a dei
ampi
Testo tratto dalle lezioni del
orso di
tenute dal
prof.
a ura di
22 gennaio 2006
2 Il
ampo elettromagneti
o 21
2.1 Ri
hiami . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
2.1.1 Equazioni di Maxwell
lassi
he . . . . . . . . . . . . . . . 22
2.1.2 Equazioni di Maxwell in formulazione
ovariante . . . . . 22
2.1.3 Trasformazioni di gauge in elettromagnetismo
lassi
o . . 24
2.1.4 Equazioni di Maxwell in forma geometri
a . . . . . . . . . 28
2.2 Equazioni di Maxwell in formulazione lagrangiana . . . . . . . . 31
2.3 Soluzione Aµ dell'eq. del moto in
ampo di radiazione . . . . . . 34
2.3.1 Campo di radiazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
2.3.2 Preparazione alla quantizzazione: trasformazioni di gauge
(per il
ampo e.m.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
2.3.3 Equazioni del moto e loro soluzione . . . . . . . . . . . . . 38
2.3.4 Hamiltoniana in funzione degli elementi della serie di Fourier 42
2.4 Se
onda quantizzazione per il
ampo e.m. . . . . . . . . . . . . . 44
2.4.1 Commutatori per il
ampo e.m. . . . . . . . . . . . . . . . 46
2.5 Aspetto
orpus
olare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
2.5.1 Algebra degli operatori aα ~k e a†α ~k . . . . . . . . . . . 48
2.5.2 Osservabile N , stato di vuoto |0 > e
ostruzione dello
spazio di Fo
k . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
2.5.3 Ri
alibrazione delle variabili dinami
he P µ . . . . . . . 50
2.5.4 Spazio di Fo
k per n1 fotoni di momento k1 e polarizza-
zione α1 , n2 fotoni di momento k2 e polarizzazione α2 ,
e
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
2.5.5 Interpretazione si
a dei risultati . . . . . . . . . . . . . . 52
2.5.6 Signi
ato dell'indi
e α: momento angolare del
ampo e.m. 54
2.5.7 Massa del fotone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
3 Campi s
alari 63
3.1 Campo s
alare massivo neutro (libero) . . . . . . . . . . . . . . . 63
3.2 Note aggiuntive sulla T.Q.C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
3.3 Campo s
alare massivo
ari
o (libero) . . . . . . . . . . . . . . . 68
F Lamb-shift 159
+
R P+ e spazio degli operatori di
ampo spinoriali quantizzati 217
A Appendi
i R 371
A.1 Invarianza di Lorentz per T exp{i d4 x LI } . . . . . . . . . . . . . 371
A.2 Studio generale sulle sezioni d'urto . . . . . . . . . . . . . . . . . 373
A.3 Note sugli sviluppi temporali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 374
A.4 Invarianti
inemati
i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 377
A.4.1 Domini si
i e piano di Mandelstam . . . . . . . . . . . . 380
A.5 Cal
olo di un integrale notevole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 385
A.6 Parti
elle a spin 1 massive e neutre . . . . . . . . . . . . . . . . . 385
A.7 Funzioni di Green . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 387
2 Il ampo elettromagneti o 21
2.1 Ri
hiami . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
2.1.1 Equazioni di Maxwell
lassi
he . . . . . . . . . . . . . . . 22
2.1.2 Equazioni di Maxwell in formulazione
ovariante . . . . . 22
2.1.3 Trasformazioni di gauge in elettromagnetismo
lassi
o . . 24
2.1.4 Equazioni di Maxwell in forma geometri
a . . . . . . . . . 28
2.2 Equazioni di Maxwell in formulazione lagrangiana . . . . . . . . 31
2.3 Soluzione A dell'eq. del moto in
ampo di radiazione . . . . . .
µ
34
2.3.1 Campo di radiazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
2.3.2 Preparazione alla quantizzazione: trasformazioni di gauge
(per il
ampo e.m.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
2.3.3 Equazioni del moto e loro soluzione . . . . . . . . . . . . . 38
2.3.4 Hamiltoniana in funzione degli elementi della serie di Fourier 42
2.4 Se
onda quantizzazione per il
ampo e.m. . . . . . . . . . . . . . 44
2.4.1 Commutatori per il
ampo e.m. . . . . . . . . . . . . . . . 46
2.5 Aspetto
orpus
olare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
2.5.1 Algebra degli operatori aα ~k e a†α ~k . . . . . . . . . . . 48
2.5.2 Osservabile N , stato di vuoto |0 > e
ostruzione dello
spazio di Fo
k . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
2.5.3 Ri
alibrazione delle variabili dinami
he P µ
. . . . . . . 50
2.5.4 Spazio di Fo
k per n1 fotoni di momento k1 e polarizza-
zione α1 , n2 fotoni di momento k2 e polarizzazione α2 ,
e
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
2.5.5 Interpretazione si
a dei risultati . . . . . . . . . . . . . . 52
2.5.6 Signi
ato dell'indi
e α: momento angolare del
ampo e.m. 54
2.5.7 Massa del fotone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
3 Campi s alari 63
F Lamb-shift 159
+
R P+ e spazio degli operatori di
ampo spinoriali quantizzati 217
Contenuto
1.1 Problemi di una formulazione Q. M. relativisti
a
di sistemi a più parti
elle: introduzione . . . . . . 7
1.2 Me
ani
a
lassi
a dei sistemi
ontinui: ri
hiami . 9
1.3 Esempi d'uso del teorema della Nöther . . . . . . 17
momento,
ari
a, e
.) si ri
avano introdu
endo, per i
ampi, quantità simili alle
orrispondenti espressioni del formalismo della me
ani
a
lassi
a.
Pregi e difetti dei due formalismi
he
i mette a disposizione la me
ani
a
lassi
a sono:
1. Il formalismo
anoni
o hamiltoniano ha
ome quantità fondamentali i mo- Formalismo
menti, le
oordinate generalizzate e l'hamiltoniana. Questo appro
io alla
anoni
o/hamiltoniano
teoria dei
ampi permette un'analogia formale dettagliata
on la me
a-
ni
a
lassi
a. Tuttavia, nonostante la sua sempli
ità, il formalismo hamil-
toniano ha il grosso svantaggio di trattare il tempo
ome una variabile
parti
olare, perdendo la possibilità di essere relativisti
amente
ovarian-
te2 (questa la
una è di fondamentale importanza per una teoria di
ampo
quantizzato
he debba essere an
he relativisti
a).
2. Il formalismo lagrangiano si basa sul fatto
he NON è inevitabile l'intro- Formalismo lagrangiano
sono equivalenti?
La me
ani
a
lassi
a è stata ben sviluppata per i sistemi di punti materiali, sia
nelle varianti lagrangiana
he hamiltoniana. Tuttavia esiste un ramo altrettanto
ben sviluppato
he è quello per i sistemi
ontinui. Quest'ultimo si ottiene in
stretta analogia
on quello per i sistemi di punti materiali,
ome pro
esso di
limite (vedremo
he sarà per un
erto N→ ∞) di al
uni opportuni modelli
dis
reti.
a. Modellisti
a di riferimento
• Comin
iamo
on il
aso più sempli
e di una
orda vibrante longi- Corda vibrante
longitudinalmente
tudinalmente. Ogni suo punto parte
ipa della medesima os
illazione
e, pertanto, si può dare una des
rizione
ompleta del suo moto solo
spe
i
ando le
oordinate di posizione di tutti i suoi punti.
Per arrivare alla sua
ompleta des
rizione partiamo da un modello a
elementi niti :
2
Ri
ordiamo
he un sistema di equazioni si di
e Lorentz
ovariante se detto sistema
assume sempre la stessa forma in tutti i sistemi di riferimento
onnessi tra di loro tramite
trasformazioni di Lorentz.
x i-1 xi x i+1
mi-1 mi mi+1 x
Ora, ponendo:
= xi − x0i ⇒ xi = qi + x0i
in (1.3) otteniamo:
ẋi ≡ q˙i
⇒
xi+1 − xi − δ = qi+1 + x0i+1 − qi − x0i − δ = qi+1 − qi
N
X −1
1 1 2
⇒ L̃ = T − V = mi q˙i 2 − k (qi+1 − qi ) (1.4)
i=1
2 2
da
ui:
( )
X 2
1 mi 2 1 (qi+1 − qi )
L̃ = δ q˙i − kδ (1.6)
i
2 δ 2 ↑ δ2
i→x
P RL
δ → dx
i 0
In denitiva:
Z ( 2 2 )
L
1 ∂q(x, t) 1 ∂q(x, t)
L = lim L̃ = dx µ − Y (1.8) Onda trasversale
δ→0 0 2 ∂t 2 ∂x
X Z L
dove: δ→ dx
i 0
L = L [∂t q, ∂x q] (1.11)
L = L [∂µ q] µ = 0, 1 (1.12)
y i
T qi T Ty
m i-1 T mi T m i+1
d
x
yi − yi−1 ∆yi
Tyi = T cos θi ≈ T · := T · (1.13)
δ δ
Allora:
Fxi = 0
(1.14)
F = T yi ≈ T · ∆yi
= T
∆yi
yi δ δ
Posso appli
are quanto già fatto nel modello pre
edente e ottenere
immediatamente il seguente risultato, nel limite per δ → 0:
Z L Z ( 2 2 )
1 ∂y(x, t) ∂y(x, t)
L= dxL = dx µ −T · (1.15)
0 2 ∂t ∂x
N. B. Questo tipo di modello può essere appli ato allo studio delle stringhe.
∂L ∂L
δI = 0 ⇔ ∂µ − =0 (1.21)
∂ (∂µ q) ∂q
∂L ∂L
∂µ − =0 ∀j = 1, . . . , m
∂ (∂µ φj ) ∂φj
(1.22)
on: φj ≡ φj (x)
L ≡ L [φj (x), ∂µ φj (x), t]
Oss. La presenza della derivata spaziale può essere giusti
ata
on l'a
-
oppiamento di termini vi
ini nello spazio-tempo, nel limite della
loro distanza
he va a 0. Piuttosto non
'è spiegazione al fatto
he
non
ompaiono derivate di ordine superiore al primo, se non la sola
evidenza empiri
a.
Formulazione hamiltoniana
. Formulazione hamiltoniana dei sistemi
ontinui
dei sistemi
ontinui
Passiamo la des
rizione hamiltoniana dei sistemi
ontinui, in stretta ana-
logia
on quanto già svolto per i sistemi di punti materiali
lassi
i.
Torniamo a
onsiderare un sistema dis
reto di N punti materiali. Posto:
P
q˙i e: H :=
pi := ∂∂L i pi q˙i − L
si ottiene:
∂H
q˙i =
∂pi
∂H
p˙i = − (1.23)
∂qi
∂H = − ∂L
∂t ∂t
Ora, nel modello ad elementi niti della
orda ries
e:
( )
2
1 m k (q i+1 − q i )
Li = δ 2 δ q˙i − 2 δ δ2
(1.24)
pi = ∂L = ∂Li = δ ∂Li
∂ q˙i ∂ q˙i ∂ q˙i
Proseguendo
on l'analisi a elementi niti la (1.24) siamo
ondotti a de-
nire:
2
Li 1 m k (qi+1 − qi )
Li := = q˙i − δ
δ 2 δ 2 δ2
tramite
ui posso riappli
are le medesime equazioni del tipo (1.23). Dun-
que:
P i
H = i δ ∂L ∂ q˙i · q˙i − Li (N.B. Li → L per δ → 0) (1.25)
∂L
Π(x) := (1.27)
∂ (∂0 φ)
dove si è posto:
Densità di hamiltoniana
H := Π(x) φ̇(x) − L (1.28)
Per ottenere le nuove equazioni del moto dei
ampi in formulazione ha-
miltoniana si pro
ede
ome per il
aso dis
reto,
ioè da un lato si
al
ola
la variazione della generi
a hamiltoniana:
H ≡ H [φk (x), Πk (x), ∂j φk (x), t]
(la
ui dipendenza funzionale è imposta dalla trasformata di Legendre)
dall'altro si varia H dell'espressione (1.29). Dal loro
onfronto si ottiene:
∂H
φ̇k (x) =
∂Πk
Equazioni
anoni
he di
δH ∂H X ∂H Hamilton per un sistema
Π̇k (x) = − = − − ∂j (1.30)
ontinuo
δφ k ∂φ k ∂ (∂ j φ k )
j
on la solita aggiunta: ∂H = − ∂L
∂t ∂t
ma: φ˙k = δΠ
δH δH
, Π̇k =− δφ
k k
Z n h i o Z
P ∂H
= 3
d x k
δH
δφk
δH
· δΠ δH
− δΠ δH
· δφ + ∂H
∂t = d3 x
k k k
∂t
ioè:
dH ∂H
=0 ⇔ =0 (1.32)
dt ∂t
• Con metodo del tutto analogo si ottiene an
he l'espressione della
∂G
derivata temporale di qualsiasi funzione G ≡ G (~r ), ma
on = 0,
∂t
e
he Rsia rappresentabile
ome integrale di volume di una densità G :
G := d3 x G. Ries
e:
dG
Z X δG δG
= d3 x φ̇k − Π̇k =
dt δφk δΠk
k
Z
X δG δH (1.33)
δG δH
= d3 x · − · := [G, H]
δφk δΠk δΠk δφk
k
∂q(x)
∂µ q(x) ≡
∂xµ
Z
a
ui
orrisponde: δI = δ d4 x L [q(x), ∂µ q(x)] = 0
∂L ∂L
∂µ − =0 ∀j = 1, . . . , m
∂ (∂µ φj ) ∂φj
(1.22)
on: φj ≡ φj (x)
Così abbiamo ottenuto non solo la stessa teoria dei
ampi in due forma-
lismi distinti, ma la se
onda esprime il
ontenuto dinami
o
elato nella
prima. Dunque la strategia da adottare per lo studio di un sistema dina-
mi
o
onsiste nell'identi
are innanzitutto le variabili di
ampo φ(x) e la
orrispondente L , per poi passare al
omputo delle variabili dinami
he e
alla risoluzione delle equazioni del moto, e
.
Nel prossimo
apitolo appli
heremo queste
onsiderazioni al
aso di un
sistema naturalmente relativisti
o e
ioè al
ampo elettromagneti
o.
x →xµ ′µ µ µ µ ′µ
:= x + a ⇒ δx := x − x = a = µ µ
ostante
dello spazio-
(1.38)
tempo
∂L ∂L ∂L
(b) δL = δφ + · δ (∂µ φ) = ∂µ (∂ν φ) · aν +
∂φ ∂ (∂µ φ) ∂ (∂µ φ)
∂L ∂L ν
da E.-L.: = ∂µ , inoltre: δφ = (∂ν φ) · a e: δ (∂µ φ) = (∂ν ∂µ φ) aν
∂φ ∂ (∂µ φ)
∂L ν ∂L
+ · (∂ν ∂µ φ) a = ∂µ ∂ν φ · aν
∂ (∂µ φ) ∂ (∂µ φ)
∂L
(a) + (b) ⇒ a · ∂µ
ν
∂ν φ − ∂ν L = 0 ⇔
∂ (∂µ φ)
∂L
⇔ ∂µ ∂ν φ − ∂ν L = 0 ∀ ν = 0, 3 ⇔
∂ (∂µ φ) ↑
µ
ma: ∂ν L = δν ∂µ L
∂L
⇔ ∂µ ∂ν φ − δνµ L =0 ∀ ν = 0, 3 (1.40)
∂ (∂µ φ)
Pertanto, denendo:
2-tensore energia-impulso ∂L
T µν := ∂ν φ − δνµ L := 2-tensore energia-impulso (1.41)
∂ (∂µ φ)
∂µ T µν = 0 ∀ ν = 0, 3 (1.42)
Z
= d3 x H ≡ H (1.44a)
mentre:
Z Z ! Z
∂L ~ n o
P~ := d x T~0 =
3 3
d x ·∇φ − L = d3 x ~
Π ∇φ =
∂ φ̇
dove: T~0 =Tl0 , mentre:
∂L
∂ φ̇
=Π
Z
= ~
d3 x P (1.44b)
~ := Π(x) ∇φ(x)
P ~ (1.44
) 3-densità di impulso
in a
ordo
on la (1.36).
Oss. T µν = T νµ !
d Pµ R d Tµ
= d3 x d t0 =
dt R R R
se µ = 0: d3 x ∂0 T00 = − d3 x ∂m T0m = − S d S~n · T~0
= si fa uso sia della (1.43) sia del teorema della divergenza: ∂m Tµm = ∇
~ ·T
~µ
R 3 R R
se µ = l: d x ∂0 Tl0 = − d3 x ∂m Tlm = − S d S~n · T~l
ioè:
( R )
d Pµ se µ = 0: − S dS ~n · T~0 = 0
= R =0 C.V.D.
dt se µ = l: − S dS ~n · T~l = 0
in entrambi i
asi ho 0 per
hé il usso di un qualunque vettore
Il ampo elettromagneti o
Contenuto
2.1 Ri
hiami . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
2.1.1 Equazioni di Maxwell
lassi
he . . . . . . . . . . . . 22
2.1 Ri hiami
ossia, in formule:
F µν = −F νµ ≡ F jk , F 0k (2.5a)
F 0k = −E k (2.5b)
8
>
> se k = 1: − 1 ε123 F23 + ε132 F32 = − 1 −H 1 −H 1 = H 1
>
< 2 2
− 1 εkij Fij = se k = 2: − 1 ε213 F13 + ε231 F31 = − 1 −H 2 −H 2 = H 2
2 >
> 2 2
>
: 321 312 3 3
se k = 3: − 1 ε F21 + ε F12 = − 1 −H −H = H3
2 2
Con il 4-vettore densità di
orrente j µ ≡ ρ, ~j le equazioni di Maxwell
possono venire ris
ritte nel modo seguente:
∂µ F µν = j ν (2.8a)
Equazioni di Maxwell in
notazione tensoriale
µ
∂ F νλ ν
+∂ F λµ
+∂ F λ µν
=0 (2.8b)
ovariante
∂ µ jµ = 0 (2.8 )
Infatti:
8 8
>
> <∇·
~ E
~ = ρ se ν = 0
>
<∂ µ F
µν = jν ⇔
:∇× ∂E~
~ H−
~ =~
j se ν = l
8 ∂t C.V.D.
>
> <∇·
~ E
~ = 0 se µ = 1, ν = 2, λ = 3
>
:∂ µ F νλ + ∂ ν F λµ + ∂ λ F µν = 0 ⇔
:∇× ~
~ ∂H
~ E+ = 0 se µ = 0,ν 6= λ 6= µ = 1,2,3
∂t
1 µνρσ
F̃ µν := ε Fρσ (2.9) Tensore elettroma-
2
gneti
o duale: F̃µν
Fµν F µν ≡ Fµν
2
= −2 E ~2−H
~2
(2.12)
~ ·H
Fµν F̃ µν = − 4 E ~
8
>
> F 0l = ∂ 0 Al + ∇A ~˙ + ∇A
~ 0= A ~ 0
~˙ − ∇A
~ = −A ~ 0
>
> ⇒ E
>
> = −E l
>
>
>
> 9
>
> F 12 = ∂ 1 A2 + ∂ 2 A1 =
>
<
~ A
(∇× ~)
3 >
>
F µν = ∂ µ Aν − ∂ ν Aµ >
>
⇒
= H3 >
>
dove: ∂ ν ≡ ∂ , −∇
~ > >
=
∂t >
> F 23 = ∂ 2 A3 + ∂ 3 A2 = ~ A~)
>
>
(∇× 1 ~ =∇
⇒ H ~ ×A
~
>
> >
>
>
= H1
>
>
>
> >
>
>
> F 31 = ∂ 3 A1 + ∂ 1 A3 = ~ A
(∇× ~) >
>
: 2 ;
= H2
Aν − ∂ ν (∂ · A) = j ν (2.14)
Ries e:
= Aν −∂ ν (∂·A) = j ν
~′ ˙ ˙ ˙
~ ′ = − ∇A
i) E ~ ′0 −A ~ 0 −∇
=− ∇A ~ ∂0 Λ − A
~ + ∂ 0 ∇Λ ~ 0 −A
~ = − ∇A ~= E
~
↓
ma: A′ µ = Aµ +∂ µ Λ = A0 + ∂ 0 Λ , A
~−∇
~
ii) H ′ = ∇×
~ A~′ = ∇×
~ ~ ∇Λ
A− ~ ~ A
= ∇× ~ − ∇×
~ ~
∇Λ ~
=H
↓
~
ri
ordo
he: ∇× ~
∇Λ =0
′ =∂
iii) Fµν µ Aν + ∂ν Λ −∂ν Aµ + ∂µ Λ = ∂µ Aν − ∂ν Aµ + ∂µ ∂ν Λ − ∂ν ∂µ Λ = Fµν
Al più, la (2.16) poteva essere vista
ome una proprietà di invarianza del
ampo, ma a
he pro? Solo
on il formalismo della se
onda quantizzazione questo
tipo di trasformazione diventa inve
e, in modo del tutto generale, un elemento
fondamentale per l'a
esso ad una
orretta,
ompleta e
oerente interpretazione
del fenomeno
he vuole des
rivere.
Per intanto utilizziamo (2.16) per ottenere delle parti
olari equazioni di evo-
luzione per Aµ
on relative soluzioni. Le trasformazioni di gauge più utilizzate
nell'elettromagnetismo
lassi
o sono riassunte nella seguente tabella:
0 = ∂µ A′ µ = ∂µ Aµ + ∂µ ∂ µ Λ = ∂µ Aµ + Λ
Λ = −∂µ Aµ (2.18)
senza per questo us ire dalla ondizione di Lorentz; basta he λ(x) soddis:
λ(x) = 0 (2.21)
Infatti:
∂µ A′Lµ = 0 ⇔ ∂µ AµL + ∂µ ∂ µ λ = 0 ⇔ λ = 0
2. Gauge temporale
La gauge temporale prevede di trasformare il 4-potenziale Aµ in modo
he:
Questa trasformazione:
A′Lµ := AµL + ∂ µ λ
è possibile pur
hé ora λ(x) soddis an
he la (2.21) oltre
he la (2.22),
ioè
se:
Zt
A0L (x) 0
+ ∂ λ := 0 ⇒ λ ~x, t = − dt′ A0 ~x, t′ + λ(−∞)
−∞
A′ µ − ∂ µ Λ − ∂ µ (∂ · A′ ) + ∂ µ Λ = j µ ;
~ ·A
A′ µ − ∂ µ ∂ 0 A′ 0 + ∇ ~ ′ = jµ
1
Ri
ordiamo
he:
~ 1 ~ x′
x−~
∇ =−
|~
x−~ x′ | |~
x−~x ′ |3
ovvero:
Separando le
omponenti:
A′ 0 − ∂02 A′ 0 = ρ → ∂02 A′ 0 − △A′ 0 − ∂02 A′ 0 = ρ
~ ′ ~ ′0 ~
A + ∇Ȧ = j
otteniamo:
△A′ 0 = −ρ (2.25a)
~ ′ ~ ′0 ~
A + ∇Ȧ = j (2.25b)
~ ′ (x) = ~j
A (2.29)
T
ioè A~ ′ (x) sarebbe
osì determinato solo dalla densità di
orrente trasver-
sale (da
ui l'aggettivo nel nome di questa gauge).
Ma non basta porre il pedi
e T alla densità di
orrente per
hé eettiva-
mente sia trasversale. Tuttavia ries
e:
~ · ~j = ∇
∇ ~ · ~j − ∇
~ Ȧ′0 = −∂t ρ + ∂t ρ = 0
T
~ · ~j = −∂t ρ
dove, per l'equazione di
ontinuità: ∇
~ ~
e, per la (2.25a): ∇Ȧ0 = ∂t ∇A0 = −∂t ρ.
