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SISTEMI QUANTISTICI
In questo capitolo introduciamo lapproccio di von Neumann alla Meccanica
Quantistica (cfr. [24]) e mostriamo come questo possa inquadrarsi nella teoria
delle rappresentazioni delle C*-algebre da noi precedentemente trattata (capitolo ??). Introdurremo nel nostro linguaggio i concetti di base della Meccanica
Quantistica, ponendo laccento sul concetto di simmetria, ed utilizzandolo per
dare la formulazione relativistica dellequazione di Schrodinger, data da Dirac.
Utilizzeremo alcune nozioni di Relativit`a Ristretta, almeno una familiarit`a con i
termini: talora utilizzeremo risultati della letteratura non completamente dimostrati in queste note; comunque, come si vedr`a, il formalismo delle algebre di Lie
introdotto nel capitolo ?? interverr`a pesantemente.
17.1
Stati ed osservabili
Exp(, A) = Exp(0 , A)
Exp(, A) = Exp(, A0 )
634
N1
N
N2
N
n2
N2
=
n
N
Exp(, A) =
635
636
Per procedere dovremo ora, dopo questi preliminari, fare delle ipotesi sulla
natura matematica degli oggetti che andiamo considerando: postuleremo quindi
che1
17.1.2 Assiomi
= (A) sia linsieme degli stati di una C*-algebra A.
O = Aaa sia la parte autoaggiunta di A.
Exp(, A) = h|Ai.
(scriviamo h|Ai per (A).)
Quindi Extr (A) = P(A) sono gli stati puri di A, ph (A) = (A) ed il
calcolo di funzioni sullo spettro altro non `e che il calcolo funzionale.
Per giustificare questultima asserzione si pu`o procedere nel seguente modo:
` ph (A) se esiste un tale che A misurato nello stato dia con certezza il
valore `, cio`e, considerando lo scarto medio
( A)2 := h|(A h|AiI)2 i
(qui I `e lidentit`a che corrisponde al non fare misurazione alcuna) la certezza di
trovare ` si esprime come
= 0
cio`e
( A)2 = h|A2 i (h|Ai)2 = 0
e quindi, considerando la rappresentazione GNS
(, ((A (A)I)2 )) = ||(A)( (A))||2
si trova che
( A)2 = 0 (A) `e un autovettore di (A)
cio`e se e solo se `e uno stato puro: (f (A)) = f ((A))(), ovvero h|f (A)i =
f ((A)), ovvero (A) (A).
Ne concludiamo che
` ph (A) o A = 0, (A) = ` ` ( A)
e quindi che ph (A) = (A).
1
637
A()d()
Linsieme corrisponde cio`e allo spazio delle fasi e gli stati puri alle misure di
Dirac: come si vede, in questo caso in ogni stato puro ogni osservabile assume un
valore certo.
In generale, per motivi fisici, linsieme degli stati puri non sar`a lintero (A),
ma un suo sottoinsieme . Se consideriamo lalgebra inviluppante di von Neumann A di A, allora gli elementi di A
aa saranno considerati osservabili genera
lizzati, dato che, per B Aaa , in virt`
u del Teorema di Kaplanski 11.4.2, B `e limite
forte delle immagini, via la rappresentazione universale
b di elementi A Aaa e
||a || ||B||. Quindi per ogni stato (A) esiste ununica estensione normale
b
b
638
b P H
b si
Ora, sia puro e P P un proiettore. Ne segue che, se P H
e ) = (, P ) = 1. Ma
ha che (,
b()) = (per quanto appena ricordato) e (P
P `e il pi`
u piccolo proiettore che verifichi questa relazione e quindi P P .
Viceversa, se P `e minimale, allora P
b(A)00 P `e unalgebra di von Neumann,
alla quale possiamo applicare il
Lemma. Se R `e unalgebra di von Neumann, e per E R definiamo RE := ERE
e R0E := R0 E, allora RE e R0E sono algebre di von Neumann e sono luna il
commutante dellaltra.
e dedurre che P
b(A)00 P = AP . Quindi per ogni nellimmagine di P ed
ogni T in P
b(A)00 P si ha
e )P
(, T ) = (T
cio`e
(,
b(A)) = (A)
e quindi `e uno stato puro.
qed
Possiamo allora dedurre che
(P
b ) = 1
639
A = || (A) (A) ||
lo scarto quadratico `e zero se e solo se `e un autovettore.
