Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Relatore: Laureando:
Prof. Vincenzo Guidi Riccardo Landi
Correlatore:
Prof. Domenico Stanzial
2
Indice
3
INDICE 4
B Codice utilizzato 64
Capitolo 1
5
CAPITOLO 1. BASE TEORICA DELL'ACUSTICA LINEARE 6
1.2.1 Impedenza
Nell'assunzione di campo acustico monodimensionale la 1.10 si riduce a:
∂v 1 ∂p
=− (1.17)
∂t ρo ∂x
Considerando un'onda progressiva o regressiva e calcolando le derivate parziali,
si ottiene la seguente relazione tra pressione e velocità:
p± = ±Zo v± (1.18)
Dove Zo = ρo c è chiamata impendenza specica del mezzo ed è una costante.
In generale l'impedenza acustica Z è denita come rapporto tra pressione e velo-
cità in un generico campo acustico. Il valore di Z può dipendere dalla posizione
nello spazion e dal tempo. L'impedenza specica Zo è denita come l'impedenza
di un'onda piana progressiva ed è una caratteristica del mezzo in cui si propaga
l'onda. L'impedenza acusitca è misurata in rayl. Il valore dell'impedenza spe-
cica dell'aria dipende dalla temperatura, a temperatura ambiente (20◦ C ) vale
circa 413rayl.
CAPITOLO 1. BASE TEORICA DELL'ACUSTICA LINEARE 9
É possibile denire una densità di energia del campo sonoro legata all'intensità
dalla relazione (valida nel caso monodimensionale):
ˆ x2
d
W (x, t)Sdx = S(I(x1 , t) − I(x2 , t)) (1.21)
dt x1
CAPITOLO 1. BASE TEORICA DELL'ACUSTICA LINEARE 10
Tubo chiuso : chiudendo il tubo con una parete perfettamente rigida lo strato
del mezzo acustico a contatto con la prete deve restare in quiete. La condizione
che si ricava è vo = 0. Applicandola alle 1.36:
p = po cos(kx)eiωt (1.41)
po
v = −i sin(kx)eiωt (1.42)
Zo
L'impedenza complessa Zc vale:
Zc = iZo cot(kl) (1.43)
Sonde acustiche
intensimetriche
14
CAPITOLO 2. SONDE ACUSTICHE INTENSIMETRICHE 15
Facendo riferimento al risultato della 1.27, basta sostituire nella 1.26 (φz − φ)
a φz nel risultato. Considerando solo la parte attiva dell'intensità si ottiene:
|p|2
Iˆa cos2 (φp + ωt)cos(φz − φ) (2.1)
=
|Z|
|p|2
= (cos2 (φp + ωt)) [cos(φz )cos(φ) + sen(φz )sen(φ)] (2.2)
|Z|
(2.3)
Calcolando il valore medio:
1 |p|2 1 |p|2
Iˆm = cos(φz )cos(φ) + sen(φz )sen(φ) = Im cos(φ) + Irmax sen(φ)
2 |Z| 2 |Z|
pm = pδp (2.24)
vm = vδv (2.25)
Ricordando che δv e δp sono reali e indipendenti dal tempo, si procede a calcolare
l'intensità misurata media:
ˆ
1
Im = Re(pm )Re(vm )dt (2.26)
T
ˆ
1
= δp Re(p)δv Re(v)dt (2.27)
T
= δp δv I (2.28)
2sen(k∆r/2)
= cos(k∆r/2) I (2.29)
k∆r
sen(k∆r)
= I (2.30)
k∆r
L'errore sull'intensità (media) è dato da:
sen(k∆r)
e(I) = 1 − (2.31)
k∆r
Dalla 2.42 si deduce che un errore di fase tra i due trasduttori comporta un
ulteriore errore sistematico oltre a quello dato dall'approsimazione nita del
gradiente di p. In particolare, in approssimazione di piccole dierenze di fase
l'errore è proporzionale a φe e inversamente proporzionale al fattore k∆r. L'er-
rore sarà rilevante per piccole distanze di separazione tra i microfoni e per alte
CAPITOLO 2. SONDE ACUSTICHE INTENSIMETRICHE 20
Per denire un criterio sulla distanza ∆r alla quale posizionare i due microfoni
è utile considerare, inizialmente, i microfoni perfettamente in fase.
Per valutare l'errore verranno utilizzate le formule ricavate in approssimazione
di onda piana nel capitolo precedente. Nonostante nel processo di calibrazione
trattato in questa tesi si utilizzi un campo acustico che in buona approssimazione
può essere considerato di onde piane, in generale le misure eettuate con una
sonda intensimetrica non riguardano necessariamente un campo di questo tipo.
Per conoscere l'errore su una misura in un campo generico sarebbe necessario
conoscere la struttura del campo. Dato che ciò non è sempre possibile si utilizza
l'errore in approssimazione di onda piana per stimare l'errore sulla misura.
