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Compitino di Aritmetica - Soluzioni

11 Febbraio 2019

Esercizio 1. Si considerino le seguenti permutazioni in S8 :


σ = (1, 3)(2, 4)(5, 6)
τ = (1, 2)(6, 7)
a) Si calcoli esplicitamente il prodotto στ e si determinino l’ordine di σ, τ e στ .
b) Dimostrare che l’insieme Cστ degli elementi di S8 che commutano con στ è un sottogruppo di
S8 e calcolarne la cardinalità.
c) Dimostrare che per n ≥ 5 l’elemento
γ = (1, 2, 3, 4, 5) ∈ Sn
si può scrivere come prodotto di due elementi di Sn di ordine 2.
d) Dimostrare che se n ≥ 4 ogni elemento di Sn della forma
γ = (a1 , a2 , ..., ak )
con k ≥ 2 si può scrivere come prodotto di due elementi di Sn di ordine 2.
e) Dimostrare che se n ≥ 4 ogni elemento di Sn si può scrivere come prodotto di due elementi
di Sn di ordine 2. [Potete assumere per vero l’enunciato del precedente punto d) anche se non lo
avete dimostrato.]
Soluzione:
a) Il prodotto στ è dato dalla permutazione (1, 4, 2, 3)(5, 6, 7). L’ordine di una permutazione,
scritta come prodotto di cicli disgiunti, è uguale al minimo comune multiplo degli ordini dei suoi
cicli e dunque o(σ) = 2 = o(τ ), o(στ ) = mcm(4, 3) = 12.
b) Notiamo per prima cosa che Cστ non è vuoto in quanto contiene l’identità, che commuta con
ogni permutazione. Siano α, β ∈ Cστ . Poichè αστ = στ α e βστ = στ β, vale che (αβ)στ =
α(βστ ) = α(στ β) = (αστ )β = (στ α)β = στ (αβ) e quindi αβ commuta con στ , quindi αβ ∈ Cστ .
Poiché Cστ è un sottoinsieme chiuso per prodotto di S8 , che è un gruppo finito, tutti gli elementi di
Cστ sono di ordine finito e Cστ contiene tutte le potenze di tutti i suoi elementi. Quindi contiene
gli inversi di tutti i suoi elementi. Dunque abbiamo verificato che Cστ è un sottogruppo di S8 .
Per contare gli elementi di Cστ notiamo che se α ∈ Cστ allora αστ α−1 = στ . D’altra parte,
poiché στ = (1, 4, 2, 3)(5, 6, 7), il suo coniugato αστ α−1 è la permutazione
(α(1), α(4), α(2), α(3))(α(5), α(6), α(7)).
Dobbiamo quindi avere che (1, 4, 2, 3) = (α(1), α(4), α(2), α(3)) e (5, 6, 7) = (α(5), α(6), α(7)). Due
cicli sono uguali se a meno di permutazioni cicliche sono composti dagli stessi elementi. Quindi si
deve avere che α(1) ∈ {1, 2, 3, 4}, α(5) ∈ {5, 6, 7} e inoltre una volta fissato il valore di α(1) e α(5),
l’immagine della permutazione α è determinata anche sugli elementi {2, 3, 4, 6, 7}. Si ha: α(4) =
(1, 4, 2, 3)(α(1)) ∈ {1, 2, 3, 4}, α(2) = (1, 4, 2, 3)(α(4)) ∈ {1, 2, 3, 4}, α(3) = (1, 4, 2, 3)(α(2)) ∈
{1, 2, 3, 4}, α(6) = (5, 6, 7)(α(5)) ∈ {5, 6, 7}, α(7) = (5, 6, 7)(α(6)) ∈ {5, 6, 7}. Per esclusione deve
quindi essere α(8) = 8. Dunque la scelta di α(1) tra le 4 possibili e la scelta di α(5) tra le 3
possibili determina univocamente α. Ne segue che Cστ contiene esattamente 12 elementi. Si può
osservare che essi sono tutte le permutazioni
(1, 4, 2, 3)i (5, 6, 7)j i ∈ {0, 1, 2, 3}, j ∈ {0, 1, 2}.
c) Possiamo notare che vale l’uguaglianza
((1, 2)(3, 5)) ((2, 5)(3, 4)) = (1, 2, 3, 4, 5)
e chiaramente i due fattori del termine di sinistra hanno ordine 2 in quanto sono il prodotto di
due trasposizioni disgiunte.
d) Numeriamo i vertici di un k-agono regolare in senso orario con a1 , a2 , . . . , ak . La riflessione
r1 dell’k-agono rispetto all’asse che passa per il vertice a1 induce sui vertici la permutazione
alla permutazione ρ1 = (a2 , ak )(a3 , ak−1 ) · · · e la riflessione r2 dell’k-agono rispetto all’asse che
perpendicolare al lato a1 a2 induce sui vertici la permutazione ρ2 = (a1 , a2 )(a3 , ak )(a4 , ak−1 ) · · · .
Notiamo che riflettere un k-agono rispetto ad un asse è una trasformazione di ordine 2. Infatti le
