Esercizio 1. Si considerino le seguenti permutazioni in S8 :
σ = (1, 3)(2, 4)(5, 6) τ = (1, 2)(6, 7) a) Si calcoli esplicitamente il prodotto στ e si determinino l’ordine di σ, τ e στ . b) Dimostrare che l’insieme Cστ degli elementi di S8 che commutano con στ è un sottogruppo di S8 e calcolarne la cardinalità. c) Dimostrare che per n ≥ 5 l’elemento γ = (1, 2, 3, 4, 5) ∈ Sn si può scrivere come prodotto di due elementi di Sn di ordine 2. d) Dimostrare che se n ≥ 4 ogni elemento di Sn della forma γ = (a1 , a2 , ..., ak ) con k ≥ 2 si può scrivere come prodotto di due elementi di Sn di ordine 2. e) Dimostrare che se n ≥ 4 ogni elemento di Sn si può scrivere come prodotto di due elementi di Sn di ordine 2. [Potete assumere per vero l’enunciato del precedente punto d) anche se non lo avete dimostrato.] Soluzione: a) Il prodotto στ è dato dalla permutazione (1, 4, 2, 3)(5, 6, 7). L’ordine di una permutazione, scritta come prodotto di cicli disgiunti, è uguale al minimo comune multiplo degli ordini dei suoi cicli e dunque o(σ) = 2 = o(τ ), o(στ ) = mcm(4, 3) = 12. b) Notiamo per prima cosa che Cστ non è vuoto in quanto contiene l’identità, che commuta con ogni permutazione. Siano α, β ∈ Cστ . Poichè αστ = στ α e βστ = στ β, vale che (αβ)στ = α(βστ ) = α(στ β) = (αστ )β = (στ α)β = στ (αβ) e quindi αβ commuta con στ , quindi αβ ∈ Cστ . Poiché Cστ è un sottoinsieme chiuso per prodotto di S8 , che è un gruppo finito, tutti gli elementi di Cστ sono di ordine finito e Cστ contiene tutte le potenze di tutti i suoi elementi. Quindi contiene gli inversi di tutti i suoi elementi. Dunque abbiamo verificato che Cστ è un sottogruppo di S8 . Per contare gli elementi di Cστ notiamo che se α ∈ Cστ allora αστ α−1 = στ . D’altra parte, poiché στ = (1, 4, 2, 3)(5, 6, 7), il suo coniugato αστ α−1 è la permutazione (α(1), α(4), α(2), α(3))(α(5), α(6), α(7)). Dobbiamo quindi avere che (1, 4, 2, 3) = (α(1), α(4), α(2), α(3)) e (5, 6, 7) = (α(5), α(6), α(7)). Due cicli sono uguali se a meno di permutazioni cicliche sono composti dagli stessi elementi. Quindi si deve avere che α(1) ∈ {1, 2, 3, 4}, α(5) ∈ {5, 6, 7} e inoltre una volta fissato il valore di α(1) e α(5), l’immagine della permutazione α è determinata anche sugli elementi {2, 3, 4, 6, 7}. Si ha: α(4) = (1, 4, 2, 3)(α(1)) ∈ {1, 2, 3, 4}, α(2) = (1, 4, 2, 3)(α(4)) ∈ {1, 2, 3, 4}, α(3) = (1, 4, 2, 3)(α(2)) ∈ {1, 2, 3, 4}, α(6) = (5, 6, 7)(α(5)) ∈ {5, 6, 7}, α(7) = (5, 6, 7)(α(6)) ∈ {5, 6, 7}. Per esclusione deve quindi essere α(8) = 8. Dunque la scelta di α(1) tra le 4 possibili e la scelta di α(5) tra le 3 possibili determina univocamente α. Ne segue che Cστ contiene esattamente 12 elementi. Si può osservare che essi sono tutte le permutazioni (1, 4, 2, 3)i (5, 6, 7)j i ∈ {0, 1, 2, 3}, j ∈ {0, 1, 2}. c) Possiamo notare che vale l’uguaglianza ((1, 2)(3, 5)) ((2, 5)(3, 4)) = (1, 2, 3, 4, 5) e chiaramente i due fattori del termine di sinistra hanno ordine 2 in quanto sono il prodotto di due trasposizioni disgiunte. d) Numeriamo i vertici di un k-agono regolare in senso orario con a1 , a2 , . . . , ak . La riflessione r1 dell’k-agono rispetto all’asse che passa per il vertice a1 induce sui vertici la permutazione alla permutazione ρ1 = (a2 , ak )(a3 , ak−1 ) · · · e la riflessione r2 dell’k-agono rispetto all’asse che perpendicolare al lato a1 a2 induce sui vertici la permutazione ρ2 = (a1 , a2 )(a3 , ak )(a4 , ak−1 ) · · · . Notiamo che riflettere un k-agono rispetto ad un asse è una trasformazione di ordine 2. Infatti le permutazioni indotte