In ambito acustico l'errore sull'intensità viene valutato esprimendo l'intensità
misurata in decibel, con valore di riferimento l'intensità reale:
Im
Im [dB] = 10log (3.1)
I
21
CAPITOLO 3. CONDIZIONI DI UTILIZZO DELLA SONDA P-P 22
1.6
1.4
1.2
1
|1-e(p)| (dB)
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6
Figura 3.1: Pressione misurata nel punto medio in dB rispetto alla pressione
reale
0.5
0.45
0.4
0.35
|1-e(v) (dB)|
0.3
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6
Figura 3.2: Velocità misurata nel punto medio in dB rispetto alla velocità reale
CAPITOLO 3. CONDIZIONI DI UTILIZZO DELLA SONDA P-P 23
2.5
1.5
|1-e(I)| (dB)
0.5
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6
Figura 3.3: Intensità media misurata nel punto medio in dB rispetto all'intensità
reale
Che permette di calcolare la massima distanza tra i due microfoni per avere un
errore sistematico minore di 0.11, in funzione della frequenza.
50
45
40
35
30
25
20
15
10
Figura 3.4: Distanza massima tra i microfoni per avere un errore sistematico
minore di 0.11, in funzione della frequenza dell'onda incidente
Dalla gura 3.4 si può constatare che con una distanza di circa 10mm la
condizione sull'errore è soddisfatta no a circa 4000Hz . Aumentando la distanza
oltre i 15mm la gamma di frequenze misurabili si riduce rapidamente. Infatti,
congurazioni con distanze maggiori di 12mm sono utilizzate solo per eseguire
misure a basse frequenze.
La congurazione generalmente utilizzata prevede una separazione di 12mm tra
i trasduttori. Generalmente nella valutazione della distanza ottimale si tengono
in conto anche gli eetti di dirazione, legati alla presenza del separatore tra i
due microfoni. Dato che nella sonda utilizzata in questa tesi non è presente un
separatore e gli eetti di dirazione sono ritenuti trascurabili, si ricercherà un
criterio che permetta di individuare una distanza che permetta di lavorare in
una gamma di frequenze sucientemente ampia.
0.4
Errore con fase
Errore senza fase
0.35
0.3
0.25
|1-e(I)| (dB)
0.2
0.15
0.1
0.05
0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 0.45
φe può essere sia negativo che positivo, sarebbe necessario valutare entrambi i
casi. Si può, però, notare che in caso di φe < 0 l'errore può annularsi, mentre
per φe > 0 ciò non è possibile. Dato che lo sfasamento non è noto a priori è
ragionevole considerare il caso in cui l'errore è massimo per trovare la dsitanza
ottimale tra i microfoni.
Considerando il caso φe > 0, si può anche mostrare che l'errore è sempre positi-
vo. Questo permette di ridurre il calcolo alla minimizzazione di e(I), invece che
del suo valore assoluto.
Derivando e(I) e imponendo l'annullamento della derivata si ottiene:
δ + φe
= tan(δ) (3.5)
1 − δφe
L'equazione non ha soluzione analitica, ma è possibile risolverla numericamente
per diversi valori di φe . In questo modo si può valutare come varia il paramentro
δ entro una serie di valori di φe compatibile con le approssimazioni fatte. Nella
gura 3.6 sono riportati i valori di δ che minimizzano l'errore. All'aumentare
dello sfasamento il valore di δ cresce. É interessante notare che, nel caso consi-
derato in gura, il valore di δ ottimale è sempre minore del limite considerato
nella sezione precedente, cioè δ < 0.83. Per avere avere dei valori maggiori di
0.83 sono necessai sfasamenti di più di 8◦ , che esulano dall'approssimaizone di
piccoli sfasamenti considerata.
0.4
0.35
0.3
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1
Figura 3.6: Valore di δ per minizzare l'errore in funzione della fase φe in gradi.
Chiaramente, dato che non lo sfasamento non è noto a priori e non è ne-
cessariamente costante per tutte le frequenze, non è possibile identicare uni-
vocamente il paramentro δ della sonda. Inoltre, dato che la sonda dovrà essere
CAPITOLO 3. CONDIZIONI DI UTILIZZO DELLA SONDA P-P 27
300Hz
0.7 600Hz
900Hz
1200Hz
0.6 1500Hz
Errore = 0.5 dB
|1-e(I)| (dB)
0.5
0.4
0.3
0.2
5 10 15 20 25 30 35 40
Figura 3.7: Curve dell'errore in decibel per varie frequenze con φe = 0.5◦
0.6
300Hz
600Hz
0.5 900Hz
1200Hz
1500Hz
Errore = 0.5dB
0.4
|1-e(I)| (dB)
0.3
0.2
0.1
0
0 5 10 15 20 25 30
Figura 3.8: Curve dell'errore in decibel per varie frequenze con φe = 0.08◦
0.7
Simulazione
Previsione teorica
0.6
0.5
|1-e(I)| (dB)
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50
r (mm)
sità vera è stata calcolata facendo il prodotto di pressione e velocità nel punto
x = ∆r/2. Il valore di intensità misurata è stato calcolato a partire dai valori di
p nei due punti, usando la media delle due pressioni e ricostruendo la velocità
con l'integrale.
Per simulare l'errore,per ognuno dei due microfoni, al posto del valore esatto
dell'onda sinusoidale è stato sostituito una valore casuale da una distribuzione
gaussiana. La distribuzione è centrata sul valore esatto di p e ha come deviazine
standard una frazione del valore di p.
