Sei sulla pagina 1di 36

DERIVATE

1 Derivabilità e Calcolo di Derivate.


Stabilire se le seguenti funzioni sono derivabili nel loro insieme di definizione nel caso lo siano calcolare la
derivata
x2 − 1
1. f (x) =
x(x + 2)
2. f (x) = senx lg x
p
3. f (x) = 2x 1 + x2
r
senx − x
4. f (x) =
cosx
1
5. f (x) =
lg x
 p 
6. f (x) = lg x + 1 + x2
p
7. f (x) = 1 + x3

8. f (x) = arctg(2x − x3 )

x + 2 + x2
9. f (x) = √
x − 2 + x2
10. f (x) = x + |x|

11. f (x) = |x|sen|x|


p
12. f (x) = x |x|
(
3x x≥0
13. f (x) = 3
x − senx x < 0
(
x x≥1
14. f (x) = 2
2x − x x < 1

2 Massimi e Minimi in un intervallo.


Trovare se esistono il massimo M e il minimo m assoluti (o globali) delle seguenti funzioni negli intervalli
indicati accanto ad ognuna di esse.

1. f (x) = senx − cosx [0, 2π]


x
2. f (x) = [−2, 3]
x2 + 1
3. f (x) = x(x − 2)2 [0, +∞)

4. f (x) = x lg x [1, 2]

5. f (x) = arctgx − lg(1 + x2 ) [0, 1]

1
6. f (x) = x − arctgx (−∞, +∞)
7. f (x) = lg senx − 2senx (0, π/2]
8. f (x) = 3 lg(1 + x2 ) + 5 [−2, 0]
x2
9. f (x) = (−∞, +∞)
x2 + 1
10. Determinare estremo superiore e inferiore in R, specificando se sono massimi o minimi globali, della
seguente funzione
x2
f (x) = 4
x +1
Rispondere alla stessa domanda negli intervalli
(1, 2], [−2, 0] [−3, 4]

3 Studio di Funzioni.
Si studino le seguenti funzioni: Determinare insieme di definizione, segno (ove semplice), asintoti, intervalli
di crescenza e decrescenza, massimi e minimi locali e assoluti. Disegnare un grafico approssimativo.
x2 + 3
1. f (x) =
x−1
p
2. f (x) = x2 + x − x
√ √
3. f (x) = x + 1 − x
4. f (x) = x3 − 2x2 + x + 2
5. f (x) = x4 − 4x3
x3 − 2x2 − x + 2
6. f (x) =
3x3 − 6x2 + 2x
x2
 
7. f (x) = ln
|x + 2|
8. f (x) = x lg x

9. f (x) = e− x

10. f (x) = x cos x − sin x


x2 − 4
11. f (x) =
x+1
|x|
12. f (x) = ex
x−1
x2 −4
13. f (x) = e x−x2
(
0 se x < 0,
14. f (x) = 2
(x − 1) se x ≥ 0.
(
−x se x < 0
15. f (x) = −x
xe sex ≥ 0.

2
4 Applicazioni del Teorema di De l’Hopital e della formula di Taylor
1. Calcolare i seguenti limiti.
sin x − x
(a) lim
x→0 x3
(b) lim x log x
x→0+
 
1 1
(c) lim −
x→0+ sin x x
√ √
sin x − x
(d) lim
x→0 x
2
ex − 1
(e) lim
x→0 cos x − 1
 
log(1 + x) 1
(f) lim −
x→0 x2 x
 
1 1
(g) lim − 2
x→0 xarctgx x
 
3 π 1
(h) lim x arctgx − +
x→+∞ 2 x
x lg(1 + 3 sin x) − 3x2
(i) lim
x→0 x2
2. Calcolare il sen1 e il sen1/8 con un errore inferiore a 10−2 .

3. Calcolare e ed e−2 con un errore inferiore a 10−2 .

4. Calcolare di nuovo i limiti (a), (c), (d), (e), (f), (g), (i) dell’esercizio 1 usando la formula di Taylor.

5 Studio di Funzioni con la concavità e convessità.


Studiare le seguenti funzioni
x+2
1. f (x) =
x−2
x
2. f (x) =
1 − x2
x5 − x2 + 1
3. f (x) =
x2 − 1
x2
4. f (x) = log
x−1
(x + 1)3
5. f (x) = ∗ (es.2.40)
x2
6. f (x) = x(lg x)2 ∗ (es.2.64)
lg x
7. f (x) = ∗ (es.2.65)
1 + lg x

8. f (x) = e−x x − 1 ∗ (es.2.83)

3
x−2
9. f (x) = ∗ (es.2.80)
ex
10. f (x) = x − senx ∗ (es.2.94)

11. f (x) = x + arctgx

12. f (x) = arcsene2x − 1 ∗ (es.2.104(a))


p
13. f (x) = x + 4arctg |x − 1| ∗ (es.2.104(b))

14. f (x) = 2xarctgx − lg(1 + x2 )

6 Risposte.
6.1 Derivabilità.
2(x2 + x + 1)
1. Usando le regole di derivazione di una rapporto si ottiene f 0 (x) = .
x2 (x + 2)2
2. La funzione è prodotto di funzioni derivabili, quindi è derivabile. Per calcolare la derivata usiamo la
regola di derivazione di un prodotto. Abbiamo
senx
(senx lg x)0 = lg x(senx)0 + senx(lg x)0 = lg xcosx + .
x

3. Anche qui dobbiamo usare la regola di derivazione di un prodotto.


p p p
(2x 1 + x2 )0 = 2 1 + x2 + 2x( 1 + x2 )0

Per calcolare l’ultima derivata dobbiamo usare la formula di derivazione di funzioni composte con

f (y) = y e g(x) = 1 + x2 ; otteniamo
p 1 p x
( 1 + x2 )0 = ( 1 + x2 )−1/2 (2x) = √
2 1 + x2
In conclusione
p p x 2(1 + x2 ) + x
(2x 1 + x2 )0 = 2 1 + x2 + √ = √ .
1 + x2 1 + x2

4. Per la regola di derivazione delle funzioni composte con f (y) = y 1/2 e g(x) = (senx − x)/cosx abbiamo

senx − x 0
r  
0 1 cosx
f =
2 senx − x cosx

Per cui
r
0 1 cosx (cosx − 1)cosx − (−senx)(senx − x) 1 1 − cosx − xsenx
f = = p .
2 senx − x cos2 x 2 (senx − x)cos2 x

5. Usando le regole di derivazione delle funzioni composte abbiamo


1 1 1
f 0 = (lg x)−1 = −(lg x)−2 (lg x)0 = − =− .
(lg x)2 x x(lg x)2

4
6. Si ha
   
0 1 p
2 0 1 1 2x 1 x
f = √ (x + 1 + x ) = √ 1+ √ = √ 1+ √
x + 1 + x2 x + 1 + x2 2 1 + x2 x + 1 + x2 1 + x2

1 x+ 1+x 2 1
= √ √ =√ .
x + 1 + x2 1 + x2 1 + x2

7. Si ha
3x2
f0 = √ .
2 1 + x3
8. Si ha
1 2 − 3x2
f0 = (2x − x 3 0
) = .
1 + (2x − x3 )2 1 + (2x − x3 )2

9. Usiamo la regola di derivazione del rapporto.


√ √ √
0 (1 + 2x)(x − 2 + x2 ) − (1 + 2x)(x + 2 + x2 ) −2 2(1 + 2x)
f = √ = √ .
(x − 2 + x2 )2 (x − 2 + x2 )2

10. La funzione è derivabile in R \ {0}. La derivata vale


(
0 2 se x > 0
f =
0 se x < 0

In zero la derivata non esiste.

