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Ricerca del fuoco di una lente

Pepe Emanuele, Stellin Simone, Stocco Calzavara Michele

Marzo 2022

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Indice
1 Introduzione 3
1.1 Obbiettivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.2 Introduzione teorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

2 Esperienza 4
2.1 Apparato strumentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
2.2 Configurazione apparato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
2.3 Descrizione della presa dati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

3 Analisi dati 6

4 Grafici 7

5 Conclusioni e Commenti 9
5.1 Risultati ottenuti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

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1 Introduzione
1.1 Obbiettivi
Scopo dell’esperienza è verificare sperimentalmente la veridicità della legge delle lenti sottili:

1 1 1
+ =
p q f

osservando il comportamento di una lente convergente attraversata dalla luce di una lampadina
ad incandescenza. Viene indicata con p la prima distanza e con q la seconda.

1.2 Introduzione teorica


L’equazione delle lenti sottili è il risultato dello studio del cammino ottico di un’onda attraverso
una lente. Osserviamo il seguente schema:

R1 , R2 indicano i raggi di curvatura della lente e η1 , η2 gli indici di rifrazione rispettivamente


del mezzo (in cui è inserita la lente) e del materiale della lente. Consideriamo p e q≫h1,h2
(approssimazione dei raggi parassiali) e p,q ≫ R1,2 ≫ h1,2 ∧ h1∼h2 (approssimazione delle
lenti sottili). Chiamiamo:

l1 (OL1 L2 I)
l2 (OC1 C2 I)

i due cammini ottici e, sulla base dei punti di riferimento del disegno, consideriamo la loro dif-
ferenza.
Una volta svolti i calcoli e tenuto conto delle approssimazioni, otteniamo:

 
1 1 n2 − n1 1 1
+ = +
p q n1 R1 R2

detta “Equazione del costruttore di lenti”, da cui ricaviamo

1 1 1
+ =
p q f

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ossia l’equazione delle lenti sottili. La grandezza f è chiamata lunghezza focale e vale

 
1 n2 − n1 1 1
= +
f n1 R1 R2

2 Esperienza
2.1 Apparato strumentale
L’apparato sperimentale consiste in:

• Lampadina a incandescenza;

• Lente sottile;

• Schermo;

• Generatore di corrente continua;

• Binario ottico graduato (2m);

• Calibro ventesimale;

• Barretta in metallo;

• Fili e morsetti di collegamento;

2.2 Configurazione apparato


La lampadina e la lente vengono montate sui rispettivi supporti, quindi posizionati sul binario.
La lampadina viene quindi collegata al generatore di corrente continua e se ne imposta l’intensità
agendo sul voltaggio dello stesso.
Per effettuare le misurazioni si accende la lampadina e si osserva l’immagine di questa rifratta
dalla lente su di uno schermo nella forma di un foglio di carta, montato su un terzo supporto.
Bisogna porre attenzione che nessuna delle distanze non risulti mai minore dell’inverso della
lunghezza focale, altrimenti sarà impossibile avere una messa a fuoco.

2.3 Descrizione della presa dati


Si parte misurando il diametro della lampadina (2R) e la lunghezza (L) della barretta metallica
usando un calibro ventesimale, ponendo poi la barretta tra lampadina e lente per misurare la
posizione x0 = xm − (R + L) della lente e, tenendo fissa la lente, ripetendo la misura spostando
la barretta dal suo lato opposto e avvicinando quanto più possibile lo schermo, ottenendo cosı̀ la
misura y0 = ym − (R + 2L). Questi valori serviranno come valori di correzione sulle misure delle
posizioni x e y di lente e schermo (che faranno rispettivamente da p e q nelle nostre formule).
Si procede quindi posizionando lo schermo sul fondo della scala e trovando una distanza della
lente dalla lampadina per cui l’immagine sembra messa a fuoco. Si posiziona quindi la lente sulla
prima tacca successiva ad essa e si prende cosı̀ la prima misura di x, prendendo le misure di y
spostando lo schermo e osservando entro quali distanze l’immagine proiettata su di esso risulta
essere messa a fuoco, usando la semisomma di massimo e minimo misurati come miglior stima
e semidifferenza come ∆y. Dal momento che molte delle prime misure avranno una distanza
massima ben oltre la lunghezza massima del binario, si considera simmetrico il comportamento
dell’immagine proiettata.

