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Caratteristiche Chimico-Fisiche
⫸ Densità o peso specifico:
specifico: più è alto e più la lente è pesante
⫸ Coeff. di dilatazione termica:
termica: indica la capacità di non variate le proprie dimensioni al variare della
temperatura, anche piccole variazioni potrebbero far uscire la lente dalla montatura o comprimerla
all’interno dell’oculare, ma soprattutto si avrebbe un decentramento del CO.
fusione:: caratteristica molto importante per evitare di rovinare la lente nelle varie
⫸ Temperatura di fusione
fasi di lavorazioni o nell’appricazione dei vari trattamenti
⫸ Resistenza alle
alle abrasioni e agli urti:
urti: riguardano la capacità di resistere all’impatto con altri materiali,
nella prima ci interessa la durezza superficiale, cioè la resistenza alle abrazioni e agli urti, nella se-
conda ci interessa la resistenza alla rottura, cioè la sua infrangibilità.
⫸ resistenza agli agenti chimici:
chimici: più che altro il materiale deve saper resistere al sudore.
In commercio si trovano altre resine, derivate dal policarbonato, con indice di rifrazione fino a 1,74
che hanno caratteristiche simili alle altre però con spessori minori ma come per vetro all’aumento
dell’indice di rifrazione peggiorano le caratteristiche di dispersione e si riduce il numero di Abbe e
inoltre presentano una rigidità maggiore che riduce la resistenza agli urti.
Lenti Negative Lente Vetro Crown Lente Vetro Flint Lente organica
Diametro (mm) 70 70 70
Potere (D) - 6,00 - 6,00 - 6,00
Spessore al Centro (mm) 0,80 1,00 2,00
Spessore al Bordo (mm) 8,70 7,10 10,20
Diff. Di spessore centro/bordo (Crown) -/- +25 / -18,40 +150 / +17,25
Peso (grammi) 46 47,70 29,70
Differenza Peso Rispetto al Crown (%) - + 3,70 - 35,40
Lenti Positive
Positive Lente Vetro Crown Lente Vetro Flint Lente organica
Diametro (mm) 70 70 70
Potere (D) + 6,00 + 6,00 + 6,00
Spessore al Centro (mm) 8,00 5,90 8,60
Spessore al Bordo (mm) 0,50 0,40 0,80
Diff. Di spessore centro/bordo (Crown) -/- -26,25 / -20,00 +7,50 / +60,00
Peso (grammi) 44,30 40,10 24,50
Differenza Peso Rispetto al Crown (%) - - 9.50 - 44,70
Nelle due tabelle riportate qui sopra potete vedere le differenze fra le varie caratteristiche dei materiali
vetrosi e organici. Notate la differenza fra gli spessori al centro e ai bordi e fra il peso.
Trattamento Anti-Riflesso
Prima di parlare dei trattamenti antiriflesso che si possono effettua-
re sulla lente, facciamo una panoramica sui tipi di riflessi che si
verificano sulle superfici della lente e sui disturbi che producono
alla visione.
Le superfici di una lente anche se trasparenti presentano sempre
una parte di riflessione, questa può avvenire sulla superficie ante-
riore, su quella posteriore o all’interno dello spessore della lente.
nteriorii
⫸ Riflessi Anterior
Sono tutti quei riflessi originati da radiazioni luminose che pro-
vengono da davanti alla lente. Questa si può riflettere
sull’occhio ritornare alla lente e riflettersi sia sulla superficie
posteriore della lente che su quella anteriore della lente e ri-
tornare nell’occhio. In tutti e due casi sulla lente si forma un ri-
flesso dell’immagine reale.
⫸ Riflessi posteriori
Sono immagini generate da radiazioni luminose provenienti da
dietro la lente, i raggi si riflettono sulla superficie posteriore
della lente poi arrivano all’occhio, oppure si rifrangono sulla
superficie posteriore, arrivano sulla superficie anteriore e da
questa vengono riflesse arrivando sino all’occhio; questi due
tipi di riflessi sono legati alle dimensioni della montatura, più è
grande l’anello e più sarà evidente l’immagine riflessa dando
origina al fenomeno delle immagini fantasma.
⫸ Riflessi Interni
sono tutti quei riflessi che si hanno quando la luce si riflette fra
le due superfici della lente creando un aumento di luminosità e
una diminuzione del contrasto.