Prima di introdurre l'errore casuale sulle misure, sono state eettuate delle si-
mulazioni per vericare l'andamento dell'errore previsto. Dato che il sistema
di acquisizione lavora ad una frequenza di campionamento nita, l'integrale per
calcolare la velocità è approssimato ad una sommatoria discreta. Per valutare
come ciò inuenza le misure sono state eettuate delle simulazioni. In gura 3.9
è mostrato l'errore simulato per una frequenza di 1000Hz. Lo spostamento tra la
curva simulata e la previsione teorica è dovuto al campionamento nito. Infatti,
aumentando di qualche ordine di grandezza la frequenza di campionamento, le
curve si sovrappongono.
Nella gura 3.10 è stata simulato uno sfasamento di 0.1° tra i due trasduttori
di pressione. In questo caso il campionamento delle misure inuenza di più
la curva. Dato che, a dierenza del caso teorico, l'errore non è costante nel
tempo ma varia leggermente, ogni punto della curva è ottenuto come valor
medio dell'errore simulato su una coppia di microfoni a quella distanza. L'errore
è scostato rispetto alla curva teorica a cusa del campionamento nito, come nel
CAPITOLO 3. CONDIZIONI DI UTILIZZO DELLA SONDA P-P 30
0.7
Simulazione
Previsione teorica
0.6
0.5
|1-e(I)| (dB)
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0 5 10 15 20 25 30 35
r (mm)
caso precedente.
Nella gura 3.11 è simulato un errore gaussiano sulle misure. L'errore è stato
ottenuto sostituendo a ogni valore di pressione letto dai trasduttori una distri-
buzione gaussiana centrata sul valore e con deviazione standard una frazione
del valore originale.
L'errore non inuenza particolarmente l'andamento della curva, la zona di mi-
nimo risulta più dicile da individuare, ma in generale tra i 5mm e i 15mm
l'errore è più piccolo che alle altre distanze. In genereale l'errore casuale in-
uenza molto la curva per piccoli sfasamenti, come si può vedere nella gura
3.12, mentre è meno rilevante per sfasamenti maggiori, come in gura 3.13.
Ciò è dovuto al fatto che diminuendo φe l'errore dovuto al solo sfasamento cala,
mentre quello dovuto all'errore casuale non subisce sostanziali modiche. Per
sfasamenti maggiori di 0.1° è ancora possibile identicare un minimo nella curva
dell'errore, mentre per sfasamenti più piccoli di 0.1° a distanze minori di 10mm
l'errore casuale domina sullo sfasamento.
Anche errori minori del 5% dominano sulla dierenza di fase per φe < 0.1°.
Nella gura 3.14 si può vedere come la presenza dell'errore casuale alza l'errore
nella zona del minimo teorico. In questo modo diventa poco rilevante il posizio-
nare i microfoni alla distanza corrispondente al minimo errore teorico, dato che
no a 15mm l'errore non cresce signicativamente.
CAPITOLO 3. CONDIZIONI DI UTILIZZO DELLA SONDA P-P 31
0.7
Simulazione
Previsione teorica
0.6
0.5
|1-e(I)| (dB)
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0 5 10 15 20 25 30 35
r (mm)
Figura 3.11: Simulazione dell'errore con φe = 0.1° e errore sulle misure con
σ = 25% del valore di pressione, su un onda piana a 1kHz.
0.45
Simulazione
Previsione teorica
0.4
0.35
0.3
|1-e(I)| (dB)
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40
r (mm)
Figura 3.12: Simulazione dell'errore con φe = 0.01° e errore sulle misure con
σ = 25% del valore di pressione, su un onda piana a 1kHz.
CAPITOLO 3. CONDIZIONI DI UTILIZZO DELLA SONDA P-P 32
1.1 Simulazione
Previsione teorica
1
0.9
0.8
|1-e(I)| (dB)
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0 5 10 15 20 25 30 35 40
r (mm)
0.2
Simulazione
0.18 Previsione teorica
0.16
0.14
0.12
|1-e(I)| (dB)
0.1
0.08
0.06
0.04
0.02
0
0 5 10 15 20
r (mm)
Figura 3.14: Simulazione dell'errore con φe = 0.01° e errore sulle misure con
σ = 1% del valore di pressione, su un onda piana a 1kHz.
CAPITOLO 3. CONDIZIONI DI UTILIZZO DELLA SONDA P-P 33
3.2 Conclusioni
É stato mostrato come sia possibile valutare la distanza ottimale tra i due mi-
crofoni di pressione trovando il minimo della curva di errore sulla misurà dell'in-
tensità. Il procedimento illustrato non permette di determinare univocamente
una distanza ottimale, dato che non sempre si conosce a priori lo sfasamento dei
microfoni e che le curve di errore dipendono dalla frequenza dell'onda misurata.
Utilizzando le considerazioni e le simulazioni fatte nelle sezioni precedenti è pos-
sibile identicare un intervallo di distanze nel quale è conveniente posizionare
i microfoni. Si supponga che, in generale, lo sfasamento dei microfoni non sia
molto più grande di 1°. Nel caso che i microfoni in uso abbiano uno sfasamento
da 0.1° a 1° o di poco maggiore, l'errore casuale non inuisce troppo e si pos-
sono utilizzare le curve teoriche. Per frequenze no a 3000/4000Hz la distanza
ottimale si trova tra i 10mm e i 15mm.
Nel caso i microfoni avessero dierenze di fase minori di 0.1° l'errore casuale
dominerebbe su quello dovuto alla fase, rendendo poco utile l'individuazione
del minimo delle curve di errore. In questo caso si dovrebbe utilizzare il cri-
terio δ < 0.83, che porterebbe ancora alla conclusione di utilizzare distanze di
10/15mm.
