17 dicembre 2013
Indice
Indice 1
2 Serie di Fourier 39
2.1 Serie di Fourier astratte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
2.2 Il teorema di FischerRiesz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
2.3 Ortonormalizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
2.4 Serie trigonometriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
2.4.1 Gli spazi Lp (T) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
2.4.2 Polinomi e serie trigonometriche . . . . . . . . . . . . . 50
2.4.3 Serie di seni e coseni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
2.4.4 Il nucleo di Dirichlet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
1
2 INDICE
kuk 0 (1.1)
kuk = 0 se e solo se u = 0 (1.2)
k uk = | | kuk (1.3)
ku + vk kuk + kvk (disuguaglianza triangolare) (1.4)
3
4 Spazi di Banach e di Hilbert
Definizione 1.2. Uno spazio vettoriale V su cui definita una norma si dice
spazio normato.
Definizione 1.3. Si consideri la funzione
d: V V ! R
(u, v) 7! ku vk
che associa a una coppia di elementi di V il numero reale ku vk detto distanza;
la funzione d si chiama metrica indotta dalla norma kk su V .
Definizione 1.4. Uno spazio vettoriale dotato di una metrica si dice spazio me-
trico.
Nota 1.1. Ogni spazio normato anche uno spazio metrico rispetto alla metrica
indotta dalla norma kk, ossia rispetto alla distanza
d(u, v) = ku vk per ogni v 2 V.
+ [?, p. 366] I concetti di intorno di un punto, di punto interno, esterno, fron-
tiera e tutti gli altri per uno spazio euclideo si trasferiscono a uno spazio nor-
mato semplicemente sostituendo il modulo dei vettori con la norma e le distanza
euclidea con la distanza indotta dalla norma.
Definizione 1.5. Due norme kk e k|k| definite in uno spazio vettoriale V si
dicono equivalenti se esistono due costanti positive c1 e c2 tali che
c1 kvk k|vk| c2 kvk
per ogni v 2 V .
Proposizione 1.1. Dato lo spazio vettoriale X, ogni norma kk : X ! R una
funzione continua in X.
Dimostrazione. Vogliamo dimostrare che per ogni " > 0 esiste > 0 tale che
per ogni x con kx x0 k < risulta |kxk kx0 k| < " o, equivalentemente,
kx0 k " < kxk < kx0 k + ". (1.5)
Se si sceglie in particolare = " si ha
kxk = kx x0 + x0 k kx x0 k + kx0 k < + kx0 k = kx0 k + "
dimostrando cos la disuguaglianza destra di (1.5); allo stesso modo si ricava
kx0 k " = kx0 x + xk " kx0 xk + kxk " < " + kxk "
provando in tal modo la sussistenza della disuguaglianza sinistra di (1.5) e otte-
nendo pertanto la tesi.
1.2 Spazi di Banach 5
Definizione 1.7. Una successione {un } a valori nello spazio normato V si dice
convergente a un elemento u di V se
lim kun uk = 0.
n!1
span S e span S
Proposizione 1.3. Sia dato uno spazio di Banach X e sia Z un suo sottospazio
chiuso; allora Z uno spazio di Banach.
lim kxn xm k = 0.
n!1
lim kxn xk = 0
n!1
n
X
kxk |xi | kei k max{kei k , i = 1, . . . , n} kxk1
i=1
per ogni x = (x1 , . . . , xn ) 2 Rn ,
Ci chiediamo se tali norme sono equivalenti; per rispondere a tale quesito, dob-
biamo determinare se esistono due costanti c1 , c2 > 0 tali che
c1 kf k1 kf k1 c2 kf k1 . (1.6)
1
kf k1 = 1 per ogni n e kf k1 = ;
2n
poich non esiste c2 > 0 tale che per ogni n
c2
1
2n
le norme non sono equivalenti.
Ci chiediamo ora se linsieme C 0 ([0, 1]) uno spazio di Banach rispetto alla
norma infinito, cio se per ogni " > 0 esiste n 2 N tale che per ogni n, m n si
ha kfn fm k1 ", cio
quindi per ogni " > 0 esiste n 2 N tale che per ogni n n si ha
le funzioni costanti;
linsieme
C 0 (K), kk1
per ex 2
/ U. L
f (x) ! e x f (1 + 2x);
ancora lineare.
