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Capitolo 12

TEORIA DELLE RAPPRESENTAZIONI


In questo capitolo studiamo le rappresentazioni delle C -algebre non necessariamente commutative: la teoria commutativa `e stata sviluppata nel capitolo
precedente, mentre qui ci occuperemo della ben pi`
u complicata situazione nel
caso non commutativo.

12.1

Irriducibilit`
a di rappresentazioni

Ricordiamo la definizione fondamentale


12.1.1 Definizione Una rappresentazione di una C*-algebra A `e uno spazio di
Hilbert H dotato di uno *-morfismo di C*-algebre:
: A C(H)
Se `e isometrica, la rappresentazione si dice fedele.
Dimostreremo in seguito che una C*-algebra ammette rappresentazioni fedeli.
Se A `e una C*-algebra e : A B(H) una rappresentazione, allora, per un
sottospazio vettoriale chiuso M di H sappiamo gi`a che le seguenti affermazioni
si equivalgono:
M `e -stabile (i.e. (A)M M ).
M `e -stabile.
EM (A)0 .

= |M |M .
12.1.2 Definizione Una rappresentazione si dice topologicamente irriducibile
se non ha sottospazi chiusi e -stabili oltre a 0 e H.
433

434

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

12.1.3 Lemma (Schur) `e irriducibile se e solo se (A)0 = C I.


Dimostrazione: (A)0 `e unalgebra di von Neumann e quindi `e il sottospazio
di Banach di B(H) generato dagli idempotenti autoaggiunti che sono proiettori
ortogonali sui sottospazi chiusi -stabili: cio`e solo su 0 e H, quindi gli unici tali
proiettori sono 0 e 1, e lalgebra da loro generata `e C 1.
qed
12.1.4 Corollario Se : A B(H) `e una rappresentazione allora sono
equivalenti le
`e (topologicamente) irriducibile;
uf

(A)

= B(H);

(A1 ) = B(H)1 .
Ogni x H \ 0 `e ciclico per la rappresentazione .
Dimostrazione: Per lequivalenza delle (1)(3) basta notare che se `e irriducibile allora (A) `e non degenere e quindi (A)uf = (A)00 . Ma (A)0 = CI e quindi (A)00 = B(H). In modo analogo, usando il teorema di densit`a di Kaplanski
11.4.2, seguono le altre equivalenze.
La (4) equivale alla (3), dato che se Mx = (A)x `e -stabile allora EMx (A)0 ;
ma se E (A)0 e x H allora Ex = x e quindi (A)x = E(A)x; dunque
Mx = EH.
Ne segue che se E (A)0 `e idempotente autoaggiunto Ex = x allora Ex E;
ma se `e irriducibile Ex `e 0 oppure I e quindi se `e irriducibile ogni vettore
non nullo `e ciclico, mentre se non `e irriducibile non ogni vettore non nullo `e
ciclico.
qed
Osserviamo inoltre che `e topologicamente irriducibile se e solo se per ogni
> 0, x H \ 0 e y H esiste un A A tale che
|(A)x y| <
Per una rappresentazione di unalgebra qualsiasi (non necessariamente normata)
esiste il concetto algebrico di irriducibilit`a: una tale rappresentazione `e irriducibile se gli unici sottospazi -stabile (anche non chiusi ) sono 0 e H. Ovviamente
lirriducibilit`a algebrica implica quella topologica, e, per il lemma di Schur 12.1.3:
algebricamente irriducibile x 6= 0, y H A A (A)x = y
Non dobbiamo comunque preoccuparci delle rappresentazioni algebriche, come
mostra il seguente

` di rappresentazioni
12.1. Irriducibilita

435

12.1.5 Teorema (Kadison) Una rappresentazione di una C*-algebra A `e


topologicamente irriducibile se e solo se `e algebricamente irriducibile.
Dimostrazione: Una delle implicazioni `e ovvia: dimostriamo quindi che una
rappresentazione topologicamente irriducibile lo `e anche algebricamente.
Il sottospazio (A) `e chiuso in norma per ogni ; denotiamo (A) B(H)
ancora con A e scriviamo moltiplicativamente lazione della rappresentazione:
Ax = (A)x; supponiamo ora che
A0 = C I
Vogliamo dimostrare che per ogni x 6= 0 e yH esiste un AA tale che Ax = y (il
che, come si `e osservato esprime lirriducibilit`a algebrica della rappresentazione).
Se y = 0 `e A = 0 quindi possiamo supporre anche y 6= 0 e, normalizzando:
||x|| = ||y|| = 1
Loperatore
Ty,x (z) := (x, z)y
`e lineare e continuo di norma 1, e tale che Ty,x (x) = y. Dunque esiste un A1 A1
tale che
1
||A1 x y|| <
2
sostituendo y1 := (A1 x y) a y in questa maggiorazione si trova
||Ty1 ,x || <

1
2

Dunque esiste un A2 nella palla di raggio 1/2 di A tale che


||A2 x y1 || <

1
22

Iterando il ragionamento otteniamo una successione di operatori An nella palla


di raggio 1/2n tali che
1
||An x yn1 || < n
2
ove
n1
X
yn =
Ai x y
i=1

Ma

X
X

||Ai || 2
Ai

i=1

i=1

436

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

e quindi la serie

P
i

Ai converge ad A A; allora
limn yn
=
0
||
||
P
limn ni=1 Ai y = Ax y

qed
Esistono delle generalizzazioni di questo risultato che ci limitiamo ad enunciare: la prima `e dovuta a Dixmier
Teorema. Se : A B(H) `e una rappresentazione irriducibile di una C*algebra A, T B(H) `e un operatore di rango finito in H e N `e un sottospazio
vettoriale di dimensione finita di H allora esiste un A A tale che ||A|| = ||T |N ||
e
(A)|N = T |N
La seconda a Glimm e Kadison:
Teorema. Se nel teorema precedente T `e autoaggiunto (risp. unitario) allora
anche A pu`o scegliersi autoaggiunto (risp. unitario).
Per le dimostrazioni si rimanda a [7], 2.8.
Sia A una C*-algebra e 1 , 2 rappresentazioni di A negli spazi di Hilbert
H1 , H2 . Definiamo linsieme degli operatori di allacciamento:
(1 , 2 ) := {T : H1 H2 | T continuo e A A T 1 (A) = 2 (A)T }
Notiamo che

(A)0 = (, )

Ricordiamo che le rappresentazioni sono equivalenti, e si scrive 1


= 2 , se esiste
un operatore unitario U (1 , 2 ).
12.1.6 Definizione Se (1 , 2 ) = 0 le rappresentazioni si dicono disgiunte e si
scrive1 1 p 2 .
12.1.7 Lemma Se 1 , 2 , 3 sono rappresentazioni di una C*-algebra A allora:
(1 , 2 ) = (2 , 1 ).
(2 , 3 )(1 , 2 ) (1 , 3 ).
(1 , 2 ) (1 , 2 ) 1 (A)0 e (1 , 2 )(1 , 2 ) 2 (A)0 .
1

Seguendo George Mackey.

` di rappresentazioni
12.1. Irriducibilita

437

Dimostrazione: Sia T (1 , 2 ): allora la (1) segue da


(T 1 (A )) = (2 (A )T )
Se R (2 , 3 ) allora RT (1 , 3 ) il che dimostra la (2). Infine la (1) e la (2)
implicano direttamente la (3).
qed
12.1.8 Lemma (Schur) Se 1 , 2 sono rappresentazioni della C*-algebra A e
se (1 , 2 ) 6= 0 allora esistono due sottospazi vettoriali chiusi M1 H1 e N H2
tali che 1 M1 M1 e 2 M2 M2 e
1 | M1
= 2 |M2
Dimostrazione: Consideriamo un operatore non nullo T (1 , 2 ) e la sua
decomposizione polare T = V |T |; dimostriamo che
|T | 1 (A)0

V (1 , 2 )

Dato che T `e di allacciamento, si ha che


T T 1 (A)0

T T 2 (A)0

e quindi, per ogni x H1 :


(x, T T x) = (T x, T x) 0
dunque T T 0; abbiamo allora B = |T | autoaggiunto e positivo tale che
B 2 = T T , i.e. |T | 1 (A)0 .
Quindi
V |T |1 (A) = 2 (A)V |T |
i.e. per ogni x
(V 1 (A) 2 (A)V )|T |x = 0
Ma la chiusura del sottospazio {|T |x} `e (ker T ) , e ker T `e un sottospazio 1 stabile, dato che T (1 , 2 ). Quindi in H1 :
(V 1 (A) 2 (A)V ) = 0
e V `e di allacciamento, V V 2 (A)0 , V V 1 (A)0 e
V V H2 = M2

V V H1 = M1
qed

438

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

12.1.9 Definizione Si dice che 1 `e una sottorappresentazione di 2 se esiste


una isometria in (1 , 2 ) e si scrive 1 2 .
In altri termini, 1 2 se

1
= 2 |M

ove M `e un sottospazio di H2 .
12.1.10 Definizione Si dice che 1 `e quasi-contenuta in 2 se non esistono
sotto-rappresentazioni (a parte 0) di 1 disgiunte da 2 e si scrive 1 4 2 .
12.1.11 Definizione Si dice che 1 `e quasi-equivalente a 2 se 1 4 2 e 2 4
1 e si scrive 1 2 .
Nota. Le nostre rappresentazioni saranno sempre non degeneri.
Se 1 , 2 sono rappresentazioni si A e 1
= 2 allora
1 2 (A) = {T U T U 1 | T 1 (A)00 }
Un elemento di questo spazio `e limite forte di elementi della forma

