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Capitolo 14

La conduzione termica
in regime variabile

P Obiettivi
oiché, in generale, la temperatura di un corpo varia con
il tempo e con la posizione, in questo capitolo si tratterà Gli obiettivi di questo capitolo sono:
della conduzione termica in regime variabile di tempe-
ratura con il tempo e con la posizione in sistemi mono o mul- • stabilire quando la variazione della temperatura con la po-
tidimensionali. sizione sia trascurabile, mentre la temperatura varia quasi
Partendo dallo studio dei sistemi a parametri concentrati uniformemente con il tempo, rendendo applicabile lo studio
in cui la temperatura di un solido varia con il tempo, ma rimane del sistema a parametri concentrati;
uniforme attraverso il solido in ogni istante, si considera in se- • ottenere soluzioni analitiche per problemi di conduzione
guito la variazione di temperatura con il tempo e la posizione monodimensionale in regime variabile in geometria piana,
nei fenomeni di conduzione termica monodimensionale come cilindrica e sferica, utilizzando il metodo risolutivo a variabili
quelli associati a una grande parete piana, un lungo cilindro, separabili e capire perché la soluzione al primo termine sia
una sfera e un mezzo semi-infinito usando diagrammi di tem- normalmente un’approssimazione ragionevole;
peratura variabile e definendo soluzioni analitiche. Si consi- • risolvere il problema della conduzione in regime variabile
dera, infine, la conduzione termica variabile in sistemi multi- per sistemi di grandi dimensioni usando la variabile di simi-
dimensionali utilizzando la soluzione prodotto. litudine e stimare la variazione della temperatura con il tem-
po e con la distanza dalla faccia esposta;
• elaborare soluzioni per problemi di conduzione in regime va-
riabile multidimensionale utilizzando la soluzione prodotto.

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2 La conduzione termica in regime variabile

70 °C 14.1 Lo studio dei sistemi a parametri


70 °C
70 °C concentrati
70 °C 70 °C
Studiando la trasmissione del calore, si osserva che alcuni corpi si compor-
(a) Sfera di rame tano come un “insieme concentrato” con temperatura interna essenzial-
mente uniforme in ogni istante durante il processo di scambio termico e
funzione soltanto del tempo, T(t). Lo studio della trasmissione del calore
110 °C basato su questa idealizzazione, che considera il sistema a parametri con-
90 °C
centrati, semplifica notevolmente certi tipi di problemi di scambio termico,
40 °C senza sacrificare molto la precisione.
Si consideri una sfera di rame calda che viene fuori da un forno
(Figura 14.1). Sperimentalmente si può verificare che la temperatura della
(b) Rotolo di carne sfera di rame varia con il tempo e che in un determinato istante non
FIGURA 14.1 varia con la posizione del punto di misura al suo interno. Poiché la tem-
Una piccola sfera di rame può peratura della sfera rimane uniforme, si può definire la temperatura della
essere schematizzata come un sfera senza riferirsi a un punto particolare al suo interno.
sistema a parametri concentrati,
Un caso completamente diverso, anzi opposto, è quello di un grande
diversamente da un arrosto.
arrosto in un forno dove la distribuzione di temperatura è tutt’altro che
As uniforme. Infatti, tirando fuori l’arrosto dal forno e tagliandolo a metà
h prima che la cottura sia completata, si vedrà che le parti esterne sono
CORPO SOLIDO T∞ ben cotte mentre la parte centrale è appena tiepida. In questo caso,
m = massa perciò, il sistema non può essere considerato a parametri concentrati.
V = volume Per approfondire il concetto di sistema a parametri concentrati, si
ρ = densità
Ti = temperatura iniziale consideri un corpo di forma arbitraria di massa m, volume V, area super-
T = T(t) ficiale A, densità , e calore specifico cp, inizialmente a temperatura uni-
forme Ti (Figura 14.2), posto all’istante t = 0 in un ambiente a temperatura
Q = hA[T∞ − T(t)]
T. Se T > Ti si avrà trasmissione di calore dall’ambiente al corpo con
FIGURA 14.2 un coefficiente di scambio termico h, al contrario per T < Ti. Si sup-
La geometria e i parametri nello
studio di un sistema a parametri
ponga applicabile la schematizzazione del sistema a parametri concen-
concentrati. trati, per cui la temperatura rimane uniforme entro il corpo in ogni istante
e varia solo con il tempo, T = T(t).
Se durante un intervallo infinitesimo di tempo dt la temperatura del
corpo aumenta di una quantità infinitesima dT, il bilancio di energia del
solido nell’intervallo di tempo dt è espresso dalla relazione:
⎛Calore trasmesso nel corpo⎞⎟ ⎛ Aumento di energia del corpo⎞⎟
⎜⎜
⎝ durante dt ⎟⎟⎠ = ⎜⎜⎝ durante dt ⎟⎟⎠

o
hAs (T∞ − T ) dt = mc p dT (14.1)
Tenendo presente che m = V e dT = d (T  T) dal momento che T
= costante, l’Equazione 14.1 si può riscrivere nella forma:
d (T − T∞ ) hAs
=− dt (14.2)
T − T∞ ρVc p
Integrando l’Equazione 14.1 dall’istante t = 0, per cui T = Ti, a un ge-
nerico istante t, per cui T = T(t), si ottiene:
T (t ) − T∞ hAs
ln =− t (14.3)
Ti − T∞ ρVc p

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Capitolo 14 3

Considerando l’esponenziale di entrambi i membri dall’Equazione 14.3 T(t)


si ha:
T∞
b3
T (t ) − T∞ b2
= e−bt (14.4) b1
Ti − T∞
dove: Ti b3 > b2 > b1

hAs
b= [1 s ] (14.5)
ρVc p
t
è una quantità positiva la cui dimensione è (tempo)1. Il reciproco di b FIGURA 14.3
ha le dimensioni di un tempo (normalmente s) ed è detto costante di La temperatura di un sistema a
tempo. parametri concentrati tende alla
temperatura ambiente.
L’Equazione 14.4 è diagrammata nella Figura 14.3 per valori diversi
di b. Da questa figura e dalla relazione precedente si possono trarre due
considerazioni:
1. L’Equazione 14.4 consente di valutare la temperatura T(t) di un corpo
all’istante t, oppure viceversa, il tempo t necessario affinché la tem-
peratura raggiunga un determinato valore T.
2. La temperatura di un corpo varia esponenzialmente e si avvicina alla
temperatura ambiente T, all’inizio cambiando rapidamente e poi
piuttosto lentamente. Un valore grande di b indica che il corpo si
avvicinerà alla temperatura ambiente in breve tempo. Si noti che b
è proporzionale all’area superficiale e inversamente proporzionale alla
massa e al calore specifico del corpo: ciò non sorprende, dal momento
che ci vuole più tempo per riscaldare o raffreddare una massa più
grande, specialmente quando essa ha un grande calore specifico.

Una volta che con l’Equazione 14.4 è stata calcolata la temperatura T(t)
all’istante t, la potenza termica scambiata per convezione tra il corpo e
il suo ambiente nello stesso istante si può calcolare con la legge di New-
ton per la convezione:

Q (t ) = hAs [T (t ) − T∞ ] [W] (14.6)


La quantità totale di calore scambiato tra il corpo e l’ambiente nell’in-
tervallo di tempo da t = 0 a t coincide con la variazione di energia con-
tenuta nel corpo:

Q = mc p [T (t ) − T∞ ] [ J] (14.7)
t=0 h t→∞
T∞
Poiché lo scambio termico è massimo quando il corpo raggiunge la tem- Ti T∞
Ti T∞
peratura dell’ambiente circostante T, la quantità massima di calore scam- Ti Ti Ti T∞ T∞ T∞
biato tra il corpo e l’ambiente è (Figura 14.4): Ti Ti T∞ T∞

Q max = mc p [T∞ − Ti ] [ J] (14.8) Q = Qmax = mcp(Ti – T∞)

FIGURA 14.4
Questa equazione si potrebbe anche ottenere sostituendo il valore T(t), Lo scambio termico è massimo
ottenuto dall’Equazione 14.4, nell’Equazione 14.6 e integrandola poi da quando il corpo raggiunge la
t = 0 a t  . temperatura dell’ambiente
circostante.

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4 La conduzione termica in regime variabile

14.1.1 I criteri per lo studio di un sistema


a parametri concentrati
Nello studio di un sistema a parametri concentrati occorre innanzitutto
definire la lunghezza caratteristica data dalla relazione:

V
Lc =
As
Convezione
h
T∞ e il numero di Biot dato dalla relazione:
Conduzione

hLc
Corpo Bi = (14.9)
solido λ

Esso si può anche esprimere come (Figura 14.5):

h ΔT Convezione sulla superficie del corpo


Bi =
Convezione termica Bi = =
Conduzione termica λ Lc ΔT Conduzione all’interno del corpo
FIGURA 14.5
Il numero di Biot può essere o
interpretato come il rapporto tra il
calore trasmesso per convezione in
corrispondenza della superficie e il Lc λ Resistenza conduttiva all’interno del corpo
calore trasmesso per conduzione Bi = =
all’interno del corpo.
1h Resistenza convettiva sulla superficie del corpo

Quando un corpo solido viene riscaldato da un fluido più caldo che lo


circonda, una certa quantità di calore dapprima si trasferisce per con-
vezione al corpo e successivamente per conduzione all’interno del cor-
po. Poiché il numero di Biot è il rapporto della resistenza interna di
un corpo alla conduzione di calore rispetto alla sua resistenza esterna
alla convezione di calore, a un valore basso del numero di Biot corri-
sponde una piccola resistenza alla conduzione termica e quindi piccoli
gradienti di temperatura all’interno del corpo.
Poiché nello studio di un sistema a parametri concentrati si ipotizza
una distribuzione di temperatura uniforme, cosa che si verifica solo quan-
do la resistenza termica del corpo alla conduzione di calore (la resistenza
conduttiva) è nulla, lo studio di un sistema a parametri concentrati è
esatto quando Bi = 0 ed è approssimato quando Bi > 0. Naturalmente
quanto minore è il valore del numero di Biot, tanto più precisi saranno
i risultati.
A tal proposito bisogna ricordare che nella maggior parte dei casi
si ha un’incertezza del 15% nel valore del coefficiente di scambio ter-
mico convettivo h, per cui, non potendosi ipotizzare h costante e uni-
forme, soprattutto per geometrie irregolari, non si possono sperare ri-
sultati con precisione migliore del ± 15%, anche quando Bi = 0. Per
quanto detto lo studio di un sistema a parametri concentrati si ritiene
in generale accettabile se si ha:

Bi  0.1

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Capitolo 14 5

Adottando questo criterio, le differenze tra le temperature dei vari punti


del corpo e l’ambiente (cioè T  T) variano al massimo del 5% almeno
per geometrie ben arrotondate come una sfera. Perciò, con Bi < 0.1, si
hanno variazioni della temperatura con la posizione entro il corpo piccole,
tanto da poter considerare la temperatura uniforme.
Solo dopo aver calcolato il valore del numero di Biot è possibile va-
lutare l’applicabilità del metodo di studio di un sistema a parametri h = 15 W/(m2⋅°C)
Sfera
concentrati. Si noti che il numero di Biot, rapporto tra rapporto tra il di rame
calore trasmesso per convezione in corrispondenza della superficie e
k = 401 W/(m⋅°C)
quello trasmesso per conduzione all’interno del corpo, deve avere valore D = 12 cm
il più basso possibile perché si possa applicare il metodo di studio di
un sistema a parametri concentrati. Questo metodo, in effetti, si applica 1
π D3
bene nel caso di corpi piccoli con conducibilità termica elevata e ancor Lc =
V 1
= 6 2 = D = 0. 02 m
A πD 6
meglio quando sono immersi in un fluido immobile, cattivo conduttore
hLc 15 0, 02
di calore, come aria o gas. La piccola sfera di rame calda immersa in aria Bi =
λ
=
401
= 0. 00075 < 0,1

calma, precedentemente descritta, è quindi un ottimo esempio per lo


FIGURA 14.6
studio di un sistema a parametri concentrati (Figura 14.6). Corpi piccoli con conducibilità
termiche elevate e coefficienti
convettivi bassi sono più adatti a
soddisfare i criteri per lo studio di
14.1.2 Alcune osservazioni sulla trasmissione un sistema a parametri concentrati.

di calore nei sistemi a parametri concentrati

Per comprendere il meccanismo della trasmissione di calore durante il


riscaldamento o il raffreddamento di un solido da parte del fluido che
lo circonda e il criterio per lo studio di un sistema a parametri concentrati,
si consideri la seguente analogia (Figura 14.7). Dal continente alcune per-
Barca
sone devono andare in barca in un’isola, la cui intera costa è un porto,
e dal porto alle loro destinazioni nell’isola in autobus. Poiché la presenza Autobus
di persone in porto dipende dal traffico di barche verso l’isola e dal Isola
sistema di trasporto terrestre nell’isola, se vi fosse un eccellente sistema
di trasporto terrestre con abbondanza di autobus, non vi sarebbe sovraf-
follamento al porto, specie quando il traffico di barche è leggero. In caso
contrario, vi sarà un enorme sovraffollamento al porto con notevole dif-
ferenza tra il numero di persone presenti in porto e nell’entroterra. La FIGURA 14.7
Analogia tra scambio termico verso
possibilità di sovraffollamento comunque è molto minore in una piccola un solido e traffico di passeggeri
isola servita da molti autobus veloci. verso un’isola.
Nella trasmissione di calore il sistema di trasporto terrestre scadente
corrisponde a una cattiva conduzione di calore all’interno del corpo e il
sovraffollamento in porto all’accumulo di calore con conseguente innal-
zamento di temperatura nelle zone del corpo prossime alla superficie
esterna. Uno studio del sistema a parametri concentrati non può farsi
quando vi è sovraffollamento alla superficie. Naturalmente, in questa ana-
logia è stata trascurata la radiazione che potrebbe equivalere al traffico
aereo verso l’isola. Come accade per i passeggeri al porto, il calore cambia
mezzo di trasporto passando in corrispondenza della superficie del corpo
da convezione a conduzione. Infatti, poiché una superficie ha spessore
nullo e non può pertanto accumulare alcuna energia, il calore che rag-
giunge la superficie del corpo per convezione deve continuare il suo
viaggio all’interno del corpo per conduzione.

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6 La conduzione termica in regime variabile

T∞ = 20 °C Se si considera la trasmissione di calore da un corpo caldo a un ambiente


più freddo, il calore si trasferirà dal corpo all’ambiente per differenza di
50 °C temperatura. Poiché questa energia proviene dalla regione prossima alla
70 °C superficie, la temperatura del corpo in prossimità della superficie dimi-
85 °C nuirà, creando un gradiente di temperatura tra le regioni interne ed ester-
110 °C
ne del corpo e dando luogo a un flusso termico per conduzione dall’in-
130 °C
terno del corpo verso la superficie esterna.
Se il coefficiente di scambio termico convettivo h e quindi lo scambio
termico per convezione sono elevati, la temperatura del corpo in
Convezione
prossimità della superficie diminuisce rapidamente (Figura 14.8) con au-
h = 2000 W/(m2⋅K) mento della differenza di temperatura tra le regioni interna ed esterna,
FIGURA 14.8 a meno che il corpo non sia in grado di trasferire calore dalle zone interne
Elevate differenze di temperatura a quelle esterne con la stessa rapidità. Pertanto, la differenza massima di
tra le regioni interna ed esterna di temperatura all’interno del corpo dipende fortemente dall’attitudine del
un grande solido quando il
coefficiente convettivo h è elevato corpo a trasmettere calore per conduzione verso la sua superficie riferita
e  è basso. alla capacità del mezzo circostante di allontanare dalla superficie questo
calore per convezione. Questi due effetti concomitanti trovano una quan-
tificazione nel numero di Biot.
Si rammenti che la potenza termica trasmessa per conduzione in una
determinata direzione n riferita all’unità di superficie è q = ∂T/∂n,
dove ∂T/∂n è il gradiente di temperatura e  è la conduttività termica
del solido. Pertanto, la distribuzione di temperatura nel corpo sarà uni-
forme solo quando la sua conduttività termica è infinita. Poiché di ma-
teriali con queste caratteristiche non si conosce l’esistenza, all’interno
del corpo nel caso di trasmissione di calore per conduzione si avranno
gradienti di temperatura e quindi differenze di temperatura anche se
piccole. Si noti che, per un determinato valore del flusso termico, essendo
il gradiente di temperatura e la conduttività termica tra loro inversamente
proporzionali, a valori grandi della conduttività termica corrispondono
piccoli gradienti di temperatura.

Termocoppia

ESEMPIO 14.1 La misura della temperatura con


termocoppia
Gas

T∞, h Giunzione
Si deve misurare la temperatura di una corrente gassosa con una termocop-
D = 1 mm pia, la cui giunzione può essere approssimata a una sfera di 1 mm di diametro,
T(t) come mostrato nella Figura 14.9. Le proprietà della giunzione sono:  = 35
FIGURA 14.9 W/(m  °C),  = 8500 kg/m3, c = 320 J/(kg  °C) e il coefficiente di scambio
Schema per l’Esempio 14.1. termico convettivo tra la giunzione e il gas è h = 210 W/(m2  °C). Si de-
termini il tempo necessario affinché con la termocoppia si misuri il 99%
della differenza di temperatura iniziale.

SOLUZIONE
Si deve misurare la temperatura di una corrente gassosa con una termocop-
pia. Si chiede di determinare il tempo necessario affinché con la termocoppia
si misuri il 99% dell’iniziale DT.

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Capitolo 14 7

Ipotesi
1. La giunzione ha forma sferica e diametro D = 0.001 m.
2. Le proprietà termiche della giunzione e il coefficiente di scambio ter-
mico sono costanti.
3. Gli effetti radiativi sono trascurabili.
Analisi La lunghezza caratteristica della giunzione è:

1
πD 3
V 1 1
Lc = = 6 2 = D = (0.001 m) = 1.67 ×10−4 m
AS πD 6 6
Il numero di Biot è:

hLc 210 ×1.67 ×10−4 m


Bi = = = 0.001 < 0.1
λ 35
È quindi applicabile lo studio del sistema a parametri concentrati, poiché
l’errore che si commette con questa approssimazione è trascurabile. Per
leggereil 99% della differenza di temperatura iniziale Ti  T tra la giun-
zione e il gas, si deve avere:
T (t ) − T∞
= 0.01
Ti − T∞
Per esempio, se Ti = 0 °C e T = 100 °C, la termocoppia rileverà il 99%
di questa differenza di temperatura quando indichera T(t) = 99 °C. Poiché
il valore dell’esponente b è:
hAs h 210
b= = = = 0.462 s−1
ρ c pV ρ c p Lc 8500 × 320 ×1.67 ×10−4

si ha:
T (t ) − T∞
= e−bt → 0.01 = e−(0.462 s )t
−1

Ti − T∞
e quindi:
t = 10 s
Si devono attendere almeno 10 s affinché la termocoppia misuri la tem-
peratura del gas con un errore dell’1%.
Considerazioni Si noti che la conduzione attraverso il filo e lo scambio
radiativo con le superfici circostanti influenzano il risultato e dovrebbero
perciò essere presi in considerazione per un’analisi più precisa.

ESEMPIO 14.2 La stima dell’ora del decesso

Si rinviene una persona morta alle ore 5 pomeridiane in un ambiente la


cui temperatura è di 20 °C. La temperatura misurata del corpo è di 25 °C
al momento del ritrovamento e si stima che il coefficiente di scambio ter-

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8 La conduzione termica in regime variabile

mico sia h = 8 W/(m2  °C). Schematizzando il corpo come un cilindro di


30 cm di diametro e 1.70 m di lunghezza, si valuti l’ora del decesso (Figura
14.10).

