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Misura del calore specifico dell’ottone e calore latente di fusione

del ghiaccio
Luca Driussi

Settembre 2021

1 Introduzione
L’obiettivo di questa esperienza è la misurazione del calore specifico di un solido, nel nostro caso
l’ottone e il calcolo del calore latente di fusione del ghiaccio.

2 Premessa teorica
Il calore specifico c di un corpo è definito come la capacità termica C di un corpo per unità di
massa.
C
c=
m
Quindi per definizione della capacita termica possiamo scrivere:
1 δQ
c=
m δT
Per calore specifico si intende quindi la quantità di calore che è necessario fornire per innalzare
la temperatura di un corpo di un grado Kelvin. Uno strumento fondamentale per la suddetta
misurazione è il calorimetro delle mescolanze. Questo strumento è costituito da un recipiente
con pareti adiabatiche per minimizzare la conduzione di calore e l’interno è rivestito da una
sostanza riflettente per diminuire l’effetto della dissipazione di calore per irraggiamento. È
possibile chiudere il calorimetro con un tappo sul quale sono presenti un foro per l’agitatore
termico (che non è stato utilizzato poiché influiva negativamente sulla resa dell’esperimento) e
un ulteriore foro in cui infilare la termocoppia.
Partendo dalla relazione Q = C∆T si procede con il valutare gli elementi che contribuiscono
alla capacità termica C di tutto il sistema. Quest’ultimo è costituito da una massa nota di acqua
ma il cui calore specifico indichiamo con ca . La sua capacità termica è dunque Ca = ca · ma .
Gli altri elementi che compongono il sistema sono ad esempio la parete interna del thermos e la
termocoppia immersa che hanno calori specifici incogniti benché siano comunque in equilibrio
termico tra loro e con l’acqua al suo interno. Si sceglie di indicare con Cc la capacità termica di
questo insieme di elementi. É necessario conoscere tale valore per la misura di Q. La capacità
termica C è data da C = Ca + Cc

3 Formule ed errori
Per la misura di Cc si procede nel seguente modo: si immette nel calorimetro una quantità
di acqua m1 precedentemente nota, si attende che essa raggiunga l’equilibrio termico con il
calorimetro e in seguito si aggiunge una quantità di massa m2 a temperatura T2 > T1 . Raggiunto
l’equilibrio a temperatura T ? si ha:

(m1 ca + Cc ) · (T ? − T1 ) = m2 ca · (T2 − T ? )

1
É ora necessario introdurre l’equivalenza in acqua del calorimetro definita come

Cc = ca m?

La relazione precedente diventa quindi:

ca (m1 + m? )(T ? − T1 ) = ca m2 · (T2 − T ? )

Dove è possibile semplificare ca . Si ricava dunque l’unica incognita ovvero m?


T2 − T ?
m? = m2 − m1
T ? − T1
L’errore dominante è di tipo massimo quindi per la legge di propagazione dell’errore massimo si
ha:
T2 − T ? m2 |T2 − T ? | |T2 − T1 |
∆m? = ∆m1 + ∆m2 | ?
| + ∆T2 ?
+ ∆T1 ? 2
m2 + ∆T ? ? m2
T − T1 |T − T1 | (T − T1 ) (T − T1 )2

Per misurare il calore specifico di una sostanza solida non solubile in acqua si considera ini-
zialmente una massa di acqua m1 alla temperatura T1 , si introduce in seguito la massa mx a
temperatura T2 (> T1 ), il cui calore specifico indichiamo con cx . La temperatura di equilibrio
viene indicata con T ? .
ca (m1 + m? )(T ? − T1 ) = cx mx · (T2 − T ? )
Da cui si ricava:
(m1 + m? )(T ? − T1 )
cx = ca
mx · (T2 − T ? )
Anche in questo caso l’errore deriva dalla legge di propagazione dell’errore massimo.

T ? − T1 ∆m1 + ∆m? m1 + m?
 