Si dimostra che lo spazio C 1 ([0, 1]) con la norma infinito non completo (in [?,
p. 69] dimostrato per un generico spazio C 1 ([a, b])).
Esempio 1.7. Non invece lineare loperatore T : C 0 ([0, 1]) ! C 0 ([0, 1]) defi-
nito da Z x
T (f )(x) = f (t)dt + 3.
0
X = {f : B ! R integrabili su B}.
1.5 Esempi di spazi normati a dimensione infinita 11
Definiamo la funzione
kk1 : X ! R
Z
f 7! kf k1 = |f (x)| dm
B
si indica con L1 (B). L1 (B) risulta essere uno spazio di Banach; considerata in-
fatti una successione di Cauchy {fn } di elementi di L1 (B), cio una successione
per la quale per ogni n, m n si ha
kfn fm k1 ! 0,
n,m!1
ossia Z
|fn (x) fm (x)| dm ! 0,
B n,m!1
( , ): X X ! R
quindi
0 kx + yk2 kxk2 + 2(x, y) + kyk2 (1.8)
e che
0 kx yk2 = kxk2 2(x, y) + kyk2 . (1.9)
Da entrambe le disuguaglianze si ottiene
ossia
2 |(x, y)| kxk2 + kyk2 per ogni x, y 2 X.
Se x, y sono versori, cio vettori di norma unitaria, si ottiene
2 |(x, y)| 1 + 1 = 2
1.6 Spazi di Hilbert 13
o, che lo stesso,
|(x, y)| 1 = kxk kyk (1.10)
quindi la disuguaglianza di CauchySchwarz valida per i versori; ancora pi
semplicemente si dimostra che valida se x = 0 oppure y = 0.
Consideriamo adesso x, y 2 X \ {0} non necessariamente versori e definiamo
x y
z= e w= .
kxk kyk
|(z, w)| 1
cio !
x y
, 1.
kxk kyk
Dalla bilinearit del prodotto scalare si ricava che
1 1
|(x, y)| 1
kxk kyk
quindi
|(x, y)| kxk kyk .
Mostriamop infine che la funzione definita in (1.7) una norma; si osserva facil-
mente che (x, x) 0 per ogni x 2 X e che kxk = 0 se e solo se x = 0 2 X.
Inoltre per ogni x 2 X
p p p
k xk = ( x, x) = 2 (x, x) = | | (x, x) = | | kxk
14 Spazi di Banach e di Hilbert
1.7 Spazi Lp
Consideriamo in questo paragrafo e nei sottoparagrafi uno spazio di misura
(A, E, m) e B A. Se 1 < p < 1 si definisce linsieme
Lp (B) = {classi di f : B ! R misurabili , uguali tra loro q.o.
e tali che |f |p integrabile}
e su esso si introduce la norma
Z !1/p
kf kp = |f |p dm .
B
1 1
+ =1
p q
kf gk1 kf kp kgkq .
e cos si dimostrato il caso limite. Se, infine, consideriamo il caso 1 < p < 1,
dalla disuguaglianza di Young si ha che
1 1
|f (x)g(x)| |f (x)|p + |g(x)|q per q.o. x 2 B.
p q
Integrando ambo i membri si ottiene
kf kpp kgkqq
kf gk1 +
p q
e per ogni t > 0 si pu scrivere
!
g tp 1
tf kf kpp + q kgkqq .
t p qt
1
'0 (t) = tp 1
kf kpp t q 1
kgkqq ;
kgk1/p
q
t = ;
kf k1/q
p
' t = kf kp kgkq .
si pu affermare che:
kf k1 in realt un minimo dellinsieme cui si riferisce;
kf k1 una norma;
vale la disuguaglianza triangolare.
1.7 Spazi Lp 17
che implica che la funzione |(f + g)(x)|p integrabile perch maggiorata dalla
somma di funzioni integrabili. Poi integriamo, riscrivendo quindi la prima parte
della (1.11) come
Z Z
p
|f + g| dm |f + g|p 1 |f (x)| + |g(x)| dm.
B B
una norma.
+ Non si considerano gli spazi Lp per 0 < p < 1 perch in tal caso gli insiemi
del piano del tipo {kxkp r}, r > 0, non sono convessi, quindi non vale la
disuguaglianza triangolare se p < 1.