1 (A )
0
0
2 (A )
Se 1 p 2 allora
1 2 (A) = {T R | T 1 (A)00 , R 2 (A)00 }

12.1.12 Proposizione
(
(1 2 )(A)0 =

Dimostrazione: Se B =

T S
S0 R

)

T (1 , 1 ) = 10 , S (1 , 2 ),

R (2 , 2 ) = 20 , S 0 (2 , 1 )

R11 R12
R21 R22

allora per B (1 2 )(A)0 :

Ei BEj = Rij (i , j ) = (1 2 (A))0


Il viceversa `e ovvio.
qed

` di rappresentazioni
12.1. Irriducibilita

439

12.1.13 Teorema Se 1 , 2 sono rappresentazioni (non degeneri) di A allora


1 p 2 1 2 (A) = 1 (A) 2 (A)
Dimostrazione: Osserviamo che

1 (A)0
0
0
1 p 2
(1 2 )(A) =
0
2 (A)0
Dato che
di 1 2 (A)00 `e diagonale (commuta quindi almeno con

un
elemento

I 0
0 0
) allora
e
0 0
0 I

T1 0
00
T 1 2 (A) T =
0 T2

R 0
commuta con T se T1 commuta con R e
ove un elemento della forma
0 S
T2 commuta con S. Quindi
)
(

T
0

1
1 p 2 1 2 (A) = 1 2 (A)00 =
T i (A)00
0 T2 i
qed
Osserviamo che se ker 1 = ker 2 allora esiste uno *-isomorfismo di C*algebre
: (A) 2 (A)
12.1.14 Definizione Se `e una rappresentazione di una C*-algebra A e n `e
un numero cardinale, definiamo
M
n :=

ove A `e un insieme qualsiasi con Card(A) = n e ciascuna `e una copia della


rappresentazione .
12.1.15 Teorema Se 1 , 2 sono rappresentazioni di A allora sono equivalenti
le
1 2 (quasi-equivalenza).
Esiste un numero cardinale n tale che n1
= n2 .

440

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Esiste uno *-isomorfismo di C*-algebre : 1 (A)00 2 (A)00 tale che


1 = 2
Osserviamo che la (3) equivale anche alla
(1 2 )(A)00 = {T (T ) | T 1 (A)00 , *-isomorfismo}
Di questo teorema non dimostreremo limplicazione (3)(2), che richiede alcuni
risultati sulle algebre di von Neumann, essenzialmente quello che enunciamo qui
di seguito:
Teorema. Se R1 e R2 sono algebre di von Neumann e : R1 R2 `e uno
*-isomorfismo (suriettivo) allora
`e un omeomorfismo rispetto alle topologie ultradeboli.
Esiste un operatore unitario U che renda commutativo il seguente diagramma:

/R 3A
A R1
2

A A A

R1 0

/ R0 3 A A A
2

12.1.16 Esempio
(A) = U AU 1
(A) = A A A ...
(A) = A|M ove M `e un sottospazio stabile e tale che A|M = 0 se e solo se
A = 0, e EM R0 , con R0 M insieme totale.
Nel terzo esempio, `e uno *-isomorfismo se e solo se il minimo proiettore
ortogonale su R0 M (che si dice supporto centrale) `e loperatore identico I.
In unalgebra di von Neumann R consideriamo degli operatori {E } idempotenti, a due a due ortogonali, tali che
X
fortemente
E E R

12.1.17 Definizione `e normale se


!

X
X
E =
(E )

441

` di rappresentazioni
12.1. Irriducibilita

12.1.18 Proposizione Se : R1 R2 `e uno *-isomorfismo fra algebre di


Von Neumann, allora `e normale.
P
Dimostrazione: Sia E = E ; allora E E. Se E1 , E2 sono idempotenti
ortogonali fra loro, anche (E1 ) e (E2 ) lo sono, sicche
E1 E2 (E1 ) (E2 )
Quindi

E E

(E ) (E)

Ma `e uno *-isomorfismo (suriettivo) e quindi:


F :=

(E )

E=

!
E

= (E)

da cui

1 (E ) 1

(E ) 1 (F )

Dunque (E) F (E) (gli *-isomorfismi conservano le disuguaglianze di


operatori), cio`e F = (E).
qed
Consideriamo un controesempio: sia R = L ([0, 1]), e (R); se f R
poniamo
(f ) := f (f ) R C
Si tratta di uno *-isomorfismo che tuttavia non `e ultradebolmente continuo: si
noti che questo `e perfettamente compatibile col risultato precedente, dato che
non `e normale e dunque im non `e unalgebra di von Neumann.
Affrontiamo ora la dimostrazione del teorema 12.1.15.
(1)(3) Consideriamo lo spazio M 2 -stabile e E = EM ; se T (1 , 2 ) allora
E T (1 , 2 |M ); viceversa, se T0 (1 , 2 |M ) allora T0 (1 , 2 ): quindi
E(1 , 2 ) = (1 , 2 |M )
ne segue che
(1 , 2 )H1
1 2
(2 , 1 )H1

sono totali nei rispettivi


spazi di Hilbert

442

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

P
Ora consideriamo i Ri Xi (con Xi H1 e Ti (1 , 2 )): in virt`
u dellequivalenza
precedente, lo spazio di questi elementi `e denso in H2 , quindi
X
X
X
2 (A)y =2 (A)
Ti Xi =
2 (A)Ti Xi =
Ti 1 (A)Xi
i

e dunque, se
(T )y :=

Ti T Xi

(T 1 (A)00 ) allora
||(T )y||2 ||T ||2 ||y||2

()

il che significa he (T ) `e un operatore lineare ben definito e continuo (ed ovviamente uno *-omomorfismo). Definiamo ora 0 scambiando nella definizione di
il ruolo di 1 e 2 ; si noti che allora 1 = 0 , quindi `e invertibile e risulta uno
*-isomorfismo. Non resta dunque da dimostrare che la ().
Notiamo che
X
2 X
X

(Ti T Xi , Tj T Xj ) =
Ti T Xi =
(T Xi , Ti Tj T Xj )
i,j

e quindi che
||T ||2

i,j

X
X
(Xi , Ti Tj Xj )
(T Xi , Ti Tj T Xj )
i,j

i,j

||T ||2 (Xi , Ti Tj Xj ) (T i , Ti Tj Ti Xj )

i,j

`e positiva (il che ci fornisce la diseguaglianza voluta): infatti Ti Tj (1 , 2 ) quindi


commuta con T , e

X
2

||T || (Xi , Ti Tj Xj ) (T i , Ti Tj Ti Xj ) =
i,j

(Xi , TI Tj (||T ||2 I T T )Xj )

i,j

(B Xi , Ti Tj BXj ) =

i,j

= ||

X
(Ti B Xi , Tj BXj )
i,j

Ti BXi || 0
2

(ove (||T ||2 I T T ) che figura al secondo membro `e un elemento positivo dellalgebra di von Neumann che `e della forma B B, con B 1 (A)00 ).
qed

443

12.2. Stati e rappresentazioni

12.2

Stati e rappresentazioni

Consideriamo due rappresentazioni (come al solito non degeneri) 1 , 2 di una


C*-algebra A: allora
12.2.1 Proposizione
Ch(1 , 2 )H1 i = H2 1 4 2
(ove con ChSi denotiamo il sottospazio vettoriale generato dallinsieme S in uno
spazio di Hilbert).
Dimostrazione: Se

M := Ch(1 , 2 )H1 i

ovviamente M `e 2 -invariante:
T 2 (A)0 T (2 , 2 )
ma (2 , 2 )(1 , 2 ) (1 , 2 ) i.e. T M M .
Dunque M `e limmagine di un operatore G idempotente autoaggiunto che
deve commutare con 2 (A):
M = GH2

G 2 (A)00

Ma 2 (A)M M , dato che 2 (A)T X = T 1 (A)X M , sicche G 2 (A)0 , e


quindi
G 2 (A)0 2 (A)00 = Z(2 (A)00 )
Dunque, 1 2 ha la sottorappresentazione
()

2 = 2 |GH2 2 |GH2

che quindi `e somma diretta di rappresentazioni quasi-contenute in 1 e disgiunte


da 1 .
Ne segue che, a meno che G = I (e quindi M = H2 ) non pu`o aversi 1 4 2
e viceversa.
qed
Osserviamo che, se A = C(X) e 1 , 2 sono sue rappresentazioni in spazi di
Hilbert separabili allora
1 2 b1 = b2
(le misure associate basiche sono uguali). La decomposizione () precedente
diviene, a livello di misure, la decomposizione
b2 = 02 + 002
con 02 b1 e 002 b1 .

444

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Sia ora A una C*-algebra qualsiasi (con unit`a).