∆cx = ca + ∆mx +
T2 − T ? mx m2x

m1 + m? T ? − T1
 
∆T1 T2 − T1 ?
+ca + ∆T 2 + ∆T
mx T2 − T ? (T2 − T ? )2 (T2 − T ? )2
Per quanto riguarda il calore latente di fusione del ghiaccio, il procedimento è analogo a
quello per la misurazione del calore specifico dell’ottone.
Viene immersa una quantità nota di ghiaccio mg in una massa di acqua m1 a temperatura
ambiente T1 . Se trascuriamo la dispersione del calore nell’ambiente esterno, abbiamo che il
calore ceduto dall’acqua corrisponde alla somma del calore assorbito dal ghiaccio per sciogliersi
completamente e quello scambiato per raggiungere la nuova temperatura di equilibrio T ∗ , cioè
abbiamo:
Qass = Qced

ca (m1 + m? )(T ? − T1 ) = cg mg · (T2 − T ? )


Da cui si ricava, isolando il calore latente di fusione del ghiaccio :

(m1 + m? )(T1 − T ? )
 
λf = ca − (T ? − Tf )
mg

2
Anche in quest’ultimo caso l’errore si ottiene propagando gli errori massimi:

∆m? + ∆m1 m1 + m?
 
?
∆λf = ca + ∆m g (T1 − T )+
mg m2g

m1 + m? m1 + m? + mg
 
+ca ∆T1 + ∆Tf + ∆T ?
mg mg

Durante queste trattazioni abbiamo trascurato il calore disperso nell’ambiente, considerando


il calorimetro un contenitore perfettamente adiabatico. Sappiamo tuttavia che il calore disperso
nella stanza si può esprimere come:

δQ = δ(TA − T (t))dt

dove TA è la temperatura ambiente e δ il coefficiente di conducibilità del calorimetro. Ora se


integriamo ripetto al tempo otteniamo :
t
T (t) = TA + (T0 − TA )e− τ

dove τ è il tempo caratteristico del calorimetro. Possiamo dunque affermare che, se svolgiamo
l’esperimento in un tempo t minore di τ , la dispersione di calore nell’ambiente è trascurabile.
Infatti sviluppando in serie di Taylor e arrestandosi al primo ordine si ottiene

(t + ∆t)TA − T (t)
τ ≈ ∆t ·
T (t + ∆t) − T (t)

4 Apparato sperimentale
Gli strumenti utilizzati durante l’esperimento sono:

• Calorimetro delle mescolanze

• Termometro con errore di sensibilità pari a 0.05 °C

• Bilancia digitale con errore di sensibilità pari a 5 · 10−6 kg

• Cronometro con errore di sensibilità pari a 1 · 10−2 s

Sono stati inoltre misurati i parametri invariabili del sistema (si noti che anche se la tempera-
tura dell’ambiente non resta costante le variazioni sono minime dunque l’approssimazione resta
valida):

• Massa di acqua M1 : 35.32 g

• Massa dell’ottone Mx : 109.56 g

• Massa del calorimetro: 325.67 g

• Massa di acqua M2 : 33.57 g

• Temperatura ambiente: 293.1 K

3
5 Esperimento
Il solido considerato durante l’esperienza è l’ottone. Come primo passaggio è stato valutato
m? , ovvero l’equivalenza in acqua. Si è posto una massa nota d’acqua m1 alla temperatura T1 ,
allo stesso istante è stato avviato il cronometro per monitorare ogni 30 secondi la temperatura
dell’acqua. Dopo 300 secondi è stata versata una quantità di acqua m2 alla temperatura T2 ,
presa da una vasca termostata. Le variazioni di temperatura sono state monitorate per altri 10
minuti, in modo da raggiungere l’equilibrio termico.

Per quanto riguarda la misura del calore specifico dell’ottone, quest’ultimo è stato riscaldato
immergendolo in un bagno di acqua calda, attendendo che raggiungesse la temperatura T2 . In
seguito è stato immerso in un dewar provvisorio per minimizzare la dissipazione del calore duran-
te il trasporto fino alla postazione di lavoro e successivamente è stato immerso nel calorimetro.
In quest’ultimo era già presente una massa di acqua nota m1 , a temperatura T1 . Poi è stato
immerso il campione nel dewar, continuando ad annotare la temperatura fino al raggiungimento
dell’equilibrio termico. Queste misurazioni sono state prese per due volte.

