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DISUGUAGLIANZA DI CLAUSIUS Entropia Il teorema di Carnot ci d la possibilit di definire unaltra grandezza di stato di notevole importanza per la termodinamica: lentropia.

. Infatti, per il teorema di Carnot, possiamo affermare che il rendimento di un ciclo diretto bitermico inferiore a quello di Carnot tra le medesime due sorgenti termiche.
1 T Q2 < 1 2 T1 Q1

essendo Q1 e Q2 rispettivamente le quantit di calore, prese in valore assoluto, che il sistema scambia con le sorgenti 1 e 2 e T1 e T2 le temperature delle due sorgenti. Dalla disuguaglianza scritta discende la seguente:
Q2 T2 Q Q Q Q > 2 > 1 1 2 <0 Q1 T1 T2 T1 T1 T2

Poich il calore scambiato dal sistema con la sorgente 2 negativo, la disuguaglianza scritta afferma che la somma algebrica dei rapporti tra le quantit di calore scambiate e le temperature delle rispettive sorgenti minore di zero.

Figura 36

Tale disequazione si pu generalizzare al caso in cui esistano n sorgenti da cui il sistema riceve calore ed altrettante a cui lo cede, come nel caso rappresentato in figura 36 in cui un ciclo termodinamico qualsiasi viene discretizzato e ricondotto ad n cicli termodinamici composti ciascuno da due trasformazioni isoterme e due adiabatiche. La discretizzazione fatta in modo che lungo le isoterme siano scambiate le stesse quantit di calore che vengono scambiate nei tratti corrispondenti del ciclo reale. Lungo le isoterme e le adiabatiche, pur ammettendo la quasi staticit, intervengono comunque della cause di 64

irreversibilit. Queste possono essere riassunte nel fatto che lungo le due isoterme lo scambio di calore avviene con differenza di temperatura non nulla tra sorgente e sistema, mentre lungo le due adiabatiche hanno luogo dei fenomeni di attrito. Il ciclo rappresentato dunque un ciclo quasistatico ma non reversibile ed il rendimento di ciascuno degli n cicli elementari in cui viene discretizzato inferiore a quello di Carnot tra le stesse temperature. Si ottiene pertanto:

T
i =1

Qi
i

<0

Se la discretizzazione fatta con cicli termodinamici composti da trasformazioni infinitesime, la sommatoria diventa un integrale circolare esteso allintero ciclo termodinamico iniziale e la disequazione diventa:

dQ <0 T

Quella scritta una relazione nota col nome di diseguaglianza di Clausius. Se adesso immaginiamo che il ciclo rappresentato in figura sia un ciclo reversibile, la disuguaglianza che abbiamo scritto diventa una uguaglianza poich i cicli elementari che sono stati considerati sono esattamente dei cicli di Carnot. E pertanto possibile scrivere, per il caso di n cicli elementari finiti:

T
i =1

Qi
i

=0

e per il caso di cicli elementari infinitesimi:

dQ =0 T

Se si verifica luguaglianza scritta, lespressione sotto il segno di integrale costituisce un differenziale esatto, ed esiste una funzione potenziale tale che:

dS =

dQ T

S una funzione potenziale che esprime evidentemente una grandezza di stato del sistema, detta appunto Entropia, e si misura in [J/K]. Per ogni processo reversibile si pu dire pertanto che:

dQ = T dS
In un processo reversibile finito che va dallo stato 1 allo stato 2, la relazione scritta permette di calcolare il calore scambiato nel modo seguente: 65

Q12 = T dS
1

Lentropia una grandezza di stato estensiva, che ammette una corrispondente intensiva, lentropia specifica (per unit di massa):

s=

S M

J kg K

Ovviamente, allinterno di trasformazioni reversibili, valgono le seguenti relazioni: ds = dq T dq = T dS q12 = T ds


1 2

con ovvio significato dei simboli. Nel caso di processo adiabatico, si ha: dQ = 0 dS = 0 dq = 0 ds = 0

per cui un processo adiabatico reversibile avviene ad entropia costante ed per questo anche detto ISOENTROPICO. Riprendendo in considerazione la relazione ottenuta nel caso di trasformazioni irreversibili:

dQ <0 T

indicando con Sirr la quantit che sommata allespressione precedente la rende nulla si ha: dQ T + S irr = 0 Da cui, si deduce che, in un ciclo che presenta delle irreversibilit, si pu comunque definire una funzione S ed il suo differenziale esatto dS, ponendola per uguale alla somma di due quantit :

dS =

dQ + S irr T

Sirr una quantit certamente positiva che rappresenta laumento di entropia dovuto alle irreversibilit. Si pu pertanto scrivere:

dS =

dQ + S irr = 0 T
66

e, di conseguenza: dS = dQ + dS irr T

Analogamente, utilizzando le grandezze specifiche, si ha: dq + ds irr T

ds =

Per cui, in un processo reale infinitesimo, il sistema subisce una variazione di entropia che equivale al rapporto tra il calore scambiato e la temperatura della sorgente pi un termine che rappresenta la produzione di entropia dovuta alla irreversibilit. In un processo adiabatico si ha: dS = dSirr S 2 S1 = Sirr I processi adiabatici reali sono dunque ad entropia crescente a causa della loro natura irreversibile. Estendendo questa considerazione al sistema termodinamico universo, potendolo considerare adiabatico, non esistendo altri sistemi con cui esso possa scambiare calore, si pu affermare che lentropia delluniverso costantemente crescente.

Diagramma entropico Un diagramma termodinamico di notevole interesse per lo studio delle trasformazioni, in particolare di quelle cicliche, quello entropico, in cui in ordinate riportata la temperatura ed in ascisse lentropia.

Figura 37 T

S In figura 37 consideriamo una trasformazione reversibile qualsiasi che vada da un punto iniziale 1 ad un punto finale 2. Se vogliamo calcolare il calore scambiato nella 1-2, trattandosi di una trasformazione reversibile, possiamo scrivere la seguente relazione:

67

Q12 = T dS
1

Per cui, sul diagramma T-S il calore scambiato lungo la trasformazione rappresentato dallarea sottesa dalla funzione sullasse delle ascisse. In particolare, se la trasformazione isoterma reversibile, tale area rappresentata dal rettangolo di base (S2-S1) e altezza T (vedi Fig. 38). Infatti, per una isoterma reversibile si ha: Q12 = T dS = T (S 2 S1 )
1 2

Se la trasformazione va da 1 a 2 ( S 2 > S1 S 2 S1 > 0 ) il calore scambiato positivo, quindi entrante nel sistema, mentre se va da 2 ad 1 ( S1 S 2 < 0 ), risulta negativo, quindi uscente. Figura 38 T T 1 2

S1

S2

Una trasformazione adiabatica reversibile anche isoentropica, come gi detto, ed rappresentata da un segmento di retta perpendicolare allasse delle entropie, che, ovviamente, non sottende alcuna area su questo asse. Infatti una isoentropica non prevede nessuno scambio termico. In Figura 39 rappresentata una trasformazione adiabatica reversibile. Figura 39 T

2 S

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Il ciclo di Carnot, costituito da due isoterme e due adiabatiche reversibili, assume sul diagramma T-S la forma di un rettangolo, come illustrato in Figura 40.