SOLUZIONE
Si rinviene un cadavere ancora caldo. Si deve stimare l’ora del decesso.
Ipotesi
FIGURA 14.10
Schema per l’Esempio 14.2. 1. Il corpo può essere schematizzato come un cilindro di 30 cm di dia-
metro e 1.70 m di lunghezza.
2. Le proprietà termiche del corpo e il coefficiente di scambio convettivo
sono costanti.
3. Gli effetti radiativi sono trascurabili.
4. La persona era in buona salute al momento della morte, con una tem-
peratura corporea di 37 °C.
Proprietà II corpo umano è costituito per il 72% della sua massa da acqua
e perciò si possono attribuire al corpo le proprietà dell’acqua alla tempe-
ratura media di (37 + 25)/2 = 31 °C;  = 0.617 W/(m  °C),  = 996
kg/m3 e cp = 4178 J/(kg  °C) (Tabella A-15).
Analisi La lunghezza caratteristica del corpo è:

V πr02 L π (0,15)2(1.7)
Lc = = = = 0.0689 m
As 2πr0 L + 2πr02 2π ×0.15×1.7 + 2π ×(0.15)2

Il numero di Biot è:

hLc 8 × 0.0689
Bi = = = 0.89 > 0.1
λ 0.617

Lo studio del sistema a parametri concentrati non è quindi applicabile;


utilizzandolo si può comunque ottenere una valutazione “approssimata”
dell’ora del decesso. L’esponente b in questo caso è:

hAs h 8 W (m 2 ⋅ K)
b= = = = 2.79×10−5 s−1
ρ c pV ρ c p Lc 996 kg/m3 ×4178 J/ (kg ⋅ K )×0.0689 m

Sostituendo questi valori nell’Equazione 14.4, si ottiene:

T (t ) − T∞ 25 − 20
= e−(2.79×10 s )t
−5 −1
= e−bt →
Ti − T∞ 37 − 20

che fornisce:

t = 43860 s = 12.2 h
Pertanto approssimativamente la persona è morta circa 12 ore prima del
ritrovamento del corpo e cioè alle 8 antimeridiane.

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Capitolo 14 9

14.2 La conduzione termica in regime


variabile per ampie pareti piane,
lunghi cilindri e sfere
Nel paragrafo precedente si sono considerati corpi per i quali si può ri-
tenere trascurabile la variazione di temperatura al proprio interno: corpi
che rimangono pressoché isotermi durante la trasformazione e che sono
piuttosto piccoli e dotati di alta conduttività termica. Poiché in generale
la temperatura all’interno di un corpo varia da punto a punto e nel
tempo, in questo paragrafo si considererà la variazione di temperatura
con il tempo e la posizione in problemi monodimensionali quali sono
quelli associati a un’ampia parete piana, un lungo cilindro e una sfera.

T∞ Inizialmente T∞ T∞ Inizialmente T∞
T = Ti T = Ti
h h h h T∞
Inizialmente h
T = Ti
0 0 ro
L x r
0 ro
r

FIGURA 14.11
Schema di geometrie semplici
in cui lo scambio termico è
(a) Un’ampia parete piana (b) Un lungo cilindro (c) Una sfera monodimensionale.

Si considerino una parete piana di spessore 2L, un lungo cilindro di raggio


r0 e una sfera di raggio r0, tutti inizialmente a una temperatura uniforme
Ti, come mostrato nella Figura 14.11. All’istante t = 0, ciascuna di queste
geometrie si trova in un ambiente alla temperatura T, mantenuta co-
stante anche per t > 0. In queste condizioni si avrà trasmissione di calore
tra questi corpi e l’ambiente per convezione, con un coefficiente di scam-
bio termico h uniforme e costante. Si osservi che tutti e tre i corpi pos-
siedono simmetria geometrica e termica: la parete piana è simmetrica in-
torno al suo piano centrale (x = 0); il cilindro è simmetrico intorno al
suo asse (r = 0); la sfera è simmetrica intorno al suo punto centrale (r
= 0). Si trascuri lo scambio termico per irraggiamento tra questi corpi e
le superfici circostanti, ovvero si tenga conto dell’effetto della radiazione
nel coefficiente di scambio termico convettivo h. Ti
t = t1 t=0
La variazione della temperatura con il tempo nella parete piana è il- t = t2
lustrato nella Figura 14.12. All’istante iniziale, t = 0 e T < Ti, l’intera t = t3 t→∞
parete è alla temperatura iniziale Ti. Subito dopo la temperatura della T∞

parete in corrispondenza e in prossimità delle superfici comincia a di- 0


L x
minuire a seguito dello scambio termico convettivo tra la parete e l’am- h inizialmente T∞
biente. Poiché questo fenomeno crea un gradiente di temperatura nella T = Ti h

parete, ha inizio la trasmissione di calore per conduzione dalle regioni


interne della parete verso le sue superfici esterne. Si noti che la tempe-
ratura al centro della parete rimane a Ti fino all’istante t = t2; il profilo FIGURA 14.12
Profili di temperatura in regime
di temperatura all’interno della parete rimane simmetrico in ogni istante variabile in una parete piana
intorno al piano medio; il profilo di temperatura diventa sempre più ap- esposta a convezione sulle sue
piattito con il passare del tempo a seguito della trasmissione di calore; superfici per Ti > T.

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10 La conduzione termica in regime variabile

il profilo di temperatura diventa uniforme per T = T, vale a dire quando


la parete raggiunge l’equilibrio termico con l’ambiente e la trasmissione
di calore termina non essendovi più una differenza di temperatura. Una
trattazione analoga si può effettuare per il lungo cilindro o la sfera.

14.2.1 Adimensionalizzazione di un problema


di conduzione monodimensionale
in regime variabile
La formulazione dei problemi per la determinazione della distribuzione
di temperatura nei casi di trasmissione del calore monodimensionale in
regime variabile in geometria piana, cilindrica o sferica porta a un’equa-
zione differenziale la cui soluzione contiene serie infinite ed equazioni
trascendenti, che sono difficili da trattare. Al contempo però la soluzione
analitica consente di avere una visione completa del problema fisico ed
è perciò importante svilupparla. Nel seguito si dimostra perciò la proce-
dura risolutiva nel caso di parete piana.
Si consideri una parete piana di spessore 2L inizialmente alla tem-
peratura uniforme Ti, come mostrato nella Figura 14.11a. All’istante t =
0, la parete viene immersa in un fluido alla temperatura T ed è soggetta
a trasmissione del calore per convezione su entrambi i lati, con coeffi-
ciente di scambio termico convettivo h. L’altezza e la larghezza della
parete sono sufficientemente più grandi dello spessore e quindi la tra-
smissione del calore attraverso la parete può essere considerata mono-
dimensionale. C’è inoltre simmetria termica rispetto al piano medio pas-
sante per x = 0 e perciò la distribuzione di temperatura sarà simmetrica
rispetto a esso. Ne consegue che il valore della temperatura per ogni
posizione x nell’intervallo L  x  0 deve essere uguale, in ogni
istante di tempo t, al valore della temperatura nella posizione +x nel-
l’intervallo 0  x  L allo stesso istante. Ciò significa che si può formulare
e risolvere il problema della conduzione del calore nel solo semipiano
ad ascisse positive 0  x  L del dominio e applicare poi la soluzione
all’altra metà.
Nelle ipotesi di proprietà termofisiche costanti, assenza di generazio-
ne di calore, simmetria termica rispetto al piano medio, temperatura ini-
ziale uniforme e coefficiente di scambio termico convettivo costante, il
problema della conduzione del calore monodimensionale nella parte di
dominio 0  x  L della parete piana può essere espressa da:
2
Equazione differenziale: ∂ T = 1 ∂T
(14.10a)
∂ x 2 α ∂t

Condizioni contorno: ∂T (0, t ) = 0 e −λ ∂T (L , t ) = h ⎡T (L , t )− T∞ ⎤ (14.10b)


∂x ∂x ⎣ ⎦

Condizione iniziale: T ( x , 0) = Ti (14.10c)

dove la proprietà  = /(c) è la diffusività termica del materiale.

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Capitolo 14 11

Si prova a questo punto ad adimensionalizzare il problema definendo


una variabile spaziale adimensionale X = x/L e una temperatura adi-
mensionale  (x, t) = [T(x, t)  T]/[Ti  T]. Queste scelte risultano
convenienti poiché sia X sia  variano tra 0 e 1. Non c’è tuttavia una
chiara indicazione per la forma adatta della variabile adimensionale
temporale e il rapporto h/ per cui lasceremo che sia l’analisi successiva
a indicarla. Si nota che:

∂θ ∂θ L ∂T ∂ 2 θ L2 ∂ 2 T ∂θ 1 ∂T
= = , = e =
∂ X ∂( x L) Ti − T∞ ∂ x ∂ X 2 Ti − T∞ ∂ x 2 ∂t Ti − T∞ ∂t
Sostituendo nell’Equazione 14.10a e 14.10b e sistemando, si ottiene:

∂2 θ L2 ∂θ ∂θ (1, t ) hL
= e = − θ (1, t ) (14.11)
∂X 2 α ∂t ∂X λ
Quindi, la forma corretta della variabile temporale adimensionale è
 = t/L2 che viene detta numero di Fourier (Fo), mentre si identifica
Bi = /(hL) come il numero di Biot definito nel Paragrafo 14.1. Il problema
della conduzione monodimensionale in regime variabile in una parete
piana può pertanto essere espresso nella forma:

∂2 θ ∂θ
Equazione differenziale adimensionale: 2
= (14.12a)
∂X ∂τ

∂θ (0, τ )
=0 e
Condizioni contorno adimensionali: ∂ X (14.12b)
∂θ (0, τ )
= −Biθ (1, τ )
∂X

Condizione iniziale adimensionale: θ ( X , 0) = 1 (14.12c)


dove

T ( x , t ) − T∞
θ (X , τ) = Temperatura adimensionale
Ti − T∞

x
X= Distanza adimensionale
L

hL Coefficiente di scambio termico adimensionale


Bi =
λ (numero di Biot)

αt
τ= = Fo Tempo adimensionale (numero di Fourier)
L2

L’equazione della conduzione del calore in coordinate cilindriche o sfe-


riche può essere adimensionalizzata in maniera simile alla precedente. Si
noti che la procedura di adimensionalizzazione riduce il numero di va-
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12 La conduzione termica in regime variabile

riabili e di parametri indipendenti da 8 a 3  da [x, L, t, , , h, Ti e T]


(a) Problema iniziale di conduzione del calore
a [X, Bi e Fo] (Figura 14.13), per cui:
∂ 2T 1 ∂T
= , T ( x , 0) = Ti

∂T (0, t )
∂ x 2 α ∂t
∂T (L , t )
θ = f ( X , Bi, Fo) (14.13)
= 0, − k = h T (L , t )− T∞
∂x ∂x
T = F ( x , L , t , k , α , h , Ti )
Ciò rende molto semplice eseguire studi parametrici e presentare i ri-
sultati in forma grafica. Si ricordi che nel caso di analisi dei sistemi a pa-
(b) Problema a-dimensionato rametri concentrati si ha  = f(Bi, Fo), senza alcuna variabile spaziale.
∂ 2θ ∂θ
= , θ ( X , 0) = 1
∂ X 2 ∂τ
∂θ (0, τ ) ∂θ (1, τ )
= 0, = −Biθ (1, τ )
∂X ∂X 14.2.2 La soluzione esatta di un problema
θ = f ( X , Bi, τ )
monodimensionale di conduzione
FIGURA 14.13 in regime variabile
L’adimensionalizzazione, in
problemi di conduzione
monodimensionale in regime
L’equazione differenziale alle derivate parziali data nell’Equazione 14.12a
variabile, riduce il numero di corredata di condizioni al contorno e iniziali (Equazione 14.12b e
variabili indipendenti da 8 a 3, 14.12c), può essere risolta sfruttando diverse tecniche analitiche e nu-
con conseguente notevole meriche, inclusi i metodi della trasformata di Laplace e altre tecniche
comodità nella presentazione dei
risultati.
che utilizzino le trasformate, il metodo della separazione delle variabili,
il metodo delle differenze finite e quello degli elementi finiti. Qui si è
scelto il metodo della separazione delle variabili elaborato da J. Fou-
rier intorno al 1820 e basato sullo sviluppo di una funzione qualsiasi
(inclusa una costante) in termini di una serie di Fourier. Il metodo è ap-
plicato ipotizzando che la variabile dipendente sia il prodotto di un
certo numero di funzioni, ciascuna a sua volta funzione di un’unica va-
riabile indipendente. Questo metodo riduce l’equazione differenziale alle
derivate parziali a un sistema di equazioni differenziali ordinarie, ciascu-
na funzione di un’unica variabile indipendente. Nel caso di conduzione
in regime variabile in una parete piana, per esempio, la variabile dipen-
dente  (X,  ) viene espressa in forma fattorizzata come  (X, ) =
F(X)G( ) e l’applicazione del metodo porta a due equazioni differenziali
ordinarie una nella variabile X, l’altra nella variabile .
Il metodo è applicabile se (1) la geometria è semplice e di dimensione
finita (come un blocco rettangolare, un cilindro o una sfera) in modo che
le superfici che delimitano il solido si possano descrivere con funzioni
matematiche semplici e (2) le equazioni differenziali e le condizioni al
contorno e iniziali, nella loro forma più semplice possibile, siano lineari
(nessun termine che contenga prodotti della variabile dipendente o delle
sue derivate) e omogenee. Se la formulazione comprende invece un certo
numero di termini non omogenei, il problema può essere suddiviso in
un uguale numero di sottoproblemi più semplici, purché ciascuno di essi
comprenda al massimo un termine non omogeneo, e combinando poi le
soluzioni per sovrapposizione degli effetti.
Ora si mostrerà l’uso del metodo della separazione delle variabili
applicandolo al problema di conduzione monodimensionale in regime
variabile dato nelle Equazioni 14.12. Per prima cosa, si esprima la fun-
zione temperatura adimensionale  (X,  ) come prodotto di una fun-
zione nella sola variabile X e di un’altra nella sola variabile :
θ ( X , τ ) = F ( X ) G (τ ) (14.14)

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Capitolo 14 13

Sostituendo l’Equazione 14.14 nell’Equazione 14.12a e dividendo per il


prodotto FG, si ha:

1 d 2F 1 dG
2
= (14.15)
F dX G dτ

Si osservi che tutti i termini che dipendono da X sono nel membro di si-
nistra dell’equazione, mentre quelli che dipendono da  sono a destra del-
l’uguale. Ne consegue che i termini che sono funzione di variabili differenti
sono separati (da cui il nome separazione delle variabili). La parte di sinistra
dell’equazione è funzione solo di X e la parte di destra solo di .
Considerando che X e  possono variare indipendentemente, l’ugua-
glianza nell’Equazione 14.15 vale per ogni valore di X e  solo se l’Equa-
zione 14.15 è uguale a una costante. È inoltre necessario che sia una
costante negativa che verrà indicata con −2, poiché una costante posi-
tiva porterebbe la funzione G() a crescere indefinitamente col tempo,
il che è fisicamente impossibile, mentre un valore zero per la costante
implicherebbe indipendenza dal tempo, che è nuovamente incongruen-
te con il problema fisico. Ponendo l’Equazione 14.15 uguale a −2, si
ottiene perciò:

d 2F dG
+ ω 2F = 0 e + ω 2G = 0 (14.16)
dX 2 dτ

le cui soluzioni generali sono:

F = C1 cos (ω X ) + C 2 sin (ω X )

e G=C3e−ω (14.17)

θ = FG = C3e−ω τ [C1 cos (ω X ) + C 2 sin (ω X )]


2

(14.18)
= e−ω τ [ A cos (ω X ) + B sin ( ω X )]
2

dove A = C1C3 e B = C2C3 sono costanti arbitrarie. Si noti che è necessario


determinare solamente A e B per ottenere la soluzione del problema.
Applicando le condizioni al contorno espresse dall’Equazione
14.12b, si ha:

∂θ (0,τ )
= 0 → − e−ω τ (Aω sin0 + Bω cos0) = 0
2

∂X
→ B = 0 → θ = Αε−ω τ cos(ω X )
2

∂θ (1, τ )
= −Biθ (1, τ ) − Ae−ω τ ω sin ω = BiAe −ω τ cos ω
2 2

∂X
→ ω tan ω = Bi
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14 La conduzione termica in regime variabile

Ma essendo la tangente una funzione periodica di periodo  , l’equazione


 tan = Bi ha la radice 1 tra 0 e  , la radice 2 tra  e 2 , la radice
n tra  e n ecc. Per riconoscere che l’equazione trascendente  tan
= Bi ha un numero infinito di soluzioni, viene espressa come:
ωn tan ωn = Bi (14.19)
L’Equazione 14.19 è detta equazione caratteristica e le sue radici sono
dette valori caratteristici o autovalori. L’equazione caratteristica è
in questo caso implicita e pertanto gli autovalori vanno determinati per
2
via numerica. Ne consegue che ci sono infinite soluzioni del tipo Ae 
cos(X) e a sua volta la soluzione di questo problema è una combinazione
lineare di esse:

θ= ∑A en=1
n
−ω 2 τ
cos (ωn X ) (14.20)

Le costanti An vengono determinate a partire dalla condizione iniziale,


Equazione 14.12c,

θ ( X , 0) = 1 → 1 = ∑A
n=1
n cos ( ωn X ) (14.21)

Si tratta in definitiva di uno sviluppo in serie di Fourier che esprime


una costante in termini di una serie infinita di coseni. A questo punto
si moltiplicano entrambi i membri dell’Equazione 14.21 per cos(m X)
e si integra tra X = 0 e X = 1. La parte di destra porta a un numero
infinito di integrali della forma
1

∫ cos (ωm X ) cos (ωn X ) dX


0

Si può mostrare che tutti questi integrali sono nulli a eccezione del
caso n = dXm, e il coefficiente An diviene:
1 1
4 sin ωn
∫ cos (ωn X ) dX = An ∫ cos2 (ω n X ) dX → An = (14.22)
0 0 2ωn + sin (2ωn )
Tutto ciò completa l’analisi della soluzione del problema della conduzio-
ne del calore monodimensionale in regime variabile per parete piana. Le
soluzioni per altre geometrie quali cilindro lungo o sfera possono essere
ricavate utilizzando lo stesso approccio.
I risultati per tutte e tre le geometrie sono riportati nella Tabella
14.1. La precedente soluzione è applicabile anche a una parete piana
di spessore L avente la superficie in corrispondenza di x = 0 isolata e
la superficie destra a x = L soggetta a convezione, in quanto è esatta-
mente il problema che è appena stato risolto.
La soluzione analitica dei problemi di conduzione in regime variabile
implica spesso delle serie infinite e quindi la valutazione di un numero
infinito di termini per determinare la temperatura in una precisa posi-
zione e a un preciso istante di tempo. Ciò può sembrare complicato
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Capitolo 14 15

TABELLA 14.1 Riassunto delle soluzioni per il problema di conduzione del calore
monodimensionale in regime variabile attraverso una piastra piana di spessore 2L, un cilindro di
raggio ro e una sfera di raggio ro esposti a convezione su tutte le superfici.*

Geometria Soluzione Radici n di

Piastra piana ∞ ω n tan ω n = Bi


4 sin ωn −ω n2 τ
θ= ∑ 2ω + sin (2ω ) e
n =1 n
cos (ωn x L)

