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Matematica per la Finanza

Esercitazione II

Gabriele Canna∗

A.A. 2020/2021

1 Integrali
Il calcolo integrale è uno strumento di estrema importanza nelle applicazioni matematiche;
esso svolge, ad esempio, un ruolo centrale in Statistica e Probabilità. Ricordiamo che per
definire l’integrale (secondo Riemann) di una funzione f sull’intervallo [a, b] è necessario
considerare intervalli chiusi e limitati, e funzioni limitate. Non tutte le funzioni limitate su
[a, b] sono però integrabili, sicuramente lo sono le funzioni continue, le funzioni monotone
e le funzioni limitate con un numero finito di discontinuità. Quando f è integrabile
denotiamo l’integrale definito di f su [a, b] con
Z b
f (x) dx,
a

dove f prende il nome di funzione integranda, a e b prendono il nome di estremi Rb


di
integrazione. Se f è integrabile e non negativa allora l’integrale definito a f (x) dx
rappresenta l’area sottostante al grafico di f nell’intervallo [a, b]. Il Teorema Fondamentale
del calcolo stabilisceR un legame tra integrazione e derivazione; in particolare, per calcolare
l’integrale definito ab f (x) dx è necessario trovare una primitiva di f , cioè una funzione F
tale che
F 0 (x) = f (x).
Il problema del calcolo delle primitive prende il nome di integrazione indefinita. L’integrale
indefinito, indicato con Z
f (x) dx,
è l’insieme di tutte le primitive di f , che sono infinite e due qualsiasi di esse differiscono
per una costante additiva reale, che indicheremo con c nel seguito. Il calcolo delle primitive
costituisce, in generale, un problema di difficile soluzione; tuttavia esistono delle tecniche
“standard” ricavate dalle regole di derivazione.

1.1 Integrali indefiniti immediati e per scomposizione


Un integrale indefinito è detto immediato se è possibile calcolarlo direttamente tramite
regole ottenute dalla lettura “inversa” delle formule di derivazione. Ricordiamo le regole
di integrazione ricavate dalle derivate delle funzioni elementari:

Dottorando in Finanza Matematica, Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi, Università di
Milano-Bicocca, Edificio U7 - Ufficio 4121, e-mail: gabriele.canna@unimib.it

1
xα+1
• xα dx = + c se α 6= −1;
R
α+1
R 1
• x
dx = log|x| + c;
ax
ax dx =
R x
• + c se a 6= 1, da cui = ex + c;
R
log a
e dx
• sin x dx = − cos x + c;
R


R
cos x dx = sin x + c.
Queste ultime sono un caso particolare (f (x) = x) delle regole di integrazione ricavate
dalla derivazione di funzione composte:
f (x)α+1
• f (x)α f 0 (x) dx = + c se α 6= −1;
R
α+1
R f 0 (x)
• f (x)
dx = log|f (x)| + c;
af (x)
af (x) f 0 (x) dx =
R f (x) 0
• + c se a 6= 1, da cui = ef (x) + c;
R
log a
e f (x) dx

• sin f (x) f 0 (x) dx = − cos f (x) + c;


R

• cos f (x) f 0 (x) dx = sin f (x) + c.


R

Ricordiamo inoltre che dalla linearità dell’integrale è possibile ricavare il cosiddetto metodo
di scomposizione: se f e g sono integrabili allora
Z Z Z
αf (x) + βg(x) dx = α f (x) dx + β g(x) dx α, β ∈ R.

Esercizio 1. Calcolare Z √
2x + 5 dx.

Soluzione. Osserviamo che la funzione integranda è composizione tra una funzione line-
are affine e una funzione potenza, quindi per poter applicare la formula di integrazione di
una funzione potenza dobbiamo far risultare la derivata della funzione lineare all’interno
dell’integrale. Dato che la derivata è una costante, possiamo tranquillamente moltiplicare
e dividere per essa, portandola dentro al segno di integrale:
Z √
1Z √
2x + 5 dx = 2 2x + 5 dx,
2
da cui attraverso la formula otteniamo
1Z √ 1Z 1
2 2x + 5 dx = 2(2x + 5) 2 dx
2 2
3
1 (2x + 5) 2
= 3 +c
2 2
3
(2x + 5) 2
= + c.
3
Se si vuole essere certi del risultato ottenuto è sufficiente derivare quest’ultimo e verificare
che sia effettivamente uguale alla funzione integranda, in questo caso abbiamo
3 !0 1
(2x + 5) 2 3 (2x + 5) 2 √
+c = 2 = 2x + 5,
3 2 3
come desiderato.