da r1 e da r2 hanno entrambe ordine 2 in quanto sono il prodotto di 2-cicli disgiunti. La composizione r2 r1 delle due riflessioni è una rotazione dell’k-agono in senso orario di 1/k-esimo di giro. Possiamo in effetti verificare che il prodotto delle permutazioni ρ2 ρ1 è il ciclo (a1 , a2 , . . . , ak ). Abbiamo quindi scritto il ciclo (a1 , a2 , . . . , ak ) come prodotto di due elementi di Sk di ordine 2 e quindi possiamo scrivere ogno k-ciclo di Sn come prodotto di elementi di ordine 2. e) Consideriamo un elemento σ ∈ Sn e scriviamolo come prodotto di cicli disgiunti: σ = γ1 · · · γh . Per quanto visto nel punto d), per ogni ciclo γi della decomposizione di σ, possiamo, se la lunghezza di γi è maggiore o uguale a 3, scrivere γi = ρi τi dove ρi e τi sono permutazioni di ordine 2 che muovolo un sottoinsieme degli elementi mossi da γi . Quindi ρ1 , . . . ρh sono permutazioni che commutano due a due tra loro in quanto muovono insiemi disgiunti di elementi. Lo stesso vale per τ1 , . . . , τh . Inoltre ρi commuta con tutte le τj tranne al più τi . Consideriamo il prodotto ρ di tutte le permutazioni ρi (al variare di i, quando γi è un ciclo di lunghezza almeno 3) ed eventualmente del primo 2-ciclo della decomposizione di σ in cicli disgiunti (ammesso che ce ne sia uno). Non è importante l’ordine in cui svolgiamo questo prodotto, in quanto tutti gli elementi considerati commutano due a due tra loro perché muovono insiemi disgiunti di elementi. Analogamente cosideriamo il prodotto τ di tutte le permutazioni τi (al variare di i, quando γi è un ciclo di lunghezza almeno 3) ed eventualmente di tutti i 2-cicli escluso il primo della decomposizione di σ in cicli disgiunti (ammesso che ce ne siano almeno 2). Analogamente a prima l’ordine in cui moltiplichiamo queste permutazioni non conta. Se σ muove almeno 3 elementi allora la decomposizioni in cicli disgiunti di σ contiene almeno due 2-cicli o almeno un ciclo di lunghezza maggiore o uguale a 3 (perché n ≥ 4). In entrambi i casi le permutazioni ρ, τ sono entrambe diverse dall’identità ed hanno in particolare ordine 2 perchè sono prodotto di permutazioni tutte di ordine 2 e tra loro digiunte. Se invece σ non muove gli elementi n1 , n2 allora possiamo considerare le permutazioni ρ0 = ρ(n1 , n2 ) e τ 0 = τ (n1 , n2 ). In questo caso le permutazioni ρ, τ sono entrambe diverse dall’identità ed hanno in particolare ordine 2 perchè sono prodotto di permutazioni tutte di ordine 2 e tra loro digiunte. Vale ρτ = σ e, nel caso in cui si siano definiti, ρ0 τ 0 = σ. La prima uguaglianza segue perché possiamo riordinare i termini del prodotto ρτ in modo da poter scrivere prima tutti gli elementi di ordine 2 e poi, per gli i tali per cui γi è un ciclo di lunghezza almeno 3, tutti i prodotti ρi τi = γi . Possiamo farlo perchè ogni termine che abbiamo considerato per scrivere il prodotto ρ commuta con tutti gli altri termini di ρ e di τ , con l’eccezione delle coppie ρi , τi quando γi è almeno un 3 ciclo. Abbiamo quindi ottenuto (a meno di riordinare dei cicli che tra loro commutano perché disgiunti) l’uguaglianza ρτ = σ. Lo stesso si può dire per ρ0 τ 0 notando che ρ0 τ 0 = ρ(n1 , n2 )τ (n1 , n2 ) = ρτ (n1 , n2 )2 = σ dove la seconda uguaglianza segue perché τ commuta con (n1 , n2 ) perché sono permutazioni disgiunte. In almeno uno dei due casi abbiamo scritto σ come prodotto di due elementi di ordine 2. Esercizio 2. Ricordiamo che un intero positivo n si dice numero di Carmichael se per tutti gli interi a è soddisfatta la congruenza an ≡ a mod n.