G li effetti disturbanti dei riflessi li possiamo raggruppare in:
1. L’effetto FLOU, o diminuzione di contrasto,
contrasto la luce riflessa circola in modo incontrollato distur-
bando la formazione dell’immagine degli oggetti osservati. L’immagine osservata sarà formata da
una quantità minore di luce che invece illuminerà il resto del campo visivo.
2. Comparsa di immagini fantasma,
fantasma il più delle volte rappresentate da bagliori o effetti luminosi che
compaiono nel campo visivo in posizioni di difficile determinazione, questi casi si hanno soprat-
tutto con i riflessi posteriori.
3. Difficoltà di visione notturna,
notturna , il fenomeno delle immagini fantasma rende più difficoltosa la visio-
ne notturna, in quanto la loro comparsa in campo scuro appare più intensa e crea un disagio
maggiore, anche le luci più tenui possono risultare abbaglianti. Il fenomeno dell’abbagliamento
riduce il contrasto.
4. Diminuzione della trasparenza,
trasparenza perché la quantità di luce che viene riflessa va a diminuire la luce
rifratta che concorre alla formazione dell’immagine; più luce viene riflessa e meno luminoso sarà
l’oggetto osservato.
5. Effetto specchiato o effetto vetrina,
vetrina è fastidioso per chi ci guarda perché sugli occhiali si riflettono
gli oggetti circostanti con il risultato di confondere il volto di chi porta gli occhiali e lo sguardo
dell’individuo, sono riflessi generati da una sorgente luminosa posta davanti alla lente, la radia-
zione si riflette sulla lente e torna indietro.
I Trattamenti Antimbrattamento
Col termine di antimbrattamento vengono solitamente indicati depositi superficiali che tendono a:
⫸ far sporcare meno la lente
⫸ diminuire l’effetto di condensa che si viene a creare sulle superfici di una lente nel passaggio fra
ambienti freddi e caldi
Per evitare che la lente si sporchi la si rende idrofobica in quanto una superficie sulla quale l’acqua
scivola con facilità tende a sporcarsi di meno, mentre le gocce d’acqua o di condensa che ristagnano
sulla superficie e si asciugano sulla stessa lasciando i depositi che non evaporano. I trattamenti di
questo tipo sono normalmente a base di fluoro che creano sulla superficie una sorta di repulsione
verso l’acqua ed i liquidi in genere, formano strati compatti e lisci che non permettono allo sporco e
ad ogni residuò di natura grassa (come l’unto lasciato dalle mani) di attecchire. I trattamenti di antim-
brattamento sono effettuati sulle lenti organiche, dal momento che normalmente le lenti in vetro mi-
nerale già presentano superfici sufficientemente lisce.
In questi ultimi anni sono poi stati realizzati trattamenti superficiali specifici per limitare il problema
della condensa, freddo-caldo, sulle lenti. Questi depositi denominati di antiappannamento, attraverso
l’uso di particolari sostanze tensioattive (sostanze che tendono a diminuire la tensione superficiale e
quindi ad aumentare il potere bagnante sulla superficie) “convertono” l’umidità o la condensa creata,
I Trattamenti Integrati
La volontà di creare prodotti oftalmici sempre più rispon-
denti alle esigenze dei portatori ha spinto le aziende, a co-
struire trattamenti multipli soprattutto sulle lenti organiche.
Un trattamento integrato è solitamente un multistrato nel
quale nell’ordine si susseguono depositi con le seguenti
funzioni:
⫸ il primo strato di adesione e di indurimento superficiale
⫸ 5 o più strati di antiriflesso per un abbattimento comples-
sivo dei riflessi su un’ampia parte dello spettro visibile, fi-
no a valori inferiori all’ 1%
⫸ un’ultimo strato con funzione di antimbrattamento
Questi trattamenti sono ottenuti in passaggi successivi in
camera sottovuoto, in modo tale che nell’ ambito di un inte-
ro ciclo di lavorazione, sulla lente vengano depositati i vari
strati.
Il primo strato di questi depositi è sempre un trattamento di
indurimento superficiale che serve anche per far aderire
meglio gli strati successivi. A tale scopo si utilizzano i metodi
di deposito al quarzo, con sublimazioni di ossidi metallici
che si comportano bene come sottostrati per un successivo
trattamento antiriflesso.