11. Abbiamo (
xsenx se x ≥ 0
f=
−xsen(−x) se x < 0
Poiché sen(−x) − senx abbiamo che f (x) = xsenx per ogni x. Quindi la funzione f è derivabile anche
se ci sono dei moduli! La derivata vale

f 0 = senx + xcosx.

12. La funzione vale ( √


x x se x ≥ 0
f (x) = √
x −x se x < 0
0 (x) = √ −1/2 = 3/2√x. Se x < 0 f 0 (x) =

Quindi
√ se x > 0 f x + 1/2x(x) −x + 1/2x(−x)−1/2 (−1) =
1/2 −x. In zero dobbiamo fare direttamente il limite del rapporto incrementale, perché la funzione
assume valori diversi a destra e a sinistra dello zero. Abbiamo

f (x) − f (0) x x
lim = lim =0
x→0+ x−0 x→0+ x

f (x) − f (0) x −x
lim = lim =0
x→0− x−0 x→0− x
Quindi la funzione è derivabile anche in zero e la derivata vale zero.

5
13. Possiamo calcolare la derivata usando le operazioni solo per x 6= 0. Abbiamo
(
3 se x > 0
f 0 (x) = 2
3x − cosx se x < 0
Mentre per x = 0
f (x) − f (0) 3x
lim = lim =3
x→0+ x−0 x→0 x
+

f (x) − f (0) x3 − senx h senx i


lim = lim = lim x2 − = −1
x→0− x−0 x→0− x x→0+ x
quindi la funzione non è derivabile in zero.
14. Ragionando come nell’esercizio precedente abbiamo
(
0 1 se x > 1
f (x) =
4x − 1 se x < 1
Mentre per x = 1
f (x) − f (1) x−1
lim = lim =1
x→1+ x−1 x→1 x − 1
+

2x2 − x − 1
 
f (x) − f (1) (x − 1)(x + 1/2) 1 3
lim = lim = lim = lim x + = .
x→1− x−1 x→1− x−1 x→1+ x−1 x→1+ 2 2
quindi la funzione non è derivabile in zero.

6.2 Massimi e Minimi.


1. La funzione è continua e [0, 2π] è un intervallo chiuso e limitato, quindi il teorema di Weierstrass
implica che esistono il massimo e il minimo. Per trovarli, dobbiamo paragonare il valore che f assume
agli estremi dell’intervallo e nei valori dei punti interni all’intervallo in cui si annulla la derivata.
f 0 (x) = cosx + senx, quindi gli zeri della derivata prima sono √ √ = −cosx, cioè
gli x per cui senx
x = 3/4π e x = 7/4π, in tali punti la funzione vale f (3/4π)√ = 2,√f (74π) = − 2. Negli estremi
dell’intervallo si ha f (0) = −1 e f (2π) = −1, quindi M = 2, m = − 2.
2. f (−2) = −2/5, f (3) = 3/10. Inoltre
x2 + 1 − 2x2 1 − x2
f 0 (x) = =
(x2 + 1)2 (x2 + 1)2
Quindi gli zeri della derivata sono x = ±1 che appartengono all’intervallo. f (−1) = −1/2 e f (1) = 1/2,
che sono rispettivamente il minimo e il massimo.
3. f è maggiore o uguale a zero in [0, 3] e f (0) = 0. Quindi 0 è il minimo. Inoltre f 0 (x) = (x − 2)2 +
2x(x − 2) = 3x2 − 8x + 4 che si annulla in x = 2 x = 2/3, e f (2) = 0 f (2/3) = 2/3(16/9) = 32/27,
mentre f (3) = 3. Quindi il massimo è 3.
4. Il teorema di Weierstrass non si può applicare poiché l’intervallo non è limitato né chiuso. f (1) = 0 e
f (2) = 2 lg 2 = lg 4 > 1. f 0 (x) = lg x + 1 che si annulla in x = 1/e ma 1/e non appartiene all’intervallo,
quindi M = lg 4 e m = 0.
5. f (0) = 0. Inoltre
1 2x
f 0 (x) = −
1 + x2 1 + x2
che si annulla in x = 1/2. f (1/2) = arctg(1/2) − lg(3/4), f (x) → −∞ per x → +∞, quindi il minimo
non c’è , l’estremo inferiore è −∞. Il massimo è arctg(1/2) − lg(3/4).

6
6. Il teorema di Weierstrass non si può applicare poiché l’intervallo non è limitato né chiuso. f (x) → −∞
se x → −∞ f (x) → +∞ se x → +∞. Quindi non ci sono né massimi né minimi.

7. Il teorema di Weierstrass non si può applicare poiché l’intervallo non è chiuso. f (x) → −∞ se x → 0+ .
Quindi non c’è il minimo. f (π/2) = −2. Mentre
cosx cosx
f 0 (x) = − cosx = (1 − senx)
senx senx
che si annulla in x = π/2. Quindi il massimo è −2.

8. f (−2) = 3 lg 5 + 8, f (0) = 5. Inoltre


6x
f 0 (x) =
1 + x2
che si annulla in x = 0 f (0) = 5, quindi 5 è il minimo e 3 lg 5 + 8 è il massimo.

9. Osserviamo che
x2
0≤ <1 per ogni x ∈ R
x2 +1
e f (0) = 0 e lim f (x) = 1. Quindi 0 è il minimo e 1 è l’estremo superiore che non può essere un
x→∞
massimo poiché x2 < x2 + 1 per ogni x ∈ R. Quindi in questo caso non c’è bisogno di fare le derivate
per risolvere l’esercizio.

