Goog e P a - ~' oz
fllCO/H!rlina
pagincdclquadcrnodicscrcizidiAnalisidimiopadrc
matricolaalPolitcrnicodiMilanoncll943
ISBN 978-88·74M8482·7
P•imaedi:ion.r.Gcnna io2012
Rislompa: Scm:mb~ 20 12. Scncmbrc 2013
Respon$obòlr1HV<iu:i<ml':AlcssandroParro!i
Redo: ione: GabOclla Gatti. G iancada Panij:.>li, C~rlou a Lrnzi
Slmnp" e co1ife=ione: L.E.G.O spa. Stabilimcn10 di Luis (TN) Ai miei studenti
FOIO<:<)piep..-11 90~ .... _.PQMOnO ..~ ettet1u&.. rwoi- cl<ll lS'l\. diciascun ,.(llurn$I
falO<:do diperiodicodielr<>-- al•SIAE<je1compenso~dal"art.!;8,c:onrna'deMa'-we
Lerip<Oduzi<ri..iu90dille<enleda<l\ltlo_..,......potramo • w -. -un........,,di~non
~eal15111. delp<asente...,.,,_ , tolo•MQlModi~autoriullOOnelilasciatada A!DRO, 'lill
-Erbe,n.2, 20121M;ln>, Te!elax02.eG.9Mll!, e-.,..;f: aodtoQd.•
Eil~~éA~I
40131 Bol<>111.1-ViaU . Tcrncini30-Tc l.051 -63 .40. 113·fax05l·63.4l.B6
.,.,..,..,tdlrrl ct-ti.c 11 la pio.l1
Prefazione
Questo testo raccoglie eserc izi adatt i a corsi di Analisi Matematica 2 per la laurea
in Ingegneria o affini. Si 1ratta perlopiù di esercizi che ho utilizzato per i tem i
d'esame di questi corsi negli ultimi dieci anni al Poli tecn ico di Milano.
L'impostazioneseguita t que lla dell ibrod itesto:
Bnama n1l-Paga ni-Salsa: Ana lisi Mate ma tica 2. Za nichelli, 2009, ne l
seguito indicatocon [B PS2J.Si fanlriferimentota lvollaanchealtesto
Bramaoti· Pagani·Salsa: Anall' I Malt matica I. Za nichelli, 2008, indicato
con !BPSI], come pure a ll'eserciziario
Bra ma nli: Ese rtil a:r.ioni di A111.li! i Ma te matica I. P rogetlo Leo na rdo,
2011 ,lndicaioconjBI ].
Come in [B I], gli esercizi sono raggruppati per argomenti, secondo capitoli che
seguonola stessasca nsionedel librod itesto;ogn i capitoloèsuddi visoinparagrafi
(numerati) e sezioni (contrassegnate da lettere). Le soluzioni degli esercizi sono
riportatea!lafinedi ciasc unparagrafo.
Degli esercizi contrassegnat i con* è fornito lo svolgimento completo; di tutti
gli ahri sonofomi telesoluzion i (espessoanchcqualcosadipiù),inmodochelo
studentepossasemprecontrollarelacorrenezzade lpropriooperato.
Rispetto al mio precedente "Esercizi di calcolo infinitesimal e e algebra
lineare" (Proge ttoLeonardo,2005),questo testosidifTerenzia,o hrecheperil
maggior numero di eserc izi, perii taglio, che vuoleesseresimileaquellodi un
percorso di esercitazioni in aula. Ogni argomento importante è introdottoeon un
gruppodiesempisvoltidetlagliatamenteecommentatieonosservazionididattiche,
ehe precedono gli esercizi proposti. A vohe queste pani introdutti ve asswnono
l'aspetto di vere e proprie (brevi) lezioni su un argomento, come nel caso dei
riehiamisull'usodell'esponenzialecomplessoo dell a rappresentazione di insiemi
del piano definiti da sis1emidi eq uv.ioni odiscq uazioni, argomentieheperloro
naturasiprestanoadesseresviluppatinelleesercitazioni.
Tutto ciò dovrebbe servire di guida e orientamento per lo studen te, in
partieolareperehi,esonosempretanti,nonhaseguitolelezionieleesercitazioni,
o non le ha seguite studiando eostantemen!e, e si trova cosi ad affrontare la
preparazione dell'esame un po' da autodidatta. Certamente lo studio del libro di
testo dev'essere il punto di partenza della preparazione dell'esame, anche della
provascriua. Perciò inquesto eserciziariosipresupponeche, nel momento in cui
lostudenteaffrontaun eenocapitolo,abbiagiàstudi atoilcapitoloeorrispondente
sul libro di testo. com pres i gli esempi svo lti, ed abbia già provato a svolgere
almeno parte degli esercizi lì riportati. Ilpercorsodiesereitazioniquiprcsen1ato
dovrebbe essere un utile supporto e consol idamento per chi ha seguito bene il
C01>0caiutare 1uttiglialtriarecuperareciòchcsisonopcrsinonfrcquentarKlo
anivamente.
Sommario
Un discorso a pane meritano gl i esempi cd esercizi raccolti in paragrafi di
"applicnioni fi siche", presenti in vari capitoli. Rispetto al corso di Anal isi I, il Tts t di 1u1ovalu1azione sui pre re<i uisili pe r il corso d i a nalisi m alematka 2 . I
programma di Analisi 2 è molto più ricco di argoment i aventi un importante Soluiioniesercizisuiprt!requisiti.... . ........... 4
significatofisicoequesto,soprattutoseilcorsoèrivol!oastudentidiingegnerla,è
un elemento che io ritengo qualificante per il corso stesso. CrNochcsvil uppare Ca p. l . Equ1:tionidifferenzia li ............................................................................. ?
esercizi ed esempi di questo tipo sia importante per lo studente, per diverse l.l. Equazionidelprim'ordine ...................................................................... 7
ragioni: acquisire la comprensione del significato fisico dei concetti matematici, I.I.A. Equazioni lineari oavariabilise parabili ........................ 7
CSSC!'t' più motivati nello studio della matematica, ma sopraltutto coglicrt! il nesso l.l.B. Applicazioni.... .. ... 24
tra matematica e fisica, vedere all'opera la potcni.adclla dedw:ionc matematica Soluzioni §\.!... ..................................................................... 3 1
linaliu.ataalladescrizione,spiegazioneeprevisionedeifenomenifisici. 1.2. Equazionilinearidelseeond'ordine .S9
Perciòho inserito inquesto testoconunacertaampieu.aese mpiedesercizid i 1.2.A. Richiamisull'esponenzialecomplcsso.... ..S9
questotipo,sviluppatiindettaglio,bensapendochesoloinpartequestisaranno l.2.B. Equazioniomogenccacoefficicnticostami ........................... 63
funzionaliallapreparazionedclt'esamedianalisi2,manonvolendorinunciaread l.2.C. Equazioninonomogence.Mctododisomiglianza .................. 67
offr ire allo studentela possibili tàdiallargarel'orizzonteinq uestosenso. l.2. D. EquazionidiEulero.... ............................. ................... 83
l.2.E. Applicazioni fisiche ......................................... ....................... 88
Ringraziocolleghi cs1udenticheconi lorocommentisulleprccedenti ediziooi Soluzioni§l. 2. . .... ...................................................... 106
mi hanno aiutato a migliorare il materiale confluito in queslo testo. Sono sempre
graditicornmentiosegnalazionidierrori,all'indirizzo Cap. 2. Calcolo inlinitu im alc pe r le cun·e..................................................... IJ J
2.1. Caleolodiffere nzialcvettorlale.Curvecontinuc,regolari .................. 133
ma rco.bramanti@polimi.it Soluzioni§2.1... . ............................................... 143
2.2. L.unghezza diunarcod i curvac intcgralidilineadiprimaspeeic ..... 153
Scgnaloinfinecheallapaginawcb: Soluzioni§2.2 ................................................................................... 170
2.3. Applicazioni fisiche.... ....... 192
htm·l/www! mate.ooljmj it/-bramantj/tcstjksçrcj!azjonj.h!rn
Ca p.3.Calcolo dirrerenzialepe rfun :r..io nlrea li dlpi ùva ri a bl li .. . ............ 201
potràesscrel't'sodisponibileulteriorematcrialeriguardantequestolibro 3.l. Graficieinsiemiditivello.... ...................... 201
Soluzioni §3.1... . ................................................ 204
M. B. 3.2 Limiticcontinuitiperfunzionidipiùvariabili ............................ ... 211
Soluzioni§J.2.... . ...................................................... 223
Milano,gennaio2012 3.3. Topo logiaeproprietàdelle funzionicontinue .......................... 229
3.3.A. lnsicmidelpianodelinitidaequazioniodisequazioni ............ 229
3.3.B. Topologia ................................................................................ 235
Soluziooi§3.3.. .......................................................................... 24J
3.4. Derivatcparzialiedifferenziabili1à ................................... ........... 264
3.4.A.Calcolodiderivatepar.tiali, pìano 1ange ntc ............................. 264
3.4.13.Derivabitità,differen:tiabilità,derivatedire:zional i.... .......269
3.4.C. Derivuione di funzioni composte ............................................. 28S
.~ . -•o
6.1.B.Campitonservativiepotenziali ............................................. 514
6.1.C.Esercb:i varisulavoro diuneampo,
campiconservativiepotenzial i ......................................... 518
Sol uzioni §6.l .................................................................. ..................... S22
6.2. An:aeintegralidisuperficie. ... . ............................... 539
6.2.A. Applicazionigeometrico.fisiche
dcgliintegra!idi superlìcie .................................................... 541
6.2.B. Eserc izi vari ....!./. ...................................................................... 544
Soluzioni§6.2 ........................................................................ ............. S47
6.3. Flusso diuncampovettorialeattraversounasuperficie .................. .. 555
Ca p. 4.Calco lodirfere nziale pt r fun:donidipiù variabili Soluzioni§6.3.... .. ................................................... 564
ava lori ve ltoriali.... ........ 391 6.4 TeoremidiGauss,Green,Stokes... .. ................. 570
Superficire8olariparametrizzate .................................................. 392 6.4.A. Calcolodifferenzialeconglioperatoridivergenza ero!Ore .. 570
4.l.A. Superficiinformaparametrica.... . ........... 392 6.4.B. Fonnuled iGauss-Green nel piano ............. ......... ..... 577
4.l.B. Superfici in forma cartesiana.... .. .... 394 6.4.C. Teon:midelladi vergenzaedelrotore ....................... 578
4.l.C. Superlì ci di rotazione.... . ........................................ .395 6.4. D. Applicazionifisichedeiteoremi diGausse Stokes .............. 584
Soluzioni§4.l... .. .............. 399 6.4.E. Applicazioni matematiche de l 1eorema di Gauss................. .596
4.2 Trnsformazionirego laridicoordi nate .......................................... 40S 6.4. F. DimostraiionedelteoremadiStokes in lR 3 ewnseguen:te . . 599
4.2.A. Trnsfonnazionidi coordi nate edioperntoridiffcrenzìa li ..... 405 Soluzioni §6.4 ........................... ......... .................................. 608
4.2.B. Applicazionialleequazioniaderivatepar.:iali ................. ..408
Soluzioni §4.2..... .. ............... 414 Cap.7.~ rie di po ltnuett rie diFourie r ... ................................................... 629
7.l. Seried ifu nzioni econvergenzatotale ........ ....... ............................629
Ca p.5.Calcolo integra le pe rfun zionidi piùva ria bili.................................. .425 Soluzioni §7.l .............................................................................. 633
S.l. lntegralidoppi ...................................................................................425 7.2. Seriedipoten:te ........................................................................... 635
5.1.A. Rappnlsentazioncanaliticadiinsic midelpiano .................. 425 Soluzioni§J.2 ...................................................................................... 637
5.1.B. Te<:nichedibaseccalcolodiintegra lidoppi 7.3. Scrietri gonometriche eseriediFourier ........................................ 640
come integrali iterati.. . .. ........................................ 431 7.3.A. Polinomitrigonomctrici ...................................................... 640
5. 1.C. Calcolo di integrali doppi con cambi di variabili .................. 436 7.3. B. Periodizzazionc, regolaritàdifunzioniperiodizzate ............. 642
5.l.O. Applicazionigeometrico..fisichcdegliintegralidoppi 7.3.C. Serie di Fouricr:convergenzapuntuale
edcsercizì vari .......................................................... 440 crapiditàdiconvergenzaazerodcicoefficicnti ............... 644
Solw:ioni §5.l ..................................................................................... .451 7.3. D. FonnaesponcnzialccomplessadellcseriediFourier ......... 653
5.2 lntegra litripl i. ................................................................................. 470 7.3. E. Serictrigonometriche .........................................................654
5.2.A. Rappresen tazioneanalitica di insiemidell ospazio ............. 470 7.3.F. Applicazionifisichedellcserie di Fouricr ........................656
S.2.B. Tecnichedibaseperintegralitripli. Soluzioni§7.J...... . ............... 664
[ntegnu;ione "perfili"o"perstrati". Cambidivariabilc ...... 475
5.2.B. App licazion i geometrico..fisichedegliimegrali tripli ...... 481
Soluzion i §5.2...... .. ...................................... 488
Test di Autovalutazione
Avn rtenza importa ntes ulle notazi uni
sui prerequisiti per il Corso di Analisi Matematica 2
Perche questo tesi? f "prereq11isili per Analisi 2" non do1·rehbuo coi1icidere
lnquestoeserciziariousiamo sistematicamenteperive11orilaseri11ura semplicemente con il corso di Analisi I? Di/alli è cosi. Ma purtroppo succede non
l!(sottoli neato)inve«della scri nurav(grasseuo)cheèusatanellibroditesto
di rado che uno studeme affromi il corso di Analisi 1 a•·endo s11pera10 l'esame di
[BPS2](einmohialtritesti) Analisi I mo/10 ttn•po addietro, o m'l:11dolo superalo in modo no11 proprio
La maiuscola sottolineata, come in E, indica un campo vettoriale o una funzione brilfm1/e,ono11avendo/oancoras1<peroto ...
vettorialedipiùvariabili; lamatriceJacobìanadiunafunzione i diquestotipoè PuO essere utile allora puntualizwre esplicifameme, a q11es10 puma, quali
indicataleonQ.I.
Jono i contenuli di Analifi J o di matematica elementare che wranno
maggionnente coinvolti 2 nello studio di Analisi}_
li motivo dell'uso del sonolineato in\"eee del grassetto è: si \"uole usare una Lo s1uden1e che incontrasse difficol1à nello s volgi memo degli esercizi proposi i
serinura che lo studente possa effct1immen1e imitare qum1do scri1-e Ha manoH, cosl in questo test è i11vi1a10 a rivedere a fondo gli argomenti corrispomkmi, in modo
chelostudiodiquestoeserciziarioaiuti adapprenderedellebuoneabitudini do ojfronlare il corso munito degli strumenti ma/ematici di base adeguati.
notazionali. Non si sottovaluti l'importanza di questo aspetto. Ritengo che nello
studio del corso di Analisi Matematica 2 l'utiliZ?.O sistematico, da parte dello A. Calcolo di deri vate (senoirà nel calcolo di derfrate parziali).
s!udente, dinotazionipreciseecoerenti,inparticolareperquelcheriguardala
distinzione tra scalari e venori, sia assolu1ame111efandamen1ale per acquistare I. Calcolartladerivatadelleseguentifunzio11i·
consapevolezzacriticadeiconcenicoinvolti
/ (x) =e-'z
f 11(1d!11)
1 C-0n çiò naiuralmeme non si vuole afferman: elle tulle quanro mm complll'e in qucs10
1Quandovogliamoindic""'l.ama1rie(:Jacobianadiunafunrionearninooèsuuodato 1cst siaimuilc!
un~,laindichertm0conJ.
PrerequlsitiperAnalisi2 PrerequisrtiperAnalisi2
C. Calcolo di integrali ddiniti (serviranno 11el calcolo di: in/egra/i di li11eo, F. Mattmatiu tltmenlare
lavoro tli un campo wmoriale, integrali doppi e lripli, i111egrali di superficie). 8. Risoluzione di 1islt mi di equa:doni a lgebric he (no n lineari) (sen·iril
nello ricerco dei punti crilici di unafimzione di d11e variabili).
1~ (R •sin3'f' + .Wcos\osln3'f') d'f' Determinare tmte le soluzioni del seguente sistema. Quanti punti d<:J piano
rappresentano tali so luzioni?
u(z '+ 2z -3)=0
{ 'f+zl- Jz+ 2y =O
D. Gn. lid di fonzioni (servonc, ad esempio, a rappresentare le solu:ioni di (ossia: non basta ~vedere a occhio" qualche soluzione: occorre procedere
equa:ionidifferen:iofi). sìstematicamenteinmododaesserecertidi averletrovate1u11e)
z= 2(2i- I )1 -{2i- l ) - J
b. Riscri\'ere in forma algebrica il numero complesso
: - e-l+2i
/(:r)=~.~21
~
~
I I I
'""2c2;-1>'-c2;-1J-1 .. 2 ( - r.-4•J-2; - ~""
Prerequ isiti perAnalisi2
( --3+,-
3/i
, ,) ' (-3-3/i
- ,-,o) ' ( 1,6') ' (-J,-2') . a. Si tratla di un'equa.ione a •'llriabili Jeparabili, oss ia un'equazione
(0,0),
differenzial e delprim'ordinescritt.ane!lafonna:
y'(z) =a(x)b( y ).
Nel nostro caso è
a(x ) - x;b(y) • (l-y)(2 - y) .
Per prima cosa isoliamo le soluzioni costanti, che sì ouengono risolvendo
l'equazioneb(y)=O. Perciò:
e:iz-2<>ez- l =0 (con<1paramc110realellssalo)
y = l;y=2.
ez = <>±.,rar+l Cerc hiamo ora leal tre so luz ioni (noncosta n1i)dividendope rb (11)(chesi può
sololaso luzionecol~gno+è acccuab il e,pcreMposil iva;d unquc· ora supporre non iden1icame111e nullo) e passando agli integrali indcfini1i• :
/ [_I_ __I_]'•"~2 +,
1 - y 2-y
2-y
Jog -
1-y
l=-+e
..2 y(::i:) = ce!-2 (I)
1 ceT-1
(atten:done a non dimenticare il valore assoluionell'argornentode l logaritmo) e clteassegna, al variare di e E~. 1'ìn1egra/ege11era/e dell'cquazionedifferenzia le.
quilldiconpassaggidiroulinesiotticne:
Jbr~:~) J dz - o(z)d:r
con ci =e'.pcrçiò c1 >0. 0raiogliendoilmoduloabbiamo
Ricordiamo che oltre alle soluzioni contenute in questa fonnula esistono le due Questoèpert.antol'inlerva//om(J.Jsima/esucuièdefinitalasoluzionedelproblema
soluzionicostanti 1rovaleall'iniziodelprocedimen1ol,y = ley = 2. diCauchy.
Il mOl:ivo per cui si chiede che la solu:i:ione di un problema di Cauchysia
Il. Sì çhiede ora di risolvere un problema di Cauchy relativo a questa stessa definitasuunintervallo sicapiscebenepensandoal significatofisico: lavariabile
equazionediffercnziale,ossiaselezionare, tralesoluzionidell'equazione, quella xrapprescntailtempochescorre;lasoluzione y (x) rapprescnlal'evoluzionediun
che soddisfa la condizione iniziale y{O) = 3. Poiché il valore 3 è diverso dai due sistema fisico, detenn inata da una certa legge(equazionedifferenziale) e da una
valori(le2)çhecostituisconolesotuzionicostanti,ccrchercmoquesi.asoluzione certacondizioneiniziale.Se, partendodall'isi.anteiniziale e procedendoinavami
tra quelle assegnate dalla formula dell'integrale generale. Calcolando dalla (I) il oppure a ritroso nel tempo, troviamo che a un certo istante il sistema cessa d i
valore y(O) e imponendo che s ia uguale a 3 ricaveremo il va lore di e: esistere, nonhascnsoch iedersicosasuccedeol1re quell'istante. Dalpun1odivis1.a
matematico, ÌJl(lltrc,scaccenassimosoluzionidefinitesu intervalli disgiunti non
y(O) = : =~ = 3; perciò e= ~ ; potremmo più aspettarci l'11nici1à della soluzione, in quanto rami diversi dell a
funzione y(x) definiti su intervalli disgiunti non si raccordano in alcun modo,
Quindi lasoluzionedelproblemndiCa uchy è perciòlacond izioneinii:iale v(x 0 ) = 11o nondetenninaivaloridcllafunzionesugli
intervalli non contenenti l'istantein iziale xo.
y(x )= e~ - 4. (2)
SinOl i,infi ne,chel'interva llosueuila soluzionedelproblcmaèdefinitanon
sis.arebbepotutopre••ederescm plicemente osscrvandol'equazionediffercnziale:in
eT- 2
quest'esempio,
La soluzione è defi ni1a sul più ampia intervallo contenetite O in cui il
denominatore non si an nulla. Poiché V = ( l -v)( 2 - y )x
il secondo membro dell'equPzione soddisfa le ipotesi del teorema di esistenu e
unicità di soluzione del problema di Cauehyl per ogni x e ogni y . Tuttavia la
so luzioneèdefinii.a soloinun in!ervallolimii.atoo, comes i usadire, "in piccolo"
itpiùampioin tervallocontenentcOcherispettaquestecondizioniè: Qucstofenomenoètipiçodellecquazioni11onlineori. Perle equazioni lineari la
situazioneèinvecepiùprevedibile: scl'equazionesoddis faleopportuneipo!esi in
(- ,/2i082, J2iOg2) . uncertointervallo(chepotrebbeançheesseretuuo R.), la soluzione del problema
saràdefinitaintunoquell'intervallo(esistenza "ingrande")
Questoèdunqucl'intervallomassimalcsucui~definitalasoluzionc.
J Per la verità, come già osservato, v • 2 si oni~ne 1V1Che dal1a formula dell'integnile
generale, per ç ; Q; !'almi però non si ottiene per un va lore di e, va pcrdò riportala
esplicitamente. ~ v. I BPS2], cap. l,§ 2.2,Teomna1.I
.~ . -•o
Cap.1.Equazionidifferenziali Par.1.1. Equazioni del primo ordine
Sitrattadiun'equazione/ine11rede/prim'ordine,ossiadeltipo
y'+ a(z)y=/(x).
y(O)=c-~=l;c=~;
(Notiamo esplicitamente che, invece, quest'equazione non è anche a variabili perciòlasoluzioocdelproblemadiùucbyè:
separabili). Seguendo il metodo illustrato nel testo~, poniamo
a(.:i: ) • - 2x
Si osservi che y{r) è definita in tutto R, coerentemente al fatto che le funzioni
A(r) = Jo(r)dr = J-2zdr = -z 1
;
a(z),/(z) nell'equazione di panenza sooo funzioni continue su lutto R. Per le
equazioni lineari, infatti, vale un teorema di esistenza e uniciul in grw1de per il
problemadi Cauch.y1.Siconfronticonquantoaccadeperleequazioni(nonlineari}
(ricord ianm che la funzione A{:z:) viene scelta come ima primitiva di a{:z:), quindi
avariabiliscparabili(v.Osscrvnzionel.I)
non c'èbisognodiaggiungere lacostaotediintegrazione).Quindi
..
lv.{B PS2), up.l,§2.3
6Anchequinonc'tbisognodiaggiungcrelacostan!ediinteyaziooe,percMcompare
giàncllafonnularisolutiva. 1v.(BPS2],eap.l,f2.), Teorema I.)
,,_,, __
Cap. 1. Equazioni differenzia li Par. 1.1. Equazioni del primo ordine 15
Esercizi
i/ =rv=t ·log:i:
(b) { y( I) = l
I.I.*
a. Oetenninaretutlt lesoluzionidell'"'!uazione diffettnziate
{ i/=~·arctan ~
"' v(O)= I
b. RisolvereilprobkrnadiCauch y:
(à) { yy'=~·y+e
(1)= 2
-%
(<)
f >'~i.=; + iogl•-•I precisandoilp iùampioin tervallosucui èdefinitalasoluzion c.
ly(2): I
1.2.*
a. S<.:riven:l'ime1P"3legeneralc dcll'"'!uazionc
a. Scriverel'in1egralegeneraledell'"'!uazionc
11'+ 3y =2:r;.
16 Cap.1. Equazionidifferenziali Par. 1.1. Equazionidelprimoordine
epm:isareilpiùampiointervalloincuilasoluzioneèdefinita.
I.I O.* Risoh·ere il proble mn di Cauc hy·
1.6.* .,
a. Scriverel'integralegenera lede ll 'equazione
'!/ +2xy=xsin(x 2).
{ !f+~=3x
x2- J
11(0)=3,
pm:isando l'intervallopiùampios u cui la so luzioneèdcfinila
b RisolvcreilproblemadiCauchy:
V + 2.ty=xsin(x 2 ) I.li.*
{ 11(0) - ~ - a Detenninare nme le soluzioni dell'equazione differenziale:
y'=xe- z(y-1)2.
1.7.* Siconsideril'equazionedifferenziale:
b. Risolvere quind iil prob!emadiCauchy:
!/:o 2y ;y2.
Dctcnninaretutte lesolu:iionidell'equazione
b. Ri solvere il problema di Cauchy per l'equazione precedeme con la e precisarei lpiùampio intervallo incuila soluzione è definita.
condizioncinizialey(- 1) =2.
c. Pre<:isarequalèil piùampioi nterval losucu i la soluzione del problema di
Cauchy~ definirn. Scrivere l'integrale generale dell'equazione
Siconsiderircquazionedifferenziale:
'
11 = 2z+l
,, a. Detenninare rune le soluzioni dell'equazione.
h. Risolvere il problema di Ca uchy per l'cquaziooe precedente con la
condizioneinizialey (O} =I.
Detenninaretunelesoluzionidell'equazione. c. Precisarcqual è ilpiùampiointervallosucuìlasoluzionedelproblemadi
Risol\'erc il problema di Cauchy per l'equazione precedente con la Cauchy~definita
condizioneinizialey(O) = I .
c. Prccisarcqualèilpiùampiointervallosucuìlasoluzione delproblemadi 1.20.* Per ciasc unadelle seguentiequazionidiffercnzialide l prim'ordine,dirc
Cauchyèdefinita seèlineare,se èavariabilìsc:parabili,se è entrambele cose,onessunadelledue
(non sichiede dirisolverle):
1.16. (a) z y!f = I
a. Scrivercl'intcgralegcneraledcll'cquazione (b) !/ •z yi +xi y
(e) !/ . 3e+r-~'
y'+ I ~yz1 = l -z2.
(d) y' =e" y + ~
(e) !/=3e"'
b. RisolvereilproblemadiCauchy:
{ y'y(O)=l
+~= J -zl 1.2 1.* Per ciascuno dei seguenti problemi di Cauchy, dire se si può atTennare
chelasoluzioneesisteedèunica,se sipuòatTennaresolocheesiste,osenon s i
puòaffennare nulla; nei primi due casi, cosa si puòdirc sull'intervallosucui la
precisandoìlpiiiampiointervallosucuièdefinitalasoluzionedelproblema.
.~ . -•o
Cap. 1. Equazioni differenzia~ Par. 1.1. Equazioni detprimoordine
(o) (''~'''=
11{0) = I
y'+~=e-r.
b. Risol~re il problema di Cauchy per l'equazione precederne con la
{zJ/=y logl11l·logx condizione y{l) =0, e pm:isare il più ampio inteivallo in cui la soluzione è
(b)
11{2) =0 definita.
r;. Risponderealledomande: Dire per quali valori di zo, Yo si può affermare che il .segueme problema di
Qualèilpiùampiointervallosucuilafunzionetrovalaalpumopruedentcè Cauchyhacer1amen1e utia e uiwwlaso/uzione:
soluzionedelproblernadiCauchy?
La soluzione è lirnitatasulsuointervallodideli nizione?
1.30.Siconsideril'equazionedifferenziale:
Y= 1:l. l .JS.
Determinaretune lesoluzionidell'equazio11e.
Ri so lvere il problema di Cauc hy per l'equazione precedente con la
condizioneiniziale y( l ) =Oe precis.areilpiùarnpioimerva lloincuila w luzionc
è definita i.36.
l ..l l.
Risol>'ere ilproblemadiCauch y: yJ/= e VZ
1.37. { y(zo)= 1.1:1
.v2J/ - 2:z:+ I
( y(O)- - I
l .38.
<• - 21; ~,.,,.
b.Precisarequalèilpiùampiointervaltosucuilasoluzione1rovataèdefinita { y(:z:o) = 1.IJ
cdèdiclasseC 1 (giustificando larisposta).
1.J2.*
a. Determinare l'integrale generale dell'equazione differenziale:
1.39.
{ y(:z:o)
·~ ~ =!.Il
1/ + y= sin:i:
J/ log:r = arcsiny
b. Risolvere il problema di Cauehy per l'equnione precedente, eon la 1.40. ( y(:z:o) = !Jll
cond izione iniziale:
y(O) = ~ 1.41.
1.JJ. *
a. Risolvereilproblemadi Cauchy: 1.42.
J/ logy = an:sin:i
( y(:z:o)= !Jll
yJ/ = 2:i:- l
{ y(0)=- 1
Modtllidi crescit11edtsti11:done La costante k > O è detta capacìtii dell'ambieme, e possiamo pensarla come il
massimo numero di individui che posSO!lo "vivere bene" nell'ambiente, prima di
I.O. Dina mica delle popo lazioni, mode ll o di Ma lthu. Sia N (t ) il entrare incompetizioneeponareaun'inversioneditendcnzanellacrescìtadella
numero di individui, a! tempot, di una cena popolazione isolata. ad esempio di popolazione; il coefficieme e: è l'analogo di.\. - µ nell'esempio precedente, e
batteri. Supponendo che il numero di nuovi nati in un breve inten1allo di tempo sia supporre mo ora t >0. Stud iare la dinamica della popolazione in funzione del
propGrZionalc all'itervallo di tempo e al numero di individui delta popolazione, numeroinizialeNo diindividui
secondo uncoeffi cie nte,\deuotasso istantaneodinatalità,e ilnumerodimortiin
unbreve intervalto ditempo siapropGrZiona leall'intervalloditempoealnumero 1.47.* Decadimen10 radi oauh·o. Il lempo di dime:wmento 7" di un materiale
diindividuidellapopolazione,secondouncoefficienteµdeuotassoistantaneodi radioanivoèil tempo richiesto affinchémetàdiunadata quantitàdiquelmnteriale
mortalilà, lapopo lazione sievolveràseeondolalegge decada.DenaQ (t) laquantitàd i materialeancornnondecaduto,valelalegge:
N' =(.1.-µ )N. Q' = -aQ
Detto No > O il numero di individui al tempo L = O, descrivere l'andamento perunacertacostantccr >0.
dcllapopolazionenciduecasi>. > µ,>. < µ. o. Ricavare la relazione tra il tempodidimezzamentorc il ta$SO istantaneo
di decadimento a.
1.44.• Una popo lazione di ba1teri cresce con velocità propori:ionn lc al b. Il rad io 226 ha tempo di decadimento di 1620 anni. Dopo quanti anni un a
numero di batteri presemi (legge di Malthus, v. es. precedente). Se in un'ora il data quantità di questomateriale è ridonaatrequartide!laquantitàinizia!c? Dopo
numerod i individu i raddoppia,diquantocrescein2oreemezza? quantiannièridonaaunquarto?
1.45.* li çontenuto di COii di una sala di !20m3 è dello 0.3"/o. Un siste ma di Alea:unku, mulu di un grllve c:un oltrilo del mezzo
condizioname nto viene atti vato ed immette aria fresca. contenente lo 0.1% di COii
attasso di 20m 3 / min. 1.48.* Caduta del gravi con a ttrito dell'aria propor-Lionale all a •·eloeità.
Un corpo di massa m cade vertiçal mente (a partire-da lla quie!e) S\tto l'azione della
Cap. 1. Equazionldifferenziali Par.1.1 . Equazioni del primo ordine 21
foru di pvili. L'aria o ffre una rcsistniza alla caduta, 5C"COndo una fora I.SI.* Ca d1111 di un gran con atlrilo dell 'aria pro po rziona le alla vtlod!à
proporrlonalealtavelocitA. lndicandocon11(t) lospazio~altempolin a l quad rato. Un altro modello per l'attrito dell'aria, valido per velocità pi6 ele\·ate,
verticale,venoilbauo.siavri: ptevcdeunattritoproponionalealquadrato dcll a~lociti. L'equazione del moto
di,·enll:
mi/'=mg-hy'
do\·e h >O~ uncodftt iented i attrito. Sieakoli la furuione ~locità 11{1) • Jl'(t ),
mli" = mg - h(y')
2
....
chc la massacfTeuivadelrau.oèfunzionedc l1cm po:
dove p~ il n11pporto(1dimensionale)tra la densità del COt"pOequclla delracqua,
rapportochesupponiamomaggioredi l (eorpopiùdensodell'acqua,q11indichcv1 m(t ) • M +(mo - kt)•
a fondo).
a. Scri\'crel'equazionediffereRZialedelmo1oinques1ocaso,calcolarela
funzione veloc ità u( t) (supponendo la velocità i11iziale nulla) e determinare la (mo_ kr)• _ { ~- A:t :;,:ie:,~t >o
~locitlilimite.
b. Determinarelacostanlehecalcolarev(t)per unasferettad'acciaiodcl
pcsodi!Ogedcnsità7g/cm3 eheraggi unge una \'clocità limitedi42cmfs. li razzo si muove con ve locità v(t) .se<:ondo l'equazione:
Cap. 1.Equazionidifferenziali Par. 1.1. Equazioni del primo ordine
circuitosoddisfal'cquazionedifferenziale:
m(t)~ "' -m(t)g- A~ di .
L;u+Rl=V.
dove g t l"acccleruione di gravità e A la veloc ità con cui il carburante t sp into
fuori. L'equazione vale nell'intervallo di tempo t e (o,~]. ossia finché il Si ri solva l'equazione, con condizione iniziale i(O)=O, e si stud i il
carburante11011éesaurito.lltennine - A~rappresentalafori.apropulsiv11(edè comportamentodi iperte mpi lunghi, nei casi:
posilivo perché llJll <O): la forza t proporzionale alla velocità con cui il a. V (t)=o Ecostante(correntecontinua);
carburante t bruciato. Risolvere l'equazione in v(t) e calcolare la velocità b. V(l)= Asinwt(corremeahemata).
nell'ist.anteincuiilcarburantetesaurito8.
Cliimica, proussi del second'ordine
Tumodinumica, legge di Newton del ra//reddamen/O
1.56.* Reuioni ch imi chea du ettage nti. lncertitipidi reazioni chimiche
1.54.* Se un corpo caldo t immerso in un ambiente tenuto a temperatura unanuovasostanzaCsifonnaapartiredadue sostanzedate,AeB.Lavclocità
costante T., questo si raffredda, nel tempo, con temperatura T (I) che obbedisce di crescita della nuova sosianza t proporzionale congiuntamente alla quantità
alla legge di Newton se<:ondo cui la velocità di raffreddamento t proporzionale rimanentedici11S1.:unodciduen:agentiA,B
alladiffercniaditemperaturatrailcorpoerambiente: lndichiamocon :r(t ) la quantità di sostanza C presentea ll'istantet(perciò
:i-(0) : 0), e con ""• "B le quantità inizialme nte presenti delle sos1anzc A,B,
ft = - k(T - T0 ).
rispeuivarnente. Se per fonnare un'unità di sostanza C occorrono n unità della
sostanza A e m unihl della sostanza B, all'islantc t la quantili\ di sostanza A
rimastat
Un oggetto metallico alla 1emperatura di lOO"C viene immerso per raffreddarlo
in un liquido tenuto a temperatura di ID°C. Se dopo l minuto la sua temperatura t (s,i -n:r)
sccsa.a80°C,inquantoternporaggiu ngeràlatemperaturadi 20"C?
(Suggerimen10: dopo aver ri solto il problema di Cauchy lasciando la costante etaquantitàdisostaniaBrimastat
k indicata, si usi l'infonnazionesullatemperaturadopounminutopercalcolan:k,
epoimedianiequestovaloresirisolvailproblema).
Perquamodetto,quindi,lavelocitàconcuisifonnalasostanzaCsanl
Elellrodinamieo, circuiti elettrici del prim'ordine
~ - k("" - m:)(ss - m:z:).