Cilindro ∞ J1 (ω n )
2 J1 (ωn ) 2
= Bi
θ= ∑ω
n =1 n ωn J 0 ( ωn ) + J1 ( ωn )
2 2
e −ω n τ J 0 ( ω n r ro ) ωn
J 0 (ω n )

Sfera ∞ I − ω n cot ω n = Bi
4 (sin ωn − ωn cos ωn ) −ω n2 τ sin (ωn x L)
θ= ∑
n =1
2ωn − sin (2ωn )
e
ωn x L

*In questo caso  = (T  T)/(Ti  T) è la temperatura adimensionale, Bi = hL/ è il numero


di Biot, Fo =  = t/L2 o /ro2 è il numero di Fourier e J0 e J1 sono le funzioni di Bessel del
prim’ordine, i cui valori sono riportati in Tab. .

sulle prime, ma non c’è bisogno di preoccuparsi: come mostrato nella θn = An e−ωn τ cos (ω n X )
2

Figura 14.14, i termini della sommatoria decrescono rapidamente al cre- 4 sin ω n


scere di n e quindi di n, in virtù della diminuzione esponenziale di An =
2ω n + sin ( 2ω n )
en . È proprio questo il caso in cui il tempo adimensionale  è grande,
2
ω n tan ω n = Bi
per cui, la valutazione dei primi termini della serie (in questo caso solo
Per Bi = 5, X = 1 e t = 0,2:
il primo) è normalmente adeguata a determinare la temperatura adimen-
sionale . n ωn An θn
1 1,3138 1,2402 0,22321
2 4,0336 –0,3442 0,00835

14.2.3 La soluzione analitica approssimata 3 6,9096 0,1588 0,00001


4 9,8928 –0,876 0,00000
e grafica
La soluzione analitica ottenuta nel precedente paragrafo per la condu- FIGURA 14.14
Il termine generale della soluzione
zione monodimensionale in regime variabile in una parete piana coin-
in serie del problema di
volge serie di infiniti termini ed equazioni implicite che sono difficili conduzione termica in regime
da risolvere. Risulta perciò conveniente semplificare le soluzioni anali- variabile decresce rapidamente con
tiche e presentarle in forma tabellare o grafica attraverso semplici rela- n e quindi n aumenta in
conseguenza della diminuzione
zioni.
della funzione esponenziale di
Le quantità adimensionali definite precedentemente per la parete esponente –n.
piana possono essere utilizzate anche per un cilindro o una sfera, sosti-
tuendo la variabile spaziale x con r e il semispessore L con il raggio
esterno r0. Si noti che, mentre nell’analisi a parametri concentrati si è
utilizzato il rapporto V/A, la lunghezza caratteristica adottata nella de-
finizione del numero di Biot è il semispessore L per la parete piana e
il raggio esterno r0 per il cilindro lungo e la sfera.
Si è accennato prima al fatto che i termini nelle soluzioni delle
serie nella Tabella 14.1 convergono rapidamente al crescere del tempo
e, per  > 0,2, prendendo solo il primo termine della serie e trascu-
rando i rimanenti, si commette un errore inferiore al 2 per cento. Dal
momento che si è solitamente interessati a soluzioni per  > 0,2, ri-
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16 La conduzione termica in regime variabile

TABELLA 14.2 Le funzioni di Bessel sulta perciò molto conveniente la soluzione approssimata al primo
del primo tipo di ordine zero e del termine, data da:
primo ordine

 J1() J0() Parete piana:θparete = T ( x , t ) − T∞ = A1e−ω12τ cos ( ω1x L ) , τ > 0, 2 (14.23)


Ti − T∞
0,0 1,0000 0,0000
0,1 0,9975 0,0499
T (r , t ) − T∞
θcilindro = = A1e−ω1 τ J 0 (ω1r r0 ) , τ > 0, 2 (14.24)
0,2 0,9900 0,0995 2
Cilindro:
0,3 0,9776 0,1483 Ti − T∞
0,4 0,9604 0,1960
0,5 0,9385 0,2423 T (r , t ) − T∞ sin (ω1r r0 )
θsfera = = A1e−ω1 τ τ > 0, 2 (14.25)
2
0,6 0,9120 0,2867 Sfera: ,
0,7 0,8812 0,3290
Ti − T∞ (ω1r r0 )
0,8 0,8463 0,3688
Le costanti A1 e 1 sono funzioni solo del numero di Biot e i loro valori,
0,9 0,8075 0,4059
1,0 0,7652 0,4400
proprio in funzione del numero di Biot, sono riportati nella Tabella 14.2
1,1 0,7196 0,4709 per tutte e tre le geometrie. La funzione J0 è la la funzione di Bessel del
1,2 0,6711 0,4983 primo tipo di ordine zero, i cui valori possono essere determinati facendo
1,3 0,6201 0,5220 uso della Tabella 14.3. Osservando che cos (0) = J0(0) = 1 e che il limite
1,4 0,5669 0,5419 di (sen x)/x per x che tende a zero è anch’esso 1, le precedenti relazioni
1,5 0,5118 0,5579 si semplificano, al centro della parete piana, del cilindro e della sfera,
1,6 0,4554 0,5699 nelle seguenti:
1,7 0,3980 0,5778
1,8 0,3400 0,5815 T0 − T∞
θ0, parete = = A1e −ω1 τ
2
Centro della parete piana: (14.26)
1,9 0,2818 0,5812 Ti − T∞
2,0 0,2239 0,5767
2,1 0,1666 0,5683
T0 − T∞
θ0, cilindro = = A1e −ω1 τ
2
2,2 0,1104 0,5560 Centro del cilindro: (14.27)
2,3 0,0555 0,5399 Ti − T∞
2,4 0,0025 0,5202
T0 − T∞
θ0, sfera = = A1e −ω1 τ
2
Centro della sfera: (14.28)
Ti − T∞

Confrontando i due gruppi di relazioni precedenti, si nota che le tem-


perature adimensionali in qualsiasi posizione della parete piana, del ci-
lindro o della sfera sono legate alla temperatura al centro della figura da:

θparete ⎛ω x ⎞ θ ⎛ω r ⎞ θ sin (ω1r r0 )


= cos ⎜⎜ 1 ⎟⎟⎟ , cilindro = J 0 ⎜⎜ 1 ⎟⎟⎟ , e sfera = (14.29)
θ0, parete ⎝ L ⎠ θ0, cilindro ⎜
⎝ r0 ⎟⎠ θ0, sfera ω1r r0

che mostra come la dipendenza della temperatura adimensionale dal tem-


po sia sempre la stessa all’interno di una data geometria. Ciò significa
che se a un certo istante la temperatura adimensionale  0 varia del 20
per cento, la stessa cosa avviene per la temperatura adimensionale  0 in
qualsiasi altro punto del mezzo al medesimo istante.
Una volta noto il numero di Biot, le relazioni precedenti possono es-
sere utilizzate per la determinazione della temperatura in un punto qual-
siasi del corpo. Poiché la determinazione delle costanti A1 e 1 richiede
di solito una interpolazione, si possono usare soluzioni approssimate al
primo termine presentate in forma grafica. La difficoltà e a volte gli errori
di lettura dei diagrammi suggeriscono però di preferire l’uso delle pre-
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Capitolo 14 17

TABELLA 14.3 Coefficienti usati nella soluzione approssimata al primo termine della conduzione
termica monodimensionale in regime variabile in pareti piane, cilindri e sfere (Bi = hr0/ per una
parete piana di spessore 2L e Bi = hr0/ per un cilindro o una sfera di raggio r0)

Strato piano Cilindro Sfera

Bi 1 A1 1 A1 1 A1

0,01 0,0998 1,0017 0,1412 1,0025 0,1730 1,0030


0,02 0,1410 1,0033 0,1995 1,0050 0,2445 1,0060
0,04 0,1987 1,0066 0,2814 1,0099 0,3450 1,0120
0,06 0,2425 1,0098 0,3438 1,0148 0,4217 1,0179
0,08 0,2791 1,0130 0,3960 1,0197 0,4860 1,0239
0,1 0,3111 1,0161 0,4417 1,0246 0,5423 1,0298
0,2 0,4328 1,0311 0,6170 1,0483 0,7593 1,0592
0,3 0,5218 1,0450 0,7465 1,0712 0,9208 1,0880
0,4 0,5932 1,0580 0,8516 1,0931 1,0528 1,1164
0,5 0,6533 1,0701 0,9408 1,1143 1,1656 1,1441
0,6 0,7051 1,0814 1,0184 1,1345 1,2644 1,1713
0,7 0,7506 1,0918 1,0873 1,1539 1,3525 1,1978
0,8 0,7910 1,1016 1,1490 1,1724 1,4320 1,2236
0,9 0,8274 1,1107 1,2048 1,1902 1,5044 1,2488
1,0 0,8603 1,1191 1,2558 1,2071 1,5708 1,2732
2,0 1,0769 1,1785 1,5995 1,3384 2,0288 1,4793
3,0 1,1925 1,2102 1,7887 1,4191 2,2889 1,6227
4,0 1,2646 1,2287 1,9081 1,4698 2,4556 1,7202
5,0 1,3138 1,2403 1,9898 1,5029 2,5704 1,7870
6,0 1,3496 1,2479 2,0490 1,5253 2,6537 1,8338
7,0 1,3766 1,2532 2,0937 1,5411 2,7165 1,8673
8,0 1,3978 1,2570 2,1286 1,5526 2,7654 1,8920
9,0 1,4149 1,2598 2,1566 1,5611 2,8044 1,9106
10,0 1,4289 1,2620 2,1795 1,5677 2,8363 1,9249
20,0 1,4961 1,2699 2,2880 1,5919 2,9857 1,9781
30,0 1,5202 1,2717 2,3261 1,5973 3,0372 1,9898
40,0 1,5325 1,2723 2,3455 1,5993 3,0632 1,9942
50,0 1,5400 1,2727 2,3572 1,6002 3,0788 1,9962
100,0 1,5552 1,2731 2,3809 1,6015 3,1102 1,9990
 1,5708 1,2732 2,4048 1,6021 3,1416 2,0000

cedenti relazioni ai diagrammi. I diagrammi della temperatura variabile


delle Figure 14.15, 14.16 e 14.17 per un’ampia parete piana, un lungo
cilindro e una sfera, presentati nel 1947 da M.P. Heisler e detti diagrammi
di Heisler, sono stati integrati nel 1961 dai diagrammi di trasmissione
del calore in regime variabile di H. Gröber. A ciascuna geometria sono
associati tre diagrammi: il primo per calcolare la temperatura T0 al centro
della geometria in un dato istante t, il secondo per calcolare la tempe-
ratura in altri punti nello stesso istante in funzione di T0 e infine il terzo
per calcolare la quantità complessiva di calore trasmesso fino al tempo
t. Questi diagrammi sono validi per  > 0,2.
Si osservi che il caso 1/Bi = /(hL) = 0 corrisponde a h  , vale
a dire al caso di una temperatura superficiale T. Infatti portare le su-
perfici del corpo improvvisamente alla temperatura T per t = 0 e man-
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18 La conduzione termica in regime variabile

T0 − T∞
θ0 =
Ti − T∞
1.0 λ
0.7 hL 1 strato piano
0.5 Bi
0.4
0.3 100
0.2 80 90
14 60 70
1.0 12
0.1 10 45 50
0.07 9
8 35
0.7 0.5

0.05 40
0.8 0.6
0.04 7
0.03 6 30
25
0.3

0.02
5
0.4

18 16
4

20
0.1

0.01
0.2

0.007
0

2.5
3
0.005
0.05

0.004
1.6 1.4
2 1.8
1.2

0.003
0.002

0.001
0 1 2 3 4 6 8 10 14 18 22 26 30 50 70 100 120 150 300 400 500 600 700
τ = αt/L2

(a) Temperatura nel piano medio T∞ Inizialmente T∞


h T = Ti h
0 x
L
T − T∞ 2L
θ0 = Q
T0 − T∞ Qmax
1.0 x/L = 0.2 1.0
0.9 0.9 Bi = hL/λ
0.4
0.8 0.8
0.7 0.7
0.6
0.00 1

0.6 0.6
2
5
0.00

0.01
0.02
0.05
0.00

0.1
0.2
0.5

20

50
0.5 0.5 10
1
2

5
Bi =

0.4 0.8 0.4


0.3 0.3
0.9
0.2 0.2
0.1 1.0 0.1
strato piano strato piano
0 0
0.01 0.1 1.0 10 100 10–5 10–4 10–3 10–2 10–1 1 10 102 103 104
1 λ Bi2 τ = h αt/λ2 2

Bi hL

(b) Distribuzione di temperatura (c) Rapporto di scambio termico

FIGURA 14.15
Temperatura variabile e diagrammi di scambio termico per una parete piana di spessore 2L inizialmente a una temperatura
uniforme Ti soggetta a convezione da entrambi i lati verso un ambiente a temperatura T e con un coefficiente convettivo h.

tenerle a T per tutto il tempo equivale a ipotizzare un valore di h ten-


dente a infinito (Figura 14.18).
La temperatura del corpo varia dalla temperatura iniziale Ti alla tem-
peratura dell’ambiente T che viene raggiunta alla fine del processo di
conduzione di calore in regime variabile. Pertanto, la massima quantità
di calore che un corpo può guadagnare (o perdere se Ti > T ) è sem-
plicemente la variazione nel contenuto energetico del corpo:

Q max = mc (T∞ − Ti ) = ρVc (T∞ − Ti ) (kJ)


(14.30)
dove m è la massa, V il volume,  la densità e c il calore specifico del
corpo. Qmax rappresenta quindi la quantità di calore trasmesso per t 
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Capitolo 14 19

T0 − T∞
θ0 =
Ti − T∞
1.0
0.7 cilindro
0.5
0.4 λ
0.3 5 hr 1
o
0.1 Bi
0.2
2.5 3 25
20
0.1
16 18 90 10
0
1. 4

0.07
8 1
2
1.

0.05 14 70 80

12
.6

0.04
1 .0
1 .2

0.03 60
50

9
10
0.6

0.02
0.8

7
0.4

40
45
6
0.01
0.2 0.1

0.5

30
0

0.007
0.3

35
0.005
0.004
0.003
0.002

0.001
0 1 2 3 4 6 8 10 14 18 22 26 30 50 70 100 120 140 150 250 350
τ = αt/ro2

(a) Temperatura nel piano medio T∞ iniz. T∞


h T = Ti h
0
ro r
T − T∞ Q
θ=
T0 − T∞ Qmax
1.0 r/ro = 0.2 1.0
Bi = hro/λ
0.9 0.9
0.4 0.8
0.8
0.7 0.7
0.6 0.6
0.00 1

0.6
2
5
0.00

0.01
0.02
0.05
0.00

0.1
0.2
0.5

50
20
10

0.5 0.5
2

5
1
Bi =

0.4 0.4
0.8
0.3 0.3
0.2 0.9 0.2
0.1 1.0 cilindro 0.1 cilindro
0 0
0.01 0.1 1.0 10 100 10–5 10–4 10–3 10–2 10–1 1 10 102 103 104
1 λ Bi2τ = h2αt/λ2
Bi hro

(b) Distribuzione di temperatura (c) Rapporto di scambio termico

FIGURA 14.16
Temperatura variabile e diagrammi di scambio termico per un lungo cilindro di raggio r0 inizialmente a una temperatura
uniforme Ti soggetto a convezione da entrambi i lati verso un ambiente a temperatura T e con un coefficiente convettivo h.

. La quantità di calore Q trasmesso a un certo istante t è ovviamente


inferiore a tale massimo e può essere espressa attraverso l’integrale della
variazione di energia interna nell’intera geometria:

Q= ∫ ρ c ⎡⎣T ( x , t ) − Ti ⎤⎦ dV (14.31)
V

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20 La conduzione termica in regime variabile

T0 − T∞
θ0 =
Ti − T∞
1.0
0.7 sfera
λ
0.5 hr 1
0.4 o
Bi
0.3 100
80 90
0.2
12 14 60 70
3.0 45
0.1 9 10 50
2.6 2 35 40
0.07 7 8
2. 2 .8
0.05 2 .4
6

25
5

30
0.04 1. 2.
8

3.5
0

18 16
0.03
1.4 1

4
1.

20
6
0.02
1.0

.2
0.5

0.01
0.7
5

0.007
0.2 0.1
0.35

0.005
0.004
0

0.003
0.05

0.002

0.001
0 0.5 1.0 1.5 2 2.5 3 4 5 6 7 8 9 10 20 30 40 50 100 150 200 250
τ = αt/ro2

(a) Temperatura nel punto centrale T∞ inizial. T∞


h T = Ti h
0 ro r

T − T∞ Q
θ=
T0 − T∞ Qmax
1.0 r/ro = 0.2 1.0
Bi = hro/λ
0.9 0.9
0.8 0.4 0.8
0.7 0.7
0.6 0.6
1

5
2

0.6
0.00

0.02
0.01

0.05
0.00
0.00

0.1
0.2
0.5

50
10
20

0.5 0.5
1
2

5
Bi =

0.4 0.4
0.3 0.8 0.3
0.2 0.9 0.2
0.1 1.0 sfera 0.1 sfera
0 0
0.01 0.1 1.0 10 100 10–5 10–4 10–3 10–2 10–1 1 10 102 103 104
1 λ Bi2τ = h2αt/λ2
Bi hro

(b) Distribuzione di temperatura (c) Rapporto di scambio termico

FIGURA 14.17
Temperatura variabile e diagrammi di scambio termico per una sfera di raggio r0 inizialmente a una temperatura uniforme Ti
soggetta a convezione da entrambi i lati verso un ambiente a temperatura T e con un coefficiente convettivo h.

dove T(x, t) è la distribuzione di temperatura nel mezzo all’istante t. As-


sumendo che le proprietà siano costanti, il rapporto Q/Qmax diviene:

∫ ρc ⎡⎣T ( x , t ) − Ti ⎤⎦ dV
Q 1
= V
= ∫ (1 − θ) dV (14.32)
Q max ρc (T∞ − Ti ) V V

Sfruttando le opportune relazioni per le temperature adimensionali ba-


sate sulla soluzione approssimata al primo termine per la parete piana,

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Capitolo 14 21

il cilindro e la sfera ed eseguendo le integrazioni, si ottengono le seguenti


relazioni per la frazione di calore trasmesso in tali geometrie:

⎛ Q ⎞⎟ sin ω1 Ts Ts
Parete piana: ⎜⎜ ⎟ = 1 − θ0, parete (14.33)
⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ω1
T∞
h Ts ≠ T∞ h
T∞
parete

⎛ Q ⎞⎟
⎜⎜ J1 (ω1 )
Cilindro: ⎟ = 1 − 2θ0, cilindro (14.34) (a) Coefficiente di scambio termico
⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ω1 convettivo finito
cilindro

⎛ Q ⎞⎟ sin ω1 − cos ω1
Sfera: ⎜⎜ ⎟ = 1 − 3θ0, sfera (14.35)
⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ω1
sfera

Questi rapporti Q/Qmax basati sulla soluzione approssimata al primo ter- T∞ T∞


Ts Ts
mine sono anche tracciati nella Figura 14.15c, 14.16c e 14.17c in fun- h→∞ h→∞
Ts = T∞
zione delle variabili Bi e h2t/2 rispettivamente per la parete piana am-
pia, il cilindro lungo e la sfera. Si noti che poiché la frazione di calore
trasmesso Q/Qmax è stata determinata attraverso tali diagrammi o equa- (b) Coefficiente di scambio termico
convettivo infinito
zioni per un certo istante t, la quantità di calore effettivamente trasmessa
FIGURA 14.18
a quel dato istante può essere calcolata semplicemente moltiplicando Temperatura superficiale indicata
tale frazione per Qmax. Un segno negativo per Qmax significa che il corpo corrispondente al caso di
sta cedendo calore (Figura 14.19). convezione verso un ambiente a
I diagrammi di Heisler/Gröber e le soluzioni al primo termine, ap- T con un coefficiente convettivo
h infinito.
pena presentate, si riferiscono alle condizioni indicate all’inizio di que-
sto paragrafo: corpo inizialmente a temperatura uniforme, privo di ge- t=0
Q max
nerazione di energia e temperatura dell’ambiente e coefficiente di scam-
bio termico convettivo costanti e uniformi. T = Ti
T = T∞
Poiché il numero di Biot rappresenta il rapporto tra il salto termico m, cp
convettivo alla superficie del corpo e il salto termico che si sviluppa per h
T∞
conduzione attraverso un corpo solido, come discusso in precedenza, un
valore basso di Bi indica che la resistenza termica interna conduttiva è (a) Calore massimo trasmesso (t → ∞)
piccola rispetto a quella esterna convettiva tra la superficie e il fluido e
Q
che la distribuzione di temperatura all’interno del solido è pressoché uni- t=0
forme. In queste condizioni diventa applicabile lo studio del sistema a
parametri concentrati; infatti, si ricordi che per Bi < 0,1 l’errore che si T = Ti
T = T(r, t)
commette assumendo la temperatura uniforme all’interno del corpo è m, cp
h
trascurabile. T∞
Per comprendere il significato fisico del numero di Fourier , si con-
Bi = . . . ⎞⎟
sideri la sua espressione (Figura 14.20) h 2αt
⎟⎬ Q
= ...
= 2τ = . . . ⎟ Q max
Bi ⎟⎠
λ 2

potenza termica trasmessa per conduzione (Diagramma di Gröber)

αt λL2 (1 L ) T attraverso un corpo di spessore L e sezione L2 (b) Calore trasmesso in un tempo t


τ= 2 = = (14.36)
L ρcL3 t T potenza termica accumulata mediamente FIGURA 14.19
Determinazione del rapporto di
nel tempo t in un corpo di volume L3 scambio termico Q/Qmax sino
all’istante t usando i diagrammi di
Pertanto, il numero di Fourier è una misura del calore trasmesso per con- Gröber.
duzione attraverso un corpo rispetto al calore accumulato. Si noti che
valori elevati del numero di Fourier indicano una veloce propagazione
del calore attraverso il corpo.