17.1.5 Corollario A e B sono osservabili compatibili se e solo se [A, B] = 0.
Dimostrazione: Che la condizione sia sufficiente segue dal teorema di Heisenberg. Dimostriamo che `e necessaria: siano dapprima (A) e (B) insiemi finiti,
cio`e
X
X
A=
`i Pi
e
B=
i Fi
i
B = g(G)
g(`i + aj ) := j
Ma se G := A + aB, e se poniamo
f (`i + aj ) := `i
640
7 := (, ())
(, ()) =
641
(, (A)) = 0
= |H2
642
643
B nello stato puro x. Consideriamo allora B = M ove `e un insieme misurabile. Cos` B descrive la propriet`a che le misure simultanee degli osservabili
{Ai } diano un valore in , e la probabilit`a che ci`o sia vero `e
Z
Z
Z
(x, Bx) =
x()f ()x()d() =
x()x()d() =
|x()|2 d()
X
17.2
Gruppi di simmetria
1
1
(AB + BA) = ((A)(B) + (B)(A))
2
2
644
g Aut(A)
ge
645
646
(in virt`
u dellidentit`a (Vg1 Vg2 ) Vg3 = Vg1 (Vg2 Vg3 )).
Se cio`e denotiamo con C n (G, T) le funzioni da Gn in T abbiamo le mappe di
cobordo:
647
e2i
ze
/R
exp exp
gg
/T
O
e2i
w
e
/R
()
eic(X,Y ) = lim
1 2
3
w exp tX1 + tX2 + t [X1 , X2 ] + o(t ) , exp tX3
2
1
1 2
3
w exp tX1 , exp tX2 + tX3 + t [X2 , X3 ] + o(t )
2
648
()
1
w(exp tX1 , exp tX2 ) = eif ([X1 ,X2 ])
t0 t
Ma, di nuovo per la (**):
lim
w(exp X1 , exp X2 ) =eif (X1 ) eif (X2 ) eif (X1 itX2 i 2 t ([X1 ,X2 ])io(t
=z(g1 )z(g2 )z(g1 g2 )1 = (z)(g1 , g2 )
1 2
3 ))
con z(g) = eif (X) . Abbiamo cio`e dimostrato, assumendo la forte continuit`a di w,
che se H 2 (g) = 0 allora H 2 (G, T) = 1, dato che il ragionamento svolto `e valido
in un intorno di G che genera tutto il gruppo (essendo G connesso).
qed
Lipotesi di forte continuit`a della implica che, per ogni stato puro e
regolare:
ge
|| g || 0
Se g := g1 allora
ge
ge
P,g 1 || g || 0
Pertanto la formula di RobertsElkstrom3
1
P, = 1 || ||2
4
e la forte continuit`a di implicano la continuit`a di P0 ,g per ogni 0 , .
3
Per una discussione pi`
u approfondita si veda: D.J. Simms, Lect. Notes in Math. #52,
oppure le lezioni di Les Houches (1961) di A.S. Wightman.
649
650
n
X
x i yi
i=2
Questo gruppo non `e connesso: ad esempio, nel caso n = 2, i suoi elementi sono
matrici delle forme
cosh t sinh t
cosh t sinh t
sinh t cosh t
sinh t cosh t
cosh t sinh t
cosh t sinh t
sinh t cosh t
sinh t cosh t
e ciascun tipo corrisponde ad una componente connessa distinta. In generale
O(1, n 1) ha quattro componenti connesse: per vedere che ne possiede almeno
quattro basta osservare che esiste lomomorfismo di gruppi
: O(1, n 1) Z2 Z2
definito come
(A) = (det A, sgnhe1 , Ae1 i)
ove e1 `e il versore dellasse x1 .
Qui ci interessa il caso delle trasformazioni dello spazio della Relativit`a Ristretta R4 con la metrica di Minkowski: O(1, 4); richiamiamo qualche nozione
sullo spazio di Minkowski R41 .