12.2.2 Definizione Un elemento A B(H) si dice positivo se per ogni x H:
(x, Ax) 0
e si scrive A 0.
Equivalentemente, A 0 `e positivo se e solo se `e autoaggiunto ed il suo
spettro `e contenuto nel semiasse positivo [0, ], cio`e se esiste B tale che A =
B B.
Questultima caratterizzazione pu`o scegliersi come definizione di positivit`a in
una C*-algebra qualsiasi.
12.2.3 Definizione La parte positiva di una C*-algebra A `e linsieme
A+ := {B B | B A}
ed i suoi elementi si dicono positivi.
12.2.4 Lemma Se A `e una C*-algebra con identit`
a I e A1 , A2 A allora:
(A1 A2 ) \ 0 = (A2 A1 ) \ 0.
Se A1 , A2 A sono autoaggiunti, da (Ai ) [0, ] segue che (A1 + A2 )
[0, ].
Dimostrazione: (1) Sia 6= 0 un elemento del risolvente di A1 A2 :
R := (A1 A2 I)1 A
Ma
dato che

(A2 A1 I)1 = 1 (A2 RA1 I)


(
(A2 RA1 I)(A2 A1 I) = I
(A2 A1 I)(A2 RA1 I) = I

Infatti
(A2 RA1 A2 A1 A2 RA1 A2 A1 + I) =
= A2 R(A2 A1 I)A1 A2 A1 + I
= A2 IA1 A2 A1 + I = I

445

12.2. Stati e rappresentazioni


Analogamente per laltra espressione.
(2) Ricordiamo intanto che
(B) [0, ] > 0 (B) [0, ]
Dunque possiamo scegliere in modo che ||A1 ||, ||A2 || 1 e
((A1 + A2 )) [0, ] (A1 + A 2) [0, ]
e quindi supporre che sia
||A1 ||, ||A2 || 1
Dunque (Ai ) [0, 1] i.e. (I Ai ) [0, 1].
Ora consideriamo Ti = I Ai ; ovviamente
1

(T1 + T2 ) 1 = I (A1 + A 2) 1
2
2
il che implica (I 12 (A1 + A2 )) [0, ]. e quindi

1
(A1 + A 2) [0, 2]
2

(A1 + A2 ) [0, 4]
qed

12.2.5 Teorema
A+ = {A A | A = A e (A) [0, ]}
A+ `e un cono, tale che
A+ A+ = 0.
A+ + A+ A + .
R + A+ A + .
A+ A+ = {A A | A = A }.
Dimostrazione: La (2c) segue dalla (1) in modo ovvio. Dimostriamo la (2d):
sia A = A , e consideriamo le funzioni continue
(
|| se 0
f () :=
0
altrove

446

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Ovviamente (f+ f )() = e f 0. Possiamo applicare il calcolo funzionale


continuo (dato che A `e autoaggiunto) ottenendo
(f+ f )(A) = A

f (A) = A

ove A `e autoaggiunto con spettro positivo (teorema della mappa spettrale);


dunque, per ogni A autoaggiunto si ha A = A+ A ove A {B A | B =
B e (B) [0, ]}.
Quindi anche la (2d) segue dalla (1): dimostriamo questultima. Che si abbia
A {A | A = A e (A) [0, ]}

segue di nuovo dal calcolo funzionale continuo con f () = + , 0; con


questa funzione si trova che f (A) = B `e autoaggiunto e tale che B 2 = A (in
particolare B B = A).
Dimostriamo quindi linclusione opposta. Sia B B A+ : ovviamente B B
`e autoaggiunto, e quindi il suo spettro `e contenuto in R; calcoliamo su B B le
funzioni f introdotte in precedenza, ottenendo:
B B = f+ (B B) f (B B) = u2 v 2
(un operatore a spettro positivo `e il quadrato di un operatore autoaggiunto). Ma
A+ A = 0 e quindi uv = 0 che, con
vB Bv = v(u2 v 2 ) = vu2 v v 4
implica che vB Bv = v 4 . Quindi se definiamo
A := Bv
otteniamo A A = v 4 . Ora, sappiamo dalla (1) del lemma che
(A A) \ 0 = (AA ) \ 0
pertanto, se (A A) [0, ] allora anche (AA ) [0, ], e, per A = Bv si
trova
(A A) = (v 4 ) [0, ] = (A A + AA ) [0, ]
Dunque, scrivendo A = A1 + iA2 (Ai autoaggiunti) otteniamo
A = A1 iA2
A A = A21 + A22 + i(A1 A2 A2 A1 )
AA = A21 + A22 i(A1 A2 A2 A1 )

447

12.2. Stati e rappresentazioni


cio`e

A A + AA = 2(A21 + A22 )

e (A A + AA ) [, 0] i.e. (A21 + A22 ) [, 0]. Ma


(A21 ) [0, ]

(A22 ) [0, ]

e, per la (2) del lemma:


(A21 + A22 ) [0, ]
Le due inclusioni dimostrate significano che
(A21 + A22 ) = 0
cio`e che A21 +A22 `e un operatore nilpotente (ed autoaggiunto), dunque A21 +A22 = 0
ovvero A1 = A2 = 0. Ne segue A = 0, e quindi. v = 0. Risulta dunque B B = u2 .
In definitiva ogni B B `e autoaggiunto con spettro positivo e quindi
A+ = {A | A A e (A) [0, ]}
Questo dimostra la (1).
La (2a) segue immediatamente e, per la (2) del lemma, anche la (2b).
qed
Il cono A+ genera lo spazio degli elementi autoaggiunti.
12.2.6 Definizione f si dice hermitiano se f = f .
Osserviamo che, per ogni f A :
1
1
f = (f + f ) + i (f f )
2
2i
e quindi f si decompone in somma di hermitiani.
I funzionali lineari continui hermitiani formano uno spazio di Banach reale

Ah , e, se A Aaa e f Ah allora f (A) R. Se f A allora si definisce


f (A) := f (A )
Evidentemente ||f || = ||f ||, f = f e la mappa f 7 f `e antilineare.
12.2.7 Definizione
Se A e B sono autoaggiunti e se A B A+ allora scriviamo A B.
Il cono duale della C*-algebra A `e linsieme
A+ := {f A | A A+ f (A) 0}

448

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Ovviamente
A+ Ah
e, se f A+ allora la mappa
(A, B) 7 f (A B)
definisce una forma sesquilineare semidefinita positiva: ogni tale forma soddisfa
la disuguaglianza di Schwartz:
|f (A B)|2 f (A A)f (B B)
e
f ((A + B)2 (A + B)) 0
da cui segue
f (A B) = f (AB A)
(per B = I si trova f Ah ).
12.2.8 Teorema Un funzionale lineare f qualsiasi `e positivo se e solo se `e
continuo e f (I) = ||f ||.
Dimostrazione: Se f `e positivo allora (ricordando che (A A) [0, ||A||2 ] e
dunque che ||A||2 I A A A+ ):

f ||A||2 I A A = ||A||2 f (I) f (A A)


cio`e f (A A) ||A||2 f (I); ma
|f (A)|2 = |f (IA)|2 f (I)f (A A) ||A||2 f (I)2
da cui la continuit`a di f . Che sia f (I) = ||f || segue da f (I) ||A||.
Viceversa, se f 6= 0 `e continuo e f (I) = ||f ||, allora esiste un tale che
||f || = 1, dunque possiamo assumere f (I) = 1. A questo punto la dimostrazione
del teorema si riduce a quella del lemma seguente:
12.2.9 Lemma Se ||f || = f (I) = 1 allora per ogni operatore normale A
f (A) {Conv (A)} =

\
{dischi chiusi contenenti (A)}

449

12.2. Stati e rappresentazioni

Dimostrazione: Si tratta di far vedere che per ogni (A) tale che |z| a
si ha
|f () z| a
Ma A `e normale, quindi anche (A zI) lo `e, sicche
||A zI|| = spr(A zI)
(raggio spettrale), pertanto
|f (A) z| = |f (A zI)| a
qed
12.2.10 Definizione Lo spazio degli degli stati della C*-algebra A `e
S(A) := {f A+ | ||f || = 1}

12.2.11 Proposizione S(A)) `e convesso, *-debolmente chiuso e compatto.


` un convesso dato che lo `e A . Inoltre
Dimostrazione: E
+
S(A) =

{f A | f (A A) 0} {f | f (I) 1 = 0}

aA

quindi `e intersezione di insiemi *-debolmente chiusi. Infine `e


S(A) A1
(palla unitaria in A ) che `e un compatto di Hausdorff nella topologia *-debole
(teorema di Alaoglu 8.2.12); pertanto S(A) `e compatto in quanto chiuso in un
compatto.
qed
Una conseguenza del teorema di HahnBanach `e il
12.2.12 Teorema Se A B sono C*-algebre con la stessa unit`
a I e se S(A)
allora esiste un
e S(B) tale che
e |A = .