6.3 Studio di funzioni.


1. La funzione f è definita in R \ {1} ed è positiva per x > 1, visto che il numeratore è sempre positivo.
La retta x = 1 è un asintoto verticale poiché lim f (x) = ±∞. Se cerchiamo asintoti orizzontali od
x→1±
obliqui otteniamo
f (x)
lim f (x) = ∞ lim
= 1 = m.
x→∞ x→∞ x

Quindi non ci sono asintoti orizzontali, mentre per ottenere asintoti obliqui dobbiamo fare il limite
 2 
x +3 x+3
lim f (x) − mx = lim − x = lim =1
x→∞ x→∞ x − 1 x→∞ x − 1

allora la retta y = x + 1 è un asintoto obliquo sia a meno che a più infinito. Per vedere se ci sono
massimi e minimi locali studiamo la derivata prima

2x(x − 1) − x2 − 3 x2 − 2x − 3
f 0 (x) = =
(x − 1)2 (x − 1)2

che si annulla in x = −1 x = 3. f (−1) = −2, f (3) = 6. Inoltre la derivata prima è positiva in


x < −1 ∪ x > 3, quindi la funzione è crescente in tale intervallo, e -2 è un massimo locale e 3 è un
minimo locale. Non ci sono massimi assoluti perché f → +∞ per x → 1+ e non ci sono minimi assoluti
perché f → −∞ per x → 1− . Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

7
2. La funzione esiste se x2 + x ≥ 0, cioè se x(x + 1) ≥ 0 il che vale per x ≤ −1 ∪ x ≥ 0, quindi
Dom(f ) = (−∞, −1] ∪ [0, +∞). Non ci sono asintoti verticali, per vedere se ci sono asintoti orizzontali
facciamo il limite lim f (x), se x → +∞ abbiamo una forma indeterminata del tipo +∞ − ∞, quindi
x→∞
procediamo come segue  
x
lim f (x) = lim √ =1
x→+∞ x→+∞ x2 + x + x
quindi per x → +∞ la retta y = 1 è un asintoto orizzontale. Per x → −∞ non abbiamo una forma
indeterminata e il limite è +∞, quindi per x → −∞ ci sono asintoti orizzontali. Per vedere se ci sono
asintoti obliqui facciamo il limite di f (x)/x per x → −∞, e otteniamo −2, inoltre
p
lim f (x) + 2x = lim x2 + 2x + x
x→−∞ x→−∞

che è di nuovo una forma indeterminata. Ragioniamo come nel caso del limite a più infinito e otteniamo
x x 1
lim f (x) + 2x = lim √ = lim p  =− .
x→−∞ x→−∞ x2 + x − x x→−∞ −x 1 + 1/x + 1 2

8
quindi y = −2x − 1/2 è un asintoto obliquo per x → −∞. Da quanto detto deduciamo che non ci sono
massimi assoluti. La derivata prima è

0 1 2x + 1 2x + 1 − 2 x2 + x
f = √ −1= √ .
2 x2 + x 2 x2 + x
Risolvendo la disequazione f 0 ≥ 0, otteniamo che f è crescente per ogni x ≥ −1/2, quindi in (−∞, −1)
la funzione è decrescente,
√ mentre in (0, +∞) la funzione è crescente. Inoltre la funzione è positiva
negli x che soddisfano x2 + x ≥ x. Poiché il termine a sinistra è sempre positivo e ben definito nel
dominio della funzione, le soluzioni della disequazione sono x ≤ 0 oppure
(
x≥0
x2 + x ≥ x2
cioè x ≥ 0. Quindi f è positiva nel suo dominio e si annulla in x = 0. Quindi 0 è il minimo assoluto.
Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

√ √
3. f è ben definita se x + 1 ≥ e x ≥ 0, cioè in [0, ∞) e f (0) = 1. Inoltre f ≥ 0 se x + 1 ≥ x poiché
tutti gli argomenti delle radici sono non negativi in Dom(f ) possiamo elevare al quadrato e otteniamo
x + 1 ≥ x, cioè sempre, quindi f è non negativa nel suo dominio. Non ci sono asintoti verticali, come
nell’esercizio precedente quando facciamo il limite per x → +∞ otteniamo una forma indeterminata,
come prima razionalizziamo
x+1−1
lim f (x) = lim √ √ =0
x→+∞ x→+∞ x+1+ x

9
e otteniamo che la retta y = 0 è un asintoto orizzontale. x = 0 è il minimo assoluto. Per cercare altri
punti critici studiamo la derivata prima. Si ha
 
0 1 1 1
f (x) = √ −√
2 x+1 x

e risolvendo f 0 ≥ 0 abbiamo che f 0 è sempre negativa, quindi non ci sono altri estremi. Il grafico
qualitativo della funzione è il seguente

4. La funzione è definita in tutto R. Non ci sono né asintoti verticali, né asintoti orizzontali né asintoti
obliqui. La derivata prima è f 0 (x) = 3x2 − 4x + 1, le cui radici sono 1/3, 1, quindi la derivata è
positiva in (−∞, 1/3) ∪ (1, +∞), ed in questi intervalli la funzione è crescente. Nell’intervallo (1/3, 1)
la funzione è decrescente, quindi 1/3 è un punto di massimo con valore massimo f (1/3) = 52/27,
mentre x = 1 è un punto di minimo con valore minimo f (1) = 2. La funzione non ha massimi e
minimi assoluti poiché f (x) → +∞ per x → +∞ e f (x) → −∞ per x → −∞. Il grafico qualitativo
della funzione è il seguente

10
5. La funzione è definita in tutto R, e non ha asintoti orizzontali né obliqui, non ci sono massimi e minimi
assoluti. f 0 (x) = 4x3 − 12x2 = 4x2 (x − 3) che si annulla in x = 0, x = 3, però mentre in x = 3 cambia
segno in x = 0 no, quindi x = 3 è un punto di minimo, mentre x = 0 è un flesso a tangente orizzontale.
f (3) = −27. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente


6. f è definita se 3x3 − 6x2 + 2x
√ 6
= 0, cioè x(3x 2 − 6x + 2) 6= 0 le cui radici sono x = 0, x = 1 ∓ 3/3.
√ √
Quindi Domf = R \ {0, 1 ∓ 3/3}. Le rette rette x = 0, x = 1 − 3/3, x = 1 + 3/3 sono asintoti
verticali, mentre la retta y = 1/3 è asintoto orizzontale. La derivata prima di f vale

(3x2 − 4x − 1)(x3 − 6x2 + 2x) − (9x2 − 12x + 2)(x3 − 2x2 − x + 2)


f0 = = 3
(x3 − 6x2 + 2x)2 (x − 6x2 + 2x)2

Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

11
7. La funzione è definita se l’argomento del logaritmo è positivo e se il denominatore della frazione è non
nullo, cioè deve essere
x2

 |x + 2| > 0





x 6= −2.