18 Spazi di Banach e di Hilbert
per ogni n n2
1
kfn fn2 kp 2
2
e cos via fino a considerare " = 1/2 per il quale esiste nk > nk 1 tale che per
k
ogni n nk
1
kfn fnk kp k .
2
Si in tal modo costruita una sottosuccessione {fnk } tale che per ogni k
1
fnk+1 fnk p
.
2k
Vogliamo ora provare che tale sottosuccessione risulta convergente in Lp (B).
Consideriamo per k = 1, . . . , n le funzioni
k
X
gk (x) = fnj+1 (x) fnj (x) ;
j=1
Se ora si applica il teorema di Beppo Levi, si ricava che gn (x) converge m-q.o.
alla funzione limite
1
X
g(x) = fnj+1 (x) fnj (x) ;
j=1
fnj (x) fni (x) fnj (x) fnj 1 (x) + + fni+1 (x) fni (x)
j 1 1
X X
= fnk+1 (x) fnk (x) fnj+1 (x) fni (x)
k=i k=i
g(x) gi 1 (x)
cosicch
fnj (x) fni (x) g(x) gi 1 (x) !0
i!1
ed elevando a p
|f (x) fni (x)|p |g(x)|p
con la funzione a primo membro che integrabile e, dato che fni 2 Lp (B),
anche f 2 Lp (B). A questo punto, applicando il teorema di Lebesgue della
convergenza dominata, si ottiene
Z
lim |f (x) fni (x)|p = kf fni kpp = 0,
i!1 B
1
|fn (x) fm (x)|
k
20 Spazi di Banach e di Hilbert
ancora trascurabile; infine, si ha che per ogni k 2 N esiste nk tale che per ogni
n, m nk e per ogni x 2 B\C si ha
1
|fn (x) fm (x)| .
k
La successione {fn } risulta, pertanto, essere una successione di Cauchy in B\C
rispetto alla metrica della convergenza uniforme; esiste allora una funzione f
tale che fn ! f uniformemente in B\C. Estendendo f a tutto B con valore
nullo per gli x 2 C si ottiene la tesi.
La verifica che L2 (B) uno spazio di Hilbert con il prodotto scalare definito
immediata.
Corollario 1.1. Sia {fn } una successione convergente in Lp (B) a una funzione
f ; allora esistono una sottosuccessione {fnk } e una funzione h 2 Lp (B) tali
che
1. fnk ! f quasi ovunque in B;
2. |fnk (x)| h(x) per q.o. x 2 R.
Dimostrazione. Se fn ! f in Lp , allora fn una successione di Cauchy in
Lp (B), quindi esiste una sottosuccessione fnk convergente quasi ovunque a f in
Lp ; per il teorema di Lebesgue esiste una funzione g tale che
f(x) fn (x) g(x);
k
quindi
|fni (x)| f(x) + g(x),
e possiamo porre h = f + g. Dobbiamo infine verificare che f = f ; poich
fnk ! f in Lp (B) per k ! 1, lunicit del limite in Lp (B) assicura che
f = f.
In generale, la convergenza in Lp non implica la convergenza q.o.; va per os-
servato che se una successione di funzioni fn tende a f in L1 , allora al tendere
di n a 1 si ha anche fn ! f q.o.
+ La norma p indotta dal prodotto scalare se e solo se p = 2; inoltre Lp (B)
uno spazio di Hilbert se e solo se p = 2, perch solo in tal caso vale la regola del
parallelogramma. Si ha, infatti, che luguaglianza
ku + vk2p + ku vk2p = 2 kuk2p + kvk2p , u, v 2 Lp (B),
sussiste solo se p = 2.
1.8 Spazi di successioni 21
x + y = (1, 1, 0, . . . , 0, . . . ),
x y = (1, 1, 0, . . . , 0, . . . ).
Quindi, se p 6= 1 risulta
kxkp = 1, kykp = 1,
kx + ykp = 21/p , kx ykp = 21/p .
esplicitando d
22/p + 22/p = 2 22/p = 2(1 + 1)
che vale se e solo se p = 2. Se p = 1 si ha
kxkp = 1, kykp = 1,
kx + ykp = 1, kx ykp = 1.
|xn |q |xn |p ,
quindi `p `q .
Un controesempio la successione
!
1 1
x= 1, , . . . , , . . .
2 n
appartenente a `2 ma non a `1 .