Filtri
A differenza della lente che altera essenzialmente la vergenza di un fascio di radiazioni, i filtri ( F.) alte-
rano la composizione energetica impedendo il passaggio di alcune lunghezze d'onda o limitando
l'energia di queste. Si possono costruire però lenti filtranti che modificano sia la vergenza, sia le carat-
teristiche energetiche. Un materiale assolutamente trasparente può comunque essere "filtrante" se
agisce su lunghezze d'onda invisibili (ad es. ultravioletto UV o infrarosso IR). Si distinguono F.:
⫸ protettivi: F. usati per ridurre l'energia radiante di lunghezze d'onda che possono essere dannose o
fastidiose.
⫸ polarizzanti:
polarizzanti F. usati per selezionare radiazioni oscillanti lungo l'asse di polarizzazione; questi F . eli-
minano riflessioni da superfici non metalliche (polarizzate) e radiazione polarizzata in modo diffe-
rente dall'orientamento.
⫸ cosmetici o estetici:
estetici F. usati per mascherare o per abbellimento (ma senza efficacia protettiva).
⫸ speciali:
speciali F. di colorazione e trasmissione particolari per migliorare la visione in condizioni o per
colori particolari (per la dislessia, F. di Irlen; per la selezione professionale di frutta e verdura; ecc).
medicali: termine generico per F . usati per migliorare la visione in presenza di patologia;
⫸ sanitari o medicali
solitamente solo arancio o ambra e quindi eliminano la porzione breve dello spettro visibile.
cromatici: termine generico per distinguere F . aventi una certa colorazione.
⫸ cromatici
Sferiche
sono lenti le cui due superfici sono porzioni di una sfera, il raggio non cambia su tutta la faccia, si uti-
lizzano per correggere le ametropie pure, quali miopia, ipermetropia e presbiopia.
Asferiche
hanno la stessa funzione delle lenti sferiche ma le due superfici non sono sferiche ma porzioni di
un’iperbole e il raggio di curvatura diminuisce verso l’esterno della lente. Il vantaggio di questa geo-
metria e che le lenti sono più sottili rispetto alle lenti sferiche.
Astigmatiche
Lo stigmatismo di una lente è quando ad un oggetto puntiforme corrisponde una immagine punti-
forme, mentre l’Astigmatismo di una lente è quando ad un oggetto puntiforme non corrisponde una
immagine puntiforme.
Quando parliamo di astigmatismo parliamo di oggetti che si trovano sull’asse ottico, quando l’oggetto
non si trova sull’asse ottico parleremo di astigmatismo da fasci obliqui.
Le lenti che permettono la correzione dell’astigmatismo hanno due potenze diverse messe ortogonal-
mente fra loro chiamate meridiani.
Si definisce astigmatismo di una lente astigmatica la differenza di potere in valore assoluto fra le due
sezioni principali, i due meridiani.
AST = |P1 – P2 |.
Le possiamo trovare di diverse geometrie:
⫸ PianoCilindriche (PC),
(PC) , è formata da una superficie piana e una cilindrica, questa lente può correg-
gere solo l’astigmatismo.
(BC), sono formate da due lenti PianoCilindriche unite attraverso la faccia piana. Pos-
⫸ BiCilindriche (BC)
sono essere di tre tipi:
Con Assi Paralleli
Con Assi Obliqui
Con Assi Ortogonali ( la più usata)
⫸ SferoCilindriche (SC) ( la più usata), è formata dall’unione di una piana sferica con una piano cilin-
drica attraverso la faccia piana. La lente SferoCilindrica si indica con la seguente struttura della ri-
cetta: Sf……. Cil………. Ax………..
Torica, la superficie torica si ottiene dalla rotazione piena di una circonferenza attorno ad un asse
⫸ Torica
che si trova all’esterno rispetto alla circonferenza, ne risulta un solido molto simile alla camera
d’aria di un pneumatico che in geometria si chiama toro. Esistono 5 tipi di lenti di lenti toriche:
Toro a Zucca
I limiti di queste lenti toriche è che riescono a
Toro a Botte
correggere solo poteri concordi positivi
Toro ad Anello
⫸ PianoTorica, si ottiene sezionando il toro con un asse parallelo all’asse di rotazione del toro. Se il
potere è negativo il toro sarà interno, se il potere è positivo il toro sarà esterno.