1.55.* Ci rcuiti d en ric l L. R. Un circuito elettrico contiene un indutton: di
induttanza Leunresistoredin:sisicnza Rcollegati inserie;alcircuito~applicata (Il termine processo del second'ordine si usa in quesco caso per indicare la
una forza elettromotrice V(t). Sono queste ipoiesi rintensilll di corrente i( t) nel proporiionalitàcongiuntadaduequantitàvariabili). Naturalmenie, l'equnioneha
senso fin quando entrambi i fattori ("" - n:r ), ("B - m:r) sono posirivi. (Oltre
qucll'istanteunodeireagcntitesauritoelan:azionenonhapiilluogo)
I Nanmlmeme questo modello non è n:ali$tico perché non coruidera rattri10 dell'aria; a. Risolvere il problema di Cauchy con la condizione :z:(O) = O. Supporre
se modifichiamo l'equazione insen:ndo un attrito proporzionale a V Olteniamo un'equazione n .te - m s,i #O; come si vednl, questo ha importanza nel ca lcolo.
r>tlineare néavariabiliscparabili;requazioneconattri1oproponionalea v invei;c è lineare,
b. Siconsideri orailcasodiunareazioneincui·
ma porta al cakolo di un iniegrale non elementare: questo~ il motivo per cui nelr~n:il.io
un'unità di sostanza C si fonna combinando un'unità di A e due unità di
abbiamoconsidcratoquestasituazionestmplifica1a.Sipotrtbbeancheobienarecheperun
rauoche$Blemoltodiqu01al'&e:çelerazionedi gravitànonècos1an1e.madecn:scccon la B;
quola ... Come 1i vede, impostare un modello realistico porta facilmente -.<I equazioni • inizialmente abbiamo 30g di sostanza A :;:ig di sostanu B;
complicatc.dicui t impoS11ibi!ecako!arelasolul.ionee:1aua. • in20minutisiformanol2gdisostanza l
Cap.1. Equazioni differenziali Par. 1.1. Equazion i del primo ordine
· ±J- 2(sin2~+c)'
(e051ante) de l liquido. E' nO{o che la velocità con cui la soHanza si scioglie è
proporzionale congiuntamente a: v(z )
• laquanti1àdisostanzaancoranondisciolta:
• la differenza tra la concentrazione della so luzione satura e !a b. lmponiarno y(f ) = ,/2in y2 (:z:)=-~:
concentrazioneeffenivaall'istante!
Perciò si ha: 2 ""-~;c • -~ ;
- ~ = t:z:(c - :z:o ;:z:)
1
per una ce na costante k > O. (Mano a mano che la sostanza si sc ioglie, la quantita y(:r)= J2(!- sin2:r)·
ancora non sciolta diminuisce , quind i ~ < O). Il tutto ha senso purch~ sia
(Scegliamo il ~gno + davanti alla radice percM la condizione iniziale impOne un valore
(c - 7 );:::0, ilcheinparticolarcsignificachese lacondizioneinizialenon
positivoa y)
ri spetta il vincolo LaKlluo:ione~definitasul piùampio intervalloll cooteneme f incuit ! - sjn21& >O,
~<i;;v, ciot lsin:i: l<~ ,quindi
la funzione z (I) non potrà tendere a zerol O, ma raggiungerà it valore limite
:ro -cv.
a. Riso lvere il problema di Cauchy con condizione iniziale :z:(O) == zo e 1.2. aEq uazionelinearc.
studiarcl'andamcnlodellasoluzione (S upJ>Om' :ro <cv).
a(:z:) • tan:z:; A(:r) = -loglcou l;
b. U na soluzione di acquaesalesatura contienecirca0.12kgdisale in un
litrod'acqua.Si versano 25kgdi saleinunavascadi4 00 1itrid'acqua.Sein 5
minuti si sciolgono 9kg di sale, quanto sale si scioglie in un'ora? Dopo quanto
temposisarannosc iohi20kgdi sa le?
y(:r)=elotl<-l (c + f e-ioa-.!3sin2:rdz) •
y(O):e- 6 : l ;e: 7;
y(:i:)= 7ccs.:z:-6eòs1:i:.
7
/ c"rsin (:i:')d:i:= [:i: : l; d:i:= ~l "' ~/c'sin!dl ""
Anche se la soluzioM ~ definita per ogni :i: E R, poic!>t llC'irl:quazione C<Jmp~ la funzione (conintcgruioniperparti standard)
ian:i:, dcf111iia wlo per :i: f- ~ + br, il più ampio intmlatlo contenente :i: • O in cui
l'equazionccln 1oluzio!IC'hannosensoè • ~ c'(sinl - cosi )= ~ c" (s in (:i:1 ) - eos(:i:1 )).
1.7.a. Equazioneavariabiliseparabili.Soluzionicostanti:y= O; y • - 2
Soluzioninonçosianfr
+ ~:i: - ~-
y{:i:) :c-:i.
y(O)=- ~ • l ;e • -1 2e:i:1
y{:i:)= j'"":Ui "
y{:i:) •
2
~:i:' " Soluzione defin i1 a in ( - J2,./2). b. !mponiamolaeondizioneinizialc
2 = 1 ~c;e • ~: r(z) · 2 ~,
34 Cap. 1. Equaiionidifferenziali Par.1.1. Equaziooidelprimoordine 35
c. L.a soluiione del problema di Cauchyt definita per :t e ( - ../2,o). Questo t il più 1.9. a. Soluzioni costanti:v =O. lnteg.nilcgenerale:
ampioinlervallocon!enen!e - I incuiicoefficientide ltequazionedipanenzacla .sol...:iooc
11 --~
1
sono definiti.
v.. ( 2 ~~)' = ~;
so!uiioncdcfinitain (-(-',)'''.(',)"').
Equazioneline=.
1.8.a. Equazionelineare.
-n {,-<1-rJ'"} =~ - <1 -rJ
a(:t) • I - 2:t ; A(:t) • f a(:t)d:t =- x - x' lmponiamo laoondizioneinizialc·
11(0) = c- l ,., 3;c= 4.
=c"-• (c+e"(x - 1)) :ce'-•+c"{:i -1). e il più ampio ime.vallo contenente il punto :i: = O su cui LII soluzione e i cocfl"tcicnti
dell'equazionesonodeflniti t(- 1, l) .
2=y{O) • c- l ;c= l ;
a.Equazioncavariab iliscparabili. 11• J solul.ionccostanle.Pcry ""' l,
11= :Je"'-•+c" (i:-I ).
t1vaW
36 Cap. 1. Equazioni differenzia~ Par.1.1 . Equazionidelprimoordine
y• I + c-•(x!l) +c·
b. lmponiamolacoodizionediCauchy:
chcrisoltaconunconfrontografico
11{:i:)=J?-2~
(don il K&JlO + davanti alla radice dipmdc dal fano che li solurio~ vale 2 in J2")
Intervallo massimale di definizione·
per
""J1;:;_ t dcfinila ;i: > I o ;i: < - !. Poich~ la condizione iniziale t asKgn.ata in
:i:o • 2, l'intcrvalloma:ssimalc dcv'esstrcconttnutoneltascmi~oa:i: > I; inolt~dcv'esscre
~-2~>0;~<~;:i:i<W
quindìl'in1ervallocerca1ot:
(I /1'5 ).
''
x.Pa,:i:'f-.PronaE(-i,0},,0€(1,2). EquazionctintaR. lntegralcgencnlc
Eq u.ozioncavariabiliKparabili.Lasoluzionccostantey =O nonsoddisfala
condizionediCauchy;pery 'f-.O riscriviamo
38 Cap.1 . Equazionidifferenziali Par.1.1. Equazkmldelptimoordine 39
Notiamochcncglicstremidcll'in!crvalloincffenilafunz.ioncarcsinnonèdcrivabile.
F \+; \I'3+------a-
(1-•) (1+•)') pcnE( - 1,l)
.-{:i:):u-i"+~ .
pcreM (-1,1) è il più ampio intervallo con!mrnte :ro - 0, in cui la soluzione e i
coefficicntidcll"equuioncsonodcfiniti. E' acccnabilcanchclarisposta"pcr:i: E(- l, <X>t .-(:.:)= ~- ~-i" .
in quanto la solllZione è definita in ques10 inteTVallo; in :i: • I la soluzione si annulla, il
denominatore del coeffteiente11 (:.:) si WU!ulla ma, nel senso dci limili(si veda l'esercizio
L.7),l"e<iuazioneèancornsoddisfatta
Risolviamol'equuione1variabiliseparnbili:
1.19. a. Equazioncavariabiliseparabili.Soluzionicostan!i:nwiuna.
Risolviamol"cquarior>e:
1
sm 11 -
2 -cos:.:.
Dobbiamo risolvere !"equazione in 11. quando :i: varia in un illlOmO di :i:= J. Lacondiz~ l =y(O): tanc; c=~+h;
1
-I$ 2-tou :S I
-~ :S cou :S ~. quindi - ~,,. :S :i: :S ~,. (inaltrcparole, ragg:iuntadel la costante +krr nell"argornentodcllatangente èirrilevante).
Inoltre da ll'e<iuazione 1·ediamo che dev'essere rosy #O, quindi siny # ± 1, quindi PoicM targomento della tangente dev'essere diverso da j + hr e rinmvallo di
dcfinizionedcve,onte~ere :i: • O, lasolu~ioneèdefinitape-r:
40 Cap. 1. Equazionidifferenziali Par. 1.1. Equazioni del primo ordine
1.20. lmponiamoLarondi;tionediC•uchyprimadiespliciwe·
(a) Nonline=,ma.avariabil isepan.bili:
v{3)= 1,perci0 O=~+c;c=-~;
(d) Line-are (a(:r} • - ez, /{:r) =!) ,ma non a variabili separabili.
Sono due diverse soluzioni C 1 delproblcmadiC1uchy,cllesiaggiwigonoallasoluzione
(e) Non lineare,nemmenoavariabiti separabili.
costantcugualcal.
Osserviamoche(srudiamoades. lasoluzio111:colsegoo +)
w:'
~~~:r=:r~. pen:iò v'(3) =0.
(a) Equazione a l'ariabili separabili v'=a(:i:}li(i). LI furu:ione a(:r)= è
discontinuain:i:=O,percio)nonsipuo)gararuirecsistcnzadiwluzioni v'(:r)=
(b) Equazioncavariabiliscparabiti v' • a(:r)l>(i). Lafunzionc o(:r) • ~ tcontinua
Questo vuol dire che sono soluzioni del problema di Cauchy non solo
in un intorno di :r = 2 (prec isamente, in (0,oo) ), la funzione I>(,) = iloglvl è coniinua
(prolungabile con continuità) ma non è C' in un intorno di~ • O, la soluzione dcl problema i1 • 0
esiste (ma non si può garan1ire l'unicità), in un intorno di z: • 2, che ~bbe essere più
ristrcttodi(O,co).
(e) Equazione lineare J/+n{:r)v • /(:r_). Le funzioni a(:r) =-'=" e /( :r,) = ~
sono cont inue in (l,+oo) (questoè il più am piointervallocontenente:r = 2 in cui $000
continue),quindi!asoluzioocdclproblcmacsistcedèunka,d<:finitaintutto (l,+oo).
(d) Equazionc avariabiliseparabiliv' = <1(:r)b(v). Lafunzionca (:r)= l:r l ècontinua
in R, la funzione b(vl • ~è continua in (-1,l) e, pur non essendo C 1, ha rapporto
incrementale limitato in ogni intervallo del tipo [-l+ E, l -Ej, quind i la soluzione dcl
114 - { Il +[~t2
problema esiste cd~ unka in wt intorno di :r • O, contenuto in (- 1, J)
maanc:he,adesempio, se:r!:;3
1.22. Equaziooeavariabilisepanbili V=a(:r_)b(y) cona, bcontinueinR, pen:iil se:r!S;3
siamonelleipotcsidelteoremadiesistcnza.
tnoltre,bèderivabileconcontinuitàpery 7"!.La condìzionediCauchyèassegnata o quelle che si OltengononM:cordando in tutti i modi possibi li una delle 3 soluzioni per
proprie> in y =l, in cui non solo b non è derivabile, ma ha 1angcn1c venicalc(rappo<to :r:0:::3con un'altradel!e 3soluzioniper:r !:;3.
incrementaleillimitato).Pcrciùnoovalgonoleipolesidcltcoremadiunici1à
Risolviamo l"cqua>:i(me. Solu.;eioni costami: 11= l (che è già una soluzione dcl
problcmadiCa..::hy).A ltrcsoluzioni:
Cap.1 . Equazionidifferenziali Par. 1.1. Equazionl delplimoofdine
a(t) = 2t; A(t) = f 21d1 =11; y{z) = ~{c- e-•(x2 +2x+ 2}} = ~ -e-•(1 +; + ~)
v{l)=c-; =O=>c=;.
y(:i)=~-t-•(1+;+~} in(O,+oo)
y(x)=-Lo&(c+cott)
y(x) • -log(cosx ),
Quindi y( t) =e-•' { e+ ~e''t 2 - ~e''}= u-i' + ~t 2 - ~-
y(O)=c-~=~=>c • I
y{z) •e-. +(1-e)e-.
Voro;11o#O.
w(O)=c-~=~~c=I
%o#O,± l ;1111;FO.
%o>O,.i:o'#- l; -l <1o1:>< I
a.Equazionc a variabiliseparabili:
Ctrehiarnotpcrcuisiha:
Perciò
c(t)=0.2=0.2e-l•+o.1.
ln20Nemczzalapopolazionccrqcediunfauorecirca2.8.
c-1• =~; I = 61<>g2::: 4.\6min ::: 4min !Os«.
1.45. a. Sia c( t ) la percentuale di CO, nella stanza all 'istante t (t misurato in
minuti). Perciò Lapcrcen1ualcdiCOJ1ecndeal 2%dopocirca4rninlOs« .
~- 120
t il volume totale di Cùi (in m3 ) pttsente nella stanza all'istante t. In un intervallo di tempo kNoe"
61 "' I min. vengono tolti l!Om 3 d'aria che contengono mt · 20m• di C01 ed immessi altri
N{t) = k- No+ Noe'"
20m• elle contengono ~ · 20m• di CC)i. Perciò nell'intervallo 61 si bi. un inc;n:imnto L'andamentotqualitativamemediversoneilcafr
(ncptivo)divolumediCO:iparicircaa l) No< k. In questo caso N{t) t mono1ona cm.::ente e tende al limite k. La
pop0lazionecio6crescefinoasa1u"1n:l'ambien1c,poi siasscstasulvalorecostan\Ck
(-~·20+~·20) : -~~+ ,
2
2) No = k. Si ha la soluzione di equilibrio N = k: il numero di individui rimane
crutanteneltempo.
eunincremc:nto(ncgativo)pcrccntualediC~paricircaa
3) No> k. ln questo caso N(I) t monolona decrescente e tende al limite k. La
popolazioneci~dimi nu iscefmoaraq:iungereilvaloreco11antek,chetquellosos1enibile
Qucsta~pre»ioncuguaglia~Qoper
c(l) • 0.2c-l 1 +0.1.
b. Dopo! Ominutilapen:enllli.lcsarà e-ai'!;;;•=~; 16~g~il = logi;
c( I0)=0.2e- 10r- +o.1:::0. 131s
Cap. 1.Equazionldrfferenziali Par.1 .1. EquazionidelprimoOfdine 49
· ~~anni
t = logl
1 =0Al5 · 1620anni :.67'lanni.
11(Tl=5[2.3S-0.51(1-e-+·•)] m""9.23m
Per I - +oo, v(I) - ?·
Ciò signif1<:a che il CO<J>O si stabilizza su una velocità limite
proporzionalcalpeso.XlcOfPOslnso,e!lntominorequantomaggioreèl'anri10. Dopo circa 9.23 metri di caduta (in 2.35 $econdi) la velocità della soxcia di pioggia
lnvece,pcr1 -o+siha 111uJunge il99"/o dellasuavelocitàlimi1e.
I.SO. a. L'equazioncdclmo1oè:
a. Jnbaseall 'cscrciziopm:f<.lcntc,
Come si vede, l'esi10 net'lo della spinta di Archimede ~ solo <juello di ridurre di una certa
fraziooel'accelcrazionedigraviùi.Lasoluzioocquindi,ragion111docomencl casodclla
11oo= T• 'luindiA = ; : = cadutanelraria(es. 1.48)è·
v{ I) = 1100 (1 - t-~• ) ""' 43cm/s(l - e- :ioo). il che mostra che il denominatore è sempre :> I e tende moooconamentea oo. Perdo) la
velocitàcresce monot(lnamentetendendoalvalorelim ite
a. Ponendov = y'siha 2) vo:>1100 .lnquestocaso
v'= g- ~V.
v{I)=~
("""''+!) (
u(t) =l>oo cci....• _ ] 2
=1>oo l + ce2*..·•- 1) eimponendolacondizioncinizialcs itrova
eimponendolacondizioneiniziale siuova
e==~::-
Siosservachepert -.oo cffenivamcnccv{t)--+ 11..,= ,/"! (cioè quella che abbiamo
indicato altini.zio col simbolo di 'lo> per comodità di calcok> è cffcttiv;unente la velociti Sios~rvichelave!QCililtendc monotonamenteazeropert -+oo.
limiie)
Cap. l . Eq uazioni differenziali Par. 1.1. EquazKlnidelplimoordine
Orasfruniamolaprima informazione:
80=10+~ --;
v(t)=x:r.~~- Imponiamoonichc s i~
20=10+~---2!.I
m(l)Ti .. - m(l)g-ATi
100= lO+e;c=OO;
1 2Quc~a iox nica t illum:ata in dettaglio nel pro:;.si mo,§ 1.2.'A
54 Cap. 1. Equazionidifferen<:iali Par. 1.1. Equazioni del primo ordirle
lmpooiamo lacondizioneiniziale:
da ~ui
I
,,,,;~,
e ---r:;-dt •
..... ((" )
L((fJ 2 +..,i) ·lm I-iw )
{coS<.>t+ifi....,t) =
i(I) • iJ{f~l+Wlsin(i..A-<p)
A•f• (R
• l((f)l+..,i) zsiM-(.JCOf<JI •
) cM risulta .essere un'osc illazione di ugual fnquenza, ma ritardo di fase, rispetto alla forz:t
elenromomce impressa, e ampiezza
A
A•f' ( R/L . w ) iJl!I'+"'·
- iJl!I'•"' Jc11· • .,·"'"'- J111·.,_,'""' - o. Equazioneavariabili scparabili:
,,
(1_.-nlt)(•s-m:i:) .. kdt
<0$<? • J<flR/L+._,,,sm'>'=
2
. w . wL
Jtf) +..,i' qu1ndi ..p= an:rnn R
2
f [(IA ~ n.t:) - (•s _'.'.1 m.t:J d:i: • k(n•s - m1A)I +e
~~~=;= c::bi:.mplicità che si.a (n•s - ""A) 'I- O, altri men li il procedimento di
e=!..!
" t1vaW
Cap.1. Equazioni differenziali Par.1.1 . Equazionidelprlmooo:line
Quindi
-z(c~~)= kdt
eO.:IW • ~ + 0.!>2 = l.27
calcolandoledcrivatedellefunzionirealiçonlesolite regole
= (a e"'cosbt - be"'sinbt) + i(at:"' si nbt + be"1cosbt) =
60 Cap. 1. Equazion i differenzia~ Par. 1.2.Equazioni linearidelsecond'ordine 61
Esercizi
1.58.* Dimostrare la (5) (con le no1azioni e ipotesi spiegate nell'ossemuione
- (a + ib)(e• 1cosbt+ie"1sinbt) - rexp(r! ). l.2)
Ly = /~ {L111 = /i (6)
L!h=h
Cap. 1. Equazioni differenziali Pllf. 1.2.EquaziOnilinearidelsecood'ordine 63
/ c"d l • ~e",
pcreiò = Jm [.xcz<•~iJ - ~i
2 +e=
1 +1 (l +i)
j (c(o+.tP:) d:i: =a ~ibc(.+.t)z • 01
e: b1 (a - ib)(cosb.:i:+isinb.:i:)
( i -i) I
= lm .:i:è(cou+is in :i:)~+2ie .. (cos:i: + isin.:i:) +c=
[
l
/ eu«»(b.:i:)d.:i: = Re[ 01 c_:b{a -
2 ib)(cosb:i:+ isinb:i: )] =
r = -J(radicedoppìa)
percuil'intcgralegencraledell'equuioneomogcneal 4 è: perciòducsol uzioniindipendentidell'equai.ione differenzialesono
(7) z1(:i:)=e-ll:; z2(:i:)=u-ll:
quindi imponiamo
z{O) = c, • 2
Riso lvendoil sistcmadidueequazioniindueincognite c1,c, troviamo { z'(O) = -3c,+ c1 = I
Esercizi
y"+y'-2y =0
Ri3ofvere i uguenli problemi di C(luchy. 1.69. y(O)=O
(Ulreriori eserci:i sulle equazioni omogenee a coefficiemi costami si trovtmo { y'(0)=2e
anche tra gli rserci:i del prossimo §1.l.C).
y"-2y'+5y=0 y''+4y'+4y=0
1.61. y(O) =I I.70. y(O)= I
{ y'(0) =4 { y'(0)=2
y''+2y'+:v=O
1.2.C. Equazioni non omogenee. Metodo di somiglianza.
1.62. y(O) = l
{ y'(0)=4
Riferimento: librodites10[13PS2], cap. l,§J.5.
Il metodo di somiglianza serve per trovare una soluzione particolare di
2y''-y' -y=O un'equuione lineare del 2° ordine oon omogenea, quando romogenea ha
1.63. y(O)=J cocfficienticostanti,cioè l'equazioneha la forma
{ y'(O)=O
o-i/'+by'+cy=f(x) eooa,b,ccostanti,
r~ +6r+ 12 =O;r = -3±i ,/J cos2:i: ·(-4A + l2B + 12A) +s in2x · (- 4B - 12A + 128) = 4sin2:i:
lmponiamoorachequestauguaglianzarisultiun'idemità1 6.
Ora abbiamo bisogno di una solu:done particolare dell'equazione completa 8A+ l28=0
Poichél'omogeneahacoefficienticostantieiltenninenotoèdeltipo { - 12A +8B = 4
/ (x)= Asi""'-'"%, Ahbiamocosìtrovatounsis1emalinearedidueequazioni indueincognite,c hepuò
essere facilmente riso lto:
possiamo applicare il metodo di somiglianza e certare una so luzione del tipo:
y(:i:) '"" Acos2:i: + Bsinh (8) 2A +3B=0 {A =-fi
{ - 3A+2B=I B=~
Si noti che A, B sono da det<'nninarsi, mentre l'argomento 2:i: delle funzion i seno e
coseno è lostessochecomparc nella funzionesenocheèterminenoto. Si osservi Questi valori di A, B sostitu iti nella (8) danno la soluzione panico/are
che, pur essendo presente nel termine nolo solo la funzione si n2x, la soluzione del/'equazione complera,ehestavamocertando:
particolare va certata a priori come combinazione lineare di funzioni seno e
coseno 15 . v(x) = -fleos2x + ~sin2:i:.
Procediamo col metodo. Per la funzione y(:i:) in (8) cakoliamo la derivata
prima e seconda, sostituiamo nell'equazione, e imponiamo che sia un'identità, Infine, rinlegrale generale dell'equazione completa si otterrà sommando
ooenendo cosi delle cond izioni che determineranno i coefficienti incogniti A, B. l'integnile generale dell'equazione omogenea, ottenuto in partenza, e questa
Si ha: soluzione particolare dell'equazione completa:
y'(x) = - 2Asin2:i: + 2Bcos2x. e-:i..-(c1cos( vf:ix) +ciisin ( J3x))-iicos2::c+ fs s in2x.
y''(:i:) = -4Acos2:i: - 48sin2x .
0$servuione l .J. Notiamo che per determinare la so luzione particolare
Sostituiamonell'equazionecompletaleespressionidiy,y',y": dell'equazione completa co l metodo di somigl ianza non abbiamo utilizzato la
conoscenza de\l'intcgnile generale dell'equazione omo~nea. Le due procedure
(- 4Ac052:i: - 48sin2:i:) + 6(-2Asin2:i: + 2Bcos2:z:) +
sono tra loro indipendenti, anche se entrambe sono necessarie per detenninare
l'integrale generale dell'equazio ne completa.
+ 12(Acos2:i: + Bsin2x) = 4sin2x.
Eum plo I. Il . Determinare l'integrale generale dell'equazione
Raggruppiamoitcnnini similiinsin2:z:,eos2:i::
I! Questo è solo un esem pio <klle tante piccole avvenente che t facile dimenticarsi, K
si pensa di poter applicare il metodo di somiglianza in base al purobuon Knso, e non in 16Que!itoè un punto chiave da capire. Non vogliamorlsolvt re f'equa;ioneinz,ma
base allo s1udioprulso t oll'opplica;iont (Jltento dcl~ casistica dcl metodo stesso. E' capire per quali valori dci coefficienti A, B, i due membri dell'uguaglianza r<>pprntntano
istruttivo che lo $!udente provi, per rendmi conto di dov'è il problema, a impostare la la $1eJ.Jajim:lont, cioè per quali valori di A,8 l'uguagliarw. t vv/ficata pv ogni z.
ricefl'adi unaS<lluziooe del tipo Asin'l;i:(come verrebbe voglia di fare): si trovcnl in un Af!i11thtquestoaccadadovrannocoirw;idere.rispenivai:!!!J1t•.icoeffitientiditos2ze!iin2:.:
vicolo cieco nei due membri. j(
70 Cap. 1. Equazionidifferenziali Par. 1.2. Equazionilinearidelsecon<:l"ordlne
Riso lviamo anzitutto l'equazione omogenea. Eq uazione caratteristica· e infinerintegrale generaledell'equazionccom pl eta·
= c-""[(-2B)cosx + (2 A)sinz].
perciòsionicnclasoluzioncpartìcolaredcll'cquazionccomplcta: chcportaalsis1ema:
6A -4B - I
{ 4A +68=0
che dà:
l7 ~mpl ifiClllldo per la quantili c-z, mai nulla, l'uguaglianza pn:cedcnte diventa
un'uguaglianza ITll polinomi di primo grado. Per il principio di identita dei polinomi , questi Il Di nuovo , si notid1e anchc se il secondomembronono;on1ieoe la funzione sin.:t,
coincidonoseesolosei ..ocfficient;deitcnnini$imilio;oincidono. rispeuivamen1e occorrecm:areuoasoluzione particolared iquestafomaeompleta
Cap. 1. Equazioni differenziali Par. 1.2. Equazionilìnearidelsecond'ordine 73
equindil.asoluzionepanicolaredell'equazio!Hlcompletarisulta:
(6-4i)A = I
t'
•
j
78 Cap. 1.Equazionidifferenziali Par. 1.2. Equazionilinearidelsecond'ordine
1.72. A quali delle seguenti equazioni, in base alla teoria studiata, Scrivere l'integrale genera le dell'equazione
applichcrcsteilme1ododisomiglìanzaperde1erminareuna$0luzioneparticolare?
(Rispondere oMen·ando l'equazione, senza provare effenivamente a ri$Olverla; in y''+6y'+9y=O.
casoaffcnnativo,scri\·e re la forma della$O luzionecerca1a,senzarisolvere). De1erminareunasoluzioneparticolnredcll'equazione
y"+:ri/+11=2e~ ,/'+6,/+9y=2xe- 2 •
1.78.* RisolvereilproblemadiCauchy:
b. Ri solvereilproblemadiCauchyperl"equazionepreçcdenteconcondizioni 1.86.•
iniziali Scrivere l'integra le generale dell'equazione
11(0)=0 y"+2y'-Jy=0.
{ y'(O) = l
Detenninareunasoluzionepartieolaredell'equazione
1.81.* Scriverel'inregralegenera ledell'equazione
y''(t) + 2y' (t) - Jy(l)=e- 21 cost. 1.87.* Risolvere il probl ema di Caudw
1.82. y''+4y'+4y • O
u. Scrivere l'inregralegenera le dell'eqmu:ione ( 11(0) =3;y' (0) =2
y"+Jy'-4y=O.
1.88.
b. Determinare una so luzione particolare dell'equazione a. Scriverel'integralc generale dell'eq uazione:
y''+2y'-3y=0
b. Riso lvere il problema di Cauchy per l'equazione precedente con le
Scrivere l'inregralcgenera!e de ll'equazìone condizioni
1.84.
Scrivere l' integra le ge nerale dell'equazione o. Scriverel'integralegeneralede ll'equazione:
y" - 4i/-5y=0. 4y''+ 4y' +y=O.
Detcrminareunasoluzionepar1ieolaredcll'equazione b. Risoh·ere il problema di Ca uchy per l'equazione pre<:cdcnte con le
condizioni:
y''-4y'-Sy = 5cos2x.
y(O) = l ;i/(0)• 2.
1.85.
Scrivcre l'ìntcgrale gcncraledell'equazione c. Determ inare una so luzione particolare dell'equazione
1.IOJ . RisotvereilproblemadiCauchy:
1.96. i/'+ 2y'+3y=3e 2'sìn3z.
J/'-11- 2y =x 2 +1
1.97. i/'+2y'+3y =z 2 -2x. {
y{O) = 2
y'(O)=O
1.98.Si consideri l'equazione differen:tiale·
y"+2cr.1l+ 3y =0. 1.2.D. Equazioni di Eulero
a. Stabilire per quali valori di cr. E IR tuuc le solu;cioni y( I) dcll'eq uaz.ione Siconsideril'equa:zione
tcndon-0azeroper1 -- +oo.
b. SrabilireperqualivaloridiO"E !R tuttel e$0luiioniy(l) dell'equaiione
$00olimitatepcrognit E R. detta equazi011e di Eulero. Si osservi che~ un'equaz.ionc lineare del second'ordine
acoefficientinoncostanti.Riscrivendolainformanormale
epertantosipuòriscriverecosl :
esostituendone ll'equazionesitrova:
O
d
[ Xd;
{b-•)] [ ,,
+ 2;;- X;&+ 2;;-1/ -
{b-•) l o
(o-6)±~
L'equazione si può allora risol•·ere iridue tempi: prima(leggendo l'eqll.17.ione
'"
che forniscono due so luz ioni indipendent i dell'equazione differenziale, x'',x"
precedentc"dall'estemo")si cercay1 taleche
clKlèl'integralcgeneraledell'equazionediEuleronelcasoincuiildiscriminanteè
r.2i/'+3xy'+y=O
nullo Riassumiamo·
Perrisolverel'equouione 1.105. Risolvereiscguent i problemidi Cauchyper equazionidiEulero:
o.x2y''+bxy'+cy-=O x 1 y''-4xy'-5y=O
y(I)=l
slrisolvcprimal'equazionedi2°grado {
y'(I)=O
o.r(r-o.)+br+c=O.
2
:t 1/'+4:r:y'+3y =0
Sihanno)casi:
I) Sel'equazionedi2° gradoha2radicirealidistinteri,f). l'equouionedi
11(1)= 2
{
Eulero ha integrale generale v'(l) "' l
1.2.E. Applicazioni fisiche venicale o orizzontale ha come unico effetto quello di spostare il punto di
equilibrio. llmotosaràdesc riuoda
Moto armonico semplice
z (t) =I +c 1 coswt+ ~s inwt = l+Acos (":t+,.,),
Esempio 1. 14. Vibrnzioni libere di un a moll a. Una massa è attaccata ad una
molla, li bera di allungarsi e accoreiarsi lungo una rena orin.ontale. La forza di con i.I:.!·
ric~iamo esercitata dalla molla è, entro certi limiti, proporzionale all'allungamento
del!a molla rispetto alla posizione di riposo. Se indichiamoconz(t ) la posizione 1.106.* Una massa si nuove di molo armonico semplice con periodo 25e(:.
della massa al tempo t e scegliamo l'origine nel punto di riposo, la forza dì All'istante iniziale si tro•·a in posizione -4cm con vel01;ità 4cm/s. Deteminare
richiamo avnl la forma F = - h (il segno - indica che la forza si oppone allo requazionedc l moto, l'ampiezza, la frequenza e l'istante in cui perla prima volta
spostamento)el'equazioncdelmotosarà anraversa laposizione ;i:=O.
m:r!'= - k;i;, l.1 07.* Una massa si nuove di moto armonico sempl ice. Qu ando è a 2cm dal
chcsipuòriscrivere punto di equil ibrio, la sua ve l01;ità è di 6cm/s, e quando è a Jcm dal punto di
equ ilibrio, la s ua vel01;iù è di 4cm/s. Calcolare il periodo e l'ampiezza delle
(12) oscillazioni. [Suggerimenlo: usare la formula ;i:(I) = Acos("1t + 'P'), calcolare
;i:'(l ), etrovare un'identitàchelegaz (l) ez'( t) utilizzando il fatto che
con i.I= ~> O. La(12) è dct1a tquazione dell'oscillatorearmonico . Le soluzioni
cos11'+ sin11' = I].
sonodellipo
z(t) =c c(l$4,,.lt + o_isi""1t =
1 Acos(wt + !p'), 1.108.* Siconsideril'equazionedelmotodiunamassa attaccataaunamolla,
cioè osc illazioni periodiche di pulsazione w, quindi periodo T • ~. ampie:aa A, m:e"= - kz.
fase '/'. li moto può essere pertiò dctenninato, notele condizion i inizia li.Seanchc Si moltiplichino ambo i membri per r,si integrino ambo i membri rispeuo al
la costante k non è nota, occorrerà avere un'ulteriore infomiazione per tempo, e si interpreti il risuluuo ottenuto come principio di conservazione
determinarla. dell'energia meccanica del sistema.
Supponiamo ora che la molla sia posla in on piano verticale. Allora il peso
dcllamassaappesatenderàadallungarelamolla,el'equazionedclmotosanl Estn1pio 1.15. Pie(o leosd ll a:r.ioni di un pendo lo. Un pendolo di lunghezza I e
massalnlSCurabilcsi muoveinunpianoverticale;allasua estremitàèappesauna
mz"=mg-kz.
massa m. Detto 1' l'angolo formato dal pendolo con la vertica le (orientalo
D'altrocanto,se pon iamolamassanelpunto di equilibrio(i n cuiilpesobilanciala posi1ivamente quando il pendo lo si solleva), la forza peso mg che agisce sulla
forzadirichiamo)siavrà massa dall'alto verso il basso ha una componente tangenziale al moto pari a
- mgsi n1' (v. fig.1.1). Lo spos1amento tangenziale della massa è pari a a= UJ,
Oo: mg -kl quindila suaaccelerazioncè/1'",e l'equazionc delmoto,inasscnudiattritì,sarà
dove l = T è l'allungamento della molla dovuto al peso. Poss iamo quindi ml1"'=-mgsin1'.
riscrivercl'equazioncdelmo to nellaforma
Qucsi.a è un'equazione de l 2" ordine non lineare ma, se supponiamo che le
mz" = - A:(:r. - 1), oscilluìonisianopicco le (c iotsidiscosti nodi poco dallaposizioncdìcquilibrio
de l pendolo),si potràapprossimare sin1'con 1' esiotterràl'equazionelinearizzata,
cheèlastessaequazionediprimapordi sccgliereroriginenclpuntoz = l(cioè
nel puntocheèdiequilibrioquandoil pesoèauaccatoallamolla). lnahre parole, mJ1'",.,-mg1'
il fotto di studiare le oscillazioni di un pesoanacca!oa una molla in un piano
Cap.1.Equazionidifferenziali Par. 1.2.EquaziOnilinearidelseconcl'ordine 91
Asuavoha,ilvolumeimmersoèparialprodollOdell'arcadibasedeleilindro,
ossia A, per la quota di cilindro che in condizioni di equilibrio è immersa, chiamiamola
I.Si avrà
che è l'equazione di un oscillatore arnionico semplice, e descrive in prima
mg=pAI.
approssimazione le oscillazioni di un pendolo in prossimitA dell'equilibrio
Osseiviarnocheilperiododioscillazioneè: Supponiamo ora di spingere leggerniente\·ersoilbassoil cilindro.Laspintadi
,, f;
T= ~ =2tr
•
-
g
An:himedeaurnenterà,respingendoversol'altoi l galleggiante,ed inizieranno delle
piccoleoscillazioni.lndichiamoconylaprofondit!acuisitrovalabaseinferiore
delcilindro(yorientataversoilbasso)
11. Scrivereerisolverel'equazionedifferenzialechedescri\·cilmoto.
eilmotosan\descrittoancorada b. Particolarizzare poi l'equazione trovata al caso di un cilindro di massa
m - 2kg, raggio r = !Ocm, che all'equilibrio è immerso peri= 5cm. Calcolare in
qucstocasoilperiododelleoscillazioni.