1.9 Operatori lineari continui e limitati 23
quindi
"
kT (z)kY kzkX
24 Spazi di Banach e di Hilbert
disuguaglianza che vale sia per z 6= 0 che per z = 0; prendendo dunque L = "/
si ottiene la tesi.
Per indicare la famiglia degli operatori lineari limitati da X a Y si usa il simbolo
L(X, Y ); linsieme L(X, Y ) uno spazio vettoriale. Si pu dotare della norma
( )
kT xkY
kT k = sup , x 2 X\{0}
kxkX
e poich tale estremo superiore esiste finito ed minore o uguale di ogni costante
di limitatezza si ha
Lelemento nullo dello spazio loperatore nullo, ossia quello che a ogni ele-
mento di X associa lo zero di Y .
Teorema 1.3. Se Y uno spazio di Banach, lo spazio L(X, Y ) uno spazio di
Banach.
Dimostrazione. Si abbia una successione di Cauchy {Tn } a valori in L(X, Y );
questo significa che per ogni " > 0 esiste n 2 N tale che per ogni n, m n si
ha
k(Tn Tm )(x)kY
kTn Tm kL(X,Y ) = sup ".
x2X kxkX
x6=0
kTn T n k 1
Tornando a kTn Tm kL(X;Y ) si ha, passando al limite per m ! 1, che per ogni
x 2 X\{0}
k(Tn T )(x)kY
"
kxkX
quindi per ogni x 2 X\{0} risulta
k(Tn T )(x)kY
kTn T kY = sup "
kxkX
cio lo spazio L(X; Y ) di Banach.
Un caso particolare di operatori lineari quello dei funzionali lineari e continui,
ovvero delle applicazioni L : X ! R con X spazio normato.
Definizione 1.22. Lo spazio L(X, R) si dice spazio duale dello spazio normato
X e viene indicato con X 0 o con X ; i suoi elementi sono i funzionali lineari e
continui da X a R.
Seguono alcuni esempi di funzionali lineari.
Esempio 1.12. Sia H uno spazio di Hilbert e fissiamo u 2 H, considerando
loperatore
L: H ! R
v 7! (u, v)
L un operatore lineare perch definito come prodotto scalare; altres conti-
nuo perch limitato.
Un caso particolare si ha se H = `2 . Fissato
!
1 1
u = 1, , . . . , , . . .
2 n
consideriamo
L : `2 ! R
1
X 1
v 7! (u, v) = vi .
i=1
i
26 Spazi di Banach e di Hilbert
0
Loperatore L appartiene a `2 = L `2 , R . Ci chiediamo se le norme intro-
dotte in questi spazi coincidono. Si ha
L(x)
kLk(`2 )0 = sup = sup |L(x)| ;
x2`2 kxk`2 x2`2
x6=0 kxk=1
quindi
kLk(`2 )0 = sup |L(v)| kuk`2 .
v2`2
kvk=1
Se v ha norma 1, allora si ha
|L(v)| kuk`2 ,
quindi
kLk(`2 )0 kuk`2 ;
se si trova un elemento v 2 `2 tale che kvk`2 = 1 e |L(v)| = kuk`2 le norme
coincideranno; in particolare, considerato v = u/ kuk`2 si ottiene
L(v) = kuk`2
S(x) = y
kS(x)k`1 M kxk`1 ;
si ha
kS(x)`1 k
kSk0 = sup = sup kS(x)k`1
x2`1 kxk`1 x2`1
kxk=1
e2 = (0, 1, 0, . . . , 0, . . . )
kT (u)k1 M kuk1
L
28 Spazi di Banach e di Hilbert
c00 c0 c
e che se p 6= 1 si ha
c00 `p c0 c `1 .
Gli insiemi c e c0 sono chiusi in `1 ; presa infatti una successione
lim xnk = an
k!1
tx + (1 t)y 2 A.