17.2.8 Definizione Se v R41 `e un vettore non nullo, v e la retta vR generata
da v si dicono
spaziali (space-like) se hv, vi < 0.
651
L = L+ L
Inoltre abbiamo anche una decomposizione in trasformazioni ortocrone e antiortocrone, secondo che preservino V e V+ oppure li scambino:
L = L L
Abbiamo cio`e la decomposizione nelle quattro componenti connesse di L data da
L = L+ L L+ L
Ad esempio L+ `e la componente connessa dellidentit`a, cio`e `e il sottogruppo
delle trasformazioni di determinante 1 che conservano il segno della variabile temporale: dato che questo gruppo contiene SO(3), non `e semplicemente
connesso.
Se L+ `e una trasformazione (non identica) che lascia fisso punto per punto
un piano P , ci sono tre possibilit`a:
652
1 0
0
0
0 1
0
0
1 =
0 0 cos t sin t
0 0 sin t cos t
ove t [0, ) `e un angolo. Un L+ di tipo
forma
cosh r sinh r
sinh r cosh r
2 =
0
0
0
0
ove r > 0 `e una rapidit`a. Una rotazione
forma
1 1
0 1
3 =
0 0
0 0
0 0
0 0
1 0
0 1
1
0
2
1 0
1 0
0 1
cosh r sinh r
0
0
sinh r cosh r
0
0
4 =
0
0
cos t sin t
0
0
sin t cos t
Queste trasformazioni sono diagonalizzabili nello spazio di Minkowski complessificato. Il seguente teorema appartiene agli elementi della Teoria della Relativit`a
Ristretta:
17.2.9 Teorema Ogni trasformazione di Lorentz propria ortocrona L+ (6= I)
`e della forma 1 ,...,4 .
653
a b
H=
b c
(a, c R e b C) ed identificazione data da
R4 M2 (C)
x0 + x3 x1 ix2
(x0 , ..., x4 ) 7 x
e :=
x1 + ix2 x0 x3
Quindi
det x
e = x20 x21 x22 x23
mentre
tr(e
x) = x0
(consideriamo la traccia normalizzata: se A Mn , tr(A) =
Evidentemente la trasformazione
1
n
P
i
Aii ).
H 7 AHA
`e un automorfismo delle matrici hermitiane (
= R4 ) che preserva il determinante
se det A = 1 (la condizione di ortocronia tr(AA ) 0 `e sempre vera). Con
ci`o abbiamo che una matrice A SL(2, C) d`a luogo ad una trasformazione che
preserva il determinante.
Allora abbiamo lomomorfismo delle matrici speciali nel gruppo di Lorentz
SL(2, C) L
A 7 (A)
654
ove (A)x := Ae
xA , che ha nucleo {1}: si tratta cio`e di un rivestimento doppio
e, dato che SL(2, C) `e semplicemente connesso, del rivestimento universale del
gruppo di Lorentz 4 .
Osserviamo che
1 0
0 i
0 1
x0 + x 3
0
1 0
+ x3
+ x2
+ x1
= x0
0 1
i 0
1 0
0
x0 x3
0 1
= x0 I + x
` un esercizio verificare che per ogni vettore
ove 1 , 2 , 3 sono le matrici di Pauli. E
2
di norma 1 u si ha (u ) = 1, e quindi osservare che
U := ei 2 u
`e una matrice unitaria per ogni R. Viceversa, ogni matrice unitaria `e di questo
tipo, e si ha:
^
Ux
eU = R(U
)x
ove R(U ) `e una rotazione di un angolo attorno allasse individuato dal versore
u. I valori Lu = u si dicono momenti angolari .
17.3
Abbiamo visto alla fine del paragrafo precedente che per studiare le rappresentazioni del gruppo di Lorentz possiamo concentrarci sulle rotazioni e sulle
traslazioni.