Conunsoftwarediealcoloscientificosipuòvalutarequesto integralepervari
~(t) = ±j'[i.Jcos{) - cos{)o. valoridi1'o, perquantificarel'errorediapprossirnazione.Sitrovaadesempio:
T {11.-•
2 "" V29 ,,
d•
Jcosu-cos1'o =
2 "J.'
V29 o
d•
Jcosu -cos1'o
I.li i . Oscillazio ni di un a massa sogge lla ad a nrito. Una massa m, mobile
suunarett.aori7.zontaleconposizioney(l),èsottopostaadunaforzadirichiamo
elastica -ky (es. molla); al moto si oppone l'anrito del mezzo, che si suppone
(tenutocontodel!aparitàdellafunzionecosu), perciò
proporzionalea lla\-elocità.L'eq uazionediffcrenzia lcèdunque
T ~ 2/2
V9(/_!.'o Jcosu-cos1'o
d• . m>/'=-ky-hy'
(conk , h >O)chcriscriviamonellaforma
Si confronti con il valore di T calcolato per piccole oscil!uioni, ossia
y''+ 26>/+ w2 y = O
sull'equazionelinearizzata(indichiamocon To ques1operiodoapprossimato):
avendoposto 6::: -f;;,w2::: !·
Scrivcre l'integralegeneraledell'equazione21.Saràneccssariodistingucrei3
To=2rrlf
casi:
1) 6 > w (resistenza elevata, caso detto di SO\'rasmorzamento, o smorzamento
llrapportotraidue è sopracritico);
il) 6 =w (resistcnzacriticaosmorzamcntocritico);
iii) 6 <w (resistenzadebole,sottosmorzamc nto,smorzamentosottocritico)
alla velocità (costante h • 30kgls), se<:ondo l'equazione descrina ne ll'eserc izio Conosçiamo già l'in tegrale generale dell'eq uazione omogenea (moto annonico
pre<:edente.S<:rivereesplicitamentelasoluzionesonolecondizioniiniziali di pu lsazionewa):
y(O):s lm ::(t)..: Csin(l4!01 +<P) ,conC,<pcostan tiartiitrarie.
{ y' (O)= lm/s.
Cerchiarnounawluzioneparticolarede!l'equaxionecompleta.
Calcolare il punto di massima distanza dal punto di equilibrio che la massa I. Sia prima w fc wo . Allora possiamo cercare una soluzione particolare del
raggiungeràperl EIO,oo] (ci~nelfuturo).Lamassaattraverseràmaiilpuntodi tipo23;
equil ibrio?
y (e)= Dsin(wt+ o: ).
Vibrat.ionlforJJ/e Calcoliamo le derivate e sostituiamo nell'equazione:
E1cmpio 1. 17. Una massa m , mobile su una retta orizzontaleçon posizione y(t), è y' (t ) = .0...-cos(wt + o: );
sonoposta ad una forza di richiamo elastica -ky (es. mo lla), mentre su di essa
agisce anche, dall'es1erno, una forza / (t) dipendente dal tempo. L'equazione y''(t ) = - Dw1sin(wt +o:);
differenziale corrispondente sarà
my'' +ky = f (t ) sin (wt + o:)[-Dl.? +~ D] = Fsin(wt + fJ) ,
(sì noti che a priori w non~ uguale a "'°' anche se come caso particolare può
es.serlo).Sidetenninit'integ.ralegeneraledell 'equazione2l y(t) = Csin(Wo l +<P) + ~sin(wt + /J),
J/' + ~ y = Fsin(wt + fJ). conC ,~ costantiarbitrarie.
Sarà necessario disti nguere il caso generico wi'wo dal caso risonmrte
W=Wo . 23 N01iamo che questo è, anche se con un linguaggio diverso da qutllostguito negli
~i:ti r=edeme, esattam('rl!e ciò che pre:;çrive il melodOJ di somiglian;i;a: il !Cmii ne DQ(Q
Facciamooraqualcheo55Crvazionesullasoluzionetrova1a. Perciòlasoluzionepanicolaretrovataè
a. La soluzione è da1a dalla sovrapposizione di due vibrazioni sinusoidali di
diversa pulsazione. Una ha pulsazione WQ, che è quella propria del sistema
(nell'e5empio dell a molla, Wo dipende dalla massa e dalla costante di elasticità
y(t) = {;;,tsin(wut + {J- D"" {;;, tcos (Wot + fJ)
della mo lla; in altri esempi fisici Wo rappresenta comunq ue una caralltristica el'inte le eneraleè:
internadelsistema);l'altrahapulsazione w, cheèquelladellaforzanteestema(in
generale,dipende dallaforz.acheagisceda/l'esternosulsistema).
y(t) = Csin (Wo t + \P) + foicos(Wot + {J)
b. Non c'è un fenomeno di transit orio: nessuna delle due componenti
svanisce nel tempo. Ognuna delle due (e quindi a11che la somma) è limitata. Si può
dire che le due componenti "pesano" entrambe, nessuna è trascurabile rispetto conC,.,.,costantiarb itrarie
alraltra,i ngenerale Facciamoanchcquiqualcheosscrvazione.
c. La soluzione è somma di due vibrazioni periodiche; H ' il rappono w/wu è a. La so luzione è ora somma di due componenti di cui la prima è limi tata,
un numero razionale, anche la somma sarà periodica (di periodo molto lungo se i! mentre la seconda ~ illimitato, e si può vedere come un'oscillazione di omp•"ezzo
rappono tra le due pulsazioni è una frazione "complicata"); se il rappono è che cresce linearmente nel /empo. Que5!0 è il fenomeno della risonanza: una
irrazionale, !a somma sani una funzione non periodk:al 4, ma comunque limitata. forzante es1erna che agisce se<:ondo la stessa frequenza propria del sistema,
d. Le due vibrazioni hanno ampiezza Ce .[=J. La prima ampiezza dipende ecci terà il sistema in modo"disastroso",cioèconampieziachecresceoltreogni
limite.
dalle cond izioni ini zia li. L.asecondapuòesseremol10grandequando wè vicinoa
wo: u la.frtquenwdella.for.antees1erna è nwl10 vicinaal/afreq11en:::opropria
b. Per quanto appena detto, la pa11e prevalente della soluzione, per tempi
lunghi, è quella risonante. Si osservi che questa (a parte l'amp iezza crescente) è
del sis1ema. la/orwnte genera oscilla::: ioni di gronde ampie:::za. Un sistema cosi è
quasiri.so11ante. Torneremo su questo c.aso. Ora studiamo l'altra situazione. una vibrazione che ha la stessa pulsazione della forzante esterna ma uno
sfasamenlodi-rr/2.
2. S ia w=WI) . In questo caso una so luzione pa11icolare dell'equazione
complctanonsipuòcercarenellafonnaDsin(wol+a:) ma 1.l ll.* S inemi quasi risonant i. Vogli amo ora studiare megl io il caso di
unsistemaqU(Uiriso•JOnte,ossiai11cui lapulsazionedellaforzanteèmoltovicina
y(t)= Dtsin (wot +o). a(madi'"ersada)quellapropriadelsistema.
a. U1ilizzandoirisulta1idell'Esempio 1.17,sirisolvailproblemadiCauchy
Calcoliamolederivateesostituiamonell'equazione.
y" +~Il = Fsini...-t.
i/= Dsin(wot +a)+ tDwocos(wot +a) y(O) =0
{
y'(O)=O
i/'= 2DWl)cos(Wot +o) - t~sin(wot +o)
(sinoticherispettoall"esempioabbiamoposto (J=O).
2Dwocos(wot +o) - tWosin (wu! +a:) +~Dtsin(wot +o)= Fsin (wo l + (j) b. Si ponga oni F • 1,WQ = l,w = I +t. Con l'aiuco di un software di
calcoloscientifico sitracciilgraficodellasoluzioneperqualchc piccolovaloredi
t (ad esempio, per t = 0.1, sull'imervallo (O, 2411"]). Si 055Crva il fe11omeno di
2DWocos(wot +o)= Fsin(Wot + {J)
un'oscillazione di pulsazione WQ m()(/r,/aw da un'ampie:za lentamente variabile
(fenomeno noto in acustica col nomediba11/men11). Perrendererag ionediqueslo
da cui fenomeno, si può riscrivere opportunamente la soluzione trovata. (S uggerimento:
usare l'identità trigon ometrica sinA - si nB = 2cos( ~)sin( 4fll)J.
l4v.[BPSl l,cap.2,Complemetiti,esen:izio3.
98 Cap. 1. EquazionidifferenziaH Par. 1.2. Equazionllinearidelsecond'Oldine 99
Ettm1)io t .18. Una massa rn, mobile su una retta orizzontale con posizione y(t ),
dovee> Oèunapiccolacostante, cheinseguitos.aremointeress.a.1iafartenderea èsonopostaad unaforzadi richiamoelastica - ky(es.molla), mentre su di essa
zero. Questa forzante descrive una solledtazione di tipo impulsivo: una foria agisceanche, dall'estemo, unafon:a/ (t) dipendentedaltempo. Inoltre, al motosi
in!ensa che agisce sul sistema solo per un brevissimo inlcrvallo di tempo (ad oppone la resisteru:a del mezzo, che supponiamo proporzionale alla velocità
esempio, unurtocontroun'ahramassa). L'equazionediITcrenzialecorrispondemes.arà
a. SirisolvailproblemadiCauchyperl'equazionepreeedenteconcondizioni
inizialiy(O)=O,y'(O)=O. mv''+ hy + ky =/(t)
!Suggerimento: procedere in due tempi: prima si de1ermina la soluzione
sull'intervall oditempo [O,t] risolvendoilproblem.adi Cauchy che riscriviamo come
conunapulsazione w cheaprioripuòessereugualeodivers.adaquellapropriadel
sistema, o:.io. Anchein qucstocasociaspettiamo fenomeni di ri so nanzaquando w è
vicino a ""°' ma come vedremo la presenza dell'attrito introduce delle diITerenze
determinando cosi la sol uzione su (t,+oo). Detta 112 questa so luzione, si pone significative rispettoalcasosenzaaurito studiatonelt'Esempio l.17.
La so luzione particolare dell'equazione completa invece non fenderà a ::ero . COll 'f! = arctan ~. Quindi il regime permanente della soluzione dell'equazion e
lnfatt i,perilmctodod i som iglianzapossiamocercareunaso luzionc dc llafomia di anenza è:
y(t) = C1cos(wt + R) + C2 sin(wt + /J)
y(I) = F sin (wt+/j-rp)
con C 1 , C2 da detem1in arsi. Not iamo esplicitamente che qualunque sia il va lore di
w rispcuo ad WiJ, questa funzione v(t) non p11ò essere soluzione dell'equazione
J<Wfi-Wl) 2 + (26w)1
omogenea (essendo 6 >O l'equazione caralleristica non ha so luzioni immaginarie con rp= arctan ~ .
pure, quindi requazione differenziale non ha so luzioni trigonometriche pure).
Pertanto il metodo di somiglianza garantisce che l'cquazio11e compk111 avrà Notiamo che la forzante produce una risposta del sistema, a regime, di tipo
effettivamente una soluzione di questo tipo, che 110 11 1ende a zero e quindi osc illatorio con la medesima pulsuione, ma un ritardo di fase. La cosa
rapprese ntaìlregimepcrmanentedclsistema . interessante è stud iare l'ampiezza della vibrazione, e la sua dipendenza da!la
Ut ilizziarnui 11umericornplessiperrisolvere l'equazione pu lsazione della forzante. Si osserva che l'ampiezzarimanclimitatainquestocaso
(ilmo1oèperiodico),c l'ampiezza
C= ~ = Fe"'[(~-Wl)- i26wJ
(i.~ - i.il)+ i26w (Wfi-Wl) 2 + 462..} Perstudiarcilsegnodiquesu1cspressione bisogna oradis1inguereicas i:
i) 2<'i2 <:: ~ (smorzamento elevato). In questo caso ~ <:: O sempre, perc iò
e la so luzione cercata~
Ao è minima per w= O. ln sostanza, in questo caso l'ampiezza dell'oscillazione è
tanto maggiore quanto minore è la pulsazione della forzanie(che comunque non
y(t) .. lm w(t) = lmJ Fe.P!("'Ì-~)- i26w] (c... )) - sarà zero)
\ (Wfi-Wl) + 462Wl i1) 26 2 <Wfi (picco lo smorzamento). In questo caso ~<:::O per
Wfi-
,..; <:: 2'52, perciòAoèm inimaper WJ =~ - 2'52. Perii valore
(~-Wlf + 462w2 1m{ [(~ - i.J) - i26w](ws(wt+/3) +isin (wt +fJ) ) } -
"'"'~
-
J'ampiczza èm assima,edèparia
(Wfi-i.?~ + 462..; {(i.fo-J)s in(wt+fJ)- 26wcos(wt+fJ)} = A- F F
- ../464 + 46!i(:>o-2si) ~
(s iricordi chc stiamolavorand oso110 1'i potesi 26 2 < Wfi ).
·~·. -··
102 Cap.1 . EquaziOnidifferenzlall Par.1 .2.EquaziOnllinearidelsecond"ordine 103
Tampicua della fOl7.lntel'. Queslo ~ il mOlivo per cui qui di seguito rifaremo il Supponiamo ora che la forzante tttcma sia un.a somma di tani i termini, del 1ipo
calcolo dcl valore di "" che rende massima l'ampiezza.
Il denominatore delrampiczza si chiama i~tcildel circuito, E (l ).: tF,sin (""it+ fJ;)
"'°"""'·
16 Questoconirastaronlan:g<Jlagmmilecheabbiamodato:"Anchescil1cnnincno10
contiene solo sin2z, in generale bo soluiione va ecrçata ndb formi Jhin2z + 8cos2z". In
quesio .:.SO,~. noliamo che a primo membro manca il 1cnninc in V, che nel c1kQlo ddle
deri''atc di f\inzioni uigonometrkhe ~ mponsabile dello •scambio" u-a funOOni seno e
coseno. Perciò escmlo il 1enninc not0 3.tin2z, possiamo «:r<:mo una sol~ dcl 1ipo
~~Alt' Wn
106 Cap. 1. Equazionl ditferenziati Par. 1.2. Equazionilinearidelsecornf ordine
perdefinizionediderivacad iunafunzioneavalciricomplessi
; a(i.' + i.i;)+b(i. + i 4)+c(: 1 +iz:) - l.6S. y{o:)"'e"( I-:r).
percill
a. Vcro.Questapropriell\valcper1Ut1eleequazionidifTcrcnziali linearidel
second'ordineomogen«•coefficienticominui.
"· Siar =a+ib,allora b. falso.So!uzionidi ques101ipo esiston0sempn:seicoefficienti.ooocos1ami
c. Vero.Per leequazionilin eariaooefficienticon1inu i valeun1corcmadi esistenzac
/(I)=~ = l(a ~ ib) = l~=·~i:;) = t(a2:"2) +it(a\-:)b')" unic itàingrandeperilproblemadiCal>Ch)'.
d falso. (v. rispostapmedente)
1.72. a. No, perclM! l'omogenea non t a coefficienti costanti, quindi non rientra nel
metodo ~iato. Peggio ancora, un toefficience dell'omogenea ~ :i rnenln! il co:rminc 0010 t
2e', due funzioni non simili tra loro, quindi non e'~ neppure speranza di "adauare• il
metodo a qucsta s icuazione.
b. Sl, qucstot uncaso scandanl, siccrcasoluzionedcltipo c'{A cou: + Bsino:).
c. No percM l'equ&~ione non è lineare (per LII p~scnu. del co:rmine !fl
d Sl, l ' cq~zionc omogenea è a coefficienti costanti, e il termine noto t somma di due
termini "standard": si può cercare una soluzione del 1ipo Ae' + sr + C:r.' + D:r.. (Somma
delledue soluzionichcsicerchcrcbbcro perttrmininotl2t'e~,rispeni vamcntt).Sinoci
che l'asscnZ11 div• primo membro compona che dobbiamo tCTCan= un polinomio di un
g:radoinpiùrispeuo a quelloo:lel sccondo membro, esenza1erminenoto
y(:i) =~z(cos2z+~sin2:i). t. No,perchti!1crminenocononèditipostandard.
108 Cap. 1. Equaziooi differel\lÌali Par. 1.2, Equazioni lineari del second'ordine 109
,.l- 4r+ 4 =0
a(8-6i-12+4i+ 41=I;01= ~i
( r -2) 2 =0;r='2(ndicedopp ia).
lntegralegeneralede ll'equazioneom<1genea
:(x)=e,.(c1+cix).
La:1<1luziooedell"equazi<1nerule ~:
b. Cw:hi111110unaso luzionede ltipo
.,(x) = Rtw(x) • Re (e-b~i(cosx+ isinz)) = -~e-bsinx.
9A-68 =0
{ 98 • 1 Cw:hiamo ora una :1<1luzione particolare dell"equazione completa, della forma
v(x) • Acosx + 8sinx
i/=-Asinx+Bcosx; v"=-ACOSJ:-Bsiru:
{r+2)2 =0;r=-2
Integrale generale dell'omogenea
z(x) = (qx +c,)e-:i. y(x)=-~cos.x-?=rsinx.
b. Cen:hianKJ unasoluzioneparticolarede ll'cquazione complcssa L'integrale ienerale dell'equazione di partenza ~ q uindi:
110 Cap. 1. Equazion l differenziali Par.1 .2. Equazioni lineari del second'ordine
Outn ·ulo ne l .S. Utilino dr ll 'tspont nzla le co mplrMo per un ttrminc noto S<iluzione particolare della oon omogenea: em:hiamol6
crigoncmict r lco, Si ~bbc pomto usare anche il metodo delresponenziale compleuo, al
j(:r)- Asinh;
modo seguente:
2si~: lm [2e"], Jl'(:r) : 2Acos2:r; Jl"(:r) : -4Asin2z .
perciò cerchiamo una soluzione w • Aeu dell'e<iuazione a termine noto compleuo
n/'+3w'- 4w: 2e".
sin2z (-4A +9A) •3sin2z; A• g;
u/ • Aie";ur" • - Ae" quindi j(:r):gsin2x
In questo caso, esse ndo il termine noto una funzion<: trigonometrica singola e non il
prodouo di una funzione lrigonomctri<;a e una esponenzia le, il •·antaggio di usa~
l"esponenzi aleeompl euorispettoa lle funzionitrigonometri<:hesiperdc unpo'
Jntegnilegencni!edelromogenca·
r1 - r - 2 = O;r: 2;r: - 1;
Dobbiamo pri ma ocriverc rimegn.le generale dell'equaziooe comple1a; per Far ~( l ) • c1c:11+c,e-• .
questodeterminiamoanzituttol'integra!egeneraledelromogenea.Equazionecaraneristica:
r+9=0; r=±3i 16 Qucs10 contrasta con la regola grnerale che abbiamo dato: "Anche R il termine noto
lntegralegenerale dell"omogenea: eonticncsolo Jin2z, ingeneralclasoluzione vacercatanellaformaAsin2:r+Bcos2z". In
questo caso, però, nociamo che a primo membro manca il tcnninc in JI', çhe nel calcolo delle
r(z)..,c 1c0$(h)+c,1in(3z). derivate di funzioni trigonometriche t rnponsabik dello "ocam bio" tni funzioni seno e
coseno. Pcrdò essendo il 1ermine noto 3sin2:l, possiamo cercare Ullll soluzione del tipo
Asin2z.~nonavessimofanoqucsta~onee,rispcnando la regola gcneralc ,
avei.simo cercato una soluzione Asin2:r + Bcos2:r, n· te di male: risolvendo il siSlcma
aVTTmmo 1r0vato B =O.
. ~... -··
112 Cap.1. Equazioni differenziati Par. 1.2.Equazionilinearldelsecond'ordine
Cerchiamo una so luzione particolare della completa. Poiché il Hccndo membro 6e:11 i
solu:ione dell'omogenea, ilmc!ododisomiglianzaprcscrivcdiccrcareunasoluzioncdclla
forma:
y{l )• Alci.. A(- 2i - 4) • l ; A • -:2i _
1
4• ~~+l!i • -g + -fo;
Soluzioncrealedell"equazionedipanenza:
Soluzioncpanicolaredellacornplcta:
ii(l)• 21c,.
=c-i- ( - ge05l -fosin1)
lntcgralcgeneralcdcllacompleui: lntegralegenttalcdcllacompleta:
y(t )=c1c2< + 0:.c-•+ 21c21 .
v{ t } = c-2< ( - grosl - ~sint) +e1c'+c,c-M.
b. RisolviamoilproblcmadiCauchy
{ ~\~):c;c~~::2 . 1 rl +Jr - 4 = 0
1.82....
(r - i) (r + 4) = O; r"' t,r"' - 4.
LasoluziooedclproblcmadiCamhy t ·
b. PoiclM! il tenninc noco ~ soluzione dell'omogenea, cerchiamo una soluzione
v(t) • -~ c 21 +~e-• + 21c:r> = c-:r:o (u- ~) + ~e-•. panicolaredctrcquazionencllaforma
: (l )= c1c'+c,c-Jo.
Ac-''[( 16.:t -8) + 3(-4:i: + l)- 4:i:].,, ,x-..
Cm:hiamo una soluzione panicolarc della completa. Poi<:ht il secondo membro è
e-:r:o cost .. Rc [e'(-iH)J, - 5A:5;A=- 1
,,,_,,, __ ..
Cap. 1. Equaziooi differenziall Par.1.2. Equazionll inearidelsecond'ordine
u"+2.l-3u=3er(u,;)
u(z)=Aer(i+,;J.
A= - /+si= 3{1~~-~i);
-~cos2% - ~sin2x
v(O) = "l"" J;
v(z) -
1.85.
Soluzionepanicolare dell'equazione:
r2+2r+3 .. 0; r=-l±i./2.
4... +4r+l • O.
v(z)=e-l•{,,1+0:iz).
,{O)=c1"" l ;
3cos(2z) • Re:Jf.:'"2>-
y'(O) "' CJ- ~e, - 2
cm:hWno una :roluzione del tipo v = Aenz dell'equazione
Soluzionede lproblemadiCauchy:
i/ +2v' + 3"' Ae'.,..{- 4 +4i + 3)"' 3e4z
11(z)=e- l•(1 +~z)
Cerchi amounaso luzionede ltipo: A= -l~ 4 ;"'~(- l -4i).
11(z) • «:z,,;
w
11 8 Cap. 1. Equazioni differenziali Par. 12. Equazionilinearidelsecond"ordine
b. Cen:andov =r troviamol'equaziooe
,..
v(:i)= "'i&l(-9cos3z+sinh)
Cen:andoy • z' troviarnol'cqu.aziooe
r(r-1)+3r+ l ,,.O; r=-I(radice doppia)
a.n>O; b. a =O
lntcgrakgcncrak.Ccrçhiamo y•;écoo
v(:i)= ~((2:c+1)1/3_ 1).
r(r-l)-4r-5 =0; r =H~J5
lmponiamolecondiziooiini2iali:
y( i )'"'c1+0z • l
( v(l)•o,("j>il) +o,("\") •O
l.H)2. vM •e' (1 +cosvlz- ~sinv3:i) .
c!asoluzionedclprobkma~:
y(:i)=
(
---r-
' - " ') :i,-+
•M ('+"') .,,
-
6
- :i.,- pcr:i >O.
..
.. ,, _ ..
120 Cap. 1. Equazionidifferenziali Par. 1.2.Equazionilinearidelsecond'ordine
)'(:r)=~(51og:r-l ) ))<'r:r> O.
Dobbiamo imporre le condizioni initiali
cla sotuzioncdclprobh:mat :
:r(l )=c1WS<.1 + c,sin<.J;I
r (r-1) - r + l =O; r = ~,r = ~ l nol~ sappiamo cheT = ~ = 2, pcrçiò w ="·Quindi ci "' -4, c-.i "" :.e
z(t)z-4cos1ft +;sinirl.
Jmponiamolecondiz.loni iniziali·
L'ampiezza~
ll primo isl.anlc in cui la massa taglia la posizione "' • Ot il minimo t per cui
·~,,, - ··
122 Cap.1. Equazioni differenziali Par.1.2. Equazionilinearidelsecond"Ofdine
in cui per il momento non conosciamo nessuna delle costanti A, </>,w. Calcoliamo andie la
vdoçità
:t'(t) • -Awsin(wt +'>').
D.alconfron1otralcducformulc ricaviamotidentitàutile
0:(1) 2 +r~)
1
o anche *' A' '111.
1.109. PoicM I = 5m, g .. 9.8m/ 11, si ha w = ./f • l.4/1. Possiamo calco lare
sub ito il periodo
mentre ad un altro istame 12 ~ 0:(12) = 3,r(12) = 4, il che implica che
3 2 + (~)' = A 2
e la frequenza 11 : 0.22/ 1.
Abbiamo quindi 2 equazioni nelle 2 incogn ite A, w, cl>c ci pennettono di de1enninarle:
Per calcolan il mOlo dobbiamo imporre !e condizioni di Caochy all'integrale generale
dcll'equarioncdclpendoloperpiccoteoscillazioni:
percibilmoto!descrinoda
124 Cap. 1. Equazionidifferenziah Par. 1.2. Equazionilinearidelseçond'on:line 125
Se scesJ iamo come origine delle 11 la profondità I a cui la base del cilindro si trova in l . 112. L'equazionediffermziale t
condizioni di equilibrio. ciot poniamo Y - y- I. otte~mo
>/+ 26v'+..fv - o
Y-=-VY con ,..?:~. con 6 • ~ -~ =- 3/s,u? : ~- ~ • 4/s 2,quindi
Siriconos«l'cquazionediun osc illacorearmonico. llmotosarà y"+ 6y' +4y=O
Y(l)•c1coswt +ois ino.il chil possiamo risolvere direttamente. anzicht applicare la fomrnla ascratta trO\lata al punco
prc.:edente.Equazione caraneristica
T~ tlvòW
126 Cep. 1. Equ<U:ionl dtfferen~ieli Per.1.2. Equ!IZionll inearidelsecond'ordine
e soluzione
=h[si~- ;;si~t]
b. PerF =i.'11= 1,w = l +ts ilta:
1
11(t) = - ( t +ti)lsin(I +t)t - ( I +t)s in1 j =
< l 2
27s k>g 7="7s
(7 + .,15)
t-
-( 2 t +è)[sin(l+t)l-sint)+~
1
=
quindi lo .. 27slog
l 7="75
( " "") :::i 0.1 48s Per t-O.l ungralkodiql>l'slafunzionetil11eguen1e·
y (2J51o&
' (""")) ~ :::i l.06m
e il punm di ma~ima dis1anza dall'tquilibrio ~ JIOSIO a cin:a l.06m. quindi dopo soli 6cm
dalla pmenza il punto invene il suo percorso. Poiché per l>lo t y(t) d««lscente e
11(1)--. O per t .... +oo, ne segue che sani 11empn: ,{!)>O, perciò la massa non supera mai
itpuntodiequilibrio(eloraa.a;iun&esoloall'infinito).
chtriscrivi.arno(semplificandoperwlasecondaequazione)
Soluzionepan icolaredc!lacompleta(costante):
c 1coswt:+oisi!1<.1€ • J;:[l - cos(wt:)J
( -c 1 s~+o,coswe=f;sin(wc)
I
11 - ki:" Sistema lineare di dueequaiioni in due inc:ogni1ec 1,o,. Notandod•• ildetttminame
lntegn.legeneraledell'equazione: dclsil;temavale l,ècomodorisolverloC<llleoremadiCramer.Siottiene
lmponiamo ltcondizioniinizi1 li :
=~(cosw(t- t) -coswlj.
La so luzi()l)C delproblemadipartenu(cooforumeimpulsiva)èquindia:iscgnatada·
Poniamo d'era in poi per semplicità w • JF. (Sine>tidiequestafunzioMèeffcnivamcnteC 1(0,+oo), perchtla11 2 èsta1aappositamen1e
cosll'\Lita,me.:liame lecondizioniin izia li imposte, inmodcdaraccordan i coola y 1 in rnodo
111(t) = t11- cos(wt)J,Jl\ (e) "' icwsin (wt). C')
Ricordare che w • JF..
Risolviamo il problema di Calll:hy:
130 Cap. 1. Equazionidifferenziali Par. 1.2. Equazionilinearidelsecond'ofdine
~
iniziali
b. Per t --> 0,l'espren ione analiticadi u(l)sari datadal limite di quella di 1"1(1),
percillcalcoliarno
eproduceun'ampkzza(pokhéF=3)
F 3 .j3
A = ~=~ "' 8
Calcoliamo il limite col teorema.di De L'Hmpi1al(derivandonumC1"11!0rc edenominalOR!
rtspe11oadt);
~
... con cp= arctan p , , 8 • 0,w = 120,F • 50,C • 2· 10- 3,L = 1/ 20, R • l.percib
·~,,, - ··
132 C ap.1.Equazioni ditfarenziali
0Jr.ionipossibiliperlerispos1e·
A. L'usualeprodonodiduenumerireali
B. Uprodonotraunoscalareeunvenore
C. llprodonoscalaretradueveuori
D. llprodonomisto
E. llprodonovenoriale
1 Ognivoltac heparliamodi unacirconfercnza(odiun'altracurvachiusanota,corr1t l Questa curva fu utiliwna dal matematico greco Dioclc di Carisio (intorno al 200
rellissc) come curva parame!rica, se non specifichiamo di versarne me s i $01\0intcnde di< s ia a.C.) per risolvere il famoso prob lemadelladuplicaz!One dcl cubo. La parola "cissoidc"
pcrroruuna so lavolta e insenroantiorario. sign ifica "aformadicdcra"
136 Cap.2.Calcoloinfinitesimaleperlecurve Par.2.1.Calcolodifferenzialevettoriate. Curvecontjnue, regolari 137
Ckcorre ancora mostrare ehe la curva è semplice. E' sumeieme osservare che a Ricordiamocheasscgnareunacurvapianainfonnapolare
dilatata)sitrasformeràinquclladiaiua:zioncpolare Esercizi
p • ka e~f-lo) per (JER. 2.8. Scegliere "Vero" o "Falso" per ciascuna delle seguenti affennuioni. Si
n1ccomanda di ri spondere a ciascuna domanda prima di leggere le suc«:ss ive
O'a!troeanto: Sia ; unacu rvaparametrizzatada r : [a, b]-.R"'.All0111:
a. Si dicec he 1 èchiusa sea = b
b. Sidiccche 1 èrego lare scrE C 1([a , b]) .
pur di scegliere Se 1 è regolare, r'( t)è un venore tangente alla curva per o goi t.
d. Se 1è unacurvasempl ice, cc namcntcnon èchiusa.
()o= ~logk, Se un a dellecom ponentidi 1 èz(t)=e1, alloralacurvaèsemp1ice.
f Si diceche 1 èchiusaser(a)•r(b).
quindi qul!'S ta rotazione dell'an go lo ri porta la spin1 le a sovra pporsi a quella di Si dicevelocità scalare laquam ità lr'(t)I.
partenza. Se lr(t)l• lallora r (t)· t' (t)= O.
Sid ice che 1 èrego lare sei#QVt E [a ,b].
f x = cost + tsinl t [- [
\ 11 =sinl - tcosl E 'lf , 11' .
Stabilireselacurva 1 ècontinua,chiusa.
Calcolare il vettore derivato e il suo modu lo, semplificando le espressioni
F!g.2.2. Spiralelogaritmica 2. 10.* Conic he in form a pola re. Dimostrare che la curia descritta
dalrequazionepolare
lnline. osserv iamocheseeseguiamounadilaruionediunfattore
k= e:i..••, per nEZ,
dove t, psono parametri positivi e" varia nell'intervallo in eui il secondo membro
l'esitodellad ilatazioneèlacurva
èdefinitoe pos itivo,è una eonica,eprecisa~nte:
un 'ellisse se t< l
una parabola se t = I
che eol cambi o di parametrizzazione tr = "+ Zmr, (}'E IR risulta la stessa curva
di partenza. (Sirifletta sull'importanzadelfattocheilparame1ro(Jvariainlutto !R
{ un'iperbole
e non in un intervallo limitato). Notare che il parametro 1" sì può ancora pensare
come angolo di rotazione rispetto ai medesimi assi, essendo stato incrementato di
Zmr, ina ltreparolelacurvahalostessosostegnodique lladi partenza.
P- l +~os() '
t1vaW
140 Cap. 2.Calcoloinfinitesimaleperlecurve Par. 2.1.Calcolodifferenzialevettoriale. Curvecontinue,regolari
2.11. Sia 7 lacurvapianadiequazionepolare Scrivere le equazioni parametriche di1; stabilire se la curva è: continua,
chius.a;calcolareilveuoredcri vatoeilsuomodulo,scmplificandolcespressioni
p=sin 2 G) per1' E[0,21r]. trovate;stabiliresclacurvaèn:golan:,pre<:isandoi11casocontrarioipu11ti11on
regolari
a. Scrivcreleequazioniparame1richcdi 1 .
b. Srabilireselacurvaèconti11ua,chiusa 2.15.* Sia1 la curvadiequazioniparametr iche
Calcolare ilvenorederivatoc il suomodulo,semplificandoleespressioni x= tcost
trovare y= tsi nt tE (0,2trJ
d. Stabilire se la curva è regolare, precisando in caso contrario i punii no11 { .i=tZ
regolari.
Stabilireselacurva ècontinua,chi usa;calco larei l venorederivatoeilsuo
2.12. Sia 1 lacurvapianadiequa:i:ionepolare modulo, semplificando le espressioni trovale; stabilire se la curva è regolare,
precisandoincasocontrarioipunrinonregolari;scrivereilversorerangente
p=2+cost1 per t1E(O,tr].
a. Scrivere leeq uazioniparame1richedi 1 . 2.16.• Siconsiderilacurvapiana(dettatrQllrice')diequa:i:ioni:
b. Stabilirese lacurva ècontinua,chi usa.
c. Calcolareil veuorederivatoe il suomodulo,semplificando leespressioni r(t) = ( a(t - tanM ), CO:ht) per t E R,
trovate.
d. Stabilire se la curva è regolare, precisando in caso contrario i pun ii non doveo.èunparametropositivo.
regolari. a. Si dimostri che lacurvaècontinua, nonchiusa, scmplice, n:golareatrani
conununicopuntosingolare,e dotatadiunasintoto.
2.13. Sia1lacurvapianadiequazioniparametric he b. Si scriva l'equazione della rena tangenteallacurvanelgenericopunto A,
dellacurva,siconsideriilpuntoP1 diintersezionediquestarenaconl'asse:i:,esi
{: : ~;: 1)2cr t E [O, I]
calcoli la lunghezia del segmen to PaPi. ver ificando c~e questa lunghezza è
COSIQnte(questaèlaproprietàcaratteristicadellatranrice).
[Suggerimemo: scrivere l'«1uaiio11e della retta tangente nel generico punto
Stabilireselacurva è:continua,chiusa. dellacur.•ane llafonna g_(u)=.r(t)+u.r'(t) doveu è ilparametrosullarena etsi
Calcolareilvenorederivatoeilsuomodu lo,semp lificandoleespressioni pcnsafissato;poiesprimereil funzioneditilpuntodi intersezione di questa retta
con l'asse :i:, e calcolare in fun:i:ione di t la distanza tra questo punto e r(I). Il
c. Stabilirese lacurvaèregolare,precisandoincasoconrrarìoipunti11on risultatodev'essere indipcndentedal].
regolari
2. 14.* Si•7lacurvapiana(dettasesticQJiCQ)llej4)diequazionepolare
'QuestacurvafuintrodouadaClaudePerraultnel 1670,estudiatainsegul1odalsaac
Newton nel 1676 e daChris.tian Hu)'1'e!IS nel 1692. La sua proprietà interessante ~quella
'Sesiscriw:l"equazionecar1tJ/<m<Jdiquestacurvasitrovaun'equaziooede16° ordine, espres.u nelpuntobdell'csercizio. lnoltre,!asuperficiedirom:ionechesioniencfacendo
dacuiilnomc:disestiça. Qucstarnrvafustudia1aperprimodaMaeLaurinncl 1718. ll ;:!~~~::a~:::~~~-~ denapmdrufera cd~ un o~ct~~ imrynante nella
nomedi "seslicadiCayley" fuattribuitoallacurvane1l900.
