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Valutazione: AAB

- qualche errore
- Errore statistico per poche misure
- Acquisizione dei dati poca accurata

Laboratorio di Fisica 1

Esperienza n. 3B

Misura del periodo di oscillazione e della


costante elastica della molla di un
oscillatore armonico semplice

Gruppo 10

Alberto Di Teresa
Emanuele Gallo
Vincenzo Junior Ingrao
Alessandra Montalbano

01.12.2020

Universita' di Palermo
A. A. 2020/2021
Indice

1 Scopo dell’esperimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
2 Strumenti utilizzati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
3 Parte I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
3.1 Conoscenze teoriche e descrizione del procedimento di
misura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
3.2 Dati, calcoli e analisi grafica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
4 Parte II . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
4.1 Conoscenze teoriche e descrizione del procedimento di
misura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
4.2 Dati, calcoli e analisi grafica dei dati sperimentali . . . . . . 13
5 Parte IIIB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
5.1 Conoscenze teoriche, descrizione del procedimento di
misura, dati e calcoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
5.2 Analisi grafica dei dati sperimentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
6 Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
7 Appendice A - Codici Parte I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
8 Appendice B - Grafici Parte IIIB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
1 Scopo dell’esperimento
Lo scopo dell’esperimento è misurare il periodo di oscillazione di un
sistema massa-molla e la costante elastica della molla e, in particolare:
I parte: misurare il periodo di oscillazione del sistema massa-molla;
II parte: determinare la costante elastica della molla con il metodo statico;
IIIB parte: determinare la costante elastica della molla con il metodo dinamico
grazie all’uso dell’app Phyphox.

Figura 1: Postazione dell’esperienza

1
2 Strumenti utilizzati
– Oscillatore armonico semplice, costituito da un supporto ver-
ticale a cui è agganciata una molla, alla cui estremità inferiore è
possibile ancorare varie masse.

Lo studio di questo sistema massa-molla verra’ condotto supponen-


do che:
i ) la resistenza del mezzo (l’aria) sia trascurabile;
ii ) la massa della molla sia trascurabile;

– Varie masse campione in metallo da 20 g e 50 g combinabili tra


loro, con errore trascurabile;

– Cronometro digitale, con risoluzione r = 0.01 s al quale si può


attribuire un errore di lettura di una unita’ sull’ultima cifra (1 di-
git), e quindi pari a 0.01 s;

– Riga graduata con risoluzione 1mm, con un errore di lettura


uguale a metà della risoluzione, ovvero:

δx lettura = 0.5 mm (1)


Assumiamo, inoltre, un errore di precisione proprio di una riga
graduata di classe II, ovvero:
0.2
δx precisione = (0.3 + V.M.) mm (2)
1000
Dunque l’errore introdotto dallo strumento di misura è pari a:

δx strumentale = δx lettura + δx precisione (3)

– Cellulare di peso 250g ed utilizzato per l’esperimento effettuato


mediante l’app Phyphox.

Inoltre abbiamo utilizzato i seguenti software:


– Excel e programmi scritti in linguaggio C, per l’analisi numerica
dei dati raccolti;

2
– SciDAVis, per l’analisi grafica dei dati raccolti;
– Overleaf (con il linguaggio di markup LaTeX), per la stesura della
relazione di laboratorio.

Figura 2: Sistema massa-molla, con agganciata massa da 20 g.

3
3 Parte I
3.1 Conoscenze teoriche e descrizione del procedimento di
misura
Il periodo T è definito come il tempo impiegato dalla molla per com-
piere un’oscillazione completa.
Per misurarlo, la molla è stata agganciata ad un supporto verticale. Do- Come avete ottenuto
po aver constatato che la molla a riposo risultava essere l0 = 110.0 mm, questo risultato e quant'è
abbiamo effettuato le varie prove. Ogni componente del nostro gruppo, l'indeterminazione?
una volta appesa una massa di 220 g alla molla, ha sollevato la massa
di circa 1 cm, rilasciandola e quindi facendola oscillare. Come previsto
la massa oscilla nella direzione verticale (con minime variazioni nelle
direzioni x e z), seguendo un moto armonico semplice.

A questo punto ciascun componente del gruppo ha effettuato una serie


di 25 misure dirette (per un totale di 100 misure totali) del periodo
misurando, con un cronometro digitale, il tempo corrispondente a 10
oscillazioni.

All’interno di questa relazione, indicheremo con T 10 e σT 10 rispetti-


vamente il valore medio di 10 periodi e il suo errore, che calcoremo
e confronteremo durante la Parte I con il valore centrale X e la se-
miampiezza a metà altezza Γ2 che avremo ricavato dall’istogramma, e
ripeteremo queste operazioni per ciascun istogramma di ogni membro
del gruppo.