La distanza di 12mm generalmente utilizzata3 risulta, quindi, un buon compro-
messo che permette di tenere sotto controllo l'errore senza conoscere lo sfasa-
mento dei microfoni. Nel caso si vogliano fare misurazioni a basse frequenze,
sotto i 100Hz, è necessario utilizzare sonde con microfoni distanziati di 50mm
per restare sotto 1dB di errore.
Le curve dell'errore possono essere utillzate per stimare l'intervallo di frequenze
osservabili con la sonda in una determinata congurazione. Per esempio, nel
caso di sfasamento dell'ordine di 0.5, dalla gura 3.7 si può notare come l'errore
sulle frequenze minori di 300Hz superi i 0.5dB che indica un errore signifcativo
per basse frequenze.
34
CAPITOLO 4. PROCESSO DI CALIBRAZIONE DELLE SONDE 35
Per calibrare le misure ottenute dalla sonda si procede nel seguente modo. De-
nite sp (t) e sv (t) le misure scalibrate ottenute dalla sonda, si convertono in
unità siche:
Pa
p(t)[P a] = sp (t)[U a]α (4.8)
Ua
−1
ms
v(t)[ms−1 ] = sv (t)[U a]β (4.9)
Ua
2 Si veda appendice A
CAPITOLO 4. PROCESSO DI CALIBRAZIONE DELLE SONDE 37
Le misure sono state eettuate all'interno del laboratorio Larix, presso il dipar-
timento di Fisica dell'Università di Ferrara. Il laboratorio consiste in un tunnel
di cemento lungo circa 100 m. L'ambiente è acusticamente isolato dall'esterno
e non ci sono fonti di rumore signicative. All'interno del tunnel è installato un
tubo di acciaio sospeso in aria con degli appositi sostegni. Il tubo è costituito
da cinque moduli di lunghezza 6m, un modulo da 5 m e uno da 1m che disponde
di un alloggio per l'inserimento della sonda.
Il tubo è collegato ad una estremità a un altoparlante tramite la campana
di un trombone. La lunghezza del tubo permette alle onde sonore prodotte
dall'altoparlante di attenuarsi prima di raggiungere l'altra estremità, in modo
da rendere trascurabile la presenza di onde riesse. In questo modo è possibile
instaurare all'interno del tubo un campo di onde piane progressive.
Le sonde sono state inserite in un apposito alloggio a 10.60m dall'inizio del
tubo. L'alloggio dà la possibilità di inserire contemporaneamente sia la sonda
p-p che la p-v, in modo che le misure eettuate con ciascuna delle due sonde
siano eettuate nelle stesse condizioni. Per la misura in campo reattivo il tu-
bo è stato aperto al termine di uno dei moduli, svitando una delle giunzioni,
in modo da ottenere un tubo lungo 17m. Accorciando la lunghezza del tubo
38
CAPITOLO 5. CALIBRAZIONE DI UNA SONDA P-P E P-V 39
le onde riesse non sono più trascurabili e si ottiene un campo acustico dato
dalla sovrapposizione di onde progressive e regressive. Per instaurare il campo
reattivo da usare per la miura sono state realizzate le condizioni di tubo aperto
e tubo chiuso. Per il tubo aperto è bastato disallineare le terminazioni dei due
moduli nel punto in cui il tubo è stato aperto. Il tubo chiuso è stato ottenuto
coprendo la terminazione del tubo con una moneta metallica.
Per l'acquisizione delle misure sono stati utilizzati i seguenti strumenti:
Altoparlante Tannoy mod. ic6 DC, collegato alla campana da trombone
per generare il campo acustico all'interno del tubo;
Amplicatore di potenza Alesis RA 150 amplifyer, utilizzato per pilotare
l'altoparlante;
Scheda audio Focusrite Scarlett 18i8 per l'acquisizione dei segnali dalle
sonde e la comunicazione con l'amplicatore;
Brüel & Kjær Nexus conditioning amplier 2690, necessario per la gestione
del microfono di riferimento;
Microfono Brüel & Kjær free eld microphone 1/4" type 493, utilizzato
come microfono di riferimento;
Pistonofono acoustical calibrator type 4231 Brüel & Kjær, permette di
genereare un segnale a 1 Pa per la taratura del microfono di riferimento;
Computer collegato alla scheda audio dotato di MatLab.
L'input e l'output della scheda audio sono stati gestiti interamente con MatLab,
utilizzando sia funzioni implementate nel programma che script appositamen-
te creati. Per acquisire gli spettri di pressione e velocità è stata calcolata la
risposta all'impulso delle sonde. La risposta all'impulso consiste nella risposta
misurata dalla sonda per un segnale impulsivo (idealmente una delta di Dirac
δ(t)), generato dall'altoparlante. Invece che generare direttamente l'impulso è
possibile calcolare la risposta all'impulso a partire dalla misura della risposta
a una sweep sinusoidale (in particolare è stata usata una sweep sinusoidale lo-
garitmica), ossia un segnale che parte da una frequenza iniziale e spazza tutte
le frequenze no a una frequenza nale. Conoscendo il segnale inverso della
sweep è possibile calcolare la risposta all'impulso, come descritto in appendice
A. La sweep utilizzata nelle misure spazza le frequenze tra 20Hz e 20kHz in un
intervallo temporale di 10s.