′ ′
Dunque:
~ · ~j = 0
∇ (2.30)
T
Densità di
ari
a
longitudinale
Versione preliminare 22 gennaio 2006
28 Il
ampo elettromagneti
o
~ 0
~j := ∂t ∇A (2.31)
L
ries e an he:
~ × ~j = ∂t ∇
∇ ~ 0 =0⇒ ∇
~ × ∇A ~ × ~j = 0 (2.32)
L L
1
F := Fµν dxµ ⊗ dxν = Fµν dxµ ∧ dxν (2.33)
2
ri
ordo
he: dxµ ∧ dxν =dxµ ⊗ dxν − dxν ⊗ dxµ , Fµν = − Fνµ
1
F̃ := F̃µν dxµ ⊗ dxν = F̃µν dxµ ∧ dxν :=
2
1 1 αβ
:= F εαβµν dxµ ∧ dxν (2.34)
2 2
on:
0 E1 E2 E3
−E1 0 −H3 H2
kFµν k =
−E2 H3 0 −H1
−E3 −H2 H1 0
e:
0 H1 H2 H3
−H1 0 E3 −E2
F̃µν
=
−H2 −E3 0
E1
−H3 E2 −E1 0
oppure:
Equazioni di Maxwell in
forma geometri
a (II) ∇ · F̃ = 0 (2.37)
∇·F=J (2.38)
• Equazione di
ontinuità
Equazioni di
ontinuità in
dJ̃ = ddF̃ = 0 ⇔ dJ̃ = 0 (2.39) forma geometri
a
d xα
dove: u = eα = 4-vettore velo
ità ≡ u0 , ~u ≡ (γ, γ~v )
dτ
p = 4-momento = pα dxα ← è una 1-forma
e =
ari
a della parti
ella
Nas
ita del 4-potenziale Aµ
1 µ ν 1 δ µ ν
(2.35) ⇒ 0 = d Fµν dx ∧ dx = ∂δ Fµν dx ∧ dx ∧ dx =
2 2
1 0 1 2 3
= (∂0 F12 − ∂1 F02 − ∂0 F21 + ∂1 F20 + ∂2 F01 − ∂2 F10 ) dx ∧ dx ∧ dx ∧ dx +
2
1 1 0 1 2 3
+ ... + ... = 2 (∂0 F12 + ∂1 F20 + ∂2 F01 ) dx ∧ dx ∧ dx ∧ dx +
2 2
+ altri 3 termini analoghi
on gli altri indi
i distinti =
= (∂λ Fµν + ∂µ Fνλ + ∂ν Fλµ ) dx |λ ∧ dxµ ∧ dxν|
8 9
> ~ E
< 0=∂0 F12 +...+∂2 F01 =−∂t Hz −∂x Ey +∂y Ex =−∂t Hz −(∇× ~) >
z=
0=∂ F
0 13 +...+∂ F
3 01 t
~ E
=+∂ Hy −∂x Ez +∂z Ex =+∂t Hy +(∇× ~) ~ ×E
⇔ ∇ ~
~ = −∂t H
>
: 0=∂ F +...+∂ F =−∂ H
y >
;
~ ~
0 23 3 02 t x −∂y Ez +∂z Ey =−∂t Hx −(∇×E )x
~ H
0=∂1 F23 +∂2 F31 +∂3 F12 =−∂x Hx −−∂y Hy −∂z Hz =−∇· ~ ~ ·H
⇔ ∇ ~ =0
)
(2.36) ⇒ 1
2 ∂λ F̃µν dxλ ∧ dxµ ∧ dxν = J δ ε δ|λµν| ·dxλ ∧dxµ ∧dxν = J δ ε δλµν ·dx |λ ∧dxµ ∧dxν|
⇔
= (∂λ F̃µν + ∂µ F̃νλ + ∂µ F̃νλ ) dx |λ ∧dxµ ∧dxν|
δ
⇔ ∂λ F̃µν + ∂µ F̃νλ + ∂µ F̃νλ = J ε δλµν
on: 0≤λ<µ<ν≤3
8 8
> 3
<∂0 F̃12 + ∂1 F̃20 + ∂2 F̃01 = J ε3012 >
<∂t Ez − ∂x Hy + ∂y Hz = −Jz
2
∂ F̃
0 13 1 30 + ∂ F̃
3 01 2013 + ∂ F̃ = J ε ⇔ −∂ E − ∂ H + ∂ H = J
t y x z z x y ⇔
>
:∂ F̃ + ∂ F̃ + ∂ F̃ = J 1 ε >
:∂ E − ∂ H + ∂ H = −J
0 23 2 30 3 02 1023 t x y z z y x
⇔ ~ +∇
−∂t E ~ ×H
~ = J~
9
∂1 F23 + ∂2 F31 + ∂3 F12 = J 0 ε0123 = ρ >
8 > >
> =
<∂1 F23 =∂x Ex ~ ·E
⇔ ∇ ~ =ρ
on: >
>
>
∂ F
2 31 y y
:∂ F =∂ E
=∂ E
>
;
3 12 y y
Dimostriamo he (2.37) e (2.38) sono, a loro volta, un'altra espressione delle eq. di Maxwell:
8
>
> µ = 0: ∂ 1 F̃10 +∂ 2 F̃20 +∂ 3 F̃30 =∂x Hx +∂y Hy +∂z Hz
>
>
>
>
<µ = 1: ∂ 0 F̃01 +∂ 2 F̃21 +∂ 3 F̃31 =∂t Hx +∂y Ez −∂z Ey
(2.37) ⇒ 0 = ∇ · F̃ = ∂ λ F̃ µ
λµ dx => ⇔
>µ = 2: > ∂ 0 F̃02 +∂ 1 F̃12 +∂ 3 F̃32 =∂t Hy +∂z Hx −∂x Hz
>
>
>
:
µ = 3: ∂ 0 F̃ 03 +∂ 1 F̃ 13 +∂ 2 F̃ 23 =∂t Hz +∂x Hy −∂y Hx
8
>
> µ = 0: ∂ 1 F̃10 +∂ 2 F̃20 +∂ 3 F̃30 =∂x Hx +∂y Hy +∂z Hz
>
>
>
>
<µ = 1: ∂ 0 F̃01 +∂ 2 F̃21 +∂ 3 F̃31 =∂t Hx +∂y Ez −∂z Ey
(2.37) ⇒ 0 = ∇ · F̃ = ∂ λ F̃λµ dxµ = ⇔
>
> ∂ 0 F̃02 +∂ 1 F̃12 +∂ 3 F̃32 =∂t Hy +∂z Hx −∂x Hz
>
> µ = 2:
>
>
:
∂ 0 F̃ +∂ 1 F̃ +∂ 2 F̃
( µ = 3: 03 13 23 =∂t Hz +∂x Hy −∂y Hx
~ ·H
∇ ~ =0
⇔ ~ +∇
~ ×E
~ =0
∂t H
~ ·F
(2.38) ⇒ J = ∇ · F ⇔ Jα dxα = ∂ λ Fλα dxα ⇔ Jα = ∂ λ Fλα = ∂0 F0α − ∇ ~α
(
~ ·F
ρ = ∂0 0 − ∇ ~0 = ∇
~ ·E
~
he, espli
itando le
omponenti, da:
~ −∇
−J~ = ∂t E ~ ×H~ C.V.D.
0 = dJ̃ = ∂δ J˜|αβγ| dxδ ∧ dxα ∧ dxβ ∧ dxγ = ∂δ J˜αβγ dxδ ∧ dx|α ∧ dxβ ∧ dxγ| =
ne ∃ uno solo 6= 0,
on le 24 rispettive permutazioni
= − ∂3 J˜012 + ∂2 J˜013 − ∂1 J˜023 + ∂0 J˜123 dx0 ∧ dx1 ∧ dx2 ∧ dx3 =
⇔ ~ · J~ + ∂t ρ = 0
∇ C.V.D.
Per la forza di Lorentz su di una parti
ella
ari
a ho
he leggendo la (2.40) in
oordinate
ottengo:
d pα α Fαβ γ
d x = e F|αβ| hd xα ∧d xβ ,eγ i uγ = e 2
u d xα ⊗d xβ −d xβ ⊗d xα ,eγ =
dτ
e Fαβ uγ n
o e
= d xα ⊗d xβ ,eγ − d xβ ⊗d xα ,eγ = Fαβ uβ d xα −Fαβ uα d xβ
2 2
β
ma ries
e: d xα ⊗d xβ ,eγ = δγ ·d xα , d xβ ⊗d xα ,eγ α ·d xβ
= δγ
= e
2
Fαβ uβ +Fαβ uβ d xα = e · Fαβ uβ d xα
Dunque:
d pα β
= e · Fαβ u (2.41)
dτ
In parti
olare, se α = i = 1, 3:
8 9
>
> 0 2 3 1 3 2 2 3>
d pi < F10 u + F12 u + F13 u 0 −E γ−H u +H u >
=
= e·Fiβ uβ = e·> F20 u0 + F21 u1 + F23 u3 0 −E 2 γ−H 3 u1 +H 1 u3
>
=
dτ >
:F >
u0 + F
30 u1 + F
31 u232 0 −E 3 γ−H 2 u1 +H 2 u1 ;
~ γ+(H×~
= e·[−E ~ u)] =− e·[E
~ γ+(u ~ )] =
~ ×H
i i
ma è: u
~ = γ·~
v
h i
~γ+ ~
= −e · γ · E ~
v×H
i
Pertanto:
dpi h ii 9
= gij ddpτi ~γ+ ~ ~ >
>
= − e·γ·g ij ·[E
~ γ+(~ ~ )]
v ×H = e·γ· E v×H >
>
dτ j =
ma: g ij = − δ ij ⇒
>
>
dpi >
>
=γ· ;
dt
dp
~ h ii
= e· E~γ+ ~ ~
v×H ~L
≡F
dt
Inve
e, se α=0
9
dp0 h i
= e F0β uβ = e E 1 u1 + E 2 u2 + E 3 u3 = e·E·~
~ u = e · γE v>
~ ·~ = dE
dτ ~ v
dE > ⇒ dt = e · E ·~
g0µ
dpµ
= δ0µ
dpµ
=
dp0
= γ ;
dτ dτ dτ
dt
Quest'ultima è la legge di variazione dell'energia nel tempo di una parti
ella
ari
a
he
sta attraversando un
ampo elettromagneti
o.
∂L ∂L
∂µ =
∂ ∂µ Aν ∂Aν
∂L ∂L
= −jν , = − Fµν (2.43)
∂Aν ∂ ∂µ Aν
proprio:
∂µ F µν = j ν
Infatti:
′ ′ ′ ′
1 µ′ ν ′
∂L
∂ ∂µ Aν =− 1 ∂
4 ∂ ∂µ Aν ∂µ′ Aν ′ − ∂ν ′ Aµ′ ∂ µ Aν − ∂ ν Aµ = − 2F ·
1 µ′ ν ′
· ∂∂µ∂Aν ∂µ′ Aν ′ − ∂ν ′ Aµ′ = − 2F · δµµ′ δνν ′ − δµν ′ δνµ′ = − F µν
ioè:
1 ~ 2 ~ 2 1 h ~˙ ~ 2 i
~ 2 − j µ Aµ
~ ×A
L = E − H − j µ Aµ = A + ∇A0 − ∇
2 2
dopo una integrazione per parti e assumendo
he Λ(x) = 0 sul bordo del
4-volume di integrazione.
L → L ′ = − 14 F ′ µν F ′ µν − jµ A′µ = − 14 Fµν F µν − jµ Aµ − jµ ∂ µ Λ = L − jµ ∂ µ Λ ⇔
′ µ
⇔ L = L − jµ ∂ Λ −→ L non è invariante per tr. di gauge
Tuttavia:
R R R 9
I → I′ = d4 xL ′ = d4 xL − d4 xjµ ∂ µ Λ = I >
↑ >
=
R R
d4 xjµ ∂ µ Λ=jµ Λ
′
per parti: − d4 x(∂ µ jµ )·Λ=0−0=0 ⇒ I =I C.V.D.
V ↑ >
>
;
per l'eq. di
ontinuità e per
hé Λ → 0 su V
∂L
Πν = = −F 0ν
∂ (∂0 Aν )
ioè:
0 per ν = 0
4-momento
oniugato per il
ampo e.m. Πν = −F 0ν = (2.44)
ν
E per ν = k = 1, 3
~ e P µ = H, P~
Pµ = H , P
= −F0ν F 0ν + ∂ ν A0 − 1 ~2−H
E ~ 2 + j µ Aµ =
2
⇔ ∂0 Aν =F0ν +∂ν A0
e: ~ 2 −H
Fµν F µν = −2(E ~ 2)
e: ~ 2;
F0ν F 0ν = −E F0ν ∂ ν A0 =F00 ∂ 0 A0 +F0k ∂ k A0 =
~ ∇A
= −E· ~ 0
~2+E
=E ~ · ∇A
~ 0− 1 ~2+
E 1 ~ 2 + j µ Aµ =
H
2 2
= 12 ~2+H
E ~ · ∇A
~ 2 +E ~ 0 + j µ Aµ =
= 12 ~2+H
E ~2 + E~ · ∇A ~
~ 0 + ρA0 − ~j · A
da ui:
Z Z Z
1 ~ 2 ~ 2 ~ · ∇A
~ 0+
H= d3 x H = d3 x E + H + d3 x E
2
Z Z
+ d3 x ρA0 − ~ =
d3 x ~j · A
R R R
ma: ~ ∇A
d3 x E· ~ 0 = d3 x ∇· ~ 0) −
~ (E·A ~ E
d3 x A0 (∇· ~) =
↓
per Stokes
R R
= ~ A0 ) −
n·(E
dσ~ d3 x (ρ·A0 )
S
8
>
<∇·
~ E
~ =ρ
e:
:R dσ ~
> ~ A0 ) = 0
n·(E per
hé i
ampi si annullano tutti all'∞,
ioè su S
S
Z Z Z
1 ~ 2 ~ 2
~ ~
~=
= d x 3 3
E + H + d x −∇ · E + ρ A − 0
d3 x ~j · A
2
Z Z
1 ~ ~ ~
= 3 2
d x E +H − 2
d3 x ~j · A
2
In denitiva:
Densità di hamiltoniana e
H = 21 ~2+H
E ~ 2 +E~ · ∇A
~ 0 + ρA0 − ~j · A
~ hamiltoniana per il
ampo
R 3 R (2.45) e.m.
H = 12 d x E~2+H ~ 2 − d3 x ~j · A
~
Mentre:
Pk = Πν ∂k Aν = E l · ∂k Al = E l · Fkl + E l · ∂l Ak =
↑ ↑
8
>
<0 se: ν=0 ∂k Al = Fkl +∂l Ak
dove: Πν = ;
>
:E l se: ν=l
= E l Fkl + E~ · ∇A
~ k =
↑
⇓
Z Z Z
Pk = ~ ×H
3
d x E ~ + ~ · ∇A
d xE3 ~ k = d3 x E~ ×H
~ − ρA
~
k k
k
R R R R R
~ ∇A
d3 x E· ~ k= ~ E
d3 x ∇· ~ Ak − ~ E
d3 x ∇· ~ Ak = ~ Ak ·~
dσ E n− d3 x ρ A k =
V V ↑ S
↑
ma: ~ E
∇· ~ =ρ per Stokes
R
=− d3 x ρ A k
↑
R
~ Ak ·~
dσ E n = 0 per
ampi nulli all'∞, su S
S
Dunque:
Notiamo
ome l'uso del potenziale permette un'espressione sempli
e dei ter-
mini di interazione, sia in (2.45)
he in (2.46). Analogamente, sempre in ambo
le equazioni, osservo
he la parte libera
orrisponde ai termini
lassi
i, per
quanto riguarda sia l'energia
he l'impulso trasportati da un'onda e.m. (per l'im-
pulso abbiamo riottenuto l'espressione per il vettore di Poynting per un'onda
e.m. libera).
jµ ≃ 0 ∀ µ = 0, 3 (2.47)
Aν − ∂ ν (∂ · A) = 0 (2.49)
Π0 (x) = 0
1 1 2
LF := − Fµν F µν − jµ Aµ − λ ∂µ Aµ (2.51)
4 2
∂ µ Fµν + λ∂ν (∂ · A) = jν
2
Il metodo di quantizzazione
anoni
a di Gupta-Bleuler fa uso di questa densità di
lagrangiana .
ioè:
(∂ · A) = 0 (2.53)
∂L
Aµ ←→ Πµ = 6= 0 (2.55)
∂ Ȧµ
Poi, data l'arbitrarietà las
iata dalla (2.17), de
idiamo di imporre
ome
gauge ristretta an
he la gauge temporale (2.22):
A0L (x) ≡ 0
3
A
ui
orrisponde una densità di energia non denita positiva (vedi appendi
e (H)).
4
Il metodo di quantizzazione di Heisenberg-Pauli fa uso di questa pro
edura.
0 = ∂µ AµL = ∂t A0L + ∇
~ ·A
~L = ∇
~ ·A
~L
~ ·A
∇ ~L = 0 (2.23)
⇓
Z Z
1
H= 3 ~ 2 ~
d x E + H − d3 x ~j · A
2 ~=
2
Z h
1 i
= d3 x A ~˙ 2 + ∇~ ×A ~ 2 +
2
Z h 2 i
3 ~ ˙2 ~
~
+ d x ∇A0 + 2A · ∇A0
Ma:
Z Z h i
3 ~ ~
d x ∇A0 ∇A0 = d3 x ∇~ a0 ∇A
~ 0 − A0 ∇
~ 2 A0 =
↑
per parti
Z Z Z
= dσi A0 ∂i A0 − d3 x A0 △A0 = d3 x A0 ρ
avendo fatto uso del fatto
he il
ampo A0 si annulla sul bordo del
3-volume di integrazione e della (2.25a): △A′ 0 = −ρ.
Inoltre:
Z Z Z
~˙ · ∇A
d3 x A ~ 0 = d3 x ∇ ~˙ 0 − d3 x A0 ∇
~ ∇A ~ ·A~˙ = 0
Pertanto:
Z h Z Z
1 ˙2 2 i 1
H= 3 ~ ~ ~
d x A + ∇×A 3 ~ ~
− d xj · A + d3 x A0 ρ =
2 2 R
↑
ρ(~y ,t)
teniamo
onto
he per (2.26) ries
e: A0 = 1
4π d3 y |~
x−~ y|
Z h Z
1 ˙2 2 i
= 3 ~
d x A + ∇×A ~ ~ ~+
− d3 x ~j · A
2
Z Z
1 ρ ~x, t ρ ~y , t
+ d3 x d3 y
8π |~x − ~y |
~ ·A
∇ ~=0 (2.57)
A questo punto siamo pronti per andare a
a
ia delle soluzioni delle (2.56)
e (2.57). Notiamo
he la (2.56) è un'equazione d'onda per il rimanente
ampo
A~ , dunque possiamo de
omporre formalmente la soluzione in serie di Fourier.
In un volume grande ma nito dello spazio, la parte spaziale di un
ampo
può essere de
omposto nella sua parte spaziale in onde piane. Ciò signi
a
he
il potenziale è rappresentabile tramite la seguente serie:
X X 1 ~
De
omposizione in onde
piane del 3-potenziale
~ x, t) =
A(~ aα ~k, t ~uα ~k, ~x = aα ~k, t ~εα ~k e i k·~x (2.58)
~ ~
L3/2
k k
α=1,3 α=1,3
dove: ~εα ~k = 3 vettori o.n.
.,
he formano una base per R3
1 ~
~uα ~k, ~x := ~εα ~k e i k·~x ~ x, t)
b.o.n.
. per lo spazio delle A(~
L3/2
α = 1, 3 per
hé vogliamo vedere
he eettivamente la
ondi-
zione di gauge di Coulomb: ∇ ~ ·A
~ = 0 porta alla
trasversalità dell'onda e.m.
Andiamo a studiare e sempli
are questa espressione.
1. Valgono le relazioni inverse:
Z
1 ~
~ ~ ~x, t
aα k, t = 3/2 d3 x e−ik·~x ~εα ~k · A (2.59)
L
2. La stazionarietà di A(~ ~ x, t)
omporta
he ogni ~uα ~k, ~x sia stazionaria,
dunque si dobbiamo imporre:
~ ~
e i k·~x 0 = e i k·~x L = 0 ∀t
m
2π
kx,y,z = · nx,y,z nx,y,z = 0, ±1, ±2, . . . (2.60)
L Condizione di stazionarietà
Z
1 ~′ ~
d3 x ~ε α ~k · ~ε α ~k ′ ei(k −k)·~x = δα α′ δ~k ~k ′
′
= (2.61)
L3
Osserviamo an
he
he nello sviluppo in onde parziali piane in un
ubo di
lato L sappiamo
he il fattore di normalizzazione è dato proprio da L3/2
1
,
ovvero da V −1/2 .
Dato
he ries
e:
Z
1 ~′ ~
d3 x ei(k −k)·~x = δ~k ~k ′
L3
la (2.61)
omporta, ovviamente, l'ortonormalità dei vettori ~εα ~k :
~εα ~k · ~εα′ ~k = δαα′
4. Dato
he la terna di base è arbitraria, s
egliamo: S
elta della terna dei vettori
di base:
-ortogonalità
~
~ε := k
3
|~k|
~ε1 , ~ε2 ⊥ ~ε3 ⇒ ~εα (~k) · ~εα′ (~k ) = δαα′ ∀α, α′ = 1, 3
Ovviamente, essendo una terna di base, soddisfa an
he la relazione di
ompletezza
he, per la s
elta appena
ompiuta, si s
rive:
X (α) (α) X (α) (α) ki kj
εi εj = εi εj + = δij ∀ i, j = 1, 3 (2.62)
α=1,3 α=1,2 |~k|2 -
ompletezza
5. La dipendenza temporale di aα ~k, t è del tipo: e±iωt ,
on: ω = |k|, infatti
inserendo (2.58) nell'equazione del moto (2.56) otteniamo:
P ~ x 2 P ~ x
0= εα (~
~ k ) e i k·~ ∂t aα (~
k,t) − εα (~
~ k ) △ e ik·~ x
=
~
k,α ~
k,α
~ ~
ma: △ e ik·~
x
= − |~
k|2 e ik·~
x
P ~
= [∂t2 aα (~k,t) + |~k|2 aα (~k,t)]·~εα (~k ) e i k·~x
~
k,α
m
(
aα (~k, t) = bα (~k ) e iωt + cα (~k ) e − iωt
ω = |~k|
Dunque:
~ x,t) = P
A(~
~
bα (~k ) e iωt e ik·~
x εα (~
~ k)
+ cα (~
k ) e − iωt e ik·~
x~ εα (~
~ k)
~ L3/2 L3/2
k,α
s
ambio: ~
k −~
k
P
= bα (−~k ) e i(ωt − k·~
~
x) εα (−~
~ k)
L3/2
+ cα (~k ) e − i k x
εα (~
~ k)
L3/2
(2.64)
~
k,α
~ ·A
6. La
ondizione: ∇ ~ = 0 fa s
omparire la
omponente longitudinale.
Con la s
elta fatta per la terna di vettori {~εα (~k )} la (2.58) si ris
rivere
nel modo seguente:
X ~εα i ~k·~x X 1 ~k i ~k·~x
~ x, t) =
A(~ aα ~k, t e + a3 ~
k, t e
~
k
L3/2 ~
L3/2 |~k|
k
α=1,2
omponente ⊥ a ~
k
omponente longitudinale,
ioè parallela a ~
k
~ ·A
he, introdotta in: ∇ ~ = 0, da:
X ~εα · ~k ~
X ~k · ~k 1 ~
i aα ~k, t e i k·~x + i a3 ~k, t e i k·~x = 0
α=1,2
L3/2 ~
~
|k| L 3/2
k
~
k
m
a ~k, t ~εα · ~k = 0 ∀ α = 1, 2
α
|~k|2 1
a3 ~k, t =0 ⇔ a3 ~k, t = 0
|~k| L3/2
~ deve essere
mentre la se
onda
i di
e proprio
he la terza
omponente di A
ne
essariamente nulla. Pertanto il
ampo e.m. è soltanto trasversale :
Trasversalità del
ampo e.m. X ~εα (~k ) ~
~ x, t) =
A(~ aα ~k, t e i k·~x
α=1,2
L3/2
~
k
1 X ~ 1 X ~
aα −~
k, t ~εα −~
k e − i k·~x = a⋆α ~k, t ~εα ~k e − i k·~x
L3/2 α=1,2
L3/2 α=1,2
~
k ~
k
k/|k|
e (1) (-k ) = e (2) ( k )
e (2) (-k ) = e (1) ( k )
e (2) ( k )
-k/|k|
e (1) ( k )
Figura 2.1: trasformazione dei vettori di base ~εα ~k
~ε1 k~′ = ~ε1 −~
k ≡ ~ε2 ~
k
~ε
2
~
k′ = ~ε2 −~
k ≡ ~ε1 ~
k
Pertanto:
P ~ x
e − i k·~ [~ε1 (~k )(a2 (−~k,t) − a⋆1 (~k,t))+~ε2 (~k )(a1 (−~k,t) − a⋆2 (~k,t))]=0
~
k
m
(
a⋆1 ~k, t = a2 −~k, t
a⋆2 ~k, t = a1 −~k, t
(
b⋆1 (~k ) e − iωt + c⋆1 (~k ) e iωt = b2 (−~k ) e iωt + c2 (−~k ) e − iωt
b⋆2 (~k ) e − iωt + c⋆2 (~k ) e iωt = b1 (−~k ) e iωt + c1 (−~k ) e − iωt
m
b2 (−~k ) = c⋆1 (~k )
b (−~k ) = c⋆ (~k )
1 2
~ ⋆ ~
c1 (− k ) = b 2 (k )
⋆
c2 (−~k ) = b1 (~k )
Da ui:
~ x, t) = Pn h ~ x
i
~ x
A(~ 1
L3/2
ε1 (~
~ k ) b1 (~
k ) e i ω t e i k·~ + c1 (~
k ) e − i ω t e i k·~ +
~
k
k ) = c⋆
b1 (~ ~
2 (−k ) = e−ikx
h ~ x ~ x
io
ε2 (~
+~ k ) b2 (~
k ) e i ω t e i k·~ + c2 (~
k ) e − i ω t e i k·~ =
k ) = c⋆
b2 (~ ~
1 (−k ) = e−ikx
Pn i ω t i~
= 1
ε1 (~
~ k ) c⋆ ~
2 (−k ) e e k·~
x
+~ε1 (~
k ) c1 (~
k)e−ikx +
L3/2 ~
k
s
ambio nuovamente: ~ k −~ k nei due termini sottolineati, per
ui:
~ k ) c⋆
ε1 (−~ ~
2 (k ) e
ikx = ~ k ) c⋆
ε2 (~ ~
2 (k ) e
ikx
~ k ) c⋆
ε2 (−~ ~
1 (k ) e
ikx = ~ k ) c⋆
ε1 (~ ~
1 (k ) e
ikx
o
i ω t i~
ε2 (~
+~ k ) c⋆ ~
1 (−k ) e e k·~
x
ε2 (~
+~ k ) c2 (~
k)e−ikx
1 X
~ x, t) =
A(~ ~εα (~k ) cα (~k ) e − i k x + c⋆α (~k ) e i k x (2.66)
L3/2
~
k,α
Il ruolo dei
oe
ienti di Fourier cα (~k, t) emerge
hiaramente usando lo sviluppo
(2.66) per
al
olare l'energia totale del
ampo (
ioè l'hamiltoniana). Poi
hé ora:
E ~˙
~ = −A (essendo A0 = 0), ~ =∇
H ~ ×A ~
⇓
Z 2 1 Z 2
1 ~˙ 2 + ∇~ ×A~ ~˙ 2 + ∂k A
~
H= d3 x A = d3 x A =
2 ↓ 2
vedi sotto
X 2
=2 ω 2 |cα (~k )|
~
k, α
Dunque:
X 2
H=2 ω 2 |cα (~k )| (2.68)
~
k, α
P R PR PR
= { d3 x (∂ k A l )2 } + d3 x (∂k Ak )2 − d3 x (∂k Ak )2 −
k, l k k
k6=l
P R
− d3 x ∂ k A l ∂ l A k = (∗)
k, l
k6=l
XZ 2
= d3 x ∂ k A
~
k
Inoltre:
P h i
~˙ =
A 1
ε (α) iω −cα ~
~
~ x
k e i k·~ + c⋆ ~ −i ~
k·~
x
L3/2 k, α α k e
P h ~ x
i
−i ~
~=
∂l A 1
ε (α) ikl cα ~
~ k e i k·~ − c⋆ ~
α k e
k·~
x
L3/2 k, α
h ′ ·~ ′ ·~ i
′ i~
k x ⋆ ′ −i ~
k x
· −cα′ ~
k e + cα ′ ~
k e =
1 X h
(α) ~ (α′ ) ~ ′ ′ i ~ k′ )·~
k+~
k e (
′ x
= (−ωω )~
ε k ·~ε k cα ~
k cα ′ ~ +
L3 ~ ~ ′
k, k
α, α′
⋆ ′ −i ~ k′ )·~
k+~ ⋆ ′ i ~ k′ )·~
k−~
k e ( k e (
⋆ x x
+cα ~
k cα ′ ~ − cα ~
k cα ′ ~ −
i
′ −i ~ k′ )·~
k−~
k e (
⋆ x
−cα ~
k cα ′ ~
2 n
~ 1 1 X X ~ ~ ′ (α) ~ (α′ ) ~ ′ ′ i ~ k′ )·~
k+~
k e (
x
∂l A = ... = − 3
k·k ~
ε k ·~ε k cα ~
k cα ′ ~ +
2L ′ ~ ~′
α, α k, k
o
+c⋆ ~ ⋆ ~ ′ −i (~k+~k′ )·~
x
− cα ~
k c⋆
~ ~′ x
k′ e i (k−k )·~
~ − c⋆ ~ ~ ′ −i (~k−~k′ )·~
x
α k cα ′ k e α′ α k cα ′ k e
In denitiva:
Z
1 1 X X
(α) ~ (α′ ) ~ ′
n ′ i ~ k′ )·~
k+~
k e (
′ ~ ~ ′ 3 x
H =− ωω + k · k ~
ε k · ~
ε k d x cα ~
k cα ~ +
2 L3 ′ ~ ~′α, α k, k
o
⋆ ~ ⋆ ~ ′ −i (~ k′ )·~
k+~ x ⋆ ′ i (~k−~k′ )·~x ⋆ ′ −i (~ k′ )·~
k−~ x
+cα k cα k e − cα ~
k cα ~
k e − cα ~
k cα ~
k e = (•)
ma per l'ortonormalizzazione delle sole delle onde piane ries
e, tenendo
onto
he per
ora le ~k sono indi
i dis
reti:
Z
1 ~ ′ ±~
d3 x e± i (k k)·~
x
= δ~k ∓~k ′ ⇒ ω = ω ′
L3
dunque, tenendo
onto an
he delle (2.61):
8
>
>
>
1 <X ′ ′
(α) ~ (α′ ) ~ ′
h ′ ⋆ ⋆ ′ i
(•) = − ωω + ~ k ·~ k ~ ε k ·~ ε k cα ~k cα ~
k + cα ~ k cα ~ k δ~k,−~k ′ −
2>>
>
: ~k, ~k′′
α, α 9
>
>
X ′ h i >
=
~ ~ ′ (α) ~ (α′ ) ~ ′ ~
⋆ ′
~ ⋆ ~ ~ ′
− ωω + k · k ~ ε k ·~ε k c α k c α k + c α k cα k δ~k,~k ′ =
>
>
~ k′
k, ~ >
;
′ α, α
8
1 X <X 2 ~ 2 (α) ~ (α′ ) h ⋆ ⋆ i
=− ω −k ~
ε k ·~ε −~
k cα ~ k + cα ~
k cα − ~ k cα − ~
k −
2 ′
:
~ α, α k k k
0 per (2.42) 0 ma non importa poi
hé: ω 2 − ~
k2 = 0
9
X 2 2
(α) (α′ ) h ⋆ ⋆ i=
− ω +~
k ~
ε ~
k ·~
ε ~
k cα ~
k cα ~
k + cα ~
k cα ~
k =
;
~
k k k k k
2ω 2 δ
αα′ |cα (~k)|2 |cα (~k)|2
1 X h 2 i
2
= 4ω cα ~
k C.V.D.
