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Dip.

di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale


Università Federico II di Napoli

Corso di Laurea in Ingegneria Edile (A.A. 2022-23)

“Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata”

(Prof. Fabio Iucolano)

I Vetri
I Vetri
- Un po’ di storia -

Il vetro è uno dei materiali più antichi e conosciuti, ed è strettamente legato alla
storia ed alle tecniche di lavorazione delle diverse civiltà.

Secondo la leggenda riportata da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, la


scoperta del vetro sarebbe da attribuire al caso e ad alcuni mercanti fenici, con una
datazione riferibile al 4000 a.C.

“Si narra di una nave fenicia di mercanti di soda approdata su una spiaggia
alla foce del fiume Belo (in Siria); i mercanti, una volta approdati,
cominciarono a preparare cibarie, ma non essendovi una pietra adatta a
sostenere il focolare, posero sotto i pentoloni dei «blocchi di soda» (nitrum o
salnitro, una miscela naturale di bicarbonato di sodio e carbonato di sodio
decaidrato), presi dal loro stesso carico. Quando accesero il fuoco, questi si
fusero per il calore e, mescolandosi alla sabbia della spiaggia, diedero origine
ad un nuovo, sconosciuto liquido trasparente: questa fu l’origine del vetro”.
I Vetri
- Introduzione -

Definizione: Il vetro è un materiale ottenuto tramite la solidificazione di una fase


fusa non accompagnata dalla cristallizzazione.

I vetri sono solidi amorfi, dunque non possiedono un reticolo cristallino ordinato, ma
una struttura disordinata e rigida, composta da atomi legati covalentemente; tale
reticolo disordinato permette la presenza di interstizi in cui possono essere presenti
impurezze, spesso desiderate, date da metalli.

Sono sistemi che esibiscono comportamenti tipici dei solidi, ma che sono
strutturalmente assimilabili ai liquidi.

La loro esistenza si giustifica considerandoli come liquidi sottoraffreddati, la cui


enorme viscosità ha impedito la trasformazione nei solidi corrispondenti.
I Vetri
- Caratteristiche ed applicazioni -

- Assenza di ordine a lungo raggio


- Assenza di un punto di fusione ben definito
- Aumento della viscosità al diminuire della temperatura
- Isotropia

Il vetro ha applicazioni in molteplici settori industriali grazie alle sue peculiari proprietà:

Costruzioni e veicoli: Combinazione di trasparenza e durezza a temperatura ambiente,


buona resistenza meccanica e stabilità chimica.

Industria elettronica: proprietà isolanti e capacità di tenuta sotto vuoto.

Industria chimica e laboratorio: alta resistenza chimica.


Silice cristallina vs silice amorfa

Rispetto al quarzo, nel vetro la struttura è ancora formata da tetraedri,


ma sistemati in maniera disordinata.
Difatti, l’angolo formato da Si-O-Si, nel vetro di silice varia tra 122°e
170°, mentre nel quarzo è fisso (143°).
Solido vetroso vs solido cristallino
- Comportamento termico -

Solido Cristallino Vetro


Temperatura

Temperatura
fluido
L
L

S L
Tf Tg
molle/pastoso

rigido
S

Tempo
Tempo
Tg= Temperatura transizione vetrosa

N.B. assenza del calore latente di solidificazione


Il Vetro
- La viscosità -

La viscosità (η) di un fluido è una misura della resistenza che, all’interno del fluido stesso,
gli strati adiacenti oppongono allo scorrimento reciproco.
Dal punto di vista microscopico la viscosità è legata all'attrito tra le molecole del fluido.
N.B. La viscosità diminuisce con l’aumentare della T ed aumenta con l’aumentare della P.