2
Esercizio 2. Calcolare Z  
2−x + 3x2 − 1 dx.
Soluzione. In questo caso possiamo utilizzare il metodo di scomposizione:
Z   Z Z Z
2−x + 3x2 − 1 dx = 2−x dx + 3 x2 dx − dx.

Ora osserviamo che nel primo integrale è necessario cambiare di segno la funzione inte-
granda, poiché la derivata di −x è pari a −1, e di conseguenza cambiamo di segno anche
l’integrale in questione. Gli altri due sono integrali elementari, quindi otteniamo
Z Z Z Z
x3
2−x dx + 3 x2 dx − dx = − −2−x dx + 3 −x+c
3
2−x
=− + x3 − x + c.
log 2
Si noti che è necessario aggiungere la costante c una sola volta, alla fine, essendo una
costante arbitraria.
Esercizio 3. Calcolare
2 + x2 Z
dx.
x3
Soluzione. Anche in questo caso possiamo utilizzare il metodo di scomposizione:
Z
2 + x2 Z
2 Z 2
x
3
dx = 3
dx + dx
x x x3
Z Z
1
= 2 x−3 dx + dx,
x
da cui otteniamo
Z
−3
Z
1 x−2
2 x dx + dx = 2 + log|x| + c
x −2
1
= log|x| − 2 + c.
x
Esercizio 4. Calcolare Z
x3
q dx.
3
(7 + x4 )5
Soluzione. Innanzitutto riscriviamo l’integrale come
Z
x3 Z
5
q dx = x3 (7 + x4 )− 3 dx,
3
(7 + x4 )5
poi osserviamo che x3 è parte della derivata della funzione sotto potenza, quindi è neces-
sario solo aggiungere una costante per ottenere la derivata stessa e poter applicare la
formula
Z
5 1Z 5
x3 (7 + x4 )− 3 dx = 4 x3 (7 + x4 )− 3 dx
4
2
1 (7 + x4 )− 3
= +c
4 − 23
3
=− q + c.
8 3 (7 + x4 )2

3
1.2 Integrali indefiniti per parti, sostituzione e di funzioni ra-
zionali fratte
Ricordiamo che dalla formula di derivazione del prodotto di due funzioni è possibile
ricavare la formula di integrazione per parti:
Z Z
f (x) g(x) dx = f (x) G(x) − f 0 (x) G(x) dx,

dove f ∈ C 1 (derivabile con derivata continua), g è continua e G è una primitiva di


g. Per applicare il metodo di integrazione per parti è quindi necessario scegliere quale
fattore integrare e quale derivare. Dalla formula di derivazione delle funzioni composte è
possibile ricavare, oltre alle regole elencate al paragrafo precedente, il cosiddetto metodo
di sostituzione: Z Z  
f (x) dx = f g(y) g 0 (y) dy,

dove f è una funzione continua e g ∈ C 1 . Per applicare la sostituzione x = g(y)


è quindi necessario sostituire anche il differenziale dx con il differenziale dy tramite
l’uguaglianza dx = g 0 (y) dy. Ricordiamo che l’integrale di una funzione razionale fratta
può essere determinato in modo elementare decomponendo la frazione in somma di frazioni
più semplici. Supponendo che il denominatore sia di grado strettamente superiore al
numeratore è necessario distinguere tre casi: il denominatore ha radici reali e distinte; il
denominatore ha radici reali e coincidenti; il denominatore non ha radici reali. Nei primi
due casi è sufficiente calcolare le radici del denominatore e applicare una procedura che
verrà mostrata nel seguito; nel terzo caso bisogna cercare di ricondursi a integrali noti, un
esempio rilevante è quello della funzione arcotangente:
Z
1
dx = arctan x + c.
1 + x2
Esercizio 5. Calcolare Z √
log x x dx.

Soluzione. Possiamo utilizzare


√ il metodo di integrazione per parti, scegliendo log x come
funzione da derivare e x come funzione da integrare, applicando la formula otteniamo
Z √ 2 3 2Z 1 3
log x x dx = log x x 2 − x 2 dx
3 3Z x
2 3 2 1
= log x x 2 − x 2 dx
3 3
2 3 4 3
= log x x 2 − x 2 + c
3 9
√ 2 4

= x x log x − + c.
3 9
Esercizio 6. Calcolare Z √
1+x
e dx.

Soluzione. Possiamo utilizzare il metodo di sostituzione ponendo y = 1 + x e quindi
x = y 2 − 1 da cui dx = 2y dy, sostituendo nell’integrale otteniamo
Z √ Z
e 1+x
dx = ey 2y dy.