Quindi Dom(f ) = R \ {0, −2}. In tali punti cerchiamo gli asintoti verticali

lim f (x) = −∞ = lim f (x) = −∞


x→0+ x→0−
lim f (x) = +∞ = lim f (x) = +∞
x→−2+ x→−2−

quindi le rette x = 0, x = −2 sono asintoti verticali. Per vedere se ci sono asintoti orizzontali dobbiamo
andare a studiare i limiti all’infinito.

lim f (x) = lim f (x) = +∞.


x→+∞ x→−∞

quindi non ci sono asintoti orizzontali, per gli asintoti obliqui dobbiamo fare
f (x)
lim =0
x→+∞ x

quindi non ci sono neanche asintoti obliqui. Per studiare la monotonia, calcoliamo la derivata prima

|x + 2| 2x|x + 2| − x2 (|x + 2|)0


f0 =
x2 (x + 2)2

12
la funzione g(x) = |x + 2| è definita da
(
x+2 x ≥ −2
g(x) =
−x − 2 x < −2
e non è derivabile in x = −2 perché il limite destro del rapporto incrementale viene 1 e il limite
sinistro viene -1, quindi anche la nostra funzione f avrà due derivate diverse per x > −2 e per x < −2.
Osserviamo anche che anche se g non è derivabile f lo è perché il punto −2 non appartiene al dominio
di f ! Si ha
x + 2 2x(x + 2) − x2 (1) x + 2 x(x + 4)
 


2 2
x > −2 
 x > −2
x (x + 2)  x2 (x + 2)2

 


f0 = ovvero f 0 =

 2
−x − 2 −2x(x + 2) − x (−1)

 x + 2 x(x + 4)
x < −2
 

 x < −2 
 2
x 2 (x + 2) 2 x (x + 2)2
e semplificando otteniamo
x+4
f0 =
x(x + 2)
e f 0 ≥ 0 se −4 ≤ x ≤ −2 ∪ x ≥ 0. Quindi x = −4 è un punto di minimo locale, massimi e minimi
globali non ce ne sono. f (−4) = lg 8. f si annulla in x = −1, x = 4. Il grafico qualitativo della
funzione è il seguente

8. La funzione è definita in (0, +∞). Inoltre f (x) → 0 per x → 0+ , quindi x = 0 non è asintoto verticale.
Non ci sono neanche asintoti orizzontali né obliqui. f 0 = lg x + 1 ≥ 0 se x ≥ 1/e, quindi x = 1/e è
un punto di minimo f (1/e) = −1/e che il minimo assoluto di f . Non c’è massimo assoluto. Il grafico
qualitativo della funzione è il seguente

13
9. f è definita in Dom(f ) = [0, +∞). f (0) = 1. Non ci sono asintoti verticali, mentre f (x) → 0 per
x → +∞, quindi y = 0 è un asintoto orizzontale.
1 √ 1
f 0 (x) = − e− x √ f ≤ 0 ∀x ≥ 0
2 x

quindi f è sempre decrescente e non ha minimi o massimi locali. 1 è il massimo assoluto, mentre 0 è
l’estremo inferiore. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

10. f è definita in tutto R. Non ha asintoti verticali, né orizzontali, né obliqui. f 0 (x) = −xsenx. Quindi
la funzione è crescente per xsenx ≤ 0. Poiché senx ≥ 0 in [2kπ, π + 2kπ] per k ∈ Z, abbiamo che f è

14
decrescente in [2kπ, π + 2kπ] per k ∈ N, e in [−π − 2kπ, −2kπ] per k ∈ N. Quindi i punti x = 2kπ sono
punti di massimo locale e la funzione vale f (2kπ) = 2kπ, i punti x = π + 2kπ sono punti di minimo
dove il valore è f (π + 2kπ) = −π − 2kπ Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

11. La funzione è definita in R \ {−1}. Cerchiamo asintoti verticali nel punto x = −1, e abbiamo

lim f (x) = +∞ lim f (x) = −∞


x→−1− x→−1+

per quanto riguarda gli asintoti all’infinito abbiamo

lim f (x) = −∞ lim f (x) = +∞


x→+∞ x→−∞
f (x) f (x)
lim =1 lim =1
x→+∞ x x→−∞ x
lim f (x) − x = −1 lim f (x) − x = −1
x→+∞ x→−∞

quindi la retta x = −1 è asintoto verticale, mentre la retta y = x − 1 è asintoto obliquo sia a più che a
meno infinito. Inoltre f 0 (x) = (x + 1)−2 (x2 + 2x + 4), che mostra che f è sempre crescente. Il grafico
qualitativo della funzione è il seguente

15
12. Il dominio è R \ {1}, inoltre

lim f (x) = −∞ lim f (x) = +∞


x→1− x→1+

per quanto riguarda gli asintoti all’infinito abbiamo

lim f (x) = +∞ lim f (x) = 0


x→+∞ x→−∞
f (x)
lim = +∞
x→+∞ x
quindi la retta x = −1 è asintoto verticale, mentre la retta y = 0 è asintoto orizzontale a meno infinito
e non ci sono asintoti a più infinito. Inoltre
 ex
 (x2 − x − 1) x≥0
(x − 1)2

0
f = ex
−
 (x2 − x − 1) x < 0
(x − 1)2

da cui x = (1 ± 5)/2 sono punti di minimo. Inoltre x = 0 è un punto angoloso poiché f−0 (0) =
1 f+0 (0) = −1, quindi x = 0 è un punto di massimo relativo. Il grafico qualitativo della funzione è il
seguente

16
13. La funzione è definita se x − x2 6= 0, cioè in R \ {0, 1}. Inoltre

lim f (x) = +∞ lim f (x) = 0 lim f (x) = 0 lim f (x) = +∞


x→0− x→0+ x→1− x→1+
1
lim f (x) =
x→±∞ e
quindi la retta x = 0 è asintoto verticale per x → 0− la retta x = 1 è asintoto verticale per x → 1+ ,
mentre la retta y = 1/e è asintoto orizzontale.

2x(x − x2 ) − (x2 − 4)(1 − 2x) x2 − 8x + 4


f 0 (x) = f (x) 2 2
= f (x)
(x − x ) (x − x2 )2

0 (x) ≥ 0 se x2 − 8x + 4 ≥ 0, quindi la funzione è crescente in (−∞, 0) ∪ (0, 4 − 2 3) ∪ (4 +
Quindi
√ f √ √
2 3, +∞) mentre è decrescente in (4−2 3, 1)∪(1, 4+2 3). Quindi la funzione parte da meno infinito
al di sopra e vicino alla retta y = 1/e sale a√più infinito per x → 0− . Riparte da zero per x → 0+
sale ed ha un punto di massimo in x = 4 −√2 3 e ritorna in zero per x → 1− . Riparte da più infinito
per x → 1− scende fino al punto x = 4 + 2 3 dove ha un minimo e poi risale, ha un flesso a tangente
obliqua e si avvicina da sotto alla retta y = 1/e. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

17
14. La funzione è costantemente nulla sul semiasse negativo, mentre è un arco di parabola sul semiasse
dei positivi. Non è continua x = 1 è un punto di minimo relativo e la funzione è ivi nulla. x = 0 è un
punto di massimo relativo. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

15. La funzione è definita in tutto R. Sul semiasse negativo è la bisettrice del secondo e quarto quadrante.
La funzione è continua, ha come asintoto orizzontale a più infinito y = 0. Inoltre
(
0 e−x (1 − x) x ≥ 0
f =
−1 x<0

quindi x = 1 è un punto di massimo dove f (1) = 1/e. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

18
6.4 Teorema di de L’Hopital e formula di Taylor
1. Calcolo di limiti.