La viscosità è una caratteristica fondamentale del vetro, poiché determina i


processi di fusione, di lavorazione, di tempra.

cgs: 1 poise (P) = 0.1 Pa s S.I.: 1 poiseuille (PI) = 10 poise = 1 Pa s


Ciclo di produzione del vetro

Materie prime fondamentali

Materie prime complementari


Vetrificanti Fondenti Stabilizzanti

Rottami,
Macinazione, miscelazione, omogeneizzazione decoloranti,
coloranti

Fusione, omogeneizzazione, affinaggio

Formatura
L'arte e tecnica della fabbricazione
Raffreddamento Decorazioni e della lavorazione del vetro è
chiamata "ialurgia", dal greco
Prodotto ὕαλος (húalos), "vetro".
La struttura del vetro
- Formatori di reticolo vetroso (vetrificanti) -

I liquidi vetrogeni, cioè quelli in grado di produrre vetro in condizioni normali di


raffreddamento, sono generalmente caratterizzati da un’elevatissima viscosità (> 1015
poise) in prossimità del punto di fusione, che ne rallenta o, in certi casi blocca
completamente, la disposizione ordinata delle strutture cristalline.
Si ottiene così un materiale amorfo che, a temperatura ambiente, resta tale per
l’impossibilità di riordinare la propria struttura.

Tale caratteristica è tipica degli ossidi non metallici, caratterizzati da unità ripetitive
complesse legate mediante legami covalenti e che danno un fuso altamente viscoso.
- L’ossido formatore di reticolo vetroso per eccellenza è la silice SiO2.
- Altri formatori di reticolo sono: B2O3, P2O5
- Ci sono poi gli ossidi intermedi: da soli non riescono a formare un reticolo vetroso,
ma agiscono da formatori di reticolo se aggiunti ad altri ossidi che formano vetri.
Vengono aggiunti al vetro di silice per conferire determinate proprietà.
Esempio: Aggiungendo Al2O3, si ottengono i vetri alluminosilicati, che sono in grado di
sopportare T più elevate rispetto ai vetri comuni.
La struttura del vetro
- Modificatori di reticolo vetroso (fondenti) -

Alcuni ossidi, soprattutto Na2O e K2O (alcalini), vengono aggiunti ai vetri di silice
per diminuirne la viscosità e permetterne la lavorazione a più basse temperature.

Gli atomi di ossigeno di tali ossidi entrano nel reticolo e rompono una parte dei
legami Si-O, provocando così l’interruzione della continuità del reticolo.

I cationi invece non entrano nel reticolo della silice, ma rimangono come ioni
metallici legati ionicamente negli interstizi.

Per abbassare la temperatura di fusione del quarzo (circa 1700 °C) si aggiunge un
fondente, generalmente l'ossido di sodio, sotto forma di carbonato (soda, Na2CO3).
Tale carbonato, a circa 800°, si decompone in anidride carbonica (gas) ed ossido di
sodio (Na2O). Quest'ultimo ha la capacità di reagire, allo stato solido, con la silice
trasformandola in silicati di sodio, che fondono a più bassa temperatura.
La struttura del vetro
- Modificatori di reticolo vetroso (fondenti) -

L’introduzione di Na2O aumenta il rapporto


O/Si, e dunque non tutti gli atomi di ossigeno
possono più fare da «ponte» tra due atomi di silicio.

I cationi Na+ si inseriscono nelle cavità del reticolo


in prossimità degli ioni O2- «non pontanti» per
neutralizzare l’eccesso di carica da essi indotto.
La struttura del vetro
- Modificatori di reticolo vetroso (stabilizzanti) -

Il vetro silico-sodico o silico-potassico non è stabile, in quanto i silicati alcalini


sono parzialmente solubili in acqua. Basta dunque l'umidità atmosferica
per rovinarne la superficie, formando strati biancastri e corrosi.

Per avere un vetro stabile si sostituisce parte della soda (Na2O) con altri
composti che rinforzano il reticolo vetroso, migliorandone le proprietà
chimiche. Questo effetto lo esercitano gli ossidi bivalenti di calcio (CaO),
magnesio (MgO), bario (BaO), piombo (PbO) e zinco (ZnO), che per questo
sono detti stabilizzanti.
Il Vetro
- Produzione -

Preparazione del batch: granulazione delle materie prime, macinazione,


omogeneizzazione a secco o in umido.