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22 La conduzione termica in regime variabile

L Probabilmente ci si chiede come è fatta una lastra piana infinitamente


L estesa o un cilindro infinitamente lungo dal momento che non esiste
al mondo nulla di infinito. Una lastra piana di spessore trascurabile ri-
Q Q conduzione spetto alle altre due dimensioni può essere considerata come una lastra
piana infinitamente estesa, tranne che in prossimità dei bordi, i cui ef-
fetti su di un corpo di grandi dimensioni sono trascurabili: una grande
Q accumulo
parete piana, come quella di un’abitazione, può essere considerata in-
αt Q conduzione finitamente estesa ai fini della trasmissione del calore.
Numero di Fourier = τ =
L2 Q accumulo
Analogamente un cilindro il cui diametro sia di dimensione trascu-
FIGURA 14.20 rabile rispetto alla lunghezza, può essere considerato come un cilindro
Numero di Fourier all’istante t infinitamente lungo.
interpretato come il rapporto tra la
potenza termica trasmessa per L’uso dei diagrammi di temperatura variabile e le soluzioni appros-
conduzione e la potenza termica simate al primo termine sono illustrati negli esempi successivi.
accumulata in quell’istante.

Uovo ESEMPIO 14.3 L’uovo cotto in acqua bollente


Ti = 5 °C
Un comune uovo può essere approssimato da una sfera del diametro di 5
cm, di proprietà assimilabili a quelle dell’acqua a temperatura ambiente:
 = 0,6 W/(m  K) e  = 0.14  106 m2/s (Figura 14.21). L’uovo, ini-
h = 1200 W/(m2⋅K)
T∞ = 95 °C zialmente alla temperatura uniforme di 5 °C, viene calato in acqua bollente
a 95 °C. Nell’ipotesi che il coefficiente di scambio termico convettivo sia
FIGURA 14.21 h = 1200 W/(m2  K), si valuti in quanto tempo il centro dell’uovo rag-
Schema per l’Esempio 14.3. giungerà la temperatura di 70 °C.

SOLUZIONE
Un uovo viene cotto in acqua bollente. Si chiede di valutare il tempo
di cottura.

Ipotesi

1. L’uovo ha forma sferica con raggio r0 = 2.5 cm.


2. La conduzione del calore nell’uovo è monodimensionale grazie alla
simmetria centrale.
3. Le proprietà termofisiche dell’uovo e il coefficiente di scambio termico
sono costanti.
4. Essendo il numero di Fourier  > 0.2 si può applicare la soluzione ap-
prossimata al primo termine.
5. Dopo i primi istanti di cottura l’uovo comincia a solidificarsi e quindi
si può ipotizzare che il suo interno sia solido.

Proprietà Poiché il contenuto di acqua nell’uovo è di circa il 74 per cen-


to, la sua conduttività e la sua diffusività termiche possono essere appros-
simate con quelle dell’acqua alla temperatura media di (5 + 70)/2 = 37.5
°C;  = 0.627 W/(m  K) e  = 0.151  106 m2/s (Tabella A-15).

Analisi La temperatura all’interno dell’uovo varia in direzione radiale e


varia nel tempo. Per calcolare la temperatura in un determinato punto e
in un dato istante si può ricorrere ai diagrammi di Heisler o alle soluzioni
approssimate al primo termine. Qui verranno usate le seconde a scopo
dimostrativo. Si fa l’ipotesi che il coefficiente di scambio termico convet-

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Capitolo 14 23

tivo sia uniforme e le proprietà dell’uovo costanti. Il numero di Biot in


questo caso è:

hr0 1200 W/ (m ⋅ K) × 0.025 m


2
Bi = = = 47.8
λ 0.627W/ (m ⋅ K)

Poiché il numero di Biot è molto maggiore di 0,1, non è applicabile lo


studio del sistema a parametri concentrati. I coefficienti 1 e A1 per una
sfera, corrispondenti al valore del numero di Biot calcolato, si possono ri-
cavare dalla Tabella 14.2 e sono:

1 = 3.0754, A1 = 1.9958
Sostituendo questi e altri valori nell’Equazione 14.28 e risolvendo l’equa-
zione per , si ottiene:

T0 − T∞ 70 − 95 2
= A1e−ω1 τ → = 1.9958e−(3.0754) τ → τ = 0.209
2

T1 − T∞ 5 − 95

che è maggiore di 0,2, il che rende applicabile la soluzione approssimata


al primo termine con un errore inferiore al 2 per cento.
Il tempo di cottura, pertanto, si calcola dalla definizione del numero
di Fourier e risulta:
2
τ r02 (0.209)(0.025 m)
t= = = 865 s ≈ 14.4 min
α 0.151×10−6 m 2 /s

Ci vorranno, quindi, circa 15 min affinché il centro dell’uovo passi dalla


temperatura di 5 °C a 70 °C.
Considerazioni Si osservi che il numero di Biot è stato definito in modo
differente nell’analisi a parametri concentrati e cioè come Bi = hLc/ =
h(r0/3)/. Ciononostante si possono usare entrambe le definizioni per deter-
minare l’applicabilità dell’analisi a parametri concentrati fintantoché Bi  0,1.

T∞ = 500 °C
h = 120 W/(m2⋅K)
ESEMPIO 14.4 Il riscaldamento di piastre di ottone

In un impianto produttivo, ampie lastre di ottone, dello spessore di 4 cm [ Lastra 2L = 4 cm

=110 W/(m  K),  = 8530 kg/m3, c = 380 J/(kg  K) e  = 33.9  106 di ottone

m2/s], inizialmente a una temperatura uniforme di 20 °C, sono riscaldate fa-


cendole passare attraverso un forno mantenuto a 500 °C (Figura 14.22) e ri- Ti = 20 °C
manendo nel forno per 7 min. Nell’ipotesi che il coefficiente di scambio ter-
mico che tiene conto dell’effetto combinato della convezione e dell’irraggia- FIGURA 14.22
mento sia h = 120 W/(m2  K), si calcoli la temperatura superficiale delle Schema per l’Esempio 14.4.
lastre all’uscita dal forno.

SOLUZIONE
Ampie lastre di ottone sono scaldate in un forno. Si deve calcolare la tem-
peratura superficiale delle lastre all’uscita dal forno.

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24 La conduzione termica in regime variabile

Ipotesi Ipotesi
1. La conduzione termica all’interno della lastra è monodimensionale,
poiché la lastra è sufficientemente larga rispetto al suo spessore e
grazie alla simmetria rispetto al piano medio.
2. Le proprietà termiche della lastra e il coefficiente di scambio termico
sono costanti.
3. Il numero di Fourier è  > 0.2 si può applicare la soluzione appros-
simata al primo termine.
Proprietà Le proprietà dell’ottone alla temperatura ambiente sono  =
110 W/(m  K),  = 8530 kg/m3, c = 380 J/(kg  K) e  = 33.9  106 m2/s
(Tabella A-24). Risultati più accurati si otterrebbero utilizzando le proprietà
termofisiche calcolate alla temperatura media.
Analisi La temperatura all’interno della grande lastra può variare con la
distanza x e nel tempo. Per calcolare la temperatura in un determinato
punto e in un dato istante si può ricorrere ai diagrammi di Heisler o alle
soluzioni approssimate al primo termine. Qui verranno usati i diagrammi
a scopo dimostrativo. Si fa l’ipotesi che il coefficiente di scambio termico
sia uniforme e le proprietà della lastra costanti. Osservando che il semi-
spessore della lastra è L = 0.02 m, dalla Figura 14.15 si ha:

1 λ 110 W/ (m ⋅ K) ⎫⎪
= = = 45.8 ⎪⎪
Bi hL 120 W/ (m 2⋅ K) ⎪⎪
⎪⎬ T0 − T∞ = 0.46 quindi
αt 33.9 ×10 m /s ×(7 × 60) s
−6 2 ⎪⎪ Ti − T∞
τ= 2 = = 35.6 ⎪⎪
L 0.022 ⎪⎪

1 λ ⎪⎫⎪
= = 45.8 ⎪⎪
Bi hL ⎪ T − T∞ = 0.99

x L ⎪⎪ T0 − T∞
= =1 ⎪⎪
L L ⎪⎭
Inoltre:
T − T∞ T − T∞ T0 − T∞
= = 0.46 × 0.99 = 0.455
Ti − T∞ T0 − T∞ Ti − T∞
e:

T = T∞ + 0.455(Ti − T∞ ) = 500 °C + 0.455( 20 − 500 °C) = 282 °C


La temperatura superficiale delle lastre all’uscita dal forno sarà di 282 °C.
Considerazioni Essendo in questo caso il numero di Biot Bi = 1/45.8
= 0.022, molto minore di 0,1, si può applicare lo studio del sistema a pa-
rametri concentrati, come è oltretutto evidente da (T  T)/(T0  T)
= 0.99, che indica che le temperature al centro e sulla superficie della
lastra rispetto alla temperatura dell’ambiente circostante si discostano
dell’1 per cento l’una dall’altra. Osservando che l’errore che si commette
usando il diagramma di Heisler è di norma almeno di qualche punto per-
centuale, lo studio del sistema a parametri concentrati in questo caso può
fornire risultati della stessa precisione con minore sforzo.

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Capitolo 14 25

Poiché l’area della superficie di scambio termico della lastra è 2A, essendo
A l’area della superficie frontale della stessa (la lastra trasmette calore at-
traverso entrambe le sue superfici frontali) e il volume della lastra è V =
(2L)A, essendo L il semi-spessore della lastra, l’esponente b usato nello stu-
dio del sistema a parametri concentrati è:
hA h ( 2 A) h
b= =
ρ cV ρ c (2LA) ρ cL
120 W/ (m 2⋅ K)
= = 0.00185 s−1
8530 kg/m3 × 380 J/ (kg ⋅ K )× 0.02 m
La temperatura della lastra a t = 7 min = 420 s si calcola quindi con la
seguente relazione:
T (t ) − T∞ T (t ) − 500 °C
= e−bt → = e−(0.00185×420)
Ti − T∞ 20 °C − 500 °C
che fornisce:
T(t) = 279 °C
Il risultato è praticamente identico a quello ottenuto precedentemente
usando i diagrammi di Heisler.

T∞ = 200 °C
h = 80 W/(m2⋅K)
ESEMPIO 14.5 Il raffreddamento di un asse cilindrico
Asse di acciaio
inossidabile
Un asse cilindrico molto lungo di 20 cm di diametro fatto di acciaio inos-
sidabile 304 [ = 14.9 W/(m  K),  = 7900 kg/m3, c = 477 J/(kg  K) e  Ti = 600 °C
D = 20 cm

= 3.95  106 m2/s] fuoriesce da un forno alla temperatura uniforme di


600 °C (Figura 14.23). L’asse viene lasciato raffreddare spontaneamente in FIGURA 14.23
un ambiente a 200 °C, con un coefficiente medio di scambio termico h Schema per l’Esempio 14.5.
= 80 W/(m2  K).
Si valuti la temperatura sull’asse di simmetria 45 min dopo l’inizio del
raffreddamento e il calore scambiato per unità di lunghezza dell’asse du-
rante lo stesso periodo di tempo.

SOLUZIONE
Un lungo cilindro di acciaio inossidabile viene lasciato raffreddare lenta-
mente. Si devono determinare la temperatura al centro e il calore scambiato
per unità di lunghezza dell’asse.
Ipotesi
1. Lo scambio termico è monodimensionale perché l’asse è molto lungo
ed è soggetto a condizioni termiche uniformi.
2. Le proprietà termiche del cilindro e il coefficiente di scambio termico
sono costanti.
3. Il numero di Fourier è  > 0.2, si può applicare la soluzione appros-
simata al primo termine.
Proprietà Le proprietà dell’acciaio inossidabile 304 alla temperatura am-
biente sono  = 14.9 W/(m  K),  = 7900 kg/m3, c = 477 J/(kg  K) e 

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26 La conduzione termica in regime variabile

= 3,95  106 m2/s (Tabella A-24). Risultati più accurati si otterrebbero


utilizzando le proprietà termofisiche calcolate alla temperatura media.
Analisi La temperatura all’interno dell’asse, che può variare con la distan-
za radiale r e con il tempo, può essere calcolata in un determinato punto
e in un dato istante con i diagrammi di Heisler. Nell’ipotesi di coefficiente
di scambio termico uniforme e di proprietà dell’asse costanti, tenendo pre-
sente che il raggio dell’asse è r0 = 0.1 m, dalla Figura 14.16 si ha:

1 λ 14.9 W/ (m ⋅ K ) ⎪⎫⎪
= = = 1.86 ⎪⎪
Bi hr0 80 W/ (m 2⋅ K) × 0,1 m ⎪⎪ T − T


0
= 0.40
3.95 ×10−6 m 2 /s ×(45 × 60) m ⎪⎪ Ti − T∞
τ= 2 ⎪⎪
(0.1 m) ⎪⎪
⎪⎭
e
T0 = T + 0,4 (Ti  T) = 200 °C + 0,4 (600  200)°C = 360 °C
La temperatura centrale dell’asse, perciò, scenderà da 600 °C a 360 °C in 45
min.Per valutare l’effettivo calore scambiato, dapprima è necessario calcolare
la massima quantità di calore che il cilindro può trasmettere, vale a dire il
calore sensibile del cilindro riferito all’ambiente. Riferendosi alla lunghezza
unitaria L = 1 m, si ha:
m = ρV = ρπr02 L = 7900 × π × 0.1×1 = 248.2 kg

Q max = mc (T∞ − Ti ) = 248.2 × 0.477 ×(600 − 200) = 47 350 kJ


Il rapporto di scambio termico, che per un lungo cilindro si ottiene dalla
Figura 14.16c, è:

1 1 ⎫⎪
Bi = = = 0.537 ⎪⎪
1 Bi 1, 86 ⎪⎪ Q
⎪⎬ = 0.62
h 2αt 2
⎪⎪ Q max
= Biτ = (0.537) (1.07) = 0.309 ⎪⎪
λ2 ⎪⎪⎭

Il calore totale scambiato dall’asse durante i primi 45 min del raffredda-


mento risulta pertanto:

Q = 0.62Q max = 0.62 ×(47 350 kJ) = 29 360 kJ

Soluzione alternativa
Questo problema si potrebbe anche risolvere usando una soluzione ap-
prossimata al primo termine piuttosto che i diagrammi di temperatura
(Heisler) e di trasmissione del calore (Gröber) in regime variabile. Si calcola
per prima cosa il numero di Biot:

hr0 80 W/ (m ⋅ K ) × 0.1 m
2
Bi = = = 0.537
λ 14.9 W/ (m ⋅ K )
Calcolato il numero di Biot dalla Tabella 14.2 per il cilindro si determinano
i valori dei coefficienti 1 e A1:
1 = 0,970, A1 = 1.122

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Capitolo 14 27

Sostituendo tali valori nell’Equazione 14.27, si ha:


T0 − T∞ 2
θ= = Ae−ω1 τ = 1.122e−(0.970) (1.07) = 0.41
2

Ti − T∞
e quindi:
T0 = T∞ + 0.41(Ti − T∞ ) = 200 °C + 41(600 − 20 °C) = 364 °C
Poiché il valore di J1(1) per 1 = 0,970 dalla Tabella 14.3 risulta essere
0,430, dall’Equazione 14.34 si ottiene che il rapporto di scambio termico è:
Q J (ω ) 0.430
= 1 − 2θ0, cilindro 1 1 = 1 − 2 × 0, 41 = 0.636
Q max ω1 0.970
e quindi:
Q = 0.636Q max = 0.636 ×(47 350 kJ) = 30120 kJ
La piccola differenza tra i due risultati va attribuita all’errore di lettura
dei diagrammi.

–15 °C
1.7 °C
ESEMPIO 14.6 Il raffreddamento della bistecca senza Bistecca
congelamento

In un impianto per la lavorazione della carne le bistecche dello spessore 2.5 cm


di 2,5 cm inizialmente a 24 °C devono essere raffreddate nelle rastrelliere
di un grande frigorifero dove la temperatura viene mantenuta a 15 °C.
Le bistecche sono posizionate una accanto all’altra, in maniera tale da poter
trascurare lo scambio termico in corrispondenza dei bordi da 2,5 cm di
FIGURA 14.24
spessore (Figura 14.24). Schema per l’Esempio 14.6.
L’intera bistecca deve essere raffreddata al di sotto di 7.2 °C, ma la sua
temperatura non deve scendere al di sotto di 1.7 °C in nessun punto durante
il raffreddamento per evitare il “congelamento”. Il coefficiente di scambio
termico convettivo, e perciò la potenza termica trasmessa dalla bistecca, può
essere controllato variando la velocità del ventilatore interno. Si calcoli il co-
efficiente di scambio termico h che consentirà di soddisfare entrambi i limiti
di temperatura mantenendo al minimo il tempo di refrigerazione. La bistecca
può essere considerata come uno strato omogeneo avente le proprietà  =
1200 kg/m3, c = 4.1 kJ/(kg  K),  = 0.45 W/(m  K) e  = 9.03  108 m2/s.