Limite Optometrico, riesce a correggere solo poteri concordi positivi o solo poteri concordi
negativi
Limite Ottico, non è possibile realizzare lenti menisco in nessuna delle due sezioni.
SferoTorica,, è formata dall’unione di una PianoSferica con una PianoTorica attraverso la faccia pia-
⫸ SferoTorica
na, tutti i limiti della PianoTorica vengono superati grazie alla Pianosferica.
Prismatiche
è una lente che oltre al comportamento normale associa il potere dei prismi. Ossia imprime una devia-
zione alla radiazione che attraversa la lente.
Una prima differenza viene fatta fra lenti prismatiche per decentramento o montatura (solitamente
errori di montaggio) e lenti prismatiche per costruzione che contengono all’interno il prisma. Nelle
Bifocali
la lente bifocale è una lente portante con potere da lontano e una aggiunta o segmento che è chia-
mato addizione di potere positivo.
Il potere per vicino è uguale alla somma del potere per lontano più l’addizione.
= +
L’addizione è aggiunta nella parte bassa della lente perché è la parte utilizzata per la visione prossima.
L’addizione è sempre di potere positivo.
Tipi di lenti Bifocali:
bifocale
⫸ Lente bifo cale a Circoletto che a sua volta è costruita
Monoblocco,
Monoblocco dove l’indice di rifrazione è lo stesso in tutta la lente ma il raggio di curvatura è
diverso nel circoletto.
Disco Fuso,Fuso dove il raggio di curvatura è lo stesso in tutta la lente ma l’indice di rifrazione è
diverso nel circoletto. Una pasticca con indice di rifrazione maggiore viene inserita durante la
costruzione della lente .
⫸ Lente bifocale ad Unghia che a sua volta è costruita
A Scalino Visibile
A Scalino Invisibile, non lo si vede ma lo si sente al tatto.
Le problematiche di queste lenti si hanno soprattutto nel passaggio dalla visione da lontano a
quella per vicino, quando si attraversa la linea di separazione fra la lente e l’addizione. Questo
passaggio crea quello che in ottica viene chiamato Salto d’Immagine: diversa localizzazione nello
spazio dell’immagine rispetto all’oggetto osservato che si percepisce attraversando la linea di se-
parazione.
Il salto d’immagine può essere:
Disturbante:
Disturbante quando l’immagine si sposta in direzione opposta rispetto all’oggetto.
Non Disturbante:
Disturbante quando l’immagine si sposta nella stessa direzione dell’oggetto anche se in
punti diversi.
Fra le altre problematiche troviamo: la differenza di ingrandimento; la visione distorta (aberrazioni)
e per ultima ma non meno importante il fatto che questa lente funziona bene per la visione da lon-
tano e da vicino ma esclude completamente quella nell’intermedio.
Progressive o multifocali
Una risoluzione alle problematiche introdotte dalle proprietà ottico – geometriche delle lenti bifocali si
è presentata con l’introduzione in commercio delle lenti progressive, alla fine degli anni ’50. Le lenti
progressive presentano due zone funzionali, una per la visione da lontano ed una per quella da vicino,
unite da un settore di transizione detto canale di progressione che permette la visione a distanze in-
termedie. Rispetto ad altre soluzioni ottiche le lenti progressive presentano porzioni di lente tali da
consentire la visione nitida a tutte le distanze eliminando l'antiestetica linea di separazione delle lenti
bifocali. Il primo problema delle lenti progressive sono le due zone non funzionali o periferiche, sia
nasali che tempiali, che presentano astigmatismi e distorsioni, chiamate anche aberrazioni, che le ren-
dono inutilizzabili alla visione.
⫸ Geometria delle lenti
lenti progressive
progressive
La prima lente progressiva (Varilux) è stata commercializzata in Europa nel 1959, da allora numerosi mi-
glioramenti sono stati apportati, ma ancora oggi i progettisti non sono riusciti a creare una geometria che
sia completamente esente da aberrazioni ottiche nella periferia della lente.