2 ~
k, α
Questo risultato può essere ris
ritto in una forma più suggestiva introdu
endo
le variabili reali Q, P:
1
Coordinate generalizzate del
cα ~k :=
ω Qα ~k + iPα ~k
2ω
ampo e.m. (2.69)
c⋆ ~k := 1
α ω Qα ~k − iPα ~k
2ω
per
ui:
2
cα ~
k = 1 ω 2 Q2α ~
k + Pα2 ~k
4ω 2
⇓
X1
H= ω 2 Q2α ~
k + Pα2 ~k (2.70)
2
α, ~
k
da ui
( †
Qα ~
k =Qα ~
k
† h
†
i h † i
Pα ~
k =i ω cα ~
k −cα ~
k =− i ω cα ~
k −cα ~
k =Pα
√ Introduzione
degli operatori
aα ~
k := 2 ω cα ~
k (2.73) aα k̃
otteniamo:
aα ~
k , aα′ ~
k′ = a†α ~
k , a†α′ ~
k′ =0 Parentesi di
ommutazione
(2.74) per gli operatori aα k̃ ,
a
†
k , aα′ ~
~ k′
= δα α′ δ~k ~k′ (~ = 1) a†α k̃
α
non
hé:
Xω
H= aα ~k a†α ~k + a†α ~
k aα ~
k =
2 Densità di hamiltoniana per
α, ~
X k
ω † ~ (2.75) il
ampo e.m. nel formalismo
= aα k , aα ~k
anoni
o
~
2
α, k
P
ri
avabile dalla H = ω 2 cα ~
k c⋆α ~
k + c⋆α ~
k cα ~
k
he è una forma op-
α, ~
k
portunamente simmetrizzata per H di modo
he risulti hamiltoniana fa
endo
uso della (2.73).
Dimostriamo le (2.74):
1 h i
′
a) cα ~
k , cα ′ ~
k′ = ω Qα ~
k + i Pα ~
k , ω Qα′ k~′ + i Pα′ k~′ =
4 ω ω′
1 ′ ′
= ω ω Qα , Qα′ + i ω Qα , Pα′ + i ω Pα , Qα′ − Pα , Pα′ =
4 ω ω′
k k k k
0 i~ δα α′ δ~k ~k′ − i~δα α′ δ~k ~k′ 0
1 ′ ′
= {−~ ω + ~ω} = 0 ∀α, α , ~
k, ~
k
4 ω2
da ui:
′ √ ′
aα ~
k , aα′ ~
k =2 ω ω ′ · cα ~
k , cα ′ ~
k = 0
n o
† ′ 1 ′ ′ † ′ † ′ ′ † ′ †
b) cα ~
k , cα ′ ~
k = ω ω Q, Q − i ω Q, P + i ω P, Q + P, P =
4 ω ω′
ma gli operatori Qα e Pα sono hermitiani per
hé rappresentano os-
(
Qα = Q†α
servabili si
he, dunque: ⇒ Q, Q′ † = Q, Q′ = 0
Pα = Pα†
e
.
1 ′ ′ ′ 1
= − i ω Q, P + i ω P, Q = 2 ω δα α′ δ~k ~k′ =
4 ω ω′ 4 ω2
k k
iδ δ~ ~ ′ −iδ δ~ ~ ′
α α′ kk α α′ kk
δα α′ δ~k ~k′
=
2ω
da ui:
† ′ √ † ′
aα ~
k , aα′ ~
k =2 ω ω ′ · cα ~
k , cα ′ ~
k = δα α′ δ~k ~k′
1 X ~εα (~k )
Operatore di
ampo e.m. ~
A(x) = √ a†α (~k ) e i k x + aα (~k ) e − i k x (2.76)
L3/2 2ω
~
α, k
va pensata
ome operatore. Questo risultato viene indi
ato
ome SECONDA
QUANTIZZAZIONE. Da notare subito
he,
ome ri
hiesto da una
orretta
trattazione relativisti
a, ~x è sempli
emente un parametro alla stessa stregua
del tempo t.
Per l'interpretazione di (2.76), le sue dierenze e simiglianze
on la
orri-
spondente espressione per il
ampo relativisti
o
lassi
o (2.66), rimandiamo al
paragrafo 2.5.
~
• Commutatori per A(x)
Usando (2.74) e (2.76) otteniamo i
ommutatori a tempi generi
i:
1 X (α) (α) 1 n −i ω (t−t′ ) ′
o ~
x−~
Ai ~x, t , Aj ~y , t′ = 3 ~εi ·~εj e − e i ω (t−t ) e i k· ~ y
L 2ω
α, ~
k
Dimostriamolo:
h i (α) (α′ ) n
P ~
ε
i
·~
ε
j ′ y) ′ y)
x,t , Aj y
Ai ~ ~,t′ = 1
L3
√ a† , a′ † e i(kx+k + a, a′ e − i(kx+k +
2 ω ω′
α, ~k k k
α′ , ~
k′ 0 0
o
′ y) ′ y)
+ a† , a′ e i(kx−k + a, a′ † e − i(kx−k =
k k
−δ δ~ ~ ′ δ δ~ ~ ′
α α′ kk α α′ kk
(α) (α) n o
P ~
ε ·~
ε ~ ′ +~ x−ω t′ +~
) + e − i(ω t−~k·~
= 1
L3
i
2ω
j
− e i(ω t−k·~
x−ω t k·~
y y)
k·~
=
α, ~
k
(α) (α) n o
P ~
ε ·~
ε ′ ~ x− y ′ ~ x− y
= 1
L3
i
2ω
j
e −i ω(t−t ) e i k·(~ ~)
− e i ω(t−t ) e −i k·(~ ~)
=
α, ~
k
n o
P εi ·~
~ εj ′ ~ x− y P εi ·~
~ εj ′ ~ x− y
= 1
L3 2ω e − i ω(t−t ) e i k·(~ ~)
− 2ω e i ω(t−t ) e − i k·(~ ~)
=
α, ~
k α, ~
k
n o
P εi ·~
~ εj ~ x− y~) − i ω (t−t′ ) ~ x− y~) i ω (t−t′ )
= 1
L3 2ω e i k·( ~ e − e i k·( ~ e =
α, ~
k
n o
P εi ·~
~ εj ~ ′ ′
= 1
L3 2ω
x− y
e i k·( ~ ~)
e − i ω(t−t ) − e i ω(t−t ) =0
↑
α, ~
k
per t = t′
Questo risultato può essere fa
ilmente
ompreso ri
ordando
he A ~ ~x, t va
on-
siderata
ome la generalizzazione al
aso
ontinuo della variabile lagrangiana
qα (t). Questa
onnessione resta valida an
he a livello quantisti
o, di
ommuta-
tori, per
ui:
[qα (t), qβ (t)] = 0 −→ Ai ~x, t , Aj ~y , t = 0
α, β→ ~
x, y
~
he
ondu
e a:
h i 1 X (α) (α) i ~k·( ~x− ~y )
Ai ~x, t , Πj ~y , t = i 3/2 ~εi ~εj e =
L
α, ~
k
Parentesi di
ommutazione a
1 X ki kj ~
tempi uguali tra gli op. di = i 3/2 δi j − e i k·( ~x− ~y ) = (2.80)
ampo e gli op. di momento L ~k 2
~
k
∂i , ∂j
= i δi j − δ(x − y)
∆
(la leggera
ompli
azione nel termine nale della (2.80) è legata alla natura
vettoriale del
ampo e.m.; rispetta
omunque la
ondizione di trasversalità:
∂i Ai = 0).
• Con
lusioni
Sarebbe stato possibile postulare inizialmente i
ommutatori
anoni
i (2.76),
(2.79) e (2.80) e dedurre da questi le relazioni (2.74) (
ome abbiamo imparato
a fare in M. Q.). Quest'ultimo modo di pro
edere avrebbe avuto il vantaggio
della generalità (ma, forse, a s
apito dell'intuitività), infatti si assume
he i
ommutatori (2.76), (2.79) e (2.80) abbiano una validità del tutto generale,
ioè qualunque sia l'interazione e non soltanto nel
aso libero.
~ , E(x)
Per i
ommutatori dei
ampi A(x) ~ , H(x)
~ e dei
orrispondenti momenti
oniugati rimandiamo in un'apposita appendi
e.
~ ~
aα k , aα k .
Fissiamo dei parti
olari indi
i α, ~k ,
he per
iò verranno sottintesi nelle
sezioni seguenti, e
onsideriamo l'algebra di operatori risultante da (2.74):
Si ha:
5
Lo spazio di Fo
k è il parti
olare spazio di Hilbert
ostruito fa
endo uso degli operatori
di
ostruzione per il
ampo libero, appli
andoli allo stato di vuoto. Ovviamente il
ampo
di radiazione non è la forma più generale possibile né, tantomeno, di
onseguenza, possiamo
sperare
he lo spazio di Fo
k sia il più generale spazio dove vivono gli stati
he rappresentano
il sistema
ampo.
per a† | n i : N a† |ni = a† N + N, a† |ni = na† + a† = (n + 1)a† |ni
per a|ni : N a|ni = aN + N, a |ni = (na − a)|ni = (n − 1)a|ni
Così:
√ √
a† |ni = n + 1 |n + 1i, a|ni = n |n − 1i (2.85)
a |0i = 0 (2.86)
da ui:
N |0i = 0
2 √
a† | 0 i = | 1 i , a† | 1 i = a† |0i = 2 |2i , . . .
ioè:
1 † 1 2
|1i = a | 0 i , | 2 i = √ a† | 0 i ,
1 2!
e, in generale:
1 n
|ni = √ a† |0i (2.87)
n!
0 1 0 0 . . .
√
0 0 2 0 . . .
√
√
a ~
k hn2 |a|n1 i = n1 δn2 , n1 −1 ⇔ hn2 |a|n1 i = 0 0 0 3 . . .
0 0 0 0 . . .
. . . . .
.. .. .. .. . .
P P
= ω Nα ~k + ω~k
α, ~
k ~
k
P
L'espressione H = ω~k Nα ~
k + 12
i di
e
he
ias
una onda e.m. piana porta
α, ~
k
Energia di punto zero
on sé un'energia ω più 1/2 quanto per ogni stato del
ampo (
he è l'energia di
punto zero di Plan
k). Dunque:
X X
H= ω Nα ~k + ω~k
α, ~
k ~
k
osi hé:
X X
H ′ |0i := H − ω~k |0i = ω a†α ~
k aα ~
k |0i = 0 (2.90)
~
k α, ~
k
P~ †
P~ = k aα ~
k aα ~
k
Ridenizione dell'op.
α, ~
k (2.91) impulso
P~ |0i = 0
a†α ~
k |0i := ~k, α (2.93) Stato ad un fotone
Y a†α ~kl nl Stato generale a n1 + n2 + . . .
p l
|0i := nl ~kl , αl , n2 ~k2 , α2 , . . . (2.95) fotoni
(nl )!
e a energia negativa:
~
eik·x = e− i[(−ω0 )t+k·~x ]
↓
energia negativa
ioè l'onda, passando da (−t1 ) a (−t2 ), eettivamente viaggia a ritroso nel tempo.
7
In realtà non o
orre rinun
iare obbligatoriamente alla des
rizione a singola parti
ella,
ma al prezzo di ammettere
he la propagazione indietro nel tempo sia possibile. La questione
diventa evidente nella des
rizione quantome
ani
a dei pro
essi di diusione, a
ui però non
siamo interessati in questo
ontesto (
fr. Ait
hinson I.J.R., Gauge Theories In Parti
le Physi
s,
p. 72-76 o l'apposita appendi
e)
~ ~
e− ik·x = e− i(ω0 t−k·~x ) = e− i[−ω0 (−t)−k·~x ]
parti
ella
on E>0 antiparti
ella
on E<0
he si propaga avanti
he si propaga indietro
mentre quella per la sua antiparti ella, ioè per il pione positivo è (q = +1):
R i R R
Mi = d3 x [~ ~ H
r ×(E× ~ )] =i l i As − ε ijk
d3 x E s ~ d3 x rj E·
~ ∇~ Ak = •
ma:
~ H
[~r×(E× ~ )]i = ε ijk rj (E×
~ H~ ) = ε ijk rj εksm Es Hm = ε ijk rj εksm Es εm
pq
∂p Aq = ε ijk rj ·
k
k
pq p q
εm ∂p Aq δk δ sq − δk δ sp
·(Eq ∂k Aq − Eq ∂ q Ak )=Eq ε ijk rj ∂k Aq − ε ijk rj E· l i Aq − ε ijk rj E·
~ k = i Eq ~
~ ∇A ~ ∇A
~ k
i i
~ ∇
E· ~ ~)
(~r×∇ = i[~ ~ )] =i[~
r ×(−i∇ p ]i =i~
r ×~ li
R x →+∞ R R
+ dx1 dx2 [rj E 3 Ak ] 3 − d3 x ∂3 (rj E 3 )Ak = − d3 x ∂m (rj E m )Ak =
x3 →−∞
R
=− d3 x (δmj E m Ak +rj ∂m E m Ak )=
R R R
=− d3 x E j A k − d3 x rj (∇·
~ E~ ) Ak = − d3 x E j A k
k
0 poi
hé siamo nel
aso di
assenza di sorgenti
R R R R i
3
•=i l i Aq +εijk
d x Eq ~ d3 x Ej Ak =i l i Aq +i
d3 x E q ~ d3 x E×
~ A~
k k
~
L ~ = vettore di spin e non
S
di Poynting. Attenti!
Dunque:
Z Z
~ =i
M d3 x Eq~lAq + i d3 x E
~ ×A
~ =L
~ +S
~ C.V.D.
• Operatore di spin
Evidentemente ries
e:
~k
~ε(α) ~
k × ~ε(α′ ) ~
k = i α
on: α = ±1, α′ = ±1, α 6= α′
~k
N.B.: ~ε(+) e ~ε(−) sono vettori
omplessi e in C il prodotto s
alare è denito
ome:
⋆
h~ε(+) , ~ε(−) i := ~ε(+) · ~ε(−) = . . .
Cal
oli lunghi, svolti più avanti in dettaglio, fornis
ono il seguente risultato:
X ~k X h † i
~=
S α a†α ~k aα ~k = ~n a(+) ~k a(+) ~k − a†(−) ~k a(−) ~k (2.98) Operatore di spin
~k
α, ~k ~
k
Ne segue
he denendo:
~k, α := a†α ~k 0 (2.99)
si ottiene:
~ · ~n~k, α = α ~k, α = M
S ~ · ~n~k, α
Infatti:
P † P †
~ n|~
S·~ k, αi = α′ (~ n′ ) a ′ (~
n·~ k′ ) aα (~
k′ ) aα′ (~ k ) |0i = α′ (~ n′ ) a ′ (~
n·~ k′ ) δα α′ δ~
k~k′
|0i =
α α
α′ , ~
k′ k α′ , ~
k′ ↑
aα (~ k′ )+ δα α′ δ~
k ) aα′ (~ k~k′
~ n′
n= ~
diversi (onde sferi he anzi hé onde piane) sviluppo sulla base del momento
angolare .
Espli
itiamo i
onti per ottenere la (2.98).
1 X 1 n h i h io
~
A(x) = √ · ~
† ikx
ε1 a1 e + a1 e
− ikx
+ ~
† ikx
ε2 a2 e + a2 e
− ikx
=
L3/2 ~ 2ω
k
1 X 1 1 n h
† ikx − ikx
i h
† ikx − ikx
i
= √ √ · ~
ε− a1 e + a1 e −~
ε+ a1 e + a1 e +
L3/2 ~
2ω 2
k
h i h io
† ikx − ikx † ikx − ikx
ε+ ·
+ i~ a2 e + a2 e + i~
ε− a2 e + a2 e =
X 1 1 † †
ikx 1 − ikx
= √ ~
ε− √ a1 + i a2 e + √ (a1 + i a2 ) e −
~
2ω 2 2
k
1 † †
ikx 1 − ikx
−~
ε+ √ a1 − i a2 e + √ (a1 − i a2 ) e =
2 2 ↓
( (
1 a† + i a† = √
√ 1 (a − i a )† := a† √1 (a + i a ) = − a
2 1 2 2 1 2 − 2 1 2 +
pongo: ⇒
1 a† − i a† = √
√ 1 (a + i a )† := − a† √1 (a − i a ) = a
2 1 2 2 1 2 + 2 1 2 −
X 1 n h
† ikx − ikx
i h
† ikx − ikx
io
= √ ~
ε− a− e − a+ e − ~
ε+ − a+ e + a− e =
~
2ω
k
X 1 h i
† ikx − ikx
= √ εα aα e
~ − aα+1 e
↓
~
2ω 8
k; α=±
<−1 se α = +1,
ora: α=±1 e non più 1, 2 ⇒ α+1 =
:1 se α = −1.
Dunque:
1 X iω h i
~˙
A(x) = √
†
εα aα e
~
ikx
+ aα+1 e
− ikx
=
L3/2 ~ 2ω
k
X rω
α=±
i h i
† ikx − ikx
= ~
εα aα e + aα+1 e
L3/2 ~
2
k
α=±
da
ui:
Z Z X i r
~=
S 3 ~ ×A
d xE ~=− 3
d xA ~=− 1
~˙ × A ω
εα (~
~ εα′ (~
k)×~
′
k )·
L3 ~ ~ ′ 2 ω′
k, k
Z α, α′
n o
3 † ikx − ikx † ik′ x − ik′ x
· d x aα e − aα+1 e a e + aα′ +1 e =
α′
i X rω Z n
i (ω+ω ′ )t−(~ k′ )~
k+~
e [
′ 3 † † x]
=− εα (~
~ εα′ (~
k)×~ k ) d x aα a +
2 L3 ω′ α′
~ k′
k, ~
α, α′
i (ω−ω ′ )t−(~ k′ )~
k−~ − i (ω−ω ′ )t−(~ k′ )~
k−~
+ aα aα′ +1 e [
x]
− aα+1 a ′ e [
† † x]
−
α
o
− i[(ω+ω ′ )t−(~ k′ )~
k+~ x]
− aα+1 aα′ +1 e =
r nh i
i X ω ′ † † i(ω+ω ′ )t − i(ω+ω ′ )t
=− εα (~
~ εα′ (~
k)×~ k ) aα a e − aα+1 aα′ +1 e δ~k,−~k′ +
2 ω′ α′
~ k′
k; ~
α, α′
h i o
† i(ω−ω ′ )t † − i(ω−ω ′ )t
+ aα aα′ +1 e − aα+1 a e δ~k,~k′ =
α′
i X n † † 2iωt
h
− 2iωt
i
=− εα (~
~ εα′ (−~
k)×~ k ) aα (~
k ) a ′ (−~
k)e − aα+1 (~
k ) aα′ +1 (−~
k)e +
2 α
α, ~
k
α′ h io
† † ~
εα (~
+~ εα′ (~
k)×~ k ) aα (~
k ) aα′ +1 (~
k ) − aα+1 (~
k)a (k ) = (•)
α′
~ ′
= αi ~k per α 6= α
|k |
Ma:
9
1 i ~
>
ε+ (−~k ) = − √
~ ~ε1 (−~
k) + i~ ε2 (−~k) = − √ ε2 (~
ε1 (k ) − i ~
~ k ) = −i~ k )>
ε− (~ >
=
2 2
⇒
1 i >
>
ε− (−~k ) = √ ~ε1 (−~k ) − i ~ε2 (−~k ) = − √ ~ε1 (~k ) + i ~ε2 (~k ) = i~ε+ (~k )
~ >
;
2 2
′
⇒ εα′ (−~
~ εα′ +1 (~
k ) = (α + 1) i ~ k)
per ui:
8
>
<P h
(•) = − i
εα (~k ) × ~
i~ εα′ +1 (~k ) (α′ + 1) a†α (~k ) a†α′ (−~k ) e 2iωt − aα+1 (~k ) ·
2 >
:α, ~k
α′ )
i P h i
~
·a α′ +1 (−~k ) · e − 2iωt + iα k
aα (~k ) aα (~k ) − aα+1 (~k ) a†α+1 (~k )
†
=
α, ~
|~k|
( k
P h i
~
= 1
i α · (α + 1) k
a†α (~k ) a†α (−~k ) e 2iωt − aα+1 (~k ) aα+1 (−~k )e − 2iωt +
2
α, ~
|~k|
i
k
P h
~
+ k
a†+ a+ − a†− a− − a− a†− + a+ a†+ =
~
k
|~k|
(
P
α=± h
~
= 1
−i k
a†α (~k ) · a†α (−~k ) − a†α (−~k ) a†α (~k ) e 2iωt −
2
~
k≥0
|~k|
i
− aα+1 (~k ) aα+1 (−~k ) − aα+1 (−~k ) aα+1 (~k ) e − 2iωt +
P h i
~
+ k
2 a†+ a+ − 2 a†− a− − 1 + 1 =
~
k
|~k|
(
P
α=± h i h i
~
= 1
−i k
a†α (~k ), a†α (−~k ) e 2iωt − aα+1 (~k ), aα+1 (−~k ) e − 2iωt +
2
~
k≥0
|~k|
k k
)0 0
P ~ P ~
+2 α k
a†α (~k ) aα (~k ) = α k
a†α (~k ) aα (~k )
~
k; α
|~k| ~
k; α
|~k|
Pertanto:
X ~k
~=
S α a†α (~k ) aα (~k ) C.V.D. (2.98)
~
k; α ~k
i) aα ~
k , a†α ~
k′ = δα α′ δ~k ~k ′ α, α′ = ± 1 ∀ ~k, ~k ′
Infatti:
h i h i
aα ~
k , a†α ~
k′ =± 1
2 k , a†1 ~
k ± i a2 ~
a1 ~ k′ ∓ i a†2 ~
k′ =
h i h i
=± 1
2 k , a†1 ~
a1 ~ k′ ∓ i a1 ~
k , a†2 ~
k′ ±
= δ~k ~k′ =0
h i h i
k , a†1 ~
± i a2 ~ k′ k , a†2 ~
± a2 ~ k′ =
= δ~k ~k′ =0
8
>
> 1
α = α′ = + ,
>
> (1+1) = δ~k ~k′ se:
<2
= ± 12 (δ~k ~k′ ± δ~k ~k′ ) => 12 (1+1) = δ~k ~k′ se: α = α′ = − ,
>
>
>
:− 1 (δ ′ −δ ′ ) = 0
2 ~
k~k ~
k~k
se: α 6= α′ .
h i h i
ii) aα ~
k , aα ~k ′ = a†α ~
k , a†α ~k ′ =0 ∀ α, α′ = ±1; ∀ ~k, ~k ′
h i
a† ~
k , a†α ~k ′ = 0 ∀ α, α′ = 1, 2; ∀ ~k, ~k ′ .