SOLUZIONE
Si devono raffreddare delle bistecche in un frigorifero mantenuto a 15 °C.
Si deve calcolare il coefficiente di scambio termico h che consente di raf-
freddare la bistecca al di sotto di 7.2 °C, evitando però il congelamento.
Ipotesi
1. La conduzione nella bistecca è monodimensionale, in quanto la bi-
stecca è molto larga rispetto al suo spessore e si ha simmetria termica
rispetto al piano centrale.
2. Le proprietà termiche della bistecca e il coefficiente di scambio ter-
mico sono costanti.

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28 La conduzione termica in regime variabile

3. Si può applicare la soluzione approssimata al primo termine in quanto


il numero di Fourier è  > 0.2.
Proprietà Le proprietà della bistecca sono fornite dal testo del problema.
Analisi Poiché in ogni istante la più bassa temperatura nella bistecca si
avrà in corrispondenza delle superfici e la più elevata al centro, la parte
interna sarà l’ultima zona da raffreddare. Nelle condizioni estreme la tem-
peratura superficiale a x = L = 1.25 cm dal centro può essere 1.7 °C,
mentre la temperatura nel piano medio è 7.2 °C con temperatura ambiente
di 15 °C. Dalla Figura 14.15b, si ottiene:

x 1.25 m ⎫⎪
= =1 ⎪⎪
L 1.25 m ⎪⎪ 1
⎪⎬ = λ = 1.5
T (L , t ) − T∞ 1.7 − 15 ⎪ Bi hL
= = 0.75 ⎪⎪
T0 − T∞ 7.2 − 15 ⎪⎪
⎪⎭
che fornisce:

1 λ 0.45 W (m ⋅ K )
h= = = 24 W (m 2 ⋅ K )
1.5 L 1.5 × 0.0125 m

Considerazioni Il coefficiente di scambio termico convettivo deve man-


tenersi al di sotto di questo valore per soddisfare i limiti di temperatura
della bistecca durante la refrigerazione. Tali limiti possono essere soddisfatti
anche usando un valore più basso del coefficiente di scambio termico, pro-
lungando inutilmente però il tempo di refrigerazione.
Le limitazioni legate all’uso dei diagrammi di Heisler e alla soluzione
approssimata al primo termine (o a qualsiasi altra soluzione analitica) pos-
sono essere superate utilizzando un metodo numerico.

∞ 14.3 La conduzione termica in regime


variabile nei solidi seminfiniti
∞ Superificie Un solido seminfinito è un corpo idealizzato che ha un’unica superficie
piana
piana e si estende all’infinito in tutte le direzioni, come mostrato nella

T∞ 0 x Figura 14.25. Questo corpo idealizzato viene usato per mostrare che la
h
∞ variazione di temperatura nella parte del corpo che interessa (la regione

prossima alla superficie) dipende dalle condizioni termiche su un’unica
superficie. La Terra, per esempio, può essere considerata come un solido
FIGURA 14.25 seminfinito se si vuole determinare la variazione della temperatura in
Schema di un corpo semi-infinito.
prossimità della sua superficie. Anche una parete spessa può essere con-
siderata come un solido seminfinito se si è interessati alla variazione della
temperatura nella regione prossima a una delle superfici, a patto che
l’altra superficie sia tanto lontana da non avere alcuna influenza sulla re-
gione di interesse durante il periodo di osservazione.
Per intervalli di tempo limitati, la maggior parte dei corpi può
essere modellizzata come solidi seminfiniti in quanto il calore non ha
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Capitolo 14 29

abbastanza tempo per penetrare in profondità all’interno del corpo e


quindi lo spessore del corpo non influenza l’analisi dello scambio ter-
mico. Un pezzo di acciaio di qualsiasi forma, per esempio, può essere
trattato come un solido seminfinito quando è raffreddato rapidamente
in un bagno freddo per indurire la sua superficie. Anche un corpo la
cui superficie è scaldata con un raggio laser può essere trattato allo
stesso modo.
Si consideri un solido seminfinito con proprietà termofisiche co-
stanti, senza generazione di calore all’interno, con distribuzione di tem-
peratura uniforme sulla superficie esposta e inizialmente alla tempe-
ratura uniforme Ti. La trasmissione del calore avviene in questo caso
solo nella direzione perpendicolare alla superficie (la direzione x) ed
è pertanto monodimensionale. Le equazioni differenziali sono indipen-
denti dalle condizioni al contorno e iniziali e quindi si può applicare
l’Equazione 14.10a per la conduzione termica monodimensionale in
coordinate cartesiane in regime variabile. La profondità del solido è
grande (x  ) rispetto alla profondità di penetrazione del calore e
questo fenomeno può essere espresso attraverso una condizione al con-
torno come T(x  ) = Ti.
La conduzione del calore in un solido seminfinito è governata dalle
condizioni imposte sulla superficie esposta e quindi la soluzione dipende
fortemente dalle condizioni al contorno per x = 0. Nel seguito viene pre-
sentata una soluzione analitica dettagliata per il caso di temperatura su-
perficiale costante Ts e sono riportati i risultati per condizioni al contorno
più complicate. Se all’istante t = 0 la temperatura della superficie diventa
Ts e si mantiene costantemente a questo valore per ogni successivo istante
di tempo, il problema può essere formulato nel seguente modo:

∂2T 1 ∂T
Equazione differenziale: 2
= (14.37a)
∂x α ∂t

Condizioni contorno: T (0, t ) = Ts e T ( x → ∞, t ) = Ti (14.37b)

Condizione iniziale: T ( x , 0) = Ti (14.37c)

La tecnica della separazione delle variabili non è applicabile in questo


caso, essendo il mezzo di dimensioni infinite, ma si può utilizzare un
altro comodo approccio che converte l’equazione differenziale alle deri- ∂2T 1 ∂T x
= e η=
∂ x 2 α ∂t 4αt
vate parziali in un’equazione differenziale ordinaria combinando le due
variabili indipendenti x e t in un’unica variabile , detta variabile di ∂T
∂t
=
dT ∂η
dη ∂t
=
−x dT
2t 4αt dη
similitudine. Per la conduzione in regime variabile attraverso un solido
∂T dT ∂η 1 dT
seminfinito, si definisce: = =
∂x dη ∂ x 4αt dη

η=
x
(14.38)
∂ 2T
∂x 2
= ( )
d ∂T ∂η
=
1 d 2T
dη ∂ x ∂ x 4αt dη 2
4αt
FIGURA 14.26
Assumendo T = T() (da verificarsi) e utilizzando la regola di derivazione Trasformazione delle variabili nelle
derivate dell’equazione della
della funzione composta, tutte le derivate dell’equazione di trasmissione
conduzione del calore usando la
del calore possono essere trasformate nella nuova variabile come mostrato regola di derivazione della
nella Figura 14.26. Si noti che si ha  = 0 per x = 0 e    per x  funzione composta.

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30 La conduzione termica in regime variabile

 ( e anche per t = 0), e sostituendo nell’Equazione 14.37, dopo alcune


semplificazioni, si ha:
d 2T dT
2
= −2η (14.39a)
dη dη

T (0, t ) = Ts e T ( x → ∞, t) = Ti (14.39b)
Si osservi che la seconda condizione al contorno (Equazione 14.37b) e
la condizione iniziale (Equazione 14.37c) sono le stesse. Sia l’equazione
differenziale trasformata sia le condizioni al contorno dipendono sola-
mente da  e sono invece indipendenti da x e t, per cui la trasformazione
ha avuto successo e quindi  è una variabile di similitudine.
Per risolvere l’equazione differenziale ordinaria del secondo ordine
nelle Equazioni 14.39, si definisce una nuova variabile w come w =
dT/d. Ciò riduce l’Equazione 14.39a a un’equazione differenziale del
primo ordine che può essere risolta separando le variabili:
dw dw
= −2η w → = −2η dη → ln w = −η 2 + C0 → w = C1e−η
2

dη w

dove C1 = ln C0. Sostituendo a ritroso w = dT/d e integrando di nuovo:



T = C1 e−u du + C2
2

∫ 0
(14.40)

dove u è una variabile di integrazione fittizia. La condizione al contorno


per  = 0 dà C2 = Ts e quella per    dà:

π 2 (Ti − Ts )
T = C1 e−u du + C2 = C1 + Ts → C1 =
2

∫ 0 2 π
(14.41)

Sostituendo le espressioni di C1 e C2 nell’Equazione 14.40 e riarrangiando,


la variazione della temperatura diviene:
1.0
Funzione degli errori erf (η)

η
T − Ts 2
= e−u du = erf (η ) = 1 − erfc (η )
2
0.8

0.6
Ti − T π ∫ 0
(14.42)
η
2
erf (η ) = ∫
2
e 2u du
0.4 π 0 dove le funzioni matematiche:
η η
0.2 2 2
erf (η ) = e−u du e erfc (η) = 1 −
2 2

0.0
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0
π 0 ∫ π 0
e−u du (14.43) ∫
η
sono dette, rispettivamente, funzione degli errori e complemento
FIGURA 14.27 della funzione degli errori di argomento  (Figura 14.27). Malgrado
La funzione degli errori è una
l’aspetto semplice, l’integrale nella definizione della funzione degli errori
funzione matematica standard i
cui valori variano tra 0 e 1, come non può essere calcolato analiticamente e quindi la funzione erfc() viene
le funzioni seno e coseno. integrata numericamente per diversi valori di  e i risultati sono riportati
nella Tabella 14.4.
Nota la distribuzione di temperatura, il flusso di calore può essere
determinato dal postulato di Fourier come:
∂T ∂T ∂ η 1 λ (Ts −T∞ )
q = −λ =−λ =−λC1e−u =
2
(14.44)
∂x x =0 ∂η ∂ x η =0
4 αt η =0 παt

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Capitolo 14 31

TABELLA 14.4 Il complemento della funzione degli errori

 erfc ()  erfc ()  erfc ()  erfc ()  erfc ()  erfc ()

0.00 1.00000 0.38 0.5910 0.76 0.2825 1.14 0.10690 1.52 0.03159 1.90 0.00721
0.02 0.9774 0.40 0.5716 0.78 0.2700 1.16 0.10090 1.54 0.02941 1.92 0.00662
0.04 0.9549 0.42 0.5525 0.80 0.2579 1.18 0.09516 1.56 0.02737 1.94 0.00608
0.06 0.9324 0.44 0.5338 0.82 0.2462 1.20 0.08969 1.58 0.02545 1.96 0.00557
0.08 0.9099 0.46 0.5153 0.84 0.2349 1.22 0.08447 1.60 0.02365 1.98 0.00511
0.10 0.8875 0.48 0.4973 0.86 0.2239 1.24 0.07950 1.62 0.02196 2.00 0.00468
0.12 0.8652 0.50 0.4795 0.88 0.2133 1.26 0.07476 1.64 0.02038 2.10 0.00298
0.14 0.8431 0.52 0.4621 0.90 0.2031 1.28 0.07027 1.66 0.01890 2.20 0.00186
0.16 0.8210 0.54 0.4451 0.92 0.1932 1.30 0.06599 1.68 0.01751 2.30 0.00114
0.18 0.7991 0.56 0.4284 0.94 0.1837 1.32 0.06194 1.70 0.01612 2.40 0.00069
0.20 0.7773 0.58 0.4121 0.96 0.1746 1.34 0.05809 1.72 0.01500 2.50 0.00041
0.22 0.7557 0.60 0.3961 0.98 0.1658 1.36 0.05444 1.74 0.01387 2.60 0.00024
0.24 0.7343 0.62 0.3806 1.00 0.1573 1.38 0.05098 1.76 0.01281 2.70 0.00013
0.26 0.7131 0.64 0.3654 1.02 0.1492 1.40 0.04772 1.78 0.01183 2.80 0.00008
0.28 0.6921 0.66 0.3506 1.04 0.1413 1.42 0.04462 1.80 0.01091 2.90 0.00004
0.30 0.6714 0.68 0.3362 1.06 0.1339 1.44 0.04170 1.82 0.01006 3.00 0.00002
0.32 0.6509 0.70 0.3222 1.08 0.1267 1.46 0.03895 1.84 0.00926 3.20 0.00001
0.34 0.6306 0.72 0.3086 1.10 0.1198 1.48 0.03635 1.86 0.00853 3.40 0.00000
0.36 0.6107 0.74 0.2953 1.12 0.1132 1.50 0.03390 1.88 0.00784 3.60 0,00000

Le soluzioni delle Equazioni 14.42 e 14.44 corrispondono al caso in cui T – Ts


Ts – Ti
la temperatura della superficie esposta del corpo sia innalzata (o abbassata) 1,0
bruscamente al valore Ts all’istante t = 0 e sia mantenuta costantemente
0,8
a tale valore per ogni istante successivo. Il caso di temperatura costante
nota della superficie ben approssima in pratica tutti i fenomeni in cui si 0,6
abbia condensazione o ebollizione in corrispondenza di essa. Applicando 0,4
erfc(η)

un approccio simile o la tecnica delle trasformate di Laplace, è possibile


0,2
ricavare le soluzioni anche per differenti condizioni al contorno sulla su-
perficie, con i seguenti risultati: 0,0
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0
Caso 1: Temperatura superficiale fissata, Ts = costante (Figura 14.28). η=
x
4αt

T ( x , t ) − Ti ⎛ x ⎞⎟ λ (Ts − Ti ) FIGURA 14.28


= erfc ⎜⎜⎜ ⎟ e q s (t ) = (14.45) Distribuzione della temperatura
Ts − Ti ⎝ 2 αt ⎟⎠ απt adimensionale per la conduzione

Caso 2: Flusso superficiale fissato, qS = costante.


termica in regime variabile in un
solido semi-infinito la cui
superficie sia mantenuta alla
q s (t ) ⎡⎢ 4 αt ⎛ x 2 ⎞⎟ ⎛ x ⎞⎟⎤ temperatura Ts.
T ( x , t ) − Ti = exp ⎜⎜− ⎟⎟ − x ⋅ erfc ⎜⎜⎜ ⎟⎥ (14.46)
λ ⎢⎣ π ⎜⎝ 4 αt ⎟⎠ ⎝ 2 αt ⎟⎠⎥⎦

Caso 3: Convezione alla superficie, q s = h ⎡⎣T∞ − T (0, t )⎤⎦ .

T ( x , t ) − Ti ⎛ x ⎞⎟ ⎛ hx h 2αt ⎞ ⎛ x h αt ⎞⎟
= erfc ⎜⎜⎜ ⎟⎟ − exp ⎜⎜⎜ + 2 ⎟⎟⎟⎟ erfc ⎜⎜⎜ + ⎟⎟ (14.47)
T∞ − Ti ⎝ 2 αt ⎠ ⎝λ λ ⎠ ⎝ 2 αt λ ⎟⎠

Caso 4: Impulso di energia sulla superficie, es = costante.


Una certa quantità es di energia è fornita istantaneamente, al tempo t =
0, per unità di area (in J/m2) al corpo di dimensioni semi-infinite (da un
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32 La conduzione termica in regime variabile

raggio laser, per esempio) e si suppone che tutta l’energia incidente sia
assorbita dal corpo, senza alcuna perdita di calore dalla superficie.

es ⎛ x 2 ⎞⎟
T ( x , t ) − Ti = exp ⎜⎜− ⎟ (14.48)
λ πt α ⎜⎝ 4αt ⎟⎟⎠

Si noti che il Caso 1 e il Caso 3 sono strettamente legati tra loro: nel Caso
1, la superficie x = 0 viene portata alla temperatura Ts all’istante t = 0 e
mantenuta a tale valore per ogni istante di tempo successivo, mentre nel
Caso 3 la superficie è esposta alla convezione con un fluido a temperatura
costante T con coefficiente di scambio termico h.
Le soluzioni per tutti e quattro i casi sono rappresentate graficamente,
per un caso rappresentativo, nella Figura 14.29, considerando un grande
blocco di acciaio inizialmente a 0 °C. Nel Caso 1, la temperatura della
superficie rimane costante al valore fissato Ts e la temperatura cresce
gradualmente all’interno del mezzo, a mano a mano che il calore penetra
più profondamente nel solido. Si osservi che all’inizio solo un sottile
strato di materiale vicino alla superficie è interessato dallo scambio di

100 100

80 80

60 tempo, t = 10 h 60
T, °C

T, °C

5h
tempo, t = 10 h
40 2h 40
1h 5h
0.5 h 2h
20 0.1 h 20 1h
0.01 h 0.5 h
0.1 h
0 0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Distanza dalla superficie x, m Distanza dalla superficie x, m
Ti = 0 °C Ti = 0 °C
Ts = 100 °C q⋅s = 7000 W/m2

(a) Temperatura superficiale fissata, Ts = costante (b) Flusso superficiale fissato, q⋅s = costante

100 100

80 80
tempo, t = 0.01 h
60 60
T, °C

T, °C

tempo, t = 0.01h
10 h
40 5h 40
2h
1h 0.1 h 0.5 h2 h
20 20 5h
0.5 h 1h
0.1 h
0.01 h
0 0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Distanza dalla superficie x, m Distanza dalla superficie x, m
T∞ = 100 °C Ti = 0 °C Ti = 0 °C
es = 1.7 × 107 J/m2
h = 220 W/(m2⋅K)
(c) Convezione sulla superificie, qs = h[T – T(0, t)] (d) Impulso di energia sulla superificie, es = costante

FIGURA 14.29
Variazione della temperatura con la posizione e il tempo in un largo blocco di acciaio [ = 2,31  105 m2/s,  = 80,2
W/(m  K)] inizialmente a 0 °C sotto diverse condizioni al contorno in corrispondenza della superficie.

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Capitolo 14 33

calore. Inoltre, il gradiente di temperatura in corrispondenza della super-


ficie e la potenza termica trasmessa nel solido decrescono con il tempo.
È questo anche il caso con convezione alla superficie (Caso 3), salvo il
fatto che la temperatura del fluido circostante T è la temperatura più
elevata che il solido può raggiungere. Nel Caso 4, la superficie è soggetta
a un’improvvisa somministrazione di calore all’istante t = 0, per esempio
a causa di un raggio laser, ed è successivamente rivestita da uno strato
isolante. Ne risulta un istantaneo aumento della temperatura superficiale,
seguito da una caduta di temperatura non appena il calore passa per con-
duzione più in profondità nel solido. Si noti che il profilo di temperatura
si mantiene in qualsiasi istante perpendicolare alla superficie (perché?).
La variazione della temperatura con la posizione e il tempo in un so-
lido semi-infinito soggetto a trasferimento di calore per convezione è rap-
presentata in Figura 14.30 per la temperatura adimensionale in funzione
alla variabile di similitudine adimensionale η = x 4αt per diversi valori
del parametro h αt λ. Sebbene la soluzione grafica riportata nella Figura
14.30 sia semplicemente la rappresentazione grafica della soluzione ana-
litica, può dar luogo a errori di lettura e risulta perciò meno precisa ri-
spetto alla soluzione analitica. Inoltre i valori sull’asse verticale nella Figura
14.30 corrispondono a x = 0 e rappresentano quindi la temperatura su-
perficiale. La curva h αt λ = ∞ corrisponde a h  , che rappresenta
il caso di temperatura fissata T sulla superficie x = 0. È questo il caso
di in cui la superficie del mezzo seminfinito venga istantaneamente por-
tata e poi mantenuta alla temperatura T, il che corrisponde a un coef-
ficiente di scambio termico h infinito. Per un valore finito di coefficiente
di scambio termico h, la temperatura della superficie tende alla tempe-
ratura T del fluido a mano a mano che il tempo t tende all’infinito.