Per le operazioni di taratura sono stati utilizzati dei segnali a tono sso di
1000Hz, generati direttamente da MatLab. Per testare le funzioni di calibra-
zione sono stati acquisiti 30s di rumore bianco generato dall'altoparlante. Il
rumore bianco è stato acquisito con le sonde nella stessa posizione usata duran-
te la calibrazione con il tubo non interrotto, in modo da avere un campo di onde
piane progressive.
CAPITOLO 5. CALIBRAZIONE DI UNA SONDA P-P E P-V 41
(a)
Figura 5.2: Sonda p-p montata su scheda e collegata alla guida d'onda anecoica.
(a) (b)
Il primo tipo di calibrazione eseguita è stata quella in campo attivo. Sono sta-
ti misurate le risposte all'impulso dei trasduttori delle due sonde per calcolare
le funzioni K e Γ. Dato che era possibile utilizzare solo due canali alla volta,
la riposta all'impulso delle due sonde è sata misurata in due momenti diversi,
scollegando una sonda e collegando l'altra tra le due misure. Per scollegare e
ricollegare le sonde il minor numero di volte possibile sono state raccolte tutte
le misure necessarie alla calibrazione in campo attivo per una sonda prima di
collegare l'altra. Per ogni sonda sono state fatte le seguenti misure:
Acquisizione dello sweep sinusoidale per il calcolo della risposta all'impul-
so;
Misura del tono a 1kHz e calcolo del valore RMS per ricavare i parametri
di taratura;
Misura di 30s di rumore bianco per testare la calibrazione.
1.1
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
Rumore bianco
Risposta all'impulso
0.3
0.2
0.1
Figura 5.5: Funzione di correlazione per la sonda p-p calcolata su rumore bianco
(blu) e risposta all'impulso (rosso).
Rumore bianco
Risposta all'impulso
1.2
0.8
0.6
0.4
0.2
0
102 103 104
Frequenza (Hz)
Figura 5.6: Funzione di correlazione per la sonda p-v calcolata su rumore bianco
(blu) e risposta all'impulso (rosso).
CAPITOLO 5. CALIBRAZIONE DI UNA SONDA P-P E P-V 45
0 A
R
-5
-10
10log(| |)
-15
-20
-25
-30
0
A
-0.5 R
-1
-1.5
Fase (°)
-2
-2.5
-3
-3.5
10
0
10log(K)
-5
-10
-15
-20
-25
-30
102 103 104
Frequenza (Hz)
a] ;
[P a]
α = 2.85 [U
−1
[U a] .
β = 2.13 [ms ]
0
10log(|Z/413rayls|)
-5
Calibrazione R
Calibrazione A
-10
No calibrazione
-15
102 103
Frequenza (Hz)
-50
Fase(Z) (°)
Calibrazione R
Calibrazione A
-100
No calibrazione
-150
-200
102 103
Figura 5.9: Modulo e fase dell'impedenza misurata con la sonda p-p, corretta
con le funzioni di correzione determinate in campo attivo e reattivo.
In gura 5.9 è mostrata l'impedenza corretta sia con ΓA che con ΓR . Il mo-
dulo dell'impendenza è espresso in decibel rispetto all'impedenza teorica, che
è uguale a 413rayls. La calibrazione restituisce una curva abbastanza costan-
te sull'intervallo di frequenze considerato e prossima a 0, con uno scostamento
sistematico di circa 0.5dB. Lo scostamento è dovuto ai parametri di taratura,
dato che la Γ è normalizzata per essere uguale a 1 a 1kHz e, perciò, a quella
frequenza α e β dovrebbero essere tali da convertire Z(ω) in unità siche a
413rayls. Ripetendo la taratura più volte è emerso che il valore dei parametri di
taratura varia in maniera non trascurabile, ciò risulta in un errore casuale sulla
CAPITOLO 5. CALIBRAZIONE DI UNA SONDA P-P E P-V 48
origine nel fatto che con il primo si disperde l'intensità dell'onda su uno spettro
di frequenze molto ampio, mentre la riposta all'impulso è calcolata a partire da
una sweep, che spazzando in successione tutte le frequenze concentra idealmente
tutta l'intensità su una sola frequenza. Infatti, diminuendo il volume dell'alto-
parlante si riduce anche l'intensità della sweep, riducendo la dierenza dal caso
del rumore bianco. A basso volume si accentua, però, l'eetto della risonanza a
1600Hz, che andrà eliminata per potere usare la curva di calibrazione a quella
frequenza.
Rumore bianco
Risposta all'impulso
5
-5
10log(|Z( )|)
-10
-15
-20
-25
102 103
Frequenza (Hz)
Rumore bianco
Risposta all'impulso
0
10log(|Z|)
-5
-10
-15
-20
102 103
Frequenza (Hz)
20
93 dB
75 dB
15
10
10log(|Z|)
-5
Figura 5.13: Impedenza calcolata con la risposta all'impulso per 93dB e 75dB
(riferiti al valore SPL a 1kHz).
1.2
0.8
0.6
0.4
0.2
Figura 5.12: Funzione di correlazione per la sonda p-v calcolata sulla risposta
all'impulso a 93dB (riferiti al valore SPL a 1kHz).