4
L’integrale ottenuto non è un integrale immediato ma è facilmente risolvibile per parti,
ponendo ey come funzione da integrare e 2y come funzione da derivare otteniamo
Z Z
ey 2y dy = 2y ey − 2 ey dy
= 2y ey − 2ey + c
= 2ey (y − 1) + c.

Per concludere è sufficiente ri-sostituire y con 1 + x per ottenere il risultato dell’integrale
iniziale:
Z √ Z
e 1+x
dx = ey 2y dy
= 2ey (y − 1) + c
√ √
= 2e 1+x ( 1 + x − 1) + c.

Esercizio 7. Calcolare Z
(log x)2 dx.

Soluzione. Possiamo utilizzare il metodo di sostituzione ponendo y = log x e quindi


x = ey da cui dx = ey dy, sostituendo nell’integrale otteniamo
Z Z
(log x)2 dx = y 2 ey dy.

L’integrale ottenuto è risolvibile per parti, ponendo ey come funzione da integrare e y 2


come funzione da derivare otteniamo
Z Z
2 y 2 y
y e dy = y e − 2 y ey dy,

l’integrale ottenuto è ancora una volta da risolvere per parti, ma conosciamo già il risultato
dall’esercizio precedente:
Z Z
y 2 ey dy = y 2 ey − 2 y ey dy
= y 2 ey − (2yey − 2ey ) + c
= ey (y 2 − 2y + 2) + c.

Ri-sostituendo otteniamo

ey (y 2 − 2y + 2) + c = x(log2 x − 2 log x + 2) + c,

da cui
Z
(log x)2 dx = x(log2 x − 2 log x + 2) + c.

Esercizio 8. Calcolare Z
3x − 4
dx.
x2 − 6x + 8

5
Soluzione. Abbiamo l’integrale di una funzione razionale fratta, siccome il grado del
polinomio a denominatore è superiore di quello del polinomio a numeratore, la prima cosa
da fare è cercare le radici del polinomio a denominatore. In questo caso è facile riconoscere
che
x2 − 6x + 8 = (x − 2)(x − 4),
quindi il polinomio ha due radici reali e distinte, x1 = 2 e x2 = 4. Alternativamente si
poteva calcolare le radici utilizzando la formula di risoluzione delle equazioni di secondo
grado e poi riscrivere il polinomio nella forma (x − 2)(x − 4). A questo punto scomponiamo
la frazione come
3x − 4 a b
= +
x2 − 6x + 8 x−2 x−4
dove a e b sono da determinare in modo tale che l’equazione sia verificata, quindi
3x − 4 a b
= +
x2 − 6x + 8 x−2 x−4
a(x − 4) + b(x − 2)
=
(x − 2)(x − 4)
x(a + b) − 4a − 2b
= .
(x − 2)(x − 4)
Ora possiamo calcolare a e b attraverso il sistema
  
a + b=3 =3−b
a = −1
a
=⇒  =⇒ 
4a + 2b = 4 4(3 − b) + 2b = 4 b=4

da cui
3x − 4 4 1
= −
x2 − 6x + 8 x−4 x−2
e quindi
Z
3x − 4 Z
4 1
dx = − dx
x2 − 6x + 8 x−4 x−2
Z
1 Z
1
=4 dx − dx
x−4 x−2
= 4 log|x − 4| − log|x − 2| + c.

Esercizio 9. Calcolare Z
6x + 2
dx.
x2 + 1
Soluzione. Siamo ancora in presenza di una funzione razionale fratta ma in questo caso
il polinomio a denominatore non ammette radici reali, però possiamo scomporre l’integrale
per ricondurci al caso dell’arcotangente:
Z
6x + 2 Z
6x Z
2
2
dx = 2
dx + 2
dx
x +1 x +1 x +1
Z
2x Z
1
=3 2
dx + 2 2
dx
x +1 x +1
= 3 log(x2 + 1) + 2 arctan x + c.

6
1.3 Integrali definiti
Ricordiamo che è possibile calcolare gli integrali definiti attraverso la formula
Z b  b
f (x) dx = F (x) = F (b) − F (a),
a a

dove f è una funzione continua su [a, b] e F è una primitiva di f . Quindi, determinata


una primitiva F , è sufficiente valutarla negli estremi di integrazione e farne la differenza.
Per il calcolo degli integrali definiti valgono dunque tutti i metodi e le regole viste in
precedenza, dobbiamo solo prestare attenzione al metodo di sostituzione che, se applicato
direttamente all’integrale definito, richiede l’aggiustamento degli estremi di integrazione:
Z g(b) Z b  
f (x) dx = f g(y) g 0 (y) dy,
g(a) a

dove f : [a, b] → R è continua e g : [a, b] → R è di classe C 1 .