permutazioni indotte da r1 e da r2 hanno entrambe ordine 2 in quanto sono il prodotto di 2-cicli
disgiunti. La composizione r2 r1 delle due riflessioni è una rotazione dell’k-agono in senso orario di
1/k-esimo di giro. Possiamo in effetti verificare che il prodotto delle permutazioni ρ2 ρ1 è il ciclo
(a1 , a2 , . . . , ak ).
Abbiamo quindi scritto il ciclo (a1 , a2 , . . . , ak ) come prodotto di due elementi di Sk di ordine 2
e quindi possiamo scrivere ogno k-ciclo di Sn come prodotto di elementi di ordine 2.
e) Consideriamo un elemento σ ∈ Sn e scriviamolo come prodotto di cicli disgiunti: σ = γ1 · · · γh .
Per quanto visto nel punto d), per ogni ciclo γi della decomposizione di σ, possiamo, se la
lunghezza di γi è maggiore o uguale a 3, scrivere γi = ρi τi dove ρi e τi sono permutazioni di ordine
2 che muovolo un sottoinsieme degli elementi mossi da γi .
Quindi ρ1 , . . . ρh sono permutazioni che commutano due a due tra loro in quanto muovono
insiemi disgiunti di elementi. Lo stesso vale per τ1 , . . . , τh . Inoltre ρi commuta con tutte le τj
tranne al più τi .
Consideriamo il prodotto ρ di tutte le permutazioni ρi (al variare di i, quando γi è un ciclo di
lunghezza almeno 3) ed eventualmente del primo 2-ciclo della decomposizione di σ in cicli disgiunti
(ammesso che ce ne sia uno). Non è importante l’ordine in cui svolgiamo questo prodotto, in quanto
tutti gli elementi considerati commutano due a due tra loro perché muovono insiemi disgiunti di
elementi.
Analogamente cosideriamo il prodotto τ di tutte le permutazioni τi (al variare di i, quando
γi è un ciclo di lunghezza almeno 3) ed eventualmente di tutti i 2-cicli escluso il primo della
decomposizione di σ in cicli disgiunti (ammesso che ce ne siano almeno 2). Analogamente a prima
l’ordine in cui moltiplichiamo queste permutazioni non conta.
Se σ muove almeno 3 elementi allora la decomposizioni in cicli disgiunti di σ contiene almeno
due 2-cicli o almeno un ciclo di lunghezza maggiore o uguale a 3 (perché n ≥ 4). In entrambi i casi
le permutazioni ρ, τ sono entrambe diverse dall’identità ed hanno in particolare ordine 2 perchè
sono prodotto di permutazioni tutte di ordine 2 e tra loro digiunte.
Se invece σ non muove gli elementi n1 , n2 allora possiamo considerare le permutazioni ρ0 =
ρ(n1 , n2 ) e τ 0 = τ (n1 , n2 ). In questo caso le permutazioni ρ, τ sono entrambe diverse dall’identità
ed hanno in particolare ordine 2 perchè sono prodotto di permutazioni tutte di ordine 2 e tra loro
digiunte.
Vale ρτ = σ e, nel caso in cui si siano definiti, ρ0 τ 0 = σ. La prima uguaglianza segue perché
possiamo riordinare i termini del prodotto ρτ in modo da poter scrivere prima tutti gli elementi di
ordine 2 e poi, per gli i tali per cui γi è un ciclo di lunghezza almeno 3, tutti i prodotti ρi τi = γi .
Possiamo farlo perchè ogni termine che abbiamo considerato per scrivere il prodotto ρ commuta
con tutti gli altri termini di ρ e di τ , con l’eccezione delle coppie ρi , τi quando γi è almeno un
3 ciclo. Abbiamo quindi ottenuto (a meno di riordinare dei cicli che tra loro commutano perché
disgiunti) l’uguaglianza ρτ = σ.
Lo stesso si può dire per ρ0 τ 0 notando che ρ0 τ 0 = ρ(n1 , n2 )τ (n1 , n2 ) = ρτ (n1 , n2 )2 = σ dove la
seconda uguaglianza segue perché τ commuta con (n1 , n2 ) perché sono permutazioni disgiunte.
In almeno uno dei due casi abbiamo scritto σ come prodotto di due elementi di ordine 2.
Esercizio 2. Ricordiamo che un intero positivo n si dice numero di Carmichael se per tutti gli
interi a è soddisfatta la congruenza
an ≡ a mod n.