Figura 40 T
Isoterma a T1

Adiabatica

Adiabatica

Isoterma a T2

S In questo caso, larea racchiusa dal rettangolo e tratteggiata in figura 40 rappresenta la differenza tra il calore scambiato dal sistema con la sorgente a pi elevata temperatura (T1) e quello scambiato con quella a pi bassa temperatura (T2), essendo questi due dati rispettivamente dalle aree sottese con lasse delle entropie dallisoterma a T1 e da quella a T2. Se il ciclo percorso in senso orario (ciclo diretto) il calore scambiato con la sorgente a temperatura T1 (area pi grande) positivo ed il secondo negativo, dunque complessivamente il sistema scambia con lesterno una quantit di calore positivo, mentre, se percorso in senso antiorario (ciclo inverso) allora il calore scambiato con la sorgente a temperatura T2 ad essere positivo (area pi piccola) e laltro negativo, per cui il ciclo compie complessivamente un lavoro negativo. Alternativamente al diagramma temperatura entropia, si pu considerare quello analogo in cui in ascisse si riporti lentropia specifica s espressa in [J/kg K] Il diagramma T-s consente di ricavare unaltra utile informazione relativa ad un processo reversibile. Infatti, se consideriamo una trasformazione reversibile AB come quella rappresentata in Figura 41, la tangente ad essa condotta in un punto generico P individua sullasse delle entropie un angolo e, se si considera il segmento condotto da P perpendicolarmente allasse, indicando con R il punto in cui interseca lasse stesso, possibile scrivere la seguente relazione: T Figura 41

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PR = QR tg T = QR

dT T T ds dQ QR = = = dT ds dT dT ds

Il segmento QR, sottotangente cartesiana alla curva nel punto P, rappresenta pertanto il calore specifico del sistema che compie la trasformazione nel punto considerato. Si ricordi che, in generale, il calore specifico variabile con la temperatura, per cui va definito punto per punto lungo una trasformazione. Da quanto detto si deduce facilmente che il calore specifico lungo una adiabatica reversibile (isoentropica) nullo e lungo una isoterma reversibile tende ad infinito, ed in generale tende ad aumentare al diminuire di (vedi Figura 42)

Figura 42 T
Adiabatica reversibile: c = 0

Isoterma reversibile: c =

Definizione del I principio in forma entropica Riprendiamo le due espressioni del I principio gi ricavate, la prima di validit universale e la seconda valida per i sistemi aperti. dQ = dU + dL dQ = dH + dL'

Se applichiamo tali relazioni ad una trasformazione reversibile, possiamo esprime il lavoro, il lavoro tecnico ed il calore in funzione delle variabili di stato interne del sistema, pressione, volume, temperatura ed entropia ottenendo le seguenti relazioni: TdS = dU + p dV TdS = dH Vdp

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STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA: I CAMBIAMENTI DI FASE In natura esistono tre stati di aggregazione della materia o fasi: solida, liquida e gassosa. Un sistema in fase solida caratterizzato da forma e volume propri, quindi da legami rigidi tra le particelle elementari; alla fase liquida invece corrisponde un volume proprio ma non una forma propria, mentre lo stato gassoso caratterizzato dal non avere n volume n forma propri, quindi da legami molto deboli tra le particelle. Attraverso processi di scambio termico possibile far passare un sistema termodinamico da una fase allaltra. Le quantit di calore in gioco in questi casi sono di tipo latente e non sensibile. Tutti i cambiamenti di stato avvengono infatti a temperatura costante e durante un cambiamento di fase il calore ceduto o assorbito dal corpo che subisce la trasformazione induce a livello microscopico delle modificazioni nei legami tra le particelle elementari, rompendo o ricostituendo, a seconda dei casi, i legami suddetti. E possibile individuare in diagrammi bidimensionali pressione-temperatura oppure pressionevolume punti rappresentativi dei vari stati o linee che rappresentino le trasformazioni di cambiamento di fase. Da ciascuno dei due tipi di diagrammi possibile trarre alcune utili informazioni. Prendiamo dapprima in esame, a titolo di esempio, il diagramma pressione temperatura p-T nelle due forme della figura 43 seguente.

Figura 43

L S V S

L V

Nei due diagrammi suddetti si distinguono tre zone, quella del solido, quella del liquido e quella del vapore, separate da linee che rappresentano gli stati di equilibrio tra due fasi. Definiamo fusione il passaggio solidoliquido e solidificazione il suo inverso, vaporizzazione il passaggio liquidovapore e condensazione il suo inverso, mentre definiamo sublimazione il passaggio diretto solidovapore che pu avvenire per valori molto bassi della pressione. Nel diagramma di sinistra la pendenza della linea di separazione tra lo stato solido e quello liquido positiva, mentre nellaltro caso negativa. La maggior parte delle sostanze sono caratterizzate da una curva p-T del tipo rappresentato a sinistra, mentre lacqua e pochissime altre sostanze (antimonio e bismuto) sono caratterizzate da un andamento del tipo rappresentato della figura di destra.

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La pendenza negativa della linea solido-liquido per lacqua si verifica per la propriet che essa ha di aumentare di volume durante la solidificazione e di diminuire di volume durante la fusione. Un aumento di pressione va dunque a vantaggio della fusione che avviene a temperature pi basse, mentre una diminuzione di pressione favorisce la solidificazione che avviene a temperature pi elevate. Di seguito tracciamo il diagramma p-T per lacqua in cui vengono evidenziati alcuni punti notevoli: Punto di fusione normale (PFN): Punto di ebollizione normale (PEN): Punto triplo (PT): Punto critico (PC) T = 273,15 K T = 373,15 K T = 273,16 K T = 647,3 K p = 1 atm (101325 Pa) p = 1 atm p = 0,006 atm p = 2,21 x 107 Pa

Figura 44 p
PC

1 atm

PFN

PEN

V
PT

Tracciando una isobara, ad esempio quella alla pressione atmosferica, si passa, allaumentare della temperatura, attraverso le tre fasi. In ciascuno dei tre settori, solido, liquido e gassoso, si definiscono punti che per la regola di Gibbs o delle fasi, sono bivarianti. Infatti:

V = C F + 2 = 11+ 2 = 2
Variando ad esempio la temperatura mantenendo costante la pressione, si rimane nella fase iniziale; in altre parole, pressione e temperatura possono essere variate indipendentemente luna dallaltra senza variare lo stato di aggregazione della materia. I punti appartenenti alle linee di equilibrio tra due stati, ad esempio il punto di fusione e quello di ebollizione normali, sono monovarianti. Esprimono infatti la coesistenza di due fasi. Applicando al regola di Gibbs, si ha:

V = C F + 2 =1 2 + 2 =1
Variando ad esempio la temperatura, si deve far variare la pressione portandola allunico valore che consente di mantenere lo stesso stato iniziale.

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Il punto triplo zerovariante. Esso esprime la coesistenza dei tre stati e qualsiasi modifica di pressione o temperatura provoca un cambiamento di stato. In altre parole nessun parametro di stato pu essere modificato indipendentemente dagli altri senza modificare lo stato di aggregazione della materia. Il punto critico indica la condizione termodinamica al di sopra della quale non pi possibile avere il cambiamento di fase dallo stato di vapore a quello liquido, per cui la sostanza, per qualunque valore di pressione e temperatura, rimane allo stato gassoso. Se rappresentiamo il diagramma di stato p-v, il punto critico il punto di massimo della curva a campana, detta di Andrews, che racchiude la zona di coesistenza del liquido e del vapore. A sinistra della campana troviamo la zona del liquido e a destra quella del vapore. Le linee isoterme hanno andamento diverso a seconda della zona in cui sono tracciate. In particolare al di sotto della campana il loro andamento coincide quello delle isobare ed rettilineo. Esiste infatti una dipendenza univoca tra la pressione di saturazione e la temperatura a cui calcolata:

p s = p s (T )
Tale segmento di retta si raccorda a sinistra e a destra con due linee curve andando a costituire nel complesso la linea isoterma considerata. Lisoterma critica risulta tangente alla curva a campana nel suo punto di massimo che costituisce un punto di flesso dellisoterma stessa.

Figura 45 p

GAS

L 1 2 L+V 3 4 5 V

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Esaminiamo ora landamento di una linea isobara.