a) Dimostrare che 1105 è un numero di Carmichael.
b) Dimostrare che 1104 non è un numero di Carmichael. Soluzione: a) Possiamo fattorizzare 1105 come prodotto di primi: 1105 = 5 · 13 · 17. Per il teorema cinese abbiamo dunque che per n = 1105 la relazione an ≡ a mod n è equivalente al sistema n a ≡a mod (5) an ≡ a mod (13) n a ≡a mod (17) Inoltre abbiamo che 1104 = 24 · 3 · 23. Quindi possiamo notare che 4 = 5 − 1 | 1104, 12 = 13 − 1 | 1104, 16 = 17 − 1 | 1104. Di conseguenza se a 6≡ 0 mod 5 allora a4 ≡ 1 mod 5 e quindi an−1 ≡ 1 mod 5; quindi in generale per qualsiasi a vale an ≡ a mod 5. Analogamente se a 6≡ 0 mod 13 allora a12 ≡ 1 mod 13 e quindi an−1 ≡ 1 mod 13; quindi in generale per qualsiasi a vale an ≡ a mod 13. Allo stesso modo an ≡ a mod 17. Tramite il teorema cinese del resto le tre conguenze implicano la tesi. b) Usando la fattorizzazione di 1104, dal teorema cinese del resto abbiamo che, se valesse 21104 ≡ 2 mod 1104, allora avremmo anche 21104 ≡ 2 mod 16 e dunque 21104 ≡ 2 mod 4, che è falso in quando 21104 è un multiplo di 4. b-alternativa) [tratta dalla soluzione di uno studente] Il numero 1104 è pari, e quindi (−1)1104 = 1 6≡ −1 mod 1104. Esercizio 3. Si consideri il polinomio p(x) = x4 + 4x2 − 1. a) Scrivere la fattorizzazione di p(x) in irriducibili in R[x]. b) Dire se p(x) è irriducibile in Q[x]. c) Determinare il grado del campo di spezzamento del polinomio p(x) su Q. d) Rispondere alle stesse due domande dei punti b) e c) con F11 al posto di Q. Soluzione: a) Possiamo √ inizialmente √ considerare il polinomio t2 + 4t − 1 che su C[x] si fattorizza come (t + 2 − 5)(t + 2 + 5). Le sue radici sono reali, quindi la fattorizzazione è anche√una fattorizzazione √ in R[x]. Dunque √ in R[x] possiamo scrivere, ponendo t = x2 , p(x) = (x2 + 2 − 5)(x2 + 2 + 5). Il fattore x2 + 2 + 5 non ha radici reali, quindi p√essendo di gradop√2 è irriducibile in R[x]. Invece il 2 √ fattore x + 2 − 5 ha due radici reali x1 = 5 − 2, x2 = − 5 − 2. Quindi la fattorizzazione di p(x) in irriducibili in R[x] è √ √ √ q q p(x) = x + 5−2 x− 5 − 2 x2 + 2 + 5
b) Dal punto precedente abbiamo che p(x) non ha radici razionali.
