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Maggio 2022
1
Indice
1 Introduzione 3
1.1 Obbiettivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.2 Introduzione teorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
2 Esperienza 4
2.1 Apparato strumentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
2.2 Configurazione apparato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
2.3 Descrizione della presa dati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
3 Analisi dati 5
4 Grafici 6
5 Conclusioni e Commenti 6
5.1 Risultati ottenuti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
2
1 Introduzione
1.1 Obbiettivi
L’obiettivo dell’esperienza è di trovare l’angolo di Brewster di un raggio luminoso incidente su
un prisma di vetro, per un raggio incidente di lunghezza d’onda λ = 589nm.
Figura 1
3
2 Esperienza
2.1 Apparato strumentale
L’apparato sperimentale consiste in:
• Lampada al sodio;
• Polarizzatore;
• Prisma di vetro;
• Oculare;
Abbiamo innanzitutto montato gli oculari sul basamento graduato: quello con la fessura è
fisso e punta verso la lampada, l’altro è mobile. In seguito abbiamo posto il prisma sul piatto
centrale del supporto e acceso la lampada, regolando il tutto in modo da vedere la luce della
lampada nel secondo oculare. Avremmo dovuto vedere una barra luminosa verticale, dato che
la luce passava per la fessura del primo oculare. Infine abbiamo messo il polarizzatore tra
la lampada e il primo oculare e lo abbiamo regolato in modo tale da vedere la barra di luce
con la luminosità minima possibile: in questo modo possiamo osservare la trasversa magnetica.
E’ importante sottolineare il motivo della scelta della lampada al sodio: questa emette luce
a λ = 589nm pressochè costante. Se, invece, avessimo utilizzato una comune lampadina ad
incandescenza, avremmo ottenuto λ variabili in base al voltaggio settato sul generatore.
4
stato notato che l’intervallo di angoli per cui l’intensità risulta minima all’occhio umano è ampia.
Osservando il grafico del coefficiente di riflessione in funzione dell’angolo di incidenza si nota che
l’estremo destro di questo intervallo è più semplice da individuare rispetto al sinistro, in quanto
a destra del minimo la funzione ha (in media) una derivata maggiore in modulo rispetto a quella
nella zona sinistra. Al fine di completare la misura, la ricerca dell’angolo di Brewster è partita
quindi da angoli minori di quello atteso, aumentandoli successivamente fino a trovare la zona
in cui l’intensità luminosa comincia a crescere notevolmente; da qui poi si procede all’indietro
cercando il minimo. A causa di questo procedimento il valore di aspettazione è affetto da un
errore diverso per ogni misura presa, dipendente da cosı̀ tanti fattori a tal punto da rendersi
imprevedibile: per ovviare a questo problema le misure vengono ripetute un grande numero di
volte in modo tale che la loro distribuzione segua un’andamento gaussiano N (µ, σ), in questo
caso la miglior stima risulta essere la media delle misure prese cosı̀ che la deviazione standard
(σ) decada come √1n dove n = 90 è il numero di misure effettuate.
3 Analisi dati
La formula di cui è fatto uso per determinare i valori dell’angolo di Brewster da analizzare è:
π − |θ1 − θ2 |
θB = (3)
2
θ1 è l’angolo a luminosità minore , θ2 è l’angolo di allineamento. Durante la misurazione, man-
tenendo costante il valore di θ2 , il θB misurato si ottiene dalle variazioni di θ1 . Utilizziamo come
risultato la media dei dati e la rispettiva deviazione standard della media.
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4 Grafici
h1
25 χ2 / ndf 8.32 / 9
A 23.85 ± 3.65
B 56.89 ± 0.09
20
C 0.8216 ± 0.0889
15
10
0
54 55 56 57 58 59 60 61 62 63
5 Conclusioni e Commenti
5.1 Risultati ottenuti
I valori ottenuti sono:
• θB = 57.19 ± 0.14 ◦
• n2 = 1.551 ± 0.008