450

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

12.2.13 Esempio Si consideri una C*-algebra commutativa A e (A); allora


(A A) = |(A)|2 0
cio`e `e uno stato. Ne segue che, per ogni A A esiste S(A) tale che
(A A) = ||A||2
Infatti A A `e autoaggiunto e genera la C*-algebra commutativa C (A A, I) che
possiede uno stato (infatti (C (A A, I))
= (A A)), quindi esiste (A)
tale che (A A) = ||A||2 . Usando il teorema precedente possiamo estendere e
.
Dato che lo spazio degli stati S(A) `e un convesso compatto (in uno spazio
vettoriale topologico localmente convesso A ), per il teorema di KrejnMillman
8.3.10 linsieme dei suoi punti estremali `e non vuoto e:
S(A) = Conv(Extr(S(A)))
12.2.14 Definizione I punti estremali di S(A) si dicono stati puri; linsieme
degli stati puri si denota con P(A).
b = B()
b 2;
12.2.15 Esempio Se A `e commutativa allora per A = B B si ha A
inoltre, se f A , per il teorema di RieszMarkov 9.2.2, esiste una misura regolare
positiva tale che
Z
f (A) =

b
A()d()

dunque
f 0 `e positiva
12.2.16 Definizione Se , S(A) si dice che `e uno stato dominato da
e scriviamo 4 se esiste una costante M 0 tale che
M 0
Linsieme degli stati dominati da S(A) si denota con C .
Il seguente lemma mostra che gli stati puri corrispondono alle misure di Dirac

451

12.2. Stati e rappresentazioni


12.2.17 Lemma P(A) supp = {x}

Dimostrazione: Se il supporto della misura contiene almeno due punti


distinti 1 , 2 supp allora, dato che siamo in uno spazio di Hausdorff, per il
lemma di Urysohn 2.3.2 esiste una funzione continua f : (A) [0, 1] tale che
f (0) = 1 e f (1) = 0 : in questo modo d = f d + (1 f )d e
Z
Z
Z
b
b
b d = f1 (A) + f2 (A)
(A) = A()d () = A(1 f )d + Af
(ove f1 , f2 sono funzionali positivi che possiamo normalizzare in modo da avere
Z
Z
(A) = (1 f )d 1 (A) + f d 2 (A)
Quindi si decompone in combinazione convessa propria di due stati.
Viceversa, sia uno stato puro e dimostriamo che supp `e ridotto ad un
punto. Questo segue da una osservazione generale: se A `e una C*-algebra qualsiasi
e S(A) `e tale che
= a1 + b2
Allora se B A+ :

con a, b [0, 1] e a + b = 1
( a1 )(B) 0

cio`e a1 (nellordinamento determinato da A+ ) e quindi


M :=

1
1
1 = = b
2
M

(il primo termine `e positivo) con b = ||

1
||.
M

Ne segue che

= a + b 0
(con a = 1/M ). Abbiamo quindi dimostrato il lemma, il cui enunciato `e infatti
equivalente al seguente
P(A) lunico stato dominato da `e
qed
Possiamo ulteriormente parafrasare il lemma precedente nella
P(A) C = {}

452

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

12.2.18 Proposizione Se A `e commutativa allora P(A) = (A).


Dimostrazione: Notiamo che
(A A) = (A) (A) = |(A)|2 0
cio`e, se (A) allora P(A).
Se viceversa S(A) abbiamo una misura tale che
Z
b
(A) =
A()d
()
(A)

Supponendo che sia concentrata in un punto vogliamo dedurre che `e uno


stato puro; ma se 4 0 allora per ogni insieme -misurabile abbiamo che
0 () M ()
e quindi supp 0 supp che `e un punto. Ma 0 `e una misura positiva
(normalizzata), quindi `e una misura di Dirac.
qed
Ricordiamo che nel caso di una C*-algebra commutativa A avevamo la decomposizione dei funzionali f = f1 + if2 in funzionali hermitiani, con associata
decomposizione di misure positive supportate su insiemi disgiunti
dfj = dfj + dfj
e dunque fj = fj+ fj e ||fj || = ||fj+ || + ||fj ||.
12.2.19 Proposizione Se A `e una C*-algebra qualsiasi e f = f un funzionale
allora esiste la decomposizione
f = f+ f

con f A+

tale che ||f || = ||f+ || + ||f ||.


Dimostrazione: Se A A consideriamo il funzionale
b :S(A) C
A
7 (A)
(si tratta di una generalizzazione della trasformata di Gelfand), che `e uno *c = A
b ed `e continuo: |(A)| ||A||.
omomorfismo: A

453

12.2. Stati e rappresentazioni


La mappa
f : Aaa CR (S(A)) := {fS (A) R | f continua}
b
A 7 A
`e un isomorfismo isometrico di spazi di Banach, dato che
b = sup |(A)| = ||A||
||A||

Dimostriamo in effetti che esiste un tale che


|(A)| = ||A||
Se A := C hA, Ii
= C((A)) `e la C*-algebra (commutativa) generata dalloperatore autoaggiunto A, dato che spr(A) = ||A|| (essendo autoaggiunto) i casi
sono due: o ||A|| (A) oppure ||A|| (A). Ma in entrambi questi casi esiste
uno stato su A che, calcolato in A, valga ||A|| oppure ||A||: estendendo questo
stato ad A si ottiene .
Ora torniamo a considerare la mappa f e consideriamone limmagine X: per
ogni f A tale che f = f si ha che f (A) R se A = A , cio`e limmagine fe di
f in X `e tale che
fe(A) = f (A)
e che ||fe|| = ||f ||.
Allora, per il teorema di HahnBanach, fe ammette una estensione a CR (S(A))
e quindi esiste F CR (S(A)) tale che

b = f (A)
||F || = ||fe|| = ||f ||
e
F A
Ad una tale F possiamo far corrispondere, merce il teorema di RieszMarkov, una
misura reale tale che (tenendo conto del teorema precedente di decomposizione
= + , + ):
Z
Z
Z
F (g) = g()d() = g()d+ () g()d () := F+ (g) F (g)
ove ||F+ || + ||F || = ||F || (dato che + ). Dunque



b = F+ A
b F A
b =: f+ (A) f (A)
f (A) = F A
con f funzionali lineari positivi e
||f || = f (I) =

Z
g()d () = ||F ||

454

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Quindi
||f || = ||F || = ||F+ || + ||F || = ||f+ || + ||f ||
Per concludere non resta che definire
f (A) := f (A1 ) + if (A2 )
qed

12.3

Il teorema di GelfandNajmarkSegal

Affrontiamo ora un argomento fondamentale ed affascinante: la costruzione


di GelfandNajmarkSegal (GNS).
Consideriamo una C*-algebra qualsiasi A con unit`a I ed una sua rappresentazione (non degenere) in uno spazio di Hilbert H: riordiamo esplicitamente
che, dato che `e non degenere, abbiamo (I) = I. Sia ora H1 :
(A) := (A) = (, (A))
`e un funzionale lineare (lo `e ) positivo: infatti
(A A) = (, (A) (A)) = ((A), (A)) = ||(A)||2 0
Inoltre (|||| = 1 e (I) = I):
(I) = ||||2 = 1
Dunque S(A).
In realt`a possiamo dimostrare molto di pi`
u:
12.3.1 Teorema (GelfandNajmarkSegal) Se A `e una C*-algebra con
unit`a I e S(A) esistono unici:
uno spazio di Hilbert H ;
una rappresentazione : A B(H ) non degenere;
un vettore H di norma 1: |||| = 1;
tali che per ogni A A:
( , (A) ) = (A)
e
( ) = H
(cio`e `e ciclico per la rappresentazione ).

12.3. Il teorema di GelfandNajmarkSegal

455

Dimostrazione: Prima di affrontare la dimostrazione del teorema, osserviamo


che se al posto di consideriamo la rappresentazione := | (A) allora la
mappa 7 non cambia, e che lunicit`a `e data dalla ciclicit`a del vettore .
Dimostriamo per prima cosa lunicit`a della tripla (H , , ).
Sia (H, , ) unaltra tripla siffatta, e sia U0 loperatore definito su (A) e
tale che
A A U0 (A) = (A)

()
Basta dimostrare che
()

||U0 (A)|| = || (A)||

per avere che U0 `e ben definito ed isometrico. Ed infatti


|| (A)||2 = (A A) = ||(A)||2
da cui segue ().
f0 ovunque
Estendiamo a questo punto U0 in modo unico ad un operatore U
definito (ci`o `e possibile per la ciclicit`a di e ). Osservando che
U (A)(B) = U (AB) = (A)U (B)
ed usando la ciclicit`a di e la () otteniamo
U (A) = (A)U
e U = .
Dunque la tripla (H , , ) `e unica a meno di equivalenze unitarie.
Dimostriamo ora lesistenza di una tale tripla: prima considereremo lo schema
della dimostrazione, per passare poi nei dettagli. Sia S(A): allora su A
abbiamo la forma sesquilineare definita positiva
(A, B) 7 (A B)
Questa forma induce, sul completamento dello spazio quoziente di A modulo il
sottospazio generato dai vettori che sono nel nucleo della forma, una struttura
di spazio di Hilbert.
Infatti, se consideriamo lideale sinistro
N := {A A | (A A) = 0}
sullo spazio A/N abbiamo il prodotto scalare
(A, B) := (A B)

456

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Ma A/N `e un A-modulo (dato che N `e un ideale) per tramite della rappresentazione regolare
(A)B; = AB
(Si noti che, se B 0 = B allora B B 0 N e quindi A(B B 0 ) N , da cui
AB AB 0 = 0).
Dunque completando lo spazio A/N rispetto a questo prodotto scalare otteniamo uno spazio di Hilbert H sul quale possiamo estendere unicamente (A) ad
una rappresentazione (A). Considerando = I abbiamo la terna (H , , )
desiderata, dato che
( , (A) ) = (I, A) = (A)
Passiamo ora ai dettagli della dimostrazione: intanto dobbiamo verificare che
N `e un ideale sinistro: di certo lo `e linsieme
I := {A A | B A (BA) = 0}
Dimostriamo che si tratta esattamente di N . Se A I allora, per B = A si
trova A N , i.e. I N .
Viceversa:
|(B A)| (B B)(A A)
il che d`a linclusione opposta. Quindi N = I `e un ideale sinistro.
Verifichiamo ora che la posizione
(A)B := AB
definisce effettivamente una rappresentazione (il che `e ovvio) continua, cio`e che
||(A)B|| ||A|| ||B||
Questo segue dalla
(AB, AB) ||A||2 (B, B)