Consideriamo ora una rappresentazione covariante e la rappresentazione di
G indotta U(a, A). Alle matrici unitarie U dellesempio precedente corrispondono
i generatori infinitesimali del gruppo delle rotazioni
i
U 0, e 2 u = eiLu
4
Ricordiamo per quale motivo il gruppo speciale complesso sia semplicemente connesso:
intanto abbiamo la decomposizione polare A = V H di ogni matrice speciale A in una matrice
V unitaria ed una H hermitiana positiva, entrambe di determinante 1. H `e una trasformazione
655
Per studiare le rappresentazioni del gruppo delle rotazioni studiamo quelle irriducibili del gruppo SU(2), che `e il suo rivestimento universale: sia j un indice
variabile nellinsieme dei seminteri non negativi { n2 }nN , e sia
e 2
0
= ei 2 3
i
2
0 e
0
1
, si ha (per k {2j, ...2j}):
ev=
Se u =
1
0
(j)
k 2jk
D (U )u v
i
2
= e
i
2
2jk
656
1
ei 2 k 7 k
2
(matrici di Pauli) e ricordiamo le regole di moltiplicazione
j k = il
j2 = I
j k = k j ,
se k 6= 0
ove m
e zero se (klm) non `e una permutazione ciclica, altrimenti ne `e il segno.
kl `
Ora consideriamo
i
U e 2 k = eiLk
in modo che
[Lk , Lj ] = iLm
(al solito (klm) `e una permutazione ciclica). Calcoliamo allora L2 :
[L3 , (L1 + iL2 )] = iL2 + L1 = L1 + iL2 =: A
Quindi
L3 A = A(L3 + I)
Se `e un autovettore di L3 di autovalore j, si ha che
L3 A = (j + 1)A
Cio`e, se sta in un sottospazio di Hilbert Hj ove la rappresentazione sia irriducibile, per = u2j v 0 si trova
Lj = j
657
L2 = j 2 + (A A + L3 ) = j 2 + j = j(j + 1)
qed
Osserviamo che si potrebbe dimostrare anche una formula di ClebshGordan:
M
0
D(j) D(j ) =
D(s)
|jj 0 |sj+j 0
+
+
d (m)dm (p) + c0 + d (m)dm (p) + dpdim (p)
(4)
658
e
M=
mdG(m)
0
g G
(hg) = U(k)(g)
Allora, dato che ((g), (g)) = ((kg), (kg)) la passa al quoziente H\G e
si ha
Z
((g), (g))d(g) <
H\G
659
Queste funzioni formano uno spazio di Hilbert sul quale `e definita la rappresentazione
s
d(hg)
(U (g)) (h) := (hg)
d(h)
(lespressione sotto radice `e la derivata di RadonNikodym).
Ora sia G = N n H (ove N = R4 e H = SL(2, C)) con N gruppo localmente
compatto commutativo e normale in G, e H sottogruppo localmente compatto
di G, ove il prodotto semidiretto `e effettuato rispetto allazione continua
: H Aut(N )
b `e un carattere, si ha che h `e unazione di H sul duale
Ovviamente, se N
b
N . Inoltre osserviamo che se H = {h H | h = } `e lo stabilizzatore, e se
U `e una rappresentazione di H allora
U(n, h) = (n)U(h)
`e una rappresentazione di N n H , dato che
U ((n, h)(n0 , h0 )) = U(nh (n0 ), hh0 ) = (n)(n0 )U(hh0 )
Allora inducendo dal sottogruppo N nH al gruppo N nH si ottiene una rappresentazione di G: la teoria `e dovuta sostanzialmente a Mackey, che ha formulato,
fra gli altri, i risultati seguenti:
17.3.3 Teorema
b e L `e una rappresentazione unitaria fortemente continua di H
se N
allora la rappresentazione indotta da L non varia se varia nellorbita
H .
0
Se H 6= H0 allora U L U L .
Se L `e una rappresentazione unitaria fortemente continua irriducibile di
H allora la rappresentazione indotta U L `e irriducibile.
Qui faremo anche le seguenti e pi`
u restrittive ipotesi:
b che `e una sezione dellazione di H, cio`e incontra
Esiste un boreliano in N
tutte le orbite esattamente in un punto).
H `e un gruppo di tipo I (cio`e ogni rappresentazione della sua C*-algebra
il cui centro `e ridotto al solo C `e tale che (A)00 = B(H) per un opportuno
spazio di Hilbert, in altre parole: `e un multiplo di una rappresentazione
irriducibile: il tipo di un gruppo `e il tipo dellalgebra di von Neumann
(A)00 , che, per lipotesi che il centro di sia C, `e un fattore).