(a) Il limite si presenta come forma indeterminata del tipo 0/0, applicando il teorema di de L’Hopital
otteniamo
senx − x H cos x − 1 1 1 − cos x
lim 3
= lim 2
= − lim .
x→0 x x→0 3x 3 x→0 x2
Ricordando il limite notevole
1 − cos x 1
lim =
x→0 x2 2
otteniamo che il nostro limite viene −1/6.
(b) Cosı̀ come è scritto il limite è una forma indeterminata del tipo 0∞, quindi non possiamo usare
direttamente il teorema di de l’Hopital. Però possiamo scrivere
lg x
lim x lg x = lim 1
x→0 x→0
x

ora abbiamo una forma indeterminata del tipo ∞/∞ e possiamo applicare il teorema di de
l’Hopital, ottenendo
1
lg x H x −x2
lim x lg x = lim 1 = lim = lim = 0.
x→0 x→0 x→0 − 12 x→0 x
x x

(c) Il limite si presenta come forma indeterminata del tipo +∞ − ∞ se x → 0+ . Facciamo il minimo
comune multiplo    
1 1 x − senx
lim − = lim .
x→0+ senx x x→0+ xsenx
Ora possiamo usare il teorema di de l’Hopital e otteniamo
   
1 1 x − senx H 1 − cos x
lim − = lim = lim .
x→0+ senx x x→0+ xsenx x→0+ senx + x cos x

19
Abbiamo ancora una forma indeterminata del tipo 0/0, usando ancora il teorema di de l’Hopital
abbiamo  
1 1 H 1 − cos x H senx
lim − = lim = lim =0
x→0 + senx x x→0 senx + x cos x
+ x→0 2 cos x − xsenx
+

(d) Il limite si presenta come forma indeterminata del tipo 0/0. Usando il teorema di de l’Hopital
otteniamo
√ √ √ √
sen x − x H cos x 2√1 x − 2√1 x 1 − cos x 1
x(1 + o(1))
lim = lim = − lim √ = − lim 2 √ = 0.
x→0 x x→0 1 x→0 2 x x→0 2 x

(e) Abbiamo una forma indeterminata del tipo 0/0. Usando il teorema di de l’Hopital otteniamo
2 2
ex − 1 H 2xex 2 x
lim = lim = lim −2ex = −2.
x→0 cos x − 1 x→0 −senx x→0 senx

(f) Facendo il minimo comune multiplo e usando il teorema di de l’Hopital, otteniamo


1 x
−1
 
lg(1 + x) 1 lg(1 + x) − x H 1+x 1+x 1 1
lim − = lim = lim = lim − = lim − =−
x→0 x2 x x→0 x2 x→0 2x x→0 2x x→0 2(1 + x) 2

(g) Facendo il minimo comune multiplo e usando il teorema di de l’Hopital, otteniamo


1
1 − 1+x
 
1 1 x − arctgx H 2
lim − 2 = lim 2 = lim 2
x→0 xarctgx x x→0 x arctgx x→0 2xarctgx + x
1+x2

x H 1 1
= lim = lim = .
x→0 2(1 + x2 )arctgx +x x→0 4x2 arctgx +3 3
(h) Il limite si presenta come forma indeterminata del tipo ∞ · 0, quindi prima dobbiamo riportarlo
ad una forma indeterminata a cui possiamo applicare il teorema de l’Hopital.
π 1 1 1
arctgx − −
 
3 π 1 2 + x H 1+x2 x2 1
lim x arctgx − + = lim 1 = lim = lim = 0.
x→∞ 2 x x→∞
x3
x→∞ − x32 x→∞ 3(1 + x2 )

(i) Usando il teorema di de l’Hopital abbiamo


3x cos x
x lg(1 + 3senx) − 3x2 ) H lg(1 + 3senx) − 6x +
 
1+3senx lg(1 + 3senx) 3 cos x
lim 2
= lim = lim −3+
x→0 x x→0 2x x→0 2x 2(1 + 3senx)

Il primo limite nella parentesi viene 3/2, questo si può vedere o usando i limiti notevoli o
riutilizzando il teorema di de l’Hopital, infatti
3 cos x
lg(1 + 3senx) H 1+3senx 3
lim = lim = .
x→0 2x x→0 2 2
L’ultimo limite viene 3/2, quindi il limite di partenza viene 0.

2. Per calcolare il sen1, senπ/6 usiamo la formula di Taylor che ci dice che
1 00 1 000 1 0000 1
f (x) = f (0) + f 0 (0)x + f (0)x2 + f (0)x3 + f + f v (0)x5 + ..... + Rn
2 6 24 5!
dove R5 è il resto. E’ il resto che da’ l’errore, cioè la formula ci permette di dire che per x = 1 il
sen1 si può calcolare sapendo il valore della funzione e delle sue derivate in zero a patto di commettere

20
un errore, tale errore è espresso dal resto. Poiché l’esercizio richiede che l’errore sia inferiore a 1/100,
dobbiamo stimare il resto in modo da che Rn < 1/100. Ad esempio se n = 1 cioè se ci fermiamo nella
formula al calcolo della derivata prima otteniamo dalla formula di Lagrange per il resto che

00 |x|2 |x|n+1
|R1 | ≤ |f (ξ)| , in generale |Rn | ≤ |f n+1 (ξ)| (1) Resto
2! (n + 1)!

dove ξ ∈ (0, x). Se vogliamo calcolare il sen1 poniamo x = 1 e otteniamo |R1 | ≤ |senξ|1/2, poiché
|seny| ≤ 1 per ogni y, possiamo dire che |R1 ≤ 1/2| però 1/2 = 0, 5 che è maggiore di 1/100, quindi se
ci fermiamo alla derivata prima commettiamo un errore troppo grosso, quindi dobbiamo andare alle
derivate successive. Ragionando come appena fatto, ci accorgiamo che se ci fermiamo alla derivata
quarta abbiamo
x5 1 1 1
|R4 | ≤ | cos ξ| ≤ = ≤
5! 5! 120 100
quindi se vogliamo un errore inferiore ad un centesimo dobbiamo usare la formula di Taylor fino alla
derivata quarta ed otteniamo
5
sen1 ∼ .
6
Facendo lo stesso ragionamento per x = 1/8 abbiamo
1 n+1

8
|Rn | ≤
(n + 1)!

se ci proviamo a fermare a n = 2 otteniamo


1 3

8 1 1 1
|R2 | ≤ = <
6 512 6 100
se ci fermiamo a n = 1 abbiamo
1 2

8 1 1 1 1
|R1 | ≤ = = <
2 64 2 128 100
quindi questa volta possiamo fermarci alla derivata prima e abbiamo
1
sen(1/8) ∼
8
si può notare quanto sia diminuito il valore del seno passando da x = 1 a x = 1/8.
Resto
3. Ragioniamo come nell’esercizio precedente e ricordando (1) abbiamo nel caso dell’esponenziale

xn+1
|Rn | ≤ ex
(n + 1)!

poiché la funzione esponenziale è crescente. Posto x = 1 otteniamo


1 3
|Rn | ≤ e ≤
(n + 1)! (n + 1)!