14.3.1 Il contatto di due corpi seminfiniti


Quando due corpi seminfiniti A e B, inizialmente alla temperatura uni-
forme TA,i e TB,i rispettivamente, sono posti a contatto, essi istantanea-

1.0
0.8
0.6 Ambiente
T∞ , h T(x, t)
0.4
T ( x , t ) − Ti 0.3
T∞ 2Ti x
0.2
T ( x , t ) − T∞ ∞
o 1− 3
Ti − T∞ 1 2
0.5
0.1 0.7
0.4
0.08 0.3
0.2
0.06
0.1 FIGURA 14.30
0.04
0.05 Variazione della temperatura con
0.03
la posizione e il tempo in un
0.02 solido semi-infinito inizialmente
h αt 0.02 alla temperatura Ti soggetto a
=
λ convezione in un ambiente a T
0.01
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 11.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 con coefficiente di scambio
η=
x termico convettivo h (disegnato
2 αt usando EES).

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34 La conduzione termica in regime variabile

mente raggiungono la temperatura di equilibrio sulla superficie di con-


tatto (la temperatura di equilibrio è raggiunta sull’intera superficie solo
se la resistenza di contatto è trascurabile). Se i due corpi sono dello
stesso materiale con proprietà costanti, per ragioni di simmetria ter-
mica, la temperatura di equilibrio non può che essere la media arit-
metica delle due temperature iniziali Ts = (TA,i + TB,i )/2 e rimanere
costante a tale valore per ogni istante successivo. Se invece i due corpi
sono di materiali differenti, allora raggiungono ancora una temperatura
di equilibrio, ma la temperatura della superficie Ts sarà in questo caso
diversa dalla media aritmetica. Osservando che si possono considerare
TA, i
entrambi i corpi come solidi di dimensioni seminfinite con la stessa
Ts temperatura superficiale fissata al valore Ts, il bilancio termico alla su-
A B perficie di contatto dà, dall’Equazione 14.45:

λA (Ts − TA , i ) λ (Ts − TB , i ) TA , i − Ts (λρc)B


q s , A = q s , B → − =− → =
TB, i πα At πα Bt Ts − TB , i (λρc)A

FIGURA 14.31 Quindi si può determinare Ts (Figura 14.31):


Contatto tra due solidi semi-
infiniti aventi temperature iniziali
(λρc)A TA ,i + (λρc )B TB ,i
differenti. Ts = (14.49)
(λρc)A + (λρc )B

In conclusione, la temperatura dell’interfaccia tra i due corpi messi a con-


tatto è influenzata maggiormente dal corpo con il prodotto c più ele-
vato. Questo spiega perché un metallo a temperatura ambiente sembra
più freddo del legno alla medesima temperatura. Alla temperatura am-
biente il valore di λρc dell’alluminio è 24 kJ/(m2  K), mentre quello del
legno è 0,38 kJ/(m2  K) e della pelle umana 1,1 kJ/(m2  K). Sfruttando
l’Equazione 14.49, si può dimostrare che quando una persona con tem-
peratura della pelle di 35 °C tocca un blocco di alluminio e uno di legno
entrambi a 15 °C, la superficie di contatto raggiunge i 15,9 °C nel caso
dell’alluminio e i 30 °C nel caso del legno.

ESEMPIO 14.7 La minima profondità di interramento


per evitare il congelamento dell’acqua
nelle tubazioni

Nelle località in cui la temperatura dell’aria rimane al di sotto di 0 °C per


lunghi periodi di tempo, il congelamento dell’acqua nelle tubazioni interrate
è causa di grande preoccupazione. Poiché fortunatamente negli stessi periodi
Ts = –10 °C il terreno rimane relativamente caldo tanto da raggiungere temperature in-
feriori a quelle di congelamento dell’acqua solo dopo settimane, in inverno
Terreno x il suolo serve da isolante, facendo in modo che l’acqua non congeli nelle tu-
bazioni. Si consideri una località dove il suolo, coperto da un banco di neve
Tubazione di acqua a 10 °C per un periodo continuo di tre mesi, ha proprietà medie  = 0,4
W/(m  K) e  = 0.15  106 m2/s. Nell’ipotesi di temperatura iniziale uni-
Ti = 15 °C
forme di 15 °C per il terreno, si calcoli la minima profondità di interramento
FIGURA 14.32
delle tubazioni di acqua per evitare il rischio di congelamento (Figura 14.32).
Schema per l’Esempio 14.7.

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Capitolo 14 35

SOLUZIONE
Le tubature dell’acqua vengono interrate per evitarne il congelamento.
Si chiede di determinare la minima profondità di interramento per una
certa località.
Ipotesi

1. La temperatura del suolo è influenzata solamente dalle condizioni ter-


miche che si manifestano in superficie e perciò il suolo può essere
considerato un corpo di dimensioni seminfinite.
2. Le proprietà termiche del suolo sono costanti.
Proprietà Le proprietà del suolo sono fornite nel testo del problema.
Analisi Poiché la temperatura nel suolo è influenzata dalle condizioni
termiche atmosferiche solo in corrispondenza della superficie, il suolo può
essere trattato come un mezzo semi-infinito con temperatura superficiale
di 10 °C, coincidente con la temperatura ambiente T= 10 °C e con
coefficiente di scambio termico convettivo h  . Nella peggiore delle
ipotesi nel caso di minima profondità di interramento, la temperatura del
suolo che circonda le tubazioni sarà 0 °C dopo tre mesi. Dalla Figura 14.30,
perciò si ottiene:

h αt ⎪⎫⎪
=∞ (per h → ∞) ⎪⎪
λ ⎪⎪ x
⎬η = = 0.36
T ( x , t ) − Ti (0 − 15) °C ⎪⎪ 2 αt
= = 0.6 ⎪⎪
T∞ − Ti (−10 − 15) °C ⎪⎪⎭

Si noti che:

t = (90 giorni)(24 h giorno)(3600 s h ) = 7.78 ×106 s

e pertanto:

x = 2η αt = 2 × 0.36 (0.15 ×10−6 m 2 s)(7.78 ×106 s) = 0.78 m

Quindi le tubazioni devono essere interrate a una profondità di almeno


77 cm per evitare il congelamento dell’acqua nelle condizioni invernali
indicate.
Soluzione alternativa
Per risolvere questo problema si potrebbe anche usare l’Equazione 14.45:

T ( x , t ) − Ti ⎛ x ⎞⎟ (0 − 15) °C ⎛ x ⎞⎟
= erfc ⎜⎜⎜ ⎟⎟ → = rfc ⎜⎜⎜ ⎟ = 0.60
T∞ − Ti ⎝ 2 αt ⎠ (−10 − 15) °C ⎝ 2 αt ⎟⎠

L’argomento corrispondente a questo valore del complemento della fun-


zione degli errori si ottiene dalla Tabella 14.4 e risulta  = 0,37, da cui:

x = 2η αt = 2 × 0.37 (0.15 ×10−6 m 2 s)(7.78 ×106 s) = 0.80 m

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36 La conduzione termica in regime variabile

Ancora una volta la leggera differenza nel risultato ottenuto è da attribuire


all’errore di lettura del diagramma.

.
qs = 1250 W/m2
ESEMPIO 14.8 Aumento della temperatura di un blocco
riscaldato

Blocco di legno Uno spesso blocco di legno dipinto di nero a 20 °C è esposto alla radiazione
Ti = 20 °C solare di 1250 W/m2 (Figura 14.33). Si determini la temperatura della su-
perficie del blocco esposta alla radiazione solare dopo 20 minuti. Quale
sarebbe il risultato se il blocco fosse di alluminio?

FIGURA 14.33 SOLUZIONE


Schema per l’Esempio 14.8. Un blocco di legno è esposto alla radiazione solare.
Si deve determinare la temperatura della superficie e confrontarla con
quella di un blocco di alluminio.
Ipotesi
1. Il blocco assorbe tutta la radiazione solare incidente.
2. Le perdite di calore sono trascurate (e quindi il risultato darà la tem-
peratura massima raggiungibile dal blocco).
3. Il blocco è sufficientemente spesso da potersi considerare come un
solido seminfinito e le proprietà termofisiche sono costanti.
Proprietà La conduttività e la diffusività termica alla temperatura
ambiente valgono  = 1.26 W/(m  K) e  = 1.1  105 m2/s per il le-
gno e  = 237 W/(m  K) e  = 9.71  105 m2 /s per l’alluminio.
Analisi Si tratta di un problema di conduzione in regime variabile in
un corpo di dimensioni seminfinite sottoposto a un flusso termico co-
stante sulla sua superficie e quindi la temperatura superficiale può essere
espressa, ricordando l’Equazione 14.46, come:

q s 4αt
Ts = T (0, t ) = Ti +
λ π

Sostituendo i valori dati, le temperature superficiali del legno e dell’allu-


minio sono rispettivamente:

1250 4 (1.1×10 m s)(20 × 60 s)


−5 2
Ts , legno = 20 °C + = 149 °C
1.26 π

1250 4 (9.71×10 m s)( 20 × 60 s)


−5 2
Ts , all = 20 °C + = 22.0 °C
237 π

Si noti che l’energia termica fornita al legno si accumula in prossimità della


superficie per via delle basse conduttività e diffusività termiche del legno,
portando la temperatura superficiale a valori molto elevati. I metalli, invece,
conducono facilmente il calore ricevuto verso il proprio interno, in virtù

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Capitolo 14 37

160
delle loro elevate conduttività e diffusività termiche, e di conseguenza 140

l’innalzamento della temperatura superficiale è minimo. Nella realtà, poi, 120

entrambe le temperature superficiali saranno senz’altro inferiori a quelle 100

T, °C
calcolate a causa delle perdite di calore. 80 Legno
60
Considerazioni Il profilo di temperatura è stato determinato in entrambi 40
Alluminio
i casi e riportato nella Figura 14.34 per un tempo t = 20 min usando EES. 20
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5
A una profondità di 0,5 m la temperatura diviene 20.1 °C per il legno e Distanza dalla superficie x, m
20.4 °C per l’alluminio, il che conferma che il calore penetra più facilmente FIGURA 14.34
e velocemente nei metalli rispetto ai non metalli. Variazione della temperatura
all’interno dei blocchi di legno e
di alluminio in t = 20 min.

14.4 La conduzione termica in regime


variabile per sistemi multidimensionali
T∞ T∞
h h
I diagrammi di temperatura variabile precedentemente presentati si
possono usare per determinare la distribuzione di temperatura e lo T(r, t)
Scambio
termico
scambio termico in problemi di conduzione termica monodimensionale
associati a un’ampia parete piana, un lungo cilindro, una sfera e un mez-
zo seminfinito. Usando un ingegnoso principio di sovrapposizione chia-
mato prodotto delle soluzioni, questi diagrammi si possono anche uti- (a) Cilindro lungo
lizzare per risolvere i problemi di conduzione termica in regime varia-
bile bidimensionale che si incontrano in geometrie quali un cilindro
T∞
corto, una lunga barra rettangolare, un cilindro o un piano seminfinito h
e ancora per i problemi tridimensionali associati a geometrie quali un T(r, x, t)
Scambio
termico
prisma rettangolare o una barra rettangolare seminfinita, nell’ipotesi in
cui tutte le superfici del solido siano soggette a convezione con lo
stesso fluido a temperatura T e con lo stesso coefficiente di scambio
termico h e che il corpo non sia interessato da alcuna generazione di (b) Cilindro corto (bidimensionale)

calore (Figura 14.35). La soluzione per tali geometrie multidimensionali FIGURA 14.35
si può ottenere dal prodotto delle soluzioni per le geometrie monodi- La temperatura in un cilindro
corto esposto a convezione da
mensionali che intersecandosi permettono di definire la geometria mul- tutte le superfici varia sia in
tidimensionale data. direzione radiale sia in quella
Si consideri un cilindro corto di altezza a e raggio r0 inizialmente a assiale e pertanto il calore si
una temperatura uniforme Ti, al cui interno non vi sia alcuna generazione trasmette in entrambe le direzioni.
di calore. All’istante t = 0, il cilindro è soggetto a convezione su tutte
le superfici verso un mezzo a temperatura T con un coefficiente di
scambio termico h. La temperatura all’interno del cilindro varierà con le
coordinate spaziali x e r e con il tempo t a causa della trasmissione di
calore che avviene in corrispondenza della sommità, della base e della
superficie laterale, in altri termini T = T(r, x, t). Si tratta quindi di un
problema di conduzione termica variabile bidimensionale. Se si assumono
costanti le proprietà del cilindro, si può dimostrare che la soluzione di
questo problema bidimensionale può essere espressa dalla relazione:

⎛T (r , x , t)−T∞ ⎞⎟ ⎛T (x , t)−T∞ ⎞⎟ ⎛T (r , t )−T∞ ⎞⎟


⎜⎜ ⎟⎟ = ⎜⎜ ⎟⎟ x ⎜⎜ ⎟ (14.50)
⎜⎝ Ti −T∞ ⎟⎠cilindro ⎜⎝ Ti −T∞ ⎟⎠parete ⎜⎝ Ti −T∞ ⎟⎟⎠cilindro
corto piana infinito

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38 La conduzione termica in regime variabile

T∞ La soluzione per il cilindro corto bidimensionale di altezza a e raggio r0


Parete piana
h è uguale al prodotto delle soluzioni a-dimensionalizzate per la parete pia-
na monodimensionale di spessore a e il lungo cilindro di raggio r0, che
sono le due geometrie che danno per intersezione il cilindro corto, come
a
mostrato nella Figura 14.36. Generalizzando si può dire che la soluzione
ro
per una geometria multidimensionale è il prodotto delle soluzioni delle
Cilindro lungo geometrie monodimensionali che per intersezione definiscono il corpo
considerato.
FIGURA 14.36
Per comodità, le soluzioni monodimensionali si esprimono nel se-
Un cilindro corto di raggio ro e
altezza a è l’intersezione di un guente modo:
cilindro lungo di raggio ro e di una
parete piana di spessore a. ⎛ T ( x , t ) − T∞ ⎞⎟
θparete ( x , t ) = ⎜⎜ ⎟
⎜⎝ Ti − T∞ ⎟⎟⎠parete
piana

⎛ T (r , t ) − T∞ ⎞⎟
θcil (r , t ) = ⎜⎜ ⎟
Parete piana
⎜⎝ Ti − T∞ ⎟⎟⎠cilindro
T∞ infinito
h
⎛ T ( x , t ) − T∞ ⎞⎟
θsemi-inf ( x , t ) = ⎜⎜ ⎟ (14.51)
⎜⎝ Ti − T∞ ⎟⎟⎠solido
seminfinito
b

Parete piana
Per esempio, la soluzione per una lunga barra solida avente come sezione
a trasversale un rettangolo a  b è l’intersezione delle due pareti piane in-
FIGURA 14.37 finite di spessori a e b, come mostrato nella Figura 14.37, e pertanto la
Una lunga barra solida a sezione distribuzione di temperatura variabile per questa barra rettangolare si
rettangolare a  b come può esprimere come:
intersezione di due pareti piane di
spessori a e b.
⎛ T ( x , y , t ) − T∞ ⎞⎟
⎜⎜ ⎟⎟ = θparete ( x , t ) θparete (y , t ) (14.52)
⎜⎝ Ti − T∞ ⎟⎠sbarra
rettangolare

Nella Tabella 14.5 sono riportate le espressioni particolari dei prodotti


delle soluzioni per alcune geometrie. È importante notare che la coor-
dinata x si misura a partire dalla superficie in un solido seminfinito e dal
piano medio in una parete piana, mentre la distanza radiale r si misura
sempre dall’asse.
Si osservi che la soluzione per un problema bidimensionale è fornita
dal prodotto di due soluzioni monodimensionali, laddove la soluzione
di un problema tridimensionale è fornita dal prodotto di tre soluzioni
monodimensionali.
In forma modificata il prodotto delle soluzioni si può anche usare
per calcolare il calore totale in regime variabile verso o da una geometria
multidimensionale utilizzando i valori ottenuti per geometrie monodi-
mensionali, come dimostrato da L.S. Langston nel 1982. Il calore scam-
biato in regime variabile per una geometria bidimensionale costituita
dall’intersezione di due geometrie monodimensionali 1 e 2 è:

⎛ Q ⎞⎟ ⎛ Q ⎞⎟ ⎛ Q ⎞⎟ ⎡ ⎛ Q ⎞⎟ ⎤
⎜⎜ ⎟ = ⎜⎜ ⎟ +⎜ ⎟ ⎢1 − ⎜ ⎟⎥ (14.53)
⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎜⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎢ ⎜⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎥
totale, 2D 1 2 ⎢⎣ 1 ⎥⎦

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Capitolo 14 39

TABELLA 14.5 Soluzioni multidimensionali espresse come prodotto di soluzioni monodimensionali


per corpi che sono inizialmente a una temperatura uniforme Ti e sono esposti a convezione su tutte
le superfici verso un mezzo a T

0 r x
r0

r
θ(r, t) = θcil(r, t) θ(x, r, t) = θcil(r, t)θsemi-inf(x, t) θ(x, r, t) = θcil(r, t)θparete(x, t)
Cilindro infinito Cilindro semi-infinito Cilindro corto

y
x
x
y

z
x
θ(x, y, z, t) =
θ(x, t) = θsemi-inf(x, t) θ(x, y, t) = θseminf(x, t)θseminf(y, t) θseminf(x, t) θseminf(y, t) θseminf(z, t)
Corpo semi-infinito Quarta parte di un corpo infinito Regione angolare di un grande corpo

2L
2L

y
x x
0 L y
z
x
θ(x, y, z, t) =
θ(x, t) = θparete(x, t) θ(x, y, t) = θparete(x, t)θsemi-inf(y, t) θparete(x, t) θseminf(y, t) θseminf(z, t)
Strato infinito (o parete piana) Strato semi-infinito quarta parte di uno strato infinito
y
x
z
y

z x
y
x
θ(x, y, z, t) = θ(x, y, z, t) =
θ(x, y, t) = θparete(x, t)θparete(y, t) θparete(x, t) θparete(y, t) θsemi-inf(z, t) θparete(x, t) θparete(y, t) θparete(z, t)
Barra rettangolare infinita Barra rettangolare semi-infinita Parallelepipedo rettangolare

Il calore scambiato da un corpo tridimensionale costituito dall’interse-


zione di tre corpi monodimensionali 1, 2 e 3 è:

⎛ Q ⎞⎟ ⎛ Q ⎞⎟ ⎛ Q ⎞⎟ ⎡ ⎛ Q ⎞⎟ ⎤
⎜⎜ ⎟ = ⎜⎜ ⎟ +⎜ ⎟ ⎢1 − ⎜ ⎟⎥
⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎜⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎢ ⎜⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎥
totale, 3D 1 2 ⎢⎣ 1 ⎥⎦
(14.54)
⎛ Q ⎞⎟ ⎡ ⎛ Q ⎞ ⎤⎡ ⎛ Q ⎞ ⎤
+ ⎜⎜ ⎟⎟ ⎢1 − ⎜⎜ ⎟⎟ ⎥ ⎢1 − ⎜⎜ ⎟⎟ ⎥
⎢ ⎜⎝ Q ⎟⎟ ⎥ ⎢ ⎜ Q ⎟⎟ ⎥
⎝⎜ Q max ⎟⎠ 3 ⎢⎣ ⎠
max 1 ⎥⎦ ⎢⎣ ⎝ max ⎠2 ⎥⎦

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40 La conduzione termica in regime variabile

Nei successivi esempi viene illustrato l’uso del prodotto delle soluzioni
in problemi di conduzione termica bi- e tridimensionale.