()
Dimostriamola: si ha

(AB, AB) = ((AB) AB) ||A||2 (B B)


ove la disuguaglianza vale in quanto
((AB) AB) = (B (A A)B) ||A||2 (B B)
(si rammenti che siamo in una C*-algebra: ||A A|| = ||A||2 ). Dunque
||A|| ||B|| ||(A)B|| = (B C CB) = ((CB) CB) 0

12.3. Il teorema di GelfandNajmarkSegal

457

ove C C = ||A||2 I A A.
Quindi (A) `e un operatore lineare e continuo, ed inoltre
||(A)|| ||A||
sicche, essendo definito su un sottoinsieme denso, (A) si estende univocamente
ad un (A) tale che
|| (A)|| ||A||
Osserviamo inoltre che
(AB)C = (AB)C = A(BC) = (A)(B)C
e quindi, dato che `e vera sul sottoinsieme denso, vale la
(AB) = (A) (B)
Infine, dato che
(C, (A )B) = (C, A B) = (C A B)
= ((AC) B) = (AC, B) = ( (A)C, B)
sempre per densit`a abbiamo
(x, (A )y)) = (x, (A) y)
Resta solo da osservare la ciclicit`a di : ma questa segue immediatamente dalla
densit`a di (A) = A/N .
qed
Una conseguenza notevolissima di questo importante risultato `e la possibilit`a
di dimostrare che ogni C*-algebra ammette una rappresentazione fedele, cio`e con
nucleo 0.
Consideriamo una C*-algebra A e A A: allora esiste uno stato S(A)
tale che (A A) = ||A||2 , quindi, applicando la costruzione GNS, otteniamo una
famiglia di rappresentazioni
{ }S(A)
mediante la quale possiamo definire la rappresentazione universale di A:
M

b :=

S(A)

Questa sar`a la rappresentazione fedele della nostra C*-algebra:

458

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

12.3.2 Teorema
b `e una rappresentazione isometrica.
Dimostrazione: Per ogni A A abbiamo:
||b
(A)|| = ||A||
Infatti `e una contrazione (3.2.7) e quindi anche la somma diretta2 delle lo
`e: ||b
(A)|| ||A||; dunque
||b
(A)||2 = ||b
(A A)|| = ||A A|| = ||A||2
Ma
||b
(A)||2 = sup ||(A)||2
||||=1

Ora, se poniamo
(

:=
0

sulla -sima componente di


b
sulle altre componenti di
b

troviamo che
0 = 0
e quindi
(b
(A) )( 0 ) = 0 (A)
pertanto
( , (A) ) = (A)
Ne segue che
||b
(A) ||2 = (A A) = ||A||2
cio`e
||b
(A)||2 = sup ||(A)||2 0
||||=1

il che finalmente ci d`a la tesi: ||b


(A)|| = ||A||.
qed
Osserviamo che la costruzione della rappresentazione universale `e canonica,
nel senso che non dipende che da propriet`a naturali della C*-algebra: tuttavia esistono altre costruzioni che, sebbene non canoniche, sono pi`
u semplici da
utilizzare.
2

Basti osservare che ogni rappresentazione di una C*-algebra `e una contrazione.

12.3. Il teorema di GelfandNajmarkSegal

459

12.3.3 Teorema (Segal) Se A B sono C*-algebre con la stessa unit`


a I
allora ogni stato puro di A si estende unicamente ad uno stato puro di B.
Dimostrazione: Consideriamo, fissato un P(A):
C := { 0 S(B) | 0 |A = }
Ovviamente C S(B); inoltre C `e un convesso, dato che
A A (a 0 + b 00 )(A) = (A)
(con a + b = 1) e C `e lintersezione di S(B) con linsieme
\
{f B | f (A) = (A)}
AA

che `e *-debolmente chiuso: dunque C pure `e *-debolmente chiuso e quindi *debolmente compatto (dato che lo `e S(B)). Allora il teorema di KrejnMillman
garantisce lesistenza di punti estremali in C .
Sia
b in tale estremale: dato che `e uno stato puro,
b `e estremale anche in
S(B): se infatti

b = a 0 + b 00
(con 0 , 00 S(B) e ab 6= 0) allora |Eo0 , 00 C , dato che
(a 0 + b 00 )|A = (A) :=
b |A = a + 0 |A + b 00 |A
Ma `e puro e quindi

0 |A = 00 |A =

cio`e 0 , 00 C . Dallestremalit`a di
b segue allora che 0 = 00 .
qed
Prima di dimostrare il teorema di Segal che caratterizza gli stati puri come
quelli associati alle rappresentazioni irriducibili per tramite della rappresentazione GNS svolgiamo alcune osservazioni.
Ora consideriamo A separabile e quindi scegliamo {An } A densa e {n }
successione di stati puri tali che
n (An An ) = ||An ||2
Allora
:=

`e tale che ||(A)||2 = ||A||2 e lo spazio H della rappresentazione GNS `e separabile, visto che contiene la successione densa {(An )}: dunque la rappresentazione
GNS `e fedele in uno spazio di Hilbert separabile.

460

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Se f A allora esistono x, y tali che


f (A) = (x,
b(A)y)

()

Infatti f = f1 + if2 = a1 1 + ... + a4 4 (con fi hermitiani e S(A)); allora, per


x :=

4
X

y :=

k=1

4
X

ak k

k=1

si ha la (*): in effetti, per ogni S(A):


0 (A) = ( ,
b(A) )
12.3.4 Teorema (Segal) Uno stato `e puro se e solo se la rappresentazione
GNS associata `e irriducibile.
Dimostrazione: Dimostriamo che, posto C = { S(A) | } allora
P(A) C = {}
Ma `e irriducibile se e solo se (A) = C I (lemma di Schur 12.1.8) cio`e
(A)0+ = R+ I, che `e vero se e solo se
{T (A)0+ | ( , T ) = 1} = {I}
Dunque ci basta far vedere che
S(A) C D := {T (A)0+ | ( , T ) = 1}
ove indica un isomorfismo di insiemi convessi.
Dunque sia T D; allora la mappa
T 7 T
ove T (A) = (T , (A) ), `e un funzionale lineare continuo su A, ed `e (a)
positivo e (b) T 4 .
Per T positivo abbiamo T = B B, con B (A)0 e quindi
T (A A) =(B B , (A) (A) ) = ( (A)B , B (A) )
= ||B (A) ||2 0
Dunque la (a); la (b) segue da
||B (A) ||2 ||B||2 || (A) ||2 = ||T ||(A A)

12.3. Il teorema di GelfandNajmarkSegal

461

La mappa T 7 T `e inoltre convessa, quindi, per concludere, dobbiamo solo


mostrare che `e biunivoca.
Ma, se `e un vettore ciclico per (A) allora `e separante per (A)0 e
quindi, se T1 = T2 allora
A A ((T1 T2 ), (A)) = 0
i.e. (T1 T2 ) (A) e, per ciclicit`a: (T1 T2 ) = 0. Un tale vettore `e certamente
: quindi possiamo dedurre T1 = T2 .
Sia infine C ; dimostriamo che esiste T D tale che = T . Ma il
funzionale di due variabili
{ (A) (B) } := (A B)
`e sesquilineare e ben definito: infatti 4 , quindi se (A A) = 0 allora
(A A) = 0; per A = B si trova
{ (A) (A) } M (A A) = M || (A) ||2
(ove (A A) M (A A)). Quindi, per il teorema di rappresentazione di Riesz,
esiste un unico operatore lineare positivo T con ||T || M tale che
{ (A) (B) } := (A B) = ( (A) , T (B) )
Per A = B = I si ha ovviamente 1 = ( , T ).
Infine T (A)0 , dato che (A CB) = ((C A) B) e quindi
( (A) , T (C) (B) ) = ( (CA) , T (B) )
qed
Si noti che loperatore T considerato nella dimostrazione del teorema si comporta come una derivata di RadonNikodym della T .
Si osservi inoltre che se `e una rappresentazione irriducibile di una C*algebra allora
= . Se A B (con la stessa unit`a I) allora si pu`o estendere
ad uno stato puro di B: infatti `e puro per irriducibilit`a di (il teorema appena
dimostrato) e quindi `e estendibile a B; si consideri poi la rappresentazione GNS
associata a questo stato esteso
b in B. Allora H , Hb , dato che
b
B A (b , b (B)b ) =
b (B) = (B)
Cio`e b |A `e una rappresentazione (di A) che ristretta al sottospazio ciclico
generato da b `e ciclica per A ed induce lo stato : insomma, ritroviamo .

462

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Consideriamo ora la rappresentazione universale


b; se f A allora
f (A) =< g,
b(A)
ove g M0 B(Hb ) . Sia A `e una *-sottoalgebra di B(H) e se U = M|A A
(funzionali lineari ultradebolmente continui): allora
uf
12.3.5 Teorema U
=A .
uf

Dimostrazione: Consideriamo R = A ; la mappa di restrizione R U:


f 7 f |A `e un isomorfismo isometrico di spazi di Banach:
||f |A || = ||f ||
Per dimostrarlo basta applicare il teorema di densit`a di Kaplanski 11.4.2 ((A)1 =
A1 ):
||fA || = sup |f (A)| = sup |f (A)| = sup |f (A)| = ||f ||
AA1

AA1

A(A)1

qed
Si noti che se A `e non degenere allora U
= A via la mappa che a F associa
TF tale che
f (TF ) = F (f )

00

(teorema di rappresentazione di Riesz).