Punto 1: rappresenta uno stato liquido bivariante, secondo la regola di Gibbs: V = 1 1 + 2 = 2 . Pi rigorosamente questo stato si definisce di liquido sottoraffreddato, poich la sostanza si trova ad una temperatura minore di quella di saturazione alla sua pressione. Punto 2: rappresenta una condizione di liquido saturo, in equilibrio tra liquido e vapore; tale stato monovariante: V = 1 2 + 2 = 1 . Punto 3: rappresenta uno stato di coesistenza tra due fasi, miscela di liquido e vapore. Procedendo dal punto 2 verso il punto 4 aumenta la quantit di vapore e diminuisce quella di liquido, poich in atto un processo di vaporizzazione che avviene a pressione e temperatura costanti. Lo stato monovariante: V = 1 2 + 2 = 1 ; Punto 4: rappresenta una condizione limite oltre la quale non c pi presenza di liquido e la sostanza tutta allo stato di vapore: detta condizione di vapore saturo secco, ancora monovariante, analogamente agli stati 2 e 3. Punto 5: rappresenta lo stato di vapore, pi rigorosamente di vapore surriscaldato, cio ad una temperatura superiore a quella di saturazione alla sua pressione. E uno stato di nuovo bivariante: V = 1 1 + 2 = 2
Se ci troviamo nella zona al di sopra della temperatura critica la sostanza si pu presentare solo allo stato gassoso. Qui le linee isoterme tendono ad avere un andamento iperbolico. Nel caso di gas a temperatura superiore a quella critica ed a pressioni molto basse, da cui ci si attende un comportamento ideale, le isoterme diventano iperboli equilatere. Allinterno di una miscela liquido-vapore si definisce Titolo del vapore il rapporto tra la massa del vapore e la massa totale della miscela:

x=
in cui: Mv: massa del vapore nella miscela (kg); Ml: massa del liquido nella miscela (kg).

Mv Mv + Ml

Indichiamo con M la massa totale della miscela e con V (m3) il suo volume, somma del volume occupato dal liquido Vl e di quello occupato dal vapore Vv. Indichiamo con vl e vv, rispettivamente, i volumi occupati dallunit di massa del liquido e del vapore. Possiamo scrivere le seguenti relazioni:

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V = Vl + Vv

Vl = vl M l

Vv = vv M v

Con riferimento alla figura 46, possiamo affermare che nel punto 2 la sostanza tutta liquida, per cui la sua coordinata sullasse delle ascisse vl, mentre nel punto 4 tutta allo stato di vapore per cui la sua ascissa esattamente vv. Il punto 3 invece uno stato di coesistenza tra liquido e vapore, per cui la sua coordinata la v generica, che esprime il volume specifico della miscela:

v=

V M

Figura 46 p

3 2

vl

vv

Dalla definizione del titolo di vapore abbiamo:

x=

Mv Mv = x M e M

M l = M M v M l = (1 x ) M

A questo punto possiamo scrivere:

V = Vl + Vv = vl M l + vv M v = vl (1 x ) M + vv x M
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da cui:

v M = vl (1 x ) M + vv x M v vl = x (vv vl ) x =

v vl v v vl

In altre parole, il titolo dato dal rapporto delle lunghezze dei due segmenti 23 e 24. Se v = vl, allora si ha solo liquido ed x = 0, mentre se v = vv, la sostanza costituita solo da vapore, per cui si ha: x = 1.

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TERMODINAMICA DELLARIA UMIDA Nel presente capitolo si affronter il tema delle trasformazioni termodinamiche che subisce l'aria o all'interno degli ambienti abitati o negli impianti di climatizzazione preposti alla realizzazione delle condizioni di benessere termoigrometrico negli interni. L'aria che respiriamo costituita da una miscela di gas, tra cui il vapore acqueo. Di qui l'aggettivo umido. In tutti i casi che considereremo laria umida sar trattata come una miscela di gas a comportamento ideale. Tra i gas componenti possiamo raggruppare in un unico elemento, detto aria secca, lossigeno O2, lazoto N2 ed altri, quali ad esempio Ar, CO2, che si presentano in quantit pi piccole, mentre il vapore acqueo costituisce lelemento umido della miscela. In definitiva laria umida pu essere considerata una miscela binaria a comportamento ideale composta da aria secca e vapore acqueo. Nella tabella seguente sono riportate le percentuali in massa ed in volume di ciascun gas che costituisce la miscela, oltre che le masse molecolari relative.

ARIA SECCA O2 N2 Ar CO2

M (kg/kmole) 32 28 40 44

% volume 21 78 0,93 0,03

% massa 23 75,5 1,3 0,04

Nellaria troviamo inoltre polveri, particelle in sospensione e fumi in misura proporzionale al grado di inquinamento da cui caratterizzata. Laria secca pu essere considerata un componente unico, poich durante le trasformazioni, che hanno luogo allinterno delle macchine di trattamento degli impianti di climatizzazione, la sua composizione non varia se non in misura molto ridotta. Al contrario il componente umido pu variare anche significativamente, come avviene ad esempio nelle trasformazioni di umidificazione o deumidificazione. Per questa ragione, nella definizione delle grandezze termodinamiche specifiche relative all'aria umida, dette anche grandezze psicrometriche, si user come riferimento non lintera massa dellaria umida ma solo quella del componente secco. Questa assunzione ampiamente giustificata dal fatto che la quantit di vapore presente in una certa massa daria sempre molto piccola rispetto a quella dellaria secca.

LEGGE DI DALTON
Si definisce pressione parziale di un componente di una miscela di gas il valore della pressione che caratterizzerebbe quel componente se, da solo, occupasse il volume occupato dallintera miscela. Per le miscele di aeriformi, possiamo considerare valida la Legge di Dalton, la quale afferma che la pressione totale di una miscela data dalla somma delle pressioni parziali dei singoli componenti:

p = pi
i =1

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Applicando la legge di Dalton allaria umida che costituita da due soli componenti, possiamo scrivere:

p = p a + pv
dove: pa: pressione parziale dellaria secca (Pa); pv: pressione parziale del vapore acqueo (Pa). In tutte le trasformazioni che esamineremo considereremo laria a pressione atmosferica, pari, a 101,325 kPa.

GRANDEZZE PSICROMETRICHE FONDAMENTALI


Definiamo umidit specifica il rapporto tra la massa di vapore e quella di aria secca presenti in un certo volume daria umida. Tale grandezza si misura in grammi di vapore per kilogrammi di aria secca.

x=

Mv Ma

[gv/kga]

Considerando aria secca e vapore come due gas ideali, possiamo applicare ad essi la I legge di stato, come segue:

pv V = M v Rv T M v = pa V = M a Ra T M a =

pv V Rv T pa V Ra T

Da cui si ottiene:

M v pv V Ra T Ra pv p = = 0,622 v = M a Rv T pa V Rv pa pa
In definitiva si pu esprimere lumidit specifica in funzione delle pressioni parziali, nel modo seguente:

x=

Mv p pv = 0,622 v = 0,622 Ma pa patm pv

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Unaltra grandezza strettamente legata al contenuto di vapore nell'aria lumidit relativa, che possiamo definire come la massa di vapore presente in una certa miscela di aria umida fratto quella che renderebbe satura la miscela alla stessa temperatura:

Mv M v ,s

Mentre lumidit specifica esprime leffettiva quantit di vapore presente in una miscela, lumidit relativa indica piuttosto la distanza di una miscela di aria umida dallo stato di saturazione. E una grandezza che si misura in quantit percentuali e d linformazione di quanto vapore sia ancora necessario alla miscela considerata perch a quella stessa temperatura, raggiunga le condizioni di saturazione. Se vale 1 (100%), diremo che laria satura, cio contiene la massima quantit di vapore possibile alla sua temperatura; se ad esempio vale 0,5 (50%), allora nellaria presente una quantit di vapore che pari alla met di quella che renderebbe satura la miscela alla stessa temperatura. La saturazione una condizione termodinamica strettamente dipendente dalla temperatura: la stessa quantit di vapore, definita dal medesimo valore dellumidit specifica, d luogo a valori diversi dellumidit relativa a diverse temperature. In particolare, laria secca ha maggiori capacit di miscelarsi al vapore a temperature pi elevate, per cui grosse quantit di vapore possono dare, ad elevate temperature, bassi valori di umidit relativa, mentre a basse temperature piccole quantit di vapore possono dar luogo alla saturazione. Anche in questo caso possiamo applicare la I legge di stato dei gas ideali:

pv V = M v Rv T M v =
pv , s V = M v , s Rv T M v , s =

pv V Rv T
pv , s V Rv T

In definitiva:

Mv M v,s

=
T

pv pv,s

Definiamo ancora lumidit assoluta o densit di vapore acqueo come il rapporto tra la massa di vapore presente nella miscela ed il suo volume. Questa grandezza si misura in grammi di vapore per metri cubi:

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d=

Mv V

[gv/m3]

La relazione esistente tra lumidit relativa e quella assoluta la seguente:

Mv M v,s

=
T

d d v,s

dove dv,s la densit di vapore acqueo in condizioni di saturazione alla stessa temperatura. Si definisce ancora il volume specifico come il volume occupato dallunit di massa di aria secca:

v=

V Ma

[m3/kga]

Infine esprimiamo lentalpia dell'aria umida come somma della componente relativa allaria secca e di quella relativa al vapore:

H = Ha + Hv

[J]

La relativa grandezza specifica si ottiene riferendo la grandezza suddetta alla massa di aria secca:

H = H a + H v = M a ha + M v hv
Da cui:

h=

M h M h H = a a + v v = ha + x hv Ma Ma Ma

Applicando il I Principio della Termodinamica nella forma utilizzata per i sistemi aperti, considerando nullo il lavoro tecnico, si ha in generale che l'energia termica specifica scambiata allinterno di una trasformazione di riscaldamento da uno stato termodinamico 1 ad un altro 2, equivale ad una variazione di entalpia specifica tra i due stati:

dh = dq dl ' dl ' = 0 dh = dq q12 = h2 h1

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Possiamo pertanto considerare il calore per unit di massa fornito all'aria umida dato dalla variazione della sua entalpia specifica tra un ipotetico stato iniziale 0, caratterizzato da entalpia specifica h0 e temperatura t0 e lo stato attuale ad entalpia specifica h e temperatura t, e considerare questa come somma delle componenti relative all'aria secca ed al vapore.

h h0 = c pa (t t0 ) + x r0 + c pv (t t0 )

in cui messo in evidenza che, mentre il calore fornito all'aria secca consta solo di una componente sensibile, quello relativo al vapore prevede sia una componente sensibile che una latente, essendo r0 il calore latente di vaporizzazione dellacqua alla temperatura t0. Mediante questa relazione possibile dunque esprimere lentalpia specifica in funzione della temperatura della miscela, una volta individuato uno stato di riferimento ad entalpia nulla, che quello, convenzionalmente scelto, corrispondente ad una temperatura di 0C:

t 0 = 0 h0 = 0 h = c pa t + x (r0 + c pv t )
Lequazione scritta, una volta risolta in forma parametrica, consente di disegnare il cosiddetto diagramma psicrometrico, che un diagramma di stato relativo allaria umida, dove possono essere tracciate tutte le linee in cui, di volta in volta, ciascuno dei parametri termodinamici descritti rimane costante. Si tratta di un diagramma di stato, tracciato a pressione costante pari alla pressione atmosferica, che prevede tre assi fondamentali:

asse orizzontale delle temperature t (C); asse verticale delle umidit specifiche x (gv/kga) asse obliquo delle entalpie specifiche h (kJ/kga)

Su tale diagramma possibile individuare punti rappresentativi dello stato termodinamico dellaria. Nota una coppia di coordinate, si individua il punto che descrive lo stato in cui si trova laria e si leggono i valori assunti da tutte le altre grandezze di stato. In particolare, oltre alle linee isoterme, a quelle ad umidit specifica costante o isotitolo, ed alle isoentalpiche, riferite ai tre assi, sono facilmente individuabili le linee a umidit relativa costante, tra cui in particolare la linea di saturazione, e le isocore, a volume specifico costante, mediante le quali tutte le grandezze psicrometriche fondamentali riferite ad un particolare stato termodinamico dell'aria umida sono agevolmente determinabili. Nella figura 47 riportato un esempio di determinazione di uno stato termodinamico dell'aria sul diagramma psicrometrico. Nel caso rappresentato il punto P caratterizzato da una temperatura di circa 26,5 C, una umidit specifica di poco meno di 9 gv/kga, una umidit relativa del 40%, una entalpia specifica di 49 kJ/kga ed un volume specifico pari a 0,86 m3/kga

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Figura 47

Figura 1 Determinaizone delle coordinate di un punto sul diagramma psicrometrico

TRASFORMAZIONI DELL'ARIA UMIDA A PRESSIONE TOTALE COSTANTE


I possibili trattamenti dellaria umida per usi civili ed industriali pi frequenti comprendono processi combinati di trasformazioni pi semplici, quali il riscaldamento ed il raffreddamento sensibile, la umidificazione e la deumidificazione, la miscelazione tra masse diverse di aria umida, tra aria ed acqua polverizzata o tra aria ed un getto di vapore. Dapprima saranno presi in considerazione i processi pi elementari e, successivamente, gli stessi verranno studiati nelle loro combinazioni pi frequenti, tipiche del condizionamento estivo ed invernale. I processi che subisce l'aria nelle varie parti di un impianto di climatizzazione mirano a realizzare condizioni di benessere termoigrometrico negli ambienti interni. Gli studi pi recenti su questo tema consentono di affermare che le condizioni ambientali ottimali per gli occupanti di un interno prevedono una temperatura dell'aria intorno a 26 C d'estate e 20C d'inverno con una umidit relativa compresa tra il 40 ed il 60 % in entrambe le condizioni.

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RISCALDAMENTO E RAFFREDDAMENTO SENSIBILE DELLARIA UMIDA Prendiamo dapprima in esame il riscaldamento ed il raffreddamento sensibile considerati come processi semplici, non accompagnati, cio, da variazioni di umidit specifica, che comporterebbero necessariamente scambi di calore latente. Si ha riscaldamento sensibile quando laria acquista energia termica e mantiene inalterato il proprio contenuto di vapore dacqua: la temperatura aumenta, lumidit specifica si mantiene costante mentre lumidit relativa diminuisce: laria, quindi, diventa pi asciutta. Un esempio di riscaldamento sensibile quello che avviene in una corrente daria che lambisce la superficie esterna di una batteria di tubi (scambiatore di calore) percorsi allinterno da un fluido pi caldo.

Figura 48
Schema di un processo di riscaldamento sensibile

& M
h1 x1 t1

M&
h2 x2 t2

& Q

Si consideri il processo di riscaldamento sensibile schematicamente rappresentato nella figura 48, in condizioni di flusso termico stazionario. Per il principio della conservazione della massa, applicato separatamente ai due componenti aria asciutta e vapore dacqua, si ha:
& =M & =M & M 1 2

& x =M & x M 1 2

x1 = x 2

per cui la portata dellaria asciutta rimane la stessa nella sezione di ingresso ed in quella di uscita ed, analogamente, l'umidit specifica rimane costante. Per il principio della conservazione dellenergia, essendo nullo il lavoro tecnico scambiato con l'esterno, si ha:
dq = dh q12 = h2 h1

da cui:

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& =M & (h h ) Q 12 2 1

& rappresenta la potenza termica fornita alla portata daria dallo scambiatore di dove Q 12 calore.