In gura 5.14 e 5.15 sono gracate le funzioni di calibrazione per la sonda p-v
ottenute con la calibazione a 75dB. La calibrazione eettuata in campo attivo
è più stabile rispetto a quella in campo reattivo. Questo può essere dovuto al
fatto che nel caso di campo reattivo sono presenti nel tubo massimi e minimi
per velocià e pressione, secondo le equazione ricavate nella sezione 1.2.6, che si
spostano nel tubo in funzione della frequenza dell'onda. Quando i massimi o i
CAPITOLO 5. CALIBRAZIONE DI UNA SONDA P-P E P-V 52
a] ;
[P a]
α = 1.32 [U
−1
[U a] .
β = 0.0059 [ms ]
20
15
10
5
10log(K)
-5
-10
-15
102 103
Frequenza (Hz)
10
0
A
10log(| |)
R
-5
-10
-15
-20
-25
102 103
Frequenza (Hz)
150
100
A
50
R
Fase (°)
-50
-100
-150
102 103
Frequenza (Hz)
10
0
A
10log(| |)
R
-5
-10
-15
-20
102 103
Frequenza (Hz)
150
100
A
50
R
Fase (°)
-50
-100
-150
102 103
Frequenza (Hz)
10
-20
-30
A
-40
R
No calibrazione
-50
102 103
Frequenza (Hz)
100
50
0
Fase (°)
-50
-100 R
No calibrazione
-150
102 103
Frequenza (Hz)
Figura 5.17: Modulo e fase dell'impedenza misurata dalla sonda p-v sul rumore
bianco nella guida d'onda anecoica, con le correzioni ricavate in campo attivo e
reattivo.
5.2 Conclusioni
É stato dimostrato che è possibile calibrare una sonda p-p con lo stesso pro-
cedimento utilizzato per una sonda p-v. Il processo di calibrazione, applicato
alla misura di prova del rumore bianco, restituisce risultati compatibili per le
due sonde. In etrambi i casi la misura di impedenza calibrata è compatibile con
l'impedenza attesa per il campo acustico di riferimento. Inoltre è stata mostrata
l'importanza della calibrazione, dato che le misure di impedenza non calibrate
non sono compatibili con i valori attesi.
La sonda p-v ha mostrato una precisione migliore della p-p, dato che applicando
la taratura le misure ottenute con la p-p presentavano un piccolo errore sistema-
tico. In generale, la taratura della sonda p-v è più stabile, mentre i parametri
CAPITOLO 5. CALIBRAZIONE DI UNA SONDA P-P E P-V 56
di taratura della p-p sono più aetti da errore casuale. A parte l'errore siste-
matico, la calibrazione della sonda p-p ha permesso di ottenere un andamento
dell'impedenza compatibile con quello atteso no a circa 7kHz. La calibrazione
della sonda p-v è, invece, più sensibile al volume dell'altoparlante. Eettuando
una calibrazione a 75dB, riferiti al tono a 1kHz, la curva di calibrazione riporta
l'impedenza al valore atteso no a 4kHz circa. Alzando il volume, la calibrazio-
ne diventa meno precisa sotto 1kHz, ma le curve di calibrazione possono essere
usate no a 7kHz. Non è stato possibile valutarne l'ecacia, perchè al di sopra
di 4-5kHz le misure di pressione e velocità eettuate sul rumore bianco non sono
più correlate.
Un vantaggio della sonda p-p è costituito dal fatto che, se si utilizzano due mi-
crofoni identici, la sensibilità della sonda è molto stabile al variare dell'intensità
del campo sonoro, a dierenza della sonda p-v. Questa dipendenza si è tradotta
in una minore ecacia della funzione di calibrazione ottenuta in campo reattivo,
che risulta più accurata per la sonda p-p.
In conclusione, è possibile calibrare e utilizzare la sonda p-p nelle stesse con-
dizioni e nello stesso intervallo di frequenze in cui è operativa la sonda p-v,
ottenendo misure compatibili e, in alcuni casi, una migliore adabilità della
calibrazione.
Capitolo 6
Microfoni di pressione a
interferometria ottica
In questo capitolo verrà presentato un nuovo tipo di trasduttore di pressione
recentemente sviluppato, basato sull'interferometria ottica, che permette di mi-
surare la pressione acustica dalle variazioni dell'indice di rifrazione ottico del
mezzo. Le caratteristiche di questo microfono sono molto diverse da quelle dei
tradizionali trasduttori di pressione e le applicazioni sono ancosa in fase di svi-
luppo. Dato che in questa tesi sono state valutate le caratteristiche delle sonde
p-p ed è stato dimostrato che, con una opportuna calibrazione, risultano ecaci
per le misure di tipo intensimetrico, si valuteranno le possibili caratteristiche di
una sonda p-p costituita da microfoni a interferometria.