DIVERSAMENTE DA COME PENSANO IN MOLTI, LA CONDIZIONE DI NON AVER RADI- CI RAZIONALI NON È SUFFICIENTE PER CONCLUDERE CHE UN POLINOMIO DI GRA- DO 4 È IRRIDUCIBILE. INFATTI POTREBBE SPEZZARSI COME PRODOTTO DI DUE POLINOMI DI GRADO 2. Se p(x) fosse riducibile in Q[x] allora sarebbe il prodotto di due polinomi irriducibili di grado 2. Poiché la fattorizzazione in irriducibili in R[x] si può ottenere riducendo una fattorizzazione in Q[x], uno di questi fattori di grado 2 dovrebbe quindi coincidere a meno di invertibili con√l’unico fattore irriducibile di grado 2 della fattorizzazione in R[x]. Tuttavia il fattore (x2 + 2 + 5) non può comparire in una fattorizzazione in Q[x], neanche a meno di moltiplicare per un invertibile, in quanto √ il rapporto tra il coefficiente del termine costante e il coefficiente del termine di grado 2 è 2 + 5 ∈ / Q. Ne segue che p(x) è irriducibile √ su Q. √ c) Dalla fattorizzazione p(x) =p(x2 + 2 −p 5)(x2 + 2 + 5) vediamo che il campo di spezzamento √ √ √ di p(x) su Q è dato da Q[ 5, 5 − 2, − 5√ − 2]. (Notiamo che questa non è la scrittura con meno generatori possibile: infatti il generatore 5 è ridondante in quando lo otteniamo elevando al quadrato il secondo generatore e sommando 2). Consideriamo quindi l’inclusione di campi √ √ √ √ √ √ q q q Q ⊂ Q[ 5] ⊂ Q 5, 5−2 ⊂Q 5, 5 − 2, − 5 − 2 . √ √ Notiamo che l’estensione Q ⊂ Q[ 5] ha grado 2 in quanto 5 non è razionale ed ha polinomio minimo x2 − 5 di grado 2. √ h √ p√ i Affermiamo che l’estensione Q[ 5] ⊂ Q 5, 5 − 2 è propria, e quindi ha grado 2 (è ot- tenuta aggiungendo la radice quadrata di un elemento). Per vedere che è propria mostriamo p√ √ √ √ che √ 5 − 2 √∈ / Q[ 5]. Infatti, sia a + b 5 un elemento di Q[ 5], con a, b ∈ Q. Se √ fosse (a + b 5)2 = 5 − 2 avremmo in particolare (scrivendo l’uguaglianza rispetto alla base {1, 5}) che a2 + 5b2 = −2 e che 2ab = 1. Tuttavia la prima uguaglianza non può essere verificata su Q perché la somma di due quadrati non può h√ essere p√ negativa. i h√ p√ p √ i Affermiamo che anche l’estensione Q 5, 5 − 2 ⊂ Q 5, 5 − 2, − 5 − 2 è propria, e dunque ha grado 2 in quanto è ottenuta aggiungendo la radice quadrata di un elemento. Infatti il √ p√ √ campo a sinistra è contenuto in R (infatti 5 ∈ R e cosı̀ pure 5 − 2 ∈ R in quanto 5 − 2 > 0), mentre il campo ha√destra non è reale in quanto non ci possono essere elementi di R che elevati al quadrato danno − 5 − 2, che è negativo. d) Possiamo intanto fattorizzare t2 + 4t − 1 in F11 [x]. In F11 si ha che 5 è un quadrato (42 = 16 ≡ 5 mod 11). Quindi abbiamo la fattorizzazione t2 + 4t − 1 = (t + 2 − 4)(t + 2 + 4) = (t − 2)(t − 5) e dunque p(x) = (x2 − 2)(x2 − 5). Notiamo che i quadrati in F11 sono 0, 1, 4, 9, 5, 3 (basta calcolare il quadrato degli elementi da 1 a 5, in quando i loro opposti hanno lo stesso quadrato). Ne segue che x− 2 è irriducibile in F11 , mente x2 − 5 si fattorizza come (x − 4)(x + 4). Quindi la fattorizzazione in irriducibili di p(x) in F11 [x] è p(x) = (x2 − 2)(x − 4)(x + 4). Notiamo che c’è un solo fattore irriducibile di grado maggiure di 1 e che in particolare questo ha grado 2. Per ottenere tutte le radici, e quindi il campo di spezzamento, dobbiamo dunque considerare un’estensione di grado 2 di F11 che contenga le radici di (x2 −2) e dunque un’estensione di grado 2 (che tra l’altro è l’unica estensione di grado 2). Il campo di spezzamento è dunque F112 ed ha grado 2 su F11 .
Progressione logica di dodici coppie di tavole binarie (con elementi fisico-matematici correlati a concetti chiave filosoficoscientifici e metafisici, comprovanti la fondamentale struttura dualisticamente quadridimensionale dell'universo)