1 + k], per qualunque valore di
k ! R+.
• f (1 - k) = f (1 + k), infatti:
(1 - 1 + k) 2 k2 (1 + k - 1) 2 k2
f (1 - k) = =   e   f (1 + k) = = .
3-1+k 2+k 1+k+1 2+k
Le tre ipotesi del teorema di Rolle sono verificate nell’intervallo [1 - k; 1 + k], quindi esiste un punto c interno
all’intervallo [1 - k; 1 + k] tale che f l (c) = 0. Cerchiamo c.
(c + 3) (c - 1)
Se c $ 1 allora: f l (c) = 0 " = 0 " c = 1.
(c + 1) 2
(1 - c) (c - 5)
Se c 1 1, allora: f l (c) = 0 " = 0 " impossibile.
(3 - c) 2
Pertanto l’unico punto c per cui f l (c) = 0 è c = 1, che non dipende da k.
b. Nel punto a abbiamo verificato che f (1 - k) = f (1 + k), quindi il segmento AB è parallelo all’asse x.
Inoltre, C (1; f (1)) = C (1; 0).
Osserviamo che il triangolo ABC è un triangolo isoscele di base AB e altezza f (1 + k), quindi
AB $ f (1 + k) 1 k2 k3
Qk = 2 = 2 $ 2k $ = , con k ! R+.
2+k 2+k
Imponiamo Qk = 2 e risolviamo l’equazione in k:
k3
= 2 " k3 - 2k - 4 = 0 " (k - 2) (k2 + 2k + 2) = 0, k ! - 2 " k = 2.
2+k

c. Per dimostrare che esiste AlBlC l disegniamo il grafico di f (x). Osserviamo che:
• xlim
"!3
f (x) = + 3 ;

• f (0) = 3 e f (x) = 0 per x = 1, quindi la funzione interseca gli assi nei punti a0; 3 k e (1; 0);
1 1

• dall’espressione della derivata ricavata nel punto a si deduce che: f l(x) 1 0 per x 1 0 , f l(x) 2 0 per x 2 0
e f l(x) = 0 per x = 0; quindi C(1; 0) è minimo relativo e assoluto di f (x).
Per k = 2, le coordinate dei vertici di ABC sono:
A (- 1; f (- 1)), B (3; f (3)), C (1; f (1)) " A (- 1; 1), B (3; 1), C (1; 0).
Inoltre, la retta y = f (1 + k) è la retta y = 1.
Possiamo disegnare il grafico di f (x) e il triangolo ABC che si ottiene per k = 2.
y

A 1 B

C
–1 O 3 x
1

Copia riservata all'insegnante houcatani@libero.it2 / 5


Copyright © 2020 Zanichelli editore S.p.A., Bologna
Questo file è una estensione online dei corsi di matematica di Massimo Bergamini, Graziella Barozzi e Anna Trifone
Derivabilità e teoremi del calcolo differenziale CAPITOLO 25

Abbiamo già osservato che AB è parallelo all’asse x, quindi è parallelo anche alla retta y = 1. Pertanto un triangolo
AlBlC l con un lato appartenente alla retta y = 1 è simile al triangolo ABC se gli altri due lati di AlBlC l sono paralleli
a BC e AC.
f (1) - f (3) 1
Per come sono definite le coordinate di A, B e C, il coefficiente angolare della retta BC è 1-3 = 2 e il
f (1) - f (- 1) 1
coefficiente angolare della retta AC è =- 2 . Per il teorema di Lagrange, esiste c1 ! ]1; 3[ tale che
1 - (- 1)
1 1
f l (c1) = 2 ed esiste c2 ! ]- 1; 1[ tale che f l (c2) =- 2 . Chiamiamo t1 la tangente al grafico di f di coefficiente
1 1
angolare 2 e t2 la tangente al grafico di f di coefficiente angolare - 2 .
Le rette y = 1, t1 e t2 individuano, intersecandosi, un triangolo AlBlC l con le caratteristiche richieste. Senza perdita
di generalità possiamo supporre AlBl ' AB, AlC l ' AC, BlC l ' BC.
Troviamo l’equazione di t1:
1 (c1 + 3) (c1 - 1) 1
f l (c1) = 2 " = 2 " c12 + 2c1 - 7 = 0 " c1 =- 1 + 2 2 ;
(c1 + 1) 2
c1 ! ]1; 3[
f (c1) = f (- 1 + 2 2 ) = 3 2 - 4;
1 1
t1: y - f (c1) = 2 (x - c1) " t1: y = 2 (x + 1 - 2 2 ) + 3 2 + 4.
Il punto di intersezione tra le rette t1 e y = 1 è il vertice Bl. Troviamo le coordinate:
y=1 x = 9-4 2
* 1 " * " Bl (9 - 4 2 ; 1).
y = 2 (x + 1 - 2 2 ) + 3 2 + 4 y=1