Per il calore latente di fusione del ghiaccio il procedimento è lo stesso di quelli precedenti.
Dopo essere stato inserito il cubetto di ghiaccio e durante tutta la fase di scioglimento si è preso
nota della variazione di temperatura ogni 60 secondi.
È stata rilevata la temperatura della stanza che corrisponde a Tamb = 21.2 ± 0.2°C. L’errore
è stato sovrastimato poiché essa non è rimasta costante durante lo svolgimento di tutto l’espe-
rimento. La stessa osservazione può essere fatta per quanto riguarda la temperatura T2 . Infatti
durante il trasporto del corpo inevitabilmente parte del calore viene dissipato.

4
Nelle tabelle che seguono sono rappresentati rispettivamente:
- Misurazione per l’equivalenza termica in acqua
- Prima misurazione per il calore specifico dell’ottone
- Seconda misurazione per il calore specifico dell’ottone
- Misurazione per il calore latente dell’acqua

Tempo (s) Temperatura (°)


0 19.7
30 19.7
60 19.7
90 19.7
120 19.8
150 19.8
180 19.8
210 19.8
240 19.8
270 19.8
300 38.7
330 38.7
360 38.6
390 38.6
420 38.6
450 38.6
480 38.6
510 38.6
540 38.5
570 38.5
600 38.5
630 38.4
660 38.4
690 38.4
720 38.3
750 38.3
780 38.2
810 38.2
840 38.2
870 38.2
900 38.2

• Temperatura T1 : 19.7 °C

• Temperatura T2 : 68.9 °C

• Temperatura T ? di equilibrio: 38.6 °C

5
Tempo (s) Temperatura (°)
Tempo (s) Temperatura (°)
0 20.6
870 28.5
30 20.6
900 28.5
60 20.6
930 28.5
90 20.6
960 28.5
120 20.6
990 28.5
150 20.6
1020 28.5
180 20.6
1050 28.5
210 20.6
1080 28.5
240 20.6
1110 28.5
270 20.7
1140 28.5
300 20.7
1170 28.5
330 20.7
1200 28.4
360 20.7
1230 28.4
390 20.8
1260 28.4
420 20.8
1290 28.4
450 20.8
1320 28.4
480 20.8
1350 28.3
510 20.9
1380 28.3
540 20.9
1410 28.3
570 20.9
1440 28.2
600 23.3
1470 28.2
630 25.4
1500 28.2
660 26.7
1530 28.2
690 27.5
1560 28.2
720 27.8
1590 28.2
750 28.1
1620 28.1
780 28.2
1650 28.1
810 28.3
1680 28.1
840 28.4

• Temperatura T1 : 20.6 °C

• Temperatura T2 : 68.9 °C

• Temperatura T ? di equilibrio: 28.7 °C

6
Tempo (s) Temperatura (°)
Tempo (s) Temperatura (°)
0 20.1
870 28.0
30 20.1
900 27.9
60 20.1
930 27.9
90 20.1
960 27.9
120 20.1
990 27.9
150 20.1
1020 27.8
180 20.1
1050 27.8
210 20.1
1080 27.8
240 20.1
1110 27.8
270 20.1
1140 27.8
300 20.2
1170 27.8
330 20.2
1200 27.7
360 20.2
1230 27.7
390 20.2
1260 27.7
420 20.2
1290 27.6
450 20.2
1320 27.7
480 20.3
1350 27.6
510 20.3
1380 27.6
540 20.3
1410 27.6
570 20.3
1440 27.6
600 22.8
1470 27.6
630 25.2
1500 27.6
660 26.9
1530 27.5
690 27.9
1560 27.5
720 27.9
1590 27.5
750 27.9
1620 27.4
780 28.0
1650 27.4
810 28.0
1680 27.4
840 27.9

• Temperatura T1 : 20.1 °C

• Temperatura T2 : 68.9 °C

• Temperatura T ? di equilibrio: 28.0 °C

7
Tempo (s) Temperatura (°)
0 20.1
60 20.1
120 20.1
180 20.1
240 20.1
300 19.4
360 18.9
420 17.2
480 16.3
540 16.2
600 15.9
660 15.8
720 15.7
780 15.5
840 15.6
900 15.7
960 15.8
1020 15.9
1080 16.1
1140 16.2
1200 16.5
1260 16.6
1320 16.7
1380 16.9
1440 17.1
1500 17.4
1560 17.6
810 17.9
840 18.1

• Temperatura T1 : 20.1 °C

• Temperatura Tf : 0.07 °C

• Temperatura T ? di equilibrio: 15.9 °C

Queste misure sono state prese ogni minuto per 14 minuti. Si può notare che il ghiaccio
fondente è stato immerso dopo 5 minuti di presa dati, è stato infatti necessario attendere che
l’acqua fosse in equilibrio termico con l’ambiente.