α
In denitiva:
P h i
1) 0 = ∂µ AµL = 1
εαµ ~
k ikµ a†α (~k )e i k x − aα (~k )e − i k x ⇔
L3/2
~
k; α
⇔ kµ εαµ ~
k =0 ∀ α, ∀ ~k
P nh 2 2 i
2) 0 = ALµ = 1
εαµ ~
k ik0 − − i~k a†α (~k ) eikx −
L3/2
~
k; α
h 2 2 i o
− − ik0 − i~k aα (~k ) e−ikx =
P 2 n † o
= 1
L3/2
εαµ ~
k k~ − ω 2 aα (~k ) eikx − aα (~k ) e−ikx ⇔
~
k; α
2
⇔ k 2 = 0 = ω 2 − k~
ondizione di mass-shell
da
ui otteniamo: ε µ ε ′µ + i k µ λ ~k ∀ µ = 0, 3
ε ′µ ~k −ε µ ~k
he
omporta: λ ~k = ikµ ∀ µ = 0, 3
⇓
(
ω = k3
k µ = ω, k3 · k̂ ⇒ 0 = k · ε = ω ε0 − k3 · ε3 ⇒ ε0 = ε3
ε0′ = ε0 + i k0 λ ≡ 0
allora ries
e:
ε0′ = 0
ε
λ = i 0 de
ido di ssare in questo modo λα ~k
ω
Come si osserva, ho ridotto di una unità i gradi di libertà, poi
hé ora
ε ′µ è t.
.: k · ε ′ = 0. Dunque è an
ora: ε3′ = ε3 = 0 e, in denitiva,
due sole
omponenti di ε ′ sono libere. In questo modo i vettori ε
linearmente indipendenti si ridu
ono a due solamente e,
omunque,
perpendi
olari a k nella parte spaziale.
∂ µ fµ 0 + µ2γ A0 = j0 ⇒ ~ ·E
∇ ~ = ρ − µ2 A0
γ
k k
~ E
∇· ~ ρ ⇓
R R R R
~ ·E
d3 x ∇ ~ = d3 x ρ − d3 x µ2γ A0 = Q − µ2γ d3 x A0
k
R
~ = Q − µ2 d3 x A0
ΦΣ E 6= teorema di Gauss
he porta alla
γ
↑
usso di ~
E attraverso ~ =Q
legge di Coulomb: Φ Σ E
la super
ie
hiusa Σ
Pertanto:
Z
ΦΣ ~ = Q − µ2
E d3 x A0 (2.103)
γ
1 −µ r
V (r) ∝ ·e (2.105)
r
Questa funzione, parametri
a in µ,
ambia il
omportamento
lassi
o di V (r)
a se
onda
he µ R 0. Poi
hé è le
ito aspettarsi pi
ole deviazioni dalla formula
lassi
a, si può assumere µ ≪ 1, per
ui 1r → 0 più velo
emente del termine 1r
(ma non di molto), per r → ∞ (infatti, se µ ≪ 1, posso espandere al i0 ordine
e − µ r ≃ 1 − µ r, per ottenere: 1r · e − µ r ≃ 1r − µ,
on r → ∞).
A titolo di esempio riportiamo qui di seguito il
onfronto tra un potenziale
di tipo
lassi
o uno
he tenga
onto dell'eventuale deviazione. S
egliendo µ = 1
si vede una notevole dierenza,
he è destinata a diminuire se µ → 0.
10
1 2 3 4
Altre misure, di interpretazione più dis
utibile, basate sul gas interstellare
della nuvola di Magellano, danno:
Campi s alari
Contenuto
3.1 Campo s
alare massivo neutro (libero) . . . . . . 63
3.2 Note aggiuntive sulla T.Q.C. . . . . . . . . . . . . 67
3.3 Campo s
alare massivo
ari
o (libero) . . . . . . . 68
allora:
1
L := ∂µ φ∂ µ φ − µ2 φ2 (3.2)
2
Infatti si ha:
9
φ(x) = ∂t2 − △ φ(x) >
>
>
" # >
>
P >
>
>
>
Ma: ∂t2 φ(x) = ∂t 1 1
a ~
k e −ikx (−iω) + iωa⋆ ~
k e ikx = >
>
L3/2 2ω >
>
~
k =
P h i ⇒
= 1 1
−ω 2 a ~ k e ikx = −ω 2 φ(x) >
k e −ikx − ω 2 a⋆ ~ >
L3/2 2ω >
>
~
k >
>
" # >
>
>
>
P >
>
e: △φ = ∂l 1 1
2ω ikl ae −ikx − ikl a⋆ e ikx = −kl kl φ(x) >
;
L3/2 ~
k
2 2 2
⇒ µ φ(x) = −φ(x) = ω − ~
k φ(x)
Inne:
q
2 2 2 2 2 2 2
( + µ )φ(x) = 0 ⇔ −ω +~
k +µ φ(x) = 0 ⇔ ω = ~
k +µ ⇔ω = ~
k 2 + µ2
Infatti:
Z Z h i
3 2 1 X ω ω′ 3 −ikx ⋆ ~ ikx
d x φ̇ = − √ √ d x − a ~
k e +a k e ·
L3 ~ ~ ′ 2ω 2ω ′
k, k
h i 1 X ωω ′
−ik ′ x ⋆ ~ ′ ik ′ x
· −a k′
~ e +a k e =− √
2L3 ~ ~ ′ ωω ′
" Z
k, k
Z
3 −i(k+k ′ )x ⋆ ~ ′ 3 −i(k−k ′ )x
a ~
k a k′
~ d xe −a k a
~ k d xe −
−i2ω
= δ~k′ −~k e = δ~k′ ~k
Z Z #
⋆ ~ i k−k ′ )x ⋆ ~ ′ i k+k ′ )x
d xe ( d xe (
3 ⋆ 3
−a k′
k a ~ + +a ~
k a k =
i2ω
= δ~k′~k = δ~k′ −~k e
mentre:
2 X 1 n 2
h
⋆ ⋆ 2iωt −2iωt
i
2 ⋆
o
⋆
~
∇φ =− −~
k a ~
k a −~
k e +a ~
k a −~
k e −~
k a a + aa
~
2ω
k
dove il primo − all'interno della parentesi graa deriva dal fatto
he: ~ k ′ δ~k′ −~k = −~
k ·~ k2
Dunque:
(
P k2
~
P k2
~
H= 1
2 µ2 φ2 − 1
2
1
2 ω− ω a ~
k a −~
k e −2iωt + a⋆ ~
k a⋆ −~
k e 2iωt − 1
2 ω+ ω ·
~
k ~
k
µ2 +~
k 2 −ω 2 = 0 µ2 +~
k 2 = ω2
) ( k k
)
P µ2 −ω2 +~k 2 P µ2 +ω 2 +~
k2
· [a⋆ a + aa⋆ ] = 1
[. . .] + [a⋆ a + aa⋆ ] =
↑ 4 ~
ω
~
ω
k k
P
ma: φ2 = 1
L3
1
2ω a ~
k a −~
k e −2iωt + a⋆ ~
k a⋆ −~
k e2iωt + a⋆ a + aa⋆
~
k
( )
P µ2 −ω2 +~k 2 P µ2 +ω2 +~k 2
= 1
4 ω ... + ω a⋆ a + aa⋆ =
~
k ~
k
µ2 +~
k 2 −ω 2 = 0
P
= 1
4 2ω a⋆ a + aa⋆ C.V.D.
~
k
..
.
~k1 , ~k2 , . . . , ~k3 := a† ~
k1 a† ~
k2 . . . a† ~
kn | 0i
per
ui ~k
orrisponde ad un quanto di 4-momento k µ ≡ ω, ~k e massa
k 2 = µ2 . In generale si dimostra
he tutti gli stati
ostruiti al punto 2.
sono autostati di P µ . Non essendo
i altri gradi di libertà φ(x) non ha
altre simmetrie interne,
ioè non è invariante rispetto ad al
un altro tipo
di trasformazioni, per
ui è un
ampo 1-D e, pertanto, possiamo asso
iargli
solo spin 0 e
ari
a 0 potremo dire di aver a
he fare
on parti
elle a
spin zero e neutre,
ioè di un solo tipo.
È inoltre fa
ile veri
are la validità dei
ommutatori
anoni
i:
φ ~x, t , φ ~y , t = π ~x, t , π ~y , t = 0 (3.12a)
φ ~x, t , π ~y , t = i δ ~x − ~y (3.12b)
Per quel
he riguarda i
ommutatori a tempi dierenti si può innanzitutto
s
rivere formalmente:
[φ(x), φ(y)] := i∆(x, y)
e poi analizzare le proprietà della funzione ∆(x, y). Per prima
osa notiamo
he
poi
hé φ(x) e φ(y) sono soluzioni dell'equazione di Klein-Gordon allora vale:
)
(x + m) [φ(x)φ(y)] = [(x + m) φ(x)] φ(y) = 0
⇒
(x + m) [φ(y)φ(x)] = φ(y) [(x + m) φ(x)] = 0
Gli operatori alm (ω), a†lm (ω) veri
ano i seguenti
ommutatori:
h i
alm (ω), a†l′ m′ (ω ′ ) = δl l′ δm m′ δω ω′ e simili.
Le seguenti note sono tratte dal Lopuszanski J., Introdu
tion To Symmetry
And Supersymmetry In QFT.
Presi dallo sviluppo formale della teoria abbiamo tralas
iato una serie di que-
stioni matemati
he e si
he. Tra le prin
ipali
i sono le seguenti.
La des
rizione pre
edente si adatta bene a parti
elle prive di spin e neutre
ome
il pione π 0 . Vogliamo estenderla ad in
ludere parti
elle senza spin ma
on una
ari
a elettri
a (o altri attributi analoghi) non nulla
ome può essere il
aso
dei pioni: π + e π − . Per rappresentare questi due enti,
on massa rigorosamente
uguale, possiamo usare due
ampi reali φ1 e φ2 o le loro
ombinazioni
omplesse:
( ( + φ†
φ := φ1 +√ i φ2 , φ1 = φ √ ,
†
2
φ1 − i φ ⇔ φ
2
− φ† (3.15)
φ := √2 2
φ 2 = i √2
Oss. φ e φ† sono
ampi
omplessi per
ui non sono più hermitiani
ome i
ampi
reali.
Allora avremo:
= ∂µ φ† ∂ µ φ − µ2 φ† φ (3.16)
1 X 1 h † i
φ1,2 := √ a1,2 ~
k e ikx + a1,2 ~
k e −ikx (3.18)
L3/2 2ω
~
k
e:
X h i
P µ := k µ a†1 ~
k a1 ~
k + a†2 ~
k a2 ~
k (3.19)
~
k
P h i
= 1
L3/2
√1
2ω
e −ikx a ~k + eikx b† ~k
~
k
dunque:
1 X 1 h ~ −ikx i
φ(x) = √ a k e + b† ~k eikx (3.21)
L3/2 2ω
~
k
on:
a1 + ia2 a† − ia†
a ~k := √ , a† ~k := 1 √ 2
2 2
†
a1 − ia2 a + ia†
b ~k := √ , b† ~k := 1 √ 2
2 2
3.
on:
[a, a† ] = [b, b† ] = δ~k ~k′
[a, a] = [b, b] = 0
[a, b] = [a† , b† ] = 0
e:
X h i
Pµ = k µ a† ~k a ~k + b† ~k b ~k (3.23)
~
k
per
ui:
0 1
−it1rs =
−10
Oss. Per
onti più pre
isi vi rimandiamo all'appendi
e (L) al termine del se-
guente
apitolo.
Per la variazione di L si ha:
∂L ∂L ∂L ∂L
δL = δφr + δ (∂µ φr ) = ∂µ δφr + ∂µ δφr =
∂φr ∂∂µ φr ∂∂µ φr ∂∂µ φr
∂L
= ∂µ δφr
∂∂µ φr
usando le equazioni del moto e il fatto
he δ e ∂µ
ommutano. L'invarianza di
L , δL = 0, impli
a l'esistenza di un 4-vettore jµ a divergenza nulla. Anzi, vista
l'indipendenza degli L parametri εa , δL = 0
omporta l'esistenza di L
orrenti
jµa :
X L
4-densità di
orrente per ∂L ∂L
ampi s
alari
ari
hi j µ := δφr = − iεrs φs = εa jaµ
∂∂µ φr ∂∂µ φr a=1
dove:
∂L a
jµa := −i t φs , a = 1...,L (3.29)
∂∂µ φr rs
Dunque:
∂L = 0 → ∂µ j µ = 0 → ∂µ jaµ = 0 ∀a = 1, . . . , L (3.30)
Queste relazioni permettono di pre
isare il signi
ato delle
ari
he Q − a
ome
generatori delle trasformazioni (3.27), (3.28). S
riveremo in forma nita:
a
φ′r (x) = e −iεa t φr (x) = eiεa Qa φr (x)e −iεa Qa (3.33)
Infatti al I0 ordine in εa :
φ′r (x) ≃ φr (x) − iεa tars φs (x) = φr (x) + iεa Qa , φr (x)
Tornando al nostro
aso, molto più sempli
e, abbiamo
he: εrs = ±εδrs (per
φ e φ† ):
↔
jµ = i φ† ∂µ φ − ∂µ φ† φ = i φ† ∂µ φ (3.34)
Z
X †
Q = i d3 x φ† φ̇ − φ̇† φ = a ~k a ~k − b† ~k b ~k (3.35)
~
k
[Q, φ] = −φ , Q, φ† = φ †
(3.36)
Ne segue
he:
[Q, a] = − a Q, a† = a† (3.37a) P. di
ommutazione tra
l'osservabile Q e gli altri
[Q, b] = b Q, b† = − b† (3.37b) operatori dell'algebra
Poi:
Q~k a = Qa† ~k |0i = a† + Q |0i = a† ~k Q|0i + Q, a† |0i = Q
ome osservabile per
distinguere parti
ella e
= a† ~k |0i = ~k a (3.38) antiparti
ella
e:
Q~k b = − ~k b (3.39)
Ne segue
he gli stati a una parti
ella di tipo a e di tipo b sono distinti
dagli autovalori +1 e −1 della
ari
a Q. In generale stati più
ompli
ati hanno
autovalori interi, dati dal numero di quanti presenti nel sistema in esame. Da:
X
Na = a† ~k a ~k (3.40a)
~
k
X
Nb = b† ~k b ~k (3.40b)
~
k
si ri
ava:
Qna , nb = Na , Nb na , nb = na , nb na , nb (3.41)
Ovviamente si ha:
C 2 = 1 e ioè: C = C −1 = C † (3.43)
Corrispondentemente:
C a† ~k C −1 = b† ~k η, C ~k a = η ~k b
C L C −1 = L ⇔ [C, L ] = 0 (3.44a)
CP C µ −1
=P µ
⇔ µ
[C, P ] = 0 (3.44b)
C QC −1
= −Q ⇔ [C, Q]+ = 0 (3.44
)
[C, P 0 ] ≡ [C, H] = 0
ma:
dC
= [C, H] = 0 ⇒ l'op. C è indipendente dal tempo.
dt
Così abbiamo riottenuto l'eq. del moto di Heisenberg
2
Contrapposta a una trasformazione
ontinua,
ome la (3.25),
he può dierire dall'unità
di innitesimi.
Contenuto
4.1 Ri
hiami sull'equazione di Dira
. . . . . . . . . . 73
4.1.1 Derivazione dell'equazione di Dira
. . . . . . . . . . 74
µ
4.1.2 Proprietà delle matri
i γ . . . . . . . . . . . . . . . 76
4.1.3 Algebre di Cliord . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
4.1.4 Osservazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
4.1.5 Covarianza dell'equazione di Dira
. . . . . . . . . . 80
4.1.6 Covarianti Bilineari . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82
4.2 Soluzioni elementari dell'eq. di Dira
. . . . . . . 84
4.2.1 Equazione di Dira
`a la S
rhödinger . . . . . . . . . 84
4.2.2 Proprietà generali degli spinori di base . . . . . . . . 88
4.2.3 Riassunto nale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93
4.3 Quantizzazione del
ampo a spin 1/2 . . . . . . . 97
4.3.1 S
hema di quantizzazione: lagrangiana e hamiltoniana 97
4.3.2 Campo spinoriale massivo
ari
o libero . . . . . . . . 98
4.3.3 Analisi dei risultati:
ontenuto si
o . . . . . . . . . 99
µ
4.3.3.1 Operatori j e Q . . . . . . . . . . . . . . . 99
4.3.3.2 Momento angolare ed eli
ità . . . . . . . . 100
4.3.3.3 Operatore
oniugazione di
ari
a . . . . . . 101
4.3.4 Regola di eliminazione degli inniti . . . . . . . . . . 103
4.3.5 Appli
azione di C ai
ovarianti bilineari . . . . . . . 104
4.3.6 Supersimmetria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
des
rivere non la funzione d'onda di una parti
ella ma un
ampo (quantizzato).
Questo è il grande salto
on
ettuale
he si impone usando l'eq. di Dira
.
In questa sezione
i limiteremo a giusti
are euristi
amente l'eq. di Dira
e a studiarne al
une proprietà indispensabili per gli sviluppi futuri.
dove, ora, φ(x) è una funzione a due
omponenti (spinore), per
ui l'equazione
pre
edente è, in realtà, un'equazione matri
iale a due
omponenti (immaginate
di moltipli
are a sinistra e a destra dell'uguaglianza per una matri
e identità
12 ). Poi
hé vale la seguente equazione vettoriale matri
iale:
~σ · ~a ~σ · ~b = 12 ~a · ~b + i~σ ~a × ~b
allora possiamo ris
rivere l'operatore lapla
iano a due
omponenti
osì:
△=∇ ~2 12 △ = 12 ∇~ 2 = ~σ · ∇
~ ~σ · ∇
~ .
da
ui, ponendo:
φL := φ
i ∂ ~
φR := − ~σ · ∇ φL
m ∂t
N.B. Gli indi
i L e R si riferis
ono all'eli
ità,
ome vedremo più avanti.
Infatti:
∂ ~ φL − mφR = 0
i
∂t − i ~σ · ∇
(4.3) equivale a:
∂
i ~
+ i ~σ · ∇ φR − mφL = 0
∂t
ovvero:
0 12 0 −~σ φ
−14 m + i
∂ + i ~
· ∇ R = 0 ⇔ (4.5)
12 0 t ~σ 0 φL
√
= γ̃0 =~
γ̃ = 2 χ(x)
e ponendo:
ψA := φR + ψL , ψB := φR − φL (4.6)
si trova:
(
~ ψB = m ψA
i ∂t ψA + i ~σ · ∇
~ ψA = m ψB
(4.3′ )
−i ∂t ψB − i ~σ · ∇
ioè:
12 0 0 ~σ ψ
i
∂ + i · ∇ − 14 m A = 0
~
0 −12 t −~σ 0 ψB
• [γ µ , γ ν ]+ = 2 g µν (4.8a)
2 2
Parentesi di
anti
ommutazione per le γµ
• γ 0 = 14 , γ k = − 14 ∀ k = 1, 3 (4.8b)
e altre proprietà
• γ0 † = γ0, γk † = − γk (4.8
)
• Tr γ = 0. (4.8d)
Dimostriamole.
• Per ottenere la (4.8a) ho due strade: o direttamente, usando una rappre-
sentazione espli
ita delle γ µ , oppure sfruttando l'ipotesi
he l'equazione
di Klein-Gordon per parti
elle a spin 1/2 derivi dall'equazione di Dira
.
Seguiamo questa se
onda strada.
Moltipli
o la (4.7) a sinistra per (i γ µ ∂µ + m):
(i γ µ ∂µ + m) (i γ ν ∂ν − m) ψ = 0
⇓
µ ν
−γ γ ∂µ ∂ν − m 2
ψ=0 / · (−1)
⇓
γ µ γ ν ∂ µ ∂ ν + m2 ψ = 0
⇔
= 21 (γ µ γ ν + γ ν γ µ ), simmetrizzando l'espressione
1
⇔ 2 [γ µ , γ ν ]+ ∂µ ∂ν + m2 ψ = 0
• γ µ γµ = 4 (4.8e)
• γ µ† 0
=γ γ γ µ 0
(4.8f )
µ ν µν
[γ , γ ]+ = 2 g
0† k†
γ = γ , γ = − γk
0
∀ k = 1, 3
µ
(i γ ∂µ − m) ψ(x) = 0
(
U χ(x) = ψ(x)
(4.9)
U γ̃ µ U −1 = γ µ .
X4
4
N= = 24 = 16
n=0
n
2
Nel sistema di
oordinate della pre
edente nota il teorema diventa:
4.1.2 Teorema
Dati due insiemi di matri
i γ µ e γ ′ µ
he soddisfano le seguenti equazioni:
8
>
<{γµ , γν } = 2 δµ ν
†
γµ = γµ
>
:
(i γ µ ∂µ + m) ψ(x) = 0
Ogni altro prodotto di matri
i γ µ mi rimanda ad una delle {Γa } pre
edenti.
Tuttavia, per motivi di utilità,
onviene studiare un altro gruppo, isomorfo
al pre
edente, in
ui gli elementi hanno proprietà più evidenti ed interessanti
per i nostri s
opi:
1 := ΓS
4
S = s
alare
µ
γ := Γ
V
V = vettore
σ µν := i [γ µ , γ ν ] := ΓT
2 T = tensore
{Γa } := (4.10)
Algebra di Cliord
γ5 γ µ
:= ΓA A = vettore assiale
γ5 := 0 1 2 3
i γ γ γ γ := Γ
P
P = pseudos
alare
= − 4!i εµνρσ γ µ γ ν γ ρ γ σ
(4.11)
Queste sono an
ora 16 matri
i linearmente indipendenti (le σ µν sono 42 = 6
per
hé le parentesi di anti
ommutazione fanno si
he σ µν sia antisimmetri
a).
Le loro prin
ipali proprietà sono:
(
Γa se: a = 1, 2, 9, 10, 11, 13, 14, 15, 16
a†
Γ = (4.12a)
−Γ se: a = 3, 4, 5, 6, 7, 8, 12
a
(
a2 14 se: a = 1, 2, 9, 10, 11, 13, 14, 15, 16
Γ = (4.12b)
−14 se: a = 3, 4, 5, 6, 7, 8, 12
5 µ 2
γ , γ + = 0 ⇒ γ 5 γ µ = . . . = −4 · 14 (4.12
)
Tr Γa = 0 ∀ a 6= 1, Tr Γ1 = 4 (4.12d)
e, nella rappresentazione standard (4.6′ ):
k
ijk σ 0
0 σk 0 1
ij
σ =ε 0k
, σ = i k , γ5 = (4.13)
0 σk σ 0 10
Poi
hé abbiamo 16 matri
i linearmente indipendenti 4×4, e dim GL(4, C ) =
16, allora queste possono essere s
elte
ome base per GL(4, C ) di modo
he ogni
A ∈ GL(4, C ) sia esprimibile
ome loro
ombinazione lineare:
16
X
A= aα Γα
α=1
I
oe
ienti aα possono essere ri
avati nel modo seguente. Rius
endo:
16
X 1
Tr A = aα Tr Γα = 4 · a1 ⇒ a1 = Tr A
α=1
4
Poi:
16
X
Tr AΓβ = aα Tr Γα Γβ
α=1
16
P
per
ui: Tr AΓβ = ± 4aα δ αβ = ± 4aβ ⇒ aβ = ± 14 Tr AΓβ
α=1
4.1.4 Osservazioni
1. Nella derivazione si è fatto uso delle proprietà delle matri
i di Pauli:
0 1 0 − i 1 0
1
σx ≡ σ = 2
, σy ≡ σ = 3
, σz ≡ σ =
1 0 i 0 0 −1
he sono:
• σ i σ j = εijk σ k (4.14a)
• σi † = σi (4.14b)
• σi , σj +
= 2 δi j (4.14
)
• σi , σj −
= 2 i εi j k σ k (4.14d)
• Trσ i = 0 (4.14e)
= ai bi + i εi j k ai bj σ k = ~a · ~b + i εk i j σ k ai bj =
= ~a · ~b + i ~σ · ~a × ~b
p p
essendo: E = p~ 2 c2 + m2 c4 = p | := p.
p~ 2 = |~
↑
c=1
m=0
Dato
he: ~σp·~p rappresenta l'operatore eli
ità, questo vuol dire
he: φL, R
orrispondono a due stati di eli
ità: ± 1/2.
3. Notiamo inne
he la riduzione dell'operatore quadrati
o al prodotto
di due operatori lineari è stata possibile per il fatto di avere il grado di
libertà in più rappresentato dallo spin,
ioè le matri
i ~σ . In proposito si
onfronti:
2
∂ ∂ p ∂ p
− △ = + △ − △ senza spin
∂t2 ∂t ∂t
∂2
∂ ∂
2 − △= ~
+ ~σ · ∇ ~
− ~σ · ∇
on spin
∂t ∂t ∂t
(i γ µ ∂µ − m) ψ(x) = 0 (4.15)
Ora, an
hé sia
ovariante per trasformazioni di Lorentz deve rius
ire passan-
do ad un nuovo sistema di riferimento tramite una trasformazione di Lorentz:
i γ ′ µ ∂µ′ − m ψ ′ (x′ ) = 0
Poniamola in una forma più leggibile, moltipli
ando a sinistra per Λρν :
D−1 [Λ]γ µ D[Λ] Λρν Λµν = Λρν γ ν
↑ ⇒
Λρ Λ ν =Λρ (Λ−1 )ν =δ ρ
ν µ ν µ µ
on:
0 i B1 i B2 i B3
0 b1 b2 b3
−i B1 0 Σ3 −Σ2 − b1 0 θ 3 − θ 1
σµ ν
= ,
εµ ν =
x − b2 − θ3 0 θ1
−i B2 −Σ3 0 Σ1
− b3 θ 2 − θ 1 0
−i B3 Σ2 −Σ1 0
tensore dei parametri della trasformazione
0 σi σ 0
e: Bi = , Σi = i → operatori hermitiani (essendo generatori)
σi 0 0 σi
Oss. σ µ ν e εµ ν sono entrambi tensori antisimmetri
i, di modo
he D[Λ] sia una
trasformazione reale.