Il triangolo AlBlC l è simile al triangolo ABC, che è isoscele di base AB, quindi AlBlC l è isoscele di base AlBl. Dato che
la base AlBl è parallela all’asse x e xC = 1, Al è il simmetrico di Bl rispetto all’asse x = 1, quindi: Al (- 7 + 4 2 ; 1).
Il rapporto di similitudine tra i triangoli AlBlC l e ABC è:

AlBl 16 - 8 2
= 4 = 4 - 2 2 = 2 (2 - 2 ).
AB

Quesiti
1 La funzione
Z100 $ 2t se 0 # t 1 20
]]
f (t) = [100 $ 2
20
se 20 # t 1 30
t - 30
] 20 + 2
\100 $ 2 se t $ 30
rappresenta la crescita della popolazione di un particolare tipo di batterio al variare del tempo t.
Determina gli intervalli [a; b] in cui è applicabile il teorema di Rolle e verifica che per questi intervalli si ha
f l(t) = 0 per ogni t ! ]a; b[.

Per poter applicare il teorema di Rolle su un intervallo [a; b], la funzione f (t) deve essere continua in [a; b],
derivabile in ]a; b[ e deve valere l’uguaglianza f (a) = f (b).
Le espressioni analitiche che definiscono la funzione a tratti f (t) sono continue e derivabili in R, in quanto
sono funzioni esponenziali o costanti. In particolare, le funzioni che definiscono i tre casi sono continue e
derivabili nei rispettivi intervalli. Osserviamo inoltre che f (t) è continua ma non derivabile in t = 20 e in
t = 30. Infatti:
lim f (t) = lim+ f (t) = 100 $ 220;
t " 20- t " 20

Copia riservata all'insegnante houcatani@libero.it3 / 5


Copyright © 2020 Zanichelli editore S.p.A., Bologna
Questo file è una estensione online dei corsi di matematica di Massimo Bergamini, Graziella Barozzi e Anna Trifone
Derivabilità e teoremi del calcolo differenziale CAPITOLO 25

lim f (t) = lim+ f (t) = 100 $ 220;


t " 30- t " 30

f-l (20) = 100 $ ln 2 $ 220 e f+l (20) = 0 " f-l (20) ! f+l (20);

f-l (30) = 0 e f+l (30) = 50 $ ln 2 $ 220 " f-l (30) ! f+l (30).

Dunque per ogni a, b ! R tali che 20 g ] a; b [ e 30 g] a; b [, la funzione f (t) soddisfa le prime due ipotesi del
teorema di Rolle.
Stabiliamo per quali di questi intervalli è soddisfatta anche la terza ipotesi del teorema di Rolle.
Osserviamo che: t - 30
20 + 2
• le funzioni esponenziali y = 100 $ 2t e y = 100 $ 2 sono strettamente crescenti in tutto il loro domi-
nio, quindi non esistono valori a, b ! [0; 20] tali che f (a) = f (b) e non esistono valori a, b ! [30; + 3] tali
che f (a) = f (b);
• nell’intervallo [20; 30] la funzione f (x) è costante, quindi per ogni a, b ! [20; 30] si ha f (a) = f (b).
Concludiamo che la funzione f (t) soddisfa le ipotesi del teorema di Rolle su tutti gli intervalli [a; b], con
a, b ! [20; 30].
Osserviamo infine che in questi intervalli la derivata prima è costantemente nulla. Infatti, f l (t) = 0 per ogni
t ! ] 20; 30 [, essendo f l (t) costante nell’intervallo [20; 30].

2 Dopo aver dimostrato che le funzioni f(x) = ex + x - 1 e g(x) = ln(x + 1) - x + 1 sono invertibili in [0; 1],
ex
dimostra che l’equazione x = (1 - ln 2) (x + 1) ha almeno una soluzione.
e +1

Per dimostrare che le funzioni f (x) e g (x) sono invertibili in [0; 1], proviamo che sono biunivoche in [0; 1].
f (x) è continua e derivabile nel dominio R e f l (x) = e x + 1 2 0 per ogni x ! R . Quindi f (x) è strettamente
crescente, e di conseguenza biunivoca, in tutto R. In particolare è biunivoca in [0; 1].
1
g (x) è continua e derivabile nel suo dominio naturale D: x 2- 1; la derivata prima g l (x) = x + 1 - 1 è con-
tinua in D. Studiamo il segno di g l (x):
x
g l (x) 2 0 " - x + 1 2 0 " - 1 1 x 1 0,

quindi g (x) è strettamente crescente per - 1 1 x 1 0 e strettamente decrescente per x 2 0. Dunque g (x) è
biunivoca in [0; 1].
Dato che g l (x) ! 0 per ogni x ! ] 0; 1 [, le funzioni f (x) e g (x) soddisfano le ipotesi del teorema di Cauchy.
Quindi esiste x ! ] 0; 1 [ tale che
f (1) - f (0) f l (x)
= l ,
g (1) - g (0) g (x)
quindi
e-0 ex + 1 e (e x + 1) (x + 1) ex
= x " =- x " = (1 - ln 2) (x + 1).
ln 2 - 1 - x+1 ln 2 - 1 ex + 1

ex
Pertanto esiste x ! ] 0; 1 [ soluzione dell’equazione = (1 - ln 2) (x + 1).
ex + 1

ln [p (x)]
3 Sia p(x) un polinomio di grado 10. Calcola xlim .
"+3 p (x)

p(x) è un polinomio quindi è una funzione continua e derivabile in tutto R. Anche ln p(x) è continua e deri-
vabile nel suo dominio, in quanto funzione composta di funzioni continue e derivabili.
ln p (x)
Inoltre, dato che p(x) ha grado 10, xlim p (x) =+ 3. Segue che anche xlim ln p (x) =+ 3. Quindi xlim
"+3 "+3 "+3 p (x)
3
è una forma indeterminata 3 .