142 Cap. 2.Calcolo infinltesimaleperlecurve Par. 2.1 . CalcolodifferenzialevettOriale.Curvecontinue.regolari 143
Si noli che, rispello alla paramC'lriuazionc dd punto a, abbiamo sostituito t con -t per
inVC'l1ire il verso dì percorrenza, e abbiamo raddopp iato tintervallo dcl parametro per fare
due giri.
c. {;:~:~I IEIO,+oo)
Lasemireuasicos1JUisceinfont1aveuorialepooendo
c(l)=(i, 2) +1f(-J,3)-( l , 2)1 <;0Dt "2;0
t. {; : ;;i:~t te [~,~11]
~stare •ttenzioneall'intervallodcip~tri
f. {; ~ ~ ~~I IE[O,l)
llsegmento i icoslrllisceinformaV<!norialeponcndo
r{1} .. (l,2}+ti(2,-l)-(l,2)) coo1 e[O,I)
Silla:
i:'( l)=(-sint, cosl,l);
'Curvas1udiat.ada. Camill~to~Gcrono(t799- 189l)
1 Curva studiata originariamenle da. Albmht Dattr bel 1525, riscopma
succeuivarnenteda E1imnePasca!(padrcdi BlaisePascal).
z:(t) · i:'(I) = (cosl,sinl,t) · (-sint , cosl, !) = -sintcost +sinlcost + I = t;
I Questa e<iuazione parametrica sembrerebbe immediatamente traducibil~ in forma
polarop = l+4cost. Tunaviasiosservichc quest'ul1imaquami1àpulldivcrnarcncgativa
K4< l ,cootroilsignificato &eometrico di equai.ionepolare .
144 Cap.2.Calooloinfinitesimaleperlecurve Par. 2.1.CalcolodifferenzialeveltOliale.Curvecontinue,regolari
2.8.
r(t)l<[(t)= • ; ·1
co:it sint t =(sinl -lcO'll, - cost-tsint,l)
a. Falso(confrontareconladomanda.I)
I
- smt cO'J.I l
b. Falso.Manca larichiestar' (t)'f.QVI
c. Falso.E'vffllsoloser'(t) 'f.!l..'il(inquan1oilvenorcnullol>Oflpubdirsitangl'!1te
1 unaCul"\'a,dal pumodivistagcQmetrico)
d. Falso. Ad esempio, la circonfermza t semplice e chiusa.
lr(t) xr'(t)I • J(sint -tcost) 2 +(-cost- tsint)1 + J ,.
t Vero.l nfani e',e quindi [(t). nonassumeduevol1clostcssovalorc
f. Vero.
= ,/sin2t +tlcoslt - 2tsinlcosl + coslt + tlsinlt +2tsintcosl + l= .;z+il: g. Vero.
h. Vcro.SidimO'ltradcrivandol'idrnti!lll .. r( t)·r{I ).
Infine. il prodouo miSlo di)· (r( t) x r'(t)) è ovviamente nullo perché due dei tre venori i. Falso.Siconfron1iconladomandab:ques1avol!acisièdimen1icatidirichiedcre
sonougualitraloro,quindi inpanitolllll!puallc!i che innanzitullo dev'essere tEC 1(1a,bl) (ipocesi senza li quale la richiestar'{t) 'f.QVt
nonhaMppure~so)
2.9.
a. Sia r(t) • (cost + tsint, sint - tcost). Le comp<>Mnti di r(t) sono fW1Zioni
con!lnue,quindilacul"\'aècontinua
r(-ll") = {-l,-11);t(:rr) =(-!,,,.}I- r(-11), dunque la curva non è chiusa
z2{1-t2)+.j- 2pc2z-r2,; .. o.
l. 7. Siha: i:'(t) = (R(i - cosi), Rsint),
Questatunacurvaalgebricadisecondoira<:fo,quindiwiaconiea.Osservandolaparte
r''(t) = (Rsint,Rcost},lt'(t)I = R. di se<:ondo grado si osscrva che: per O< r < l si ha un'ellisse (~flkienli di z 1 e ,;
coocordi),pcrr> l un"ipcrbole(cocfficien1idi z:2e111 di$c(lrdi),pcr r - l5ioniene
,/-2px-,l • O,
146 Cap.2.Calcoioinfinitesimaleperlecurve Par. 2.1. Calcobdifferenziale ve!loriale.Curvecon!inue,regolari 1• 7
che t una parabola. Notiamo che nel ca.so dell'iperbole si uova un ramo solo, come d. Lac\llVanonèrego!are,haunpun105ingolareinr(O)= r (21t)=(O,O).
suggeri10 dallal imi1azionez ~ - p.
L'equazione p - ~s i 1ranaallos1cssomodo: inqU$0caso si ha
~ - tc( - z +p)
e, pcr z=:; p, ckvando al quadnHO si ln)Vll un'equazil)l!e con la $le$$a pane di secondo
{ ;~ :; :::::~
gradodelcasoprecedenle. b. [..acurvaècootinua,nonchiusapen:IM!z(O) = 3; :r(w) =- 1.
é(tf} "' (- 2sin1' - sinW,2cos1' + cos21');
8 Fig.2.3. Lacurvadelresercizio2. 11 .
Lacurvanonèregolarenclpuntor( t ,,.) = (0,0). (x(u), 11(u})= (a(t -tanht), c~t) + u(tanh1t, - e:~:,)
8
:i: (u) : a(t-tanh_l)+ u1anh 2t
{ 11(u) =~ -u ~
·~·. -··
150 Cap. 2. Calc:oloinfinitesima leperlecurve Par. 2.1. Calcolo differenzia le ~ettoriale. Curve continue, regolari 151
ln queslQcaso p'=-osinQ
Fig. 2.6. Latrattrice , Esercizio2.16.
lr'(DJI • J(i + 6CosQ)i +"1 • in'6 - ./(! + .. 2 )+ 2<>sin6
sint • -~
'"
non ha soluzioni in quanto ~> I per a E (O , l ). Quindi la curva ~ regolare se
Fig.2. 7.Laproprie~caratteristicadellatrattrice O<a< !.
eperques1iduedivenivaloridelpanmetroèz:(l);(0,0),<1$$ial1curvapas1adall'origine
due volte.
Fig. 2.8. LemniscatadiGerone , Eserci:zio2. 17. Riassumendo:
Lacurvaèsemprecontinuaechiusa.
La cwva è ovviamente continua e di classe C 1. E' chiusa ixrclH! Laturvaèregolan:pera #- 1,ha.unpunlo Singolan:pera =l
La cwvaè semplice se O< a S I, intncci11.ase a> I
z:(O)=r(2ir)=(l,0).
·~· .. -··
152 Cap. 2.Calcoloinfinitesimaleperlecurve
~
Riferi men10: libroditesto[BPS2],cap.2,§4,5
v·
Fig. 2.9. Chiocciola di Pascal per a - o.r.. Semplice e regolare
2. 19.• Quali delle seguenti scritmre possono indicare correuamente un
inttgrafe di finea di prima specie? Per ciascu na scrittura, dire se è corretta o
scorretta, nel secondo caso spiegando con precisione perch~.Si raoxomanda di
rispondereaciascunadomanda primadileggere lesuecessive.
[t(t)i(t)dt
/,t(t)li(t)ldt
8
Fig. 2.10. Chiocciola di Pascal per a"" l. Semplice e non regolare
d.
[t(r(t)) lr'(t)ldt
[1(1)lt'(l)ld.11
~
coordinata y de l centroide di una linea materiale omogenea"(/ Per ciascuna
sc riuu ra, dire se è corretta o scorretta, nel S«ondocaso spiegando con precisione
perch~. Si raccomanda di rispondere a ciascuna domanda prima di leggere le
successive.
V
Fig. 2.11 . ChioccioladiPascalpe<a ,,. 2.lntreeciataeregolare
Yc=±[vr'(t)dt
Yc= ±[11li(l)jd1
154 Cap. 2. Calcololnfiniteslmaleperlecurve Par. 2.2. Lunghezzadiunarcodlcurvaeintegralidilineadiprimaspecie 155
'· Se 7 tunarcoditurv1regollre1trani,1llontrenific1bile.
d. Esis1onocurvcret1ilit1bili non regolari a tratti.
t. Esis1onocun·ctonti nuc nonrtttifte•bili .
f. Se una turv• t rcuilicabilc ma non t regolare• tratli , oon t possibile
talcolamclalunghczza.
g. Seuoaturval:regolareainni, l•sua lunghczza t uguale •flr'(t)ldt.
L • f da •
}, o
J.
" Jw+
2
~d1'-2wJw+
4w
~ = ,/(2wR)2 +hi.
4w
·~·· ~ ··
156 Cap. 2. Calcolo infinitesima leperlecurve Par.2.2. Lunghezzadiunarcodicu rvae integralidilineadiprimas pecie
Veniamo al momento d'inen:ia. Si chiede di ca lco larlo ri spetto all'asse .x, EJt mpio Z.4. Si consideri l'arco di curva 1 parametrizzata in fonna polare da:
perciò la formula da usare è:
p = l + cos1', 1' e [-11", • ].
d.J= ~d{J.
Calcoliamoperc iòr/ = -sin{) e quindi
8 .
F;g.2.13. LacurvadelrEsempio2.4
Esempio 2.6. Una cunoa reui fica bile ma non rq:olare a tratli. Mostri amo un
esempioesplicitodiarco dicurvacontinuacherisultarcnificabilepurnonessendo
regolareatratti.Lacurva,cheèungrafioodi funzione,y = /(z )çonzE [O, I], si
Trattandosi di una curva pianacheègraficodi una funzione di una variabile definiscebeneconunacostruzionegeometricaiterativa.
y = f(x), applichiamo la formula per il calcolo dell'elemento d'arco Definiamo prima / (z) in (O,~]. come la funzione che ha il seguente grafico
("a iriangolo",conscgmentidipcndcnza45"):
ds= Jt+f'(z) 2dx,
pcrtiòessendoy' =Shz,
L 1:
= Chzdz = 2[ Chzdx = 2[Shx~ = 2Shl. Poi la definiamo anche in [~, ~
graficosimile,madimezzatoinscala:
+ U aggiungendo in questo intervallo un
Esercizi
Lungheua di un arco di cun·u, paramerro arco
e procediamo indefinitamente, definendo così la fu nzione in IO, ! ). Infine 2.23.* Siconsiderila cicloidel2;
poniamo / (1) =O. La funzione risuha cosi definita in tuuo (O, I ) ; ~ facile rendersi .r(t) = ( R(t-sint), R( l -cost)), I E IR.
contochesitranadiunarcodicurvacontinua.lnoltre,lasua lunghe:aapuòessere
approssimatadallalunghezzadeiprimi passidellasuacos1ruzione: adognipasso a. Siverifichiche èunacurvaregolareatrani,esiindividuinoipunti
intermedio della costruzione è una poligonale, e se distendiamo i suoi lati lungo la singolari
diagonale dcl quadralo che ha per lato l' intervallo [O, l ], ci accorgiamo che la b. Sicalcolilalunghenadcll'arcodicicloidechesionienepert E (0, 211").
lunghezzatotaledellacurva, ossia l'estremo superiore delle lunghezze di queste c. Siriparame1rizzi l'arcodicurvapert E {0,lf] mediantci l parametroarco.
poligona l i,~ uguale alla lunghezza della diagona le del quad rato di lato I:
··o
2.24.* Calcolare la lunghezza dell'arco di spirale logaritmica, espressa in
L= ../2. fonnapolareda
p = acw pa" E (- t?o, ..,o],
in funzione dei parametri positivi a ,b,..,0 • Quindi scrivere le equazioni
parametrichedellacurva mcdianteilparamctroarco.
·~AAoo
... ... .. ..,
2.25.* Calcolarelalunghezzadell'arroditra11ricelJ:
·~·. -··
162 Cap. 2.Calcoloinfinitesimale perlecurve Par. 2.2. lunghezzadiunarcodicurva eintegralidilineadiplimaspecie 163
{ ~:;sint
' = '""
te [./2.J7]. 2.39. Calcolare la lunghezza dell'arco di curva piana la cui equazione in
fonnapolareè:
2.34.* Siconsideril'arcodicun·aparametrizzatada·
:i:=t2(t+ t ) t [- I lj
{ y=t 2( 1-t) E ' .
2.40. Calcolare l'integrale di linea
a. Stabilire se è l'arco di curva è continua.chiusa, R"golare,determina ndogli
eventuali punti non regolari.
b. Calcolarelalunghezzadell'arcodicurva.
J,.;;,,
2.J5.• Sìconsiderirarcodicurvaparnmetrizzatainfonnapolareda:
dO\'Ci è l'arco di curva 'g == tsint
'"" te [0, 211"].
p= lsintJj, pcr (JE [0, 27r]. { z= t1
a Stabilire se è l'arco di curva è continua, chiusa, semplice. regolare,
2.4t.• Calcolarel'in1egraledilinea
determinandogli e,·entual i punti non regolari.
b. Cakolarelalunghezza dell'arcodicurva
17 Co~ suggerisce il nome, q~sta curva è disegnata ru! cono x 1 + y2 "' z 1• anzicM
su uncilindro romel'elicacilindrica
166 Cap.2.Calcolo lnfinitesimaleperlecurve Par. 2.2. Lunghez;:adiunarcodicurvaeintegralidi lineadiprimaspecie
2.43. Si consideri una linea materiale omogenea (detta asl1'Qidel8) di { li·~= rsin1'
~''• E [o~]
'2 ·
Calcolan:lecoordinatedelcentroide
z= Rcos3TJ
{ y= Rsin31' '(Je j0,271').
2.48. Siconsidcrilacurvadiequnioni
Si calcoli la sua tunghe:aa e il suo momento d'inerzia rispetto all'asse y,
indicandoconf\f lamassatotale.
2. 50. Siconsideril'arcodicirconferenzaomogenea,dimassaM,
{ y=
·~ rsin1'
~"' Oe [~ ~.]
4'4 ·
*
1 Questa curva~ una particolare ipocldoide. Si veda l'&ercizio 2.27 per la definizione
di ipocicloide. Calcolareilmomentod'inerzia r ispettoall'asse y.
l9 ArchimedediSiracusa(-.200a.C.)s1Udiòquestacurvanelsuolibro"Sullespirali",
oUellt'ndo due risultati che per le idee coinvolte anticipano il calcolo infinitesimale
moderno: ilcakolodell'are3 nicchiusadalprimogirodispirale,eladetcrminazione dell3
pendenza della retta tangente inognipunto.Archimededàdiquesta curva unadefinizione
cinema!ica: unarenache haun'estremitàfiuataruotaunifonnemente;sudiessa simuovedi
moto uniforme un punto. U. eurva dturitu dal punto ~ la spirale di Archimede. Come si
vede,qucstadefinizionecorrispondeesattamen1eallar>O:$traequazionc:in fonnapolare
168 Cap. 2. Calcokllnfinitesimateperlecurve Par.22. Lungheuadiunarcodicurvae integrali di lineadiprimaspecie
/,:i:da
2.54.* Sia .., la lin ea materiale omoge nea di massa. m, rappresentata dall'arco
di curva piana, grafico della funzione y= log:i: pcr :i:E [1,3]. Dopo aver scriuo
l'elemento d'arco ds, calcolare il momento d'inerzia di 1 rispetto alt' asse y.
Soluzioni §2.2.
?.?I.
ScorrettG.Ladistanzaalqu•dn11odall'assc11nont!l,mai' +z 2 • CakGl iamopcrt E IO,,,.)ilpanunclrOan:o
Scorretto. Ladisumzaal quadratodalrasse 11 non~.,i + ,;, ma .,l + ,2 .
c. Corretto. Questo t il momento d'inc~a scri!!G in forma si mbolica
d. Scorretto.Manca ilmoduloalvcttC>Jedcriwto.
, • ..f2n1'~dr =
"" CO!Te!to. Questo~ il mom•nto d'inenia serino in forma esplicita.
(conic•kolifanisopn)
2.21.
. a. Falso.Esi$I0110curvecontinucnonrenificabili, v. [BPS2), cap.Z,tU,Escmpio
44
b. Falso. La defin iiione di n:ttifkabilit\ si dà mediante restmno supcriGrc delle
lungMucdelle poligonali inJcriuc,cladcfinizioochascnso&nehcpcrcurvcnonregolari,
pcrlcqualiz:'(l ) potrebbenon csi$tere
c. Vcro,qucstoèuntcorcma (v.I BPS2J, cap.2,§4.l , Teorcma2.4)
d Vero, come si capisce impficil3111Cnte dalle d..e risposte precedenti. Non è
immcdialG costruire un ~pio di quesio tipo, tunavia. Se ne forn irà uno nell'EscmpiG 2.6.
e Vcro, v.risposla a.
f Falso, si puOpcnsaredicalcolilmC la lunghczzadireuamcntcdalladefinixionc,
anziclM! ~ruidol"integrale de!lavcl<Xi~scalare
a. Vero, questo è un teorcma(Y. (BPS2), cap.2, ~. I , Teorema2.4)
?.23.
Lacurv.11 ~cvidemementcdiclassc: C 1 .Si1La·
• ~m - GO
172 Cap. 2. Calcolo infinitesimaleperlecurve Par. 2.2. Lunghezzadiunarcodicurvaeintegralidilineadiprimaspecie 173
ew • l +~
"=-,I logl
( +~
'' ) pcra e(O,+oo)
avl+b1
c laparamctrizzuionemcdiameJt:
w
e= ( l +~,
•• )
leequaziooipar.une!richesoooquindion:
per•E/0,4R).
i •=•"""'"'(•)= 0(1 +;fr..)0"[1101(1+;t,;,)]
:i~
. .. " . .
\ ' • ,.•l.,,;od(•) •o(i+ ;t,;,)•lo[/1og(1 +;t,;,)]
per aEIO,+oo)
Fig.2.15. Lacicloide(per te[O,S"ll Si ha:
Calcoliamoon.,pert >O·
•• la::.>r • alogcosht
C1koliwnooniilpar1mc1roorco:
T~ tlvòW
m-m - GO
174 Cap.2. Calcoloinfinitesima!eperlecurve Par. 2.2. Lunghev:adiu n arcodicurvaeintegralidi ~nead iprimaspecie
EBEB
d•l =
per 1e [O,+oo]
.EB
. ·: . .
pçriodkaclacurva èchiusa
b. Se o~2 è un intero, r(I) è pçriodica di pçriodo T • 2:11'. La curva r(t) per
te[0,21r)èchiusa
c. Lacurvaèdi cl;osseC1 .Calcoliamo
r'(t) • (-os in" + osin(o1'},ocost1- ocos(o1'})
perl.: • 0,1, 2, ..., o-2. lz:'(t) I =( o. - 6)./2J1 +o;os{i1') • Oper: 1' • ;11( 1 + 21.:), per i.: e z.
d. Cakoliamolalunghezzadell"arco dicurv;i.pert E[0, 211J·
=o./2·~-=!lo.
perk w 0, 1,2, .,o-1
d•>- (•;·(~)··"(~))
<= (a-b)./2;·(1[' ~dt= ~(-> - (..,,(~)- ..;·(~)) .
:.
"'"
(ilcalcolodiquestointegralet simileaquellofa110nell'E.sen::i2io2.23)
=(<> - b)./2b[' J~s~~ostdt = 8b((l - b). La curvaturll di que$ta spirale coincide col parametro m:o: più arco percorriamo, più la
lineasiincurvall
.
*$ _,. .~ . .
_,
.
0
Casogcneralc,nintero ~ 2;
dinuovoj['(tJI= lei =• .
1ll l:'>S,ddd= fol 1 sin 2 ddd=k~ perk = 1,2,3, ...
Scriviamol"equ11Zionediunacin:oofettnzapassameperl'originc,inmodoche
troviamo un punto le cui coordinate sono date dagli imtgra/i generalizzati dì Franti, che l'originesiailcemrodirotarionc:
conVttgOnoaivalori r{1') - {R+ Rcosd, RsinD),D E (0, 2,,.]
L'as.sedi rou.zioneèl'~sc :, quindiladistanzadelpuntodalrasseè!asuadistanza
dall'originenelpiano {r ,v):
L .. 2:rR;d& = Rdd;
[2r:sinhu;dr=~eoshudu]
.. ~ l"(l +2cosD+cos2D}dD • ~(2~+0+11) = ~mR2.
Osserviamo che per il calcolo degli integrali definiti non siamo passati attnl'l"cno la
primiti'l"a, maabbiamoricordatoche
180 Cap.2. Calcoloinfinitesimaleperlec1.1rve Par.2.2.L1.1ngheuadl1.1narcodicurvaeilltegralidilineadiprimaspecie 181
Rlcordiamoorachet
2
= 2./2[3. 18(4 + 91' )""'' [ = w(ll311-8) .
'uvaW
182 Cap. 2.CalcoloinfinitesimaleperleCUNe Par. 2.2. Lunghezzadiunarcodicurvaeintegralidi linead iprimaspecie 183
:L
r(1')=((1+simJ)cost1,(l+sin1')sint1)
poiclM!r(O)• ( l ,O)er(•)"' (- 1,0), lacurva non~chiusa.
b. o: •( l+ sin6)c0$6, pen: iò
i l.:tlda • 1·
j{ I + sin ,,)cost1l.,/2(1 + sint1)d6 •
Fig.2.20.LaeurvadelrEsercizio2.32
..;;;;;;;= il=
CD
Per1' .,,0,:rr,21f, li(")I • .,/sin1 ,,+cos 2 I.
CD
e_c:) -1 -o.!
'
o.•
Fig.2.22. Lacul'\ladell'Esercizio2.36
i
Fig.2.21 . lacurvadell'Esercizio2.35
i(t) • (Jcost - 31sinl ,3~int +3tcos.t,4)
Nei punti "=0,:rr,21f (corrispondenti all'origine) non esiste /!(1')equindi la curva
nonèrcgo!are. Aldifuoridiquc:lpunto,èrcgolarc.
L = fo" 1d1'=2n.
l=l~dl =
p "' cos6;da • .;;;;;;di!= ./2(1 +t in6)d1',
lacUl'Vllècontinuaercgolareper ,,E[O,ll"j. Lacurvainfo•maparamctricastandard t
184 Cap. 2. Calcoloinfiniteslmaleperlecurve Par. 2.2. Lunghezzadiunarcodicurvae integralidilinea diprimaspecie
lc'(t)l=~dt.
descrinQdal!c e<:Juazioniparalll<'triche:
-21- 1
Ch1udu • [ShuChu+ul:--' = /2 + SenShl.
d~ • lc'(1')id" = JR lsimk0$"1d1'.
' llVd~J
186 Cap. 2. Caloolo infinitellimaleperlecurve Par. 2.2. lunghezzadiunarcodicurvae integralidi lineadi primaspecie
M
Fig.2.23. L'estrolde (Esercizio2.43)
t =T1(=i1 +YJda=
(utiliuandoicalco!idell'escrciziopreccdC11te)
Silla:
't1vaW
188 Cap. 2.Calcoloinfin~esima leperlecuive Par.2.2. Lunghezzadiunarcodicuivaeintegralidilineadiprimaspecie 189
(~.~)
Quindi:
2.49.
o. .c(-i) • .c(i) • (0,0); [(1') • (-sin2",cos2.i) t- (0,0).
b. ~
11Rh/7il+iii
d.a=Jl +/'(x)' d:i: =Rdx = ~dx
{ ::::::: 1'E[0,21rj.
1 =!!{ /.z2da,..!![[z2~dz =
~ - J2-2cost-(l-cost) 1 =~ = sint
1.~da =./2{sint~dt=
Contesto. Nel 1608, 1609 e 1619, rispeuivamente, Keplero fomrnlò le sue ire leggi r"=~=-~r- (I)
sul moto planctario. Si traUava della prima descrizione cinema1ica del moto dei
pianeti che fosse a l tempo stesso quam itativamente esalta e matematicamente Questo~un sistema di 3 cquazionidifferenzialinon linearidelsccond'ordine.
semplice. I sistemi sia tolemaico che copernicano infatti offrivano entrambi la Non lo sappiamo risolvere dete rm inando la legge oraria .r(t), ma mostreremo come
possibilitàdicalcolareleposizionideipianeliinbuonaccordoconleosservazioni, dall'equazione vcnoriale(l)si possanodedul'Tl' le3 kggidi Kep lero sul moto dei
ma a prezzo di una pesante comp licuione matematica, conseguenza del voler p1aneu.
descriverelelraiettorieapartirednc irconferenie(equindi"epìc ic!i")anzichC llfattochesialeçito,ai linidelcalcolochcsliamofacendo,considerareq11este
ell issi. Le leggi di Keplero sono queste: masse come punti materiati anziché come corpi estesi è un ulteriore problema, a
Prima legge. L'orbita descrina da un pianeta anomo al sole ~ un'ellisse, col cui si può rispondere utilii:zandoilcalcolo integrale:afTrooteremoefTettivamentc
soleinunodcifuochi. questoproblemanelcapitolosulcalcoloin1egrale,emos1reremoc hequestomodo
Seco11da legge. Il raggio veuore che unisce il sole a un pianeta descrive aree di procedere è effett ivamente giustificato. Per ora prendiamo lo per buono e
uguali in tempi uguali procediamo come segue
Terzo legge. I quadrati dei tempi di rivoluzione dei vari pianeti intorno al sole
sonoproporzionaliaicubideisemiassimaggioridellc rispettiveorbilc. Ladeduzioneprocedeinvaripassi.
Newton, nella sua grande opera del t687, fonnulò le leggi fondamental i della l. Dimostriamoanzi tunochc
dinam ica e la legge di gravitazione universale, creando un quadro coerente
all'interno dcl quale le leggi di Keplero si possono dedurre matematicamente come
r xi =l!=costante (2)
particolari applicazioni. Nella troria di Nc"1on il m(){odei pianeti riceve per la lnfallidcrivando
prima volta non solo una descrizione, ma qualcosa di più simile ad una vcra
spiegazione causale: tutto è conseguenza della legge di gravituione universale, (r xi )' =i x r' +r x i'= Operchl!:
chcasscgnalaforzacheil soleescrcitasuunpianela,edellaleggefondamentale
ilprimoaddendoèzeroperchè ilprodotto\·enorialed i unveuoreconscstessoè
della dinamica, che fornisce l'accelerazione dcl pianeta, nota la sua massa e la
sempre nullo; ilsecondoèzcroperché i due 1·ct1ori r,i'sonotraloropara lleli,
forzacheagiscesu diesso.
come si legge da lla(!). Perciò il vettorerxiècosunteperehéhaderivatanulla
Presentiamo ora una deduzione matematica delle tre leggi di Keplero a pan ire
rispetto al tempo.
dalle leggid i Ne"ion( leggedigravitazioneuniversalce legge fondamentale della
La (2) implica che il molo della massa m avviene in un piano, quello passante
dinamica). Come si vedrà~ coinvolta molta matematica stud iata in questo capitolo,
per l'origine e perpendicolare al vettore /J.. Sceglieremo in seguito un sistema di
edanchealtradicarattere piùa lgebrico-grometrico
riferimen1oopponuno,peroraso lol'origineèlissaro(nelpuntodellamassaAf).
2. Vogliamo ora riformulare la (I) in un modo più sempl ice. che elimini il
Consideriamo un punto materiale di massa m (es. un pianeta) posto nel campo
denomina1ore lr l3 . lntroduciamoil~ersore
gravitazionale di un punto materiale di massa M molto più grnnde (es. il sole)
posta ne ll'origine. ln base alla legge di gravitazione universale, sulla massa m y(t) =vcrs(r(t) )cponiamor(l ) =Jt (l) l,percuisiha:
agiràunaforzaattrattiva
E GMm
=-7r Oraealcoliamo:
equindi,inbaseallaseeondaleggedelladinamica,l"accelerazionedellamassam
194 Cap. 2. Calcololnfinitesimaleperlecurve Par. 2.2. Applicazioni fisiche. Oa Newton a Keplero 195
r" ><Il"" -~t x (t ><[) = -~ r11.>< [r:wx (r:u.'+ r'.w)] = r·(r'><h.)=ll·(r><t'J=h. ·!i =lh.1 =h ,
2 1
perdefinizionedel\·enor./J..Perciòabbiamoonenuto
con e = li;!, mentre a primo membro (proprietà circolare del prodotto misw)
possibileesprimereinfunzionedeiserniassia,bdell'cllissestcsso(v.fig.2.26)
Fig. 2.25.
(8) ~+~=I
(oral'origineènelcentmdell'ellisse, noninunfuoco)leggiamochese±:z:0 sono
Il problerma è esprimere la c05tante h in funzione di parametri noti, in part icolare
leascisse deifuochi,r( n è l'ordinatadelpumo di intersezione dell'ellisse conia
de i semiassi dell'ellisse. La(6)suggeriscedi ricavare h in funzione delle costanti
G, M e di qualche lunghezza lega1aall'cllisse,sos1itue ndoa !Jqualche valore rena:z:=:z: 0 , pereiò
notevole. Per sbarazzarci della costante di integrazione e (che non sappiamo
esprimere in funzione di altri parametri), imponiamo 1' = tr/2, che dà (IO)
che è la tera legge di Keplero, che esprime la costanza del rapporto tra il cubo del
scmiassemaggiorcdell'ellisseeilquadratodelperiododirivohuione.
E' curioso il fatto che la geometria dell'ellisse entri in questa formula solo
mediarne il semiasse maggiore (e non entrambi). Questo significa che, fissato il
semiasse maggiore, se rimpiccioliamo il semiasse minore il periodo non cambia;
d'altrocantol'orbiU1sièaccorciat11,dunquequestoèpossibilesoloseiJpianetaha
diminuitolapr<:1priavelocitli.Difanila(l2)cidicccherimpieciolendoilsemiasse
minore, lavelocitàareolarediminuisce.
Osse rvu ioni. Notiamo qua li sono gli strumenti matematici uti lizzati in questa
deduzione:
• Calcolo vettoriale (algebrico): proprietà del prodotto scalare. vettoriale.
misto,significatogcometricodelprodottowttoriale
Fig. 2.27. • Calcolo differenziale wttoriale: regole di derivazione de l prodotto scalare
evenoria le,011ogonali tàdi y e rlselt{t ) hamodulocostante.
(a +zo)+(a- :ro)= 2~ • Proprietà dell'ellisse: abbiamo usato la proprietà carane risticadei fuochi
dell 'ellisse (definizione metrica di ellisse), l'equazione dell'ellisse in forma polare
(che si basa su unadiW1rsacaraUerizzazioneme1ricadell'el!isse,mediantefuococ
direurice),J'equazionecar1esia nadell'ellisse,e la forrnutaper l'area.
Notiamo anche che le leggi di Keplero, nella forma in cui le abbiamo dedotte
(Il)
dalle kggi di Ne,..1on, contengono più in/ormo:ioni quwitilati»e rispetto a quelle
che emergono dalla loro usuale form ulazione "verbale". Questo~ particolarmente
Ques1atlardazionechecimaneava. Jnfa1tisostituendola(ll)nella(lO)siha evidente per la tena legge, che nellaforrnuhu:ionc usualc(che è quellaoriginaria)
afferma che il rapporto a 3/ T2 t costante, mentre la deduzione dalle leggi di
bv~·'-")
Ne111on specifica quamo vale la cos1m11e. La conseguenza è che mentre nella
r ( ')
2 = [i'ib'
I - \ --;r-) =by;} = -;• formulazioncoriginarialaleggeconsentesolodifaren11Trontitn1pianctidiversi
(ad esempio, noti T e a per il pianeta A e a per il piane!a B, si ricava T per il
chesostitult.anella(9)dà pianeta B), questa fonnuluione ha un effettivo contenuto predittivo anche su un
singolopianeta(ade1;.,notoasiricava7)
h 2 =GM~ (12)
chesostituitanella(S)(dopoaverelevatoalquadratoambo ì membridella(S))dà
3.6. f(x,y)=l-~
~j t1vaW ws
r'' ZJn
204 Cap. 3. Caleolodifferenzialeperfunzion/dlpiùvariatlili
Soluzioni § 3.1
J.J.2 + 3v-x
x'+i'
3.4. Xlf
t1vaW
206 Cap. 3.Calcolodifferenzlaleperfunzionidi plùvariabili Par. 3.1 . Gralicielnsiemidllivello
l.6. 1 -~
t1vaW
208 Ca p. 3. Calcolodiffereniialeperfuru:ionidi più variab ili P a r.3. 1 .Graficieinsiemldilfvello 209
J .11. e'siny
J. 12. h. %1 +'11
Le linee di livelk> sono cir<:onfertnze, ptr<:iO la furu:ione è radi ale; allonwiandos i
dall'originelcliri«ditivcllodivemanopiilvicinc-,per<:iòil graficodellarunzioncdiventa
piilripido. Tralcfunrioniproposte,lahè l'unicaconqucstc carauariS1iche
J.U. f. zl-rf
Lclineedil ivcllosonoiperboliaventiasintoti11 =±%.
J. 15. c. P+7
Lc!inudilivcllosonocir<:onfercnze,per<:iOlafunlioneèradlile, csonoequispa;:ia1e,
perciOlal\1111.ionchapendcnzaooslantc:il&J&ficoèuncono.
J. 16. g. c-'-r'
Lclinudi livcl!osonocir<:onfcrenze,pm:iO la funzione è radiale. Le linee sono
111\'\'icinateinuna:ronaintermedia,incuiilgnificodellafunzioncsar.l rip ido,eM:ompaiono
(ciot sono n1de) vicino all'origine e lontano dalrorigirn:: significa che nell'origine la
funzione ha un punto di massimo o di minimo e lontano dall'origine il grafico è quasi
ori:aontale.LasuperficieOauSC'liana "acampana" è ~icacorrq~es1ecaraUeri:;1ichc,tra
quelle proposte. \
210 Cap. 3.CalcoloMferentialeperfunzionidipiùvariabili
(%>1\~0,0) ; :7;
2 1
per;i; -o O, :: : :: _, ~ = I;
ora facciamo tendere anche y a zero e abbiamo ,; ..... O. Con questo abbiamo
dimostrato,ineffeni , ehe
,,~,, · - ··
212 Cap.3.Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabili Par. 3.2. Limitiecontinuità per funzion i di più variabi~ 213
pery -0, ~:::-~ .. ~ Dunque avvicinandoci all'origine da qualunque direzione 1 otteniamo lim ite
zero. Verrebbe da concludere che il li mite è zero. Tuttaviaqueswconclusioneno11
equestoper z-O tendea +oo. lnahreparole: è lecito
i!compcrtamentodellafunzionelungo alcuneotu11elere11e chesiavvicinano
!~(~~::: ) =+oo. a (zo,!,'J) non permette di concludere l'es isten7.a del limite per (z, y) __, (z o,!.'J).
In realtà si dimostra cheq uestolimitenonesiste.Cenesi può rendere conto
lnrealtàquestol imiteinduevariabilinonesiste. La conclusioneèche: osservandoadesempiochelungo lacurvax =y2 si ha:
1 Per la verità le rette IJ • mzescludono una dittzione, quella della retta :i:=O;
::;,i;:~ia lungo questa retta la funzione ~ identiçamC11te nulla.. ~indi l'affennlll,ione fatta ~
214 Cap. 3. Calcolo differenzia le perfunzionldipiùvariabi~ Par. 3.2.Llmiti econtinuMperfunzionidipiùvariabili
I r~) allora:
a. esiste
b. se esiste
lim
(• .J"}-(0,0)
/(x,y)=O
lim
~/(p,t7)= 0,
~O)
(•,,)-(O.O)
esistere)
c.èposs ibile che li m / (x,y)esistaesiadiversodazero
(•.J")-(0,0)
Esempi svolti
Tecniche standard delle maggiorazioni.
Ellempio J J. Calcolare il seguente limite, ossia: dimostrare che il limite esiste e
va le t, oppuredimostrarechenoncsiste,applicandocri1erio1eoremistudiati.
L'esempioprccedemecidàl'occasioneperpuntualizzare alcuni fauistandardche
(z,,~O,O) zy~~~ :?zl). si usano nelle maggiorazion i, e con cui lo studente può non essere familiare.
Commentiamo quindi i vari passaggi con cui si è maggiorato f(p, 1').