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Si procede quindi spostando la lente di una quantità via via crescente, passando da una misura
per millimetro fino ad una ogni 25 mm ottenendo:

• 53 misure spostando la lente di 1 mm;

• 34 misure spostando la lente di 2 mm;

• 5 misure spostando la lente di 3 mm;

• 29 misure spostando la lente di 5 mm;

• 28 misure spostando la lente di 10 mm;

• 20 misure spostando la lente di 20 mm

• 21 misure spostando la lente di 25 mm;

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3 Analisi dati
Avendo a disposizione un set di dati (p1 , q1 ), vogliamo dimostrare l’equazione delle lenti sottili
a partire da:
1 1 1
+ = (1)
p+A q+B C
stimandone i parametri A, B, C. Le aspettative sono quindi di trovare A, B ∼ 0 mentre C ∼ f .
Viene espresso p rispetto a q secondo la relazione:

C(q + B)
y= −A
q+B−C
Questa relazione può essere ora utilizzata come la funzione di un’ipotesi dove il valore di aspet-
tazione di x è la y misurata.
Ricordando che x corrisponde a p e y a q, procediamo appurando l’accettabilità dell’ipotesi, con
dovuti accorgimenti. Per far si che i dati raccolti siano centrati, x e y vengono utilizzati nel fit
come:

x∗ = (x − x0 ) + L + R (2)

y ∗ = (y − y0 ) − (x − x0 ) + L (3)
dove x e y sono i p e q rispettivamente misurati durante l’esperienza. Come errore sulla x viene
considerato solamente l’errore associato alla tacca del binario (0,2 mm), trascurando gli altri che
verranno addizionati successivamente agli errori del fit associati ad ’A’(x0, y0, L) e ’B’ (x0, L,
R). Sulla y, invece, l’errore è determinato dall’intervallo di incertezza sopra citato. Fatto ciò si
nota che la relazione da noi ipotizzata converge con le misurazioni effettuate.

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4 Grafici

Graph
1800
χ2 / ndf 110.4 / 187
C 198.1 ± 0.2062
1600
B − 24.55 ± 0.3479
1400 A 1.688 ± 0.3614

1200

1000

800

600

400

200
400 600 800 1000 1200 1400 1600
Figura 1: Fit dei dati

7
Graph
χ2 / ndf 109.9 / 188

40 p0 −0.1591 ± 0.2359

p1 0.0001631 ± 0.0002184
20

− 20

− 40

− 60

400 600 800 1000 1200 1400 1600

Figura 2: Compatibilità dei dati

resid h1
Entries 190
Mean 0.1182
Std Dev 0.7198
30 χ 2 / ndf 10.05 / 10
Constant 30.94 ± 2.95
Mean 0.06644 ± 0.05851
25
Sigma 0.7291 ± 0.0468

20

15

10

0
−2.5 −2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5

Figura 3: Istogramma dei dati ottenuti

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Graph
20 χ2 / ndf 109.9 / 188

p0 −0.1591 ± 0.2359
15
p1 0.0001631 ± 0.0002184

10

−5

−10

−15

−20
400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800

Figura 4: Zoom sulla compatibilità

5 Conclusioni e Commenti
5.1 Risultati ottenuti
Dai dati ricavati durante l’esperienza sono stati stimati i parametri A, B e C ottenendo i seguenti
risultati:

• A = 1.69 ± 0.51 mm

• B = −24.55 ± 0.50 mm

• C = 198.1 ± 0.2 mm

Il fit risulta coerente con la relazione ipotizzata, A risulta leggermente sovrastimato in quanto
distante dal valore di aspettazione per più di 3 volte il suo errore.
B invece è incompatibile con 0: l’asse delle ”q” risulta traslato di 2.5cm c/a con un errore molto
piccolo. Dato che l’intero set di dati risulta spostato, riteniamo di dover trattare questa anomalia
come un errore sistematico occorso durante la presa delle misure e presente in tutti i dati in
quanto presi dalla medesima persona; nonostante ciò questo problema non va ad intaccare i
valori degli altri parametri i quali risultano abbastanza accettabili.
C risulta leggermente sottostimato, il valore di aspettazione era 200mm e il risultato ottenuto
non vi rientra neanche considerando 3σ; riteniamo comunque il suo valore accettabile.
Il valore del χ2 risulta più basso del numero di gradi di libertà ma è comunque accettabile: la
sottostima potrebbe essere dovuta alla grandezza degli errori sulla y che potrebbero essere stati
sovrastimati nel corso delle misurazioni.
L’istogramma dei residui presenta comunque una distribuzione gaussiana con µ compatibile con
0 entro l’errore stabilito dal programma.

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