660
2 0
p=
0 0
e
1 0
1 0
. Ma se A =
A =
Cio`e gli elementi di Hp sono tali che A
0
0
0
0
a b
SL(2, C) abbiamo che
c d
a c
1 0
a b
1 0
aa ac
=
=
0 0
c d
0 0
ac cc
b d
a b
2
Hp =
| |a| = 1
0 a
661
a b
u uz
=
0 a
0 u
(u = a e z = ab) e, moltiplicando:
u uz
0 u
0
0 0
u u0 z 0
uu z u0 + zuu0
=
0
0 u0
uu0
u = ei 7 z 7 z + e2i z
cio`e `e un rivestimento doppio del gruppo euclideo del piano che ha come orbite
circonferenze di centro lorigine e lorigine stessa. Si tratta di un gruppo di tipo I:
le rappresentazioni si possono studiare a partire da queste orbite. Nel caso delle
circonferenze si ottengono rappresentazioni di dimensione infinita, che non hanno
senso fisico (a meno di non concepire spin infiniti!), mentre nel caso dellorbita
ridotta alla sola origine le rappresentazioni sono
D(ei , z) = e2ij
ove j `e lo spin della particella di massa zero. Abbiamo cio`e
)
(
u uz
Hp =
u T e z C
0 u
con p = (1, 0, 0, 1).
Nel caso (d), consideriamo invece il punto p = (0, 0, 1, 0): allora p = 2 e gli
e
662
a c
b a
a c
0 1
a b
=
b d
d c
b d
1 0
c d
0 1
0
bc ad
=
=
1 0
ad cb
0
Ne segue che
Hp = {A | A = 2 A1 2 = A} = SL(2, R)
e
Consideriamo ora le rappresentazioni unitarie fortemente continue del gruppo P
tali che lo spettro sia
(U|R4 ) V + = {p R4 | p2 = 0 e p0 0}
+
e precisamente quelle irriducibili associate allorbita +
m (m > 0): sia P m ,
Hp lo stabilizzatore in SL(2, C), D una rappresentazione unitaria irriducibile di
Hp e il carattere associato a p ; dato che si pu`o scegliere p = (m, 0, 0, 0), si
ha
Hp = SU (2) ,
D = D(j)
dp
d 12
p
dt
+ m2
663
=eip (Ap
)a
D(j) (A1
p AA(A1 )p )(0, A(A1 )p ))
1
=eip a D(j) (A1
p AA(A1 )p )((A )p ))
Ap p Ap = p
Se p +
e
m e m > 0 possiamo prendere p = (m, 0, 0, 0) e quindi p = mI, cio`
f
r
Ap :=
p/m
e
17.4
Equazione di Dirac
2
(j)
||(p)|| = (p), D
p/m (p)
e
664
introducendo in questo modo una struttura di spazio di Hilbert Hm,j sulle fun2j+1
zioni da +
misurabili e tali che
m in C
Z
||D(j) (Ap )p ||2 dm (p) <
Allora la
(p)
(j)
D
p/m (p)
allora
(p), D
(j)
1
p/m (p) = ((p), (p))
2
e
0 I
.
ove =
I 0
In Hm,j abbiamo una ulteriore struttura hilbertiana H0 la cui la norma `e
!
1
Z
|||(p)|||2 := ||||2 =
(p), D(j) p/m
(p) dm (p)
ed un operatore unitario V : H0 H:
(V )(p) = D
p/m (p)
e
Allora la rappresentazione V U(a, A) opera (tenendo conto della formula di Wigner 17.3.4) come
!