Figura 49
Rappresentazione sul diagramma psicrometrico di un processo di riscaldamento sensibile

h2

h1
2

La potenza termica pu quindi essere determinata direttamente rilevando sul diagramma psicrometrico i valori delle due entalpie specifiche, di inizio e di fine riscaldamento, e moltiplicando la loro differenza per la portata di aria asciutta. La portata daria si determina dal dimensionamento termodinamico dellimpianto, previa verifica di compatibilit con i valori richiesti dalla normativa vigente volti ad assicurare nellambiente le condizioni igieniche necessarie allo svolgimento delle attivit previste. In mancanza del diagramma, o per riscaldamenti sensibili che si estendono oltre la zona coperta dal diagramma, o quando sono richieste migliori accuratezze nei risultati, si deve scegliere la via analitica, in sostituzione di quella grafica. Per procedere utilmente si debbono conoscere gli stati termodinamici dellaria allingresso ed alluscita, e si deve conoscere la portata della corrente di aria. La portata pu essere quella volumetrica & (m3s-1) o quella ponderale M & (kg s-1). Tra le due vale la seguente relazione: V

& = V & M dove (kg m-3) la densit, o quella inversa: & =vM & V

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dove v (m3 kg-1) rappresenta il volume specifico. Infine, per dimensionare lo scambiatore di calore, necessario conoscere la potenza termica che deve essere garantita durante il processo. Tale potenza termica pu essere valutata tramite lequazione precedentemente scritta che consente di calcolarla in funzione della differenza di entalpia. Tale relazione, tenendo conto che x1 = x2 = x, pu essere scritta nella forma seguente, ricordando l'espressione dellentalpia specifica dellaria umida precedentemente scritta:
& =M & (h h ) = M & (c + x c ) (t t ) Q 12 2 1 pa pv 2 1

che, sostituendo i valori numerici dei calori specifici dellaria secca e del vapore, diventa:
& = M & (1 + 1.92 x ) (t t ) Q 12 2 1

Il raffreddamento sensibile, invece, il processo che avviene quando laria umida viene a contatto con una parete la cui temperatura superficiale minore della temperatura dellaria. Facendo riferimento allo schema di Figura 48, tale trattamento viene effettuato con uno scambiatore di calore al cui interno scorre un fluido freddo (di solito acqua raffreddata a monte da una macchina frigorifera) in grado di asportare calore dall'aria che lo attraversa. Nella Figura 50 rappresentato un processo di raffreddamento sensibile sul diagramma psicrometrico

Figura 50
Rappresentazione sul diagramma psicrometrico di un processo di raffreddamento sensibile

h1 h2

85

Come si nota dal diagramma psicrometrico, il processo di raffreddamento sensibile avviene ad umidit specifica costante, mentre l'abbassamento di temperatura fa aumentare l'umidit relativa. Se la temperatura superficiale della batteria di tubi molto bassa possibile che l'aria raggiunga le condizioni di saturazione. In questo caso la linea che rappresenta la trasformazione interseca la linea di saturazione sul diagramma psicrometrico nel punto R detto punto di rugiada. Il punto di rugiada caratterizzato da una temperatura detta appunto temperatura di rugiada. In figura 51 viene rappresentato un trattamento di raffreddamento sensibile spinto fino alla temperatura di rugiada dell'aria.

Figura 51
Rappresentazione sul diagramma psicrometrico di un processo di raffreddamento sensibile spinto fino alla temperatura di rugiada

tR Pertanto possiamo definire la temperatura di rugiada dell'aria di un ambiente quella di saturazione che si raggiunge attraverso un processo di raffreddamento sensibile, in cui, come detto, rimane costante lumidit specifica. Se la temperatura dellaria, durante un raffreddamento sensibile, raggiunge la temperatura di rugiada tR, si innesca il fenomeno della condensa. Se si vuole impedire tale fenomeno allinterno di un ambiente dunque necessario mantenere tutte le superfici ad una temperatura maggiore di quella di rugiada. Per il raffreddamento sensibile vale quanto gi detto per il riscaldamento sensibile, dal momento che vale la stessa impostazione per i bilanci di massa e di energia, con lunica differenza imposta dal punto di rugiada: il raffreddamento rimane sensibile fino a quando la temperatura si mantiene maggiore di quella di rugiada.

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MISCELAZIONE Limportanza della miscelazione di due o pi correnti daria umida sta nel fatto che questo un processo fondamentale negli impianti di condizionamento con ricircolo daria, molto utili e consigliati per motivi di risparmio energetico. Il ricircolo, cio il riutilizzo dell'aria gi trattata dall'impianto e recuperata dagli ambienti condizionati, consente infatti un efficace risparmio energetico sia in condizioni invernali che estive, poich miscelando laria primaria (prelevata dallesterno) con aria di ricircolo, si effettua di fatto un trattamento di preriscaldamento in regime invernale e di preraffreddamento in regime estivo, entrambi in modo gratuito. La miscelazione avviene anche dentro gli stessi ambienti da condizionare tra laria gi presente e laria immessa forzatamente attraverso le bocchette. A questo proposito si noti che laria immessa deve trovarsi in uno stato termodinamico tale da portare e mantenere laria ambiente nelle condizioni finali desiderate per il comfort definibili in funzione della destinazione duso. Per descrivere le modalit con cui avviene un processo di miscelazione facciamo riferimento alla sezione di miscelazione adiabatica della macchina di trattamento aria di un impianto di climatizzazione. Il funzionamento di tale sezione descritto schematicamente nella figura 52. Ovviamente la adiabaticit una condizione essenziale, anche se teorica, per effettuare un efficace risparmio energetico. E' infatti auspicabile che tra le due correnti d'aria, quella primaria prelevata dall'esterno e quella di ricircolo proveniente dagli ambienti trattati, avvenga uno scambio termico senza dispersioni verso l'esterno. & entra nelle condizioni caratterizzate dalle coordinate h1, x1 e t1 e si miscela La portata M 1 & che entra nelle condizioni h2, x2 e t2. Dalla miscela adiabatica delle due con la portata M 2 & nelle condizioni h3, x3 e t3. portate in ingresso viene prodotta una portata M 3

Figura 52
Schema di funzionamento di una sezione di miscelazione adiabatica

& M 1

h1, x1, t1 h2, x2, t2

h3, x3, t3

& M 3

& M 2

In Figura 53 i punti 1 e 2 rappresentano gli stati termodinamici delle due portate in ingresso

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Figura 53
Miscelazione adiabatica di due portate daria umida

2 3 1

Per i principi della conservazione della massa e dellenergia nelle due sezioni di ingresso e nella sezione di uscita del miscelatore, in riferimento alle portate ponderali daria asciutta, si ha:

& =M & +M & conservazione della massa dellaria asciutta: M 3 1 2 & & x M 3 x3 = M 1 x1 + M conservazione della massa del vapore: 2 2 & & & & M h = M h + M h Q conservazione dellenergia:
3 3 1 1 2 2

& la potenza termica scambiata con l'esterno nel caso di non adiabaticit delle dove Q pareti del miscelatore. & = 0 ), l'equazione di Quando la miscelazione pu essere considerata adiabatica ( Q conservazione dell'energia scritta nel modo seguente: & h = M & h + M & h M 3 3 1 1 2 2
Risolvendo, in questo caso, le tre equazioni che costituiscono il sistema si ottiene:
x3 = & x +M & x M 1 1 2 2 & M3