Espli
itando (4.18) per le varie trasformazioni di base, dove poniamo in risalto
i parametri
ontinui della trasformazione:
1. rotazioni: εi j = εij l θl , σi j = εij k Σk
~ ~
per
ui: D ~0, θ~ := D θ~ = e−i 2 ·Σ
θ
In parti
olare:
θi θi θi
D(θi ) = e−i 2 Σ(i)
= . . . = 14 cos − i Σ(i) sin = (•)
↑ 2 2
sviluppo in serie
0 σ2 0 σ3
Ma: −γ 2 γ 3 = − · = − −σ2 σ3 0 =
−σ2 0 −σ3 0 0 −σ2 σ3
−σ 0
= − 1 ≡ Σ1 ⇒ Σi = − εi j k γ j γ k
↑ 0 −σ1
σ i σ j = εij k σk
~ ~
per
ui: D ~b, ~0 = D ~b = e 2
b·B
In parti
olare:
b(i) Bi
bi bi
S(bi ) = e 2 = . . . = 14 cosh + Bi sinh = (•)
↑ 2 2
b(i) Bi
sviluppo in serie di e 2
1 0 0 σ i 0 σ i
Ma: γ 0 γ i = · = ~ = γ 0 · ~γ
≡ Bi ⇔ B
0 −1 −σi 0 σi 0
(•) = 14 cosh b2i + γ 0 γ i sinh b2i
Dunque:
b(i) Bi
bi bi bi bi
D(bi ) = e 2 = 14 cosh + Bi sinh = 14 cosh + γ 0 γ i sinh Boost
2 2 2 2
Con queste espressioni siamo in grado di provare espli
itamente le (4.17). In
parti
olare, per ρ = 0, ries
e:
D† = γ 0 D−1 γ 0 (4.19)
e: γ 0 D−1 (θ3 )γ 0 = cos θ23 (γ 0 )2 + γ 0 γ 1 γ 2 γ 0 sin θ23 = cos θ23 − γ 2 γ 1 sin θ23
↑
γ 0 γ 1 γ 2 γ 0 =−(γ 1 γ 0 )(−γ 0 γ 2 )=γ 1 γ 0 γ 0 γ 2 =γ 1 γ 2 =−γ 2 γ 1
C.V.D.
ψ := ψ † γ 0 (4.21)
ρ(x) := ψ(x)ψ(x)
′
ψ ψ ′ = ψ ′ † γ 0 ψ ′ = ψ † γ 0 D−1 γ 0 γ 0 Dψ = ψ † γ 0 ψ = ψψ
↑ ↑ ↑ ↑
(4.21) (4.20)+(4.19) γ 0 γ 0 =1, D −1 D=1 ψ † γ 0 =ψ
• per l = 1: ρ1 = ψψ
• per l = 2, 5: ρµ = ψΓµ ψ = ψγ µ ψ
⇓
′
ρ′ µ = ψ γ µ ψ ′ = ψD−1 γ µ Dψ = Λµν ψγ ν ψ = Λµν ρν
↑
= Λµν γ ν
Ma se:
0 ~σ
~ := γ 0~γ =
α (4.23)
~σ 0
⇓
†
αk † = αk ⇒ α · p~ + βm) = (~
(~ α · p~ + βm)
↑
an
he: β † =β
ioè l'operatore:
Operatore H in forma
matri
iale/vettoriale ~ · p~ + mβ
H := α
per
ui:
Equazione agli autovalori di
e−iEt i (−i E)ψ p~ = Hψ p~ e−iEt ⇔ Hψ p~ = E ψ p~ (4.28) energia
m
p I due autovalori di energia di
E2 = m2 + p~ 2 ⇔ E = ± m2 + p~ 2 (4.29) H
si s rive ome:
~ · p~
Σ
(4.30)
Operatore di eli
ità p
infatti:
" #
~ · p~
Σ
,H =0
p
( )
Σ~ · p~
Così: H, 3
forma un insieme
ompleto di osservabili
ommutanti
p
he, pertanto, ha una base o.n.
ompleta di autostati
omuni. Indi
hiamo
on:
u p~, λ λ=±1/2 , v − p~, λ λ=±1/2
Autostati di eli
ità
p
on: E = m2 + p~ 2 ≥ 0, λ = ±1/2 (4.31
)
1 X 1
= √ ·
L3/2 2E
p~, λ
· b p~, λ, t u p~, λ ei~p·~x + d⋆ p~, λ, t v (~
p, λ) e−i~p·~x
n ~ p
o
Σ·~
3
In realtà il set di osservabili
ommutanti è: P µ, p
,
he
omprende an
he H.
ioè:
i ḃ p~, λ, t u p~, λ = b p~, λ, t H u p~, λ = E b p~, λ, t u p~, λ
֒→
Eu p
~, λ
id˙⋆ − p~, λ, t v − p~, λ = . . . = −E d˙⋆ − p~, λ, t v − p~, λ
⇓
i ḃ = E b b p~, λ, t = b p~, λ e−iE t
⇒ (4.34)
i d˙⋆ = −E d⋆ d⋆ − p~, λ, t = d⋆ − p~, λ eiE t
Dunque:
X 1
ψ p~, t = √ b p~, λ e−iE t u p~, λ +
λ
2E
+d⋆ − p~, λ eiE t v − p~, λ (4.35)
+d⋆ − p~, λ eiE t ei~p·~x v − p~, λ
1 X 1
ψ ~x, t = √ b p~, λ e−ip·x u p~, λ +
Soluzione dell'equazione di L3/2 2E (4.36)
Dira
nello spazio delle
p
~, λ
ongurazioni
+d⋆ p~, λ eip·x v (~
p, λ)
γ 0 u (~ p, −λ)
p, λ) = u (−~ (4.37a)
γ 0 v (~
p, λ) = −v (−~
p, −λ) (4.37b)
v p~, λ = iγ2 u⋆ p~, λ (4.38a)
p, λ) = iγ2 v ⋆ p~, λ
u (~ (4.38b)
Dimostriamole.
γ0α ~ = Σγ
~ γ0, γ0Σ
~ = −α ~ 0
da
ui seguono:
~ ⋆ (iγ2 ) = −Σ
(i γ2 )Σ ~
α⋆ (iγ2 ) = α
(i γ2 )~ ~
Infatti:
σ ⋆ 0 0 σ2 σ ⋆ σ2 σ 0
~ ⋆ (iγ2 ) = − 0 σ2 ~
(i γ2 )Σ = − −σ2 ~ 0 = − ~ = −Σ
~
−σ2 0 0 ~σ ⋆ −σ2 0 0 σ ⋆ σ2
−σ2 ~ 0 ~
σ
e:
0 ~σ ⋆ 0 σ2 0 ~ ⋆ σ
α (iγ2 ) = −γ2 ⋆
(i γ2 )~
⋆
γ = − ⋆ σ 0 σ2 = − 0 −~ =α
~
σ 0 2
~ −σ2 0 ~
σ 0 −σ2 0 −~σ 0
~ ⋆ (iγ2 )]·~
[(iγ2 )Σ p
p (iγ2 ) u⋆ = 2 λ (iγ2 ) u⋆
↓
~ p
Σ·~ ⋆ ⋆
p (iγ2 ) u = −2 λ (iγ2 ) u
ioè:
{~α · p~ − mγ0 } (iγ2 ) u⋆ p~, λ = E iγ2 u⋆ p~, λ
(4.39)
Σ·~
~ p ⋆
~, λ = −2 λ (iγ2 ) u⋆ p~, λ
p (iγ2 ) u p
La (4.39) mostra
he iγ2 u⋆ p~, λ e v (~ p, λ) soddisfano le stesse equa-
zioni del moto, infatti se in (4.31b) sostituiamo nuovamente p~ →
−~p:
−~ α · p~ + m γ 0 v p~, λ = −Eγ 0 v p~, λ
Σ·~
~ p
p v p ~, λ = −2 λ v p~, λ
⇓
γ 0 v p~, λ = −v − p~, − λ C.V.D.
(γ · p − m) u (~
p, λ) = 0 (4.40a)
on: γ · p = γ0 E − ~γ · p~, u† γ 0 = u,
infatti:
2
~ · p~ + γ 0 m − E u = 0 → γ 0~γ · p~ − E γ 0 + mγ 0 u = 0
α
⇓
γ 0 ~γ · p~ − γ 0 E + m u = 0 → E − ~γ · p~γ 0 − m u = 0
⇓
(γ · p − m) u (~ p, λ) = 0
Ora, moltipli
ando l'equazione (4.40a) a sinistra per γ 0 e poi appli
ando
l'operazione di daga:
0 † †
γ (γ · p − m) u = 0 ⇒ u† γ 0 (γ · p − m) = 0
⇓ h
† † † i
u† γ 0 γ · p − γ 0 m = 0 ⇒ u† γ 0 γ · p − γ 0 m = 0
h ⇓
†
0 0 † 0
† † i
u γ γ p − γ 0~γ · p~ − γ 0 m = 0
†
ma: γ 0 = γ0:
u† γ 0 γ 0 p0 − ~γ † γ 0 · p − γ 0 m = 0
e: ~γ † = −~γ , ~γ γ 0 = −γ 0~γ , per
ui:
u† γ 0 γ 0 p0 − γ 0~γ · p − γ 0 m = 0
⇓
u† γ 0 γ 0 p0 − ~γ · p − m = 0
⇓
u[γ · p − m] = 0
Il risultato è:
uγ ν [γ · p − m]u = 0 → uγ ν γ · p u − uγ ν m u = 0
+
u[γ · p − m]γ ν u = 0 → uγ · p u γ ν u − m u γ ν u = 0
u[γ ν (γ · p)]u + u[(γ · p) γ ν ]u = 2 m u γ ν u
u{γ ν γ µ pµ + γ µ pµ γ ν }u = 2 m u γ ν u
u pµ {γ ν γ µ + γ µ γ ν }u = 2 m u γ ν u
⇒6 2u pν u =6 2m u γ ν u
={γ ν ,γ µ }=2δ νµ
pν u u = m u γ ν u
e se: ν = 0, allora:
m †
p0 u u = m u γ 0 u ⇒ u u = 6E u u = 2 m C.V.D.
=E =u† =26E
m † Proprietà di
vv = − v v = −2m (4.43) normalizzazione
E per lo spinore v
Queste sono due matri
i, poi
hé del tipo: ... . . .. Le proprietà
he esse
possiedono sono:
1. (γ · p − m) Λ+ = γ · pΛ+ − mΛ+ = γ · p u u − m u u =
ma: γ · p u = mu
= m u u − m u u = 0 ⇒ (γ · p − m) Λ+ = 0
2. (γ · p + m) Λ+ = (γ · p − m + 2m) Λ+ = (γ · p − m) Λ+ + 2mΛ+ =
P P
3. Λ+ u = uu u = u (~
p, λ)u (~ p, λ′ ) = 2mu (~
p, λ) u (~ p, λ ′ ) ⇒
λ λ
=2mδλλ′
+ 2m2 + 2γ · p m = 2m(γ · p + m) ⇒
⇒ (γ · p + m)(γ · p + m) = 2m(γ · p + m)
⇒ (γ · p + m)rs us = 2mur
Λ+ = γ · p + m (4.45a)
Λ− = γ · p − m (4.45b)
1
Π+ Π+ := Λ+ (4.46a)
2m
1
Π− Π− := − Λ− (4.46b)
2m
on le proprietà:
Π+ + Π− = 1 ( ompletezza) (4.47b)
Π+ u = u, Π+ v = 0 (4.47d)
Π− u = 0, Π− v = v (4.47e)
Hu = Eu → (H − E14 )u = 0 (4.50a)
~ · ~nu = 2λu
Σ (4.50b)
on: ~n := p~/p
λ = ±1/2
(
m − E ~σ · p~ uA
(4.50a) ⇒ = 0 ⇒ (m − E)uA + ~σ · p~uB = 0
~σ · p~ −(m + E) uB ~σ · p~uA − (m + E)uB = 0
Dalla se
onda equazione di questo sistema si ottiene:
~σ · p~
uB = uA (4.51)
(E + m)
ioè:
u
A
(4.49) ⇒ u(~
p, λ) = N ~σ·~p
(E+m) uA
• Troviamo N .
Dalla
ondizione di normalizzazione per il bi-spinore u (u†λ uλ′ = 2 E δλλ′ )
si ha:
u
† † A p
σ ·~
~
2E = N ⋆ uA uA N ~σ·~p(E+m) =
(E+m) uA
2
= |N |2 u†A uA + u†A E+mσ ·~
~ p
uA =
h i
~2
= |N |2 u†A uA 1 + (E+m)
p
2 = |N |2 u†A uA E+m
2E
⇒
↑ ↑
2 h 2 i 2 +m2 +2mE+~
σ ·~
~ p 2 p
~ p
~ E p2 (E+m)
ma: ( E+m ) = (E+m) 2, e: 1+ (E+m)2 = (E+m)2
2E
= 2E· (E+m)2 = E+m
↑
m2 +~
p 2 =E2
⇒ E = |N |2 u†A uA E+m
E
e,
ome
ompletezza:
X
uA (λ)u†A (λ) = 1
λ
si ottiene:
√
⇒ |N |2 = E + m ⇒ N = fase E + m
In denitiva:
√ u (λ)
A
p, λ) = fase E + m ~σ·~p
u(~ (4.52)
(E+m) uA (λ)
• Troviamo uA (λ).
Espli
itiamo (4.50b):
~σ · ~nuA = 2λuA
~σ · ~nu = 2λu
B B
P n3 n1 − i n2
ma: ~σ · ~n = i σi ni =
n1 + i n2 −n3
u
per
ui: ~σ · ~nuA = 2λuA diventa, ponendo: uA := 1 :
u2
n3 − 2λ n1 − i n2 u1
(~σ · ~n − 2λ1) = uA = 0 ⇒
= 0
n1 + i n2 −(n3 + 2λ) u2
ovvero bisogna risolvere il sistema:
( (
n1 +i n2
(n3 − 2λ)u1 + (n1 − i n2 )u2 = 0 u2 = 2λ+n3 u1
⇒ n1 −i n2 ⇒
(n1 + i n2 )u1 − (n3 + 2λ)u2 = 0 u1 = 2λ−n3 u2
n1 −i n2 n1 +i n2 n21 +n22
⇒ u1 = 2λ−n3 · 2λ+n3 u1 = u
4λ2 −n23 1
⇒
⇒ u1 (4λ2 − n23 ) − (n21 + n22 )u1 = 0 ⇔ 4λ2 − n21 + n22 + n23 = 0 ⇔
=1, poi
hé: n|2 =1
|~
1 1
⇔ λ2 = 4 ⇔ λ=±
2
Ma deve valere an
he la
ondizione di normalizzazione: u†A uA = 1, da
ui:
2 n1 +in2 2 |u1 |2
|u
1
| 1 + 1+n3 = 2 1+n , se λ = + 21
3
2 2
1 = |u1 | + |u2 | = |u |2 1 + n1 −in2 2 = 2 |u2 |2 , se λ = − 1
2 − 1+n3 1+n3 2
ri
ordando
he: n21 + n22 + n23 = 1
⇓ q
u1 (+1) = eiα+ 1+n3
2 1+n3 q 2
|u1 (+1)| = 2 ⇒
u2 (+1) = eiα+ 1+n3 · n1 +in2
2 1+n3
q
u2 (−1) = eiα− 1+n3
|u2 (−1)| =
2 1+n3
⇒ q 2
2 u1 (−1) = eiα− 1+n3 · − n1 −in2
2 1+n3
⇓ r
1 + n3 1 iα+
uA (+1) = n1 +in2 e = u(1) eiα+ (4.53a)
2 1+n 3
r
1 −in2
1 + n3 − n1+n 3 eiα− = u(−1) eiα−
uA (−1) = (4.53b)
2 1
dove si è denito:
r
1 + n3 1
u(+1) := · n1 +in2
2 1+n
3
r
1 + n3 − n1+n
1 −in2
u(−1) := · 3
2 1
Vale an
he:
r iα
1 + n3 1 e +
uB (+1) = . . . = n1 +in2 E + m · |~
p| (4.54a)
(4.51) 2 1+n3
r iα
1 −in2
1 + n3 − n1+n e −
uB (−1) = . . . = −
3
E + m · |~
p| (4.54b)
(4.51) 2 1
~σ ·~
p
(m + E) vA = ~σ · p~ vB ⇔ vA = m+E vB
~σ·~p
v
p, λ) = N m+E B
v(~
vB
Dalla normalizzazione:
2
† ~σ ·~
p †
v † v = 2E ⇔ |N |2 · vB m+E v B + v B B =
v
† ~ 2 +m2 +E2 +2mE
p |N |2
= |N |2 · vB vB (m+E)2 = . . . = 2E · m+E ≡ 2E
m
√ √
|N | = m + E ⇔ N = fase m + E ⇔
~σ·~p
√ vB
⇔ v(~
p, λ) = fase m + E · m+E
vB
√ χ+
u p~, 12 = fase · E + m · eiα+ · |~
p|
E+m · χ+
√ χ−
u p~, − 12 = fase · E + m · eiα− · |~
p|
− E+m · χ−
|~p |
√ − ·χ
v p~, 21 = fase · E + m · eiβ+ · E+m −
χ −
|~p |
√ ·χ
v p~, − 21 = fase · E + m · eiβ− · E+m +
χ+
Da queste espressioni espli
ite è fa
ile veri
are la validità delle varie rela-
zioni di
ompletezza e proprietà degli spinori stabilite nella sezione pre
edente
(tuttavia questo ri
hiede un'opportuna s
elta dei fattori di fase: eiα± , eiβ± ).
∂L i i
πψ = = ψ† πψ † = − ψ
∂ ψ̇ 2 2
5
Si può an
he sempli
emente dagare l'equazione del moto per ψ e poi moltipli
arla a
destra per γ0.
e da questi:
↔
H = −L + πψ ψ̇ + ψ̇ † πψ† = − 2i ψ γµ ∂ µ ψ + mψψ + 2i ψ † ψ̇ − 2i ψ̇ † ψ =
↔
i ~ 0 ˙ 0 † †
= − 2 ψ ~γ · ∇ ψ + ψγ ψ̇ − ψγ ψ − ψ ψ̇ + ψ̇ ψ + mψψ =
↔
i ~ ψ + mψψ
= − 2 ψ ~γ · ∇
⇓
↔
i ~ ψ
H = mψψ − ψ ~γ · ∇
2
Da
ui:
Z Z Z ↔
i ~ ψ
H= d3 x H = m d3 x ψψ − d3 x ψ ~γ · ∇
2
Il fatto nuovo rispetto ai
asi pre
edenti è rappresentato dal segno meno tra
i due termini della (4.59). Ciò porta alla
onseguenza
he gli operatori devono
veri
are relazioni di anti
ommutazione. Infatti, mantenendo l'interpretazione
orpus
olare per
ui: b|0i = d|0i = H|0i = 0, l'uso di
ommutatori per b, b† , d,
d† darebbe luogo a energie non positive. Pertanto,
onfermando la dis
ussione
del primo
apitolo, assumeremo7 :
b† , b† +
= b, b + = d† , d† + = . . . = 0 (4.60a)
Algebra degli operatori b, b† , bλ p~ , b†λ′ p~′ + = δλ λ′ δp~ p~′ (4.60b)
d, d†
dλ p~ , d†λ′ p~′ + = δλ λ′ δp~ p~′ (4.60
)
6
I
onti sono
ompletamente sviluppati nell'appendi
e O.
7
Omettiamo
ompletamente di dis
utere le parentesi di anti
ommutazione per gli operatori
di
ampo. Se
'è tempo s
riveremo un'apposita appendi
e.
L'aspetto
orpus
olare emerge dall'appli
azione degli operatori b† , d† allo stato
di vuoto:
b|0i = d|0i = 0, P µ |0i = 0
b†r p~ |0i := r, p~ b , d†r p~ |0i := r, p~ d (4.63)
P µ r, p~ b,d = pµ r, p~ b,d
e
osì via.
Oss. Ri
ordiamo
he gli anti
ommutatori garantis
ono la validità del prin
ipio
di es
lusione di Pauli, infatti:
†
b†r (~
p) b†r (~
p) + b†r (~
p) b†r (~
p) p) , b†r (~
br (~ p) +
† †
br (~
p) br (~
p) = = =0
2 2
⇓
p) b†r (~
b†r (~ p) = 0
da
ui:
b†r (~
p) b†r (~
p) |0i = b†r (~
p) |r, p~ib = 0
ioè non possono esistere 2 stati
on gli stessi numeri quanti
i (
he è
proprio il prin
ipio di es
lusione di Pauli).
Così uno stato multiparti
ellare è rappresentato da:
N
Y M
Y
d†ri (~
pi ) b†rj (~
pj ) |0i ≡ |r1 , p~1 ib . . . |rM , p~M ib |r1 , p~1 id . . . |rN , p~N id
i=1 j=1
= −i 2i ψγ µ ψ − i 2i ψ † γ 0 γ µ ψ = ψγ µ ψ
↑
ψ † γ 0 =ψ
R R R
• Q= d3 x j 0 (~x, t) = d3 x ψγ 0 ψ = d3 x ψ † ψ
Una delle ragioni per l'uso dell'equazione di Dira
ome equazione relativisti
a
per l'elettrone all'interno dello s
hema della Ia quantizzazione è proprio la possi-
bilità di denire una densità, denita positiva, j 0 = ψ † ψ
he, se
ondo l'interpre-
tazione della me
ani
a quantisti
a
lassi
a, dovrebbe rappresentare la densità
di probabilità per l'elettrone. L'interpretazione
ambia nello s
hema
on
ettuale
della IIa quantizzazione. Come nel
aso del
ampo s
alare massivo
ari
o an
he
qui j 0 è l'operatore densità di
ari
a elettri
a
he, per l'anti
ommutatività, ora
è libero di assumere entrambi i segni, rappresentando
osì
ontemporaneamente
Operatore di
ari
a per i due oggetti si
i di
ari
a opposta. Questo risulta evidente usando lo sviluppo
ampi spinoriali sviluppati
in onde piane
in onde piane
he fornis
e per Q l'espressione:
X
Q= b†r (~ p ) − d†r (~
p ) br (~ p ) dr (~
p) (4.65)
p
~,r
e, quindi:
Per
on
ludere pre
isiamo in questo
ontesto il signi
ato dell'indi
e r,
he
sappiamo essere legato alla polarizzazione delle parti
elle. Vogliamo identi
are
dal punto di vista della IIa quantizzazione le proprietà di polarizzazione degli
stati:
b†r (~
p ) |0i ≡ |r, p~, q = 1i (4.67a)
d†r (~
p ) |0i ≡ |r, p~, q = −1i (4.67b)
O
orre per questo introdurre la variabile dinami
a
orrispondente al momento
angolare.
Appli
ando il teorema della Nöther per le rotazioni spaziotemporali si di-
mostra
he la variabile dinami
a asso
iabile al momento angolare totale,
on la
densità di lagrangiana (4.58), è:
Z
~ + 1Σ
Operatore momento
angolare totale J~ = d~x ψ † −i~r × ∇ ~ ψ (4.68)
2
~ · P~
S
È istruttivo valutare: |λ, p~, qib .
|~
p|
Si pro
ede
ome segue:
h i
~ · ~np b† (~
~ · ~np | λ, p~, 1 i = S ~ np b† (~ † ~ · ~np | 0 i =
S λ p ) |0i = S · ~ λ p ) − bλ (~
p)S
↑
ma: ~ np |0i:=0 ⇒ b† S·~
S·~ ~ np |0i=0 e allora lo sottraiamo
λ
h i
~ · ~np , b† (~
= S p ) |0i
λ
ioé abbiamo assunto he lo stato di vuoto non possiede nemmeno eli ità.
per ui:
2
Ovviamente, dato
he: C 2 b C −1 = ηc2 b = b, allora: C = C † ,
ioè C è un
operatore hermitiano.
Ries
e an
he (
ome
i aspettiamo, per senso si
o):
CP µ C −1 = P µ → [C, P µ ] = 0 (4.72b)
non hé:
CL C −1 = L (ovvero: [C, L ] = 0)
infatti:
C−1 [iγ∂ − eγA − m] Cψ ⋆ (x) = 0 / · C a sx
Oss. L'asso
iazione fatta
on le (4.74) non è uni
a, infatti esistono altre possibili
s
elte.
infatti si ha:
c 2 T
jµc = ψ γµ ψ c = (η c ) ψ T C −1 γ0 γµ C ψ † = (•)
T T †
†
ma da (4.76): ψC = ηc C ψ † ⇒ ψ C = ψC γ0 = ηc ψ† C † γ0 =
= ηc ψ T C −1 γ0
T T
e: C −1 γ0 γµ C = C −1 γ0 C −1 Cγµ C = γ0∗ γµ∗ = γ0 㵆 = γ0 (γ0 γµ γ0 )
per
ui:
T T T T
(•) = ψ T γ0 (γ0 γµ γ0 ) ψ† = ψ T γ0 γ0T γ0T γ0T ψ † = ψ T γµT ψ =
γ0 γ0T =1
T T T
γ0T (ψ † ) =(ψ † γ0 ) =ψ
T T T T
=ψ ψγµ = − ψγµ ψ = − (jµ ) = −jµ C.V.D.
(jµ )T =jµ per
hè jµ è un numero
N φ(x)φ† (x) = N a + b† a† + b := ab + b† a† + b† b + a† a (4.79)
N.B. L'ultimo termine annulla l'innito derivante da φ(x)φ† (x) qualora lo
hiu-
dessimo su qual
he stato.
4.3.6 Supersimmetria
Può essere divertente notare (ma il signi
ato è ben più profondo)
ome il
problema degli inniti
he si
er
a di evitare
on una ridenizione delle variabili
dinami
he, assuma una lu
e nuova se si
onsiderano insieme
ampi a spin 0
(intero) e 1/2 (semintero).
Ad esempio ri
ordiamo
he per l'energia di un
ampo s
alare e di uno
spinoriale si era trovato
he:
X 1 X ~
H0 = ωk a†k ak + ω k
2
~
k ~
k
X XX
H1/2 = Er b†p bp + d†p dp − Ep (4.81)
p
~,r r p
~
P
=2
r
I segni opposti del termine divergente presente in
ias
una espressione pre
e-
dente (
he sorge dalla
onnessione spin-statisti
a) mostrano la possibilità di
una
an
ellazione, pur
hé il numero di gradi di libertà sia opportuno (in questo
aso o
orrono 4
ampi s
alari per poter annullare l'∞ proveniente da quello spi-
noriale). Questa
onnessione tra gradi di libertà bosoni
i e fermioni
i può venire
espressa in forma rigorosa
ome una supersimmetria. La trattazione uni
ata
di parti
elle a spin intero e semintero
he ne
onsegue
omporta l'esistenza di
generatori (=
ari
he) tale
he:
Q |Bi = |F i e: Q |F i = |Bi
Infatti:
QF |Bi = b† a a† |0i = b† a† a + 1 |0i = b† |0i = |F i
QF |F i = b† a b† |0i = b† b† a |0i = 0
h i
Inoltre: [QF , H] = Q†F , H = 0
h i H
mentre: QF , Q†F =
+ ω
Infatti:
n o h i n o h i
QF , Q†F = b† a, a† b + b† , a† b a = b† a† [a, b] + a, a† b +
=0 =1
n o h i
† † † † † † H
+ a b ,b + b ,a b a=b b+a a=
ω
=1 =0
Compendio di relatività
ristretta
Contenuto
A.1 Assiomi di base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
A.2 Le trasformazioni di Lorentz e primi risultati
i-
nemati
i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110
A.3 Tetravettori e 4-vettori . . . . . . . . . . . . . . . . 113
A.4 Cenni di matemati
a tensoriale . . . . . . . . . . . 113
A.4.1 Tensori
ontrovarianti e
ovarianti . . . . . . . . . . 114
Non staremo qui a ri
avare in dettaglio tutte le
onseguenze dei due postulati
he stanno alla base della relatività ristretta:
I. Equivalenza di tutti i sistemi di riferimento inerziali (SRI) nella des
rizione
dei fenomeni si
i.