Allora (A)00
= U , ove U A `e il sottospazio dei funzionali lineari
ultradebolmente continui in :
U := {f | f M B(H ) }
Infatti, se g A allora (A) 7 g(A) `e ben definita (ker ker g) ed `e
ultradebolmente continua dunque, per il teorema di HahnBanach, estendibile a
B(H ). Quindi, per tramite della mappa F 7 T tale che
F (fx,y ) = x (T y)
otteniamo U
= (A)00 .
Le osservazioni precedenti implicano Ub
= A :
12.3.6 Definizione Lalgebra di von Neumann inviluppante di una C*-algebra
A `e
b(A)00 .
Si noti che, come spazi di Banach:
b(A)00
= A .

12.3. Il teorema di GelfandNajmarkSegal

463

Se `e una rappresentazione ciclica di A allora


b: infatti se `e il vettore
ciclico e
(A) =: (, (A))
si ha (teorema GNS)
b.
=
Quindi
Lemma. Ogni rappresentazione di una C*-algebra ha una sottorappresentazione
ciclica equivalente ad una sottorappresentazione della rappresentazione universale:

b
12.3.7 Teorema Se Z(b
(A)00 ) =
b(A)00
b(A)0 , allora gli idempotenti autoaggiunti di Z(b
(A)00 ) sono in corrispondenza biunivoca con le rappresentazioni di
A in modo che
0 Z() = Z( 0 )
4 0 Z() Z( 0 )
p 0 Z()Z( 0 ) = 0
Dimostrazione: Come noto, se 1 2 allora esiste uno *-omomorfismo
normale : 2 (A)00 1 (A)00 tale che
1 = 2
(In realt`a questa `e una caratterizzazione delle relazione di quasi-inclusione, ma
questo non labbiamo dimostrato).
Quindi, per il lemma, lalgebra di von Neumann inviluppante `e tale che, per
ogni rappresentazione esiste uno *-omomorfismo normale :
b(A)00 (A)00
tale che

b=
Il nucleo di `e un ideale ultradebolmente chiuso, quindi (come segue dalla
proposizione 11.4.5) esiste un proiettore F Z(b
(A)00 ); ponendo Z() = (I F )
si ottengono le relazioni dellenunciato.
qed
Osserviamo che, se `e lo stato
(A) = (x,
b(A)x)
ove x = b e x( 0 ) = 0 , pre B B(H) non degenere e = x |B esiste
E B 00
pi`
u piccolo idempotente autoaggiunto di B00 che contenga x:

464

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

12.3.8 Proposizione E = EB0 x .


Dimostrazione: Si ha intanto E B 00 e E x = x (in quanto B `e non degenere)
e quindi, se F = F = F 2 B00 `e tale che
Fx = x
allora, per ogni T B 0 :
x FH Tx = TFx = FTx FH
i.e. B 0 x F H, onde E F .
qed
In altri termini, per ogni abbiamo identificato un idempotente autoaggiunto
E dellalgebra di von Neumann inviluppante
E = Eb(A)0 b

che `e il pi`
u piccolo idempotente autoaggiunto di A contenente b .
Ma F A se e solo se F b = b i.e.
(b , F b ) = 1
12.3.9 Proposizione

b (F ) = 1
e quindi E `e il pi`
u piccolo idempotente autoaggiunto F di A =
b(A)00 tale che
(F ) = 1, cio`e che F () = 1.
Dimostrazione: Se B
b(A)00 e S(A) allora
A (b ,
b(A)b ) = (A)
e la mappa fc ,c : B(Hb ) C determinata da
fc ,c (T ) = (b , T b )
`e debolmente continua e tale che
fc ,c |e(A)00
sia lunica estensione debolmente continua del funzionale
b(A) 7 (A); se
chiamiamo
e questa estensione allora
e (T ) = T ().
qed
12.3.10 Definizione La probabilit`a di transizione da uno stato a uno stato
`e
P, :=
e (P ) = P ()

465

12.4. Stati puri e rappresentazioni irriducibili

12.4

Stati puri e rappresentazioni irriducibili

Rammentiamo ora due fatti noti che utilizzeremo in forma di lemmi nella
dimostrazione del prossimo risultato:
12.4.1 Lemma
Se A B(H) `e una *-sottoalgebra, R := A+ e f R allora la mappa
f 7 f |A `e una isometria.
Inoltre se 1 , 2 sono rappresentazioni disgiunte di A allora
f

(1 2 )(A) = 1 (A) 2 (A)

12.4.2 Teorema (GlimmKadison) Se , S(A) sono stati tali che ||


|| < 2 allora le rappresentazioni e non possono essere disgiunte.
Dimostrazione: Dimostriamo per assurdo che, se p allora
|| || = 2
(infatti si ha sempre || || |||| + |||| = 2).
Ma sappiamo che p equivale alla (2) del lemma, quindi I (I)
f

(A) (A) `e limite forte di elementi di (A) := (A) (A).


Inoltre, per la (1) del lemma, se = 0 e = 0 allora
(A) = (, (A))

(A) = (, (A))

sicche
|| || = ||(f, f, ) || = ||(f, f, )|(A)00 ||
(dato che (A1 ) = (A)1 e per il teorema di Kaplanski 11.4.2).
Ma se p allora (tenendo presente che f, (I 0) = f, (0 I) = 1):
||(f, f, )|(A)00 || < f, f, |I (I) >= 2
cio`e || || 2.
qed

466

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Consideriamo ora = x (ove ||x|| = 1) e P R tale che


^
^
P = {P R | P x = x} = {P R | (P ) = 1} = ER0 x
Se inoltre
allora

H = {B R | (B B) = 0} = R(I P )
(B B) = 0 BP = 0

Infatti (B B) = 0 Bx = 0 T R0 T Bx = 0 B(T x) = 0
B|R0 x = 0 che, per la definizione di P , equivale a BP = 0, cio`e a B(I P ) = B,
e quindi a B R(I P ).
Osserviamo inoltre che, identificando gli spazi di Banach A e
b(A)00 :

e (T ) = (b , T b ) = (, T ) = T ()
12.4.3 Definizione Il supporto di uno stato S(A) `e lelemento P A
idempotente autoaggiunto tale che

e (P ) = 1 = P ()
e che sia minimale rispetto a tale propriet`
a.
12.4.4 Proposizione Se , S(A):
P, = 0 P, = 0 P P .
P, = 1 P P .
Dimostrazione: Per (1) basta osservare che (B
e B) = 0 BP = 0. La
(2) segue dalle equivalenze:
P, = 1 (P
e ) = 1 (I
e P ) = 0
I P P P P
qed
12.4.5 Teorema Se C := { S(A) | 4 } allora
P, = 1 C
P(A)

||.||

(chiusura in norma)

P, = 1 =

Dimostrazione: Se P, = 1 allora 1 = (P
e ) = (b , P b ) e quindi b
(A)0

b(A)0 b . Ne segue che b `e limite in norma di una successione Tn b con Tn b


tali che ||Tn b || = 1.

467

12.4. Stati puri e rappresentazioni irriducibili

Ora la stessa dimostrazione del teorema di Segal ci permette di concludere


che, se
b(A)Tn b )
n (A) := (Tn b ,
allora 4 , sicche, se ||xn || = 1 convergono a x in norma allora
||xn x || 0 = ||xn x |||to0
||.||

b, col che abbiamo dimostrato che C .


Ma n = (c Tn c )
Viceversa, sia C : allora esiste R con R R = T tale che (A) = (R , (A)R )
(per il teorema di Segal); ma si ha pure
()

(A) = (B b ,
b(A)B b )

per qualche B
b(A)0 . Infatti
b = e quindi
I=

con E
b(A)0

Allora basta porre B = R E per avere

b(A)R

b(A)B b ( 0 ) = 0
e quindi la (); da questa segue che
e ) = (B b , P B b ) = 1
(P
b
ove B b
b(A)0 b P H.
Dunque 4 , cio`e P, = 1. Ma se questo `e vero per un certo insieme di
stati, vale anche per la sua chiusura: infatti se n S S(A) converge a e
Pn , = 1 allora P, = 1. Per rendersene conto basta osservare che
e | Eo)| ||en || ||P ||
|en (P ) (P
Ma ||n || 0 e quindi, per il teorema di Kaplanski:
fn ||
e = ||^
||
n || = ||n || 0
Con ci`o abbiamo che se 4 allora P, = 1 per gli elementi di un certo insieme
di stati, questa propriet`a vale sulla sua chiusura: nel caso di C otteniamo la tesi.
qed

468

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

12.4.6 Proposizione Se P(A) allora

(,

b
(A))
b | A (A) =
b \ (0) = H
P H
||||
b1 (|||| = 1) e se
Dimostrazione: Se H
A (A) = (,
b(A))
allora, per il teorema di Segal, = T b ove T
b(A)0 `e unitario e quindi si
estende ad una isometria parziale B di
b(A)0 .
qed
Se 1 , 2 sono rappresentazioni irriducibili, definiamo linsieme dei loro stati
vettoriali come
Vi := {x i | x Hi e ||x|| = 1}
12.4.7 Lemma Se 1
= 2 allora V1 = V2 , mentre se 1  2 allora V1
V2 = .
Dimostrazione: Se V1 V2 6= allora esiste un V1 V2 ed esistono
x1 H1 e x2 H2 tali che
A A (x1 , 1 (A)x1 ) = (x2 , 2 (A)x2 )
Per unicit`a della rappresentazione GNS deve quindi esistere un operatore di
allacciamento fra 1 e 2 e quindi, dato che le rappresentazioni sono irriducibili,
per il Lemma di Schur 12.1.8, si ha 1
= 2 .