Fusione: Tale miscela viene cotta in forni alla T di circa 1400-1600°C, nei quali la fusione
degli elementi più refrattari (SiO2) avviene grazie alla presenza dei fondenti.

Affinazione (Fining): operazione di rimozione delle bolle (lo sviluppo dei gas risulta
principalmente dalla decomposizione di carbonati, oppure da aria e acqua intrappolate
durante lo step precedente). Tale operazione si effettua mediante degli agenti affinanti (in
genere solfati o nitrati) che ad elevate T (oltre 1200°C) si decompongono e sviluppano bolle
di ossigeno, le quali durante la risalita attraverso il fuso inglobano, rimuovendole, le bolle più
piccole!

Raffreddamento: il fuso viene raffreddato fino al suo «intervallo di lavorabilità», intervallo


nel quale la viscosità ha valori adeguati al metodo di formatura impiegato.
Tecniche di formatura
- Pressatura e soffiatura -

Tecnica utilizzata per la produzione di


prodotti «cavi» in vetro (bottiglie, vasi,…)

Parison
=
Preforma
Tecniche di formatura
- Processo a galleggiamento (float) -

Tecnica per la formatura di fogli e lastre di vetro (brevettato in Inghilterra nel 1959)
Il Vetro
- La ricottura -

A seguito dei bruschi raffreddamenti ai quali è sottoposto durante il


ciclo di produzione, il vetro presenta uno stato di tensioni residue che
possono favorirne la rottura.

Tali tensioni vengono in genere rimosse mediante il trattamento di


ricottura, che consiste in un riscaldamento fino a circa 600°C ed un
lento raffreddamento fino a circa 450°C.
Tecniche di formatura
- Processo a galleggiamento (float) -

https://www.youtube.com/watch?v=OQ8oQPrXNtI
Composizione e caratteristiche
di alcuni vetri commerciali
Vetri particolari
- I vetri di sicurezza -

Per alcune applicazioni, ai vetri è richiesto di sopportare particolari carichi statici o


dinamici, e di garantire l’incolumità delle persone e la loro protezione contro
l’effrazione ed il vandalismo.

In passato si utilizzavano i vetri armati (o retinati) prodotti


inserendo, in fase di laminazione (quando il vetro è ancora
pastoso) una rete metallica che aveva la funzione di trattenere i
frammenti in caso di rottura per urto.

Oggi

Vetri temprati Vetri stratificati

Tempra fisica Tempra chimica


Vetri di sicurezza
- La tempra termica -

La tempra termica si effettua raffreddando molto rapidamente il vetro (con getto d’acqua o bagno
d’olio) dopo che è stato scaldato al di sopra della Tg.
Tale trattamento contribuisce ad aumentare la resistenza del vetro attraverso l’introduzione di
tensioni permanenti al suo interno (compressione in superficie e trazione all’interno).
In tal modo, quando si giunge alla rottura, tali tensioni interne vengono liberate in modo
«catastrofico», facendo si che le fratture si propaghino a velocità molto più alta del normale.
Si ottengono così un numero elevato di frammenti molto piccoli e con bordo non tagliente
rispetto alla frattura classica, che provoca la formazione di pezzi appuntiti e pericolosi.

- Una lastra temprata, di 8 mm di spessore, resiste all'urto di una biglia di 1 kg che cade dall'altezza
di 2 metri. La stessa biglia, cadendo da 30 cm di altezza, rompe una lastra ricotta di pari spessore.
- Un vetro temprato è insensibile ad elevati sbalzi termici (da 100 a 200°C a seconda dello spessore),
mentre una lastra ricotta si rompe per repentini sbalzi di temperatura tra i 50 e 100°C.
- Una lastra temprata ha una resistenza alla flessione tre volte maggiore di quella di una lastra ricotta.
Vetri di sicurezza
- La tempra chimica -

E’ un processo di scambio ionico che aumenta la resistenza del vetro.

Tipiche condizioni di lavoro:


- Bagno di nitrato di potassio fuso (450-500°C)
- Durata del processo: 6-10 h.

Allo ione Na+ si sostituisce il più ingombrante ione K+, inducendo nei
primi 10μm di spessore uno stress compressivo di 450MPa.