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h3 =

& h +M & h M 1 1 2 2 & M3

Lo stato dellaria umida, alluscita dal miscelatore, individuato dunque, nel piano h-x, dal punto di coordinate h ed x calcolate come medie ponderate, rispettivamente, delle entalpie specifiche e delle umidit specifiche dei punti 1 e 2. In tali medie l'elemento di ponderazione rappresentato dalle portate daria asciutta che attraversano le due sezioni di ingresso. Il risultato ottenuto lo stesso che si otterrebbe se si cercasse, in un sistema di assi coordinati h ed x, il baricentro di un sistema di masse concentrate nei punti 1 e 2. In questa analogia, posiamo considerare il punto 3 come il baricentro del sistema costituito dalle due masse, proporzionali alle due portate, localizzate, sul diagramma psicrometrico, ciascuna nel punto caratteristico del proprio stato termodinamico: le distanze (bracci) dei punti estremi, ove sono localizzate le due masse, dal baricentro sono in rapporto inverso con le portate. Pertanto il punto 3, rappresentativo della miscela, si trova sulla congiungente 1-2, a distanze inversamente proporzionali al rapporto delle portate. & M 1 Se supponiamo noto il rapporto tra le portate, pari a = N , allora il punto 3 si trover a & M2 31 1 distanze da 1 e da 2 che stanno nel rapporto = . 32 N & sia il In Figura 53 rappresentata la soluzione grafica per il caso in cui la portata M 1 & doppio della portata M 2 Il sistema di tre equazioni ottenuto nel caso di miscelazione adiabatica tra due portate daria pu essere risolto anche nella maniera seguente:

& =M & +M & M 3 1 2 & & x (M & +M & ) x =M & x +M & x M & (x x ) = M & (x x ) M 3 x3 = M 1 x1 + M 2 2 1 2 3 1 1 2 2 1 3 1 2 2 3 & & & & & & & & & M h = M h + M h ( M + M ) h = M h + M h M (h h ) = M (h h )
3 3 1 1 2 2 1 2 3 1 1 2 2 1 3 1 2 2 3

Da cui si ottiene:
& x x M 1 = 2 3 & M 2 x3 x1

& h h M 1 = 2 3 & M 2 h3 h1

Da cui:
x 2 x3 h2 h3 = x3 x1 h3 h1

Lultima equazione scritta la condizione di allineamento di tre punti, che nello specifico rappresentano gli stati dellaria nelle due sezioni di ingresso ed in quella di uscita: lo stato dellaria alluscita dal miscelatore si trova, quindi, sulla retta passante per i due punti rappresentativi degli stati iniziali delle due portate daria. Inoltre, poich sia sullasse x che sullasse h il punto 3 si trova a distanze da 1 e da 2 inversamente proporzionali al rapporto tra le portate, come espresso dalle equazioni precedenti, tale relazione valida anche sul segmento 12, ottenendo lo stesso risultato ottenuto col precedente metodo.

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& 0) il punto finale ha la stessa umidit Nel caso di miscelazione non adiabatica ( Q specifica dello stato di fine miscelazione adiabatica, ma lentalpia questa volta data da:
h3 =

& h +M & h & & M Q Q 1 1 2 2 = h3 & & & M M M 3 3 3

dove h3 lentalpia finale della miscelazione adiabatica. Sul diagramma psicrometrico il punto 3 che rappresenta la miscelazione non adiabatica delle due portate pu essere determinato a partire dalla posizione del punto 3 precedentemente trovato facendo variare la sua entalpia, ad umidit specifica costante, in aumento se la potenza termica entrante nella macchina, ed in diminuzione, se invece uscente. In Figura 54 sono rappresentati i due casi suddetti di miscelazione non adiabatica.

Figura 54
Miscelazione non adiabatica di due portate daria umida

2 3 1 3 3

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TRATTAMENTO INVERNALE PROCESSO COMBINATO DI RISCALDAMENTO ED UMIDICAZIONE In regime invernale laria prelevata dallesterno ed eventualmente miscelata con quella di ricircolo deve essere riscaldata per poter assicurare le condizioni di benessere negli ambienti interni una volta introdotta mediante le canalizzazioni che fanno parte dellimpianto di climatizzazione. Nel riscaldamento sensibile per, come gi sottolineato, lumidit relativa diminuisce, mentre resta costante lumidit specifica. Se labbassamento dellumidit relativa va oltre i limiti richiesti per il benessere o, in ambito industriale, per le esigenze di conservazione ottimale dei prodotti finiti o semilavorati, bisogna umidificare laria per riportarla alle condizioni richieste. Lumidificazione di una portata di aria si pu realizzare provocando il contatto tra questa ed una massa dacqua compatta o nebulizzata, oppure mediante un getto di vapore secco a bassa temperatura, generalmente non disponibile soprattutto in impianti residenziali. In ambienti industriali possono, invece, trovarsi disponibili fonti di vapore a bassa temperatura, per esempio sopra vasche dacqua a cielo aperto o in tratti di impianti di produzioni particolari, dalle quali spillare le quantit di vapore necessarie per lumidificazione dellaria. Per il condizionamento civile residenziale, lumidificazione si realizza sempre tramite la saturazione adiabatica.

Processo di SATURAZIONE ADIABATICA


La saturazione dellaria pu essere realizzata, oltre che per raffreddamento, immettendo nella portata daria una certa quantit dacqua finemente nebulizzata che, a contatto con laria stessa, ricevendo da essa il calore latente di vaporizzazione, si trasforma in vapore e va ad arricchire il suo componente umido. La macchina allinterno della quale si realizza una tale trasformazione si chiama saturatore adiabatico, poich di solito il processo viene fatto avvenire in condizioni di adiabaticit.

Figura 55
Schema di funzionamento di un saturatore adiabatico

1
& M
& M l

2
& M

hl, xl h1, x1 h2, x2

In queste ipotesi, il I principio della Termodinamica, in assenza di lavoro tecnico, pu essere scritto come segue:
dq = dh

da cui, essendo la trasformazione adiabatica:

91

dq = 0 dh = 0 h1 = h2

che permette di stabilire che esso avviene ad entalpia costante.

Figura 56
Rappresentazione grafica di un processo saturazione adiabatica successivo ad un riscaldamento sensibile

h1=h2
2

tsa

& , xl Se indichiamo con 1 lo stato di ingresso al saturatore e con 2 quello di uscita e con M l ed hl, rispettivamente, la portata, lumidit specifica e lentalpia specifica dellacqua immessa, possiamo scrivere le seguenti due equazioni che esprimono, rispettivamente, il bilancio di energia e quello di massa per lintero sistema:

& h + M & h = M & h M 1 l l 2 & x +M & =M & x M & =M & (x x ) M 1 l 2 l 2 1


Pertanto la massa dacqua necessaria a saturare la portata daria considerata si calcola moltiplicando la portata daria trattata per la differenza dei valori assunti dallumidit specifica allinizio ed alla fine del processo. Potendo in genere considerare trascurabile il contributo che d al bilancio entalpico la massa dacqua, dalla prima equazione si ricava:

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& h = M & h h =h M 1 2 1 2
Durante il processo, dunque, laria si raffredda, poich cede calore allacqua per la vaporizzazione, lungo una trasformazione che, con buona approssimazione possiamo considerare isoentalpica. La temperatura di saturazione raggiunta con una trasformazione isoentalpica a partire da un punto ambiente A si dice temperatura di saturazione adiabatica tsa. Alluscita del saturatore adiabatico dunque lumidit relativa troppo elevata (100%) e sicuramente molto superiore al valore massimo compatibile con il benessere. Per diminuire lumidit relativa e portarla a valori accettabili, nel trattamento invernale perci necessario inserire un post-riscaldatore, cio un secondo scambiatore di calore caldo in grado di riscaldare laria mantenendo costante lumidit specifica ed abbassando lumidit relativa. In definitiva possiamo affermare che il trattamento invernale completo dellaria in un impianto di climatizzazione in regime invernale consta di tre fasi successive alleventuale miscelazione adiabatica:

pre-riscaldamento; umidificazione adiabatica; post-riscaldamento.