Scritta fin coordinate polari ed eseguita 111 semplificazione algebrica per pi
E' una forma di indetenninarione [O/O] . Pe r cominciare a farci qualche idea, (primcdueuguaglianza)siappl icaladisuguaglianzatriangolare:
esaminiamolercstrizionidellafunzionelungolerettey = mz:
la+b l:5lal+lbl
;1: ~:::2z ) =
2 3
/ (z , mz ) =
2
: : :; ~ 2x2 -+ O. come segue. Prima si spezza la fra7.ione (dentro i! modulo) come somma di due
addendi,poisiapplicaladisuguaglianzatriangolare:
Penanto il limite della funzione, se esiste, vale zero.2 Cerchiamo di dimostrare
2p1cos1's inl{/+p~cos4 t'.lsin{l l =I I<
1
che esiste con la 1ecnica tlelki maggiora::iMe mediw1/e una fim:ione radiale 2p1cos{/sins1' + p3cos4 {/sin1'
infiniiesima(v.IBPS2], cap.3,§2.2). p2cos4t'.I + sm11' p2cos41' + si n11' p2cos4tJ + sin11' ~
Passando in coordinate polari si ha(unaspiegazìonedettagliatadei prossimi
passaggisaràdatanelboxpostoal tennincdell'esempio):
l/ (p, t'.l)I = I 2
I
p cost'.lsint'.1(2p sin2{1.+ p3cos,1') ~
2
= x~:4~~i;i:~~ + p:;;;"ls~~:J" .
L'ultima uguaglianu segue dal riscrivere oppon unamente il modulo dei quozienti:
net nostro caso il denominatORl è sempre positivo, quindi si può lasciare il modulo
2
P lc5~~;in 1'I
2 3
:5 + p3c;:::~n1'J = 2p2 lcost'.lsin1'1+ plsinill :5 alsolonurneralORl,anzi ai soli fouoridelnumeratorccheh.annosegnovariabile(p
e poteiuepari di cost'.I sono già ~O). Orasì fa un'altra maggiorazione, di questo
tipo:
l Nelpauaggioqui sopraabbiamofattoUI1a stimaasint01iea.Ques1onon~incori1ras10 (sopprimiamo p2oos 41'J a denominatore in modo che sìnl{/ si semplifichi col
con quanto dkhiarato negli esempi introduttivi ("non useremo mai il simbolo di asintotico numeratORl)canalogamentenellaseeondafrazione
su funzioni di piil variabili") inquan1ostiamousandola stimaasintoticancllostudiodiuna
rtslri:IOtNdi/, che iMnafan:iontdiunas(J/av<U"iabilt.Lofaremospesso.
218 Cap. 3. Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabm Par. 3.2. Limitiecontinuitaperfunzionidipiùvariabm
Ese mpio J.4. Lo stesso esercizio si sarebbe potuto svolgere, in alternativa, con
;;~~:1'ls~~:J,, $ P':2s::;:~n1'I = pjsin1'1 maggiorazioni che non fanno usodcllecoordinatepolari. Si osservino i prossimi
passaggi:
(sopprimiamo sin 21' a denominatore in modo che p 2C-OS 41' si semplifichi col
numeratore). Infine, eliminati onnai i denominatori, applichiamo il fauo ovvio che
lcos1'1 $ 1,lsim11 $ I
e otteniamolamaggiorante radialeinfinitesima, 2p1 +p. $
2
1:f1 + x:~I"" 2lxtrl + 1111 __, O per (:i:,11) __, (O, O).
Lo studente è invitato a riflettere con attenzione su questi e simili passaggi che
trovenl.negliesempi svolti,e impadronirsidiquestetecnichestandard.l Perilteoremade/ eonfronto, ìllimitedipartenzaesistee valezero.
Si noti che qui sièapplicatouncriterio di versodaquello usaronell'escmpio
preceden1e, per provare l'esistenza dcl limite: l'ultima funzione scritta,
Osservazione 3.1. L:a "maggionmte radiale infinitesi ma" dev'essere radia le!
E' opportuno un altro commento sull'esempio precedente. Un errore piuttosto
=
g(x, y) 2lxtrl + 1111, non è una funzione radia le, ma è evidentemente una
funzione continua in tutto il piano, perciòper (z, y}- (0,0) tende ag(0,0}=0;
comune consiste nell'arrestarsi troppo presto nelle maggiorazioni preceden1i,
scrivere qualcosa come: per il teorema del confronto, anche / tende a zero. Anche quesia è
un'argomentll2.ionecorrcna, chcfauso diundiversoteorerna.
/f(p, t7)l$(dopovaripassaggi )!> 2p2 leos1'sin1'1+ Plsin t'll_, Operp _,.O,
En mpio J.5. Calcolare il seguente limite. ossia: dimostrare che il limite esiste e
e pretendere di concludere che il limite è zero. Questo è scorre/lo! 4 Si noti che vale l,oppuredimostrarcchenon esistc, applicandocriteri o teoremi studiati.
none'ènientedierratonellacatenadi reh11;ioni sc rinequi sopra, ma queste non
lim (xsin~ y + 3zy )
4
provano nulla. In fatti il criterio che abbiamo studiato richiede di trovare una (Z,J')-(0,0) z1 +2v4
funzionemaggioranted i lf l chcsiaradialceinfinitesima; oralafunzione
g(p, 1') = 2p1 lcos1'sin1'1 + pl sin ~I E' una fonna di indetenninazione [O/O]. Poicht la funzione è somma di due
addendi che sembrano a~ere diverso ordine di grandezza (zsin 2 y tende a zero
è sì infinitesima, ma non è radial e. L'ultimo semplice passaggio, che consiste nello come p3 , 3:ry4 tende a zero come p$ ), spe;;;:iamo anzitutto la funzione nella
scrivere somma dci due addendi e studiamoli separatamente:
zsi;:~~;11
4
x;l:I~~
3
lu(:r , y)I = $ ~~:4 =~-o
l Spitgiu:ioni ancorn piil dem.glia1e e approfondimenti si possono trovare nel testo quindi perilteoremadelconfronto g(:i:, y)-0.(Lafunzione ~ è continua e
Bramanti, Travaglini' "Matematica. Questi<lM di metodo. " Zanichelli 2009. Cap.14 perçiòtende a zeronell'ori gine).
"Maggiorazioni". Studiamo oraillimitedi/.llfanocheilnumeratore siadigrodocomplessivo
' lntendiam(i dire che~ logicammJt •c&nllo il ' agionomento, amla se I• conclusione 3 mentre il denom inatore è z 1 + 2y4 suggerisce che il limite,r tre1?J?e n'T esistere
(tsistenza del limite) ~ vera (ma andrebbe &lus1ifica1a divenamenle).
,,~. -··
220 Cap. 3. CalcolodifferenzialeperfunziOni di piilvariabili Par. 3.2. Limitiecontinuitil perfunziOni di piùvariabili 221
Mostriamo che non esiste il limite, mediante la 1ee11iea delle re5trizio11i: paragrafo relativo alla differenziabilità, ci tro\·eremoacalcolarcaltri limiti, ea
quelpunto utilin.eremo anchei l conceno difunzione positivamenteomogenea
/ (x,z) = :r;~~n~, "'~ =z-.O; 3.25.. (%~~0.0)(%:~;~~~ )
J (,?, y) = ::~n;~ = r;~ y _, ~-
2
3.26.* (:r ~\~om::;i~~~:~~
Poickélungocurvediverseitlimitehavaloridiversi, il limiteinduevariab ili11011 J.27 .• lim (" +v')
(,.,,)-(O.O) x 2 +/t
/ + g avesse limite,
tsiste. Quindi non esiste neppure il limite di partenza: se
poiché g halimite, anche /avrebbe lim ite.
3.28.• 1;m
(:r~)- (0,0)
(Y +•')
:z: 2 + 11'
Ossuvazione J.2. Come si cerca no le cun ·e che mostra no la non esistenza del
lim ite! Lo studente si può chiedere "come sia venuto in mente" di provare proprio
le curve y=x e z=il . L'idea è che, se vogliamo mos1rare che il limite non Jim ( z,Il3y//3 )
3.29 ••
es iste, dobbiamo trovare due curve che evidenzino due componamenti diversi (z~}-(0,0) x2 + y2
della funzione. La rc:tta y =:i: "pesa" allo stesso modo le due variabili; si o ttiene
un limite in una variabile in cui il denominatore è x 2 + 2x~, quindi as intotico a z 2.
Nel deno minatore (z 2 + 2y4), quindi, lungo queJ/a re/lo prevale x 2 ed è
trascurab ile 2y4; detto altrimenti: rispetto all'infinitesimo campione :r;, il
J.JO.* lim
<~~l-(0.0l
,;,,,(-='-::.JL)
(z 2+ y2) 2
denominatore è di 2° gnido. L'altra curva, x = y2,èsceha in modo da rendere il
1ennine 2y 4 nontrascurabile:osservandogli esponentidelleduepotenze a
denominatore, scegliamo la curva x = il in modo da rendere i due addendi in
(z1 + 2y4) diugua l peso; orarispettoall'infinitesimo campione y ildenominatore
3.3 1.* . (•"'+"''";''")
lim - -- - '(*-'l
c~~i-co.oJ
•
z 2+ y2
è diquano grado. Perillustrare conunahroese mpio questatecnica: se, inuncaso
simile ma di verso, a1·essimo un denominatore del ti po (x8 + 3y4), potrebbe essere
utile pro vare le restrizioni y = :z: e y = z312. Altri esempi evidenzieranno
situazioni ancora diverse.
J.32 .• lim
<:r,,i-<o.o)
(',,., _')
- 2- -
x +1P
Soluzioni§ 3.2
l. 21.
o. Fue il limite per p--. O per d fina10 (qualsiasi) è come fare il lirnitc lungo
F~lso.
q~IJiasi semimu: noo consente di coni.:ludcre resistenza del limite.
b. Vero.(Si~alarispostapre.:edcntce!arisposubdcll'cserdzioprecedentc).
lim (z2-yl)2 _
r;. Falso.(v.rUposta prccedente).
(~.r}-(0.0) x 2 +.;
x' a. Falso.; b. Vero.;
lim -.
(~.,}-(O.O) !I
1~:~1 :S z1l~lir + zj:lir =::; 19+~= ~+l:i:31 Il denomillatou è p 2, il numeratore si annulla di grado maggiore di 2, quindi si dovrebbe
potertrovarcunamaggioranteradialeinfin i1csimaeprovarecheg{:r:,11)-0. lnfani·
edooilafunzione Q nontcndea~roper (:i:,~) -o(O,O),pmiOperquestavianu//aJi
può roncludtrt. Attenzione: questi calcoli n<>n provuno che il limite non esille, ma
lg(p,1')1 -
p3cus1'sin,1'+ 2p113(sim') 1/Jsin1
p1
(pcos1')1 :S
sugguiscono çhc noo esista. perdO cerchiamo ora di dimostrare che il limite non esiste
medhlntelat...:nicadellercstrizioni. l
Una curva su cui il coenportllmC1llo potrebbe essere diveno da q1>C$IO t z=y1 (che
sostilu itanellafunzionc,pareggiag.lie1pooentia denominatore).Siha:
Sp+2r;>11 =p+2p111,
l(v1,11) -~:~ --~ - ;-±oopery -.0~.
maggioranteradialeinfini1esima.P=i0 g(:i:,y)-O pcr (z,11)--->(0,0).
PCIWltoillimiteinduevariabilinooesistc Osserviamo ora
Pcn.:iò O<:c(~)$c
lg{:i:,y}c(~)1$c[g{:i:,y)l-00per (:i:,y)-o(O,O)
1/1(p,1'Jl -1 ;•l(ws1'~~(5in1'))1 $ rJ'',
Perilteorcmadelconfroolo,i!limitedipartcnza esistecva leuro
maggionuncradialeinfini1csima,perciòfi -O.
3.31. Per (%,y) __, (0,0), Mostriamo che h non ha limite calcolando il Hm i!c delle ~tritioni lungo divtt$C rette
c,/i'f+,f- 2 .... - 1,
h{:i:,na) = :r'(lm:~1)j • ~-
pm:iò f (x,y)-o -oo. La funzione h havalorecOSl.arlte(edivmo)lUOgni semire!taper l'origine, quilldiha
limite diverso lungo ogni si:mircna. Perciò il limi!e d i h non es iste, e poicM /i ha limite,
Abbiamo applicato in questO CtiO i teoremi sul ralgebra dei lirnili (nel caso di limiti infiniti). /i+/, nonhalimite:illimitedipartcnzanooesiste.
llS«ondoaddendo,
6Qucstoèunragionamentounpo'contonochesipuòevitareafavorediunargommto
gmerale: se una funziOfle è radiale, il suo limite si può calcolare come limite in una
variabileptrp -0.
230 Cap.3.Calcoloditferenzialeperfunziof'lidipiilvariabili Par.3.J. Topologiaepropriet:ldellefunzionicontinue
x-y-e• ~O
ind ica l'insieme dei punti che stanno alla destra del grafico della funzione
x = y+e~ (v. fig.3.3)
Fig. 3.2.
b. Comccasopartic<>laredtlprecedente,unadiscquazione
ax + by+c 2:0
( :5 O, < O, > O) rappresenta un semipiano, comprensivo (nel caso :5 , ;:: ) o non Fig. 3.3 Fìg.3.-4.
comprensivo(nel caso <, > ) dellasuareuaorigineax+by+c =O. L"lnsiemecercatoèquelloingrìgio. lbordiin neroappartengonoalrinsieme
Come si fa a capire quale dei due semipiani delimitati dalla rena
ax +by+ c = O è descrilto dalla disequazione? La cosa più semplice~ esplicitare
ladiscquazionerispcuoad 11,adescmpio arecany-2x2: O
indichenl l'ins ieme dci punti che stan no a sinistra del grafico della funzione
2x-3y + l 2:0 lariscriviamoeome y:S: ~x+~ x =laretany(v. fig.3.4). Jnparticolare,diseqlla7Jonicome
,~,, - ··
232 Cap. 3. Ca lcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariablli P!lf. 3.3.Topologiaepropriell!ldellefu~iOnicontinue
minore di r 2 . Pen:iò stiamo parlando dcl cerchio7 di centro ( :ro ,~ ) e raggio r. Se diversi in cui/ hasegniopposti,dovrcbbe csistcrc un 1erzopuntodiA1 in cu i /si
ci fosse la disuguaglianza < ,sarebbeilcerchioprivatodclladrconferen:i:a,ese annulla, cosa impossibile. Concludiamo chef ha segno costante in Ai.
ei fosse la disuguaglianza ~ o >,sarebbe la regione del piano esterna al 3. Questo ragionamento s i può ripetere per ciascuna componente connessa
cerchio,rispenivamcntccomprcsaoesclusalacirconferenzastessa. A 1,A 2, .. .,AR. Jn ciascuna regione A ; Il .fegno di/ non cw11bia (anche se può
Pcr11nalogia,sicapisceche cambiare da una regione all'altra). E'sufficientealloravalutare/ in un solo punto
didascunaregioneperconoscere il segnodi/ intuttaq ucllaregione.
~+!? ~ ! (oppurc <?: l) Applichiamoqueslaargornenta;i;ioneall'esernpioelcmcntare
1. Se f(x , y) è una funziooe continua definita in tutto il piano, la In ciascuna delle) rcgi0t1 i sappiamo elle il segno di f non cambia, perciò
discquazione/ (a:,y)# Odefi nisceun insieme aperto de l piano,cos1ituitoda un valutia1noadeK1npio·
certo numero (eventual mente infini10) di ape rti co1meJ.fi. Supponiamo per
/ (0, 0) = ~I < O, quindi in 1uttoA1 sarà/(:i:,11) <O
semplicitàchesianounnumerofini10:
A1,A1, ... ,AR. /(2 , O) =J > O, quindi in tuuo A_.i sarà / (:r, 11) > O
2. S!udiamoorailseg.nodi f in ciasc unadiquesteregion i.Consideriamoad
ese mpio A 1. In essa per definizione / (x, y) #O; inoltre sappiamo chef è / (-2,0) "" J >O, quindi in tutto A1 sani / (x,11) >O
continua in A 1 echeA1 è aperto e connesso. Peril leoremadeglizeriperfunzioni
lndefini ti va, illuogodescrinodal!adisequazione
continue di più varinbili (v. IBPS2], cap. 3,§3.2), se in A 1 esistessero due punti
x2- y2 <?: l
1 Ricordi111110 che, in geometria elemenuirc, ce,chio denOla la figllnl piena,
è l'unionedell'insiemeA 1 conl'insiemeA,.iecon il.grafieodell'iperbole
circonferenza la sua linea di contorno. Le due parole vengono confuse spesso Ml
linguaggiocomUM.
234 Cap. 3. Ca!eolodifferenzlaleperfunzionl dipiùvariabili Par. 3.3. Topologiaeproprietildellefunzionicontinue
rappresenta la regionel'st.imoallastrìsciacompresatralc retteorizzontaliy =O e Imponiamo che l'argomento dcl logaritmo sia positivo:
y = 2, cdcscludelerettestesse.
Le condizioni :è - y >0,
y ;:: :r1,:r1+y1 :S I e che il radicando sia non negativo, anzi positivo perçhé la radice è a
de110minatore
rappresentanolaregionecheèintemaaleerçhiodicentro (O,O) eraggio lesta
anchcsopra ilgraficodellaparabolay =:i: 2, ossia: 1 -:r y >O.
L'insiemedeglizeridi/è·
1t1= {Cx,y) y=3ox 2 +y2 • 2}
quindi l'un ione di una rena e una circonferenza (che non si intersecaoo). Questo
insicmespezzailpiano in3 regioniaperteeconnesse·
Ai= {(x ,y): x 2 +y2 < 2}
(l'interno del cerc hio);
• v. (BPS2),cap.3,§3.l,Teorcma3.5.
9SipuòdimO'llrare infaniche gli unicisonoinsiemidiR " .clessercsimultaneamente
apeniechiusisoooilvuotoel'interoR".
,~,, - ··
238 Cap. 3.Cak:olodifferenzialeperfunzionidipiùvariabili Pa r. 3.3. Topologiaeproprietàdellefunzionicootinue
(z - 11) e log(l+x-11)
sipotrannoavereecce:i:ioni allaregolaprecedente.
Esercizi
Di cirucuno del seguenti ogge11i geome1ric/, s i dica se è un insieme aperto,
chi11So, limitato, c01111esso. (Talvol1a fa risposia potrebbe anche essere "dipende
dacruoacruo -;.
J.62. /(•.vi~/2-~
E- {(:i,y)EIR.2 : I <:r;+y<2, 2:i::-y >0} . J .63. / (x, y) = log!:i~ ;:iy~ ~ 4).
Determinare analiticamente l'insieme di definizione E della seguentefim:ione
f. Quhldi. s1abilire Je E è o no" è: aperto; chiuso: limiloto; com1esso. (Diseg.1ore
J:i2+y1-2
l'insieme solo se necessario per rispondere alfe domande). J .64. / (x,y)= l+ log(x2+y2- t )'
J.54. /(:r;,y) = log(:i:~~i - 4)
J.65. f(x,y)= Jl-~~~2+1..1).
J .55. f(:i,y)=~
J.66. /(x,y) = ;::~:1-+:r;:s: I)2
.:;'2-(:i1+y1)
J.S6. f (:r;,y) = - - ,o..
--
(y- 3)1og :i2 +(11- tl
J.67. f(:r;,y)=
1 -log(y -:i::)
J.57.
3.68. / (:i,11)- ~0~1 J2- y -(:i - 1) 2
S1udiare il segno del/afim:ione /. ossia: determinare anoliricamente l'insieme
1t1 su cui si ann11/la e disegnarlo; stabilire quindi il segno di / in cirucun aperto
conne.1Soinc11i1t1spe::zol'insiemedidefini:ionedif.
3.69. /(:r;,y) =
log(4 - :i:2 - y2) + JX+4
(:i::- 1)2
3.58. / (x,y)=(y-:i:: 2 + t )(:i:: 2 +y2-t)
,~ . -•o
242 Cap.3. Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabili Par. J_J_TopologiaeproprietàdellefunzioniconUnue Z43
Soluzioni§ 3.3
3.71. / (:z:, y) = log(l 1og(:z:2+y)) '
Nonapeno,chiuso,illimitato,connesso
Aperio,nonchiuro,illimitato,oonconnesso.
3.72. /(:z:,y) = log(l+:z:y) c. Nonapeno,chiuso,limitato,ronncsso
,/S-:z:Ly2 d. Non1peno,nonchiuso,limitato,connesso.
e. Nonapeno,d1;u!o,illimitato,connesso.
fii
/(:z:,y) = 3:z:+2y-4
a. Nonapeno,chiuso, lllimi~o.connesso
b. Aperto,nonchiuro,illimitato,C(lnnesso.
/ (:z:, 11) - ,/4 - log(:z:2 + y2 - 2) c. Nonapeno,chiuso, limitato,coonesso
d. Nonapeno,chiuso,limira10,conneuo
e. Non apeno, connesso. Può essere limitato o illimitato, dipende dalla curvi: una
3.75. / (:z:,y) = ,/3:z:- 5y + larcsin(:z: 2 + y2) rma è una curva di q11esto tipo col sostegno ill imitato; una circonferenza pcrCOr$& infiniie
voltetunacur\"adiquestotipoco!sostegnolimitato.Puòancheesscrechiusoononchiuro,
dipende dalla curva. Una mt.a ha sostegno chiuso. Una spin1k logarinnica, descrina in
3.76. /(:z:, y)= log{:z:y) forma polare da p "' e', d e R invece oo, pcn:ht il suo complementare non è apcno; infatti
,/I-:z:2-y2 l'origine, che appanime al cornplen>erltare del sostegno, non~ un punto interno del
complementare: qualsiasi intorno, pur piccolo, deltorigine, contiene punti della spirak.
3.77. /(:z:,y) = ~- log(:z: 2 +4.v2- t) J.43. Nntiamo anzitutto che occorre irnpom: la condizione di positivita
dcll'argomentodelloguitmo·
J:z:2 +~ - l
3.78. /(:r,IJ) = ,/4 - :z:L yl Inoltre,
2 11
3.79. / (:z:,y) = l~::z:~ : 11-- : )
3.80. / (:z:,y) =Jr + log((:z: +vi -1). L'insieme Et perciò una corona clrcolwe, rom~iva della circonferenza esterna ma non
3.8 1.
a. Detenttinarel'insiemedidefinizioneEdellafunzione
di quella interna. Per queslimoliviè: nonaperto,nonchiuso, limit31o,connes.so. vediamo che E è il gnifioo di u rla funzione cooti nua definita su lutto R, pen:iò E è
ronnes.soenonèlimitatolO.
cn
per<:h~cias>:unodeiduegraficit unarcodicurvacontinuo.perdòèconnts.SO.eidue
Per capn se è connesso o no dobbiamo capire meglio che insieme rappresenu graf1cisitoccanoncgJiestremidelrintervallo
L'ipnbole r- 111 "'e• h.a asintOli Il= ±:i: e venici sull'anc ;r: . La disequazione
x1 -Y > e• indica le due regioni esterne ai due rami, come si vede ad esempio val utando
z.1 - Jl' -e 3 1ungoipun1i (O,O),(±e3,0). Pert.antol 'i11$iemenonèconncs.so.
,~., - ··
246 Cap. 3.Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabili Par. 3 .3. Topologiaeproprielàdelletunzion lcootinue
J.47. L'equarionc z + :i:1 - ,; = O <16crive una superficie quadrica, precisamente Si veda rescrcitioprecedente.Ora E rappresentalastessarcgionediprima,
un paraboloide iperbolico. Ad ogni modo, si può vedere come grafko di una funzi~ di 2 maesclusalasuperficiestessadelcono.Perciòtun insiemeapeno,nonchiuso,illimitato,
variabi li, z .. yl - :i:•rontinua e ddiniia su 1uuo R1. Questo spezza lo spazio in 2 regioni,
sopn e souo il grafico; Et il 50pragrafico, valico escluso. Perciò t un insieme apcno, non
chiuso,illimi1110,connesso. J.50. Si vedano i due esercizi precedenti. Ora E rappresenta l'unio ne delle due
regioni che stanno dentro le due faldedel cooo,esonodisgiuntepercht lasuperficiesteMD
ddconotesclusa.Perciòtuninsiemeapeno,nonchiuso,illimitato,nonconncsso
Fig . 3.14. L'insieme E fl la regione tridimensionale in grigio E non~ apeno, non~ ch iuso, t limita10, è connesso.
{compresatraleduesuperflciconiche)
1vaW
248 Cap. 3. Calcolodiffere!llialeper fulllionidiplùvariabili Par. 3.3. Topologiaeproprietadellefulllionicontinue 249
T~ tlvòW
250 Cap.3.Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabiti Par. 3.3. Topologia e proprietà delle funzioni continue 251
J.6Q.
Et11J1Cno.nonchiuso.limi1a10. nonconneuo
divem, e sempre dcl prim"ordine. Basi.a quindi valutare il segno di/ in ~11.11di ques1e
regioni, e poi cclorare la fi&Um · a scacchien".
E nontapeno,èchiuso.non èlimi11110,èconnesso.
E={(z,y): ~>2,yf'-3.1:+1}
Enonèaperto,nonèchiuso,t limita!o,nontçonnesso
Etmpeno, nontçhiuso,nontlimilalo,nontçonll('UO
Fig. 3.27.L'insiemeEèquelloingrigio.
lbordiingriglononappartengonoalfinsieme Fig.3.29. L'insieme Eè quello ingrigio.tbo«liin nero appartengonoalrinsieme,
l bordiingriglononappartengooo;il cerchietto indicaunpuntorimosso
E={{z,y):z2+~~2}
Enonèaperto;èchiuso;nontlimitam;tconncsso E = {(,.,y)E R1 : il+~ ;i!O,zl+~ ;i!~l; y> .,i_ 1}
Eèaperto,nonèchiuso.nonttimiiato,nonèconnesso.
Fig. 3.28. L'insieme E è quello in gri9iCJ. I bordi in nero appartengono alrinsieme, Fig.3.30.L'insieme E èquello in grigio.lbordiin grigiononappartengono
ibordiingriglononappartengono alrinsieme;il cerchietto indicaunpuntoM sso
256 Cap. 3.Calc:olodifterenzialeperfunzionidipiùvariabili Par.3.3. Topolog iaeproprietilde tlefunziooiCOfltinue
J.61. E • {(;r,v): -z2 < v < :i: 2 + e,(z,v) #-{O, lj} E~ {(z,v) :-z2+,J<4,z #- I}.
Et ape-rtQ, nontchiuso, oon~limitato,ècOMesso. E~ aperto, oon ~chiuso, t limitato. non t CQCUleuQ.
~ Etape-rto,nontchiuso,tlimitato,nonèconnesso.
/_::i l \
F;g. 3.32. L°insieme E è quello in grigio. I bordi in nero appartengono all'insieme,
i bordi in grigio non appartengono
_LK
~
Fig. 3.39.L'insieme E6 quelloingrigio. I bordiitl nero appartengonoalrinsieme
Fig.3.41.L'in sieme E èquelloingrigio. lbordiin nero appanengonoalrinsieme,
i bordiingrigie> nonappartengono
E = {(:r,11) E R1 : :ry> O,:r1 +r1 < l}
Eè a~no,nont chiuso,èlimitam, nonèconncS30.
3.78.
Enonèa~no,oon èchiuso,tlimitato,nonèconnelSO.
J.81.
a. E={(z,y):l<% 3 +.,3<1+ e}.
E non~ apcrro. noo ~ch iuso, t limiuuo, non t conncsw.
~
E nontapeno,tchiuso,non è limita10,llOfl t connesso.
w
Fig. 3.46. L"insiemeEè quelloingrigio.
lbordi in griglonon appartengono alrinsieme
Esempi svolti
z = /(ir, e) + ~(,..,e)(z-'1") + ~(1r,e)(y- e)
Ese mpio3.8.Calcolarelederivateparzialidellaseguen!efunzione
ci<X: z = -(z -'1")- ;cy-e)
/ (z,y) = . /:,; per {z, y) # (0,0).
ossia
. ...
Fuori da ll'origine la fum:ione è derivabile in quanto composla di funzioni
elementariderivabili,epossiamoealcolareladerivalaparzialeconleusuali regole
dicalcolostudiatenel calcolodifferenzialeinunavariabile: Ese mpio J .10. Calcolare, seesis1ono, le derivale parziali indicate, nel solo punto
richiesto
(
&; z2+y2
) = .;; .~ (~cos(zyJ) in (O, I).
derivando quesracomefunzionedellasolaz,pensandoycostante
Si chiede di calcolare le derivate parziali di una cena funzione in un punto
e•(z2 + 11 2) - 2z(ze') er(u2 - z2) s~ifico.Non essendo ricltiestelederivateparzialiin (z,y) generico,possiamo
(z2+ 112)2 (z1 + 112)2 · applicareladelinizionediderivataparzialecomederivatarispeuoadunavariabile
diun'opponunarestrizioBedellafunzione:
Analogamente, pensando ora la i come costante e la y come variabile, calcoliamo
Senc>navessimofauoquest'ultimaosservazione,avrem mopot utocalcolarela Tuttavia, quando ciò clte inte ressa è calcolare la derivata parziale in 1111 punto
derivatainzgenericoepoisostituireilvalore:r =O: .SfNcifico,ivantaggicisono:
• La fu nzione / (z,11o) potrebt>erisuhare derivabileperuncertoYIJ liSsato,
~( vY+lcosx) = (~c~- ~sinx) =0. mentre non lo è per y 11enerico, quindi il calcolo fatto in questo modo risulta
d:r. "'"'° y:r.i+ I t~-o praticabile in più cui.
• La funzion e / (Z,YIJ) potrebbe risultare molto semplice (ad esemp io:
Analogamente· costante!)equindibanale daderivare, mentre/ (-;c,,y)potrebbenoneS!lcrlo.
Nel seguito ci riferiremo al metodo usato nell'Esempio 3.10 come "calcolo
della derivata parlialeusando ladefinizione",c al metodousatonell'Esempiol.8
come"calcolodelladerivataparzialeusandoleregoledicalcolodi!Tcrenzialc".11
Sì osscrviclte./Y2 =l11l. noidobbiamoderivareques1afunzioneiny=l,e
vicinoa questopuntoèjyl = Il· Esercizi
Osx rvu;ionc J.4. Calco lo di derivale pan:ia li media nte la definizione. Si Calcolare le deril'ote parziali delle .seguenti fanzio11i, nei pumi indicati.
semplificando le esprt"ioni traw11e.
confrontino i due modi di calcolare lederiva teparziali usati negli Esempi 3.8c
Ulteriori esercizi .sul calcolo di derivate parziali e pi(lJJo 1angen1e si trovano
3.! 0pre<:edenti .
llprifll()modo sipuò usareperfunzioni di cui sappiamoa priorichetcderlvate 1tel §J.6.
parzialiesistonointuttounaperto;sicalcolanoalloralederivateparzialiusandole 3.82. 3:r.li/-5:r.7/+2:r.3 -2:r.y per ogni (:r., y)
regoledicakolodifTerenzialeimpara!e in analisi 1, vedendo lafun zionedidue(o
più)variabilicomefunzionediunasolavariabile(quellarispenoacuisideriva).
menire l'altra (le altre) resta fissata. Questo è un metodo di uso molto comune, e J.83.* xlx:ytper (:r.,11)#(0,0);
sicuramcnlequellopiùfamiliareallo studente.
Il secondo modo sfrutta fino in fondo la definizione di derivata parziale
Downdo,adesempio,calcolare J .84.* Jog(:r.y) per ;i;y>O;
~(;i;,y),
2
J.86.* i (;i;- 1) +(y + 2)l per (:r:,11)#( 1,-2)
inunpun1ogenerico,epoi sostituire (;i;,y) "'(:ro,!l()),si sosti1uiscesubi toy=YO J.87. :r.' per x >O.
(ilvaloredellavariabilerispenoacuinon sidcrivaèlissato), quindisicalcola
-!;ucx.11o)J,
=
e infine si sostituisce :r. ;r0 • Lo studente di solito preferisce il primo metodo
{certamenle più meccanico) e non vede che vantaggi ci siallOadusare il secondo 1 1E•çhiaroehesiuanadidue denQITli~iunpo'conv~iorualiecriticabili {anche
~~a':c~:Cna le regole di calcolo, aix:he la scçonda rj.we<UI la defini~~j; ma t tanto
268 Cap. 3.Calcolodiffereru:ialeperfunzionidipiùva r~bili Par. 3.4. Derivate parziali e differenziabilrtà
perz • O. r·
dellafan:iane / (z .11) e notare che è composta di fu~i elementari regolari, tranne che
1/1/,
274 Cap. J. Calcoklditrerenzialeperfunzionidipiùvari.abili Par. 3.4. 0erivateparzialiediflerenziabilità 275
b-c. Abbiamo già osservato chef E C 1(A) con A= (x '#:O}, ed è perciò /(x,O ) o:c x; ~(O,O)- I;
ivi differenziabile.
Neipunti (O,YCJ) con YO '1:0/ nonèdifferenziabileperchènon è derivabilc.
Rimane da studiare l'origine. E" importante che lo studente capisca perché / (O,y)=2y 2; * (0, 0 )= 0.
questopuntovasiudiatoapane. Daunaparte,l'originenonappartieneall'apenoin
cui /è Cl, quindi non c'è un motivoovvioperafTermareche/ è differenziabile; b.-c. / E C 1(A) con A= {(z,y) # (0,0)} (questo si stabilisce
d'altrocanto, lafunzionenell'origineèderivabile(conderivateparzialinulle), semplicemente osservando la fonna analitica della funzione). e perciò è iv i
quindi non c'è un morivo ovvioperaffermarechenonèdifferenziabile. In queste differenziabile.
situazioni, solilllmente occorre rimboccarsi le maniche ed applicare la defini=ione Smdiarno ladifferenziabilitànell'ori gine.Occorreverilicarese
di differenziabilità, che coinvolge il calcolo di un limite in due variabili ed è
quindi un po' delicata.
In queJ;/O eserci=io, però, siamo fac ilitati dal fatto chef è una funzione
/{x, y)-/(0,0)-x~ (O,O)- y*(O,O)=o(~)
continua fuoridall'originceornogencadigrado t +i > I. Infatti
per (s-,y)-> (O, O), ossia se:
J(>.x,>.y) - >, HH ;3:~2· f (x,y)-z=o(~) pcr (x,y)-(0,0).
Perciò, perle proprietà delle funzioni pos itivamcnteomogenee( v. [BPS21, cap.3, Esplicitan1ente, ciò significa dimostrare che per (x,y) - (0,0) il seguente
§9.2, TeoremaJ.32),/ è d ifferen?iabilcnell'origine quoziente tende a zero:
tende a zero per (:i:, y)--+ (0,0), mentre 91 è positivamente omogenea di grado O
(senzacuerecostante),pcrciò nonammette limite.
Quindiilquoziente (•) nontende azcro,c/non t difTerenziabilenell'origine. I '+ I l"'"'I
log(zl yl) = 21ogp ::; 21Jogpl
p ..... O per P-- O,
l!·'Y/(0,0) = (cost'l,sint'l) · (l,O) = costi quindi (criterio della maggiorante radiale infinitesima), ~-O per
(z,71) ..... (O, O),e/èdifferenziabilei11 {0, 0).
Dr/ (0,0) = ~-
Perciò!afunzioneccrtamentenonèdifferenziabilenell'origine(inquamosefossc Esercizi
differenziabile, certamente varrebbe la "formula dcl gradiente", v. [BPS2], cap.3, § 3.11 1.* Datalafunzione
4.4,TcoremaJ.9).
[M, mpio 3. 14. Stabi lire se la seguente funzione è con tinua, derivabile,
/(x,>)~ { o~ p<<(x,y)f (O,O)
pcr (x,y) '°' (O,O).
di!Tercnziabile in (O, O):
a. Calcolare le derivate par~iali di/ per (.i::, 11) # (0,0) (semplificando le
/ (.i::,y)= { ~ pcr (.i-,11)#(0, 0) cspressiooionenute).
O per (:r, y)=(O, O). ò. Calcolare le derivate parziali di fin (O,O) e stabilire se/ èdi!Terenzi~bile
Per come è definita /, verificare la continuità significa provare che nell'origine.
/ (.i::, y)-. (0,0) per (z,71) -.(O,O). Cerchiamo di dimostrare questo, cercando c. Determinare il pii'! grande insieme aperto A del piano in cui /è C 1•
una maggiorame di / radiale infinitesima (come abbiamo visto ne l §3.2).