Ha il vantaggio, rispetto alla tempra termica, di essere fatta a T più basse,


evitando il conseguente pericolo di distorsioni dell'oggetto e di essere
utilizzabile anche per manufatti di forma complessa.
Lo spessore dello strato posto in compressione è molto sottile (circa 50 μm)
e ciò costituisce una seria limitazione all'utilizzazione dei vetri chimicamente
temprati.
La tempra chimica è più efficace ad aumentare la resistenza in lastre sottili
rispetto alla tempra termica!
Vetri di sicurezza
- Applicazioni -

Il campo di applicazione dei vetri temprati è molto vasto e le sue caratteristiche lo


rendono spesso indispensabile, se non addirittura obbligatorio.

L'industria automobilistica è stata la prima ad usarli per i finestrini laterali, il lunotto


posteriore, i tettucci apribili delle automobili; l'industria degli elettrodomestici per le
porte dei forni.

In edilizia per pareti trasparenti, porte, vetrine, parapetti.

Nell'arredamento degli interni per vetrine, mensole, tramezzi, scale, sanitari, porte
automatiche.

Nell'arredamento urbano per pensiline, cabine telefoniche, pannelli pubblicitari.


Vetri di sicurezza
- Vetri stratificati -

Sono composti da due o più lastre di vetro (in genere temprate) unite su tutta la superficie
mediante interposizione di un sottile film plastico trasparente.
Tale strato polimerico deve possedere una buona aderenza al vetro e un allungamento elevato
prima della lacerazione. In genere si utilizza PVB (polivinilbutirrale): σ≈20MPa, A%=400%.

Tali vetri, soggetti ad un urto, si rompono «a raggiera» ed i frammenti


restano trattenuti dallo scheletro di materia plastica: si riduce così il
rischio connesso alla formazione di frammenti appuntiti ed alla caduta
di tali pezzi nel vuoto (il vetro, seppur rotto, resta «in opera»)!
Tale tipologia di vetri si utilizza nei parabrezza delle autovetture.

Per applicazioni più delicate (vetri antisfondamento, antivandalismo, antiproiettile) si utilizza il


vetro corazzato, costituito da molteplici strati di lastre di vetro alternate con film plastici.

Per vetrate anti-proiettili si arriva fino a spessori di 6 cm!


Il Vetro
- Stabilità chimica -

La resistenza del vetro alla corrosione chimica è una delle ragioni della sua diffusione su larga
scala, legata al fatto che i silicati sono composti dotati di grossa inerzia chimica.
Tuttavia a seconda della composizione del vetro e dalla natura dell’ambiente chimico si
ottengono vetri ad alta e bassa (e.g. biovetro) durabilità.
In linea teorica, infatti, già l’esposizione all’acqua e agli agenti atmosferici origina fenomeni
di scambio con gli ioni alcalini, portando così ad una modifica della struttura (degrado).

In pratica i vetri non reagiscono significativamente con nessuna soluzione neutra o acida a basse
temperature (minori di 300°C) con la sola eccezione delle soluzioni di acido fluoridrico!

I vetri possono invece essere attaccati, sia pur lentamente, se esposti a soluzioni basiche, in
quanto gli ioni ossidrili rompono i legami Si-O-Si; il meccanismo è più veloce con T e pH elevati!

Es.: una soluzione di NaOH al 5% a 95°C produce un assottigliamento tra 7.5÷30 µm/ora!
Le nanotecnologie nei vetri

Alcune tipologie di vetri,


con caratteristiche chiave

PCM = Phase Change Materials


LC = Liquid Crystals
SP = Suspended Particles
PV = PhotoVoltaic
Le nanotecnologie nei vetri
-Vetri elettrocromici a cristalli liquidi -

https://www.youtube.com/watch?v=eUS-hBfCb-U
Il riciclo del vetro
- CoNaI -

https://www.youtube.com/watch?v=SvgclruG7tw
Il riciclo del vetro
- GeoPop -

https://www.youtube.com/watch?v=QJNBtzPshVU

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