a) Dimostrare che 1105 è un numero di Carmichael.


b) Dimostrare che 1104 non è un numero di Carmichael.
Soluzione:
a) Possiamo fattorizzare 1105 come prodotto di primi: 1105 = 5 · 13 · 17. Per il teorema cinese
abbiamo dunque che per n = 1105 la relazione an ≡ a mod n è equivalente al sistema
 n
 a ≡a mod (5)
an ≡ a mod (13)
 n
a ≡a mod (17)
Inoltre abbiamo che 1104 = 24 · 3 · 23. Quindi possiamo notare che 4 = 5 − 1 | 1104, 12 = 13 − 1 |
1104, 16 = 17 − 1 | 1104.
Di conseguenza se a 6≡ 0 mod 5 allora a4 ≡ 1 mod 5 e quindi an−1 ≡ 1 mod 5; quindi in
generale per qualsiasi a vale an ≡ a mod 5.
Analogamente se a 6≡ 0 mod 13 allora a12 ≡ 1 mod 13 e quindi an−1 ≡ 1 mod 13; quindi in
generale per qualsiasi a vale an ≡ a mod 13.
Allo stesso modo an ≡ a mod 17.
Tramite il teorema cinese del resto le tre conguenze implicano la tesi.
b) Usando la fattorizzazione di 1104, dal teorema cinese del resto abbiamo che, se valesse 21104 ≡ 2
mod 1104, allora avremmo anche 21104 ≡ 2 mod 16 e dunque 21104 ≡ 2 mod 4, che è falso in
quando 21104 è un multiplo di 4.
b-alternativa) [tratta dalla soluzione di uno studente] Il numero 1104 è pari, e quindi (−1)1104 =
1 6≡ −1 mod 1104.
Esercizio 3. Si consideri il polinomio p(x) = x4 + 4x2 − 1.
a) Scrivere la fattorizzazione di p(x) in irriducibili in R[x].
b) Dire se p(x) è irriducibile in Q[x].
c) Determinare il grado del campo di spezzamento del polinomio p(x) su Q.
d) Rispondere alle stesse due domande dei punti b) e c) con F11 al posto di Q.
Soluzione:
a) Possiamo
√ inizialmente
√ considerare il polinomio t2 + 4t − 1 che su C[x] si fattorizza come (t +
2 − 5)(t + 2 + 5). Le sue radici sono reali, quindi la fattorizzazione è anche√una fattorizzazione

in R[x]. Dunque √ in R[x] possiamo scrivere, ponendo t = x2 , p(x) = (x2 + 2 − 5)(x2 + 2 + 5). Il
fattore x2 + 2 + 5 non ha radici reali, quindi p√essendo di gradop√2 è irriducibile in R[x]. Invece il
2

fattore x + 2 − 5 ha due radici reali x1 = 5 − 2, x2 = − 5 − 2. Quindi la fattorizzazione
di p(x) in irriducibili in R[x] è
√ √ √ 
 q  q 
p(x) = x + 5−2 x− 5 − 2 x2 + 2 + 5

b) Dal punto precedente abbiamo che p(x) non ha radici razionali.