r
p/m (U(a, A)V 1 )(p)
(V U(a, A)V 1 )(p) = D
e
u
u
u
= eipa D(A)D t(A1 )p m (V 1 )((A1 )p)
^
= eipa D(A)(A1 )p
665
Ma, considerando
1 (p)
2 (p)
(p) :=
1 (p) = (p)
2 (p) = D
p/m
(p)
e ricordando le formule per pe e p e che (p/m)1 = pe/m troviamo che (p) soddisfa
e
alla
(e
p/m)
1 (p)
2 (p) = D
1 (p) = D p/m 2 (p)
e
0
D(p)
e
P :=
D(e
p)
0
ottenendo lequazione di Dirac
P (p) = m(p)
Notiamo che
|||(p)|||2 = |||(p)|||2 =
1
= ((p), (p))
2
0 I
). Introducendo le matrici di Dirac:
I 0
0 I
0
D(k )
e
0 =
k =
I 0
D(k )
0
(ove =
1
((1 (p), 2 (p)) + (2 (p) + 1 (p)))
2
666
pk k
(e
p/m) A =A
(A (e
p/m) A) = A
1
1
1
p/m A
e
1 )p/m
^
= A1 (A
1
D(A)1 ((A) (p))
=eipa
D(A1 )2 ((A1 )(p))
Ora definiamo
S(A) := D(j) (A) D(j) (A1 )
ove abbiamo scritto
D(j) (A) = D(j,0) (A)
667
Z
+
m
p~2 + m2 , troviamo
(e
e p) = ((~p), p~)
pertanto
1
(x) =
2
Z
+
m
eipx (p)
e
dp
2p0
ik
= m
xk
k
che si deduce dallequazione di Dirac per
P.
Restringiamo ora la nostra indagine al caso m = 0: questo vuol dire che ci
poniamo sul cono di luce futuro con misura invariante (j = 0)
dp
2|p0 |
Se j 6= 0 consideriamo (1, 0, 0, 1) come vettore di riferimento e costruiamo la
sezione per mezzo di
(p, p~) := (|~p|, p~)
Se Hp `e la trasformazione di Lorentz pura (diagonale) tale che
Hp (1, 0, 0, 1) = (p, 0, 0, p)
668
S(A)1 = 0
S(A)P
Dunque, considerando lo spazio di Hilbert delle funzioni dal cono di luce futuro ai vettori in C 2j+1 (con la solita metrica definita dalle k ) otteniamo una
e
rappresentazione unitaria di P.
Dimostriamo ora che questa rappresentazione non `e irriducibile. Se p =
(1, 0, 0, 1), lo stabilizzatore `e
a b
SL2 (C)
0 a
e le rappresentazioni di dimensione finita sono
(j) a b
D
= a2j
0 a
Se il segno `e (-)+ Lo spin `e (anti-)parallelo allimpulso: infatti considerando p
nellorbita di (1, 0, 0, 1) e A nello stabilizzatore troviamo che
(A)p = p = (A)1 p A(A)1 (p) = Ap
Inoltre, per p = p = (1, 0, 0, 1) Ap = I e la formula di Wigner diviene
(U(0, A))(p ) = a2j (p )
Per A tale che (A) sia una rotazione di asse p~ (lasse x3 ) e angolo abbiamo
!
i
a 0
e2
0
A=
=
= (U(0, A))(p ) = eij (p )
2i
0 a
0 e
Dunque, se A appartiene allo stabilizzatore di un punto p dellorbita di p allora
Ap = A(A)1 p e la formula di Wigner diviene (si rammenti che Ap = Up Hp )
1
1 1
1
(U(0, A))(p) = D(A1
p AAp )((A) p) = (Hp Up AUp Hp )((A )p)
quindi, se A `e una rotazione, Up1 AUp `e una matrice diagonale, precisamente una
rotazione di asse x3 , il che consente di affermare che D `e una rappresentazione e
di scrivere la formula di Wigner come
(U(0, A))(p) = D(Up1 AUp )((A)1 p) = eij ((A)1 (p))
669
0 0
0 0
0
I + 3
= 2
P=
0 0
I 3
0
0 1
il seguente: consideriamo
1
0
0
0
0
0
0
0
e quindi
P (p ) = 0 se e solo se 3 = 2 = 0. La rappresentazione `e
A
0
0 A1
i
!
e2
0
con A =
, rotazione di asse x3 unitaria (A1 = A):
i
0 e 2
1
1
0 A 0
A
0
=
0
0 A1 0
A
4
4
Ora la decomposizione nelle due rappresentazioni [0, 12 ] e [0, 12 ] `e del tutto
evidente.