Visto che il resto deve essere inferiore ad un centesimo proviamo a vedere se basta fermarci a n = 2,
in questo caso abbiamo
3 1
|R2 | ≤ = > 1/100
(3)! 2

21
quindi dobbiamo considerare le derivate successive, per n = 4 abbiamo
3 3 1
|R4 | ≤ = = > 1/100
5! 120 40
Per n = 5
3 3 1
|R5 | ≤ = = < 1/100
6! 6 · 120 240
il resto soddisfa la condizione richiesta, dobbiamo quindi scrivere la formula di Taylor fino alla derivata
quinta. Abbiamo
1 1 1 1 325
e∼1+1+ + + + = = 2, 7.
2 6 24 120 120

Resto
Posto x = −2 (1) otteniamo

| − 2|n+1 1 2n+1 2n−1


|Rn | ≤ e−2 ≤ ≤ .
(n + 1)! 4 (n + 1)! (n + 1)!

Visto che il resto deve essere inferiore ad un centesimo proviamo a vedere se basta fermarci a n = 4.
Abbiamo
23 8 1
|R4 | ≤ = = > 1/100
5! 120 15
Per n = 5
24 16 1
|R5 | ≤ = = > 1/100
6! 6 · 120 45
Per n = 6
25 32 2
|R6 | ≤ = = < 1/100
7! 7 · 3 · 240 315
Finalmente il resto soddisfa la condizione richiesta, dobbiamo quindi scrivere la formula di Taylor fino
alla derivata sesta. Abbiamo
1 1 1 1 1 1
e−2 ∼ 1 + (−2) + ·4− ·8+ · 16 − · 32 + · 64 = .
2 6 24 120 6 · 120 45

4. (a) La formula di Taylor ci permette di precisare meglio gli o piccoli che appaiono nel formula data
dai limiti notevoli, cioè possiamo dire con più precisione con che velocità vanno a zero le funzioni in
gioco. Ad esempio in questo limite se scriviamo la formula di Taylor arrestata alla derivata prima

senx = x + o(x2 )

poiché sappiamo che le derivate di ordine pari calcolate in zero sono nulle. Se sostituiamo questa
espressione nel limite otteniamo
senx − x o(x2 )
=
x3 x3
questa espressione però non ci permette di calcolare il limite, poiché non sappiamo con che velocità
o(x2 ) va a zero, ci tende più lentamente o più velocemente di x3 ? Per poterlo dire dobbiamo andare
avanti nella formula di Taylor; se ci arrestiamo alla derivata terza abbiamo

x3
senx = x − + o(x4 )
6
e sostituendo
senx − x −x3 /6 + o(x4 )
=
x3 x3

22
in questo modo abbiamo capito che o(x2 ) che avevamo prima tende a zero come x3 /6 più o(x4 ) questo
ci permette di dire che il limite è −1/6.
(c) Facendo il minimo comune multiplo e usando la formula di Taylor arrestata alla derivata terza
otteniamo
x − senx −x3 /6 + o(x4 )
lim = lim = 0.
x→0 xsenx x→0 x(x − x3 /6 + o(x4 ))

(d) Questa volta per usare la formula di Taylor dobbiamo stare attenti poiché l’argomento del seno
√ √
è x, sostituendo x nella formula otteniamo
√ √ 1 √
sen x = x − ( x)3 + o(x4 )
6
per cui √ √
sen x − x −1/6x3/2 + o(x4 )
=
x x
per cui il limite è zero.
(e) Usando la formula di Taylor per la funzione esponenziale e per il coseno abbiamo
et = 1 + t + o(t)
cos t = 1 − t2 /2 + o(t3 )
sostituendo t = x2 nella prima e t = x nella seconda abbiamo
2
ex − 1 x2 + o(x2 ) 1 + o(1)
= 2 3
= −2
cos x − 1 −x /2 + o(x ) 1 + o(x)
per cui il limite è −2.
(f) La formula di Taylor per il logaritmo ci da
1
lg(1 + t) = t − t2 + o(t2 )
2
Facendo il minimo comune multiplo otteniamo
lg(1 + x) − x x − 1/2x2 + o(x2 ) − x 1
2
= = − + o(1)
x x2 2
quindi il limite è -1/2.
(g) La formula di Taylor per l’arcotangente ci da
1
arctgt = t − t3 + o(t3 ).
3
Facendo il minimo comune multiplo otteniamo
x − arctgx 1/3x3 + o(x3 ) 1
lim 2
= lim 3 1 4 4
= .
x→0 x arctgx x→0 x − x + o(x )] 3
3

(i) Poniamo t = senx nella formula di Taylor per il logaritmo e otteniamo


1
lg(1 + 3senx) = 3senx − (senx)2 + o(senx)2
2
usiamo poi la formula di Taylor del senx
1 1
lg(1 + senx) = 3x − x3 + o(x4 ) − (x2 − x6 /3) + o(x2 ) = 3x − x2 + o(x2 ).
2 2
Sostituendo
x lg(1 + 3senx) − 3x2 x(3x − 21 x2 + o(x2 ) − 3x2 − 21 x3 + o(x3 ))
= =
x2 x2 x2
quindi il limite è zero.

23
6.5 Studio di funzioni con concavità e convessità
1. La funzione è ben definita se il denominatore è diverso da zero, quindi il dominio è R \ {2}. Per cercare
asintoti dobbiamo studiare la funzione alla frontiera del dominio cioè in due e all’infinito. Abbiamo

lim f (x) = −∞ lim f (x) = +∞ lim f (x) = 1


x→2− x→2+ x→±∞

quindi la retta x = 2 è un asintoto verticale e la retta y = 1 è asintoto orizzontale. Cerchiamo estremi


locali.
x−2−x−2 −4
f 0 (x) = 2
=
(x − 2) (x − 2)2
quindi la funzione è sempre decrescente.
00 1 1
f (x) = −4(−2) 3
=8
(x − 2) (x − 2)3

quindi la funzione è concava per x < 2 e convessa per x > 2. Il grafico qualitativo della funzione è il
seguente

2. La funzione è definita per x 6= ±1. Inoltre

lim f (x) = +∞ lim f (x) = −∞ lim f (x) = +∞ lim f (x) = −∞


x→−1− x→−1+ x→1− x→1+
lim f (x) = 0
x→±∞

quindi le rette x = −1, x = 1 sono asintoti verticali, mentre la retta y = 0 è un asintoto orizzontale.

