dellAlgebra
Marco Girardi (mat.164467)
August 26, 2014
Introduzione
Il Teorema Fondamentale dellAlgebra `e molto importante in matematica. Infatti da questo discendono considerazioni di grande interesse circa la scomposizione dei polinomi. Per esempio, il problema del calcolo della primitiva del
tipo
Z
N (x)
dx
deg N < deg Q
Q(x)
viene risolto da Leibniz e Bernoulli con la tecnica della scomposizione in fratti
semplici, che poggia sul fatto che Q(x) sia fattorizzabile in fattori di primo o al
pi`
u di secondo grado. Leibniz formula nel 1702 il problema:
Questo stato di cose ci conduce pertanto ad una questione di estrema
importanza, se cio`e tutte le quadrature razionali siano riducibili alla
quadratura delliperbole e del cerchio, [...] se cio`e ogni equazione
algebrica o espressione reale intera razionale possa fattorizzarsi in
divisori razionali semplici o di secondo grado.
che altro non `e che una formulazione equivalente del Teorema Fondamentale
dellAlgebra.
Molti matematici da quel momento in poi tentarono di dimostrare il Teorema. Il primo fu DAlembert nel 1746, che per`o utilizz`o un teorema ausiliario
non ancora dimostrato. Seguirono vari altri tentativi da parte di altri matematici, fra cui Eulero (1749), Lagrange (1772) e Laplace (1795). La prima dimostrazione formalmente corretta fu data da Gauss nel 1799. Questa si poggia
su argomenti geometrici ed `e decisamente complessa e laboriosa. Nel corso della
sua vita Gauss pubblic`
o altre tre dimostrazioni del TFA; la seconda `e di natura
algebrica,la terza di natura analitica mentre la quarta `e simile alla prima.
Ad oggi, esistono una miriade di dimostrazioni del Teorema Fondamentale
dellAlgebra: alcune sfruttano concetti algebrici, altre si basano su considerazioni topologiche, altre ancora sfruttano lanalisi complessa (fra queste una
molto semplice prevede lutilizzo del teorema di Liouville). La dimostrazione
da me scelta `e una dimostrazione analitica che sfrutta lanalisi di una funzione
definita da C in R e continua su C.
Considerazioni preliminari
(1)
xK
Per il teorema precedente dalla successione {xn }n possiamo estrarre una sottosuccessione convergente, cio`e N N infinito e x tale che
lim xn = x
(2)
N,n
N,n
(3)
N,n
xK
Perci`
o f [x] = supxK f [x], cio`e f [x] `e il massimo di f . Per quel che riguarda
lesistenza del minimo, si procede in modo esattamente analogo.
Teorema (Fondamentale dellAlgebra). Ogni polinomio non costante a coefficienti complessi ammette almeno una radice complessa.
Sia P (z) : C C
P (z) = an z n + an1 z n1 + ... + a1 z + a0 ,
2
n N1 , ai C i,
an 6= 0
allora
z0 C : P (z0 ) = 0
Prima della dimostrazione premetto la seguente proposizione:
Proposizione 1. la funzione
[z] : C R
[z] = |P [z]|
ha un minimo assoluto.
Proof. Innanzitutto verifichiamo che |P (z)| + per |z| +
an1
a0
a1
|P (z)| = |z|n an +
+ + n1 + n
z
z
z
Verifichiamo che
(4)
anj
zj ,
lim
lim
=0
zj
|z|+
|z|+ z j
|z|+
|P (z)| = +
Da ci`
o segue
M > 0 r > 0 t.c. zC |z| > r
[z] > M
(5)
P (z0 + w)
P (z0 )
Q(0) = 1
|P (z0 + w)|
1
|P (z0 )|
w C
(6)
quindi si ha:
Q(w) = 1 + cm wm + cm+1 wm+1 + ... + cn wn = Q0 (w) + R(w)
Prendiamo ora un punto 1 r con r R, 0 < r < 1. Questo punto
appartiene a Q0 [C]. Infatti `e possibile calcolare elementarmente una soluzione
dellequazione Q0 (w) = 1 r.
Scrivendo in forma esponenziale 1 r = 1 + rei , cm = |cm |ei si ha:
rei
Q0 (w) = 1 + rei 1 + |cm |ei wm = 1 + rei wm =
|cm |ei
r
r
i( )
= w = m
exp
=kmr
con k costante
|cm |
m
1
(7)
n
X
m+1
m
i=m+1
|ci ||k|i r m = r
m+1
m
i=m+1
+ (r m )
R++
m+1
m
0+ (r m ) r (0, 1)
m+1
m
+ r
m+1
m
:= r
m+1
m
t.c.
1
> (r m ) + r
m+1
m
m+1
m
i=m+1
m+1
m
+ |1 r| = r
= 1 (r r
m+1
m
m+1
m
+1r =
1
) = 1 r(1 r m ) < 1
(8)
n
X
an z0n =
i=0
n
X
an z0 n = P (z0 )
(10)
i=0
Si noti infine che sia Corollario 1. sia queste ultime affermazioni sulla scomposizione di un polinomio implicano che P (z) non costante abbia almeno una
radice complessa. Sono pertanto equivalenti le seguenti affermazioni:
1. Ogni P (z) C[z] \ C ammette una radice z0 .
2. Ogni P (z) C[z] \ C ammette n radici complesse.
3. Ogni P (z) C[z] \ C pu`
o fattorizzarsi in fattori complessi di primo grado.
4. Ogni P (z) R[z]\R pu`
o fattorizzarsi in fattori reali di primo o di secondo
grado.