8
6 Analisi dati
6.1 Tempo caratteristico del calorimetro
Dalla formula scritta in precedenza ovvero:

(t + ∆t)TA − T (t)
τ ≈ ∆t ·
T (t + ∆t) − T (t)

si definisce il tempo caratteristico del calorimetro. È inoltre possibile ricavare tramite la


legge di propagazione dell’errore massimo, l’errore associato a τ :

formula.png

In cui si ha che ∆T è l’errore di sensibilità della termocoppia, cioè 0.05 °C. Esso corrisponde
all’incertezza sulle misure di temperatura T (t + ∆t) e T (t). Si è posto inoltre ∆(∆T ) = 1 s,
considerando la difficoltà nel leggere le misure di temperatura a istanti molto precisi. I dati
considerati e i risultati ottenuti sono:

t [s] T(t) [°C] t + ∆T [s] T(t + ∆t)[C] τ [s] ∆τ


360 38.6 900 38.2 2211.43 20.26

6.2 Misura di m?
Calcoliamo inizialmente l’equivalenza in acqua del calorimetro utilizzando le formule sopracitate.
Si valuta ∆T come la semi-differenza tra valore massimo e valore minimo ottenuti tramite
l’interpolazione lineare. Le temperature sono indicate in gradi Celsius.

T? T?max T?min ∆T ?
38.2 38.4 38.00 0.2

Dopo aver calibrato il calorimetro è dunque possibile procedere con il calcolo dell’equivalenza
in acqua che è pari a:
m? ± ∆m? = (18.05 ± 1.86) · 10−3 kg

6.3 Calore specifico dell’ottone


Si consideri ora il calore specifico dell’ottone. Si indica con T ? la temperatura di equilibrio,
conoscendo inoltre il calore specifico dell’acqua ca = 4186 kg −1 K −1 e m? l’equivalenza in acqua
precedentemente calcolata. Per quanto riguarda T ? , essa viene ricavata con il metodo grafico,
interpolando al meglio i dati della retta. Si suppone costante lo scambio di calore tra le due
masse. I risultati ottenuti sono i seguenti:

T? T?max T?min ∆T ?
28.7 28.9 28.5 0.2

T? T?max T?min ∆T ?
28.0 28.2 27.8 0.2

Al termine della calibratura si ottiene dunque:

9
Misurazione cx [Jkg −1 K −1 ] ∆cx [Jkg −1 K −1 ]
1 408.48 38.75
2 393.49 37.57

Le misure risultano compatibili tra loro. Inoltre, il valore atteso per il calore specifico
dell’ottone è pari a 370 Jkg −1 K −1 . Entrambi i risultati rientrano negli intervalli cx ± ∆cx ma
è necessario notare che l’errore associato è piuttosto elevato. Presumibilmente questo è dovuto
al fatto che durante lo svolgimento e la presa dati si sono fatti degli errori. In più, essendo
che il calorimetro non è uno strumento ideale e interagisce quindi con l’ambiente circostante
scambiando calore le misurazioni non si riconducono al valore esatto del calore specifico del
solido.

6.4 Calore latente dell’acqua


Infine la trattazione riguardante il calore latente di fusione dell’acqua. I dati raccolti sono i
seguenti:

• Massa iniziale dell’acqua: 148.56 g

• Massa ghiaccio: 7.93 g

• Temperatura ghiaccio: 0.7 °C

• Temperatura iniziale dell’acqua: 20.1 °C

• Temperatura di equilibrio: 15.9 °C

Il cubetto di ghiaccio è stato inserito nel calorimetro quando si trovava già alla temperatura
di fusione. In questo modo si è evitata la cessione di calore da parte dell’acqua per far si che esso
raggiungesse tale temperatura. I dati ottenuti mediante l’interpolazione grafica sono i seguenti:

T? (C) T?max (C) T?min (C) ∆T ? (C)


15.9 16.2 15.6 0.3

Dalle formule sopracitate si ricava dunque:

λf [kJ kg −1 ] ∆λf [kJ kg −1 ]


305.7 36.59

Il valore atteso del calore latente di fusione risulta essere λf = 335[kJ kg −1 ], la nostra
misurazione rientra quindi nell’intervallo λf ± ∆λf .