T = 25 °C
h = 60 W/(m2⋅K)
ESEMPIO 14.9 Il raffreddamento di un cilindro di ottone

L Un cilindro corto di ottone [ = 110 W/(m  K) e  = 3.39  105 m2/s]


x
di diametro D = 10 cm e altezza H = 12 cm è inizialmente a una tem-
0
r ro peratura uniforme Ti = 120 °C.
Ti = 120 °C
L Successivamente il cilindro viene posto in aria atmosferica a 25 °C,
dove ha luogo il fenomeno di convezione termica con un coefficiente di
scambio termico h = 60 W/(m2  K). Si calcoli la temperatura (a) al centro
FIGURA 14.38 del cilindro e (b) al centro della superficie superiore del cilindro, 15 minuti
Schema per l’Esempio 14.9. dopo l’inizio del raffreddamento.

SOLUZIONE
Un corto cilindro viene lasciato raffreddare all’aria ambiente. Si devono de-
terminare la temperatura al centro del cilindro e al centro della superficie
superiore del cilindro.
Ipotesi
1. La conduzione in un cilindro corto è bidimensionale e quindi la tem-
peratura varia sia nella direzione assiale x sia nella direzione radiale r.
2. Le proprietà termiche del cilindro e il coefficiente di scambio termico
sono costanti.
3. Si può applicare la soluzione approssimata al primo termine in quanto
il numero di Fourier è  > 0.2.
Proprietà Le proprietà dell’ottone a temperatura ambiente sono  =
110 W/(m  K) e  = 33.9  106 m2/s (Tabella A-24).
Si avrebbero risultati più accurati se si utilizzassero i valori delle pro-
prietà valutati alla temperatura media.
Analisi
(a) Il cilindro corto fisicamente può essere realizzato intersecando un lun-
go cilindro di raggio r0 = 5 cm con una parete piana di spessore 2L
= 12 cm, come mostrato nella Figura 14.38.
La temperatura adimensionale al centro della parete piana si può cal-
colare facendo riferimento alla Figura 14.15a e risulta:
⎫⎪
αt (3.39×10 m s)(900 s)
−5 2
⎪⎪
τ= 2 = 2
= 8, 48 ⎪⎪
L (0, 06 m) ⎪ T (0, t )−T∞
⎬ θparete(0, t ) = = 0.8
1 λ 110 W (m ⋅ K) ⎪
⎪⎪ Ti − T∞
= = = 30, 6 ⎪
Bi hL 60 W (m ⋅ K )×0.06 m ⎪⎪
⎪⎭
Analogamente, al centro del cilindro, si ha:
⎫⎪
αt (3.39×10 m s)(900 s)
−5 2
⎪⎪
τ= 2 = 2
=12.2 ⎪⎪
r0 (0.05 m) ⎪ T (0, t ) − T∞
⎬ θcil(0, t ) = = 0.5
1 λ 110 W (m ⋅ K) ⎪
⎪⎪ Ti − T∞
= = = 30, 6 ⎪
Bi hL 60 W (m ⋅ K)×0, 05m ⎪⎪
⎪⎭

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Capitolo 14 41

Quindi
⎛ T (0, 0, t ) − T∞ ⎞⎟
⎜⎜ ⎟⎟ = θparete (0, t ) × θcil (0, t ) = 0.8 × 0.5 = 0.4
⎜⎝ Ti − T∞ ⎟⎠cilindro
corto

T (0, 0, t ) = T∞ + 0.4 (Ti − T∞ ) = 25 °C + 0.4 (120 − 25) °C = 63 °C


Questa è la temperatura al centro del cilindro corto, che coincide con il
centro sia del lungo cilindro che della parete piana.
(b) Il centro della faccia superiore del cilindro è ancora sull’asse del cilindro
lungo (r = 0), ma si trova sulla superficie esterna della parete piana
(x = L). Pertanto è necessario innanzitutto trovare la temperatura su-
perficiale della parete. Considerato che x = L = 0.06 m, si ha:

x 0.06 m ⎫

= =1 ⎪


L 0.06 m ⎪
⎪ T (L , t ) − T∞
⎬ = 0.98
1 λ 110 W (m ⋅ K) ⎪
⎪ T0 − T∞
= = = 30.6 ⎪
Bi hL 60 W (m ⋅ K ) × 0.06 m ⎪



Allora:

T (L , t ) − T∞ ⎛⎜ T (L , t ) − T∞ ⎞⎟⎛⎜ T0 − T∞ ⎞⎟
θparete(L , t ) = =⎜ ⎟ ⎟ = 0.98 × 0.8 = 0.784
Ti − T∞ ⎜⎝ T0 − T∞ ⎟⎟⎠⎜⎜⎝ Ti − T∞ ⎟⎟⎠

Quindi:
⎛ T (L , 0, t ) − T∞ ⎞⎟
⎜⎜ ⎟⎟ = θparete (L , t ) × θcil (0, t ) = 0.784 × 0.5 = 0.392
⎜⎝ Ti − T∞ ⎟⎠cilindro
corto

e infine:

T (L , 0, t ) = T∞ + 0.392 (Ti − T∞ ) = 25 °C + 0.392 (120 − 25) °C = 62.2 °C


che rappresenta la temperatura al centro della faccia superiore del cilindro.

ESEMPIO 14.10 Il calore scambiato da un corto cilindro

Si calcoli il calore complessivamente scambiato dal cilindro corto di ottone


[ = 8530 kg/m3, c = 0.380 kJ/(kg  K)], discusso nell’Esempio 14.8.

SOLUZIONE
Inizialmente si calcola la massima quantità di calore che può essere tra-
smessa dal cilindro:

m = ρV = ρπr02 H = (8530 kg m3 ) π (0.05 m 2 )(0.12 m) = 8.04 kg

Q max = mc (T∞ − Ti ) = (8.04 kg )(0.380 kJ kg ⋅ K)(120 − 25) °C = 290.2 kJ

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42 La conduzione termica in regime variabile

Quindi si calcolano i rapporti di scambio termico adimensionalizzato per


entrambe le geometrie. Per la parete piana, dalla Figura 14.15c si ottiene:

1 1 ⎪⎫⎪
Bi = = = 0.0327 ⎪⎪
1 Bi 30, 6 ⎪⎪ ⎛⎜ Q ⎞⎟
⎬ ⎜⎜ ⎟ = 0.23
h 2αt 2
⎪⎪ ⎝ Q max ⎟⎟⎠parete
= Bi τ = (0.0327) (8.48) = 0.0091 ⎪⎪
2 piana
λ2 ⎪⎪⎭

Analogamente, per il cilindro, si ha:

1 1 ⎪⎫⎪
Bi = = = 0.0272 ⎪⎪
1 Bi 36.7 ⎪⎪ ⎛⎜ Q ⎞⎟
⎬ ⎜⎜ ⎟ = 0.47
2
h αt 2
⎪⎪ ⎝ Q max ⎟⎟⎠cilindro
= Bi τ = (0.0272) (12.2) = 0.0090 ⎪⎪
2 infinito
λ2 ⎪⎪⎭

Il rapporto di scambio termico per il cilindro corto risulta, dall’Equazione


14.53:

⎛ Q ⎞⎟ ⎛ Q ⎞⎟ ⎛ Q ⎞⎟ ⎡ ⎛ Q ⎞⎟ ⎤
⎜⎜ ⎟ = ⎜⎜ ⎟ +⎜ ⎟ ⎢1 − ⎜ ⎟⎥
⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎜⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎢ ⎜⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎥
cil corto 1 ⎢
2⎣ 1 ⎥⎦

= 0.23 + 0.47 (1 − 0.23) = 0.592

Pertanto, il calore complessivamente scambiato dal cilindro durante i primi


15 min di raffreddamento è:

Q = 0.592Q max = 0.592 ×(290.2 kJ) = 172 kJ

ESEMPIO 14.11 Il raffreddamento di un cilindro lungo

Un cilindro di alluminio seminfinito [ = 237 W/(m  K),  = 9.71  105


m2/s] di diametro D = 20 cm, inizialmente alla temperatura uniforme Ti
= 200 °C, viene immerso in acqua a 15 °C dove ha luogo lo scambio ter-
mico per convezione con un coefficiente di scambio termico h = 120
W/(m2  K). Si calcoli la temperatura al centro del cilindro e a 15 cm dalla
superficie di base 5 minuti dopo l’inizio del raffreddamento.

SOLUZIONE
Un cilindro di alluminio seminfinito è raffreddato ad acqua. Si deve calco-
lare la temperatura al centro del cilindro a 15 cm dalla superficie.
Ipotesi

1. La conduzione nel cilindro seminfinito è bidimensionale e quindi la tem-


peratura varia sia nella direzione assiale x sia nella direzione radiale r.

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Capitolo 14 43

2. Le proprietà termiche del cilindro e il coefficiente di scambio termico


sono costanti.
3. Si può applicare la soluzione approssimata al primo termine in quanto
il numero di Fourier è  > 0,2.

Proprietà Le proprietà dell’alluminio a temperatura ambiente sono  =


237 W/(m  K) e  = 9.71  106 m2/s (Tabella A-24). Si avrebbero risultati
più accurati se si utilizzassero i valori delle proprietà valutati alla tempe-
ratura media.

Analisi Il cilindro corto fisicamente può essere realizzato intersecando


un lungo cilindro di raggio r0 = 10 cm con un corpo seminfinito, come
mostrato nella Figura 14.39. Questo problema sarà risolto usando le rela-
zioni che forniscono la soluzione approssimata al primo termine per il ci-
lindro e la soluzione analitica per il mezzo seminfinito. Si considera dap-
prima il cilindro infinitamente lungo e si valuta il numero di Biot:

hr0 120 W m 2 ⋅ K × 0.1 m


Bi = = = 0.05
λ 237
I coefficienti 1 e A1 per un cilindro corrispondenti a questo valore del
numero di Biot ricavati dalla Tabella 14.2 sono 1 = 0.3126 e A1 = 1.0124.
Sostituendo tali valori nell’Equazione 14.27 si ottiene:
2
θ0 = θcil (0, t ) = A1e ω1 τ = 1.0124 e−(0.3126) (2.91) = 0.762
2

Si noti che in questo caso il numero di Fourier ha il valore:

αt (9.71×10 m s)(5 × 60) s


−5 2
τ= = 2
= 2.91 > 0.2
r02 (0.1 m)
che rende applicabile l’approssimazione al primo termine. La soluzione per
il solido seminfinito si può ottenere con la relazione:

⎛ x ⎞⎟ ⎛ hx h 2αt ⎞ ⎛ x h αt ⎞⎟
1 − θsemi-inf ( x , t ) = erfc ⎜⎜⎜ ⎟⎟ − exp ⎜⎜⎜ + 2 ⎟⎟⎟⎟ erfc ⎜⎜⎜ + ⎟
⎝ 2 αt ⎠ ⎝λ λ ⎠ ⎝ 2 αt λ ⎟⎟⎠

Si calcolano inizialmente le varie quantità in parentesi:

x 0.15 m
η= = = 0.44
2 αt 2 (9.71 ×10−5 m 2 s)(5 × 60) s

h αt (120 W (m ⋅ K )) (9.71×10 m s)(300 s)


2 −5 2
= = 0.086
λ 237 W (m ⋅ K)

hx 120 W (m ⋅ K )× 0.15 m
2
= = 0.0759
λ 237 W (m ⋅ K)
2
h 2αt ⎛⎜ h αt ⎞⎟ 2
λ2
= ⎜⎜
λ ⎟⎟ = (0, 086) = 0, 0074

⎝ ⎠

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44 La conduzione termica in regime variabile

T = 15 °C
h = 120 W/(m2⋅K)
Sostituendo e valutando le funzioni di errore complementari fornite
Ti = 200 °C
dalla Tabella 14.4, si ottiene:
D = 20 cm

θsemi-inf ( x , t ) = 1 − erfc (0.44) + exp (0.0759 + 0.0074) erfc (0.44 + 0.086)


x = 15 cm
x = 1 − 0.05338 + exp (0.0833) × 0.457
0r
= 0.963
FIGURA 14.39
Schema per l’Esempio 14.11. A questo punto si può applicare il prodotto delle soluzioni ottenendo:

⎛ T ( x , 0, t ) − T∞ ⎞⎟
⎜⎜ ⎟⎟ = θsemi-inf ( x , t ) × θcil (0, t ) = 0.963 × 0.762 = 0.734
⎜⎝ Ti − T∞ ⎟⎠cilindro
semi-infinito

T ( x , 0, t ) = T∞ + 0.734 (Ti − T∞ ) = 15 °C + 0.734 (200 − 15) °C = 151 °C

che è la temperatura al centro del cilindro a 15 cm dalla base.

SOMMARIO
In questo capitolo è stata considerata la variazione della zione tra il corpo e il suo ambiente in quell’istante si
temperatura nel tempo e nello spazio in sistemi mono può valutare tramite la legge di Newton:
o multidimensionali. Inizialmente sono stati trattati i
sistemi a parametri concentrati nei quali la temperatura Q (t ) = hA [T (t ) − T∞ ]
varia nel tempo, ma rimane uniforme all’interno del si-
stema in ogni istante. La temperatura di un corpo trat- La quantità totale di calore trasmesso tra il corpo e il
tabile con un approccio a parametri concentrati di for- mezzo circostante sull’intervallo di tempo da t = 0 a
ma qualunque di massa m, volume V, area superficiale t coincide semplicemente con la variazione della ca-
A, densità  e calore specifico c inizialmente a una pacità termica del corpo:
temperatura uniforme Ti che è esposto a convezione
al tempo t = 0 in un ambiente a temperatura T con Q = mc [T (t ) − T∞ ]
un coefficiente di scambio termico h si esprime:
La quantità di calore trasmesso raggiunge il suo li-
T (t ) − T∞ mite superiore quando il corpo raggiunge la tempe-
= e−bt ratura del mezzo circostante T. Pertanto, la massi-
Ti − T∞
ma quantità di calore scambiato tra il corpo e il suo
dove ambiente è:

Q max = mc [T∞ − Ti ]
hA h
b= =
ρ cV ρ cLc L’errore che si commette ricorrendo allo studio del si-
stema a parametri concentrati è trascurabile quando:
è una quantità positiva la cui dimensione è (tempo)
1. Questa relazione può essere utilizzata per calcolare hLc
la temperatura T(t) di un corpo al tempo t o, viceversa, Bi = < 0.1
λ
il tempo t richiesto perché la temperatura raggiunga
un determinato valore T(t). Nota la temperatura T(t) dove Bi è il numero di Biot e Lc = V/A è la lunghezza
al tempo t, la potenza termica scambiata per conve- caratteristica.

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Capitolo 14 45

Quando lo studio del sistema a parametri concentrati Sfera:


non è applicabile, la variazione di temperatura con la
posizione e con il tempo si può valutare usando i dia- ⎛ Q ⎞⎟ senω1 − ω1 cos ω1
⎜⎜ ⎟ = 1 − 3θ0, sfera
grammi di temperatura variabile forniti nelle Figure ⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ω13
sfera
14.15, 14.16, 14.17 e 14.29, rispettivamente per
un’ampia parete piana, un lungo cilindro, una sfera e Le soluzioni al problema della conduzione variabile
un mezzo seminfinito. I diagrammi sono applicabili in un corpo seminfinito con proprietà costanti e con
per queste geometrie nel caso di scambio termico quattro differenti condizioni al contorno sulla super-
monodimensionale; pertanto, il loro uso è limitato ai ficie sono riportate di seguito:
casi in cui il corpo è inizialmente a una temperatura
Caso 1: Temperatura superficiale fissata, Ts = costante.
uniforme, tutte le superfici sono soggette alle stesse
condizioni termiche e il corpo non è interessato da T ( x , t ) − Ti ⎛ x ⎞⎟ λ (Ts − Ti )
alcuna generazione interna di calore. Gli stessi dia- = erfc ⎜⎜⎜ ⎟ e q s (t ) =
Ts − Ti ⎝ 2 αt ⎟⎠ απt
grammi possono essere usati anche per valutare la
quantità totale di calore scambiato dal corpo fino a Caso 2: Flusso superficiale fissato, q s = costante.
un dato istante t.
Usando una approssimazione al primo termine, le q s (t ) ⎡⎢ 4αt ⎛ x 2 ⎞⎟ ⎛ x ⎞⎟⎤
T ( x , t ) − Ti = exp ⎜⎜− ⎟⎟ − erfc ⎜⎜⎜ ⎟⎥
soluzioni di problemi di conduzione termica in regime λi ⎣ π ⎢ ⎜
⎝ 4 αt ⎠⎟ ⎝ 2 αt ⎟⎠⎥⎦
variabile per sistemi monodimensionali si esprimono
analiticamente con le relazioni: Caso 3: Convezione sulla superficie, q s = h[T T(0, t)].
Parete piana: T ( x , t ) − Ti ⎛ x ⎞⎟
= erfc ⎜⎜⎜ ⎟ − exp
T∞ − Ti ⎝ 2 αt ⎟⎠
T ( x , t ) − T∞
θparete = = A1e−ω1 τ cos (ω1 r r0 )
2

Ti − T∞ ⎛ hx h 2αt ⎞⎟ ⎛ x h αt ⎞⎟
⎜⎜ + ⎟ erfc ⎜⎜ + ⎟
⎜⎝ λ λ 2 ⎟⎠⎟ ⎜⎝ 2 αt λ ⎟⎟⎠
Cilindro:
Caso 4: Impulso di energia sulla superficie, es = co-
T (r , t ) − T∞
= = A1e−ω1 τ J 0 ( ω 1r r0 )
2
θcilindro stante.
Ti − T∞
es ⎛ x 2 ⎞⎟
Sfera: T ( x , t ) − Ti = exp ⎜⎜− ⎟
λ πt α ⎜⎝ 4αt ⎟⎟⎠
T (r , t ) − T∞ sen (ω1 r r0 )
θsfera = = A1e−ω1 τ
2
dove erfc() è il complemento della funzione degli errori
Ti − T∞ (ω1 r r0 ) di argomento .
Facendo uso di un ingegnoso principio di so-
Dove le costanti A1 e 1 sono funzioni solamente del vrapposizione chiamato prodotto delle soluzioni, i
numero di Biot e i loro valori sono riportati, per le diagrammi validi per sistemi monodimensionali pos-
tre geometrie, nella Tabella 14.2 in relazione a Bi. L’er- sono anche essere usati per risolvere problemi di
rore che si commette con la soluzione approssimata conduzione termica in regime variabile per sistemi
al primo termine è inferiore al 2 per cento se  > 0,2. bidimensionali come cilindri corti, lunghe barre ret-
Utilizzando le soluzioni approssimate al primo ter- tangolari, cilindri o piani seminfiniti, e ancora pro-
mine, la frazione di calore trasmesso è espressa da: blemi tridimensionali associati a geometrie quali un
prisma rettangolare o una barra rettangolare semin-
Parete piana:
finita. In tutti questi casi occorre fare l’ipotesi che
tutte le superfici del corpo solido siano soggette a
⎛ Q ⎞⎟ sen ω1 convezione verso lo stesso fluido a temperatura T
⎜⎜ ⎟ = 1 − θ0, parete
⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ω1 con lo stesso coefficiente di scambio termico con-
parete
vettivo h, e che il corpo non sia interessato da alcuna
Cilindro: generazione di calore. La soluzione in tali geometrie
multidimensionali si può esprimere come il prodotto
delle soluzioni per le geometrie monodimensionali
⎛ Q ⎞⎟
⎜⎜ J1 (ω1 )
⎟ = 1 − 2θ0, cilindro la cui intersezione genera la geometria multidimen-
⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ω1
cilindro sionale considerata.