278 Cap.3.Calcolodifferenzialeperlunzionidipiùvariabili Par. 3.4.Dertvateparzia!iedifferenzlabilita
a. Calcolare le derivate parziali di fi n (O, O) e stabilire se /è differenziabile a. Stabilire se esistono le derivate parziali di f nell'origine, e calcolarle
nell'origi ne. esp licilllmente.
b. Calcolare la derivata direzionale b. Scrivere requazionedel piano tangente al grafico di f nell'origine(nonsi
richiede diverificarese /6difTerenziabileono).
giuslificandoilprocedimentoseguito
J. 11 7.* Datalafunzione
J. 113.* Data lafunzione
a. Stabilire inqualipuntidelpiano6derivabile,calcolandoesplici1amentele
genericopunto (:z:o,O} con:z: 0 ER),calcolandoleincasoafTermati\"O. derivateintal caso(ese mplificarele espressionitrovate);
b. Calcolare U nei punti che non stanno sull'asse :z: b. Stabilireinqualipuntidelpia noèdifTe renziabile;
(ossianelg"'""'ricopunto (:z:, y) cony#O).
J. 119.* Data lafu~ione
3. 115.* Sieonsidcrilafunz.ione
/(:r,,ll)= f ~ per (:z:,y)#(O,O}
J «-~l~-.i' lo
f (:r,, y )= lo z+
per (:z:, 11)#(0,0)
per (:i:,y) = (O,O).
per (:z:,11) = (0,0}.
~
2
J.123. * Calcolare in base alla definizione la derivata dire-rionale della J. IJI .*
seguente funzione oelTCM"igine, rispeno a un generico versore (cosd,s ind).
/(:i:, r) = ':12:
Cak:ol.areinpanicolarelt'derivatepanialinctrorigine, estabilireseinqllt'stocaso
Stabilirtinqfl(l/tsOltoin.sietnedflpianolaseguentefim:imreiderfrubile,ein
~le I• fonnula del gradiente.
quale t differtnn:iabile. •Stabilirt• significa; dimostran ehe lo to che non lo t,
/(,,y)~ j ;f,:, p« (>,r),.(0,0)
applicando criJeri o ltortMi studiati. o ueguendo calcoli opportuni.
3.138.* Sia
Calcolarelederiv~teparzialidi /in tinti i punti in cui esistono
/ (:z:, y) =ylog(:i: 2 +y2) Qual è il più grande ape:no A di R 2 in cui/ è C 1?
Calcolare le derivate parziali di / (:i:,y). (Suggerimento: trattare separatamente il c. Scriverel'equazionedelpianotangentea!graficodi/in(./2, 1).
punto (:i:,11)-(0,0)). Scrivere il 1·ersore che indica la direzione di massima
d. Calcolare la derivata direzionale D~f( ,/2, I) per il generico venore
crescita di/ nel punto ( 1i• /f). 11 =(cosi1,sin1' ),giustificando ilprocedimentoseguito.
J .139. Sia
3.143. Sia
/ (:i:,11)= ?'u 2(:i:+ 1)+u.
/ (:i:, y) = yeVi.
Calcolarelederivateparzialidi/intuttiipunti incuiesiitono.
Qual èilpiùgrandeapertoAdi !R2 incui/ èCl? Calcolare lederivate parzialidi/intuttiipuntiincuiesistono.
c. Di rese/èdifferenziabilein (O, l ), giust ificandolarisposta. Qual è il più grande ape:no A di R1 in cuiT è C 1?_,\ t
284 Cap. 3. CalcolodifferenzialeperfunziOflidipiilval'iabili Par. 3.4. Derivatepar:zialiedifferenziabilita
Dire se/ è differenziabilein (l ,- 1}, giustifi candola ris?OSta. c. Stabilirc selafunzioneèdiffmnziabilc nell'origine.
Sc ri vere l'e<i ua:.i:io nedclpianoumgentealgraficodi/in (l ,-1).
e. Calcolare, mediante ladefinizionc.laderivatadirezionale D2 /(0,0)peril J.148. Sia
gencricoverson:l! - (cosd,s im1).
/ (" 11 I~ I ;!!', !"<!•"),. (O,OJ.
J .144.* Sia ' lO in (O, O)
Stabiliresuquale sortoinsiemedelpianolafunzioneè:
a. Continua;
b. derivab ile;
Sidica(giustificando la risposta)inqualeinsiemedelpìanolafunzione/ risulta: c. differe nziabile.
a. continua;
b. derivabile: J.149.
c. d iffere nziab ile. a. Calcolare
J. 145.* Sia lim xe;ç.._.
(z,r )-(0,0)
X~
/ (x,'IJ) = l +x2+'//2 · b Nel caso tale lim ite I es ista finito, prolungare con continui1à la funzione
ponendo/ (0,0) = 1,ecalcolarequindilederivateparliali di/in (O,O).
Sidica(giustifi candola ri sposta) inqualeinsiemedclpiano lafunzione/ris ulta: c. Stabilirequindi se/è differtnziabile nell'origine.
a continua;
b. derivabile; 3.4.C. Derivazione di funzioni composte
c. differenziabile.
Riferimento: libroditesto (BPS2], cap.3.§4.5.
J. 146.
a.Calcolare Esercizi
b Nel caso tale limite I esista finito, prolungare con continuità la funzione / {x,y) • l ;:~i:.1' ,,;·
poncndof(O, O) = 1,ecaleolare le deri vateparzialidi/i n (O,O).
c. S1abilirequindisej è difTercn ziabitenell'origiM. a Caleolarclcderivateparzialidi/nelgencricopunto(x,11) esemplificare le
espress ionione nute
J. 147. Sia =
b. Detta .i:: R __, R 1 ,r(e) {a(t), b{t)) un generico arco di curva regolare nel
pianoe/lafu nzionecons iderataalpuntoa,calcolare la derivatadellafunzione
f(x, y)= f ~ per (x,y)#-{O,O)_ composta:
\o in (O,O)
J.151. Sia/(z,y) unafonzionedilTerenziabilein R\e siconsideri la curva· J.159.* Sia/ :R•-oR definitada
r (t) = (2cost,3sinl ) pert e j0, 2ir). /(;r,.) = e-Lrl, per;i;:e R•.
Scrivere la formula che assegna la derivata di / {c(t)) .
a.Calcolare ~(;r,.) peri=l,2, ... ,n.
3. 152. Sia
/ (z,y) =e- {r+t) b.Sc rivcre csplicitamentc cscmplificarel'cspressione·
J.154. Sia g: R-oR una funzione derivabile. Scri\·crc la fonnu la che b.Deuo.c(t) I -o!R"unarcodicurvaregolarc,calcolare
assegna il gradie nte di
fil/ (r(t))]
/ (z,y)=g(z 2sin 3y).
dove/èlafunzioncdelpuntoa,escmplilicarel'esprcssioncottenuta.
J. 155. Sia c(l)=(a (t),tl(t)} :IR---.IR2 una curva piana regolare, c.Applicare la fonnulatrovata alpuntoballacurvar: (0,1) -R3 dat.ada
g(x,y)=z 2el',esia/(l) =og(r( l)). Scriverel'espressione di /' (l)c di/' (2).
r(t)=(tcost,tsint,t)
J. 156. Sia g: R 2 - R derivabile, e sia / (I) =g(1 2,c'). Scrivere
cscmpli licarel'csprcssionc trovata.
l'esprcssioncdi/'(l) cdi/'(2).
Soluzioni§ 3.4
{)/
* • 9zi,2-10rw-2:z:.
3.85.
&/ I (
a;=~ -Y2" ) =r+r·
-•
{}/ 2:z: {}/ 4.,3
3.92.
a;=:z;i+u'; a;-=:z:i+v'
8/ 2(i:-1) :z:-1
V'/(1,-1) = (1, -2);/(l, -1) = lo&2
8%"' 2Jcz-1)1 + (11+2)1 - J(i:-1)1 + (11+2/
Piano tangtnte: z = 1og2 +(:i: - 1)- 2(11+ 1).
8/ w+2
8V = J(:i&-1)1 + (w+2/ 8/ 11(:z:1 +u'J-2:i:(rw) _ 11(-:i:1 +11')
&; - ~- (:i&'+ll'l
J.99.
Piano tangente:
.;; (.YzY)/(t,o) = .;;(O) "'O; a. falso. Questa é una condizione sufficiente per la differenziabili!!, non la
definizione.
b. Falso.Conlinuitàederivabili1ànonimplicanodiffettnziabilit:à·
~(q'%~) 1 (1.ti=~(ul) 110 l "'o. c. Falso.(S!Udiare ledcfinizioni?)
d. Vero.Quesméunt<:<)ttrna(v. !BP$2) cap.J, §4.3,Propo;si~ionc 3.2).
t. Vno.Questoèunle<1~ma. (StessaProposizionecitalaquisopra)
' ( · '· )
&; d ( '' )
J:j:";J /0.1)=d; 2 / (2) ...
(~2 ) /(1)"'2·
•'
f Falso.Esistonocom~sernpi
g, Falso.La " formuladelgradiente" servepercalcolare l ederivatedi~zionalidi una
fonzione,..,sicooOKcilgradiemcc ' isachc!afunzi, diff=nziabile.
Cap. 3. Calcolodifferenzialeperfunzionidipi(lvariabili Par. 3.4. Del'ivatepar:zialieditrerenziabilità
h. Fai.so. Se non si su ppone che/ sia diffe!'1'nz.iabile, la fomiula dcl gradiente può Senonsirithicdela ooniinuità fuoridall'orìginc:,nullasipuo)concludc"'
non vale"' Se sirichi«lctacontinuilàfuoridall'origine,1 lloracertamcn1e/~con1inua.
I. Falso. L'a ffennazione ~ vera se si $8. Ch t /.!differenziabile.
I. Vero. F proprio quello che affenna il tCort'ma noto come "formula dcl gradienu: •. J. 110. b.
"'· Vcro. E'unac~gucnzadcllafonnuladclgradicnte.(lnsemo stretto, .!vcro solo
scilgnadientcnoosiannulla, altrimcntiqucstononindicaakunadirezione). J .lll.
o. Per (:i:,y) ;F{O, O}
l. IOJ.
o. 5<.:orrttta. Pnle dcri vatc pMZialinonsiusail simbolo ~.
b. Corrcua.
/.(:~."Il) - 2EJl(:i:2 + ~!: ~t' - 3v') .. ~
c. Scorrcua. A denominatore e·~ il vettore h", e que110 non ha senso
/,(:i:, v) .. (z2-9.,2)(z2 (: ~ ~}Mz2v - 3v'J
d. Corretta
2
/ (-z,O) z 0; / ,(0,0)-0;
o. Scom:na. Questa non .! la definizione, ma i! modo di u kolare una derivata
diri-zion.alc mediante la formula dcl gradiente (che, oltre tut10, pQUCbbc non vale!'1', se J
non .! diffc!'1'nz.iabilc, anche pn una funzione che effettivamente possiede derivate
dirc.tioMJi).
/ (O,v) = -;v' = -3y, / ,(O,O) • - 3.
b. Corrcna. /.!diffemiziabilcnell'origine~
c. Scom:lta. llsimbolo ~ oon siusa.
d. Sc<lm:ua. Adenominatorec'.!ilvettorch!l. cquestononhaxnso / (z ,11) -;;:~;)·(z,11) _, 0 per (:i:,v)-o(O,O).
r. Com:na
f Corretta
a. Falso. Nella formula compare la.scrinura V[/ (t(l))) chenonha scnso, essendo
/ (t(t)) unafunzionercalediunasola.variabile.
"" (zl ~;)J/2 • (in coordinate polari) •
4
ii'co~1'sin1' = 4cos21'sin1'
b. Falso. Nel la fonnula compare la 5'rinura Vt(I), che non ha senso, essendo r(1) nontendcazcroconp,perciò/nonèdifftttnziabile.
una~nzi~:~ vettorialc divariabilc realt, enonunafunzione!l'alcdipiùvariabili.
0 Oppure, si poteva citatt il teorema : poich~ /~una funzione continua fuori dall',,.-iginc,
d. Falso. Nella fonnula compare la Krimrn1 /' (r{t)), che non ha ROSO, essendo / omogenea digrado I ma non lineare, non è differenziabile nell'origine, (v. [BPS2J,tap.3.
unafunzìonedipiùvariabili §~.2. Teorcma3.32)
che è una maggiorante radiale infinitesima; pertarno la funl.ionea primo membro tende a
21z1 ~
+fh
1
m oper (z,v)-(0,0), perciò/ è diffo:ttnziabik. 1r111
= (:r1+.,p}'f2 + (:r1+,r}'fl li g,
b. Poitht/èdiffcrenziabile 11ell'originepossiamoapplicare laformuladc!gradiemc e
affennare che: On.:g 1 è positivamente omogeneadi gradol,91tpos i1ivamcnte omogencadigrado 2,
quindientrambe tendonoazero. Pcr ilte«<madetco11fronto, illirni~desidera10 èzero,e /
({}-.-~) -Vi
èdiffcrenziabiknell'originc
D,/(0,0) .. V/(0,0) -.v - {2, 0)·
Per:ro#Osihaclle~ry-+0,~,.,~-0 ronveloçi!àesponeniiale,quindi
conderivatanu lla. Perciòesis1e g;:{:ro,O)=Ose:ro#O
/(0,11)= 1 o~ per 11Fo) = -91og(1 +!!, )
per 11•0
lncor>e lusione, la funzione~derivabiletranne che nell'origine .
b L'equazionedelpianotangentet:
~ = /{O,O) + :r*(0,0)+11*{0,0)
/(z,0)• 1 O~ perz f<.O ) ={e'- 1).
pcr z•O
Fuoridall'origine/~certamen(ederivabilc.Calcoliamo:
Nell'origint: /(z,Q) .., z'; ~(0,0)=0; z1y +:r3 - 2>} - :z:3-%Jl - :r3u2 + 2z2y+ 2Y+2z2.J
(z1 +yi+z1rJ /i:1 +r
,(.,,) I .. +~
1
~ =(r+it)Jzl+Y5 =
s~+m-1r11+1111- o
ptr (z,y) - (0,0). Per il teorema dcl confrooto, anche * - O, e/ t diffe-n:nziabile
ntll'origine.
b. 0$$erviamoche:
'V/(O,O)·(cos.i,sin.iJ - ços1'-sin1',,(cOSt'l+sin1'l(cos11'-sin11'),
quindi in qucsm caw la fonnula dcl gradicmc oon ~ verificata. Se ne deduce che / non t cpoicMlamaggiorametfunzioneradialecintinitcsimapcrp --oO,
differenziabile nell'origine
~-Opcr (>:,11)-(0,0)
Pmanto ~ è continua nell'origine
Pn (:i-,11)<!-{0,0)·
/(>:,0)=(>:2j~"' )=1>:[sin{:r1),..,l>:l>: 7 ,
1
quir>di/,(0,0)=0
Pianotangcntt in (i,2):
z • / (l, 2)+/z(i,2)(>:-i)+/,(l,2)(11-2)
~(0,0) - 0.
Calcoliamo ora la derivata fuori dall'origine:
dunq~Ul! • (t0$1',sin1'),
D./(0,0) a- g'(O)•cos11'sin".
In particolare,
-[(•'d)•••(>'+>')+.,.1 ~ ) Oz/(0,0)=fJ,/(0,0)=0,
perciò in questo taso la fomiuladcl giad icmc non valt.(Sc valcsu, 1u11c !e derivate
din::zionalisan::bbtronultcnel forigine).
302 Cap. J.CalcolodifferenzialeperfunzionidipiOvariablli Par. 3.4.0erivateparzialiedifferenziabl!ità 303
3.126. La funzione t ~itivamcn ie omogenea di grado i+! - 2 • ~> I . fuori Pcrtanto/(>:,11)-0, rideftniamolaugualc 10 nell'originc.
dall'originc tcontin1Q,pc«:iòtditTC"1"enziabile nclrorigine / èio:knticarncnte nulla sugli ass i, quindi lla dcrivatcpan:ialinulle nell'origine. Penamo
è diffcrlnziabilesc cso lose/(>:,11) • 0(.,17+;2}. 0ra:
3.127. La funzione t positivamente omogenea di grado 4- 3 =I (s i noti che
1'csponcn1e èomogcneodigrado O), non t l ine~ , perciònon è di ffcrlnziabile 11e lroriginc 1
/ (z , 11) - ( r. ,J 2%!1' )
~se {:i:1 +v2JJJ'+11!- (>:'+YJJif'+"?
f(:i:, 11l · (•'""- 1lr7r
dovc, pcr (:i:,11)-(0,0):
/ (>:,11)-0 pcr (:i:,y)- Opcrcht ~è omogenea di grado l quindi tende a zero, e
(e--1) - o, per (:i:,11) - (0,0). Perciò prolunghiamo per continuità f in (0,0) e,,;. - I ; (:i:2 + :;5.,1 +J -
11
O(omogcneadi grado I);
panendolaugualea O
Sugl i assicoordinati /siannulla,qulndihaderivateparzia!inulleneltorigine
Percill /è differlnriab ile nc:ll'origine seeroloseto(~ .On.: (>:, + ;~y;;i + 111 - O(omogc11ea di grado 2).
Pcr (>:,11)-0,
(<- - •-•)-•'-"= I- •, (teorema del confronto), perc illprolunghiamopcrconl inuitA/ in (O,O) ponendola uguale a
O. Dcrivate parziali ne lrorigine
304 Cap. 3.Cak:olodifferenzialeperfuniionidipiùvariabili Par.3 .4.0erivateparzialiedifferenziabilita
~ - t/, quindi/,(0,0) • 0;
dovc lafunzioncg!radia!c,
f( O,v) •
g(p)=el;t - lperp -0.
pen:iò/èdiffercnziabilcncll'originc se c solo scèo (~.
J .137. Se(z,11)F(O,O):
*-P+v2+~;* = ~
*= 'l(z;~)I/) + 1se 11FO;
nei punii (:r0 ,0) conz0 F -l, f non~ (lerivabile; ~(- 1, 0) = O.
Se (z ,y) = {O, O)•
poicM / (z,O) = xlzl,~(0,0) • O; pokhl! / (O, y) .. 0,~(0,0) "'O. A= {(x,y)eR 2 :z F- 1 e 11FO} .
Poicht (O, I) e A, f èdiffcrt"nziabile in {O, I}
~(-1, 1 ) = J2 + 7z; ~{- 1,1) -7z =
: .. 2 +i:r+ J (11- J}
* (:i:,y)•yz"- 1;*(:i:,y)•:i:'lop-.
d/{- 1, 1) = ( J2 + ~)d:r- ?zdy
*
b. Poiché k derivate paniali sono contin ue in tuuo l'aperto {z >O} , la funzione f ~
Se (:r,y)#<(O,O): ivi differenziabile.
c. / (e, 2)•e 2; V/(e, 2)=(2e,e 2).Pianoiangeme
~= x22:11 ·ii = log (:r2 + Y) + :r22ryi ~ = e2 + 2e(:i: - e) +e 2 (y- 2).
Se (z,11) = {0,0)• d. Poich6 la funzione ~ differenziabile, ~i può cak:olare la dttivata dirt"zionalc
poicM / (x,O) • O, ~(O,O) .. O. Poicht / (O, y} = 211logl11!, U (O,O) non esiste. medianieLafonnuladelgradiente:
A - {(:>:,11),;ql.O}
{~on esiste : =; ~
/èdiffcrtnziabile in {l, - L) pmht (l, - l )E A.
'V/(1,- 1) • (-l, e); / (1, - 1) • -e. Piano tangente:
tl(I) = s1n"e
. "-'(
' I+ '~) • sm1'c
3ti7' . "'"'( ~)
I+-
3
- ;
'· V/( /2,1) • (-';\l,-;!.);1( /2,1) • ;.r1-~grn<< PcreKilafunzionctprolungabilcconcominui1ll aochc in (O,O),cd t quindicon1ìnuain
runoR1
: =~-~ (:r- ../2) -~(11 - l}. b. f t oYViarno:me derivabile (e differrnzlabilc) fuori dalla ll'tta 1'""0, poicht la
funz.ioncdi unavariabile ~ nonèdcrivobilcpcr 11=0.
Cakoliamolcderiva!cneipunti (:E(l,0).
/ (o:,O) • O,pcrciò/,(:z:o,O) • O.
31 0 Cap. 3.Calcolodifferenzialeperfun:zionldipi(lvariabili Par. 3.4.Derivateparzialiedifferenziabilità
a.Pn(:r,"IJ)#(O,O):
~
t (zt.,"IJ) • :rl+r' z10f'J.,,./3 + 7:r4/3llll/3 f,:rl1/J.j-P _ :r.TPV'/3
/,(:r,11) 3(z1+y?J ;/,(:r,51)e~;
chenonèderivabilciny =0, trannecheper :ro .. o. Dunque:
/èderivabileneipunti delpianoineui 11#0,W inoltre èdnìvabilein(O,O). mentrein (O,O), lederivateparzialisoooen1rambenulle
c. / è ovviammte differenziabile per Il #O (perché è un apeno in cui k derivate b. Lederivateparzialisonocontinueinwtto R 1 (per(:r,11)-(0,0) 1endono azero
parziali sono continue); non è differenziabile in (:ro,O) se'"-# O (pm:hè in tal caso non è perché entrambe fun:cioni omogen~ di grado l e continue tuoni dall"origine) e di
dnivabile). Rimane da verificare se è diffm-nziabilc in (O, O) (dove è dnivabil e, con C<)(IUgucru.a:
derivatenulle);ques1oaccadese c. /èdifferen.ziabile(anche)nell"origine
/(:r,11)
J;Ti7_, o.
f.sscndociunapo1enupositiwdipade1>0111ina!ore,cenamen1eperp-.Oquestaquan1ità
nnoo ~ infinitesima, quindi / non è diffcrtnziabile in (0,0). In conclusione, è ~o.o) 'J;:~~:r. non esiste.
,...
differen:>.iabileneipun1icon 51#0.
3. 14S. o. /è continua in tuno R' (notare che il denominatore non si aruiulla mai)
/>. /è derivabile (e differenziabile) per y#O e (ragionando come nell'esert:izio
precWente)èderivabilein (O,O)(ronderivatenu!le),manonlotin (:r.0 ,0) per zt.#0.
c. Ccnamente / t differenziabile per y'#'O e non è differenziabile in (,..,O) per
e-'[cos~l : ~:11:1i Zusinu]
1
zt.#0. Rimaneda smdiare ladifferenziabil itàin (O,O).
/,(:r.,)I) =
l /l•»J l
~$~""
l'?"il '""'@1.r.
$\fP·
p fi!/(r(1))) - /.(a(t) ,h(1))4'(1)+ / ,(o(t),/>(1))1>'(t)=
,,~,, - ··
312 Cap. 3. Calcolodifferenzialeperfunzioni di piùvariabili Par.3 .4. Derivateparziali edifferenziabilità 313
fii/(z::(l)))"' V/(r(t))·z::'(t) =
- t.2r;[;~;;~lt(1)1r,(t),,, ~ tr,(l)r;(t).
/'(t) z ~(1\i)21+~(1 1 ,e')e'
fi[/(r(l))l a ~ tr,(t)r;(t)
/'(2) • 4 ~(4 ,e1 )+e 1 ~(4,el).
t(l) • {lcosl,hinl,I); ldl)I =,/ii= t/:?;
*(:i:,11)=/(x2 +V)2:i:
é(l) • (cost- tsinl, sint +lcost,l)
Soluzioni§ 3.5
J. 171. /{x,11) = x11;;+-ll)
/(:r,11) • p;Vp= (:i:~ll);
J.172. f (x, 11) = .yi"(x 2 + !?)
:z:3+ 2xy2+5:i::4
J.173. /(x,11)=~
/{:i:,y)=~:y~
/(:r,11) - g(p) tQfl g(p) - ~; \lp .. {11-~11);
J .1 75.* Eq11a:do ne dd ca lore in R". Verificare che la funzione
u: R~+i _,JR
V/(x,v} = d(p)Vp = -~ (:r~v) = - (z;J)
H/ • ( -~~
~ -~ )
J//=( -~:!;'_,~
~... ~ ~
)
3.164.
a %+:rJr+o{il+v2J
b. 11+%11+o{il+v2)
" z+v+fil-frf+o(il+v2)
318 Cap. 3. Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabili Par. 3.5. Derivatesuccessive
~ = c'sinv: ~ = -e"sin11;
/,,. = cosy +siru::/ ,,.G, i) · 12
In= -:uin11;/rr G•i) = -12i
f (l +h,l+ J:)=
* = ~x1+ 3 ~W
la funzione ~ 11Qn è continua in "' - O(almeno fuori daltorigine), quindi /non è Cl(R1)
J
J. 174. La funzione~ positivamente omogenea di grado 3- ; = e continua fuori Calco liamo le derivate parziali e riso lviamo il sistema per trovare i punti
dall'origine. Le derivate parziali primeJarM11opositivamcnteomog~digrado ! .le stazionari
dclivatepania!i setondesarannoposilivamrntcomogenttdi grado I·
Se ne deduce elle
/% = 2xy-y1 +y = y(2x - y+ I) =0
/ E C1(R1). {Si vedano le argomentuioni pi~ dettagliate dell'eser.::izio pre«demc).
{ / 1 = x1 - 2xy+x = x(x - 211 + I) =0.
Esserido il pri moesempio.discutiamoindettagliola riso luzionedel sistema.
Laprimaequazionedà
v=Ooppurey = 2x+ I
Sey=Olasecondaequazionedà
x(x+ I)= O,c ioèx =Oox = - 1,
2y 2x -2y+ ' )
HJ (x,y) = ( 2x -2y+ I - 2.l: ·
criterkistudiato: Hessiana:
H/ I0,1)= 2 -1).
( _1 0
.
mdefimta;{O,l)puntod1se lla. quindi (O,O)èpuntodisellaper/(:r.,11).
Sì rilleua sul criterio usato: se (O,O) fosse un pun to di massimo oppure di
minimo perla funzione / (x,11). losarebbeanchepcrlafunzionedi una variabile
che si on iene restringendo f a qual unque retta o curva; l'esistenza di una
E'M mpio J.16. Dctenninarc tuui i punti critici della seguente funzione, e studiarne restritionelungocui il punto è di llessoimplica quindichenon sia nédi massimo
la natura, detenni nando gli eventuali punti di massimo re lati vo, minimo relativo, o né di minimo per la funzione di due variabili. Alla stessa conclusione
sella. (Nel caso si 1rovi qualche caso dubbio, stabilirne la na1uracon i metodi giungercmmosetro\·assimoduediverscrestri2io nitaliche lungo l'una la funzione
studiati). haunpuntodirnassimoe lungol'altrahaunpuntodiminimo.
(O,O):(~,o); e larenax= I.
(llpunto(l,O)è giàco mpresone llarcna).
Matri<::ehessiana
H/(0, 0)= ( 2 _
0 2
o). . .
mde fimta;(O,O) puntod1 sella
Fig. 3.47. Zonagrigia: / (z,11)>0; zonabianca: / (z,11)<0
Osserv iamo ora il compor1amento di f Jlt"ll'i ntomo dei punti della retta x = I.
11/G,o) = (~ 1
~~) defi nitaneg.; 00) 1 puntodima.uel.
Se t.1:1> I OYo < - l, /è negativa in un intomodi (1,Yo), quindi ( l,t.1:1) è punto
dimassimorclativo(pcrehé/( l,J,lo ) =0);
se -1 < Yo < I, f è positiva in un intorno di (l,1.1:1), quindi ( l ,Yo) è punlo d i
minimo relativo;
H/(1,>JO) = (2(l~~) ~) se midef.(l ,Vo) <::asi dubbi. inveçe in ogni intorno dei due punti (1,±1) f cambia segno, quindi {1,±1)
sono punti di sella
Abbiamoquindiun'interarenadicasidubbi.
Osservando che /(l,Yo) =O, vediamo che possiamo studiare la natura dei Es ercizi
pun1istazionari (l,J1o)Studiandoilsegnod i /.
J.176 .•
/ (z, y) =(:i: -1) 2(z-y)(:i: +y) a. Si determinino tutti i punticriticidcllaseguemc funzione,esencstudi la
3.177.* 3.181.
a. Sidetennininotuttiipunticriticidellasegucntefunzionc,esenestudi la a. Sidctcnnininotutti i punticritkidella seguentefunzione.esenestudi la
/ (:r.,'IJ)= 9-:r.2+zy-2x-y2.
(Suggerimento. Uno dei punti critici presenta un "caso dubbio": per studiarlo, b. Caleolan:ilpianotangentealgraficodiz = / (z,'//) nelpunto (l ,O).
ragionateopportunamente sulsegnodella funzioneinunintomodiquel punto). c. Calcolare la derivata direzionale di / (:r.,y) nel punto (O,l) secondo il
b. Caleolare ilpianotangentealgrafo;odiz = / (z, y)nelpunto (l ,O). versore1.1=( 4,!)·
c. Calcolare la derivala direziona le di / (z,'IJ) nel punto (1, 1) rispetto al
versore l! =u.v.
3.182.
a. Sidetcnninirio !Ulti i punti critici della seguente funzione, ese ne studi la
3.1 78.*
a. Sidetennininolllttiipunticriticidellaseguentefunzione,esenesrudila
~+z 2 y-3xy+y2 •
natura·
/ (z,'IJ) =
/ (x, y) = C(z- i )( y- 1) +(y-1) 2.
b. Calcolareilpianotangentealgraficodi z = / (:r.,y) nelpunto (O, l ).
b. Calcolareilpiano1angentealgraficodi z = / (:r.,y) nelpunto (l,2)
3.183.
3.179.* a. Si detennininotuui i punti critici della seguente funzione, e se ne studi la
a. Si detenninino tulli i punti critici della seguente funzione, e se ne studi la natura:
natura(èsufficienteconsiderareO :S::r.< 211"):
/ (:r., y)=z2y +z2+y2- 6y.
/ (z,y) = ~ -(y+ l )eou. b. ScriveR l'equazione del piano tangente alla superficie::= f (z,y) (del
puntoprt.><:edcnte)nelpunto (l, 2).
b. CalcolareladcrivatadirezionaleD~ / U,O) conl! = ( 'j;:.~ )· c. Calcolare la derivata direzionale di / (:r.,y) nel punto (1,2) rispetto al
3.180.*
a. Si detennininotulliipunticritici dellaseguentefunzione,ese nestudila
"=+7v;!;)
3. 184. Siconsidcrilafuniione
3. 185. Siconsiderilafunzionediduevariabili:
2
/ (r., y)=:r. +·// ~\. aW
328 Cap. 3. Ca lcolod ifferen?ialeper lunzionidipiùvariabili Par. 3.6. Massimi e minimi liberi 329
.U 88.
f (x, y) = ~xa + ~x2y- ix2 - -i112
a. Si determinino tutti i punti critici dell a segueme funzione, e se ne studi la
3. 199.• /(x, 11)= (~+x)(4 -y2)+y2
f (x,y) = ~ -y2 - 4:i:y.
Dopo aver de1ermina10 tulli i pumi s1a::io11ari delle seg11emi funzion i, studiarne la
na1ur11 (cioè decidere se sono punii di mitiimo. mcusimo o sella)
3.202 .• / {:i:,y) = ~z2y2- ~z2 + iit
3.203.•
3.189.• f (x,y) = :z!y- xy1 - 5:.:y
/(:i:,y) = ~(x+ l )s+ {x+ 1)(3- 2y) +(x+ 1) 2(y - 2)- 2y2
330 Cap. 3. Calcolodifferenzialeperfunzionidlpiùvariabili Par. 3.6. Massimieminimiliberi
J.2 0;1. / (x, y) = x1/ + ~y' + 3y2 + ~x2 - 1 J.212.* Determinare qual è la sfera di raggio massimo, centrata
nell'origine, che sta sono il piano 3% + 2y + z = I
Suggerime1110 di imposfazioRe. La sfera che risolve il problema sarà langenl«
J.20S.* alpiano,quindiladistanzadell'originedalpianoèugualeal raggiodellasfera;
perciò si sta cercando il punto del piano a distanza mi11ima dall'origine.
Naturalme nte questo si può trovare con i metodi della geometria, ma cerchiamolo
minimizzando la distanza dall'origine dcl punto (x,y,z ) sul piano. Anzi, come
spesso si fa nei problemi in cui si vuole minimi:aare una distanza, conviene
J.207. minim izzare il qU(l(/roto della distanza dall'origine, xi+ ·l + z 2 , funzione più
facile da derivare (e d'altrocan10 la distanza è minima quando il suo quadrato è
minimo).Sostituendoallaz lasuaespressionericavatadall'equazionede l piano,si
J.208.• / (x, y) ::: (z- 1)2 (y-2 )- y 2 haunafunzionedi2variabili (:i:, y) dicuicercareilminimolibero.
"
Esprimere ora in funzione di x,y,z l'area da minimizzare e sosti tui re
l'espressione di z trovata qui sopra per ottenere una funzione di 2 sole variabili
(x, y)dic uicercaregliestremilibcri.
332 Cap. 3. Calcolodifferenzialeperfunzioni dipiùvariabili
Soluzioni§ 3.6
f /,=r'y+:qi a:qi{o:+l)=O
l t,=\+i:i-2 +y=O.
.:=ez+2y-3- e.
Fig. 3.48. ln grigioleregionlincui/(:z:>11) >O;ln biancoleregioni i'leuif(z,11)<0
Piano tangente·
D,/(l, I} • 2 · ~ + ~ · ~ = ~- Pumicritiçì
J. 178.
/ , • e'z(11-l)=O "1-:Z: • Ooy=I. / ,, • (11+ l}c:os:e; /q • sin:z:; In - ~
{ /, • e'{z- 1)+ 2(11- l ) a O
c. z=o:-4y-f
lf /(0,0)= (~ ! 2
) indef.;{O,O)puntodisella
/f/(1,-2) = ( -;
2
! 2 ) dcf.ntg.; (1,-2) puntod i mM . rcl. I pumi stazionari sooo: {-1,0); (-~,~} e la retta (0,1111)
1//(-1,-2) • CD2
2
dcf.J>M.; (- l ,-2) puntodimin. rcl.
11/(±.fi,o) =( ° :;::~)inder.(±.fi,o)puntidisella
10 ///(-1,0) "' (i ~2 ) indcf.; (-1,0) punl(ldisella
i punii (O,O) e (O, I) $000 di $ella (perch~ in quei punii/~ nulla e in ogni intorno Neipuntiy • Osi ha·
cambia disegno)
H/(x,O) = (~ 2 .i~l) caso dubbio.
Graficodi g(x) = ~ - ~
Quindi·
11 = 0 renadipun1i.s1azionari;
peno< I in un incomodi (zo , O) ~ l(x,11) <:!O; (ro,O) ~ pwitodi minimo;
per~~ in un incomodi (x0,0) ~ /(z,11} :S O;(:ro,O) ~ puncodi massimo;
in ogni imomodi (~,O)/ tambiadl segno, (i,O) ~puntodi sella.
x2 + 2x - 2 = 0;x = -1±V'i
(x-1)1 -2x+2 • 0; (x-1)1 -2(x-l) "' O;
l punticri1id MHIO" (-1,0); {-1 ±./.i, 2); (- 1±./3. -2).
(z- l )((z- 1) 1 -2] =0 """"'= l °"'"' 1±./i
z = l ~V' : 2 =-J "' ±J2; 4- ,.'I - 211(:r+I) l
•= ' + v.~ ~ =2(• + v'i)"= •J2(• + v'i) H/(x,y)= [ -211(:r+l) 2(1 -f-:r) .
Henillna
H/ ( I - ,y'2, O) = 0O s( yf2o_ ) ) dermita poSitiva; pun10 di minimo. (-1 ±./3, 2) punto di sella
( 1
HJ(- >±vl,-2) = [ ( \ )
4 ±y 3
<(±JJ)l
...
'"''""'"·
lleuiana:
H/(±3./3,-3) = [ T l~,/3 T~88f];pen:iò ( ± 3./3,-3) $011(1puntidi sc l!a.