Viceversa, sia 1 = 2 : esista cio`e un operatore di allacciamento unitario


fra 1 e 2 , i.e.
A A (x, 1 (A)x) = (U x, 2 (A)x)
Allora {U x}x(Hpi1 )1 = (H2 )1 e quindi V1 = V2 .
qed
Osserviamo inoltre che se x (H )1 allora x non pu`o essere iniettiva,
dato che (x )(A) = (x, (A)x). Ne segue che
12.4.8 Lemma Se `e una rappresentazione irriducibile, allora la x 7 x
(per ||x|| = 1) `e iniettiva vista come mappa definita sullo spazio proiettivo associato allo spazio di Hilbert H (lo spazio dei sottospazi vettoriali di dimensione
uno di H ).

12.4. Stati puri e rappresentazioni irriducibili

469

12.4.9 Teorema Se , P(A) sono stati puri allora


(
0
se 
P, =
|(, )|2 se
=
Dimostrazione: Dato che si tratta di stati puri, le rappresentazioni GNS associate a e sono irriducibili, quindi o sono equivalenti o sono disgiunte: in
questo secondo caso P, = 0. Infatti p se e solo se ( , ) = 0, il che
equivale a dire H b
(A)0 H . Ma allora
b b
(A)0 b
(A)0 b che, a sua volta, `e equivalente a P P .
cio`e
b(A)0 b b
Supponiamo ora che pi
= ed osserviamo che
P, = (P
e ) = (b , P b )
b ove
Ma P (A)00 e b E H,
(E x)() = , x()
pertanto, E
b(A).
Quindi
(P
e ) = (E b , P b ) = (b , P E b ) = ( , P E )
(dato che E P = EH b(A)0 ).
Ma per la purezza degli stati possiamo usare la proposizione 12.4.6, dunque
(A) =

(,
b(A))
||||

Dunque
P E = E{H | A

(,(A))=(A)||||}{0}

ove { H | A (, (A)) = (A)||||} {0} ha ovviamente dimensione 1.


Quindi se `e lunico vettore di modulo 1 definito a meno di un fattore
complesso di modulo 1 tale che (, (A)) = (A):
EC x = (, x)
dunque
( , EC ) = (, )( , )

470

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Ora supponiamo che le rappresentazioni e siano equivalenti ad una stessa


rappresentazione , per mezzo di un operatore unitario U ( , ); allora
=

con |||| = |||| = 1, e quindi esiste z C tale che


U = z
MaU PC U 1 = PC (proiettore) e U G H = C ove U G U 1 = PC . Ne segue
che
P, =( , G ) = (U , U G ) = z(, U G U 1 U ) = z(, PC z)
cio`e che
P, = |(, )|2 = P,
qed
Se G e G sono le proiezioni di rango 1 in B(H ) corrispondenti agli stati
e allora
P, = tr(G G )
Inoltre, considerando che =
b|E Hb e E
b(A)0 :
G = P |E Hb =
f (P )
(rappresentazione estesa allalgebra di von Neumann inviluppante). Osserviamo
esplicitamente che se T
b(A)00 allora
T |E =
f (T )
con E
b(A)0 (avendosi T = lim T =lim
b(A ), con T
b(A)).
Possiamo ripetere questa costruzione per ogni rappresentazione irriducibile
(che `e sempre della forma per qualche stato vettoriale ), dato che in questo
caso la rappresentazione `e equivalente a
= e quindi
P]
P = G G

tr
e(P ) = P,

12.4.10 Lemma Se Conv P(A) allora3 allora esistono {j } C e {j }


P(A) tali che
X
=
j j
j

ove i j ( Pi ,j = 0).
3
Ricordiamo che per il teorema di KrejnMillman 8.3.10 un tale stato `e combinazione
convessa di un numero finito o numerabile di stati puri.

12.4. Stati puri e rappresentazioni irriducibili

471

P
Dimostrazione: Consideriamo = j j j : possiamo supporre che gli j siano stati vettoriali relativi alla medesima rappresentazione (altrimenti basta riscrivere la somma raggruppando gli stati relativi a rappresentazioni equivalenti).
Se
j (A) = tr((A)Ej )
(ove Ej = ECj ) allora
= tr((A)T )

per T = j j Ej (operatori di rango finito). Possiamo diagonalizzare T usando


il teorema spettrale:
X
T =
j Pj
j

in modo che i 6= j Pj Pj , da cui


1 = tr T =

(dato che j 0 la combinazione `e convessa) e quindi concludere che


X
=
j tr((A))Pj
j

qed
12.4.11 Teorema Se , S(A) con allora
a, b > 0 a + b = 1 Pa+b = P + P
Dimostrazione: Sia P := P + P : si ratta di un idempotente autoaggiunto in
A . Se := a + b allora (P ) = 1 e P `e minimale rispetto a questa propriet`a,
i.e. `e il supporto di .
Ora dimostriamo che
e = ae
+ b
e
Infatti
e ) =< T | >= a < T | > +b < T | >= ae
(T
(T ) + b(T
e )
sicche
e ) = ae
(P
(P ) + b(P
e ) = ae
(P + P ) + b(P
e + p ) = a + b = 1
Ora Pa+b P (per definizione di supporto), quindi, dato che a + b = e
dunque 4 , 4 :
P P

e P P

P = P + P P P

cio`e la nostra tesi.


qed

472

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

P
12.4.12 Corollario P = j Pj .
P
Se , S(A) e se Conv P(A), per il lemma precedente `e = j j j
con i 6= j i j , quindi

!
X
X
X
P, = (P
e ) =
e
Pj =
P,j
(P
e j ) =
j

Se inoltre =

P
k

k k , si ha
e = k k
ek e dunque
X
X
P, =
k
ek (Pj ) =
k Pk ,j
k

j,k

12.4.13 Teorema Se , P(A) allora P, = 1 14 || ||2 .


Dimostrazione: Se  allora (per irriducibilit`a) p e quindi |||| =
2 (teorema di GlimmKadison 12.4.2), per cui
1
P, = 0 = 1 22
4
banalmente. Dunque sia
= , col che = , = e
||( ) || = || ||
(per i teoremi di densit`a di von Neumann e Kaplanski).
Consideriamo ora M = C + C; se M = EH si trova
|| || = ||( )|EB(H)E ||
( e sono linearmente indipendenti dato che P, = 1). Quindi
EB(H)E = M2 (C)
(matrici complesse di ordine due), e, considerando le normalizzazioni e1 e e2 degli
elementi + e (che formano una base):
+ = a1 e1

= a2 e2

ovvero

= cos e1 + sin e2
2
2

= cos e1 sin e2
2
2

12.4. Stati puri e rappresentazioni irriducibili

473

( `e langolo fra e ) si trova S(M2 (C)), dunque


|(x i )(B)| = max |(x i )(B)|

sup
BSL2 (C)

cio`e esiste B1 M2 (C) tale che


( )(B1 ) = || ||

()

Ma allora B1 pure soddisfa la () ( `e un funzionale hermitiano) e quindi


anche 12 (B1 + B1 ) la soddisfa.
In altri termini, possiamo supporre che B1 sia autoaggiunto; ora se
J(a1 e1 + a2 e2 ) := a1 e1 + a2 e2
allora
J =

J =

e quindi anche JBJ soddisfa la (). Consideriamo allora 12 (B1 +JB1 J) e notiamo
che

1 0
1 0
=
=
e
0 1
0 1

1 0
allora4
Dunque, se 3 =
0 1
(3 B1 3 ) = (B1 )
(3 B1 3 ) = (B1 )
sicche
( )(3 B1 3 ) = || ||
e la matrice

1
A := (B1 3 B1 3 )
2
`e reale (A = A), autoaggiunta di norma 1 e tale che
( )(A) = || ||
Notiamo inoltre che A3 + 3 A = 0.
Ma esiste ununica matrice siffatta in M2 (C), vale a dire

1 0
A=
0 1
dunque (x i )(A) fornisce la tesi.
qed
4

Si tratta di una notazione dovuta a Pauli.