Tipologie di presidi:
⫸ occhiali universali: sono costruiti in materiale organico, le aste sono regolabili in lunghezza e la
parte terminale può ruotare; anche il frontale può essere reclinabile.
⫸ occhiali a “coc” o mascherine da saldatore: hanno filtri molto potenti.
⫸ mascherine: occhiali che proteggono completamente l’occhio.
⫸ visiere: possono essere ribaltabili.
⫸ elmetto di protezione.
⫸ protezioni da radiazione laser.
⫸ protezioni da raggi X.
Parlando dei presidi occorre spendere qualche parola sulle radiazioni pericolose per gli occhi, che
sono ultravioletti e parte dell’infrarosso.
Le principali radiazioni ultraviolette sono di 3 tipi:
⫸ UVA: vanno dai 315 ai 380 nanometri.
⫸ UVB: vanno dai 280 ai 315 nanometri.
⫸ UVC: vanno dai 100 ai 280 nanometri.
Se l’occhio viene esposto per troppo tempo agli UVC, poiché sono di lunghezza d’onda molto corta, si
avrebbero problemi riguardanti per lo più cornea e congiuntiva, quindi cheratiti o congiuntiviti super-
ficiali.
Con gli UVA o gli UVB si ha un maggior coinvolgimento, che riguarda anche l’eventualità di
un’opacizzazione del cristallino; i danni alla retina sono minimi, quasi nulli.
Le radiazioni infrarosse hanno lunghezza d’onda più ampie (sopra i 750 nanometri) e non vengono
assorbite dalla cornea ma arrivano direttamente al cristallino e alla retina, infatti possono portare in
alcune circostanze e cataratte esfoliative.
Tra le lenti protettive vanno ricordate le lenti medicali, utilizzati in particolari casi come: fotofobia,
abbagliamento, riduzione del visus e riduzione della sensibilità al contrasto. Per risolvere questi pro-
blemi si usano filtri particolari e/o filtri colorati. In caso di problemi patologici in cui è richiesta la pre-
scrizione di lenti medicali, come per cataratte, afachie (mancanza di cristallino), glaucomi e soggetti
albini retinite pigmentosa, retinopatia diabetica e degenerazioni maculari, in questi casi le lenti medi-
cali devono essere vendute solo ed esclusivamente dietro ricetta oculistica. Le lenti medicali non sono
adatti alla guida.
Le Lenti Polarizzate:
Và precisato che esistono 2 tipi di radiazioni luminose: Naturali e Polarizzate
Le radiazioni naturali sono quelle che interessano il nostro quotidiano, e presentano le stesse proprie-
tà su tutto il fronte d’onda. Le radiazioni polarizzate, invece, vedono la propagazione del fronte
dell’onda subire una soppressione in una direzione, ad esempio i mari, i laghi, i fiumi (ogni specchio
d’acqua), l’asfalto e le piste da sci, riflettono la luce o la radiazione polarizzandola secondo un piano a
loro parallelo. Queste radiazioni quando si verificano, provocano il fenomeno dell’abbagliamento.
Attraverso speciali filtri detti appunto filtri polarizzati capaci di un’assorbimento selettivo della radia-
zione; attraverso un sistema di filtri ed una focalizzazione, che operano una selezione orizzontale.
Questi effetti possono essere aboliti senza che l’immagine trasmessa perda di luminosità e brillantezza,
con delle specifiche lenti polarizzate.
Le uniche controindicazioni, stanno nel fatto che le lenti polarizzate costano un di più rispetto ad una
lente normale, inoltre ci può essere del fastidio dovuto al caso che la polarizzazione evidenzi la forma
del reticolo del parabrezza dell’auto.
Le lenti polarizzate sono consigliate agli autisti che per lavoro passano diverso tempo alla guida di un
veicolo, ai pescatori, ai bagnini ed agli sciatori.
Funzionamento:
Una radiazione elettromagnetica non polarizzata incidente su di una lente normale, viene trasmessa in
maniera non polarizzata. Questo è dovuto al fatto che le molecole del materiale, con il quale sono
fabbricate le lenti convenzionali, sono disposte casualmente; se durante il processo di formazione
della lente volutamente si allineano le molecole lungo lo stesso piano, la lente si comporterà come un
polarizzatore parziale, andando a sopprimere la parte di radiazione parallela al piano delle molecole.