Esercizio 10. Calcolare Z 5
1
e−x − + x3 dx.
1 x
Soluzione. Utilizzando il metodo di scomposizione e la formula di calcolo otteniamo
Z 5
1 Z 5 Z 5
1 Z 5
e−x − + x3 dx = e−x dx − dx + x3 dx
1 x 1 1 x 1
5 5  4 5
x
 
−x
= −e − log x +
1 1 4 1
 4
5 14

= (−e−5 − (−e−1 )) − (log 5 − log 1) + −
4 4
4
5 −1
= e−1 − e−5 − log 5 + .
4
Esercizio 11. Calcolare Z log 3
ex
dx.
1 e2x − 3ex + 2
Soluzione. Come prima cosa dobbiamo trovare una primitiva della funzione integranda,
ex
quindi determinare e2x −3ex +2 dx. Procediamo per sostituzione: poniamo y = ex , da cui
R

dy = ex dx e quindi Z
ex Z
1
x
dx = dy.
e − 3e + 2
2x y − 3y + 2
2

Dobbiamo integrare una funzione razionale fratta, il cui denominatore ha radici pari a
y1 = 1 e y2 = 2, utilizzando il solito metodo otteniamo
1 1
=
y 2 − 3y + 2 (y − 1)(y − 2)
a b
= +
y−1 y−2
a(y − 2) + b(y − 1)
=
(y − 1)(y − 2)
y(a + b) − 2a − b
= ,
(y − 1)(y − 2)

7
e risolvendo il sistema
  
a + b=0 = −b a = −1a
−2a − b = 1
=⇒  =⇒  .
b=1 b=1
Ora possiamo riscrivere l’integrale come
Z
1 Z
1 1
dy = − dy
y − 3y + 2
2 y−2 y−1
Z
1 Z
1
= dy − dy
y−2 y−1
= log|y − 2| − log|y − 1| + c,
da cui Z
ex
dx = log|ex − 2| − log|ex − 1| + c.
e2x − 3ex + 2
Siccome abbiamo fatto la ri-sostituzione nell’integrale indefinito non è necessario aggiu-
stare gli estremi di integrazione e possiamo calcolare direttamente
Z log 3
ex log 3
 
x x
dx = log|e − 2| − log|e − 1|
1 e2x − 3ex + 2  1
  
log 3 log 3
= log|e − 2| − log|e − 1| − log|e1 − 2| − log|e1 − 1|
= − log 2 − log(e − 2) + log(e − 1)
e−1
= log .
2(e − 2)
Esercizio 12. Calcolare π
x cos x Z
2
dx.
0 2
Soluzione. Per calcolare la primitiva possiamo utilizzare il metodo di integrazione per
parti, derivando x e integrando cos x, applicando il metodo direttamente all’integrale
definito otteniamo
 π
π 2
Z
2 x cos x 1 1 Z
dx =  x sin x − sin x dx
0 2 2 2
0

1

2
= x sin x + cos x
2 0
1 π π π
 
= sin + cos − 1
2 2 2 2
1 π
= −1 .
2 2
Esercizio 13. Calcolare Z 4
sin(log x) dx.
1

Soluzione. Innanzitutto facciamo la sostituzione y = log x da cui x = ey e dx = ey dy;


applichiamola direttamente all’integrale definito aggiustando gli estremi di integrazione,
che diventeranno log 4 e log 1 = 0, da cui
Z 4 Z log 4
sin(log x) dx = sin y ey dy.
1 0

8
Concentriamoci sulla primitiva sin y ey dy, possiamo utilizzare il metodo per parti due
R

volte integrando ex e derivando la funzione trigonometrica in questione:


Z Z
sin y ey dy = sin y ey − cos y ey dy
 Z 
= sin y ey − cos y ey − − sin y ey dy
Z
y y
= sin y e − cos y e − sin y ey dy.

A questo punto osserviamo che l’ultimo integrale ottenuto è uguale a quello di partenza,
possiamo portarlo al primo membro e ottenere
Z Z
sin y ey dy + sin y ey dy = sin y ey − cos y ey
Z 
2 sin y e dy = sin y ey − cos y ey
y

Z
1 
sin y ey dy = sin y ey − cos y ey ,
2
da cui
Z log 4
1
 log 4 
y
sin y e dy = sin y ey − cos y ey
0 2 0
1
= (4 sin log 4 − 4 cos log 4 + 1)
2
1
= 2(sin log 4 − cos log 4) + .
2
Si noti che, avendo aggiustato gli estremi di integrazione, non è stato necessario ritornare
all’integrale di partenza tramite la ri-sostituzione della variabile.

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