II. Costanza della velo
ità della lu
e nel vuoto in tutti i sistemi di riferimento
(inerziali e non).
Qui, però, vogliamo ri
ordare l'aspetto più rivoluzionario
ontenuto in essi: la
non validità della me
ani
a newtoniana e, in parti
olare, il passaggio dalle
trasformazioni di Galileo a quelle di Lorentz e
ioè l'abbandono dei
on
etti di
spazio e tempo assoluti per un più generale spaziotempo quadridimensionale
on metri
a non eu
lidea, per ora globale.
x′ := Λx (A.3)
on: Λ = generi
a trasformazione di Lorentz.
Per motivi di sempli
ità s
riviamo Λ solo nel
aso parti
olare di due sistemi
di riferimento S e S′
on gli assi paralleli e
on
ordi e in moto relativo
on
velo
ità vx di S′ rispetto a S:
γ −βγ 0 0
−βγ γ 0 0
Λ=
0
:= (Λµν ) (A.4)
0 1 0
0 0 01
v
on:
β := c
1 (A.5)
γ := p
1 − β2
1
Eliminando questa ri
hiesta si arriva alla relatività generale. Non sono
erto
he sia l'uni
a
onseguenza possibile. Forse an
he in questo
aso,
ome in quello della nota su
essiva, si va
nella direzione di Selleri. Controllare.
2
Queste sono altre due assunzioni impli
ite. In parti
olare la se
onda deve essere imposta
se vogliamo
he linee di universo dritte (
ioè linee di universo prodotte da oggetti
he si
muovono a velo
ità
ostante) in un sistema di riferimento lo siano an
he in tutti gli altri.
Tuttavia mi sembra
he ammorbidendo questa se
onda assunzione si vada nella direzione di
Selleri. Controllare.
y y
S S
v
x x
z z
v
t− 2 ·x
v
t′ = γ t − 2 x = r c
c v2
1 −
c2
x−v·x
x′ = γ (x − v · x) = r
(A.6b)
v2
1 −
c2
y ′
= y
z ′ = z
e:
v
v t′ + 2 · x′
t = γ t′ + 2 x′ = r c
c v2
1 −
c2
x′ + v · x′ (A.7b)
x = γ (x′ + v · x′ ) = r
v2
1− 2
c
y = y ′
z = z′
1
= A20 − γ 2 A2k 2 − A2⊥ = A20 − A2k − A2⊥ =
γ
2
2
= A0 − A ~ C.V.D.
Ri
hiedere
he le leggi si
he siano indipendenti dall'SRI vuol dire, dal punto
di vista matemati
o, ri
hiedere in modo del tutto generale
he le espressioni
matemati
he
he le rappresentano siano formalmente uguali in ogni SRI. La
(A.11) ne è un esempio espli
ito. Questo a
ade automati
amente quando le
equazioni sono s
ritte in forma vettoriale o, più in generale, in forma tensoriale, e
si di
ono equazioni in forma
ovariante (rispetto alle trasformazioni di Lorentz).
Dunque, per ottenere questo risultato,
i o
orre l'armamentario matemati
o
proprio dell'analisi tensoriale.
Esprimeremo le
omponenti di un generi
o vettore di uno spazio 4-D
on la
notazione:
aµ = a0 , ai = a0 , ~a
usando indi
i gre
i per le
omponenti 4-D e indi
i latini per quelle relative allo
spazio ordinario 3-D. Così il vettore delle
oordinate si s
rive:
xµ = ct, ~r = x0 , xi = x0 , ~x
a3
ηµν è il tensore
he
i permette di denire la distanza tra due eventi e per questo
è
hiamato tensore metri
o.
In verità possiamo arontare tranquillamente lo studio in modo più generale,
strizzando
osì l'o
hio ad eventuali estensioni alla relatività generale,
ioè a
spazi
urvi, fa
endo uso dell'espressione:
dove: gµν (x) =tensore metri
o
he può
ambiare da evento a evento nello spazio
4-D.
Oss. Da (A.14) si ottiene (A.13) imponendo due ipotesi:
gµν (x) = gµν ,
ioè imponendo
he gµν sia un tensore denito global-
mente e non più lo
almente;
imponendo
he gµν sia globalmente uguale a (A.13).
Solo quando faremo espli
itamente riferimento allo spazio di Minkowsky lo
evidenzieremo s
rivendo ηµν .
A.4.1 Def.
Data una generi
a trasformazione di
oordinate del tipo: x′ = x′ (x), si di
e
vettore
ontrovariante ogni vettore 4-D
he si trasforma se
ondo la legge:
∂x′ µ ν
a′ µ = a (indi
i alti) (A.15)
∂xν
∂xν
b′µ = bν (indi
i bassi) (A.16)
∂x′ µ
∂x′ µ
Λµν ≡ (A.17)
∂xν
∂x′ µ ν
dx′ µ = x (A.18)
∂xν
∂x′ µ ν
⇒ x′µ = x (A.19)
∂xν
∂ ∂x′ν ∂
∂ µ := =
∂xµ ∂xµ ∂xν
e ries
e:
µ 1 ∂ ∂ 1 ∂ ~
∂ = ,− k ≡ , −∇ ≡ (∂0 , −∂k )
c ∂t ∂x c ∂t
a · b = aT g b = aµ bµ = aµ bµ = gµν aµ bν (A.20)
a · b = ηµν aµ bν = a0 b0 − ~a · ~b
g = gT (A.21)
3. Ovviamente:
η 2 = 14 (A.22)
4. Inoltre:
g = g −1 (A.23)
infatti:
g 2 = 14
⇒ g = g −1
g · g −1 = 14
ioè:
g −1 λν
= g λν (A.24)
aµ = gµν aν , aµ = g µν aν (A.25)
La
inemati
a della relatività ristretta può venire dis
ussa in maniera più ele-
gante e, allo stesso tempo, resa più
hiara e illuminante rispetto a quanto fatto
nora fa
endo ri
orso alla teoria dei gruppi,
osì
ome si fa nella me
ani
a
lassi
a.
Nella me
ani
a
lassi
a e quantisti
a le rotazioni tridimensionali rientrano
nell'insieme delle trasformazioni di
oordinate
he las
iano invariato il modulo
del 3-vettore ~x; insieme
he, si s
opre, essere dotato della struttura di gruppo.
Possiamo operare analogamente per la teoria della relatività ristretta, dato
he
qui sono le trasformazioni di Lorentz ad emergere
omeparte delle trasformazio-
ni
he las
iano invariato il modulo del 4-vettore x0 , ~x : x2 = x20 − ~x 2 3 . Allora
possiamo riformulare la
inemati
a della relatività ristretta
ome lo studio del-
l'insieme (
he si rivelerà essere a sua volta un gruppo) di tutte le trasformazioni
he las
iano x2 invariante.
D'ora innanzi indi
heremo lo spazio di Minkowsky sempli
emente
on la
lettera:
M := R4 , gµν . (A.26)
A.5.1 Def.
Si di
ono trasformazioni di Lorentz omogenee le trasformazioni:
Λ : R4 −→ R4
(A.27)
x 7−→ x′ := Λx
3
Il più generale insieme di trasformazioni
ontinue e lineari
he soddisfa questo requisito
si rivela essere il
osiddetto gruppo di Poin
aré.
Conseguenze:
1. Linearità:
Λ ax1 + bx2 = aΛ x1 + bΛ x2 ⇒
P ν P ν ′ P ν
⇒ Λ(x) = x Λ (b
eν ) = x ebν = x ebµ Λν µ
ν ν µν
P ⇒
= x′ = x′ µ ebµ
µ
X
⇒ x′ µ = Λµν xν (A.29)
ν
he è proprio la (A.3): x′ = Λx. Come abbiamo già più volte detto, questa
è la legge di trasformazione
aratterizzante ogni 4-vettore
ontrovariante
nello spazio di Minkowsky (non
hé la generalizzazione di (A.10)).
Ries
e an
he:
ioè:
X
x′µ = Λµν xν (A.30)
µ
2. Isometria:
Λµα xα
k
2 2 µ α ν β
|x′ | = |x| ⇔ ηµν x′ µ x′ ν ηµν Λ α x Λ β x
=
⇔
= ηαβ xα xβ
ovvero:
ΛT ηΛ = η (A.31b)
3. Continuità:
A.5.2 Def.
Si di
ono trasformazioni di Lorentz (omogenee) proprie le trasformazioni di
Lorentz omogenee Λ tali
he: det Λ = +1.
Oss. Ovviamente noi s
egliamo:
det Λ = +1 (A.34)
λ
xλ = Λ−1 µ
x′ µ (A.35)
2. Λ è ortogonale, ioè:
3. Da (A.32) ri avo:
ioè:
Λ−1 = ηΛT η
o an
he:
T µ
Λ−1 = η −1 ΛT η = ηΛη −1 ⇔ Λ−1 ν = ηνβ Λβα η αµ
ε ′ νµλρ = − ε ′ µνλρ
ioè:
′ ′
λ′ ρ′
ε ′ µνλρ = Λµµ′ Λνν ′ Λλλ′ Λρρ′ ε µ ν = (det Λ) εµνλρ = ± εµνλρ (A.38a)
′ ′
µνλρ λ′ ρ′
ε′ = Λµµ′ Λν ν ′ Λλλ′ Λρρ′ εµ ν = εµνλρ (A.38b)
A.6.1 Teorema
Tutte e sole le matri
i Λ ∈ GL(4,R) tali
he (det Λ)2 = 1, Λ00 ≥ 1 e las
iano
invariati i due tensori g µν e εµνλρ sono trasformazioni di Lorentz omogenee
he
agis
ono nello spazio di Minkowsky 4-dimensionale.
Se, inoltre, ries
e an
he: det Λ = +1 allora avremo una trasformazione di
Lorentz omogenea propria.
Ora siamo pronti per
er
are una parametrizzazione per le Λ. Sappiamo
he
i bastano 6 parametri indipendenti (sui 16
oe
ienti
he formano una
rappresentazione matri
iale per Λ). Abbiamo an
he intuito
he il gruppo di
Lorentz
ontiene in sé il gruppo delle rotazioni 3-D, da
ui eredita 3 parametri.
Per farla breve:
A.6.2 Teorema
Ogni Λ ∈ SO(3, 1) può essere s
ritta in maniera univo
a
ome:
A.6.1 Corollario
L'insieme SO(3, 1), dotato della legge di moltipli
azione tra matri
i, è un gruppo
di Lie a 6 parametri (dalla (A.39)) non
ompatto (poi
hé il dominio della ξ è
illimitato).
Gli enti matemati
i possono essere
lassi
ati in funzione del loro
ompor-
tamento rispetto alle trasformazioni di Lorentz. Così avremo oggetti invarianti
(
ioè s
alari invarianti) e
ovarianti a vista (tipi
amente vettori) di
ui abbia-
mo già in
ontrato al
uni esempi in (A.3) o in (A.29)). Vediamone altri
asi
parti
olarmente importanti:
~ · ~a
∂µ aµ = ∂0 a0 + ∇
ed è un invariante.
• Il d'alambertiano, he ha la forma:
~ ·∇
:= ∂ µ ∂µ = ∂02 − ∇ ~ = ∂02 − △2
è un invariante.
tµν11νµ22...ν
...µM
N
he si trasformano osì:
t′ νµ11νµ22...ν
...µM
N
= Λµ1λ1 · · · ΛµM β1 βN α1 α2 ...αM
λM Λν1 · · · ΛνN · tβ1 β2 ...βN
he, però, non ha le dimensioni si
he
orrette. Tuttavia se operiamo nel modo
seguente:
" 2 #
2 2 2 1 d~r 2 2 ~v 2
ds = c dt 1 − 2 = c dt 1 − 2 ⇒
c dt c
p
⇒ ds = c · dt 1−β2 (A.40)
(dove abbiamo eliminato la radi
e negativa per
hé
onsideriamo solo
asi di tipo
light-like e spa
e-like), allora, dato
he ds e c sono invarianti, possiamo denire
il nuovo invariante:
ds p dt
dτ := = dt 1 − β 2 = (A.41)
c γ(t)
se: v = 0 ⇒ dτ = dt (A.42)
Zτ2 Zt2 p
τ2 − τ1 = dτ = dt 1 − β(t) (A.43)
τ1 t1
on: t1 = t(τ1 )
t2 = t(τ2 )
Ma è an
ora più interessante trovare l'intervallo di tempo ∆t = t2 − t1 misurato
da S in
orrispondenza dello stesso intervallo di tempo proprio ∆τ = τ2 − τ1 :
Zτ2
t2 − t1 = dτ γ(τ ) (A.44)
τ1
In parti
olare per un sistema in moto a velo
ità
ostante ries
e: γ = cost al
variare di τ per
ui:
t2 − t1 = γ τ2 − τ1 ⇔ t = γτ + cost (A.45)
dX µ
V µ := (A.46a)
dτ
La se
onda è
he:
V 2 = V µ Vµ = γ 2 c2 − γ 2~v 2 = γ 2 c2 − ~v 2 = γ 2 c2 1 − β 2 = c2
ioè le 4-velo
ità sono dei 4-vettori
he hanno
ome modulo sempre
la velo
ità della lu
e.
x2 x2'
θ
P
r
r'
v
O
O' x1 x1'
ϕ ϕ'
x3 x3'
r′ x′
Figura A.2: S : O, ~r, t, ~v , ~uP = d~
r
dt = dt ;
d~
x
S ′ : O′ , ~r ′ , t′ , ~v ′ , ~uP′ = d~
dt′ = d~
dt′
dx2 = dx′2
⇔ d~x⊥ = d~x⊥′
dx = dx′
3 3
1. le espressioni pre
edenti si ridu
ono alle ben note trasformazioni di Galileo
se: v, u ≪ c, infatti in questo
aso:
~v · ~u v u 1
≤ · ≪ 1, non
hé: γv = p ≃1⇒
c2 c c 1 − β2
1
≃1
~v · ~u
1 − 2 u′k ≃ uk − v
⇒ c ⇒
1 ′
≃1 ~u⊥ ≃ ~u⊥
~v · ~u
γv 1 − 2
c
ovvero proprio:
~u ′ ≃ ~u − ~v
u3 u′3 1 + ~vc·~
u
2
⇔ tan φ = = · =
u2 γv 1 + v ·~
~
c2
u u′k + v
= tan φ′ ⇔ φ = φ′ + kπ, k = 0, 1, 2, . . .
φ = φ′ (A.48)
Poi:
u⊥ u′⊥ γv 1 + ~vc·~
u
2 u′ · sin θ′
tan θ = = ·~
· ′ =
x ⇔
uk ~
v
γv 1 + c2 u uk + v γv (u′ · cos θ′ + v)
8
< u′ =u′ ·sin θ′
⊥
ma:
: u′ =u′ ·cos θ′
k
u′ · sin θ′
tan θ = (A.49)
γv (u′ · cos θ′ + v)
Inne:
s 2
q 1 2 ~u⊥′
2 2 ′
u = uk + u⊥ = ′ · uk + v + =
1 + ~vc·~u2 γv2
1 q 1
= u′
v ·~
· u′k2 + v 2 + 2u′k v + 1 − βv2 · u′⊥2 = x ′ ·
~
1 + c2 1 + ~vc·~u2
q 1
· u′k2 + u′⊥2 + v 2 + 2u′ v cos θ′ − βv2 u′ 2 sin2 θ′ = ′ ·
1 + ~vc·~u2
s 2
vu′ sin θ′
· u′ 2 + v2 + 2u′ v cos θ′ −
c
ioè:
s ′ 2
vu sin θ′
u′ 2 + v 2 + 2u′ v cos θ′ −
c
u= ′
(A.50)
~v · ~u
1+ 2
c
dt dt′
dτ = = (A.52)
γu γu′
Da
ui:
d~x⊥ d~x⊥′ γu′
· γu = ′
· γu′ ⇔ γu · ~u⊥ = γu′ · ~u⊥′ ⇔ ~u⊥ = · ~u⊥′
dt dt γu
he, per
onfronto
on (A.47a), da:
γu′ 1 ~v · ~u ′
= u′
v ·~
~
⇔ γu = γu′ · γv · 1 + (A.53a)
γu γv 1 + c2
c2
ioè:
dγ γ
= 2 ~u · ~a (A.55)
dt c − u2
dunque:
γ2c
A0 = ~u · ~a
c2 − u2
(A.56)
~ γ γ2
A=γ 2 ~
u · ~
a ~u + γ~
a = ~u · ~a ~u + γ 2~a
c − u2 c2 − u2
ioè le tre
omponenti spaziali della 4-a
elerazione
oin
idono
on le
ompo-
nenti della usuale a
elerazione 3-D.
Il modulo quadro di A vale:
2 2 γ 4 2 n h 2 io2
~ =
|A| = Aµ Aµ = A20 − A ~
u · ~
a − γ 2 γ
2 ~
u · ~
a ~u + ~
a =
c c
2 h i2
= γ4 β~ · ~a − γ 4 γ 2 β ~ · ~a β~ + ~a = γ 8 β ~ · ~a 2 −
h 2 i
−γ 4 γ 4 β ~ · ~a 2 β
~ + ~a 2 + 2γ 2 β ~ · ~a 2 =
2
~ · ~a 2 − γ 8 β
= γ8 β ~ · ~a 2 β
~ − γ 4~a 2 − 2γ 6 β ~ · ~a 2 =
~ · ~a 2 1 − β
= γ8 β ~ 2 − 2γ 6 β ~ · ~a 2 − γ 4~a 2 =
h i
~ · ~a 2 − γ 4~a 2 = −γ 4 γ 2 β
= −γ 6 β ~ · ~a 2 + ~a 2 risultato errato
7
Ri
ordo
he (A.7b)
omporta:
v v drk
dt = γv dt′ + 2 drk′ = γv dt′ 1 + · ′
= γv 1 + βv βk′ dt′
c c cdt
βv
d~u⊥′ γv 1 + βv βk′ − ~u⊥′ γv c du′k
d~u⊥ = 2 =
γv2 1 + βv βk′
~ ′ βv du′
d~u⊥′ + d~u⊥′ βv βk′ − β⊥ k
= 2
γv 1 + βv βk′
per ui:
du′k
duk ′
dt duk 1 dt′
ak = = · ′ = · 2 =
dt dt dt γv 1 + βv βk′ γv2 1 + βv βk′
a′k
= 3
γv3 1 + βv βk′
Dunque:
a′k
a = 3
k
γv3 1 + βv βk′
(A.57)
~′
~a⊥′ + βv ~a⊥′ βk′ − a′k β
⊥
~a⊥ = 3
γ2 1 + β β′
v v k
F µ := m0 Aµ (A.58)
dove: m0 = massa a riposo della parti
ella, misurata nel SRI solidale
on la
stessa.
Fa
endo i
onti si dimostra an
he
he per v ≪ c la pre
edente si ridu
e proprio
a:
F~ ≃ m~a
Tuttavia l'utilità di (A.58) è limitata dall'assenza di riferimenti immediati al-
le
orrispondenti grandezze
lassi
he della rappresentazione 3-D a
ui siamo
abituati.
Un se
ondo modo di esprimere la dinami
a relativisti
a è attraverso l'ana-
logia
on un'altra espressione
lassi
a per la forza,
he è an
he più generale del
II prin
ipio della dinami
a poi
hé
ontempla eventuali variazioni di massa:
d~
p
F~ :=
dt
Per seguire questo per
orso dobbiamo innanzitutto denire il 4-impulso P µ della
parti
ella:
P µ := m0 V µ (A.59)
dove: m0 = massa a riposo invariante della parti
ella
e poi
ostruire la 4-forza:
dP µ dV µ
F µ := = m0 (A.60)
dτ dτ
Oss. F µ è un 4-vettore
ontrovariante per trasformazioni di Lorentz per
hé
denito dal rapporto tra il 4-vettore
ontrovariante dP µ e lo s
alare
invariante dτ .
µ
(A.60) è perfettamente equivalente a (A.58) per
hé: dV dτ ≡ a .
µ
P~ = m~v (A.63)
2 γ2 γ2
~ · ~a β
~ · ~a, γ 2 β ~ + ~a
= m0 γ ~u · ~a, 2 ~u · ~a ~u + ~a = m0 γ 2 γ 2 β
c c
ioè, in
omponenti:
~ · ~a
F 0 = m0 γ 4 β
~
~ · ~a β
F = γ 2 m0~a + γ 4 m0 β ~ = mγ~a + mγ 3 β
~ · ~a β~
~
~ := dP
F (A.64)
dt
on le sue varianti:
~ = d(m~v ) = d(γm0~v )
F
dt dt
Il legame
on la 3-forza relativisti
a è presto ottenuto:
dP~ dP~ ~
F~ = =γ = γF (A.65)
dτ dt
Oss. 1. Per basse velo
ità (v ≪ c) P~ → p~ e F ~ → f~,
ioè tutto ritorna nel
sol
o della me
ani
a newtoniana.
2. Non
'è un legame diretto immediato tra F~ e f~ fondamentalmente
per
hé, in ambito relativisti
o, bisogna tenere
onto
he a
elerando
un oggetto variano sia la 3-velo
ità
he la massa relativisti
a, e non
più solo la 3-velo
ità.
dP 0 dP 0
F0 = =γ γF
= 0
dτ dt
d γm c dγ
0
oppure = γ = γm0 c
dt dt
Oss. Come
onseguenza del
al
olo in atto, abbiamo ri
avato la seguente for-
mula:
dP 0 dγ
F0 = = m0 c (A.66)
dt dt
dunque:
γ ~
F0 = ~v · F (A.67a)
c
o an he:
F0 ~
~v · F
F0 = = (A.67b)
γ c
In denitiva:
!
~
~v · F
~
F µ = γF0 , γ F = γ ~
, γF
c
Ora siamo pronti per trovare il signi
ato si
o di F0 . Dalla (A.67b), egua-
gliata
on (A.66), ottengo:
~
~v · F F0 dγ d m0 c2 γ d mc2
= = m0 c ~
⇒ ~v · F = =
c c dt dt dt
ioè:
2
~ = d mc
~v · F (A.68)
dt
osi
hé: dt d 1
v 2 deve a sua volta rappresentare la variazione di energia totale
2 m~
del
orpo nel tempo dovuta all'azione di f~.
In modo del tutto analogo si ragiona in me
ani
a relativisti
a, an
he se
on
risultati ben diversi. La (A.68) viene
osì interpretata:
2
~ = d mc
~v · F
dt
= W = potenza erogata/assorbita dalla forza
Rimandiamo l'analisi del termine di destra alla sezione A.10. Qui
i limitiamo
a dire solo
he possiamo
on
ludere
he:
Questa
i permette di dare una forma espli
ita alla forza di Minkowsky:
dpµ dpµ W
Fµ = =γ = γ , γF
dτ dt c
Ci rimane da valutare
ome
ambia la forza da un SRI all'altro e relative
onseguenze. Ovviamente il 4-vettore forza relativisti
a si trasforma se
ondo le
solite trasformazioni di Lorentz:
h i
~ ′ · ~v ′ = γv γu F
F0′ = γv F0 − βv F1 γu′ F ~ · ~v − vγu F1
βv
F1′ = γv F1 − βv F0 γu′ F1′ = γv γu F1 − ~ · ~v
γu F
c
F2′ = F2 γu′ F2′ = γu F2
ioè:
h i
F~ ′ · ~v ′ = γv γu F ~ · ~v − v F1
γu′
′ γv βv ~
F
1 = γu F 1 − F · ~
v
γu′ c
γu
F2′ = F2
γ u′
γ
F3′ = u F3
γu′
e tenendo
onto della (A.53b), inne si ottiene:
~ · ~v − v F1
F
~ ′ ′
F · ~v =
~v · ~u ′
1 −
c2
F1 − βcv F ~ · ~v
′
F1 =
~v · ~u ′
1 −
c2
p (A.70)
F 1 − βv2
F ′
= 2
2
~v · ~u ′
1− 2
c
p
2
F′ = F3 1 − βv
3
~v · ~u ′
1− 2
c
d~v 1 ~ ~v ~ 1h ~
~·F
~ β
i
m0 = F − 2 ~v · F = F−β (A.72)
dt γ c γ
~ k ~v (
ioè moto rettilineo della parti
ella, per un'opportuna s
elta della
2. F
velo
ità iniziale):
~ = ~v vF = ~nv 2 F = v 2 F
~v ~v · F
~
dove abbiamo posto: ~n := F
F ≡ v
~
v
Allora:
~
d~v 1 ~ v2 ~ 1
~ = γ 3 m0 d~v
~ = F ⇒ F
m0 = F− 2 F = 1 − β2 F
dt γ c γ γ3 dt
Una prima importante
on
lusione da questi due
asi parti
olari è
he otte-
niamo dierenti dipendenze della massa dalla velo
ità;
iò indi
a
he non esiste
una dipendenza universale della massa dalla velo
ità e proprio per questo è
doveroso usare, dove possibile, la massa a riposo invariante.
1
E= m0~v 2 := K
2
Sottolineiamo
he se si assume
he il
orpo a riposo ha un'energia E0 non
nulla, allora l'energia totale dello stesso risulta:
E = K + E0
m0 c2
E := mc2 +
ost. = γ m0 c2 +
ost. = p +
ost. (A.74)
1 − β2
Se la
ost. = 0
otteniamo:
m0 c2
E = mc2 = γ m0 c2 = p (A.75)
1 − β2
solo
he qui l'energia della parti
ella a riposo (per: v = 0,
ioè: γ = 1) risulta
essere l'ar
inota relazione di Einstein:
E0 := m0 c2 (A.76)
E = K + E0
K = E − E0 = γm0 c2 − m0 c2 = m0 c2 · (γ − 1) (A.77)
Ci rimane an
ora il problema della solita
ostante
he, però, questa volta
rimane ssata dalla si
a stessa ed è identi
amente nulla. Argomentazioni non
rigorose
i portano alle seguenti
onsiderazioni.