10
7 Grafici
In seguito sono riportati i vari grafici che rappresentano come varia la temperatura in funzione
del tempo.

emme_star.jpg

Figura 1: Grafico per l’equivalenza in acqua

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• Questo grafico mostra inizialmente una retta crescente che rappresenta la deriva termica
prima dell’immissione del corpo.

• Al momento dell’immissione del corpo nel bagno d’acqua il grafico si trasforma in una
curva.

• Infine il grafico torna ad essere pressoché una retta poiché comincia la deriva termica del
calorimetro dopo l’immissione del corpo.

Figura 2: Grafico sul calore specifico (prima misurazione)

12
ottoneda20.jpg

Figura 3: Grafico sul calore specifico (seconda misurazione)

13
callatente.jpg

Figura 4: Grafico sul calore latente dell’acqua

14
8 Conclusione e commenti
8.1 Tempo caratteristico del calorimetro
Essendo che il calorimetro delle mescolanze non è perfettamente adiabatico è possibile calcolare
il tempo caratteristico che lo strumento impiega prima di iniziare a interagire con l’esterno. Non
tutto il calore ceduto dal corpo va ad aumentare la temperatura dell’acqua. Una parte di esso
viene inevitabilmente dissipata nell’ambiente. D’altra parte se lo scambio di calore tra il corpo
ed il calorimetro avviene in un intervallo di tempo dell’ordine di qualche secondo, la quantità di
calore ceduta all’esterno è trascurabile ed è dunque possibile affermare che il processo avviene
in condizioni adiabatiche. Come affermato in precedenza la relazione che rappresenta questo
fenomeno è di tipo esponenziale.
Dai calcoli risulta però che il tempo caratteristico del calorimetro è piuttosto elevato, del-
l’ordine di 103 secondi. L’errore ad esso associato risulta essere circa del 25% quindi anch’esso
non trascurabile. Ad ogni modo gli intervalli in cui sono state registrate le varie misurazioni
sono molto inferiori al tempo caratteristico quindi è lecito considerare la dispersione di calore del
tutto trascurabile. È stato comunque necessario svolgere questa analisi poiché non era possibile
affermarlo a priori.

8.2 Errori commessi durante la presa dati


Gli errori commessi durante la raccolta dei dati sono stati diversi. L’azione che ha provocato
più dissipazione di calore è stata la fase di inserimento dell’oggetto considerato all’interno del
calorimetro. La lentezza dei movimenti e l’apertura/chiusura del tappo del dewar hanno influito
a discapito della precisione. Inoltre la termocoppia che registrava il variare delle temperature
è stata inserita tramite un foro sul tappo. Anche questo comporta dispersione di calore. Un
problema concernente proprio la termocoppia si è riscontrato durante il posizionamento di que-
st’ultima all’interno del calorimetro. La punta infatti doveva sempre essere immersa all’interno
dell’acqua ma allo stesso tempo non doveva essere in contatto diretto con l’ottone o con il ghiaccio
e nemmeno con le pareti dove la temperatura non rispecchiava condizioni generiche. Soprattutto
dopo l’inserimento dell’ottone, il posizionamento è stato difficoltoso a causa del vapore acqueo
formatosi all’interno del tappo del dewar che offuscava la visione della termocoppia.

8.3 Errori commessi durante l’analisi dati


Durante la trattazione si è sempre osservato delle misure compatibili con il valore atteso. Tut-
tavia è necessario trattare la questione degli errori che sono associati a tali misure. Per tutte
le fasi dell’analisi, abbiamo utilizzato l’errore massimo delle misure, ossia la mezza divisione
dell’errore di sensibilità. Per quanto concerne la temperatura di equilibrio T ? abbiamo valutato
l’errore come la semi-differenza tra il valore massimo e minimo, ottenuti entrambi con il metodo
di interpolazione grafica. Tale processo non è stato effettuato in modo rigoroso, ma valutando
qualitativamente la retta che meglio interpolava i dati. È quindi opportuno assumere un er-
rore più elevato rispetto alla mezza divisione. Dunque il tasso di errore per il calore specifico
dell’ottone cresce e non è più trascurabile al fine dell’analisi trattata.

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