Gli impianti di climatizzazione centralizzati prevedono una sezione, che di fatto costituisce il cuore dellimpianto, riservata ad effettuare tali trattamenti. Si tratta di una macchina modulare, detta unit di trattamento aria (U.T.A.), allinterno della quale si susseguono i trattamenti indicati. Ovviamente la stessa macchina prevede delle sezioni per il trattamento estivo che in regime invernale non vengono fatte funzionare. Nella Figura 57 viene riportato uno schema della U. T. A. predisposto solo per il trattamento invernale, che prevede, dopo una sezione di miscelazione tra aria primaria e di ricircolo ed una filtraggio, le tre sezioni di pre-riscaldamento, umidificazione e post-riscaldamento descritte.

Figura 57
Schema funzionale di una Unit di Trattamento Aria in regime invernale

Aria espulsa Aria di ricircolo

Aria primaria

Aria di mandata

In definitiva possiamo rappresentare il trattamento invernale completo come in Figura 58 dove laria viene trasformata dallo stato iniziale 1 fino al punto di introduzione I che rappresenta le condizioni termodinamiche dellaria in uscita dalla macchina di trattamento

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ed in ingresso nei canali di distribuzione che la porteranno fino agli ambienti da climatizzare. E ovvio che nella progettazione dellimpianto si tratter di determinare le condizioni I a partire da quelle iniziali. Noti i punti 1 ed I sar possibile determinare i punti intermedi 2 e 3 procedendo a ritroso e determinando il punto 3 come intersezione tra la linea ad umidit specifica costante passante per I e la linea di saturazione, ed il punto 2 dallintersezione della linea isoentalpica passante per il punto 3 e la linea ad umidit specifica costante passante per il punto1.

Figura 58
Rappresentazione grafica del trattamento invernale completo

h2=h3
3 I

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TEMPERATURE A BULBO ASCIUTTO ED A BULBO BAGNATO Quella che comunemente chiamiamo temperatura dellaria pu essere detta, pi precisamente, temperatura a bulbo asciutto tba, poich misurabile con un termometro il cui elemento sensibile (bulbo) asciutto e viene disposto direttamente a contatto con laria. Immaginiamo ora, al contrario, di mantenere costantemente bagnato il bulbo del termometro avvolgendolo in una garza imbevuta dacqua per immersione in un contenitore il cui livello viene controllato e reintegrato di continuo. Lo strumento non risulta pi a contatto con laria ma con un mezzo intermedio, la garza bagnata, e ne misura la temperatura. Gli strati daria a diretto contatto con la garza sono in condizioni di saturazione, poich provocano la continua evaporazione dellacqua di cui il panno imbevuto soprattutto se, mediante un mezzo meccanico, si rendono pi efficaci le condizioni di scambio termico forzando la corrente daria a lambire ad elevata velocit il panno stesso. Proprio grazie a tale scambio termico lacqua della garza evapora agevolmente ricevendo dallaria il calore latente necessario a questo scopo. Contemporaneamente laria si raffredda in maniera tanto pi rilevante quanto minore la sua umidit relativa. Infatti, a bassi valori dellumidit relativa, laria pu far evaporare e miscelare con s grosse quantit di liquido prima di raggiungere la saturazione, mentre se la sua umidit relativa gi elevata, il processo assume minore rilevanza. Tale raffreddamento segue, con buona approssimazione, una linea isoentalpica.

Figura 59
Temperatura abulbo asciutto e a bulbo bagnato dello stato termodinamico ambiente A

Tbb

Tba

95

Possiamo certamente dire, con buona approssimazione, che il termometro col bulbo bagnato rileva indirettamente la temperatura dellaria che lambisce lo strumento, essendo questa in equilibrio termico con la garza. Tale temperatura si chiama appunto temperatura a bulbo bagnato dellaria e, per quanto detto, coincide con la temperatura di saturazione adiabatica. Se si misura contemporaneamente, con un termometro a bulbo asciutto, la temperatura dellaria a breve distanza dal termometro a bulbo bagnato, si rileva un valore diverso, sicuramente pi elevato poich non interessato dal fenomeno della vaporizzazione e dal relativo raffreddamento. La differenza tra i due valori, cio tra la temperatura a bulbo asciutto e quella a bulbo bagnato, indice della distanza dalla saturazione da cui caratterizzata laria oggetto della misura. E proprio questo il principio di funzionamento dello Psicrometro di Assman, strumento utilizzato per la misura dellumidit relativa. Lo psicrometro misura contemporaneamente temperatura a bulbo asciutto e a bulbo bagnato dellaria in cui viene posto e, dalla differenza tra i valori rilevati, ricava lumidit relativa, come illustrato nella figura 59.

TRATTAMENTO ESTIVO PROCESSO COMBINATO DI RAFFREDDAMENTO E DEUMIDIFICAZIONE Durante la stagione calda occorre raffreddare laria prima di immetterla negli ambienti da climatizzare per poter compensare i carichi termici entranti dovuti alla differenza di temperatura con lesterno, allirraggiamento termico, particolarmente oneroso sulle superfici vetrate, e ai carichi interni dovuti alle persone presenti e alle attivit che si svolgono nellambiente. Lasportazione di calore dallaria comporta di solito anche processi di deumidificazione in grado di eliminare dallaria stessa il vapore in eccesso mediante condensazione. Le temperature elevate tipiche del regime estivo infatti comportano una maggiore presenza di vapore nellaria rispetto a condizioni invernali caratterizzate da temperature pi basse a parit di umidit relativa. Per mantenere condizioni di benessere nellambiente perci quasi sempre necessario asportare il vapore in eccesso, cio operare processi di deumidificazione. Poich la deumidificazione effettuata per condensazione del vapore dalla stessa batteria fredda che effettua il raffrescamento, alluscita dal deumidificatore la corrente daria si trova in condizioni di saturazione, cio con umidit relativa = 1 (100%), e dovr essere seguita da un processo di post-riscaldamento, analogo a quello che si ha in regime invernale per realizzare le condizioni di benessere. La deumidificazione mediante raffreddamento sensibile si compie durante il contatto tra laria umida ed una superficie fredda, che di solito costituita dalla superficie esterna dei tubi di uno scambiatore di calore allinterno del quale scorre un fluido freddo, di solito acqua, raffreddato da un impianto frigorifero che sta a monte della U. T. A. Condizione necessaria e sufficiente perch uno scambiatore sia in grado, oltre che di raffreddare la potata daria con cui viene a contatto, anche di deumidificarla, che la sua temperatura sia inferiore a quella di rugiada. Si consideri uno scambiatore con queste caratteristiche, come quello schematizzato in Figura 60, realizzato mediante una batteria di tubi allinterno dei quali scorre un fluido freddo, a valle della quale si trova un abbattitore di gocce, la cui funzione quella di rallentare, fino a farle cadere, le gocce altrimenti trasportate dalla portata di aria. Un abbattitore di gocce pu essere realizzato mediante una serie di lastre piane forate e parallele tra loro, disposte normalmente alla velocit dellaria. Ai vuoti delluna corrispondono i pieni della successiva: laria umida riesce a passare agilmente,

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adeguando rapidamente la sua traiettoria al percorso obbligato a zig-zag, mentre la goccia, possedendo una quantit di moto maggiore a parit di velocit, ha una inerzia maggiore e, se riesce a passare un foro della prima lastra, comunque destinata a schiacciarsi inesorabilmente sul pieno della successiva, scivolando poi verso il basso fino a gocciolare dentro limbuto del raccoglitore di condensa.