1 − x2 + 2x2 1 + x2
f 0 (x) = =
(1 − x2 )2 (1 − x2 )2

24
Quindi la funzione è sempre crescente.
00 2x(1 − x2 )2 − 2(1 − x2 )(−2x)(1 + x2 ) 2x
f (x) = 2 4
= 3 + x2 .
(1 − x ) (1 − x2 )3
Essendo 3 + x2 sempre positivo la funzione è convessa se
2x
≥0
(1 − x2 )3
cioè per x < −1, 0 ≤ x < 1; negli altri intervalli la funzione è concava.
Il grafico della funzione andrà fatto rispettando queste informazioni: partendo da meno infinito la
funzione sta vicino alla retta y = 0 e sopra di essa, poi cresce fino ad andare a più infinito vicino
alla retta x = −1 stando alla sinistra di questa. Poi riparte da meno infinito alla destra della retta
x = −1 con la concavità rivolta verso il basso ha un flesso in zero dove vale zero e va a più infinito
avvicinandosi da sinistra alla retta x = 1. Riparte alla destra della retta x = 1 con la concavità verso
il basso e si avvicina da sotto alla retta y = 0 per x → +∞. Il grafico qualitativo della funzione è il
seguente

3. La funzione è ben definita per x 6= ±1, quindi cerchiamo in ±1 degli asintoti verticali. Abbiamo
lim f (x) = −∞ lim f (x) = +∞ lim f (x) = −∞ lim f (x) = +∞
x→−1− x→−1+ x→1− x→1+
f (x)
lim f (x) = −∞ lim f (x) = +∞ lim=∞
x→−∞ x→∞ xx→∞

quindi le rette x = ±1 sono asintoti verticali, mentre non ci sono né asintoti orizzontali né asintoti
obliqui. Studiamo la derivate di f .
(5x4 − 2x)(x2 − 1) − 2x(x5 − x2 + 1) x4 (3x2 − 5)
f 0 (x) = 2 2
=
(x − 1) (x2 − 1)2

25
quindi f 0 ≥ 0 se (3x2 − 5)p≥ 0 mentre in zero abbiamo un flesso a tangente
p orizzontale. La derivata
0
p in x = ± 5/3 e studiando il segno di f si vede che − 5/3 è un punto di massimo
prima si annulla
mentre x = 5/3 è un punto di minimo. La derivata seconda è data da
00 (18x5 − 20x3 )(x2 − 1)2 − 2(x2 − 1)(2x)(3x2 − 5) 2x3
f (x) = = [3x4 − 9x2 + 10]
(x2 − 1)4 (x2 − 1)3
la quantità dentro le parentesi quadre è sempre positiva, quindi il segno della derivata seconda è dato
dalla frazione 2x3 /(x2 − 1)3 e ritroviamo che la funzione cambia concavità in zero e passando dalla
sinistra alla pdestra degli asintoti verticali. Quindi la funzione parte da meno infinito ha un massimo
nel punto − 5/3 poi tende a meno infinito per x → −1− , ed è concava in questo intervallo. Riparte
da più infinito alla destra della retta x = −1 ed è convessa fino a zero dove diventa concava
p e tende a
meno infinito per x → 1− . Riparte da più infinito alla destra di x = 1 ha un minimo in 5/3 e poi va
a più infinito per x → +∞. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

4. La funzione è ben definita se l’argomento del logaritmo è positivo. Cioè per


x2
>0 se e solo se x > 1.
x−1

26
Quindi Dom(f ) = (1, +∞). Inoltre

lim f (x) = +∞ lim f (x) = +∞.


x→1+ x→+∞

Quindi la retta x = 1 è un asintoto verticale mentre non ci sono asintoti orizzontali, se cerchiamo
asintoti obliqui abbiamo
f (x)
m = lim = 0 q = lim f (x) − x = +∞.
x→+∞ x x→+∞

quindi non ci sono neanche asintoti obliqui. La derivata è data da


x − 1 2x(x − 1) − x2 x−2
f 0 (x) = 2 2
=
x (x − 1) x(x − 1)
nell’ultimo passaggio abbiamo semplificato per x − 1 e per x, queste operazioni sono lecite poiché nel
dominio tali quantità sono sempre positive. Quindi la funzione è crescente per x ≥ 2 e decresce per
x ≤ 2, il che ci dice che x = 2 è un punto di minimo. La derivata seconda è data da
00 x2 − 4x + 2
f (x) = −
[x(x − 1)]2

quindi f è convessa se x2 − 4x + 2 ≤ 0 che accade per 1 < x ≤ 2 + 2. Quindi f parte da più infinito
a destra e vicino alla retta x = 1,
√ decresce fino a f (2) che è il suo valore minimo e poi cresce in modo
convesso fino al punto x = 2 + 2 dove ha un flesso a tangente obliqua e poi va a più infinito con la
concavità rivolta verso il basso. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

5. La funzione è definita in R \ {0}. Inoltre

lim f (x) = lim f (x) = +∞ lim f (x) = +∞


x→0− x→0+ x→±∞
f (x)
lim =1 lim f (x) − x = 3
x→±∞ x x→±∞

quindi x = 0 è un asintoto verticale, y = x + 3 è un asintoto obliquo.


x(x − 2)(x + 1)2
f 0 (x) =
x4

27
quindi x = −1 è un punto di flesso mentre x = 2 è un punto di minimo.

00 6x2 (x + 1)
f =
x6
quindi f è convessa per x ≥ −1. La funzione parte da meno infinito vicino alla retta y = x + 3 stando
al di sotto, ha un flesso in x = −1 poi attraversa la retta y = x + 3 e va a più infinito per x → 0− .
Riparte da più infinito alla destra della retta x = 0, ha un minimo in x = 2 e poi va a più infinito
avvicinandosi alla retta y = x + 3. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

6. La funzione è definita in (0, +∞) e

lim f (x) = 0 si può vedere usando il teorema di de l’Hopital


x→0+
f (x)
lim f (x) = +∞ lim = +∞
x→+∞ x→+∞ x

quindi non ci sono né asintoti verticali, né asintoti orizzontali né asintoti obliqui.
1
f 0 (x) = (lg x)2 + 2x(lg x) = lg x(lg x + 2)
x
per studiare il segno di f 0 poniamo t = lg x e abbiamo che t(t + 2) ≥ 0 se t ≤ −2 o t ≥ 0, quindi f 0 ≥ 0
per lg x ≤ −2 ∪ lg x ≥ 0 il che implica x ≤ e−2 ∪ x ≥ 1. Quindi x = e−2 è un punto di massimo e x = 1
è un punto di minimo.
00 2
f (x) = 2 lg x +
x

28
il cui segno non è facile da studiare e quindi lo omettiamo. In ogni caso possiamo dire che la funzione
parte da zero in zero, cresce fino al punto x = e−2 dove ha un massimo poi decresce fino al punto
x = 1 dove ha un minimo e vale zero, poi ricresce e se ne va a più infinito. Il grafico qualitativo della
funzione è il seguente

7. La funzione esiste se x > 0 e se lg x 6= −1, cioè in (0, 1/e) ∪ (1/e, +∞). Inoltre

lim f (x) = 1 lim f (x) = +∞ lim f (x) = −∞


x→0+ x→(1/e)− x→(1/e)+

lim f (x) = 1
x→+∞

Quindi la retta x = 1/e è un asintoto verticale e la retta y = 1 è un asintoto orizzontale.