Teorema 1.4 (Teorema delle proiezioni). Sia H uno spazio di Hilbert e sia K
H un convesso chiuso non vuoto. Allora per ogni f 2 H esiste un unico u 2 K
tale che
kf uk = min kf vk = d(f, K). (1.13)
v2K
vn 2 K per ogni n 2 N,
kf vn k ! inf kf vk
n!1 v2K
k2f v n + v m k2 1 2 1 2 2
+ kv n v m k = kf v n k + kf v m k ,
22 4 2
!2
vn + vm 1 1
f + kvm vn k2 = kf vn k2 + kf vm k2 . (1.15)
2 4 2
si ha
2
vn + vm
d2 f
2
quindi da (1.15) si ricava che
1 2
1 2 2 2 vn + vm
kvm vn k = kf vn k + kf vm k f
4 2 2
1
kf vn k2 + kf v m k2 d2
2
e allora si conclude facilmente che
kvm v n k2 ! 0,
n,m!1
cio {vn } una successione di Cauchy. Poich H uno spazio di Hilbert, esiste
allora un elemento u 2 H tale che lim vn = u; essendo K chiuso e vn 2 K per
n!1
ogni n, lelemento u appartiene a K, quindi da
lim vn = u,
n!1
kf vn k ! inf kf vk
n!1 v2K
30 Spazi di Banach e di Hilbert
quindi
2(f u, v u) t ku vk2
e se t ! 0 si ha
(f u, v u) 0.
Viceversa, se u risolve (1.14), allora
ku f k2 kv f k2 = 2(f u, v u) ku vk2 0
e dunque
ku f k2 kv f k2 per ogni v 2 K ed f 2 H.
(f u1 , u2 u1 ) 0 per ogni v 2 K,
(f u2 , u1 u2 ) 0 per ogni v 2 K.
(f u1 + u 2 f, u1 u2 ) 0,
quindi
ku1 u 2 k2 0
e ci dimostra che u2 = u1 .
1.11 Proiezioni 31
1.11 Proiezioni
Definizione 1.24. Lelemento u la cui esistenza e unicit garantita dal teorema
1.4 si indica con u = pKf = PK (f ) e si dice proiezione di f su K.
Proposizione 1.7. Nelle stesse ipotesi del teorema delle proiezioni sui conves-
si, se f1 , f2 appartengono allo spazio di Hilbert H e pKf1 , pKf2 sono le rispettive
proiezioni sul convesso chiuso K, allora
Dimostrazione. Consideriamo
da cui semplificando
kpKf1 pKf2 k kf1 f2 k .
+ Loperatore di proiezione PK : H ! K lipschitziano di costante 1, in par-
ticolare continuo; non , in generale, lineare ( lineare nel caso di un sottospazio
K).
+ Fra i sottoinsiemi convessi chiusi non vuoti di H vi sono in particolare i
sottospazi chiusi di H.
Corollario 1.2. Sia H uno spazio di Hilbert e K un sottospazio chiuso di H.
Allora per ogni f 2 H esiste ed unico u 2 K tale che valga (1.13); inoltre
tale u anche lunica soluzione delluguagliarza variazione
(f u, v u) 0 per ogni v 2 K;
(f u, w) 0.
32 Spazi di Banach e di Hilbert
(f u, w) 0
per ogni w 2 K. Una propriet del prodotto scalare ci permette di affermare che
se u, v 2 K e
(u, w) = (v, w) per ogni w 2 K,
allora u = v; si ha infatti che
(u, w) = (v, w)
PK (f + g) = PK (f ) + PK (g).
e ci implica
kPK (f )k kf k
per ogni f 2 H; si osserva inoltre che PK (f ) = f per ogni f 2 K, quindi il
valore
kP (f )k
kPK k = sup K =1
f 2H kf k
f 6=0
K = {(x1 , 0) | x1 2 R}
K ? = {(0, x2 ) | x2 2 R}
L(x)(z, z)
= (x, z)
kzk2
cio
L(x)(z, z)
(x, z) = 0. (1.22)
kzk2
Come possiamo scegliere ? sufficiente che sia
L(x)
z x2N
kzk2
e dunque
L(z)
= ;
kzk2
un tale soddisfa luguaglianza (1.22) per ogni x; lelemento
L(z)
y= z
kzk2
e
kyk2H = (y, y) = L(y) kLkH 0 kykH ,
quindi
kykH kLkH 0 ;
deduciamo in tal modo che kLkH 0 = kykH , cio la tesi.
Osservazione 1.1. Sia H = `2 . Ogni funzionale L lineare e continuo si rappre-
senta nella forma 1
X
L(x) = xn yn
n=1
kR(L)kH = kLkH 0 ;
Serie di Fourier
implica necessariamente x = 0.