DIVERSAMENTE DA COME PENSANO IN MOLTI, LA CONDIZIONE DI NON AVER RADI-
CI RAZIONALI NON È SUFFICIENTE PER CONCLUDERE CHE UN POLINOMIO DI GRA-
DO 4 È IRRIDUCIBILE. INFATTI POTREBBE SPEZZARSI COME PRODOTTO DI DUE
POLINOMI DI GRADO 2.
Se p(x) fosse riducibile in Q[x] allora sarebbe il prodotto di due polinomi irriducibili di grado 2.
Poiché la fattorizzazione in irriducibili in R[x] si può ottenere riducendo una fattorizzazione in
Q[x], uno di questi fattori di grado 2 dovrebbe quindi coincidere a meno di invertibili con√l’unico
fattore irriducibile di grado 2 della fattorizzazione in R[x]. Tuttavia il fattore (x2 + 2 + 5) non
può comparire in una fattorizzazione in Q[x], neanche a meno di moltiplicare per un invertibile,
in quanto
√ il rapporto tra il coefficiente del termine costante e il coefficiente del termine di grado
2 è 2 + 5 ∈ / Q. Ne segue che p(x) è irriducibile
√ su Q. √
c) Dalla fattorizzazione p(x) =p(x2 + 2 −p 5)(x2 + 2 + 5) vediamo che il campo di spezzamento
√ √ √
di p(x) su Q è dato da Q[ 5, 5 − 2, − 5√ − 2]. (Notiamo che questa non è la scrittura con
meno generatori possibile: infatti il generatore 5 è ridondante in quando lo otteniamo elevando
al quadrato il secondo generatore e sommando 2).
Consideriamo quindi l’inclusione di campi
√ √ √ √ √ √
 q   q q 
Q ⊂ Q[ 5] ⊂ Q 5, 5−2 ⊂Q 5, 5 − 2, − 5 − 2 .
√ √
Notiamo che l’estensione Q ⊂ Q[ 5] ha grado 2 in quanto 5 non è razionale ed ha polinomio
minimo x2 − 5 di grado 2.
√ h √ p√ i
Affermiamo che l’estensione Q[ 5] ⊂ Q 5, 5 − 2 è propria, e quindi ha grado 2 (è ot-
tenuta aggiungendo la radice quadrata di un elemento). Per vedere che è propria mostriamo
p√ √ √ √
che √ 5 − 2 √∈ / Q[ 5]. Infatti, sia a + b 5 un elemento di Q[ 5], con a, b ∈ Q. Se √ fosse
(a + b 5)2 = 5 − 2 avremmo in particolare (scrivendo l’uguaglianza rispetto alla base {1, 5})
che a2 + 5b2 = −2 e che 2ab = 1. Tuttavia la prima uguaglianza non può essere verificata su Q
perché la somma di due quadrati non può h√ essere
p√ negativa.
i h√ p√ p √ i
Affermiamo che anche l’estensione Q 5, 5 − 2 ⊂ Q 5, 5 − 2, − 5 − 2 è propria,
e dunque ha grado 2 in quanto è ottenuta aggiungendo la radice quadrata di un elemento. Infatti il
√ p√ √
campo a sinistra è contenuto in R (infatti 5 ∈ R e cosı̀ pure 5 − 2 ∈ R in quanto 5 − 2 > 0),
mentre il campo ha√destra non è reale in quanto non ci possono essere elementi di R che elevati al
quadrato danno − 5 − 2, che è negativo.
d) Possiamo intanto fattorizzare t2 + 4t − 1 in F11 [x]. In F11 si ha che 5 è un quadrato (42 = 16 ≡ 5
mod 11). Quindi abbiamo la fattorizzazione t2 + 4t − 1 = (t + 2 − 4)(t + 2 + 4) = (t − 2)(t − 5) e
dunque p(x) = (x2 − 2)(x2 − 5).
Notiamo che i quadrati in F11 sono 0, 1, 4, 9, 5, 3 (basta calcolare il quadrato degli elementi da
1 a 5, in quando i loro opposti hanno lo stesso quadrato). Ne segue che x− 2 è irriducibile in F11 ,
mente x2 − 5 si fattorizza come (x − 4)(x + 4). Quindi la fattorizzazione in irriducibili di p(x) in
F11 [x] è
p(x) = (x2 − 2)(x − 4)(x + 4).
Notiamo che c’è un solo fattore irriducibile di grado maggiure di 1 e che in particolare questo
ha grado 2. Per ottenere tutte le radici, e quindi il campo di spezzamento, dobbiamo dunque
considerare un’estensione di grado 2 di F11 che contenga le radici di (x2 −2) e dunque un’estensione
di grado 2 (che tra l’altro è l’unica estensione di grado 2). Il campo di spezzamento è dunque F112
ed ha grado 2 su F11 .

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