H /(0,0) · (~ 6)caso dubbio
/z • {:r + 1)1 +3- 211+2(:r + 1)(11 - 2) '" :r(:r - 2+ 211)
( 1~ - -2(:r+ l)+(:i:+ 1)1 -411
/(:r,:r) • 2:r'-2:r3
haunpun! odiflessoin:i:=O,quindi z=Oè pun!odisc lla. z(z-2+211) =O~:r=O o :r.:2-211;
H/(±"7z'"J2
I I ) , ( -},
T~
>t,)
6 z • O~ -1- 411=0,11= -~;
:r(111 -9) =O~ :r - 0011 - ±3; (o.-~} (-1- ,/6, J+2,/6} (-1 + ,/6, 3-/6)
:r "' O~ 11=0;11 - J~ z 1 +27 =0 impossibile;
H/ (0,0)= [0 9
6];pcn:iò (O,O) èuncasodubbio
[~ ~]
u1( i+J6'-Vo)-[
- ,-
, - -
-•+J6 2(-1-4+J6) ]
2(-1+,fi)
'"'''•'« H/(:±(2,0)) · indefinita, :±(2,0) puntidi11ella.
l.21l4.
{0,0) punto di minimo ..,lativo; (-1,-1) punto di 11el!a; (-9,3) punto di sella.
11=0~ z3- 3:r:1 =O~ o: "'O o o:"'J;
lpunticriticiwno: {0,0);(3,0);(2,l).
(:r:1 - 4)(%- 11) = 0~ ~= o:o.:2-4 = 0, cioo!:z = :±2;
H/(:r:,11)"' [~~=:: ~2~6"'J
H/{0,0)= [~ ~] ca<iodubbio
ConJidcriamola ..,strizione
JpunticriticiW!lo (0,0);±(../2. 12);±(2,0);:±(2,4).
/ (z,o:) • 2z• - 3z3...,. -3z3 pcrz~ O.
Ptr questa reslrizione il punto % • O non è nt di m.llSJimo lii! di minimo (flesso a tangtme
orizzonta!t), dunqutpcrlafunzioncdiducvariabilil'origintlpuntodisclla.
j y-1i§il =O V'
\ z-~-o ~11-2000·20002""0
H/(3,2): [~ ~2 ] ~ (3, 2)pumodisella
(o,oi;(o.D La scatoladcvcquindiavcrTdimeMioni
:i=y=JOy/2:.tZ.6cm ;
Matricehessiana • - ~ - ~ - ~:.6.3cm.
.,, (10"2) 2
ln 1lrreparole,lospigoloinal1czza dev'esscremculdcglispigolidibase,ugual itraloro.
350 Cap. 3. Calcolodifferenzialeperfunzionldipiùva riabili Par.3.6.Massi mi e minimiliberi 351
!!/(1,0)= [~ ~2 ] indefinita;(l,O)puntodisclla.
H/(:z:,11)= [ °
1
6
:].mauice(costante)definitapositiva,
Detl//O;A =40-24J2>0
quindi (f.,+) ~ effcnivamcntc di minimo. La disianu cercata t Malli« definita positiva,(~;~ t punto di minimo. Il punto della supcrfic~ t
individuato anche dalla 3° componeme: = ~ = ~· pcrciòt
1 (~.n - (~r + (~r + ( 1 - 3 ·~- 2 -~r = +1~2+'
32 1
-A·
Orailraggiodcllasfcracm:atatlaradkediqucstaquantità,quindi
R-*4·
Minimi~i amo la funzione
(
2x-~ - o
2y-~ - o.
L.a2"equ12;.dà11=0oppure(x+1/f =2
Dalla I' equaz., 71 .. 0=> z = -,\.;r' = l,z =I;
(z+111)1=2=>z=!=>(t+y1)1= 2=>11 =~·
(!,O);O;Vfl.
Par. 3.7. Funzioni defin ite implicitamente
1 + 1 + ~ (g"(- 1 )- 2) +g"(- 1) =O
3
z -:s: ,/Y+:s: +11 =0 - 6+
Si dimostri che, in un intorno del punto (- 1,1 ),questadefinisceimplicitamente
g''(- 1)= ~.
unafunzione y= g{x).
Calcolare quindi g' (- 1) e g"(-1 ), e scrivere lo sviluppo di Taylor al
sccond'ordineperg,inuni ntomo di ;i:= - 1
Possiamo ora scrivere la formu la di Taylor:
354 Cap. 3. Calcoloditferenzialeperfunzionidlpiùvariabi~ Par. 3.7. FunzionidcfiMe implicitamente
g(z ) =g(-1) +g'(- i )(z +I)+ ~g''(- l )(z+ 1)2 +o((z+ 1)2) J.218.* Sia
~-2:z+y - O Si dimostri che l'equazione / (z ,y) =O definisce imp licitamente una e una
sola funzioney = g(z), g E C 1(J) in un intorno di zo =I.
Si dimostri che, in un intorno dcl punto (2, 3), questa definisce implieitamcmc una Sicalcolipoi g'( J).
funzioncy=g(z).
Calcolarequindi g'(2) escrivcrelosvil uppodi Taylor al prim'ordincperg, in J.221.* Sia
un intorno di z = -2
f (z,y) = xlogy+xu21ogx- z 2.
J.216.* Sia
Si dimostri che l'equazione / (z, y)=O definisce implicitamente una e una
sola funzioney =g{z), g E CL(!) in un intomodi zo - I.
Sicalcoli poig'(l ).
Si dimostri che l'equazione / (z, y) =O definiscc implicitamente una e una
solafumdonez = h(y),h E C 1{I) in un intomodiy z l. J.222.* Sia
Sicalcolipoih'( l ).
f(x,y ) = 2y(z - 1)2 +3x+ ~ (z -2)(y - 1)5 .
J.2 17.* Sia
Si dimostri che l'equazione /(z , y) =0 defini sce implicitamente una e una
solafunzioney=g(z),gEC 1(J) inunintomodizo= 2.
Sicalcolipoig'(2).
Si di mostri che l'equazione f (x,y) =0 definisce implicitamente una e una
=
solafunzioney g(z), g E C 1(1) in un intorno di zo = 2
Sicalcollpoig'(2).
T~ tlvòW
356 Cap.3. Cak:olo differenzialeperfunzionidipiilvariabili Par. 3.7. Funzionldeflniteim plicitamente
6+ 2 + 2 + 2 + 2V'(l) - 12 - 6,"(1)"" o
g"( l}=O
f(2)= - ~.
360 Cap.3. Calcolodifferenzialepe r funzionidipiùvariabili Par.3.7.Funzionl definiteimplicitamente
g'(l} • -~ ·T•e-es.
g( I)= i-C• lcoliarnooni· ~- 4y(z - 1) +3+ R:c11 - i )'; ~{2, -3) . -12+3 - tM = - 73;
/ (1,e)=O.
%"" -'l:e-"+ 3y1{,.,- l);*( l, - log2) "' -2#0.
soggenaalvincolo
Poiclk! / {O, !) :0,/ è C' in un iniomo di (O, l) e ~(O,l) ;,o, l'equazione / (r,11) =O
definisce implicitamente una e una sol.a fun>.ione Il = g1{;i:) in un intomo di (O, i ), e risul1a 2
g(x, 11 ) =x 2 +(11 - 1) - 1 = 0.
tJ1 (0) = l.Analogamente·
Poich~ / (0, - 3) =O, / ~ C 1 in un intorno di (O, - 3) e U(o, - 3) F O, l'equazione Si richiede di detenninare i "candidati " punti di massimo o minimo vincolato
/ (r, 11) .. O defin isce implicitamente una e una sola funzione Il • g,(r) in un intorno di U$lllldoi lmetodode l moltiplicatored i Lagrange, e qu indistabilirel'effen ivana1ura
(0, - 3),c risulta g,(0)-=-3 deipuntitrovati, giustificando leproprie affennazioni .
Scegliamo ora g 1 e calcoliamo·
Comindamo ad osservare cheilvincolo nonhapunticriticiin quanlo
Vg(x, y) =(2x, 2(y-1 ))
~ - -=f - ~-
si annulla so lo in (0,1 ), punto che non soddi sfa l'equazione di vinco lo . (Questa
fJ\(oJ- - \'erifica ~ ne.:essa ria per poter poi applicare il metodo del moltiplicatore di
Lagrange)
Analogamente: Scriviamo laLagrangiana:
Scegliamo ora g 2 e ta lcoliamo:
L(z ,11, .\.) - xe- (r+Yl - .\. [r~ + (11 - 1)1 - 1]
~ (0, -3) • 9; e impostiamo il sistema :
T~ tlvòW
364 Cap. 3. CalcolodifferenziatepertunziOnidipiilvariabili Par. 3.8. Massimi e minimi vincolati 365
2
2z - l =
2zy
-=--·
y- 1
y= - 2z 2 + I
J.22 7. De term inare tutti i punti di massimo e minimo assoluti della funzione
/ (z,y) =:i:J-r/
( ± V~·-.fii)
~· 4 ·
J.229.* Determinare i pu nt i di massimo e minimo assoluti per la funzione
/ (:i:,y) =z./
Oraragioniamoeosi. llvincoloèunacirconfcrenza,insiemcchiusoeli mitato; soggeuaalvincolo
/ è continua, quindi per il teorema di Weierstrass ammette massimo e minimo
asso luto sul vincolo; d'allro canto la funzione f è, rispettivamente, positiva e
ncgativaneiduepunti staziollari,perciò
J.230.* Detenninare i punti di massimo e minimo assoluti per la funzione
(~.!::fil) è pun to di mas.simoll.'isol utovincolato;
/ (z, y) = z 2 + 2./2:1:11
(-~,!::fil ) è punto di minimo assoluto vincolato. soggetta al vi ncolo
g(x, y) = ::i: 2 + y2 - 4 =O.
Esercizi
J.23 1.* Determinare i punti di massimo e minimo assolut i per la funzione
J.225.* Detenninare tuni i punti di massimo e minimo della funzione
/ (:i:,y) = ./+ 4::i: 2 y -4y
/ (:i:,y)=z2-·/
soggetta al vincolo
2 2
soggcuaalvincolo x +y = l.Giustificarclcpropricconclusioni.
g(x,y) =z 2 + 1? - 1 • O
J.226.* Determinare i punti di massimo e minimo as soluto della fun:tione
J.232.* Dctenninarc i punti di massimo e minimo assoluti per la funzione
/(::i:,y)=e- r-r / (:i:, y) = ::i:e-~'- r'
soggena al vincolo (:i: - l )l +4 11~ = 4. Giusti ficare le proprie conclusioni. soggetta al vincolo
g(x,y) =::i: 2 -y2 - l =O
oW
366 Cap. 3. CalcolodifferenzialeperfunzionidipiUvariabili Par. 3.6. Massinieminimivincolati 367
Notabene: ancheseinq11es1ocasoilvirn:ofo11ondescrive1minsiemechiusoe ottimizzai.ione vincolata per una funzione di 3 var iabili. li volume della scatola
limita/O. pQ/e/e "dare per bl/Ono" che mussimo e minimo asso/1110 esisw110. contenuta nell'ellissoide intero l: 8 volte il volume della scatola che sta nel 1°
3.237. Si svolga nuovamente l'esercizio 3.211 del §3.6, uti lizzando ora il
metodo del moltiplicatore di Lagrange (in sostanza, si chiede ora di non usare
Per semplicità, assumere fin dall'i nizio che il parallelepipedo abbia le facce l'equazionedivincoloperesprimereu navariabi leinfunzionedcllealtre, anche sc
parallele ai piani coordinati. Data la simmetria del problema, pos.siamo limitarci a questo è possibile).
cons iderare quel che succede nel primo atlante :r > 0,11 > O,z > 0. La porzione
dellascamlachecerchiamocontcnutainquestoottantesaràunparallclepipedocon 3.238. Si svolga nuovamente l'esen:izio 3.0 de l §3.6, utilizzando ora il
3 facce sui piani coordinati; dcno (:r,y,z) il ve11iccoppostoaquelloche si trova metodo del mo ltiplicatore di Lagrange (in sostanza, si chiede ora di non usare
nell'origine, il volume di questo parallelepipedo è semplicemente :r:yz. che va l'equazionedivincolo peresprimcreunavariabileinfunzionedelleahre.anchese
mass imizzata sono il vincolo questol:poss ibile).
:z:2 p
1 z2 3.239. Si svolga nuovamente l'esercizio 3.0 dcl §3.6, ut ilizzando ora il
~+b2+2=l. metodo del moltiplicatore di Lagrange (in sostanza, si chiede ora di non usare
l'equazionedivincoloperesprirnereunavariabileinfunzionedelleal1re,a11these
(lnfatti, se lascatolanontoccala superficiedell'ellisso ide,certamentenonstiamo questol:possibile).
usando al meglio lo spazio disponibile). Si not i che si tratta di un prob lema di
368 Cap.3.CalcolodiffeJenzialeperlunzion l dl piùvariabili Par. 3.8. Massimieminimivincolati
Soluzioni§ 3.8 Perciò, poicht /,essendo continua sul viJK:olo (che ~ un insieme chiuso e limiUtO)
deve avere musimo e minimo vincolati, si può concludere che·
J .llS. Siverificacheilvincolononhapun1icri1ici:
Vg(:r,11) • {2z, 211) • 0soloncll'origine,che nons1asulvincolo.
lntroduciamolalagrangiana (3,0) pun!o di minimo asso luto; (- ~, ±~ ) punii di mas;iimo assoluto.
L{:z,11,>.) = x2 - ·Jl- >.{z 2 + .j- l ).
3.227. Siverificacheilvincolononhapw11icri1ici:
Vg(z,11)= (4:.-3,47')=0soloin (0,0), cheoons1asulvincolo.
L, =2i:- 2>.x • 2:r(I->.) =O lpuntistazionaridellalagrangianasono:
L, = -2y-2.\y • - 2y( I +>.)=O
(0,±1);(±1,0);±(t,.-t,).
\ ,.,2+11l-= l Esaminandoilvaloredi/inquC$tipuntisiconcludcche
La t• equuionedll z:O o.\ • l. (O, 1),(- !,0) sono punii di minimo assolu1o(min . = - 1);
o: .. o ... (Equaz.3) 11-± l ~ (Eq.2).\ • -I , quindi: (0,-1),( !,0) sono punti di massimuassolutu(max. = l)
(z,11,>.) • (0,±l,-I).
>. = l ~ (Equu..2) 11 =O~( Equaz.J)z • ± !,quindi: (z,y,.\) ~(± ! ,0,1). Vg(z,11J=(2z,n•!lso lonell'origine, chenonsoddisfailvincolo.
l candidatipun!id imassimo;>eminimo;>vincola!osonoquindi:
(0,±1); (±1,0).
NO!iamoche/(0,±1) = -1./(±1,0)= I
La funzione/~ continua, il vincokl ~un insieme chiuso e limitalo (circonfmnza), per
j[ Teorema di WeiersD'11.SS ~ esis!~ almeno un punto di musimo e uno di minimo.
Quindi il minimo~ -I e il massimo t \, C'fltrambi i punii (0,±1) sono di minimo ed
tntrambiipun!i(±l,O) sonodim;usimo
3.226. Siverificache ilvincolooonhapunticritici: Dividendo membro a membro le prime due equationi otteniamo
Vg(z,11) • (2(:1:- l ),811)=0 soloin (l,O),chenonstasul vincolo.
L(z,11,.\) •e_,,,_,. - >. [(x -1)2+4.j- 4] -f; • -:r; 11 = -40:2
cheS0$1irui1anelvincolodà
f.'= -he_,,,_,._2).(:i:-1)=0
4:1:•+ :.-1 -1 - 0
g- - 2ye_,,_,. - 8.\11 =o
{
(:z-1) 1 +4!T= 4
.,2,., ,/17-1 . z=± ~-,= l-./i7
PuntisurionariperL: s · V ~· 2 ·
Quindiipunl isuzionarivincolatisono
~ 1-/i'i)
( ± V ~· 2
Ora ragionia mo cosi. 11 vincolot un'e ll~, insieme dliUlO e tìmi11110; / t continua,
quindi per il teorema di We~ ammene massimo e minimo assoluto sul vincolo;
d'altrocamo la funzione /t,rispettivameme, posi1iva enega1iva ncid11epunli s1azionari,
pm:iò
370 Cap.3. Calcolodifferenziateperlunzionidipiùvariabili Par. 3.8. Massimieminimivincolati
(fiJ!ii, !=.f!!) ~punto di mas, imo a.noluto vincolato; O in (± l ,O) (per A=O)
(-W. 9'") •p~<odi mioi~ uwl"'"'"wl•<oi quindi i primi due punti sono di massimo es.soluto, i se: condi due di minimo 11SSOluto.
[l v imolononhapunticritìci
;; - ~; 4r/ = 3:i2;w=±.Yf%
ehesostituitanelvineolodà
4%1 - 1 =0;%=±~
v · O~ (dallal " equaL) :z: • O,cheperò nonsoddisfa requaz.dclvincolo;
Quindisonopuntistazionarivimola1iisc:gucnti:
± 0,~} ± 0·-~)
:z: = ±L
Se poi A =O, la prima equazione dà v=O, allora la seconda t soddisfatta, e la terza da
Quindi abbiiUllo anche i punti
(± l,0)
Quindisonopuntistazionllrivincolaliiseguenti:
(chesonopuntistWonari!iberi, chesitrovano s ulvino;olo).
Ora ragioniamo cosi. li vincolo è wi"ellissc:, insieme chiuso e limitato; J è continua,
quindi per il tco"'ma di Wciers1n1u ammeue massimo e minimo 3$.SOl uto sul vincolo;
d'altroçantolaf1111Ziooc/ vale·
Ora ragioniamo cosi. Il vincolo ~ una drtonf«nZa, insieme chiuso e limitato; J è
continua, quindi per il teorema di Weierstrass ammette massimo e minimo llUO!uto sul
vinwlo;d'altrocantolafwizione/vale:
,~,, · - ··
372 Cap. 3. CalcolodifferenzialeperfunzionidipilJvariabili Par. 3.8. Manimieminimlvincolati 373
J.2JJ. Vg{z,,) • {z + 11,:r: + 211) = {! solo nell"orig.ine, che noo soddi$fa il vincolo,
quindiilvincolonoohapunticri1ici
quindi {O, I) t plllltodi minimo assoluto, (0,-i) di m.wimoassoluto. J(z+ 11)1 -(:r:+v)(:r:+ 211) "' 0
3.2J2. llvincolonoohapunticritici
l ~+.r11+Y- 2 =0
E.scludrndo(20 + v) • O(giàd iscusP) laprimadà
:r + 11- :r- 211 =O, cioè 11 =O
Risolviamo il sistema:
che sostiruita nella 3" dà ancon. :r: = ±2, quindi troviamo (2,0),(-2, 0)
QuindisonopunliS!azionari vincolatiiKguenti
{2,-2),(- 2,2),(2, 0),(- 2, 0).
Ora ragioniamo cosi. li vincolotunaellisse,insiemechiusoelimitato;/tcontinua,
La2• equu.dà:11=0 o .l.=:re _ _,_,. _ quindi per il teorema di Weierstrass ammcne massimo e minimo assoluto sul vincolo;
Sey =O,:r:=± !; d'a!trocantola funzione/vale:
K .I.• :r:e _ _,_,. , la l " equu. dà - 2z2 + I • 2:i:1,:i: • ±~, e la 3° cquu. dà r/ = -f, / (2,-2)= / (- 2, 2) .. o;
impo5'1ibile
Quil"ld i ipuntista1:ionarivincolatisono (± i ,O). Poiché
/ (2,0) - ~; /(-2,0) - -5
s.apendo che massimo e minimo esistooo po " iamo coocludere che ( 1,0) t punto di quindi {-2,0) t puntQ di minimo usolu10, (2, O} di m3"imo assoluto
massimo asroluto, e (-!,O) di minim(> assoluto
374 Cap. J. Calcolodifferenziale per funzionldipiùvarlabili Par. 3.8. Massmi e minimi vincolati 375
n
/(R,h) = 2AN"a base + AN"asup. laterale = 2 · .. 1 + (21rR)h;
li problema dunque!
f';!;(Z>rR1+2irRh)
l ir R1h=Vo. Dalle prime due
Per il significato del problema saranno R>O,h >O, inpanicolareilvincolononha divi.Xndo membro a membro si ha:
punticritici.Lagrangiana
Il z6 1 z> 'il
L = 21rR1 + 2"Rh- >.(,.R1h-V0) ; "'Uà2' à2 • b'·
Punticriticidellalagrangiana: Analogamente dalla prima e terza equazione 011eniamo
4"R + 2,.h- 2>.irRh=O z1 z1
21rR->.<rR 1 - 0 à2=C2
\ trR1h=Vo equesteN"lazioniinseritenell'equazionedivincolocidanno
Dalla2" equazione,
Lagrangiana;
376 Cap. 3. Calcolodifferenzialeperfurizionidipi(Jvariabili Par.3.8. Massimieminlml vincolati
J.136. Il problemat:
{'"'
.. .,,
z=h-l~
A titolo di confronto, v_ • l'll"R2h, pcn:W
'"'
{ :i:vz • 1000.
11+2'->.yz • O
:r+2z-.\:rz • O
1 2(o:+v)->.:qi=O
:rvz= 1000
Dalb 3• si ha>. = :qi. che sostituita nelle prime due d'I Ricavando
dalla 3• cqua:t. e sostituendo nelle altrc troviamo il sistema in (z,11,z) (teniamo ~scntc
che:r,11,z,,i..O perchtZ11z=I OOO)
\ {'"'' \<=V.
xmpllfttando per 11 la prima, pc:r o: la seconda, e dividendo membro a membro si ha: ,.,,~"""'
z+2z - ~ y=2: z=IOef2
l • ~, quindi 11=:r, "'ti• • 1000 4zi= 1000 v=IOV":i
J.1]8. Hproblemaè·
e quindi
che risolta dà
11volumcdellascatolaton!enutanelconointerot4 voheilvolumediquesiasca!ola,ciot
V • 4ijR 1 ·i = ~R2h
378 Cap.3. Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabili Par. 3.8. Massimi e minimi vincolati
1 2y - 4z • O
3:i:+ 2v+• .. J
11 • 2:
9z+ 4•+• • 1 1 v = 2:
9:+ 4z+z • l
L\miw punto stazionario della lagnmgiana t ( fi,, ~' f;), e ptT il significato geornwico
(:i:+Y)'= 2 ~:i: = ~=i-v • ~··=tz,
dcl problema sarà il punto di minimo vincolato che cerchiamo. Il massimo raggio della sfera
chestasottoilpiano t
ei~ilpunto
Ricavando À • 2z
dalla l' equaz. esostiruendonellea ltn:troviamoil sistemain (:i:,v, z):
Par. 3.9.Applk:aziOnifisieheedesercizivari
gravitazionale generato da una massa puntiforme posta nell'origine. Questi (Ci interessa che la funiione soddisfi l'equazione.fuori dall'origine; questo é il
potenzialisonoimportantì non solo pen::hécorrispondonoadunasituazìonefisica caso fisicamente interessante del potenziale generato da una carica puntifonne
semplice ma significativa, ma soprauuno perché a partire da questi si possono netrorigine,adesempio).Si no1icome l'ipotesi che la funzione u sia radiale abbia
ricos1ruireipo1enzialirelativiadistribuzionidicarica(odimmeria)piùgenerali. permesso di ridurre il problema a un problema unidimen sionale: abbiamo
Poic héipotizziamoaprioricheusia radiale,seriviamo trasformato un'equazione differenziale a derivate panini! in un'equazione
differenziale ordinaria.
L'equuioneèdelsecond'ordinemasiabbassadigradoponendo
! : {O,+oo) ..... R
l• I,
e applichiamo il teorema di derivuione delle funzioni composte: ponendo p =
~(.i.)=f'(p)!!P....=f'(p)!!.;
v'(p) + (n; l }11(p) =0 in (0,+oo).
az, 8z; p
Si1rau.adiun'cquuioneavariabilisepa.rabili.A panelasoluzionebanale11 ,,.0,si
382 Cap.3.Calcolodifferenzialeperfunzionidlplù variabili Par. 3.9. Applicaiionifisicheed esereizi vari
J.243. *
Kg noncllospazio.
Potenziale elettrostatico generato da due ca riche di ugual
J ~+~=O
a. Si scriva il potenziale U{z,y,io), ~Ilo spazio, generato da due cariche l211/~+~] - o
puntiformi unitarie e positive poste nei ponti (I , O, O), (-1, 0,0).
Dalla2'equaz.sihay • O, quindidallaprima
b. Siverifichichenell'origineilcampo è nullo.
c. Si dimostri che l'origine è un punto di sella perii potenziale U, studiando
oppCll'tune n:stri zioni.
%~ \+:i~l =0,:.:=0
L'unicopunto in cui il campo si aruiu!la~ foriginc.
J.244.* Eq uazio ne del trasporto. Si consideri l'equazione del traspCll'to Studiamoquestounitopunto stazionariodiU.
1inean:in!R"+ 1,ossia:
i;· \71:u+~= O L'ori;ine è un punto di sella. L'interpretazione fhicaè !asegllt'nte: se meniamo una
carica positiva nell'origine, su di essa !lOfl agisce alc una forza, per cui la carica è in
dove la funzione incognita è u(,I,t) con ;i;: E R", 'ii';a:u indica il gradiente di equi librio (e qllt'SIO succede solo in q<>CStO pun10); mtta~ia, tale equilibrio t instabile, in
u rispettoallesole variabili;i;:,eçtunvettorecostanteassegnato q1Wl1o in ogni in1omo di quel punto ci sono linte lungo cui il campo a!lontana dal punto di
a. Si verific hi che per ogni f: R" _, R differenziabile, la funzione equilibrio.
u(;r,t) = / (*.-kt)
risolve l'equazione.
b. SirisolvaquindiilproblemadiCauchy:
w(±/2,o) = (±</2,o)
oW
386 Cap. 3. Calcolodifferenzia le per l unzionidipiùvariabili Par. 3.9.Applicazionlfisicheedesercizivari
11=0:;. - z! 1 + 20 ~ 1 • O, impossibile
Non ci sono punti del piano in cui il campo t nullo. Quindi llOrL ci sono punii di massimo o
minimodel pmenziale.
I [ (•- !)'+~ ]
og (z+ l)l+y • e
(z2 +r/)-2z(~~:) + 1 .. 0
ponendoa=~ siha:
388 Cap. 3.Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabili Par. 3.9. Applitazioni lisicheed eserciZivari
y="J3'
Quindi il punto stazionario ! (o, ?i) (cioè il baricenU'O del triangolo equilatero che ha sui
venicile3cariche).
~(0,0,0) =-I+ I= 0
Fig. 3.52. Alc:unelineeditivellodi U(z,11)
au 2(z+l) ~ 2z
"&z • (z+ l ) +112 +(:r:-l) +~+ ;ii+(v-./3)
~(0,0,0)=~(0,0,0) "' Cl.
l ~z1
Sostiruiamo ;i: • Cl nelleprecedentiespres.sioni(v. sugserimento)eabbiamo
• -= 2(t+z2+o{:r:1))
4.1.Perciascunodeiseguentioggenimatematici,direchecosarapprescnta:
\
;;;(;r_,1) - k(/(;r_-t,;.t)) = U;(;:-t,;.t); ·~ / (•)
I. y=g(t ) te [a,b];
z=h(t)
~(;r_, !) • *'(/(;:-t;t)) "' ~(;: - ,t) · (-c.,-);
· - / (!, • )
2. y = g(t ,u) te (a,b],ue (c, dj;
\ z= h(l,u )
~. [e;;f(;:-,1)+ ;fc;r_-'1J·(-e;J] - o.
u(;r_,l)=/(;:-,t)
con/dadctenninar1i,eimpo;miamo 5. E(:i:,y)=(2.x+y,:1:-11J
e-1.<1' =u(;:,O) c / (;:).
6. p=/(t'J),t'JE ja, b].
Quindi / {;r;;) • .,-Lrl' e la soluzione del problmna è
7. u=/(x, y,z)
u(;:,l)=e-~1' .
Sceglierelarispos1aesa1101raleJeguenti·
a. unafum.:ionerealedipiùvariabili;
b. unarettanellospazio;
unacurvanello spa:tio;
una superficie;
una curva piana;
f uncampovenoriale nellospazio
g. uncampo~enorialepiano
392 Cap. 4.Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabili avalorivettoriali Par. 4.1.Superftciregolariparametrinate 393
{ ·~·=·
Il""
z=tu
tsinu pert E ll,2], uE [0,41'1"].
a. Sc riven:lam atricejacobianadella superficieeverificare sela superficieè
regolare, indicandoin casocontrarioipunti si ngolaridella superficie.
b. Calcolareilversorenonnaleel'elementod'areasullasuperficie
Scrivere lamatricejacobianadellasuperficie. c. Si considerino ora le due famiglie di linee coordinate sulla superficie,
Calcolare il versore normale e l'elemento d'area su ll a superficie, ovveroquellechesiottengonopert costante e1'variabi le,oviceversa.
semplificando l'espressione onenula. Verificare se la s uperficie è regolare, Riconosi:eredichetipodicurve sitrana.
indicandoincasocontrarioipuntisingolaridellasuperficic.
4.J. Scrivere la matrice jacobiana e calcolare l'elemento d'area per
l'ellissoide
Matricc jacobiana: J-
- [<Mo '''' "]I
- tsinu tcosu x=s in,,.,cos1'
y=2sinipsin1' '/!E (0, 1f],1'E [0,271"].
{
zeJcOS'f'
j j ·1
r.xr.=
I oosu
-tsinu
sinu
tcosu
Il =i(lsinu - ulcosu)-j(tcosu+utsinu)+!;t
t
Siconsiderilasuperfici e di equazion i parametrichc:
Scrivcrelamatricejacobianadellasuperficie
=Jt2+u212+ t2=t~ Calcolare il versore nonnale e l'elemento d'area sulla superficie,
semplificando l'espressione ottenuta. Verificare se la superficie è regolare,
lr.. x r. l =O perl mO, indicandoincasocontrarioipuntisingolaridel la superficie
4.5. Siconsiderilasupcrfieiediequazioniparamctriche:
x = (3+cos.,)c0St? 1 ~ ['01~
o ~i
11 =(~+cos\O)sin1' O S-.p:S: 2ll',0 S 1'S2ll'.
{
z = sm-.p
Calcolare ilvcrsorenormaledellasuperficie. (-~.-~ .1)
Calcolarel'clemeniod'arcadellasuperficie. Jt+4~
4.1.B. Superfici In forma cartesiana
Esempio4.l.Siconsideri lasuperficicgmlìcodcllafunzione
f (x,11) = log{l +x2 + y1).
4.6. Scrivere la matrice jacobiana, il versore nonnale e l'elemento d'area
S<:rivcre la matricejacobiana della superficie, il suo versore norniale e il suo perlasupcrficiegraficodellafunzione
elemento d'area
Come di consueto, il gmfico di una funzione f (x, y) si può vedere come / (x,y) = xsin (xy).
superficie in fonna parametrica ponendo, forma lmente, Scrivere la matrice jacobiana della superficie, il suo versore nonnale e il suo
elcmeniod'area
{ · ~·
11=11
z = / (x , y). 4.8.* Siconsiderilasuperficiegnificodcllafunzionc
x=a(t) t E I
{ y=b(t )
{·y :tl
-•' l:c; 2:d; l:/, 4:b; S: g; 6:r, 7:a.
I E [- 1,l].
4.14.* Siconsidcrilasuperficie(dettap.seudo.rfera)genemtadallarolazione
attomoall'assezdellatratrricel,diequazionipanunetriche:
r • a(t- tanht) R
{ 11 .. a!N pert E
r.,><CJI • ,
-•ili\XOl1' ,
-sin<psin1' • 1•
009<p
I-{3+c05<p)sin1' {3+e05<p)cos1' O
• -i(3+eos<p)cOSo,OCOSlt-i(3+cosip)cos<psin1'- &{3+eos<p)sillcp.
Lll$Uperfic: ie~ rea;olllfetranne in (0,0).
.-R...
E: J• Rsin1' lE[0,11],IE(0,2•).
{ ,_,
V/(r,11) • (sin(q)+rJ1COS(zr),r1cos{ZJ1))
(-(sin(zw)+:rps(:ry)),-r1C(l$(rp),I)
.,/I + sinl(ry) + 2'11:\1Sin(ZJ1)cos{rp) + rl(:J + ;s)coJ>(rw)
402 Cap. 4. Calcolodifferenzialeperfunziooi dipiùvariabmavalorivettoriali Par. 4.1 . Superficiregolariparametrizzate
a. E' conlinoo; non t chiuso; t regolare , tranne che per t =O: il punco (O,O) t
sin&olatt; vor$0relllngmte·
a'(t) • - 21;11'(1) • 311
r=~sgn(t).
dS = (3- t1)J«1+9tid1d" = (3 - t1)tv'i+9iidtd"
.- •'·~·
{
singolarepert • O, doè
y•t3 te [-1,1 ),1'e[0, 21rJ
y-- ~~· De(0,21f],
\ ,_,
z=t1sin1'
• 3sin1'
•l t l~~dtdD.
Siannullaper t =O. llpunto r(O):{O,O,O}t l'uniropunco singolarcdellasuperficie.
404 Cap. 4. Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabiliavalolivettoriali
Esempi svolti
Llsuperficietre&olaretranncchepcrl - O,chccorrispondcallacirconfcn:nzadi Ese mpio 4.4. Si consideri la seguente trasformazione di coordinate nel piano:
punti singolari:
(u,v) = X(x, y) = (x 2 - y 2, 3 - xy).
r(6)=(0, '1COS1',asin1') 1'E(0, 21r).
a. S<:riverclamatriccJacobianadiT, stabilireselatrasformazioneèregolare
intuttoilpiaoocindividuarcglieventualipuntisingolari.
b. Se /(u,v): ~ 2 --IRè una generica funzionediffcrenziabile,scrivere(in
termini di/.,, /~) le derivate par.tiali Bz,Bz della funzione composta / (T(x, 11)).
a. MatriceJacobiana
Dr~["
- y -'']·
-x
4.16.* Siconsiderilatrasformazione d icoordinatein R 2 : fl = {(p,<p,1'): O< p < 1,0 :SIl':S2w, O:S1' :S 2w)
4.1 7.* Siconsiderilatrasformazionedicoordinatein R 2: nella funzione incognita / (:r:,y). Riscrivere L'equazione rispetto alle nuove
variabili
• =•+Y
{ v=J.-y.
o. Dcna / una funzione Cl(Rl). si calçolino
esprimendolemcdiantederivate rispettoau,v.
U, *' ~. lJ;, fJ (111 allre parale: si chiede di calcQ/are cQme # 1rasforma /'Qpera/Qre difleren:ia/e
in base alla trasforma:iQne di variabili indicata. app/icandQ il feQrema di
h. Sfruttando il calcolo precedente, si çalcoli ~ + 2-Jil; - 3f,{. deriva:::ione delle fan:::foni oomposte).
408 Cap.4.Calcolodifferenzlaleperfunzionidipiùvariabiliavalorivettoriali Par. 4.2.Trasfofmuioniregolaridicoordinate 409
è già st.nta com mentata in preccdeni:a (v. cap.3, §3.9). Quando si vuole ri solvere
quest'equazione in par1icolari region i del piano o dello spazio aventi cer1e
simmetrie(ades.uncerchionel pianoounasfera nellospaz io fsimmetriaradial e;
un d lindro nello spazio f simmetria assia le, e<:c.) è utile riscrivere prima Orasichiedeallostudenteunpo'diiniziativaperconlcudercilcalcolo:si
l'equazione differenziale in oppor1unecoordin(l{e. Vedremo ora come si ri scrive svolga il prossimo esercizio
l'equazione in coordi natepolari,ci lindricheesferiche
4.2 4.* Ca lcolareesplicitamente, inbasealle(l),tuttclederivatepzz,Pn> ··
Effmpio4.S.Laplacianoi ncoont in ate polari,nelpiano che compaiono come coe fficienti nella (2), verificando cosi che si otlielK' la
Vogliamo scrivere in coordinate polari l'operatore di Laplace in ft2: seguentcespressioncperi llaplacianoincoordinatepolari :
a2 a2
ti.=&xi +ajf .
coincidono nel pi ano ::i: ~ con le coordinate polari, è immed iato il fano che
l'opcralore di L.aplaee in R~,
..~.. -··
• 12 Cap.4.Calcolodifferenzialeperfunzionidipiùvariabiliavalol'ivettofiali Par. 4.2. Trasformazioniregolaridicoofdinate
siriscrivaincoordinateçi lindrichecosì:
I 8 81 I éJ2 lJl
ti.= PFP + 8P2 + "Pi"Mi + a;i· Analogamente si trovano le espressioni di ~' ~ (basta cambiare il nome
dellavariabilex in oz).Diconsei.1ucnzaavremo:
[..sempio 4.7. La placia noineoo rdinates rerie he, nellospazio
Più impegnativo è inv«e calcolare come si trasforma l'operatore di Laplace in
(4)
coordinate sferiche:
x=psimpcos&
y = psimpsin" p E IO, +oo), 'P E (O, 11"], fJ E [O, 211")
{
Z={J(:.OS<p
{ ~ : f:i:n~y1+z2
'f'= arçtan~
(J)
Siha,indicandoconp%,"zlederivaterispe11oaxdipe",rispet1i\"amente:
lP I 8
6. =api+ p2sin2,.,&;;2
1
la2
+ pi8ç + ~ +
28 (m• )oa;·
p2sin<p
414 Cap.4. Caleolodifferenzialeperfunzionl dipiùvariabili avalorivettoriali Par. 4.2. Trastormazioniregolaridicoordinate
Soluzioni §4.2.
b. DetQX=e..."(l+uv)=Operuv=-1.