Figura 60
Schema di funzionamento di un trattamento di raffreddamento con deumidificazione

h1 x1 t1

Abbattitore di gocce

h2 x2 t2

& M ac

Si ipotizzi la situazione ideale dello scambio termico perfetto ed uniforme tra la corrente daria e la superficie di scambio, che si verifica quando tutta la corrente daria ha modo e tempo per raggiungere lequilibrio termico con la superficie di scambio, prima di uscire. Inoltre si immagini che la batteria di scambio termico abbia una capacit termica infinitamente grande rispetto alla portata daria con cui viene a contatto. In queste ipotesi, possiamo ammettere che laria si porti in condizioni di equilibrio termico con la batteria di tubi alla sua stessa temperatura. Se lacqua che condensa durante il processo dovesse rimanere finemente dispersa nella massa daria, il punto rappresentativo dello stato finale si troverebbe nella zona delle nebbie. Favoriscono la formazione di nebbia unelevata concentrazione di pulviscolo o di nuclei attivi di condensazione, nellaria da raffreddare, ed una velocit della corrente daria non sufficientemente elevata nellattraversare la batteria di scambio termico. Nel caso pi generale, che non prevede la formazione di nebbia, lacqua condensata precipita spontaneamente per gravit a mano a mano che le gocce raggiungono dimensioni e, quindi, peso sufficienti per la caduta oppure per la presenza dellabbattitore di gocce gi descritto. Facendo riferimento alla Figura 61, in situazioni del genere lo stato finale della miscela gassosa rappresentato dal punto 2, preso sulla curva di saturazione ad un valore di temperatura pari a quello della superficie esterna dello scambiatore Ts. In questo caso la trasformazione ideale finora descritta rappresentata perci dalla spezzata curvilinea 1R2. Una trasformazione completa di questo tipo realizzabile solo costringendo tutte le particelle daria a lambire la superficie fredda fino al raggiungimento dellequilibrio termico, e questo non avviene normalmente. Sarebbe necessaria, a questo scopo, una superficie di scambio infinitamente grande. In una trasformazione reale, laria viene a contatto con la batteria di tubi freddi attraverso resistenze termiche pi o meno grandi, a seconda del percorso delle singole particelle, raggiungendo, quindi, stati finali statisticamente distribuiti tra lo stato iniziale 1 e lo stato finale 2 ideale.

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Figura 61
Rappresentazione grafica sul diagramma psicrometrico di un trattamento ideale di raffreddamento con deumidificazione

R 2

Ts

Per descrivere il fenomeno in condizioni reali si pu ricorrere ad uno schema di funzionamento che preveda, per una parte dellaria, un trattamento ideale, in cui questa raggiunga la temperatura superficiale della batteria fredda e, per la rimanente, la totale assenza di trattamento. In altre parole, in questo schema fittizio di funzionamento, si ipotizza che questultima venga by-passata, trovandosi, alla fine della trasformazione, nelle condizioni iniziali. Nellipotesi di un completo rimescolamento tra laria trattata in modo ideale e quella bypassata alluscita della batteria, si ottiene uno stato medio di fine deumidificazione 2, corrispondente a quello che si realizza nella realt, che facilmente individuabile con le leggi della miscelazione adiabatica. Esso si trover, cio, sul segmento 12, tanto pi spostato verso 2 quanto pi efficace il contatto termico tra laria e la superficie fredda. Il rapporto tra il segmento 22 ed il segmento 12, convenzionalmente chiamato fattore di by-pass (FB), una caratteristica del sistema ed esprime il rapporto tra la portata daria & e la portata daria totale M & : by-passata M bp tot

& M bp FB = & M

tot

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Figura 62
Rappresentazione grafica sul diagramma psicrometrico di un trattamento reale di raffreddamento con deumidificazione

R 2 2

Il fattore di by pass indica le prestazioni ottenibili da un certo scambiatore di calore, che risulter tanto pi efficiente quanto pi basso il suo valore. Supponiamo, a puro titolo di esempio, che FB sia pari a 0,2. Possiamo desumere da questa informazione che la portata by-passata risulta essere, nel modello di funzionamento considerato, pari al 20% della portata totale; di conseguenza quella trattata in modo ideale sar l80% della stessa. In altre parole, tra le due portate che danno vita al miscelamento finale c un rapporto di 1:4. In questo esempio il punto 2 si trover pertanto sul segmento 12, ad una distanza da 2 che di quella da 1 e si determiner facilmente dividendo il segmento 12 in cinque parti uguali e posizionando il punto 2 pi vicino al punto 2 piuttosto che al punto 1. Le condizioni di uscita 2 risultano in ogni caso vicine alla condizione di saturazione e questo tanto pi vero quanto pi elevata lefficienza della batteria; di conseguenza si rende necessario, nella maggior parte dei casi, un post-riscaldamento per far s che laria raggiunga le condizioni di introduzione, cio le condizioni termodinamiche corrispondenti allo stato in cui laria dovr essere immessa nelle canalizzazioni dellimpianto di climatizzazione e, attraverso queste, trasportata agli ambienti da trattare ed introdotta negli stessi. In Figura 63 rappresentato lo schema di funzionamento di una U. T. A. relativamente alle sezioni preposte al condizionamento estivo ed in Figura 64 il relativo processo sul diagramma dellaria umida.

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Figura 63
Schema di funzionamento del trattamento di raffreddamento, deumidificazione e post-riscaldamento

Batteria fredda

Postriscaldatore

& M 1
h1 x1 t1

& M 2
h2 x2 t2

& M ac

Figura 64
Rappresentazione sul diagramma psicrometrico del trattamento di raffreddamento, deumidificazione e post-riscaldamento

R 2

Se il condizionamento estivo avviene senza ricircolo, cio con rinnovo completo dellaria, tutta laria trattata si trova nelle condizioni termodinamiche del particolare microclima che caratterizza il sito in cui ubicata linstallazione. In questo caso limpegno energetico per lapparecchiatura massimo, poich tutto il raffreddamento sopportato dalla batteria di

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tubi freddi, e questo si riflette sul consumo di energia elettrica, che alimenta il compressore della macchina frigorifera che produce il freddo. Lunica forma di risparmio energetico attuabile consiste dunque nella scelta dellutente di tenere spento limpianto. Il rinnovo completo dellaria comporta anche il maggior onere di garantire il deflusso continuo, senza dannosi accumuli, di maggiori portate dellacqua di condensa che viene smaltita dalla superficie esterna dellevaporatore. Al contrario la scelta di effettuare il ricircolo o rinnovo parziale dellaria consente certamente una maggiore flessibilit nella gestione dellimpianto con riduzioni anche sensibili dei consumi di energia. Nel trattamento che prevede il ricircolo, lapparecchiatura del condizionatore si arricchisce di un condotto che riporta laria, estratta dallambiente gi condizionato, in uno spazio a monte della batteria di tubi freddi, dove, dopo un opportuno filtraggio, si realizza la miscelazione completa tra laria di ricircolo e quella esterna di rinnovo, denominata aria primaria. La situazione analoga a quella del condizionamento invernale. In entrambi i casi loperazione di ricircolo consente un efficace risparmio energetico in quanto laria ricircolata si trova in uno stato termodinamico prossimo a quello dellambiente condizionato, quindi pi calda in regime invernale e pi fredda in regime estivo rispetto allaria primaria. Ci ovviamente comporta un minor consumo di energia da parte delle batterie di scambio termico, poich la portata daria necessaria allutenza, prodotta dalla miscelazione tra aria esterna ed aria di ricircolo in condizioni pi vicine a quelle finali richieste per lambiente da condizionare, dunque richiede un trattamento meno dispendioso dal punto di vista energetico. In particolare, nel condizionamento estivo, alla batteria di tubi freddi si presenta una portata daria pi fredda, che richiede, quindi, consumi minori per lulteriore raffreddamento fino allo stato finale richiesto, e meno umida, con minore aggravio, quindi, per lasporto dellacqua di condensa. Nella figura 65 viene riportato lo schema operativo di una trasformazione estiva con ricircolo.

Figura 65
Schema di funzionamento del trattamento estivo con ricircolo

Scambiatore freddo Miscelatore

Scambiatore caldo

h1 x1 t1

& M 1

h2 x2 t2

& M 2 & M ac

h2 x2 t2

Locale condizionato

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