39
40 Serie di Fourier
L
Definizione 2.3. Sia H uno spazio di Hilbert e x 2 H. Dato un sistema ortonor-
male {ej } in H, i numeri reali xi = (x, ej ) al variare di j nellinsieme di indici,
si dicono coefficienti di Fourier dellelemento x rispetto al sistema ortonormale
{ej }.
+ Se il sistema {ej } completo e x 6= 0, allora necessariamente esiste almeno
un coefficiente di Fourier non nullo.
Definizione 2.4. La serie formale
1
X
xj ej
j=1
1
X
xn e n
n=1
converge in H.
se infatti n > m si ha
n 2 n n
!
X X X
xj e j = xj e j , xi e i
j=m+1 H j=m+1 i=m+1
Xn n
X
= xi xj (ej , ei ) = |xi |2 ! 0.
n,m!1
i,j=m+1 i=m+1
1 2 1 1 2
X X 2 X
0 f fi 'i = kf k2H fi f i ' i . (2.1)
i=1 H i=1 i=1 H
42 Serie di Fourier
m 2 m m
!
X X X
f i ' i = f i ' i , f j ' j
i=1 H i=1 j=1
m
X m
X
= kf k2H + i j ('i , 'j ) i (f, 'j )
i,j=1 j=1
X m m
X
= kf k2H + |i |2 2 i fi
i=1 i=1
m
X m
X
2 2
= kf k2H fi + fi + |i |2 2i fi
i=1 i=1
m
X m
X 2
2
= kf k2H fi + i fi 0. (2.2)
i=1 j=1
Se i = fi per ogni i = 1, . . . , m si ha
m
X 2
fi kf k2H ;
i=1
1
X 2
questo significa che la successione delle ridotte di fi monotona e limi-
i=1
tata, quindi tale serie converge. Risulta allora
1
X 2
f = fi
`2
i=1
3) per ogni f 2 H si ha
1
X
f= fi 'i ;
i=1
4) per ogni f, g 2 H
1
X
f, g H
= f, g `2
= fi gi (identit di Parseval).
i=1
per ogni j 2 N si ha
(g, 'j ) = gj = fj .
Osserviamo che un sistema ortonormale {'i } completo se
cio la 1).
Segue ora la dimostrazione del Teorema 2.1 (di FischerRiesz).
Dimostrazione. Per comodit di notazione scriviamo (f )i = fi . Proviamo la
suriettivit di ; a tal fine, per ogni 2 `2 cerchiamo un f tale che
(f )i = i per ogni i 2 N.
Scelto 1
X
f= i ' i
i=1
si ha
(f, 'j ) = fj = j
dunque
(f )i = i
per ogni i 2 N, cosicch la suriettivit provata. Per provare liniettivit deve
aversi che, dati f, g 2 H, la relazione (f )i = (g)i per ogni i 2 N implica
f = g; basta ricordare che per ipotesi {'i } un sistema ortonormale completo,
cio fi = gi per ogni i 2 N per ottenere f = g. Infine, lapplicazione conserva
le norme perch vale luguaglianza di Bessel
2
kf k2H = f = k(f )k2`2 .
`2
2.3 Ortonormalizzazione 45
2.3 Ortonormalizzazione
Definizione 2.5. Sia H uno spazio di Hilbert e S un sottoinsieme di H. Si
definisce ( m )
X
span(S) = ak xk : ak 2 R, xk 2 S
k=1
2. span{x1 , . . . , xn , . . . } = span{w1 , . . . , wn , . . . }.
y1 = x1 ,
n
X (xn+1 , yj )
yn+1 = xn+1 yj per n 1.
j=1
kyj k2
(yi , yj ) = 0 se i 6= j. (2.4)
46 Serie di Fourier
Si ha
!
(x2 , y1 ) (y1 , y1 )
(y1 , y2 ) = y 1 , x2 y1 = (y1 , x2 ) (x2 , y1 ) = 0;
ky2 k2 ky1 k2
cosicch la (2.4), unita alla (2.3), dimostra che il sistema {yk } ortogonale.
Scegliendo
yk
wk =
kyk k
si ha kwk k = 1 per ogni k 2 N e {wk } ortogonale, quindi il sistema {wk }
ortonormale.