57
CAPITOLO 6. MICROFONI DI PRESSIONE A INTERFEROMETRIA OTTICA 58
n = 1 + kNe (6.2)
Dove k è una costante. Denendo il numero di elettroni per atomo ne , si
può espriemere la densità di elettroni in funzione della densità di atomi N :
Ne = n e N (6.3)
La densità degli atomi può essere espressa in funzione della densità del mezzo
nel seguente modo:
ρ ρNa
N= = (6.4)
ma mmol
Dove ma e mmol sono rispettivamente la massa atomica e la massa molare
del mezzo, Na è il numero di Avogadro. Si ottiene una dipendenza dell'indice
di rifrazione del tipo:
n = 1 + kρ (6.5)
Questa dipendenza, a parte fattori correttivi che tengono conto della presen-
za di CO2 e di vapore acqueo nell'aria, è in accordo con le formule semi-empiriche
sopracitate. Ai ni dell'applicazione di questa formula a misure acustiche non
sarà necessario conoscere il valore della costante k.
acustica
p = ρ o c2 s (6.7)
La 6.5 permette di esprimere l'indice di rifrazione in funzione della densità,
e quindi in funzione della variabile s. In questo modo, con la 6.7 si possono
mettere in relazione l'indice di rifrazione del mezzo e la pressione acustica.
Denendo no , l'indice di rifrazione del mezzo non perturbato dal campo acustico:
no = 1 + kρo (6.8)
E calcolando ρ in funzione di s:
ρ = ρo (s + 1) (6.9)
Si può esprimere l'indice di rifrazione come:
∆n = s(no − 1) (6.11)
Esiste quindi una relazione di proporzionalità che lega la variazione di indice
di rifrazione ai parametri acustici del campo. In questo modo, ∆n può essere
considerato come una variabile acustica, che si propaga nel mezzo secondo l'e-
quazione d'onda.
Utilizzando la 6.7 si può calcolare la pressione:
ρo c2
p= ∆n (6.12)
no − 1
62
Appendice A
Risposta all'impulso
Dato un sistema di acquisizione e un segnale x(t) in entrata, il segnale in uscita
dal sistema è denito come:
ˆ ∞
y(t) = x(τ )h(t − τ ) = x(t) ⊗ h(t) (A.1)
0
63
Appendice B
Codice utilizzato
Si riportano di seguito gli script utlizzati sul programma MatLab.
Per le simulazioni sull'errore è stato usato il seguente script.
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% % Simulazione dell ' errore sull ' intensità per sonda p - p
su onda piana
F =44100;
c =343.8;
N =300; % numero di elementi del vettori della
simulazione
T =1/ F ;
rho =1.225; % densità aria
R =0; % coefficiente di riflessione
dx =0.0001:(0.050 -0.0001) /( n -1) :0.050; % vettore dei
valori di spaziatura
f =1000; % frequenza onda
sgauss =0.05; % dev relativa rumore gaussiano
fase =0.1*2* pi /360; % fase in radianti
for j =1: n
p1 = p1 + exp (1 i *( w ( n ) * t ) ) + R * exp (1 i *( w ( n ) * t ) ) ;
p2 = p2 + exp (1 i *( w ( n ) *t - k ( n ) * dx ( j ) + fase ) ) + R * exp
(1 i *( w ( n ) * t + k ( n ) * dx ( j ) + fase ) ) ;
% p esatta nel punto medio
pt = pt + exp (1 i *( w ( n ) *t - k ( n ) * dx ( j ) /2) ) + R * exp (1 i
*( w ( n ) * t + k ( n ) * dx ( j ) /2) ) ;
% velocità esatta nel punto medio
vt = vt + (1/( rho * c ) ) *(( exp (1 i *( w ( n ) *t - k ( n ) * dx ( j )
/2) ) ) - R * exp (1 i *( w ( n ) * t + k ( n ) * dx ( j ) /2) ) ) ;
% % calcolo della velocità
v =1: length ( p1 ) ;
64
APPENDICE B. CODICE UTILIZZATO 65
% registrazione sweep
record ( rec , length ( sweep ) * T ) ;
play ( player ) ;
pause ( length ( sweep ) * T ) ;
datisw = getaudiodata ( rec ) ;
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% acquisizione 1 kHz per taratura
t =0: T :200000* T ;
sign = sin (2* pi *1000* t ) ;
playerS = audioplayer ( sign , Fs ,16 ,4) ; % segnale a tono
fisso 1 kHz
% registrazione
record ( rec , length ( sign ) * T ) ;
play ( playerS ) ;
pause ( length ( sign ) * T ) ;
dati = getaudiodata ( rec ) ;
scalibBK = rms ( dati (: ,1) ) ; % segnale non tarato
pcalibBK = scalibBK * alphaBK ; % segnale tarato
waitfor ( msgbox ( ' Acquisizione tono 1 kHz per taratura
completata ') ) ;
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% % acquisizione spettro impulso pp
pause (2) ;
waitfor ( msgbox ( ' Collegare sonda pp per calibrazione
anecoica e premere ok ') ) ;
% registrazione sweep
record ( rec , length ( sweep ) * T ) ;
play ( player ) ;
APPENDICE B. CODICE UTILIZZATO 67
%K
if length ( prif ) >= length ( p )
prif = prif (1: length ( p ) ) ;
else
p = p (1: length ( prif ) ) ;
end
window =1024;
overlap =0.5;
fcal =1000;
prifp =[ prif , p ]; % matrice a due colonne da passare a