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46 La conduzione termica in regime variabile

La quantità totale di calore trasmesso verso o da Il calore scambiato in regime variabile per un corpo
una geometria multidimensionale può essere calcolata tridimensionale generato dall’intersezione di tre geo-
ancora usando i valori monodimensionali. Il calore metrie monodimensionali 1, 2 e 3 è:
scambiato termico in regime variabile per una geo-
metria bidimensionale generata dall’intersezione di ⎛ Q ⎞⎟ ⎛ Q ⎞⎟ ⎛ Q ⎞⎟ ⎡ ⎛ Q ⎞⎟ ⎤
⎜⎜ ⎟ = ⎜⎜ ⎟ +⎜ ⎟ ⎢1 − ⎜ ⎟⎥
due geometrie monodimensionali 1 e 2 è: ⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎜⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎢ ⎜⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎥
totale, 3D 1 2 ⎢⎣ 1 ⎥⎦
⎛ Q ⎞⎟ ⎛ Q ⎞⎟ ⎛ Q ⎞⎟ ⎡ ⎛ Q ⎞⎟ ⎤
⎜⎜ ⎟ = ⎜⎜ ⎟ + ⎜⎜ ⎟ ⎢1 − ⎜⎜ ⎟⎥ ⎛ Q ⎞⎟ ⎡ ⎛ Q ⎞⎟ ⎤ ⎡ ⎛ Q ⎞⎟ ⎤
⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎝⎜ Q max ⎟⎟⎠1 ⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠2 ⎢⎢⎣ ⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠1 ⎥⎥⎦ + ⎜⎜ ⎟ ⎢1 − ⎜ ⎟ ⎥ ⎢1 − ⎜ ⎟ ⎥
totale, 2D ⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎢ ⎜⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎥ ⎢ ⎜⎜⎝ Q max ⎟⎟⎠ ⎥
3 ⎢⎣ 1 ⎥⎦ ⎢⎣ 2 ⎥⎦

PROBLEMI
14.1 Il serbatoio cilindrico di un impianto per la 14.5 Un locale seminterrato adiacente a una villa vie-
produzione di acqua calda sanitaria contiene acqua ne utilizzato per riporre nella stagione invernale i vasi
alla temperatura iniziale di 50 °C ed è posto in un delle piante che devono essere protette dal freddo.
ambiente a 15 °C. Il diametro interno misura 50 cm Considerando una temperatura esterna del terreno di
e l’altezza 1 m. Sapendo che il coefficiente convettivo 0 °C per un periodo di 3 mesi, determinare se il soffitto
vale 4 W/(m2 K) e trascurando spessore e condutti- del locale, che si trova sotto 2 m di terreno, con con-
vità del serbatoio, calcolare dopo quanto tempo l’ac- duttività termica 0.38 W/(m  K) e diffusività 0.2 
qua in esso contenuta raggiunge la temperatura di 106 m2/s, si mantiene a temperatura superiore a 5 °C.
30 °C. [Soluzione: circa 0 °C]
[Soluzione: 11837 s]
14.6 La temperatura di una corrente gassosa deve
14.2 Una parete in calcestruzzo di 30 cm di spes- essere misurata con una termocoppia la cui giunzione
sore, con conduttività termica 0,93 W/(mK), e densità può essere approssimata come una sfera di 1.2 mm di
1800 kg/m3, inizialmente a 5 °C, viene improvvisa- diametro. Le caratteristiche della giunzione sono  =
mente colpita da una portata di aria calda a 35 °C. Sa- 35 W/(m  K),  = 8500 kg/m3 e c = 320 J/(kg  K),
pendo che l’altra faccia della parete è isolata e che il e il coefficiente di scambio termico convettivo tra la
coefficiente di scambio termico lato aria vale 8 giunzione e il gas è h = 65 W/(m2  K).
W/(m2K), calcolare la temperatura raggiunta dalla su- Si determini l’intervallo di tempo impiegato dalla
perficie non isolata della parete dopo 10 minuti. termocoppia per indicare il 99% della differenza di
[Soluzioni: 27 °C] temperatura iniziale.
[Soluzione: 38.5 s]
14.3 Una parete verticale in mattoni (spessore 45
cm, conduttività termica 0,7 W/(m K) e diffusività 14.7 Per riscaldare una certa quantità di latte per
termica 5.5  107 m2/s) avente temperatura super- un bambino, una madre versa il latte in un bicchiere
ficiale iniziale di 20°C, è portata alla temperatura di di vetro il cui diametro è 6 cm. L’altezza del latte nel
32°C da aria a 40°C. Determinare il tempo necessario bicchiere è 7 cm. Poi la madre colloca il bicchiere in
all’aumento di temperatura superficiale. una grande pentola contenente acqua calda a 60 °C
[Soluzione: 9.7 h] e agita continuamente il latte affinché la sua tempe-
ratura sia sempre uniforme. Se il coefficiente di scam-
14.4 Una parete in mattoni di spessore 45 cm (con- bio termico convettivo tra l’acqua e il bicchiere è 120
duttività 0.7 W/(m K) e densità 1200 kg/m3) durante W/(m2  K), si determini l’intervallo di tempo che la
il giorno raggiunge la temperatura di 17°C a causa temperatura del latte impiega per salire da 3 °C a 38
della radiazione solare che la colpisce, mentre durante °C. Si supponga che le caratteristiche del latte siano
la notte la temperatura dell’aria esterna è 0 °C. Sapen- uguali a quelle dell’acqua.
do che il coefficiente liminare lato esterno vale 25 [Soluzione: 5,9 min]
W/(m2 K), determinare la temperatura della facciata
dopo 6 ore dal tramonto. 14.8 Durante un picnic, in una giornata estiva molto
[Soluzione: 10.7 °C] calda, tutte le bibite fredde sono scomparse rapida-

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Capitolo 14 47

mente e le uniche bibite disponibili sono rimaste quel- calore ceduta dall’albero in questo intervallo di tem-
le alla temperatura ambiente di 25 °C. Nel tentativo po di raffreddamento, riferita all’unità di lunghezza
di raffreddare 335 ml di bibita contenuti in un barat- dell’albero.
tolo avente un’altezza di 12.5 cm e un diametro di [Soluzioni: (a) 390 °C; (b) 15 680 kJ]
6.5 cm, una persona afferra il barattolo e comincia ad
agitarlo nell’acqua ghiacciata a 0 °C contenuta nella 14.12 In un impianto di trasformazione delle carni,
“borsa termica”. Si può supporre che la temperatura bistecche spesse 2 cm [k = 0,45 W/(m  K) e  =
della bibita sia sempre uniforme e che il coefficiente 0.91  107 m2/s], inizialmente alla temperatura di
di scambio termico convettivo tra l’acqua ghiacciata 25 °C, devono essere raffreddate mediante passaggio
e il barattolo di alluminio sia pari a 170 W/(m2  K). attraverso una camera di refrigerazione a 10 °C. I
Supponendo che la bibita abbia le proprietà dell’ac- coefficienti di scambio termico convettivo su en-
qua, si stimi l’intervallo di tempo impiegato dalla tem- trambe le facce delle bistecche sono pari a 9
peratura della bibita nel barattolo per scendere a 8 °C. W/(m2  K). Se entrambe le facce delle bistecche de-
[Soluzione: 362 s] vono essere raffreddate a 3 °C, si determini l’inter-
vallo di tempo di permanenza delle bistecche nella
14.9 Alcune sfere d’acciaio inossidabile per cusci- camera di refrigerazione.
netti volventi [ = 8085 kg/m3,  = 15.1 W/(m  K), [Soluzione: 90,4 min]
c = 0.480 kJ/(kg  K) e  = 3.91  106 m2/s], aventi
un diametro di 1,2 cm, vengono temprate per raffred- 14.13 Una persona colloca alcune mele nel freezer,
damento rapido in acqua. Le sfere escono dal forno a la cui temperatura è 15 °C, per raffreddarle rapida-
una temperatura uniforme di 900 °C e vengono espo- mente per gli ospiti che stanno per arrivare. Le mele
ste per breve tempo ad aria a 30 °C prima di essere sono inizialmente a una temperatura uniforme di
lasciate cadere nell’acqua. Se la temperatura delle sfere 20 °C e il coefficiente di scambio termico convettivo
non deve scendere al di sotto di 850 °C prima della sulle superfici è pari a 8 W/(m2  K). Assimilando le
tempra in acqua e il coefficiente di scambio termico mele a sfere di 9 cm di diametro e supponendo che
convettivo nell’aria è 125 W/(m2  K), si determini le loro proprietà siano  = 840 kg/m3, c = 3.6
per quanto tempo le sfere possono rimanere nell’aria kJ/(kg  K),  = 0.513 W/(m  K) e  = 1.3  107
prima di essere lasciate cadere nell’acqua. m2/s, si determinino (a) la temperatura centrale e la
[Soluzione: 3.7 s] temperatura superficiale delle mele dopo 1 h. Si de-
termini anche (b) la quantità di calore ceduta da cia-
14.10 Un comune uovo può essere approssimato scuna mela.
come una sfera di 5.5 cm di diametro le cui proprietà [Soluzioni: (a) 12.5 °C; 4.1 °C; (b) 14.1 kJ]
sono grosso modo quelle dell’acqua a temperatura
ambiente [ = 0.6 W/(m  K) e  = 0.14  106 14.14 Gli agrumi sono molto suscettibili al freddo e
m2/s]. L’uovo è inizialmente a una temperatura uni- l’esposizione prolungata a temperature inferiori a 0 °C
forme di 8 °C ed è lasciato cadere in acqua in ebol- può distruggerli. Si consideri un’arancia di 8 cm di
lizione a 97 °C. Supponendo che il coefficiente di diametro che è inizialmente alla temperatura di 15 °C.
scambio termico convettivo sia h = 1400 Una notte sopraggiunge un fronte freddo e la tempe-
W/(m2  K), si determini l’intervallo di tempo im- ratura ambiente scende all’improvviso a 6 °C, con
piegato dal centro dell’uovo per raggiungere la tem- un coefficiente di scambio termico convettivo pari a
peratura di 70 °C. 15 W/(m2  K). Usando le proprietà dell’acqua per
[Soluzione: 52.4 min] l’arancia e supponendo che le condizioni ambiente ri-
mangano costanti per 4 h prima che il fronte freddo
14.11 Un albero cilindrico di 35 cm di diametro, fat- si allontani, si determini la temperatura superficiale
to di acciaio inossidabile 304 [ = 14.9 W/(m  K), dell’arancia.
 = 7900 kg/m3, c = 477 J/(kg  K) e = 3.95  106 [Soluzione: 5.2 °C]
m2/s], esce da un forno a una temperatura uniforme
di 400 °C. L’albero viene poi lasciato raffreddare len- 14.15 Una patata di 8 cm di diametro [ = 1100
tamente in una camera a 150 °C con un coefficiente kg/m3, c = 3900 J/(kg  K),  = 0.6 W/(m  K) e 
di scambio termico convettivo medio h = 60 = 1.4  107 m2/s], inizialmente a una temperatura
W/(m2  K). Si determini (a) la temperatura nel centro uniforme di 25 °C, viene cotta in un forno a 170 °C
dell’albero 20 min dopo l’inizio del processo di raf- finché un sensore di temperatura inserito nel centro
freddamento. Si determini anche (b) la quantità di della patata non indica una temperatura di 70 °C. Poi

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48 La conduzione termica in regime variabile

la patata cotta viene estratta dal forno e avvolta in to- H = 15 cm, è inizialmente a una temperatura unifor-
vaglioli spessi affinché essa non ceda quasi calore al- me Ti = 150 °C. Il cilindro viene poi collocato in aria
l’ambiente. Supponendo che il coefficiente di scambio atmosferica a 20 °C, dove avviene scambio termico
termico convettivo nel forno sia pari a 25 W/(m2  K), per convezione con un coefficiente di scambio termi-
si determinino (a) l’intervallo di tempo durante il qua- co h = 40 W/(m2  K). Si calcolino (a) la temperatura
le la patata viene cotta nel forno e (b) la temperatura centrale del cilindro, (b) la temperatura centrale della
di equilibrio finale della patata dopo che è stata av- base superiore del cilindro e (c) la quantità di calore
volta nei tovaglioli. totale ceduta dal cilindro nei 15 minuti successivi al-
[Soluzioni: (a) 38.7 min; (b) 102.4 °C] l’inizio del processo di raffreddamento.
[Soluzioni: (a) 85.4 °C; (b) 84.6 °C; (c) 163.6 kJ]
14.16 Nelle aree dove la temperatura dell’aria rimane
sotto 0 °C per lunghi intervalli di tempo, il congela- 14.20 Un hot dog può essere assimilato a un cilindro
mento dell’acqua nei tubi sotterranei è un problema di 12 cm di lunghezza e di 2 cm di diametro le cui
importante. Per fortuna, durante questi periodi il suolo proprietà sono  = 980 kg/m3, c = 3.9 kJ/(kg  K), 
rimane relativamente caldo e trascorrono settimane = 0.76 W/(m  K) e  = 2  107 m2/s. Un hot dog
prima che temperature inferiori a 0 °C raggiungano le a una temperatura iniziale di 5 °C è lasciato cadere
condotte idriche sotterranee. Perciò, il suolo funge ef- in acqua bollente a 100 °C. Se il coefficiente di scam-
ficacemente da isolante termico per proteggere l’acqua bio termico convettivo sulla superficie dell’hot dog è
dalle temperature atmosferiche invernali inferiori a stimata in 600 W/(m2  K), si determini la temperatura
0 °C. Il suolo in una particolare località è ricoperto di centrale dell’hot dog (a) dopo 5 min, (b) dopo 10 min
una coltre di neve a 8 °C per un intervallo di tempo e (c) dopo 15 min assimilando l’hot dog (1) a un ci-
continuo di 60 giorni e le caratteristiche medie del lindro finito e (2) a un cilindro infinitamente lungo.
suolo in quella località sono l = 0.4 W/(m  K) e a [Soluzioni: (a) 90.20 °C; (b) 99.30 °C; (c) 99.95 °C]
= 0.15  106 m2/s. Supponendo che il suolo sia ini-
zialmente a una temperatura uniforme di 10 °C, si de- 14.21 Un blocco cilindrico di ghiaccio alto 2 cm [
termini la profondità minima di seppellimento per im- = 2.22 W/(m  K) e  = 0.124  107 m2/s] viene
pedire alle condotte idriche di congelare. appoggiato su un tavolo sulla sua base di 2 cm di dia-
[Soluzione: 0.734 m] metro in una stanza a 20 °C. Il coefficiente di scambio
termico convettivo sulle superfici esposte del blocco
di ghiaccio è pari a 13 W/(m2  K) e la cessione di
14.17 Le pareti di un forno sono fatte di calcestruzzo calore dalla base del blocco di ghiaccio al tavolo è tra-
spesso 40 cm [ = 1,1 W/(m  K) e  = 0.60  10 scurabile. Affinché il blocco di ghiaccio non cominci
6 m2/s]. Il forno e l’aria ambiente sono inizialmente in
a fondere in alcun punto per almeno 2 h, si determini
equilibrio termico a 20 °C. Il forno viene poi acceso quale dovrebbe essere la sua temperatura iniziale.
e le sue superfici interne vengono esposte a gas caldi
[Soluzione: 4 °C]
alla temperatura di 1000 °C con un coefficiente di
scambio termico convettivo molto alto. Si determini
14.22 La rete di distribuzione idrica urbana deve es-
l’intervallo di tempo impiegato dalla temperatura della
sere collocata a profondità sufficiente sotto la super-
superficie esterna del forno per salire a 20,1 °C.
ficie del suolo per evitare il congelamento durante
[Soluzione: 146 min] lunghi periodi di temperature sotto 0 °C. Si determini
la profondità minima a cui deve essere collocata la
14.18 Un blocco di legno [ = 0,17 W/(m  K) e  rete di distribuzione idrica in una località dove il suolo
= 1.28  107 m2/s], inizialmente a una temperatura è inizialmente a 15 °C e si prevede che la temperatura
uniforme di 25 °C, viene esposto a gas caldi a una della superficie terrestre nelle condizioni peggiori ri-
temperatura di 550 °C per un intervallo di tempo di manga a 10 °C per un intervallo di tempo di 75 gior-
5 min. Il coefficiente di scambio termico convettivo ni. Si supponga che le proprietà del suolo in quella lo-
fra i gas e il blocco di legno è pari a 35 W/(m2  K). calità siano  = 0.7 W/(m  K) e  = 1.4  105 m2/s.
Se la temperatura di accensione del legno è 420 °C, [Soluzione: 7.05 m]
si determini se il legno si accenderà.
[Soluzione: no] 14.23 Nei climi desertici le precipitazioni piovose
non sono un evento frequente perché le gocce di
14.19 Un cilindro corto di ottone [ = 8530 kg/m3, pioggia che si formano nello strato superiore dell’at-
c = 0.389 kJ/(kg  K),  = 110 W/(m  K) e  = mosfera spesso evaporano prima di raggiungere il
3.39  105 m2/s], di diametro D = 8 cm e altezza suolo. Si consideri una goccia che è inizialmente a

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Capitolo 14 49

una temperatura di 5 °C e ha un diametro di 5 mm. in cui la temperatura è scesa a 50 °C. (c) Supponendo
Si determini l’intervallo di tempo impiegato dalla che il filo di alluminio esca dalla camera di estrusione
goccia per ridurre il suo diametro a 3 mm mentre a 50 °C, si determini la potenza termica ceduta dal
cade attraverso aria ambiente a 25 °C con un coef- filo alla camera di estrusione.
ficiente di scambio termico convettivo pari a 400 [Soluzioni: (a) 144 s; (b) 24 m; (c) 855 W]
W/(m2  K). Si può supporre che la temperatura del-
l’acqua rimanga sempre costante e uniforme a 5 °C 14.25 Si consideri una casa di mattoni [ = 0.72
e che il calore di vaporizzazione dell’acqua a 5 °C W/(m  K) e  = 0.45  106 m2/s] le cui pareti
sia pari a 2490 kJ/kg. sono lunghe 10 m, alte 3 m e spesse 0,3 m. Una
[Soluzione: 5 min] notte il riscaldamento della casa ha cessato di fun-
zionare e si è osservato che la temperatura dell’intera
14.24 Lunghi fili di alluminio [ = 2702 kg/m3, c casa, pareti comprese, è stata di 5 °C durante tutta
= 0.896 kJ/(kg  K),  = 236 W/(m  K) e  = la mattinata. L’ambiente esterno si è riscaldato via
9.75  105 m2/s], di 3 mm di diametro, vengono via che è progredito il giorno, ma nella casa, ben si-
estrusi a una temperatura di 350 °C ed esposti ad aria gillata, non è stato percepito alcun cambiamento.
atmosferica a 30 °C con un coefficiente di scambio Supponendo che la temperatura superficiale esterna
termico convettivo di 35 W/(m2  K). (a) Si determini della casa rimanga costante a 18 °C, si determini l’in-
l’intervallo di tempo impiegato dalla temperatura del tervallo di tempo che la temperatura delle superfici
filo per scendere a 50 °C. (b) Se il filo viene estruso interne delle pareti impiegherebbe per salire a
a una velocità di 10 m/min, si determini la distanza 5.1 °C.
che il filo ha percorso dopo l’estrusione al momento [Soluzione: 236 min]

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