'"f = {(u,u)ER2 :1111co-I}.
:~~ - z':6+li,~+~ E"un'ipcrboleequila1m1:
~-3::tv+z~ -
quindi
COS<p<:OS" COS<pSim)
I2 T • -psirnpcos" - pSin<psin"
[ -(2 + pc05<p)sin" (2 + pc05<p)cos1'
:X=-À1 fo- Ài ~;
~= ( fu+~)(-fu+~) = -~ + ~;
l'equazionequindi divenla:
8~8y - (->-1 -§o- >.1-h)(-§o +~) .. ->.1 ~ -(>., +>.1),:0p -À1 ftp
Quindil'equazioncdiffcrmzialcdivcnta
Il. lmponiamo0111lccondirionidc:tte:
u(:i:,0}=/( - :i:)+g(5z)=e-"' (• )
poicht>. 1,>.2 Wflosoliu:ionidell'cquazione<1>. 2 -ll>.+c=0,
~(:i:,11) = /'(11 -:i:) +t/ (11+5:i:);
= (2>.1.l.i<> - (.l.1 + >.2)b + 2c) IJ~;fJ ={costante)· :::;fJ.
Ounquel'equuione dipartent1 èe<juivalente1 ~{:i:,O) = /'( -:i:) +g'(5:i:) • O. ( . )
~ · fil.PJ;
integrandoquestarispetto afJ troviamopoi
u(a,fJ) • j fdft)dfJ+h(o)
e integrando
(la"cosran1ediintegrazione"tuna quan1itàindipcndenteda {J.ci~dipenden1e solodaa)
• h(/J)+h(a),
conh,/J arbitrariefunzionidi cliwcC2
Tornando alle variabili :i:, Il otteniamo l'integrale generale:
u(o:,11) • h(ll- >.i:i:) + h(11- .l.1<t),
cheèilrisultatocnuntiato in pm:edenza. perciò u{:i:,")= / (11-:i:)+g(11+5:z:) • ~e-h•-•l' + ~e-(•+~)'~+c
Considc:riamorcquazione
lnfine.controlliamoilvaloredi c perchtvalga !acondizione
2
.l. + 4.l.-5 • 0
u(:i:,O) • /{ -:i:)+g{5:i:)=e->'
(.I, - l )(.l.+5) • 0,.1. - 1,.l.= -5. (quest'ultimacondizione èstataderivata,perdendounainformazione).Si ha:
L'imegrale generalo delte<iuazione differenrlale ~allora
420 Cap. 4. Calcolodifferenzialeperfunzioni di piOvariabiff a valorivettoriaH Par. 4.2. TrasformUioni regolari di coordinate 421
6 - ;f,+{;+~~ (IO)
lnbue1lle(3), chequicoovie11erisc:riven:,
( ~ - am.n~
, .~
" - ~!
Analopmmle:
' Sul lesto IBPS2!, cap.7, pp.399 SK&-. ~ do:scrino in'detta&lio fullliuo del laplac iano in
polaripcr1isolvoml'equ1:i.i011CdiLaplacesuletrehio.
~',1emaf :a t. Goog e Play - ~' oz i
%(:z:'+i}+z2Jv9'+7-:iz\2:i.,;;r:i7+~}
(:z: 2 +v'+z2) (V+yl)
tJ,=O;tJ .. =0;
op,.= (:z:2+v2J(:z:'- zv'J+:2.,2
z(V +v'+z')j(:z:l+J?J./i"'+'"V'
lnflnc,poithé
! X
op, • 1+o/~ - (:z:'+Y+:')Jz2+v'
:i:z
. ., ',,
(p,op.+,.op,+p,op,J=;;,rJv+r+P,rJ.,1+y+p' ( - ~
P' ) =
jcws
~',1emaf :a t. Goog e Play - ~' oz i
+ l
[~ ~ + 2(0) ::ap + :;p +
2(0) 2(0) ~=
dettagtiatamentel c nuoveidce c heinterven gono nelcalco lodeg liintegralidoppi e
tripli , manoncidilungheremonellaspiegazionedeipassaggichccoinvolgono il
ea lcolo di integraliinunavariabile,chesono unprerequisito
- ~+ p?si n11'~+~~+~~+(;::1')~·
1
5.1. Integrali doppi
llrisulwtofinalet uindi: Rifcrimento: li broditesto lBPS2], cap.S,§l.
( Il )
5.1.A. Rappresentazion e analitica di insiemi del piano
Come nel caso delle coordinate polari nel piano, se in panicolate calcoliamo il Una de lle prime difficoltà che lo studente incontra ne ll'impostare il calcolo di un
l.aplac:iano di unafun:tioneradiak.ciotdeltipo t1(p,1',1') • /(p).ottcniamo: integrale doppio consiste nel rappresenlare anal iticamente il dominio di
integrai:ione come i11Sieme semplice (per la defin izione di in sieme semplice, v.
611 - ~f(p) + r(p), [BPS2 ), cap. 5, § 1 .2~ I prossimi esem pi mostrano le idee, le avvertenze e le insidie
piùcomuniche sipresentanoinques1a opcrazione, in séekmemafl:madclica1ain
che coincide tonia Formula (•)ddCap.3, §3.9,EsempioJ.21 nelcason:3. Lll {ll) t quanto,seerrata,pregiudi caovviamentel'interocalcolo
tunaviamoltopiùgenerale
Ese mpio5. I.
a. Sc rivere come domini o y-semplicc e come dominio :i:-semplice il triangolo
Tdivertici(O,O),(O, l),(1, 1).
b. Scrive re come dominio y-semplice (o unione di domini di questo tipo) il
triangolod ivertici (- 1,0), (0,2),(3,0).
se mplice è:
T={(:i:,y):0:5x S: l,OS:yS:x ) . U { (x, y) : 0:5 x:5 3,0:511 :5 2 -ix } .
Un errore comune è, dopo aver 110tato corre11amente che :i: E [O, I), affermare
che anche Il E [0, 1], anziché chiedersi dove varia la coordinata Il per ogni :i:
fissara.Coslfacendotroviamol'insieme
{(x ,y) : 0S:x:5 1, 0:5 11 :5 1}
ch.enonèiltriangoloT,maunquadrato.con1e11e111eT.
Per rappresentare lo stesso triangolo come insieme x-scmplice dobbiamo
invece descriverlo mediante segmenti orizzontali. Facciamo quindi variare
ye(O,l] (v.fig.S.2).Perogni y fi ssato, la retta ori:uonta!ediordinatayi nterseça
orai l triangolonel segmento [y,l ].Quindi:
T={(:i:,y):OS:11S: l,yS:xS:l} Fig.5.3.
,,_
(1 ,2) ___ ~
(5,2)
y =2x-8
Fig.5.<I. Fìg.5.5
Questa t la rappresentazione di e
tome insieme y-scmplice. Se vogliamo ln sostanzasitrappttsenta1o ilparallelogrammacomeunione diduelriftngoli
rnppresen1arlo come insieme :i:-semplice dobbiamo vederlo come unione di e unreuangolo.
segmenti orizzontali con y E [O, Rj. Ogni rena orizzontale di y fis53ta taglia il
semicerchio lungo un segmento che si oniene esplicitando l'equazione E.oiempio5.J.Dato rinsiemey-scmplice
zl+.j- R1 rispc110 1d :i::
:i:=±~
rappttsentarlo come insieme :i:-sempliee (o unione di insiemi :i:-scmplici).
(pttndendocomeassedelleascissel'assc11,lasemicirconferen1.anontungrafico
difun:tionemal'unionediduegraficidistin1i).Perciò Disegniamo E (v. fi&. S.6). La figura suggerisce che per rappresentare
rinsicme come unione di segmenti oriuonta li conviene \"ederlo come unione di
dueinsiemi,ottenutipcr yE [- 2,0j epcr yE [0, -&J.
Per11 E[-2,0J, risofrendo ledisequarioni 0:S:i::S2,-:i::5y:Sr" rispetto
In queslO euo la geometria dell'insieme suggerisce di utilizzare la ad .z: si h1 -y :5 :i: S 2; invece per r E [0, 41 le stesse discquarioni risolte danno
rappresentazione come insieme v-sempliee pìunosto che :i:-scmplice, anche se ,/iS:i:S2. Penamo
entrambe sono possibili.
b. Fncciamolafiguraeosscrviamo(v. fig.S.S)che ilatiobliquistanno sulle E= {(.z:,y): -2:S y :SO, -y :S :i: S 2)u{(:i:,r) :O:S r :54, /Y:S:i::S2}.
rene v • 2z e v • 2% - 8. Il parallelogramma t compreso tra le rette \'enica li
:i: •O e :i: • 5, quindi :i: E IO, 5]. E' naturale \'edere il parallelogramma come
unione di 3 domini r-semplici, che si ottengono f!ICCTldo variare :i: successivamente
in jO, l ],[ l , 4],(4,5]. lnfatticoslfacendosiha:
P = {(:i:,11) :O :S :i: :S 1, 0 :5 r :S 2:i:} u{(:i:,11): I :S :i: :S 4,0 :S r S 2) U
b. Datorinsicme:i-scmplice
E•{cx-, r):o::sr::s1,211-2::s:z:::s~}.
noppresentar\o come insieme v-semplice (o unione di insiemi )'-semplic i).
Fig.5.6.
I l -1,il•(-1,'Jl :i:111ld:i:d11+ I i-1.11~!-1.?)~x,hildxdy+
Eurclzi
5.1. Rappttsenlare come insiemi x--semplici o y·semplici o unione di più
insiemi di questo tipo (nel modo che sembra piil semplice) i seguenti insimli del E5aminiamo separatamente i 3 integrali.
piano (z, y): I 1 • O ptt simmetria,
a. lltriangoloTdi•·crtK:i {l , 1),(0, 2),(1,4).
b. Il rombo R di •·ertK:i (±o.,0),(0,±6) con a,b >O. in quanto la funzione integrandaèdispari rispcnoadz, erinsicmcdi integrazione
e. Il qLW10 di cerchio C raa:hiuso nel 2° quadrante dalla circonferenu di èunrettang<:1loincuizEl-l,l].
cmtrol'originee111ggioR. NoliamoOn1che /2è rintegra le,MI un rettangolo, di una funzione a variabil i
d. Il quadrilatuo Q di •·c11ici (O,O), (2 , - 1), (2, 2), (6, 3) . 5epU11te,pcrciòè ugualealprodotto diducintcgrnl iinuna•·ariabilc:
'2.
Il. Dnto rin$icme l'-$Cmp lke
1,- (1}''•)(1'.1•l'•) - (2f,'J,o,,)(2f.'.d,) -
E - {(z, r ): O:s;z:s; 1,0:s;y:s; t- ~}.
rappresentarlo come insieme %·semplice (o unione di insiemi z«rnpl ici). - [~[ [r2]~ ~ ~ ·4== ~·
Wn
• ~o a F re fr x
(Abbiamo•PP"'lusatole proprielédegliin1cgraliinun1\'lriabiledi funzioni pari Pcnanto l'integrale doppio si scrive tome somma di due integra li iterati, al
o dispari s uunintcrnllosimneuico). modo seguente:
T +z J _1l + z o o l +z o
=e'-c-2- 4.
2 -I
~ +e~ - e- 2 - 4 = e1 - c-1 - 5.
Eum ploS.S.Cako larel'integraledoppio: - J.r12(z+ l )dz + !J.'
2 o
(:z: -5+ ~)dz=
l+z
f fr,!;J:dzdy
dove T t il triangolo di venici (- 1, O), (2, O), (O, 2).
•f(z+ l),j_ 1. '["+z y -5z+ 91og(l + z ) ]'0 =
Questo integrale t esteso a un dominio semplice (che però non t un • I+ ~ (2-1 0+ 91og3) = - 3+ ~ log3.
rettangolo). Chscrvando La figura (v. fig. S.7)c le aiuazioni delle rette vediamo
chciltriangolo Tsipuòrapprcsentarecomc: E1empio 5.6. Calcola"' le coordinate del eentro ide di una lamina piana omogCTiea
{(:11' 1 J): -I :S z :S0,0 :5 r :S 2 + 2x} U{(z ,r ) : 0 :5 z :5 2,0 :5 J :5 2 -z} O aformadisemiellisse:
o - { (z,r}:~+~::; 1,r:::o} .
Per simmetria, zc - O. Calcoliamo pen:iò:
(0.2)
y= 2 + 2x y= 2-x
llC - ~J L rdzdr.
L'arca dell'ellisse~ nota (si può ea lcola"'con un iniegralein una variabile). pen:iò
(-1,0) (2,0)
""'
ll R miellisses ipuò rappresen iarecome
Fig.5.7
'Att'-1 Wn
~',1emaf :a t. Goog e P a - ~' oz
j lx11 #+11dxdy
perciò
doveTèil triangolodi vertici (0,0),(1,0), (1, v'3).
5.7.* Si consideri la lamina piana omogenea O di massa M avente la fonna
del trapezio di vertic i
(2a,O); (a,a );{-a,a); (- 2a,O)
= _±_J.•
1!"ab
!b 2 (t -~)dx
2 a2
,. ..-a
~[x -..=:1
3a 2
· = ..-a
~ !a 3
=i_b
3,,. per a >0 fissato (s i consiglia di fare una figura). Si calcoli il suo momento
0 0
d'incrziarispettoaunasscperperKlicolarealpianoxy e passantepcrl'origine.
Qu ind i il centroideltacoordinate(O,~ b).
5.8.* Sia T il triangolo di vertici (1, t) , (2, n,(2, 1). Dopoavemescriuola
Esercizi rappresentazione analitica come domin io x·se mpl ice e y-semp lice, si calcoli il
seguenteintegraledoppio,iterandonell'ordine piùconveniente:
Ulterioriesercizisitrovanoassortitinel§S.1.D.
5.5.* Calcolareilsc:guenteintegraledoppio:
5.12.* j{ •,-J•!O,"llsiru:lsinydxdy
I l x2%:yy2d;r,dy
lldominioDèunsemicen:hiocentratonell'origine;Jafunzionei ntegrandaè
omogcnea(digrado i ).E'namratcpas$areincoordinatepolari (p,t1); ildominiosi
trasforma in
D={(p, 1'):0::5p::52,0:St1::511"}
e ricordandola fomrnlapc r ilcambiodivariabilieolari:
dxdy=pdpd1'
Fig. 5.8. L'are.. ingrigiopiùscuroéunterzoclel'area delcerchlo
si ha:
p=~pert1e[0,211'],
sicalco lil'areadellaregionepianalimii.ata daquest'arco di curvaedalsegmento
IO,R) su ll'asse%, e lo si raffronti con l'area del cerchio di raggio Re ce ntro
l'origine.
~ [!".]'[-'""']"
3 o
~~.~~~9·
3 o 3 3
b. Supponendo poi che questa regione piana sia una lamina omogenea di
massa m,se ne calcoli il momento d'inerzia ri spettoaunasse perpendico larea l
Notiamo che, in coordinate polari, il don1inio semicircolare è diventato un pianox11epassanteperl'origine
"retlangolo", l'integranda, omogenea di grado I , è diventata una funzione a
variabil i separate, dcl tipo pg(t1), e in conclusione l'integrale doppio si è a. La lamina piana può esse"" descrina in coordinate polari al modo
semplcicmente trasformato nel prodouo di d ue integrali unidimen sionali. seguente:
IArchimedediSiracusa,litm>HSulle5pinili",drca a.C!;'I
~',1emaf :a t. Goog e P a - ~' oz
I l x2%:yy2d;r,dy
lldominioDèunsemicen:hiocentratonell'origine;Jafunzionei ntegrandaè
omogcnea(digrado i ).E'namratcpas$areincoordinatepolari (p,t1); ildominiosi
trasforma in
D={(p, 1'):0::5p::52,0:St1::511"}
e ricordandola fomrnlapc r ilcambiodivariabilieolari:
dxdy=pdpd1'
Fig. 5.8. L'are.. ingrigiopiùscuroéunterzoclel'area delcerchlo
si ha:
p=~pert1e[0,211'],
sicalco lil'areadellaregionepianalimii.ata daquest'arco di curvaedalsegmento
IO,R) su ll'asse%, e lo si raffronti con l'area del cerchio di raggio Re ce ntro
l'origine.
~ [!".]'[-'""']"
3 o
~~.~~~9·
3 o 3 3
b. Supponendo poi che questa regione piana sia una lamina omogenea di
massa m,se ne calcoli il momento d'inerzia ri spettoaunasse perpendico larea l
Notiamo che, in coordinate polari, il don1inio semicircolare è diventato un pianox11epassanteperl'origine
"retlangolo", l'integranda, omogenea di grado I , è diventata una funzione a
variabil i separate, dcl tipo pg(t1), e in conclusione l'integrale doppio si è a. La lamina piana può esse"" descrina in coordinate polari al modo
semplcicmente trasformato nel prodouo di d ue integrali unidimen sionali. seguente:
IArchimedediSiracusa,litm>HSulle5pinili",drca a.C!;'I
~',1emaf :a t. Goog e P a - ~' oz
avcntedensità/ (x , y ) =a + b~.
pas$11ndoincoordinatcpolari
cioeesattamen1e i dcll'areadclcerchiodiraggioR,cioedelcerchiodrcoscritto.
/l. Calcoliamo ora il momentod'iner..:ia rispetto a un asse perpendicolare al
piallO e pa.ssanteperl'origine.Essendola la mi naomogeneasiha: conunopportunocambiodicoordinate
f ::o (ifi/i (x + 2
Y')dz dy - 5. 17.* Ca k olareilseguenteintegraledoppio:
passandoancoraincoordinatepolari
3mJ.'"(J.e
= -
7<W o o
)
p2 -pdp diJ = -2 -
trR o 4
3mJ."1(R' )' -
211'
diJ = dove Dèilcerchiodiccntrol'origineemggiol.
5. 18.* Ca lcolareilscguenteintegraledoppio
j ly1 e-(~'+r')dxdy
dove Dè il scm icerchiodicemrol'origine, raggio I, contenuto nel semipiano
Enrcizi 11 ?: 0.
5.13.* Calcolarcilseguenteintegraledoppio 5. 19.* Calcolare l'area e la coordinata X d el centroide di una lamina piana
omogencaDrappresentataincoonlinatepolarida:
f lxJ~~dxdy D = {(p,iJJ : p $ iJ,iJ E [0,11']}
doveDèilcerchiodicentrol'origineeraggioR Si raccomanda di fare un disegno.
S.20.* Calcolare l' integrale doppio S.24.* Mo n1en10 d'lnenla dcll 'cms.w. Calcolare il momento d'incn:ia di una
lamina piana omogenea O di massa ma foona di ellisse di 5Cllliassi g,b, rispetto a
JLC+'.;!,,,)'·'· un&SSe:
a. piusan1e per il centro e pcrpmdicolare al suo piano;
dove s• il scttottcircolare {(z, r ) : J: 2 + ,; < l , 0 <, < z}. b. coincidenteconunodcisuoiassidisimmctria.
S.21.* Calcolare il momento d'incrria di un.a lamina piana D a forma S.25.* Mo mento d' int nia dcl ~llangolo. Calcolare il momento d'inenia di
una lamina piana omogenea O di J1llS$8 m a forma di rettangolo di dimensioni a, b,
scmkircolare di raggio Re centro rotigine,e dmsit.à / (z, v) - f! (2- ~). rispettoaunusc:
rispettoaun &SSepassanteperl"otigincepcrpcndicolarealpianodcl cerchio. 11. pauan te per il centro e pcrpmdicolare al suo piano;
b. passan teper ilcentroeparalleloaunodeisuoilati.
s.22.• Calcolarel'integraledoppiode llafunzionc
S.26.* Momento d'l ncrtia dcl rombo. Calcolare il momento d'inerzia di una
/(x , r ) =x4 +·i/ lamina piana omogenea O di massa ma forma di rombo di diagona li a,b, rispeuo
sul cerch ioCdicenirororigince raggioR. a un asse:
"· pass.o.ntepcrilcentroepcrpendicolsrealsuopiano;
j fc (x + !l)dxdy.
4 b. coincidentecon unasua diagonale.
(Suggtrim1mlo: usare a11c/1t C011sidera:ion i di 5imme1riu, 11ell'impostazi011e
de/calcolo).
(Suggerimento:convicncscrivercx 4 +y 4 :: (x2+fl}2 - 2x2fl).
Chiudiamo questo gruppo di escri::izi con un esempio svo lto in deuaglio, in
5.1.D. Appllcazlonl geometrico-fisiche degli Integrali doppi quantoè significativoe ric hicdeun'imposlllZionenonbanale.
ed esercizi vari
Est mpio S.9. Momcnl o d'in erzia dcl poligo no rq;ola ~ di n la ti. Calcolare il
Momenti d'inenia di lamine piane omogenee momento d'inertla di una lamina piana omogenea fl di mass.a ma forma di
Nciprossimieseri::ili la parte più istru1tivaedelicatatrimpos1a:ionedclcalcolo: poligono regolare di n. lati, rispetto a un asse passante per il centro e
si presti attenzione alla formulazione del problema, si faccia una figufll, si scelga perpendicolare al suo piano. Esprimere il risultato in funzione di m , il numero n di
opportunamente il sis1ema di riferimento (quando non è esplicitamente indicato) e la1ieil01ggioRdclccn:hiocil"005Crit10.
si esprima opportunamente, nei problemi sul momcnlo d'inerzia, la fonzionc
"distanzadelpuntodall'assedi rotazionc". Discgniamo il poligono di n. lati cd uniamo ogni vertice al centro del ccri::hio
circoscriuo. fissato nelrotiginc dcl riferimento (v. fig. S.9). Cosl facendo il
S.2l-* Momcn10 d'ine rzia dcl cc n:bio. Calcolare il momento d'incr:zia di poligonorisultasuddiviso inn 1riangoli isosccli uguali,dilstoobliquoReangolo
una lamina piana omogenea O di J1llS$8 m a forma di ceri::hio di raggio R. rispetto al vertice 27r/ t1 . Data la simmetria centra le, rtntegnle che definisce il momcnlo
aunll$SC: d'incniatn voltequelloes1esoa uno solo di questi triangoli, e diviso per l'arca
a. pass.o.n1eperilccn1rOepcrpcndioolarealsuopiano; dcl poligono che • n vo lte quello del triangolo dà lo stesso momcnlo d'inerzia dcl
b. passan1epcrilccn1roecontenutonelsuopiano; triangolo. In simboli:
c. passante per un puntodcll1cireonfercnzaepcrpcndicolareal suo piano.
~',1emaf :a t. Goog e P a - ~' oz
-- ~1.'-"'[,
ITI o y+ i]-"'
3z: - o dz:-
Fig.5.9.
Fig.5.10. Usando una delle due fonnu leequivalenti sc riue qui sopra si può dare qualch e
esempio numerico.
~',1emaf :a t. Goog e P a - ~' oz
Pern - 3(triangolocquilatero),
I= ~mR2 G + ~ n= i mR
2
•
Per n= 4(quadrato),
I = ~ mR 2 G + H) = ~mR 2 .
(il volume dcl sonografico di una funzione di due variabili è l' integrale doppio
Ricordando che la relazione tra lato L del quadrato e R è 2R = L ./2 si ha dellafunzione).S i calcolitaleintegrale.
Rz= [,2/2 e
5.28.* Pa raboloide.Siconsidc'fi il segmento di pllrabo loidedi rotazione di
al!enahechehaperbaseuncerchiodiraggioR
checoincidecolrisu!tatotrovatoingencraleperunrcnangolodilatia,b(v.
Eserc izio5.25)
Si calcoli il volume di P , in particolareriottene ndoilseguenterisultatodovuto
l = -km(a 2 + b2) = (perii quadrato) = ~mL2 . adArchimcde2:
~11 volume di un segmen10 di paraboloide di rotazione è ~ de l volume del cono
Qualche altro esempio numerico:
aventelastess.abasc e alteua".
Is= smR
1 ' (2 + li);
2
z 2+ y2 -z1,,. I.
2+ 2,/3) .
fu nzione:
In= 6I m R ' (
Volumi di solidi
che descrive una superficie dello stesso tipo, con il significato dei parametri
5.27.* Ellissoide. Calcolarc il volumedell'ellissoide
h ,r, Rillustraiodallafig.5.11.
~+ ~ + ~$!
/mpos1<1zione: il volumeèil doppiodiquellodc!semielli ssoidecomprcsone!
semispazio z :;:.:o, quindi ricavando per la superficie de l semiell issoide superiore
l'equazione
l ArchimWc di Siracusa, libro "Sui~onoidie gli$ eroldi", ·ia . lòO a~Ò.
~',1emaf :a t. Goog e P a - ~' oz
Eurcìùvari
5.30.* Cakolarcl'integraledoppio:
j jixl<'dxdy
doveTèiltria11golodivertici (- l ,O),(O, l ),(l ,O).
Fig.5.11
Jlvo!umcdelsolidochcciintercssaèladiffereni.atrailvolumcdclcilindrodi
raggio Re aheua h e il volume del sonograficodi queslll funzione sulla corona
circolarc r2:S;i: 2 +y1 :S R1 . Si haquindi: Fig.5.12.
l Anche questo risultato, formu!Bto in modo divi:rso, 5i trova nd libro già citato di
An:himede,"Suiconoidieglisferoidi".
~',1emaf :a t. Goog e P a - ~' oz
5.34. Sia T il triangolo, nel piMO xy, di vertici (- 1, 0), (0,2 ), {3, 0). 5.40. Calcolareil seguente integroledoppio.
Calcolare:
Jh #+;t dxdy
dove Tè il se micerchio di centro rorigine e raggio I, compreso nel semipia no
5.35. Calcolareilseguenteintcgrntedoppio. Y ~ o.
I hx2X:."2d:cdy
5.45. Calcolare l'integrole doppio
dove Tèi ltriangolodiven ici (0,0),(4,0), (4, 3).
j Lvlog.;;r+!j1dxdy
5.39. Calcolareilsegucnteintegraledoppio.
dove D = {(x,y): I S: x2 + y2 S: 2,y ~ O}. (Si consig lia di disegnare l'in sieme).
Jh11~dxdy
5.46. Ne l piano zy si consideri la lamina ma1criale D omogenea di massa
doveTèiltriMgolodivenici (0,0),(4, 0),(4,3). M, averne la forma del triangolo isoscele di venici (-a,0),(11, 0),(0, h )
(cona ,h >O ). Calcolare il momento d'inerzia della lami na risJ)"ttO a un asse
perpendicolarc alpiano:cyepassa nteperl'origine
• ~o a F re fr x
5.41. Sia D una lamina piana omogenea di massa m a fonna di Soluzioni §5. 1
parallclognimmo di venici (3, l ), (- l , l ),(-3,- l ),( l,- I) (fare una figura).
Calcolare il soo momento d'inerzia rispetto a un asse perpendicolare • I piano x-u T • {(r,r):O:S:iS: l ,2 - z :Sr:S 2z + 2}
(inc11igiacelah11nina),epiusantc:pcrrorig.ine.
(z :SO) ha massa tota le Mi. !a metà di desira ha massa totale Mi . (Quindi il disco
nel suo complesso 11011 è omogeneo). Ca lcolare le cOOl'dinaie del baricentro di O.
E5primerei lri sultatoinfunzione deiparamctriR, M1, M1.
'Wn
• ~'o a Fire fr x
I • Mi![/•' +v')d;nly
Pcr 1immetria, , . ~2/L (r+rldxd~
doveO'tiltrapeziodlvcnici (2a,O);(a,a);(O,a);(O,OJ,percib
• looo(h)'•+ J."~m· ..
-Il·•·("{,· 1,,·m1:=; • l 2
• -~a·O + [~ -• +T-8+ T- ~ -G- ~ + ;-2+ ~ -~)]) =
• ~'o a Fire fr x
.. [~J:[-wdt1J:f2 • !f · 2 • 1
R .
Oc<:orrearWl\lllOc1lcolarellmas.vlO(ale:
: -~e 2 +~e'.
O. nowe cM impostando l'Integrale iteralo in online inverso si trovava un'intesnnda
dallaprimitivapiiicomplic:ata.
u.
latùnzionetdispari ri 1pc11oado: czE [-11",,.). Per simmetria, P•!'.
Pn1immctria: fo~cosvd11 • 0,
equinditin1epletn1,1llo.
Pn1imme1ria,wi
cM irasfon1111 l'ellisse nd dominio
J
r- L ~7~ dzdir - •J fo- r7rd:rdy {(p,f): OS p S l;O S 1' S 2" )·
doV10 D• • {(z,1):r2+'1:5:R\z~0,1~0}.
j fo 1v-il'ldzdv = 2J frr(v-:il')dzdv
do~D+ = { (p, ") :p e {O, l l,d E [~,~1f]} .quindi l'inteiralemcatoèparia:
I· 1' (1'
• o
peestJ + psina dd)pdp =
l + p1
a Fig.5.13.
...
jcws
·~,, - ··
~',1emaf :a t. Goog e Play - ~' oz i
=m-
ir«1
J."(J.' )
0 0
p1pdp d6 =m- · 2ir· ["]'
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- =2m
4
Il'= -I mR 1
-·-
0 R' 4 2
n= {(0:,11): ~+~ s 1}.
b. Rappn=sen!Ìamo O çome ccn=hio di «:ntro rorigine e raggio R nel piano (z,11) , e E'notoche l'~adell'ellisset lO lcirab
a. lnques1ocaw!'assedirotazione tl'11SK2,c :
calcoliamo il momtnto d'inmia ri~peno alrasst Il·
=~-ir - ? = ~mR 1 .
{Riconlarcchcl'imcgralcdcfi nitodicos1"su unintc-rvallo<kl tipo [0,1;i)t ugualc• ' )
c. Rappn:sentiamo n come cerchio di centro l'origine e raggio R nel piano (z, 'JI), e
calcoliamo il momcnta d"inerzia rispe110 alla retta parallela all"assc : ma passante per
= ~ (!.'(•',,'t'~'Mo+b',,'{•'""'))dp•
(R,O}.
l • #ij f l({o:- R)1 +,)dxdy = in coordinate polari = ; (fo'(a1 _if,,-+b1p3,,-) ) dp = m(a1 + b1)[.ifdp "' m(o'/b ).
1
Altro procedimento (se llQfl viene in mente di usare le coordinate polari cllinkhe). Per
simmetria.
jcws
~',1emaf :a t. Goog e Play - ~' oz i
= -<m[(
1'0 b o
z'b g] --+-
• ~ ( •')'")
01 3
1- -
01
d:1:
pcr lesimmelrie
=ab<mJ.'''(J."'
o o ) <mJ.'''("")
T
z'du d"' '"' ab
0
d.r =
<>. [nquestocaso l'assc dirotazioneè unodegliassicoordinali, ad es.l'asseu, e:
usandoancorale coordina1e polarielli1ticile do veaè ladi~ns ionc d el l atodP,erso da quc llo a cu i è parall e l o l'asse dirotazione.
/=i;i;;,f(f.'(o'''""'i"'"'+·= ';(f.' (•'lfoM'6d6))d,= Se scegliamo gli IS5i coordinati sulle diagonali, la lam ina O si nipp.--rua
v. Jl . ,.s.,h(1- r-;/)d:rd,=
""[[ 3>']~'• 2mf."[
dz • ";b • ;r: (11-;i:b) +~
'•-""] dJ: • inc:oordinatepolari
- ~ • r',+
0 11
.,..hfo (1- ~)pdp - 211h[~P'- ~J: - 2"hR2· i= ~ . R1h.
Il volume del C(lnl)di ua;ual base ea!tcIZll ~:
v - ..i.111-~1"~pdpa
•,_f.o{(['· ..,,)•·=~["(•-;·)•··
• ~[("- ~)•• · ~[~-fJ: •~(~-~)=i~'. • 11hR'-~j(R2-r')sn•
=Mi['dn[ldp=
,. -2-2+2e- I • -5+2e.
21r(21og2-1)
5.40. e+~ -2
10 1= j ldxdy = (inpolari)
-1,.d6lpdp•1,.~d6 • [t[ .. 5~.
CakoliilllWorailmomentod'iner.:ia:
1= tfflf i(r1+-,l)dzdy=(inpolari)
• e mtal o e PI
46e cap. s. Calcolo ilitegrale per funzioni di più variabifi Par. 5.1. lntegralidoppi 467
Per dmme1ria, i • ~-
- ~fr-f·~(·-m···
- ~[f-*-T;{i-~)'J: • 7(~ - ~+~) · ~(a'+h')
9)
..... Arti
'
Wmdow
~',1emaf :a t. Goog e Play - ~' oz i
= e 11 (R-1)-
R'
2 - e'(r- I}+
~
z· J;,....... ,,= J.'··t ....,,=
-f.'*•i::.u -J.'+"'-•).U=
Ji=Opersirnme!ria.
jcws
~',1emaf :a t. Goog e Play - ~' oz i
dove per ogni z E !a,b], fl, è un domin io semplice del piano. Geometricamente
l'insieme èdesi:rittoaquestomodo:primasi fi ssanoduequote a,b taliche l'intero
insieme fl sia contenuto nella strisea co mpresa tra i due piani orizzontali
z=a,z=b; poi, per ogni piano oriu.ont.ale compreso in questa striscia, sì
consideral'intersezioneconfl:questasariundominiof!, piano;i l solido fl s i può
vederecosìricostruitodaisuoi "strati"fl., al variarcdellaquota zE [a,b].
Uninsiemefldi lRJè definito "per fili "seèdeltipo:
h -•
"
R Fig. 5.16.
Fig. 515 Possi• mn allOf'll rappresernnre O pu fili come segue. L'ombra de l tetraedro sul
piano (z , y) è il triangolo di vertici (0, 0), (1,0), (O, 1), pereiò
e quindi r, = ~ (h - z). D • {(z ,y): O :S: z ::5 1,0 ::5 11 ::5 1 - z};
per ogni (:i-, v) e D, la retta verticale taglia il mnltdro lungo il segmento
Perciò o - {{z,y,z) ze[O, h], z 2 + y2 :S:~(h -.;) 2 } . O S .z ::5 I - :i: - Il (ci~ quello che sta SOito il piano di cui abbiamo scritto
l'ft!UUione). Perc iò
Effmplo 5.l?. Vogliamo rappresen1are il tetrudro O di vertid 0 - ((z,y,z):O:Sz ::5 1,0:Sy:S: t - z,0::5.: :S: l -z-11).
(O,O,O),( l ,0,0),(0, 1,0),(0,0, l ).
Un di segno mostra (v . fig. S. 16) che il tetraedro è IU!to çon1e1H110 nel primo che in reallA può vtdeni anche come rappresentazione per strali, perpendicol.ri
ottante, z ;? O, 11 ;? O, z ;? O. PrMisamente, è l'insieme dei punti dd primo ottante pef"Oall'asse r ( invecedieeomeal solito all'asse;::);
che stanno SOl.10 il piano pusante per i 3 punti ( l ,0,0),(0, 1,0), (O,O, l ) (v. fig.
S.16). Per prima rosa scriviamo quindi l'equuìone del piano per questi 3 punii.
Conimetodisdandarddella gcometria1L11aliticadellospazio4,s i1rOVa: .-.. ,_,, ,_,.I
"•-"" vs-v" zs-•"
r+y+;:: e:: L
1"e- "" vc -v" zc-•"
• O,
·- .• o·1
-I I - z-l+v+: • O.
•Ad esempio si pub usano la formula scguenie, d>e assegna rcquaziOM del piano per )
puru:i A,B,C, dove nel nostro caso A • (1,0,0), B "' (O, l,0),C • (0,0, I}: I -I O I
474 Cap.5. Calcolointegratepertunzionldlpjllvariabili Par. 5.2. lntegralitripli