La si
a
i impone di soddisfare i due seguenti requisiti:
i) le varie grandezze devono essere Lorentz
ovarianti;
ii) nel limite per βv → 0, le grandezze relativisti
he devono ri
ondursi alle
orrispondenti grandezze
lassi
he (una sorta di prin
ipio di
orrispon-
denza).
In parti
olare il se
ondo vin
ola la s
elta: supponendo la
ostante non nulla,
allora deve essere:
E = m0 γc2 + C (A.78)
ioè:
m0 v 2 m0 v 2
E = m0 c2 + + . . . + C ≃ E0 + +C
2 2
Questa è proprio l'espressione
lassi
a
on, in più, l'energia di riposo, ma solo
se imponiamo proprio: C = 0.
= m0 γ 3~v · d~v
Di qui:
Z
K = m0 d~v · ~v γ = . . . = m0 c2 γ +
ost.
E
velo
ità relativisti
a ⇔ ≫1 (A.79)
m0 c2
Questa
ondizione torna utile ogni qualvolta la velo
ità si avvi
ina al suo
limite C , poi
hé in questo
aso l'energia tende all'innito. Per
iò pi
o-
le variazioni di velo
ità in vi
inanza di c possono alterare radi
almente
l'energia della parti
ella.
Abbiamo tutti gli elementi per dare un'o
hiata esaustiva al 4-vettore impulso
P µ . In parti
olare indaghiamo la relazione tra la
omponente P 0 e l'energia.
m0 c2 γ E
P 0 = m0 cγ = = (A.80)
c c
per
ui:
E
Pµ = , γ~
p = (m0 γc, m0 γ~v ) (A.81)
c
E2
P 2 = Pµ P µ = p |2 = m20 c2
− |~ (A.82)
c2
he è un invariante relativisti
o. Questa è una relazione invariante molto impor-
tante per
hé
i da il legame tra l'impulso relativisti
o e l'energia relativisti
a di
una parti
ella, infatti:
p
E = c p~ 2 + m2 c2 (A.83)
Da
ompletare
A.13 Formulazione lagrangiana
δS = 0 (A.87)
∂L
p := (A.90a)
∂ q̇
E := H := q̇p − L = K + U (A.90b)
derivano dalla
ondizione di estremale per essa. Ma se
osì deve essere allora
an
he il termine di destra di (A.86) deve esserlo,
osa
he non avviene per
hé dt
non lo è. Allora sfruttiamo la (A.52): dt = γdτ per sostituire a dt l'invariante
dτ :
Z τ2
S= dτ γ · L (A.91)
τ1
Per determinare α basta imporre il solito limite non relativisti
o,
ioè imporre
he per β → 0 (A.92) diventi (A.89). Sviluppiamo in serie:
p β2
1 − β2 = 1 + 0 − + ...
2!
per
ui, per pi
oli β ,
ioè tron
ando al termine in β 2 la serie:
e una sua pi
ola variazione dovuta a una pi
ola variazione nel
ampo:
φ(x) 7→ φ′ (x) = φ(x) + δφ(x)
on: δφ(x) = 0 in t1 , t2 e al di fuori di un 3-volume spaziale ra
hiuso da una
2-super
ie spaziale per ogni istante di tempo (super
ie
he può an
he
variare nel tempo).
3-volume
B = 2-superficie
R
x
Figura B.1: diagramma spazio-temporale (
on la
oordinata z soppressa) della
regione 4-dimensionale in
ui la variazione del
ampo: δφ(x) NON è nulla.
Allora:
I 7→ I ′ := I + δI
m
R R n o
∂L ∂L
δI = I ′ − I = δ d4 x L [φ, ∂µ , x] = d4 x ∂φ δφ + ∂(∂µ q) δ (∂µ φ) =
R ∂L
R ∂L
= d4 x ∂φ δφ + d4 x ∂∂µ φ ∂µ δφ
R R x42
∂L ∂L
− dx1 d3 x ∂1 ∂∂ 1φ
δφ + . . . + ∂∂4 φ δφ 4−
x1
R 4
R 3 ∂L
− dx d x ∂4 ∂∂ 4φ
δφ
Ma:
x12 t2
∂L ∂L
δφ = δφ = 0, per
hé: δφ(t2 ) = δφ(t1 ) = 0.
∂∂1 φ x1 ∂∂t φ t1
1
e an
he:
xi2
∂L
∂∂i φ δφ i = 0, per
hé: δφ(xi2 ) = δφ(xi1 ) = 0, essendo i punti xi1 e xi2
x1
sul bordo B della regione R, ∀ i = 1, 3.
In generale gli stati avranno norma innita; una di
oltà ben nota
he, se
ne
essario, può essere aggirata usando pa
hetti d'onda anzi
hé onde piane (al
prezzo, però, di introdurre
osì un'ulteriore ipotesi sulla
ostituzione
della funzione d'onda
he rappresenta l'eventuale parti
ella).
Contenuto
D.1 Funzione di Pauli-Jordan . . . . . . . . . . . . . . . 146
D.1.1 Proprietà della funzione di Pauli-Jordan . . . . . . . 146
1
∆A (x1 ) · ∆B (x2 ) ≥ |h[A (x1 ) , B (x2 )]i| (D.1)
2
Espressione
he si ridu
e alle relazioni di indeterminazione di Heisenberg:
~
[A (x1 ) , B (x2 )] = i~ ⇔ ∆A (x1 ) · ∆B (x2 ) ≥ (D.2b)
2
ma, nella teoria quantisti
a dei
ampi, questo deve a
adere solo in
oppie
di eventi x1 , x2
he, in aggiunta, soddisno an
he il vin
olo relativisti
o :
Prima di addentrar
i nei
onti dei
ommutatori
onviene fare una pi
ola di-
gressione di tipo matemati
o sulle funzioni di Pauli-Jordan
he ritorneranno più
volte in quanto segue. La prin
ipale è quella per una parti
ella s
alare neutra
dotata di massa, da
ui si derivano
p tutte le altre. Ne esistono varie espressioni.
Ponendo ~ = c = 1 e k0 ≡ ω = m2 + ~k 2 si ha:
• In forma dis
reta:
~
1 X sin(ωt) eik·~r
D ~r, t := 3 (D.4a)
L ω
~
k
Z ~
1 sin(ωt) eik·~r
D ~r, t := d3 k (D.4b)
(2π)3 ω
2 2 2 2 δ(k0 − ω) + δ(k0 + ω)
e: δ k −m = δ k0 − ω =
2ω
Z
i 4 δ(k0 − ω) + δ(k0 + ω) − ik·x
= d k [ϑ(k0 ) − ϑ(−k0 )] e =
(2π)3 2ω
Z (Z ~ Z ~ )
i 3 δ(k0 − ω)e − ik0 t eik·~
x
δ(k0 + ω)e − ik0 t eik·~
x
= d k dk0 − dk0 =
(2π)3 2ω 2ω
Z ( ) Z
i 3 e − iωt − eiωt i~
k·~
x i 3 −i sin(ωt) i~k·~
x
= d k e = d k e =
(2π)3 2ω (2π)3 ω
Z
1 3 sin(ωt) i~k·~
x
= d k e C.V.D.
(2π)3 ω
Infatti:
Z
1 ′
D(Λx) = 3
d4 k ′ ε k0′ δ k ′ 2 − m2 e −i k x =
(2π)
Z
1 ′
= 3
d4 k ε k0 δ k 2 − m2 e −ik x
(2π)
poi
hé:
• d4 k ′ = d4 k , essendo k un 4-vettore;
• δ k ′ 2 − m2 = δ k 2 − m2 , essendo k 2 − m2 un invariante di Lorentz;
• k ′ x = kx, essendo il prodotto s
alare di due 4-vettori (e, quindi, un
invariante);
• inne il prodotto
ε k0 δ k 2 − m2 = ϑ k0 − ϑ − k0 δ k 2 − m2
Quest'ultima
aermazione diventa evidente se
i rendiamo
onto
he
δ k 2 − m2 denis
e impli
itamente k0 in funzione di |~k | tramite
q
k0 = ± |~k |2 + m2 ,
he sono due paraboloidi aventi verti
i in ±m:
Notiamo
ome l'integrando è una funzione pari: f (−ω) = f (ω), pertanto pos-
siamo ris
rivere:
Z∞ √
1 ∂ cos(kr) sin t k 2 + m2
D (~r, t) = − dk √ (D.5)
(2π)2 r ∂r k 2 + m2
−∞
1
Si veda Me
ani
a quantisti
a, L. S
hi, p. 509-510 e an
he Introdu
tion to the theory
of quantized elds, N.N. Bogoliubov, D.V. Shirkov, p. 147-149.
√
J1 m λ per: t > r (D.7a)
1 m
D (~r, t) = · √ 0 per: − r < t < r (D.7b)
2π 2 λ
− J m√λ per: t < −r
(D.7
)
1
J0 (z) −→ 1 − O(z 2 )
z→0
Allora3 :
1 m √
D (~r, t) = ε(t) δ(λ) − √ ϑ(λ) ε(t) J1 m λ (D.9)
2π 4π λ
Le (D.4) per una parti
ella s
alare senza massa
orrispondono an
he alle funzioni
di Pauli-Jordan per il
ampo elettromagneti
o e sono date da:
~, Π
I
ommutatori per i
ampi A ~ , a tempi uguali sono (~ = c = 1):
Ai ~x, t , Aj ~y , t = 0 (2.77)
h i
~ ~x, t , Π
Π ~ ~y , t = 0 (2.79)
h
j i ∂i , ∂j
Ai ~x, t , Π ~y , t = i δi j − δ ~x − ~y (2.80)
∆
3
Nell'ultimo passaggio fa
iamo uso di:
ε(t) δ(λ) = δ t2 − r 2 ϑ(t) − δ t2 + r 2 ϑ(−t) =
[δ(t + r) + δ(t − r)] ϑ(t) [δ(t + r) + δ(t − r)] ϑ(−t) δ(t − r) − δ(t + r)
= − =
2r 2r 2r
dove si tenga presente
he la derivazione viene eseguita rispetto a r, in a
ordo
on la (D.5).
i X ~k × ~ε(α) ~k
~ (~x, t) = ∇ × A
H ~= √ a†α ~k eikx − aα ~k e − ikx
L3/2 2ω
~
kα
~ eH
si ri
avano an
he quelli per E ~ 4:
Oss. La (2.80) può essere an
he sviluppata e ris
ritta nella forma seguente:
Z ~
∂i , ∂j ∂ ∂ 1 eik·(~x−~y )
i δi j − δ ~x − ~y = iδij δ ~x − ~y − i i j d3 k
∆ ∂x ∂x (2π)3 k2
∂ ∂
= iδij δ ~x − ~y − i i j G0 ~x − ~y
∂x ∂x
dove:
Z ~
1 eik·(~x−~y ) 1
G0 ~x − ~y := d3 k =
(2π)3 k 2 4π|~x − ~y |
è la funzione di Green di ordine 0.
Riguardo a questi
ommutatori
'è da dire
he si
omportano
ome
i si deve
aspettare,
ioè
i indu
ono a
on
ludere
he possiamo misurare
ontempora-
neamente
on innita pre
isione qualunque
oppia di
omponenti dei
ampi,
tranne nel
aso in
ui la misura avvenga nello stesso punto spaziale su due
omponenti in
ompatibili. Ciò è in a
ordo
on l'insegnamento quantome
a-
ni
o
lassi
o
he vieta la
ontemporanea, innitamente pre
isa misura di due
osservabili in
ompatibili nello stesso punto.
non
hé a:
[Ei (~x, t1 ) , Ej (~y , t2 )] =
∂ ∂ ∂ ∂
= −i δij − D0 (∆~x, ∆t) ∀i, j = 1, 3 (D.13a)
∂t2 ∂t2 ∂xi ∂y j
∂ ∂
[Ei (~x, t1 ) , Hj (~y , t2 )] = −i εij l D0 (∆~x, ∆t) (D.13
)
∂xl ∂t2
dove: ∆~x := ~x − ~y , ∆t := t1 − t2
Z
1 X sin(ωt) i ~k·~r 1 sin(ωt) i ~k·~r
D0 (~r, t) := e d3 k e (D.14a)
L3 ω (2π)3 ω
~
k
Z
1 X sin(ωt) i ~k·~r 1 sin(ωt) i~k·~r
D02 (~r, t) := 3 e d3 k e (D.14b)
L ω3 (2π)3 ω3
~
k
2. in tutti gli altri
asi abbiamo dei
ontributi non nulli,
ompreso lungo le
falde del
ono di lu
e, dove la funzione diverge.
δ ′ (x)
− = δ(~x ) (D.16
)
2πx
Inoltre si tenga
onto
he la
ondizione ∆t = 0 va appli
ata sempre dopo
l'ese
uzione delle derivazioni.
∂ 1 ∂
D0 (~r, ∆t) = · δ(∆t − r) − δ(∆t + r) =
∂t2 ∆t=0 4πr ∂t2 ∆t=0 ↑
poniamo: ρ1 :=∆t−r, ρ2 :=∆t+r
1 ∂ρ1 ∂ (δ(ρ1 )) ∂ρ2 ∂ (δ(ρ2 ))
= · − =
4πr ∂t2 ∂ρ1 ∂t2 ∂ρ2 ∆t=0
1
= · [−δ ′ (∆t − r) + δ ′ (∆t + r)] =
4πr ∆t=0
1 δ ′ (r)
=− {δ ′ (−r) − δ ′ (r)} = = −δ (~r )
4πr 2πr ↑
per: (D.16c)
volta lunghi, fati
osi e noiosi
onti portano alla
on
lusione
he
ias
una
di esse è identi
amente nulla:
∂ ∂
D0 (~r, ∆t) =0
∂t1 ∂t2 ∆t=0
∂ ∂
D0 (~r, ∆t) =0
∂xi1 ∂xj2 ∆t=0
non hé:
∂ ∂
[Ei (~x, t1 ) , Hj (~y , t2 )] = −i εij l D0 (∆~x, ∆t) (D.19
)
∂xl ∂t2
Vogliamo dis
utere al
une pe
uliarità legate alla natura quantisti
a del
ampo
~ H
di radiazione legate alle parentesi di
ommutazione tra N e Aµ , E, ~.
Si noti innanzitutto
he l'operatore:
X
N= a†α ~k aα ~k , (E.1)
α, ~
k
N |0i = 0 (E.2)
Pur avendosi 0E ~ 0 = 0 (
ome risulta dalla formula espli
ita) la uttuazione
vera e propria diverge (non sorprendentemente):
2
2
2 Fluttuazione di energia del
~ 0 − 0E
∆E = 0E ~ 0 ~ 0 = ∞
≡ 0E
ampo e.m.
Espli
itamente:
0 = ←֓ ֒→ = 0
P √ ω
† ikx
h0|E~ |0i = − L3/2
i
ε (α)
~2 0 aα 0 e − h0 | aα |0ie −ikx = 0
α,~
k
~ ~˙ P (α) √ ω † ikx
E=− A=− i
~
ε 2 (aα e −aα e −ikx )
L3/2
α,~
k
e:
2 P P √
0 ~˙ 0 =− ′)
h0|E~ 2 |0i = A 1
2 L3
ε (α) (~
ωω′~ ε (α
k )~ (~k ′ )·
↑
α, α′ ~ k′
k, ~
~ ~˙ P √ † ikx
E=− A=− i
~
ε (α) ω
(
2 aα e −aα e −ikx )
L3/2
α,~
k
nD E D E
′ ′
k ′ ) 0 e i(k+k )x + 0 aα (~
k ) a†α′ (~
· 0 a†α (~ k ′ ) 0 e −i(k+k )x −
k ) aα′ (~
0 = ←֓ ֒→ = 0
D E D E o
′ ′
− 0 a†α (~ k ′ ) 0 e i(k−k )x − 0 aα (~
k ) aα′ (~ k ′ ) 0 e −i(k−k )x =
k ) a†α′ (~
֒→ = 0 h~k, α| = ←֓ ֒→ = |~k ′ , α′ i
P P √ D E
k, α~
′ ′
= 1
2 L3
ε (α) (~
ωω′~ ε (α ) (~
k )~ k ′ )· ~ k ′ , α′ e −i(k−k )x =
α, α′ ~ k′
k, ~
↓ 8
< ω=ω ′
= δα, α′ δ~k, ~k ′ ⇒
: ~k=~k ′
P P P P
= 1
2 L3
ε (α) (~
ω~ ε (α) (~
k )·~ k )·e −i(k−k)x = 2 L
1
3
2
ω =2L 3 ω= ω
L3
↓ ↓
α, ~
k ↓ α, ~
k ~
k ~
k
2
ε (α) (~
=|~ k)| =1 = e0 =1 espli
ito la sommatoria su α
P R R∞ R∞
ω
L3
1
(2 π)3
d3 k ω = 4π
3 0
dω ω 3 = 1
2 π2 0
dω ω 3
~ ↑ (2 π)
k
R RRR R∞
d k = k2 d(cosθk ) dφk dk ⇒
3
d3 k ω= dω d(cosθk ) dφk ω 3 = 4 π 0
dω ω 3
↓ ↓
= dω 2 = dω
Pertanto:
P R∞
h0|E~ 2 |0i = ω
L3
−→
L→∞
h0|E~ 2 |0i= 2 π1 2 0
dω ω 3 −→ ∞
ioè diverge
(E.3)
~
k
~2
Troviamo una sempli
e espressione per E . Ma:
lassi
o
~2 · V
energia media
lassi
a := E
l. ∝ E
l.
E ~ 2 · λ3 ≃ nωλ3
energia media quantisti
a := Equ. = nωV
l.
⇒ ⇓
on: n = densità di fotoni per unità di volume
~ 2
E ≃ nω
V ∼ λ3
l.
Dunque:
b 2
~ 0
0 E 1/λ4 1
≃ ≪ 1 ⇒ nωλ4 ≫ 1 ⇒ nλ3 ≫ 1 ⇒ n ≫ 3
~2
E nω λ
lassi
o
Lamb-shift
Fluttuazione
del vuoto di
fotoni reali
Potenziale
coulombiano
dove: A0 ~r + δ~r rappresenta il
ampo elettrostati
o uttuante. Quest'ultimo
può essere espanso in serie, supponendo
he sia la uttuazione sia
entrata
attorno al valore A0 ~r :
1
= A0 + (δ~r )2 ∆A0
6
Ma:
(δ~r )2 ∆A0 = (δ~r )2 Zeδ ~x
↑
lapla
iano di ~ ·E
A0 : ∆A0 = ∇ ~ = Zeδ ~
x (
on: δ ~
x = delta di Dira
)
da:
e
−ω 2 δr(ω) = E(ω)
m
per
ui:
Z ∞ Z ∞ Z ∞
e2 E 2 (ω) 2α ω3
h(δr)2 i = dω δr2 (ω) = dω = dω
↑ 0 0 m2 ω 4 ↑ π m 2 0 ω4
2
R∞
media temporale per l'eq. (E.3): 1
hE i= 2 π 2 0
dω ω 3
mentre la teoria di Dira
prevede una degenerazione dei due livelli, ed altre
orrezioni non fornis
ono valori apprezzabili per ∆E .
Nel 1947 Lamb e Rutherford osservarono il fenomeno trovando ∆E(2, 0) ≈
1000 Mhz. Prima evidenza sperimentale delle
osiddette radiative
orre
tion
dovute ad eetti del
ampo fotoni
o quantizzato.
Il valore sperimentale più re
ente da:
∆E(2, 0) ≈ 1.057, 862 ± 0, 020 Mhz
exp
mentre
al
oli teori
i ben più ranati del pre
edente fornis
ono:
∆E(2, 0) ≈ 1.057, 864 ± 0, 014 Mhz
th
Statisti
he di Bose-Einstein e
di Fermi-Dira
Il pro
edimento basato su relazioni di
ommutazione tra a e a† è
onsistente
on l'essere i fotoni parti
elle di Bose-Einstein. Se volessimo tenere
onto della
statisti
a di Fermi,
ioè se volessimo quantizzare
ampi di parti
elle a spin se-
mintero, l'antisimmetria degli stati suggeris
e di postulare tra gli operatori di
reazione e distruzione relazioni di anti
ommutazione :
(
[b, b]+ = b† , b† + = 0 Anti
ommutatori per i
(G.1) fermioni
b p~ , b† p~ ′ + = δp~, p~ ′
dove: [a, b]+ := ab + ba. Infatti, dato uno stato a due parti
elle:
p~1 , p~2 = b† p~1 b† p~2 |0i
−p~2 , p~1 = −b† p~2 b† p~1 |0i
ries
e:
p~1 , p~2 = −p~2 , p~1 ⇔ b† p~1 b† p~2 = −b† p~2 b† p~1
si ha:
N 2 = b† b b † b = − b† b† b b + b † b = b† b = N
↑
1 † †
ma: b† b† = b b + b † b† = 0
2
ossia:
N (N − 1) = 0 (G.2)
Infatti, ponendo:
0
|1i :=
( (
1 N |1i = 1|1i b† |0i = |1i
tale
he risulti: e:
1 N |0i = 0|0i b |1i = |0i
|0i :=
0
allora:
h0|N |0i = 0 h0|N |1i = h0|1i = 0
֒→ 00
⇔ N=
h1|N |0i = 0 h1|N |1i = 1 01
֒→
e:
h0| b |0i = 0 h0| b |1i = h0|0i = 1
֒→ ֒→ 01
⇔ b=
h1| b |0i = 0 h1| b |1i = h1|0i = 0 00
֒→ ֒→
e:
h0|b† |0i = h0|1i = 0 h0|b† |1i = h0|b† b† |0i = 0
֒→ ↓
00
† † 1 † †
ma: b b = 2 [b , b ] = 0
+ ⇔ b† =
10
h1|b† |0i = h1|1i = 1 h1|b† |1i = h1|b† b† |0i = 0
֒→
Una dis
ussione più approfondita sulla
onnessione tra spin e statisti
a verrà
Limiti
lassi
i presentata in seguito. Comunque si noti già qui la di
oltà di denire un limite
lassi
o per variabili anti
ommutanti. Mentre per variabili
ommutanti ho:
[A, B]+ = ~ · C
he, nel limite
lassi
o: lim [A, B]+ = 0 ⇔ AB = −BA
~→0
Contenuto
H.1 Quantizzazione a' la HeisenbergPauli . . . . . . . 167
H.2 Quantizzazione a' la Fermi . . . . . . . . . . . . . . 169
H.3 Considerazioni nali . . . . . . . . . . . . . . . . . . 170
In modo del tutto generale posso leggere il 4-potenziale Aµ (x) nello spazio
dei momenti tramite analisi di Fourier (espansione di Fourier eseguita solo sulla
parte spaziale,
onsiderando il
ampo in un
ubo nito di lato L):
1 X h †µ i Operatore di
ampo e.m. in
Aµ (x) := 3/2 A (k) e i k x + Aµ (k) e − i k x formulazione generale
L ~
k
Ma per
ogni
k esistono quattro 4-vettori di polarizzazione linearmente indipen-
denti ελ λ=0,3
on
ui poter sviluppare gli Aµ (k):
P P
Aµ (k) = µ
ε (λ) (k) aλ (k) ⇒ A † µ = µ
ε (λ) (k) a λ† (k)
λ = 0,3 ↑ λ = 0,3
Possiamo s
egliere questi vettori in modo
he siano tutti perpendi
olari tra loro,
tre di tipo spazio e uno di tipo tempo,
ioè:
† o
+ a(0) (k) a(0) (k)
" #
X X † † 3 1 X ~
= ω a(λ) (k) a(λ) (k) − a(0) (k) a(0) (k) + − ω k
~ λ = 1,3
2 2 ~
k k
" #
X X X
Operatore hamiltoniano = ω N ~k, λ − N ~k, 0 + ω ~k
generale per il
ampo e.m. ~
k λ = 1,3 ~
k
P
La quantità ω ~
k è l'energia di punto zero
he può essere eliminata ridenen-
~
k
do,
ome sempre, in modo opportuno H . Piuttosto, il fatto
he sia presente il
termine − N ~k, 0 indi
a
he, questa volta, l'energia non è più denita positiva.
Se
onsidero gli autostati di N e gli appli
o la H
osì ottenuta (privata
dell'energia di punto zero),
ioè se
onsidero:
† n
a λ (k)
~
H n k, λ = H √ |0 >=
n!
( " #) † n
X X a λ (k)
= ω ~ ′ ′ ~ ′
N k ,λ − N k ,0 √ |0 >
k′
~ λ ′ = 1,3
n!
n n | 0i
− a 0† (k ′ ) a λ† (k) a 0 (k ′ ) − n · a λ† (k ′ ) δ ~k ~k ′ δ λ 0 √ =
n!
† n † n
a λ (k) a λ (k)
= ω n δλi √ | 0i − ω n δ λ 0 √ | 0i =
n! n!
= ω n δ λ i n ~k, i − ω n δ λ 0 n ~k, 0
Con
ludendo:
(
ω n ~k, λ se λ = 1, 2, 3
H n ~k, λ =
~
− ω n k, 0 se λ = 0.
In sostanza, N ~k, 0 da il numero di fotoni
on energia: −k0 = −ω e 3impulso:
−~k .