1/x(1 + lg x) − 1/x(lg x) 1/x 1


f 0 (x) = 2
= 2
=
(1 + lg x) (1 + lg x) x(1 + lg x)2

quindi la funzione è sempre crescente.

00 (1 + lg x)2 + 2x(1 + lg x)(1/x) (1 + lg x)(3 + lg x)


f =− 2 4
=−
x (1 + lg x) x2 (1 + lg x)4

quindi la funzione parte da 1 in x = 0 ed è concava fino a x = e−3 , poi ha un flesso e diventa convessa
e se ne va a più infinito. Riparte alla destra della retta x = 0 da meno infinito concava e cresce
rimanendo al di sotto della retta y = 1. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

29
8. Il dominio della funzione è [1, +∞), e
lim f (x) = 0
x→+∞

quindi la retta y = 0 è un asintoto orizzontale.


√ e−x e−x
 
0 −x 1
f (x) = e − x−1+ √ = √ [2(−x + 1) + 1] = √ [−2x + 3]
2 x−1 2 x−1 2 x−1

quindi la funzione è crescente per x ≤ 3/2, in x = 3/2 c’è un punto di massimo.


" √ 3−2x #
00 −3 + 2x −4 x − 1 − √ x−1 e−x

2x − 1

−x
f (x) = e √ + = √ 2x − 3 −
2 x−1 4(x − 1) 2 x−1 2(x − 1)
e−x 4x2 − 12x + 7
= √ .
2 x − 1 2(x − 1)
00 √ √
Quindi f è positiva negli intervalli
√ (−∞, (3 − 2)/2) ∪ ((3 + 2)/2, +∞), questo implica che la
funzione è concava in [1, (3 + 2)/2) e in tale punto diventa convessa. Quindi la funzione parte da
x = 1 dove è nulla, cresce fino a x = 3/2 poi decresce diventa convessa e tende a zero a più infinito. Il
grafico qualitativo della funzione è il seguente

30
9. La funzione è definita in tutti R, perché il denominatore non si annulla mai. Inoltre

f (x)
lim f (x) = 0 lim f (x) = −∞ lim = +∞
x→+∞ x→−∞ x→−∞ x

quindi y = 0 è asintoto orizzontale per x → +∞ mentre non sono asintoti orizzontali né obliqui per
x → −∞.
f 0 (x) = e−x (1 − x + 2) = e−x (3 − x)
quindi f 0 è maggiore o uguale a zero per x ≤ 3, e x = è un punto di massimo e f (3) = 1/e3 .
00
f (x) = e−x (−1 − 3 + x) = e−x (x − 4)

quindi f è concava in (−∞, 4) ed è convessa in (4, +∞). La funzione parte da meno infinito, cresce
fino al punto x = 3 dove raggiunge quota y = 1/e3 , poi decresce diventa convessa in x = 4 e tende a
zero a più infinito. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

31
10. La funzione è definita in tutto R.

lim f (x) = −∞ lim f (x) = +∞


x→−∞ x→+∞

quindi non ci sono asintoti orizzontali né obliqui.

f 0 (x) = 1 − cos x
00
quindi f 0 ≥ 0 sempre, quindi la funzione è sempre crescente. f (x) = senx quindi la funzione è
convessa negli intervalli [2kπ, π + 2kπ], al variare di k ∈ Z. Il grafico qualitativo della funzione è il
seguente

11. La funzione è definita in tutto R. Inoltre


f (x) π π
lim f (x) = ∞ lim =1 lim f (x) − x = lim f (x) − x = −
x→∞ x→∞ x x→+∞ 2 x→−∞ 2
quindi non ci sono asintoti orizzontali, mentre y = x + π/2 è un asintoto obliquo per x → +∞ e
y = x − π/2 è un asintoto obliquo per x → −∞.
1
f 0 (x) = 1 +
1 + x2
che è sempre positiva, quindi f è sempre crescente.
00 2x
f (x) = −
(1 + x2 )2

quindi la funzione è concessa per x ≤ 0 e concava per x ≥ 0. Il grafico qualitativo della funzione è il
seguente

32
12. La funzione arcseny è definita per y ∈ [−1, 1], quindi deve essere

−1 ≤ e2x ≤ 1 ⇔ x ≤ 0.

quindi Dom(f ) = (−∞, 0] e f (0) = π/2 − 1. Inoltre

lim f (x) = −1
x→−∞

e y = −1 è asintoto orizzontale per x → −∞.

2e2x
f 0 (x) = √
1 − e4x
che è sempre positiva, quindi la funzione è sempre crescente.

00 4e2x
f (x) =
1 − e4x
quindi la funzione è sempre convessa, parte a meno infinito al disopra e vicino alla retta y = −1 e
cresce fino alla quota y = π/2 − 1. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

33
13. La funzione è definita in tutto R. Inoltre
f (x)
lim f (x) = −∞ lim f (x) = +∞ lim =1
x→−∞ x→+∞ x→±∞ x
√ √
lim f (x) − x = lim 4arctg 1 − x = 2π lim f (x) − x = lim 4arctg x − 1 = 2π
x→−∞ x→−∞ x→+∞ x→+∞

quindi la retta y = x + 2π è asintoto obliquo sia a meno che a più infinito.


 4 
4
1 +
 se x > 1 1 +
 se x > 1
f 0 (x) = 1 + (x − 1) cioè f 0 (x) = x
4 4
1 −
 se x < 1 1 −
 se x < 1
1 + (1 − x) 2 − x)

quindi la funzione è crescente per x > 1. Mentre per x < 1 dobbiamo studiare il segno di (x+2)/(x−2)
che è positivo negli intervalli (−∞, −2) ∪ (2, +∞). Quindi x = −2 è un punto di massimo. In x = 1
la funzione non è derivabile.
4

00
− 2
 se x > 1
f (x) = x
4
−
 se x < 1
(2 − x)2
Quindi la funzione è sempre concava. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

34
14. La funzione è sempre ben definita. Inoltre

f (x) f (x)
lim f (x) = +∞ lim f (x) = +∞ = −π
lim lim =π
x→−∞ x→+∞ x
x→−∞ x→+∞ x
2arctgx + π H 2
lim f (x) + πx = lim = lim (−x2 ) = −2
x→−∞ x→−∞ 1/x x→−∞ 1 + x2
2arctgx − π H 2
lim f (x) − πx = lim = lim (−x2 ) = −2
x→+∞ x→+∞ 1/x x→+∞ 1 + x2

quindi le rette y = −πx − 2, y = πx − 2 sono asintoti obliqui.


2x 2x
f 0 (x) = 2arctgx + 2
− = 2arctgx
1+x 1 + x2
quindi f è crescente per x ≥ 0 ed ha in zero un minimo.
00 2
f (x) = ,
1 + x2
quindi f è sempre convessa. Il grafico qualitativo della funzione è il seguente

35
36

Potrebbero piacerti anche