Copia riservata all'insegnante houcatani@libero.it4 / 5


Copyright © 2020 Zanichelli editore S.p.A., Bologna
Questo file è una estensione online dei corsi di matematica di Massimo Bergamini, Graziella Barozzi e Anna Trifone
Derivabilità e teoremi del calcolo differenziale CAPITOLO 25

Poiché sono soddisfatte tutte le ipotesi del teorema di De L’Hospital, si ha:


1 l
p (x)
ln p (x) p (x) 1
lim = lim = xlim = 0.
x "+3 p (x) x "+3 pl (x) " + 3 p (x)

4 Ognuna delle seguenti funzioni presenta uno e un solo punto P in cui è continua ma non derivabile:
f1^ x h = ln x ,   f2 ^ x h = x - 2 ,   f3 ^ x h = x ,   f4^ x h = x2 - x .
3

a. Quali sono questi punti? Classifica il tipo di non derivabilità in ciascun caso.
b. Nei casi di punti angolosi, trova il coefficiente angolare ms della retta tangente sinistra e il coefficiente
angolare md della retta tangente destra.

a. I punti di non derivabilità delle quattro funzioni date sono, rispettivamente, x1 = 1, x2 = 2, x3 = 0 e x 4 = 0.


La funzione f1 (x) = ln x ha dominio D = R - {0} ed è continua in tutto il suo dominio. Applicando le
ln x
regole di derivazione, otteniamo la derivata prima f1l (x) = , che è definita in tutto il dominio di
x ln x l
f1 (x) eccetto nel punto x1 = 1, quindi x1 = 1 è un punto di non derivabilità.
Calcoliamo la derivata sinistra e la derivata destra e classifichiamo il tipo di non derivabilità:
- ln x ln x
lim f1l (x) = lim- =- 1, lim f1l (x) = lim+ = 1.
x " 1- x"1 x ln x x " 1+ x"1 x ln x
La derivata sinistra e destra sono diverse ma entrambe finite, quindi x1 = 1 è un punto angoloso.
3
La funzione f2 (x) = x - 2 ha dominio D = R ed è continua in tutto il suo dominio. Calcoliamo la deri-
1
vata prima: f2l (x) = 3 , che non è definita nel punto x2 = 2, quindi x2 = 2 è un punto di non
3 (x - 2) 2
derivabilità. Sia per x " 2+ sia per x " 2- la funzione f2l (x) tende a + 3, quindi x2 = 2 è un punto di flesso
a tangente verticale.
La funzione f3 (x) = x ha dominio D = R ed è continua in tutto il suo dominio. Applicando le regole
x
di derivazione, otteniamo la derivata prima f3l (x) = , che è definita in tutto il dominio di f3 (x)
2x x
eccetto nel punto x3 = 0, quindi x3 = 0 è un punto di non derivabilità. Calcoliamo la derivata sinistra e la
derivata destra e classifichiamo il tipo di non derivabilità:
1 1
lim f3l (x) = lim- d - n =- 3, lim f3l (x) = lim+ =+ 3.
x " 0- x"0 2 x x " 0+ x"0 2 x
La derivata sinistra e la derivata destra sono entrambe infinite ma di segno opposto, quindi x3 = 0 è una
cuspide.
La funzione f4 (x) = x2 - x ha dominio D = R ed è continua in tutto il suo dominio. Dato che la derivata
x
prima f4l (x) = 2x - x non è definita in x 4 = 0, questo è un punto di non derivabilità. Classifichiamolo:

lim f4l (x) = lim- (2x + 1) = 1 e lim f4l (x) = lim+ (2x - 1) =- 1.
x " 0- x"0 x " 0+ x"0

La derivata sinistra e la derivata destra sono diverse ma entrambe finite, quindi x 4 = 0 è un punto
angoloso.
b. I coefficienti angolari delle rette tangenti sinistra e destra nel punto angoloso coincidono con i limiti sini-
stro e destro della derivata nel punto. Quindi, per x1 = 1 i coefficienti sono m s =- 1 e md = 1, e per x 4 = 0
i coefficienti sono m s = 1 e md =- 1.

Copia riservata all'insegnante houcatani@libero.it5 / 5


Copyright © 2020 Zanichelli editore S.p.A., Bologna
Questo file è una estensione online dei corsi di matematica di Massimo Bergamini, Graziella Barozzi e Anna Trifone

Potrebbero piacerti anche