Aν = 0 ∀ ν = 0, 4
~ ·A
Al − ∂l ∇ ~=0
Passando nuovamente allo spazio dei momenti, in questo
aso avremo solamente:
1 X
~ ~x, t =
A ~ε(λ) ~
k a†λ ~
k e ikx + aλ ~
k e − ikx
L3/2 ~
k; λ=1,3
HeisenbergPauli Fermi
2
Densità di lag. L = − 41 Fµν F µν L = − 41 Fµν F µν − 1
2α ∂µ Aµ
Eq. di E.L. Aν − ∂ν ∂µ Aµ = 0 Aν = 0
Quantizzazione π0 = 0 Canoni
a e formalmente
⇓ Lorentz
ovariante
A0 =
ost. del moto
⇓
on una opportuna gauge-
xing possiamo eliminar-
la n dall'inizio, an
he
se
osì distruggiamo la
ovarianza di Lorentz
1 ~2
Densità di ener. ~2 >0 Non denita positiva
2 E +H
N.B. S
riviamo A~ ~x, t
osì per
hé si annulla la
omponente temporale A0 ,
ioè si annulla an
he εµ(0) = (1, 0, 0, 0)
he è il vettore di polarizzazione
temporale. Inoltre, per quel
he riguarda i rimanenti vettori εµ(λ) , questi
hanno la
omponente ε0(0) = 0, per
ui mi rimane: ~ε(λ)
on: λ = 1, 3.
aλ ~k
Espli
itando e ridenendo aλ ~
k √
2ω
possiamo s
rivere:
1 X ~ε(α) ~k †
~ ~x, t =
A √ · aα ~
k e ikx + aα ~
k e − ikx +
L3/2 ~
2ω
k; α=1,2
↓
omponente trasversale
1 X ~k
+ √ · a†3 ~
k e ikx + a3 ~
k e − ikx
L3/2 ~
2ω
k
↓
omponente longitudinale
Oss. Se
al
oliamo:
( )
X
H a†λ ~k |ni =
x a†λ ~k H |ni + ω · ′
δ λ′ λ a†λ ~k − δ 0 λ′ a†0 ~k =
λ′ =1,3
" ! # (
P P P P )
ma: H , a†λ ~
k = ω a†λ aλ −a†0 a0 ,a† ′ = ω a†λ aλ ,a† ′ − a†0 a0 ,a† ′ =
λ λ λ
~
k λ=1,3 ~
k λ=1,3
8 9
> >
P < P † † † †
=
= ω aλ [aλ , a ′ ]+ [aλ , a ′ ]aλ − δ 0 λ′ δ (~
k− ~ ′
k ) =
~
k
>
:λ=1,3 λ λ >
;
k k
δλ′ λ δ (~
k− ~
k ′) 0
( )
P
= ω′ δλ′ λ a†λ (~
k )− δ 0 λ′ a†0 (~
k)
λ=1,3
m
( )
P
H a†λ = a†λ H + ω ′ δλ′ λ a†λ (~
k )− δ 0 λ′ a†0 (~
k)
λ=1,3
= a†λ ~
k H |ni + ω ′
δλ′ λ a†λ ~
k − δ 0 λ a†0 ~
k |ni =
(
−ω n a†0 |ni − ω a†0 |ni = − (n − 1) ω a†0 ~k |ni se: λ = 0,
= ⇒
ω n a†λ |ni + ω a†λ |ni = (n + 1) ω a†λ ~k |ni se: λ =
6 0.
⇒ a†λ ~k |ni è autostato di H
on autovalori: ±(n + 1) a se
onda
he
λ 6= 0 o λ = 0. Non solo: il fatto
he H a†0 ~k |ni = − (n + 1) a†0 ~k |ni ⇒
a†0 ~k |ni ∝ |n − 1i ⇒ a†0 ~k è un operatore di distruzione,
ontrariamente
a quanto normalmente a
ade per gli operatori di tipo spaziale.
da
ui otteniamo:
a µ ~k, t = b µ ~
k e iωt + c µ ~
k e− iωt
⇓
( )
1 X X
µ iωt i~ −iωt i~
A (x) = b µ ~k e k·~
x
e + c µ ~k e k·~
x
e =
L3/2 ~ ~
k k
↓
s
ambio ~
k −~
k
1 X
= bµ −~
k e ikx + c µ ~
k e −ikx (H.2)
L3/2 ~
k
Sviluppando i
oe
ienti b µ −~k e c µ ~k rispetto alla solita base degli stati di
polarizzazione (presi reali) otteniamo:
X
b µ −~k = dλ −~k ελµ −~k
λ=0,3
X
c µ ~k = fλ ~
k ελµ ~
k
λ=0,3
⋆
Poi, imponendo la
ondizione di realtà: A µ ~x, t = A µ ~x, t , otteniamo:
1 X
dλ −~
k e ikx ελµ −~
k + fλ ~
k e −ikx ελµ ~
k =
L3/2 ~
k
1 X
= d⋆λ −~
k e −ikx ελµ −~
k + fλ⋆ ~
k e ikx ελµ ~
k
L3/2 ~
k
Ri
ordando
he: µ
ε1 −~
k = − ε2µ ~
k
µ
µ
ε2 k = − ε1
−~ ~
k
ε3µ k = − ε3
−~
µ ~
k
µ µ
ε0 k = − ε0
−~ ~
k
da
ui:
d0 −~
k = − f0⋆ ~
k
⋆
d3 k = − f3
−~ ~
k
⋆
⇒
d1 k = − f2
−~ ~
k
⋆
d2 k = − f1
−~ ~
k
1 X
⇒ A µ (x) = dλ −~
k ελµ −~
k e ikx + fλ ~
k ελµ ~
k e −ikx =
L3/2 ~
k; λ=0,3
1 X
= − f0⋆ ~
k · − ε0µ ~
k + − f3⋆ ~
k · − ε3µ ~
k +
L3/2 ~
k
ikx
+ − f2⋆ ~
k · − ε2µ ~
k + − f1⋆ ~
k · − ε1µ ~
k + e +
)
X
µ −ikx
+ fλ k ελ ~
~ k e
λ=0,3
dunque:
1 X
A µ (x) = ελµ ~
k fλ⋆ ~
k e ikx + fλ ~
k e −ikx =
L3/2 ~
k; λ=0,3
1 X εαµ ~k ⋆
= √ aα ~
k e ikx + aα ~
k e −ikx +
L3/2 ~
2ω
k; α=1,2
termine trasversale
µ
1 X ε0 ~k ⋆ ~ ikx
+ 3/2 √ a0 k e + a0 ~
k e −ikx +
L ~
2ω
k
termine temporale
µ
1 X ε3 ~k ⋆
+ 3/2 √ a3 ~
k e ikx + a3 ~
k e −ikx
L ~
2ω
k
termine longitudinale
P ~
dove abbiamo s
elto di sviluppare: ∂ µ Λ(x) = 1
L3/2
δ µ ~k, t e ik·~x µ = 0, 3
~
k
Pertanto:
Z
1 X ~
Λ(x) = dx(µ) δ µ ~k, t e ik·~x µ = 0, 3 indi
e muto
L3/2 ~
k
⇓ integrando
1 X δ (l) ~k, t i~k·~x
se: µ = 1, 3 ⇒ Λ(x) = 3/2 e ∀ l = 1, 3 indi
e muto
L ~
i k(l)
k
δ (l)
per
hé la funzione i k(l) non può dipendere da l. Dunque:
1 X ~
Λ(x) = λ ~k, t e ik·~x
L3/2 ~
k
m
∂ t λ k, t − ~k 2 λ ~k, t = 0
2 ~
da
ui:
1 X
f −~
k = g⋆ ~
k ⇔ Λ(x) = g⋆ ~
k e ikx + g ~
k e −ikx
L3/2 ~
k
ioè:
i X
∂ µ Λ(x) = k µ g⋆ ~
k e ikx − g ~
k e −ikx
L3/2 ~
k
Allo s
opodi valutare: A ′µ (x) = A µ (x)+ ∂ µ Λ(x) sviluppo il
oe
iente
om-
plesso g ~k di Λ(x) sui
oe
ienti aα ~k ,
ioè:
X X
g ~k := λα ~k · aα ~k g ⋆ ~k = λ⋆α ~k · a⋆α ~k
α=0,3 α=0,3
Allora:
A ′µ (x) = A µ (x) + ∂ µ Λ(x) ⇔ A ′µ (x) − A µ (x) − ∂ µ Λ(x) = 0
m
′µ
aα k εα ~k − εα ~k − ik µ λ⋆α ~k e ikx +
⋆ ~ µ
+aα ~k εα′µ ~k − εαµ ~k − ik µ λα ~
k e −ikx = 0
m
εα′µ ~k − εαµ ~
k
λα ~
k =i· ∀ µ = 0, 3
kµ
ioè λα ~
k è un
omplesso puro e infatti: λ⋆α ~
k = −λα ~k ,
ome si può dedurre
εα′µ ~
k −εαµ ~
k
dall'identità pre
edente. In denitiva il rapporto kµ è indipendente
da µ e i
oe
ienti λα ~k devono rispettare questo vin
olo.
Ovviamente la funzione Λ è tale
he rispetti automati
amente la
ondizione
di Lorentz nello spazio dei momenti, infatti :
∂µ A ′µ (x) = ∂µ A µ (x) + ∂µ ∂ µ Λ ⇒ k ′ · εα′ ~k = k · εα ~k C.V.D.
↓
Λ = 0
dove:
Ω := L3 = volume di un
ubo di lato L.
1 X i~k·~x 1 X i~k·~x †
π(x) = √ e p−~k (t) = π(x) = √ e p~ (t)
k
(I.2b)
Ω ~ Ω ~
k k
per
ui ottengo:
P n o
~ ~
φ ~x, t = √1Ω √1
2ω
a~k (t)eik·~x + a~† (t)e−ik·~x
k
~
k n o
P ~ ~
π ~x, t = √1
Ω
−iω
√
2ω
a~k (t)eik·~x − a~† (t)e−ik·~x
k
~
k
1 X −iω n ~ −i~k·~x ~ o
π ~x, t = √ √ a k e − a† ~k eik·~x (I.5b)
Ω ~ 2ω
k
e se ne ri
ava:
π ~x, t = φ̇ ~x, t (I.6)
Ora, sfrutto (I.3a), (I.3b), (I.5a), (I.5b) e (I.6) per trovare le antitrasfor-
mate di Fourier proprio delle (I.5):
r Z
ω 1 ~
(I.4a) ⇒ a~k (t) = ·√ · d3 x e−ik·~x φ(x)+
2 Ω
Z
i 3 −i~
k·~
x
+ d xe π(x) =
ω
r Z
ω 1 3 −i~k·~
x i
= · √ d xe φ(x) + ∂t φ(x) =
2 Ω Z ω
i 1 h i
~ ~
√ ·√ d3 x −iωe−ik·~x φ(x) + e−ik·~x ∂t φ(x)
= 2ω Ω ⇒
ma a noi interessa: a ~k = a~ (t)eiωt
Z " k #
i 1
⇒ a ~k = √ ·√ d3 x −iωeikx φ(x) + eikx ∂t φ(x) =
2ω Ω k
−∂t eikx
Z ↔
i 1
=√ ·√ d3 x eikx ∂ t φ(x)
2ω Ω
Allora, denito:
e−ikx
ek (x) := √ √
Ω 2ω
ries
e:
eikx
e⋆k (x) = √ √
Ω 2ω
Xn o
φ ~x, t = a ~k ek (x) + a† ~k e⋆k (x)
~
k n o
X
π ~x, t = (−iω) a ~k ek (x) − a† ~k e⋆k (x)
~
Z
k
↔
a ~k = id3 x e⋆k (x) ∂ t φ(x)
Z
† ~
↔
a k = −i d3 x ek (x) ∂ t φ(x)
e
on: h0 | 0i = 1,
poi si appli
a l'operatore di
reazione opportuno.
Studiamo in dettaglio il
ampo s
alare neutro
Comin
iamo
on lo studiare lo spazio di Fo
k/Hilbert asso
iato a una parti
ella
n o
⋄
nella rappresentazione dei momenti. Per ora indi
hiamo la base
on: ~k
tale
he:
⋄
~k := a† ~k | 0 i (J.2)
⋄ ⋄ ′
~k ~k = δ 3 ~k − ~k ′ stati ortonormali (J.3)
⋄
Utiliziamo la strana notazione ~k per
hé la s
elta (J.3) non è una normalizza-
zione
ovariante (normaliziamo in 3-D e non in 4-D). Per ottenere quest'ultima
dobbiamo ridenire la normalizzazione degli stati di base,
he indi
hiamo
on:
p
~k := N (k) ⋄~k (J.4)
tale
he:
⋄ ⋄ ′
h~k | ~k ′ i = ~k ~k N (k) = N (k) δ 3 ~k − ~k ′ (J.5)
n o
Se ~k è la base delle onde piane a normalizzazione
ovariante dello spazio a
una parti
ella, allora possiamo sviluppare il generi
o stato monoparti
ella su di
essa:
Z Z
|φi = d̃k ~k ~k φ = d̃k ϕ ~k ~k (J.7)
Z
dove: d̃k ~k ~k = 1 è la
ompletezza;
d3 k
⇒ d̃k =
N (k)
Ora, se N (k) deve essere
ovariante,
ome lo ri
hiede il fatto
he lo sia d̃k , allora
deve rius
ire:
dove: θ k 0 = funzione θ di Heavyside, usata per ottenere solo energie k 0 > 0;
p
ωk = + ~k 2 + m2 > 0;
abbiamo posto δ ~k 2 −m2 per
hé la parti
ella deve essere sulla mass-shell.
1
Ne
onsegue:
1. N (k) = (2π)3 2ωk
2. Ortogonalità e normalizzazione:
′
~k ~k = (2π)3 2ωk δ 3 ~k − ~k ′ := δ̃ ~k − ~k ′ (J.9)
1
δ(x − a)
f (a) = 0 ⇒ δ(f (x)) =
Ri
ordiamo
he se:
|f ′ (a)|
h 02 2 i
Nel nostro
aso: f (x) = f k 0 ~
= k − k + m2 ,
p
ioè abbiamo due soluzioni: k 0 = ± ~ k 2 + m2 := ωk
per
ui:
δ k0 − ωk + δ k0 + ωk
δ k2 − m2 = δ k0 2 − ~k 2 + m2 = =
|2k0 |
0 0
δ k − ωk + δ k + ωk
=
|2ωk |
0
La funzione θ k
i elimina la se
onda δ -di Dira
in quest'ultima espressione.
√
Oss. Il termine 2ωk
i ri
orda
he ~k è sì libero, ma deve pur sempre essere
tale
he: k 0 = ωk > 0.
ioè:
Z
1 1
φ(x) = d3 k φ(k)eikx + φ(−k)e−ikx (J.13)
(2π)3 2ωk
k0 >0
φ̂(−k) φ̂(k)
a ~k := √ , a† ~k := √ (J.16)
(2π)3/2 2ωk (2π)3/2 2ωk
Dunque:
√
φ̂(x)~k = e−ikx | 0 i + 2ωk (2π)3/2 a† ~k φ̂+ (x) | 0 i (J.18)
R
R
. φ̂(x) | φ i = d̃k e−ikx φ̂(x)~k ~k φ = d̃k e−ikx ϕ ~k | 0 i +
R √
d̃k ϕ ~k (2π)3/2 2ωk a† ~k φ̂+ (x) | 0 i
dove: ~k φ = ϕ ~k , per la (J.12).
Pertanto:
Z
φ̂(x) | φ i = d̃k e−ikx ϕ ~k | 0 i +
Z
√
+ d̃k ϕ ~k (2π)3/2 2ωk a† ~k φ̂+ (x) | 0 i (J.19)
◮ Elementi di matri
e
Z
• 0φ̂0 = d̃k eikx 0~k = 0 (J.20)
Mentre da:
√
0φ̂~k = e−ikx h0|0i + (2π)3/2 2ωk 0a† ~k φ̂+ (x)0 = e−ikx
k ←֓
1 0
segue:
• 0φ̂~k = e−ikx per ~k 6= ~0 (J.21)
inve
e da (J.19), in
ui h 0 | a† ~k = 0 (oppure da (J.21) e (J.12)), segue2 :
Z
• 0φ̂φ = d̃k e−ikx ϕ ~k (J.22)
Dunque:
• 0φ̂− − ~k ~k Z= ~k ′ ~k (J.23)
• 0φ̂− (x)φ = d̃k e−ikx ϕ ~k ≡ 0φ̂(x)φ (J.24)
poi
hé:
Z
0φ̂+ (x)~k = d̃k ′ eikx 0φ̂ k ′ ~k =
Z
√
= d̃k ′ eikx (2π)3/2 2ωk′ 0a† k ′ ~k = 0
←֓
=0
Dunque si ha an
he:
2
ATTENZIONE!!! Questi
onti sembrano errati, se
ondo il Wu Chi Tung, poi
hé a lui
viene: h 0| φ̂ |φ i = φ(x)
• 0φ̂ ~k ′ ~k = 0 (J.25)
• 0φ̂+ (x)φ = 0 (J.26)
An
ora:
~k φ̂(x)~k ′ = e−ikx ~k 0 + (2π)3/2 √2ωk′ ~k a† ~k ′ φ̂+ (x)0 =
k
←֓
√
0 h ~k| a† ~k ′ =δ(~k ′ −~k)(2π)3/2 2ωk h 0 |
= (2π)3/2 2ωk · ~k φ̂+ (x)0 = 0
k
0 poi
hé ~ kφ̂− (x)0 = ~ kφ̂(x)0 =0
⇓
• ~k φ̂(x)~k ′ = 0 se ~k, ~k ′ 6= ~0 o ~k = ~k ′ = ~0 (J.27)
Z
• ~k φ̂(x)φ = d̃k ~k φ̂(x)~k ′ ϕ ~k ′ = 0 per ~k =
6 ~0 (J.28)
• ~k φ̂(x)0 = 0φ̂(x)~k ⋆ = eikx (J.29)
Ma è an
he:
R
R
φφ̂+ (x)0 = d̃k ϕ⋆ ~k ~k φ̂+ (x)0 = d̂k eikx ϕ⋆ ~k
↑
R ′
′ R
′
~k φ̂+ (x)0 = d̃k ~k φ̂ ~k ′ 0 eik x = d̂k ′ ~k ~k ′ eik x = eikx ⇒
↑
֒→
=|~ k′i k ~
~ k ′ =(2π)3/2 2ωk δ 3 (~
k−~
k ′)
⇒ ~k φ̂(x)0 = ~k φ̂+ (x)0
Dunque:
Z
• φφ̂(x)0 ≡ φφ̂+ (x)0 = d̃k eikx ϕ⋆ ~k (J.31)
Infatti:
Z n
R
√
d̃k x~k ϕ ~k = d̃k (2π)3/2 2ωk eikx θ k 0 ϕ ~k +
o
+ eikx θ − k 0 ϕ ~k =
Z
1 1 n ~ ikx o
~k e−ik0 t−i~k·~x =
= 3
d3 k ϕ k e +ϕ
(2π) 2ωk
Z
1 1 n ~ ikx o
= d3
k ϕ k e +ϕ − ~k e−ikx
(2π)3 2ωk
Una quantizzazione ingenua della teoria di Maxwell fallis
e miseramente per Connessione tra gauge e
la sempli
e ragione
he in essa non è
ontenuto il propagatore (
fr. appo- propagatore del
ampo
sita appendi
e). Per vederlo ris
riviamo la densità di lagrangiana in forma
operatoriale:
1 µ
L = A Pµ ν ∂ 2 A ν (K.1)
2
∂µ ∂ν
on: Pµ ν (x) := gµ ν − (K.2)
∂2
∂2 ≡ (K.3)
dove l'integrale della 4-divergenza si annulla per
hé, una volta eseguito tramite
il teorema di Green, Aν → 0 sul bordo.
Il problema
on l'operatore Pµ ν è
he non è invertibile e, per
iò, non pos-
siamo
ostruire un propagatore per la teoria. Questa situazione è tipi
a di ogni
teoria di gauge, non solo di quella di Maxwell. A
ade an
he nella relatività
generale e nella teoria delle superstringhe.
L'origine della non invertibilità di Pµ ν deriva dal fatto
he è un operatore
di proiezione su un sottospazio proprio del dominio di appli
abilità (dunque
non è un isomorsmo dello spazio in sé). In dettaglio, si denis
ano i seguenti
operatori matri
iali:
∂µ ∂ν
PL (x)µν := (K.4a)
∂2
∂µ ∂ν
PT (x)µν := gµν − = gµν − PL (x)µν ≡ Pµν (x) (K.4b)
∂2
PL + PT = Id (K.6
)
PL · PT = 0 (K.6d)
dove: (Id)µν ≡ gµν poi
hé agis
e sullo spazio delle matri
i
on metri
a gµν (!)
Queste due espressioni
i di
ono la prima
he PT e PL assieme formano un iso-
morsmo dello spazio in sé (e banale, per giunta), la se
onda
he i due operatori
proiettano in sottospazi mutuamente ortogonali. Poi, denite:
A := AT + AL (K.6e)
on: AT · k = AµT kµ := 0 (K.6f)
q q
AL · k = AµL kµ := |AL ||k| = ~2 ·
A20 − A k02 − ~k 2 (K.6g)
ioè AT è la
omponente trasversale del
ampo, mentre AL è la
omponente
longitudinale (
ioé parallela a k µ ),
he per questo può essere ris
ritta an
he
ome:
kµ kµ |k||AL | kµ kν ν
AµL = k̂µ |AL | = |AL | = = A (K.6h)
|k| |k|2 |k|2 L
allora si dimostra an
he
he:
PT A = PT AT = AT (K.6i)
PL A = PL AL = AL (K.6j)
Dunque P µν (x) ≡ PTµν (x) proietta via gli stati longitudinali in virtù di (K.6d):
∂ µ∂ λ
(PL PT )µν = (PT )λ ν = 0 ⇔ ∂ λ (PT )λ ν = 0 ⇔ ∂ µ (PT )µ ν AνL = 0 ∀AνL
∂2
In parti
olare proietta fuori ogni stato della forma: ∂µ Λ
he, però, è il nu
leo
dell'invarianza di gauge (stato
he, evidentemente, è sempre allineato lungo la
omponente longitudinale).
Il fatto è
he vogliamo quantizzare un
ampo - Aµ - in
ui
ompaiono espli-
itamente quattro
omponenti quando in realtà quelle linearmente indipendenti
sono solo due, o
ultate dal formalismo
ovariante. Ci sono vari modi per aggira-
re questo problema,
ias
uno
on i suoi pro e i suoi
ontro. Al
uni autori
er
ano
di
onservare la simmetria di gauge e, per
onseguenza, l'invarianza di Lorentz, a
dis
apito di un immediato senso si
o (e introdu
endo vin
oli aggiuntivi ad ho
alla des
rizione del sistema), altri preferis
ono perseguire l'immediatezza si
a
rompendo n dall'inizio la simmetria di invarianza di gauge, ovvero s
egliendo
una gauge ben pre
isa.
Si può rompere la simmetria di gauge in svariati modi, ad esempio imponen-
do un vin
olo direttamente al
ampo di gauge, oppure aggiungendo il seguente
termine, ininuente per l'azione I[A], alla densità di lagrangiana:
1 2
− ∂µ A µ
on: α = parametro arbitrario. (K.7)
2α
1 1 2
L =− Fµν F µν − ∂µ A µ (H.1)
4 2α
Questo se
ondo modo di pro
edere prende il nome di appro
io
ovariante, visto
he salvaguarda la
ovarianza n dove è possibile, e da luogo a un'intera
lasse
di teorie di gauge
ovarianti.
All'interno della
lasse delle teorie di gauge
ovarianti le s
elte più
omuni
del parametro α (
on abuso di linguaggio spesso si di
e an
he in questo
aso:
ssare/s
egliere la gauge) sono:
~ ·A
∇ ~′ = ∇
~ ·A
~+∇
~ · ∇Λ
~ ~ ·A
= 0 ⇔ △Λ = −∇ ~ (eq. di Poisson)
Z ~ ′ · A(x
~ ′)
dx ′ ∇
Λ(x) := −
4π ~x − x~ ′
~ := E
~T + E
~L (
E
| E ~˙
~ T = −A
⇔
~˙ − ∇A
= −A ~ 0 E~ L = −∇A
~ 0
tale
he:
( (
∇~ ·E
~ T = −∂t ∇ ~ =0
~ ·A ∇~ ×E
~ T = . . . non è importante
~ ·E
~ L = −△A0 = ρ
e ~ ×E
~ L = −∇ ~ × ∇A
~ 0 =0
∇ ∇
Oss. Ovviamente non basta dare il nome trasversale e longitudinale ai due termini
R R R
~T ·E
d3 x E ~L = d3 x Ȧx · ∂x A0 + . . . + d3 x Ȧz · ∂z A0 =
↑
per parti in ognuno dei tre integrali, separando le variabili
R h ix→+∞ R
= d2 x Ȧx A0 − d3 x ∂x Ȧx A0 + . . . +
x→−∞
k
0 poi
hé si assume
he A0 → 0 sui bordi del volume,
ioè an
he se solo x oy o z → ±∞
R h iz→+∞ R
+ d2 x Ȧz A0 − d3 x ∂z Ȧz A0 =
z→−∞
k
0
R
=− d3 x ∂t ∂x Ax + ∂y Ay + ∂z Az A0 = 0 C.V.D.
k
~ A=0
∇· ~
Z
e2 3 ψ † ~x, t ψ ~x, t ψ † ~y , t ψ ~y , t
3
= d xd y
8π ~x − ~y 3
Cari
he di Nöther e
generatori delle
trasformazioni di fase
Contenuto
L.1 Premessa topologi
o-algebri
a . . . . . . . . . . . . 191
L.2 Appli
azioni del teorema di Nöther . . . . . . . . 192
L.2.1 Campi
lassi
i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 192
G, ∃ {ta [g0 ]}a=1,L base per A[G], L = dimR A[G], tramite
ui sviluppare A[g]
stessa:
L
X
A[g] = εa [g]ta [g0 ] (L.3)
a=1
φ′r (x) ≃ (1 − iA)rs φs (x) = (δrs − iArs )φs (x) = φr (x) − iArs φs (x)
da
ui:
X
δφr (x) := φ′r (x) − φr (x) ≃ −iArs φs (x) = −i εa tars φs (x)
s
Per ri
ordar
i
he gli εa sono parametri innitesimi, li ris
riviamo nel modo
seguente: εa 7→ δεa ,
osi
hé l'eq. pre
edente assume la forma più
hiara:
X
δφr (x) = −i δεa tars φs (x) (L.5)
s
n o n o
∂L
P
= ∂µ ∂∂µ φr δφr = ∂µ −i ∂∂∂L
µ φr
ε φ
rs s = ∂ µ −i ∂L
∂∂µ φr δε t a
φ
a rs s =
a
P n o
= δεa ∂µ −i ∂∂∂L t a
µ φr rs
φ s =0
a
Denite:
∂L
Densità di 4-
orrenti
j̃ µ := −i εrs φs (L.6a)
∂∂µ φr
∂L a
µ
ja := −i ∂∂ φ trs φs
(L.6b)
µ r