Osserviamo infine che i vettori yj (j = 1, . . . , n) sono combinazione lineare
degli xj per j = 1, . . . , n cos come gli xj sono ottenibili come combinazione
lineare degli yj , quindi
span{x1 , . . . , xk , . . . } = span{w1 , . . . , wk , . . . }.
Teorema 2.5. Sia H uno spazio di Hilbert e {'i }n2N un sistema ortonormale in
H. Allora sono equivalenti le seguenti affermazioni:
Dimostrazione. Dimostriamo che 1) implica 2). La tesi richiede che per ogni
f 2 H esiste una successione fn 2 span{'i } tale che fn ! f per n ! 1.
Dallipotesi di completezza del sistema {'i } si pu scrivere ogni funzione f
come 1
X
f= fi 'i ;
i=1
poich si ha
n
X
f = lim fk 'k = lim fn
n!1 n!1
k=1
e n
X
fn = fk 'k 2 span{'i } per ogni n
k=1
si deduce la 2).
Mostriamo che 2) implica 1). La tesi sancisce che per ogni f 2 H tale che
(f, 'n ) = 0 per ogni n 2 N, si ha f = 0. Poich span{'i , i 2 N} = H e un
generico x 2 H pu essere rappresentato come
n
X
x = lim ak ' k ,
n!1
k=1
n
X
con ak 'k 2 span{'i }, allora se (f, 'i ) = 0 per ogni i e dunque
k=1
n
!
X
f, ak ' k = 0,
k=1
(f, x) = 0
1) X separabile;
U = {u1 , u2 , . . . , uk , . . . }
sia V = U ; allora
X = U span(U ) = span(V ) X
quindi span(V ) = X.
Dimostriamo che 2) implica 1). Cerchiamo U X numerabile e denso in X.
Sia ( m )
X
H= qi vi | m 2 N, qi 2 Q, vi 2 V
i=1
kf k1 = sup |f (t)| .
t2R
Gli spazi Lp (T) e C 0 (T) sono spazi di Banach complessi. Lo spazio L2 (T), in
particolare, uno spazio di Hilbert rispetto al prodotto scalare definito da
Z
1
(f, g)L2 (T) = f (t)g(t)dt.
2
Proposizione 2.2. Valgono le seguenti inclusioni:
C 0 (T) Lp (T);
Lp (T) Lq (T) se p > q
con
kf kp kf k1 per ogni f 2 C 0 (T);
50 Serie di Fourier
Proposizione 2.3. Lo spazio C 0 (T) denso in Lp (T) per ogni p 2 [1, +1).
+1
X
A norma delle relazioni di Eulero, una serie di Fourier ak eikt si pu scrivere
k= 1
come
+1
X
a0 + ak [cos(kt) + i sin(kt)]
k= 1
+1
X
= a0 + [(ak + a k ) cos(kt) + i(ak a k ) sin(kt)]
k=1
La funzione n
X
Dn (t) = eikt (n 2 N)
k= n
si dice nucleo di Dirichlet. La successione
n
X
(Dn f )(t) = fn eikt
k= n
2) 8 !
>
> n + 1
>
> sin2 t
>
> 2
>
< 1 ! se t 6= 2k (k 2 Z)
Kn (t) = n + 1 t ;
>
> sin2
>
> 2
>
>
>
:n + 1 se t = 2k (k 2 Z)
54 Serie di Fourier
Dimostrazione. Scriviamo
Z Z
1 1
(Kn f )(t) f (t) = Kn ( )f (t )d Kn ( )f (t)d
2 2
Z
1
= Kn ( )(f (t ) f (t))d.
2
Si ha dunque
dove
Z
1 # f (t + ) + f (t )
In (#) = Kn ( ) f (t) d
0 2
Z
1 f (t + ) + f (t )
Jn (#) = Kn ( ) f (t) d.
# 2
Dato " > 0, per luniforme continuit di f si trova # 2 (0, ) tale che | | #
implica
f (t + ) + f (t )
f (t) " per ogni t 2 R.
2
Per lultima delle propriet di Kn , dato # si riesce a trovare n 2 N tale che per
ogni n n
|Kn ( )| " per ogni 2 (#, ).
Abbiamo
Z # Z Z
" " "
0 In (#) Kn ( )d Kn ( )d = Kn ( )d = "
0 0 2
Per ogni f 2 L2 (T), dato " > 0 occorre trovare una funzione
kuk2 kuk1