474

12.5

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Rappresentazioni di operatori compatti

Come esempio notevole consideriamo lalgebra K(H) degli operatori compatti


su uno spazio di Hilbert separabile H (di dimensione infinita, altrimenti K(H) =
B(H)).
K `e una C*-algebra priva di elemento identit`
a : possiamo tuttavia aggiungere
a K una unit`a I ottenendo K CI.
12.5.1 Teorema I soli ideali bilateri chiusi in norma della C*-algebra B(H)
sono: (0), B(H) e K(H).
Dimostrazione: Supponiamo che esista un ideale bilatero chiuso J tale che
K ( J ( B(H)
J `e uno *-ideale (per la decomposizione polare: T = |T |V , sicche V T V =
|T |V = T ), quindi se T J anche T T J.
Ora consideriamo T J \ K; per definizione T non `e compatto, quindi non lo
`e neanche T T (altrimenti lo sarebbe |T | e pertanto anche V |T | = T ), dunque
E = [,||T ||2 ] (T T ) non pu`o avere rango finito, sicche
||T T (I E )||
da cui segue che T T `e limite di operatori di rango finito e quindi `e compatto.
Deve perci`o esistere un > 0 tale che E non abbia rango finito, sebbene E J,
dato che, considerando la funzione
(
0
se <
f () :=
1

se
per il calcolo funzionale boreliano f (T T )T T J, essendo T T J e J un ideale.
Ma se esiste un tale allora pure esiste una isometria da H sullimmagine di
E (per separabilit`a di H) in modo che
E = V V

E V = V

ove V V = I e quindi V V = (E V ) E V = V E V , ovvero E J, da cui segue


I J e, per linearit`a e continuit`a di V : J = B(H).
Ora supponiamo che esista un ideale J tale che
(0) ) J ) K

475

12.5. Rappresentazioni di operatori compatti

Allora J deve contenere un idempotente autoaggiunto E (non zero) contenuto in J (per lo stesso argomento del caso precedente). Ma allora per ogni F
idempotente di rango 1 contenuto in E si ha F E = F i.e. F J.
Quindi J contiene un proiettore di rango 1, il che implica che in realt`a li
contiene tutti: se C = F (H) allora, per ogni H considerando loperatore
T := si ha T F T = EC .
Ma gli operatori di rango finito sono densi in quelli compatti e quindi, dato
che lideale `e chiuso, deve aversi J = K.
qed
12.5.2 Corollario Lalgebra A := B(H)/K `e semplice.
Chiamiamo algebra di Calkin lalgebra B(H)/K; inoltre introduciamo la notazione
|ih|
per loperatore T := nella dimostrazione precedente.
12.5.3 Teorema Se `e una rappresentazione non degenere di K allora
M
=

ove le sono rappresentazioni equivalenti alla rappresentazione identica 0 (A) =


A.
Dimostrazione: Se T K \ 0 allora (T ) 6= 0 (perche il nucleo di `e un ideale
bilatero chiuso in norma) e consideriamo un E K idempotente autoaggiunto di
rango 1 (dim EH = 1), per cui
E = ECx0 = |x0 ihx0 |
con ||x0 || = 1, e, per ogni T :
ET E = (x0 , T x0 )E
cio`e Ex = (x0 , x)x0 . Ma F := (E) 6= 0 `e un idempotente autoaggiunto (lo `e E)
tale che F H `e ciclico per : infatti, se cos` non fosse, il sottospazio

(K)F (H )
sarebbe stabile e quindi = |(K)F (H

(E)0 = (E)|(K)F (H

6= 0 diverrebbe degenere:

= F |(K)F (H

=0

476

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Quindi F H `e ciclico.
Questo implica la tesi. Infatti
(ET E) = (E)(T )(E)
||
||
0 (T )F =
F (T )F
ove 0 (T ) := (x0 , T x0 ). Se (e )A `e una base ortonormale di F H allora (si noti
che e = F e e F = F ):
(e , (T )e ) =(e , F (T )F e ) = 0 (T )(e , F e )
=0 (T )(e , e ) = 0 (T )
cio`e (T )H (T )H se 6= , che implica (K)H (K)H . Ne segue che,
per M := (K)e si trova 6= M M e
M
M = H
A

(per ciclicit`a di F H ) ove (e , (T )e ) = 0 (T ), e dunque |M


= 0 .
qed
Sia ora
b la rappresentazione universale dellalgebra degli operatori compatti
K: sappiamo che
M

b=
0
A

Ci chiediamo come sia fatta lalgebra di von Neumann inviluppante, notando


immediatamente che, per la decomposizione precedente,
(K)00 = (K00 ) = (B(H))
(questo vale anche nel caso di una somma pi`
u che numerabile). Ma sappiamo
anche che
K = {fx,y
b} = M = M0
dato che la f 7 f |K `e una isometria di spazi di Banach, e quindi
K = M = B(H)
Conclusione: lalgebra inviluppante di von Neumann di K `e proprio B(H).
12.5.4 Teorema Se H `e uno spazio di Hilbert separabile e `e una rappresentazione di B(H) allora
= 1 2
ove 1 `e una rappresentazione singolare (i.e. 1 (K) = 0) e 2 = A 0 .

12.5. Rappresentazioni di operatori compatti

477

Dimostrazione: Consideriamo la decomposizione ortogonale


H=N M
ove (K)N = 0 e (K)(M ) = M = (K)H .
Questa decomposizione `e stabile rispetto alle rappresentazioni di B(H), dato
che, se K K e x M :
(A)(K)x = (AK)x M
((AK) K C B(H)). Dunque M `e stabile e quindi anche N = M lo `e; quindi
= 1 2
ove, per definizione, 1 |K = 0 ed esiste un unitario U (A 0 , 2 ).
Infatti AK K per ogni A B(H), sicche
U 2 (AK) =U 2 (A)2 (K) = (0 ) (A) (0 ) (K)U
= (0 ) (A)U 2 (K)
cio`e (U 2 (A)
e(A))U = 0.
qed
12.5.5 Esempio Consideriamo lo spazio di Hilbert L2 [0, 1] (con la misura di
Lebesgue) e loperatore di moltiplicazione:
(T f )(s) := sf
Allora se A := C hT, Ii = C[0, 1] alla mappa
s 7 s (f (T )) = f (s)
corrisponde uno stato puro (teorema di Segal) di B(H) tale che
|A = s
Dunque `e irriducibile, se
(T ) = s
12.5.6 Definizione Se A `e una C*-algebra, uno *-isomorfismo suriettivo di
A in se si dice isomorfismo di A; linsieme degli automorfismi di A si denota
Aut(A).

478

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Ovviamente Aut(A) `e un gruppo rispetto alla composizione; si tratta inoltre


di un gruppo topologico5 : se A A e Aut(A) si ha per definizione
||(A)|| = ||A||
quindi su Aut(A) resta indotta la topologia uniforme (cio`e della norma) rispetto
alla quale il prodotto `e per definizione continuo.
Notiamo che, ovviamente, se dim A < allora Aut(A) `e un gruppo di Lie
di matrici6 .
Vogliamo ora determinare Aut(B(H))
12.5.7 Lemma Una C*-algebra con identit`
a I `e la chiusura dello spazio dei suoi
elementi unitari.
Dimostrazione: Osserviamo che per ogni A A:
A = A1 + iA2
e quindi possiamo limitarci agli autoaggiunti con norma 1; ma se A A `e un
tale elemento allora, per

U := A + i I A2
si trova U U = U U = I e

1
A = (U + U )
2

Quindi gli unitari generano A.


qed
12.5.8 Teorema Aut(B(H)) = U(H)/T.
Dimostrazione: Sia Aut(B(H)); allora la mappa A 7 (A) definisce una
rappresentazione di B(H) irriducibile che `e diversa da zero su K, e quindi, per il
teorema precedente, esiste U U(H) tale che (A) = U AU 1 .
Abbiamo quindi che gli unici automorfismi di B(H) sono quelli interni, ovvero
quelli della forma
A 7 U AU 1
ove U U(H). Ma U e U 0 inducono lo stesso automorfismo se e solo se esiste un
z C con |z| = 1 tale che U 0 = zU ; quindi la tesi.
qed
5
6

Nel capitolo ?? discuteremo questo importante concetto.


cfr. i capitoli ?? e ??.

12.5. Rappresentazioni di operatori compatti

479

12.5.9 Definizione Una funzione : A A che sia moltiplicativa ((AB) =


(A)(B)), biunivoca e *-antilineare si dice antiautomorfismo di A.
12.5.10 Esempio In B(H), considerando una base ortonormale (en ) di H, la
mappa
X
X
J
ci ei
ci ei :=
i

definisce una mappa antilineare di H in se; di pi`


u, dato che J 2 = I, si dice
antiunitario. Allora la mappa
A 7 JAJ 1
`e un elemento antiunitario in B(H). Inoltre
A 7 J(A)J 1
`e un automorfismo, dato che
J(A)J 1 = U AU 1
e quindi

(A) = JU A(JU )1

Cio`e, ogni antiautomorfismo `e indotto da un operatore antiunitario.


12.5.11 Teorema Sia V B(H); allora sono equivalenti le
V `e una isometria parziale.
V V `e idempotente.
V `e una isometria parziale.
Dimostrazione: (1) equivale a dire che loperatore V |(ker V ) `e isometrico;
considerando allora M := (ker V ) e x M si ha ||V x||2 = ||x||2 cio`e, (per
polarizzazione),
x, y M (V x, V y) = (x, y)
il che significa che y V V y M = ker V . Ma allora per ogni x ker V :
(x, y V V y) = 0
dunque y V V yM, M , ovvero y V V y = 0.

480

Capitolo 12. Teoria delle rappresentazioni

Se y M allora 0 = V V y, sicche V V `e la proiezione ortogonale su M ,


quindi idempotente. Questo dimostra che (1) implica (2).
Viceversa, se (V V )2 = V V allora per x V V K = M con V V x = x si ha
(x, V V x) = ||x||, i.e. (2) implica (1).
Infine (1) implica (3): infatti basta far vedere che V V `e idempotente. Ma
(V V )2 = V (V V )V = V EM V = V V
(dato che V EM x = V x = V Ex + V (I E)x, e quindi V E = V ).
qed

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