ircalc
irprifp = ircalc ( prifp , swinv ) ;
[ Kw , f ]=( tfestimate ( irprifp (: ,2) , irprifp (: ,1) , window ,
floor ( window * overlap ) ,[] , Fs , ' onesided ') ) ; %
impedenza ( w ) con funz trasf
Kwpp = abs ( Kw ) ;
fc = f999 ( end ) ;
end
%G
% calcolo funzione di trasferimento pressione / velocità
window =1024;
overlap =0.5;
pv =[ p , v ]; % matrice a due colonne da passare a ircalc
irpv = ircalc ( pv , swinv ) ;
[ Zw , f ]=( tfestimate ( irpv (: ,2) , irpv (: ,1) , window , floor (
window * overlap ) ,[] , Fs , ' onesided ') ) ; % impedenza ( w )
con funz trasf
Zwanepp = Zw ;
% calcolo G
Gwanepp = Zwanepp / Zt ;
Gwanepp = Gwanepp / Gwanepp ( indt ) ; % normalizzazione
nome = inputdlg ( ' Inserire nome file per dati
calibrazione Gpp anecoica ' , ' nome file ') ;
save ( nome {1} , 'p ' , 'v ' , ' irpv ' , ' Zwanepp ' , ' Gwanepp ' , 'f ') ;
waitfor ( msgbox ( ' Calcolo K e G per pp in caso anecoico
completato ') ) ;
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% acquisizione 1 kHz per taratura
% registrazione
record ( rec , length ( sign ) * T ) ;
play ( playerS ) ;
pause ( length ( sign ) * T ) ;
dati = getaudiodata ( rec ) ;
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% % acquisizione spettro impulso pv
% registrazione sweep
record ( rec , length ( sweep ) * T ) ;
play ( player ) ;
pause ( length ( sweep ) * T ) ;
datisw = getaudiodata ( rec ) ;
% pressione e velocità
p = datisw (: ,1) ;
v = datisw (: ,2) ;
p = p (2: end ) ;
v = v (2: end ) ;
% % calcolo funzioni K e G per la sonda pv
%K
p_ = p ;
if length ( prif ) >= length ( p )
APPENDICE B. CODICE UTILIZZATO 70
%G
% calcolo funzione di trasferimento pressione / velocità
window =1024;
overlap =0.3;
pv =[ p , v ]; % matrice a due colonne da passare a ircalc
irpv = ircalc ( pv , swinv ) ;
[ Zw , f ]=( tfestimate ( irpv (: ,2) , irpv (: ,1) , window , floor (
window * overlap ) ,[] , Fs , ' onesided ') ) ; % impedenza ( w )
con funz trasf
Zwanepv = Zw ;
% calcolo G
Gwanepv = Zwanepv / Zt ;
Gwanepv = Gwanepv / Gwanepv ( indt ) ; % normalizzazione
nome = inputdlg ( ' Inserire nome file per dati
calibrazione Gpv anecoica ' , ' nome file ') ;
save ( nome {1} , 'p ' , 'v ' , ' irpv ' , ' Zwanepv ' , ' Gwanepv ' , 'f ') ;
APPENDICE B. CODICE UTILIZZATO 71
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% acquisizione 1 kHz per taratura
% registrazione
record ( rec , length ( sign ) * T ) ;
play ( playerS ) ;
pause ( length ( sign ) * T ) ;
dati = getaudiodata ( rec ) ;
% dati
p = dati (: ,1) ;
v = dati (: ,2) ;
% taratura
alphapv = pcalibBK / rms ( p ) ; % taratura pressione
betapv = pcalibBK /( Z * rms ( v ) ) ; % taratura velocità
waitfor ( msgbox ( ' Tono a 1 kHz per taratura sonda pv
acquisito ') ) ;
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% salvataggio fattori taratura
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% % Calibrazione in campo reattivo
% % Sonda pp
Zmpv = Zwapp .* Zwcpp ;
Gwreatpp = Zmpv / Zt ;
Gwreatpp = Gwreatpp / Gwreatpp ( indt ) ; % normalizzazione
nome = inputdlg ( ' Inserire nome file per dati
calibrazione Gpp reattiva ' , ' nome file ') ;
save ( nome {1} , ' Gwreatpp ' , 'f ') ;
% % Sonda pv
Zmpv = Zwapv .* Zwcpv ;
Gwreatpv = Zmpv / Zt ;
Gwreatpv = Gwreatpv / Gwreatpv ( indt ) ; % normalizzazione
nome = inputdlg ( ' Inserire nome file per dati
APPENDICE B. CODICE UTILIZZATO 73
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
Le funzioni richiamate nello script per calcolare i vettori Zw, ossia l'impe-
denza, si basano sulla funzione tfestimate di MatLab. Di seguito si riporta un
esempio, le altre funzioni svolgono funzioni analoghe.
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
function [ Zw , f ] = misuraZw ( Freqm , FreqM , Dt ) % min max
freq e durata sweep
% % acquisizione
Fs =44100;
T =1/ Fs ;
vol =1;
rec = audiorecorder ( Fs ,16 ,2 ,1) ; %l ' ultimo è l ' ID del
dispositivo
[ sweep , swinv ]= signalgen ( Freqm , FreqM , Dt , Fs ) ; % sweep e
trasformata della sweep inversa ( w ) , freq min max e
durata ( s )
player = audioplayer ( sweep * vol , Fs ,16 ,4) ; %l ' ultimo è l ' id
del riproduttore
% registrazione sweep
record ( rec , length ( sweep ) * T ) ;
play ( player ) ;
pause ( length ( sweep ) * T ) ;
datisw = getaudiodata ( rec ) ;
75