La formula per la media di un campione è :


PN
T10
T 10 = i=1 i (4)
N

La formula per la deviazione standard è:


v
u
u 1 X N
σT10 = t (T10i − T 10 )2 (5)
N − 1 i=1

4
La formula per la deviazione standard dalla media è:

σT
σT 10 = √ 10 (6)
N

3.2 Dati, calcoli e analisi grafica

Misurazione Emanuele Alessandra Alberto Vincenzo


1 6.16 6.07 6.09 6.06
2 6.18 6.09 6.19 6.08
3 6.23 6.11 6.19 6.10
4 6.23 6.14 6.20 6.14
5 6.25 6.17 6.22 6.16
6 6.28 6.18 6.23 6.17
7 6.29 6.23 6.24 6.21
8 6.29 6.25 6.28 6.23
9 6.30 6.26 6.29 6.24
10 6.33 6.26 6.29 6.25
11 6.34 6.28 6.30 6.27
12 6.34 6.30 6.30 6.28
13 6.35 6.32 6.31 6.30
14 6.35 6.33 6.31 6.33
15 6.36 6.33 6.32 6.35
16 6.36 6.35 6.35 6.35
17 6.36 6.36 6.35 6.36
18 6.38 6.36 6.36 6.37
19 6.38 6.38 6.37 6.37
20 6.41 6.43 6.38 6.39
21 6.42 6.44 6.42 6.44
22 6.47 6.47 6.45 6.48
23 6.47 6.47 6.47 6.49
24 6.48 6.53 6.56 6.54
25 6.52 6.57 6.56 6.55

Tabella 1: Rappresentazione tabellare dei dati raccolti (dati in s).

Riportiamo i dati ottenuti in quattro istogrammi, uno per ciascun


membro del gruppo, in cui la larghezza dell’intervallo e’ posta uguale a
∆i = 0.1 s. Rispettivamente, della frequenza relativa Fi e della densità

5
di frequenza fi :
ni
Fi = (7)
N

Fi
fi = (8)
∆i

dove ni indica la frequenza assoluta in un dato intervallo ∆i e N rap-


presenta il numero di misurazioni effettuate (nel nostro caso N = 25
per le misurazioni individuali, N = 100 per il totale).

Figura 3: Istogramma Emanuele.

Intervallo ∆i Frequenza assoluta ni Frequenza relativa Fi Densità di frequenza fi


[6.0 , 6.1) 0 0 0
[6.1, 6.2) 2 0.08 0.8
[6.2, 6.3) 6 0.24 2.4
[6.3, 6.4) 11 0.44 4.4
[6.4, 6.5) 5 0.2 2
[6.5, 6.6) 1 0.04 0.4

Tabella 2: Disposizione degli N = 25 valori misurati da Emanuele per


intervalli di ampiezza ∆i = 0.1 s.

6
Figura 4: Istogramma Alessandra.

Intervallo ∆i Frequenza assoluta ni Frequenza relativa Fi Densità di frequenza fi


[6.0 , 6.1) 2 0.08 0.8
[6.1, 6.2) 4 0.16 1.6
[6.2, 6.3) 5 0.2 2
[6.3, 6.4) 8 0.32 3.2
[6.4, 6.5) 4 0.16 1.6
[6.5, 6.6) 2 0.08 0.8

Tabella 3: Disposizione degli N = 25 valori misurati da Alessandra per


intervalli di ampiezza ∆i = 0.1 s.

Figura 5: Istogramma Alberto.

7
Intervallo ∆i Frequenza assoluta ni Frequenza relativa Fi Densità di frequenza fi
[6.0 , 6.1) 1 0.04 0.4
[6.1, 6.2) 2 0.08 0.8
[6.2, 6.3) 7 0.28 2.8
[6.3, 6.4) 10 0.4 4
[6.4, 6.5) 3 0.12 1.2
[6.5, 6.6) 2 0.08 0.8

Tabella 4: Disposizione degli N = 25 valori misurati da Alberto per


intervalli di ampiezza ∆i = 0.1 s.

Figura 6: Istogramma Vincenzo.

Intervallo ∆i Frequenza assoluta ni Frequenza relativa Fi Densità di frequenza fi


[6.0 , 6.1) 2 0.08 0.8
[6.1, 6.2) 4 0.16 1.6
[6.2, 6.3) 6 0.24 2.4
[6.3, 6.4) 8 0.32 3.2
[6.4, 6.5) 3 0.12 1.2
[6.5, 6.6) 2 0.08 0.8

Tabella 5: Disposizione degli N = 25 valori misurati da Vincenzo per


intervalli di ampiezza ∆i = 0.1 s.

8
Figura 7: Istogramma Totale.

Intervallo ∆i Frequenza assoluta ni Frequenza relativa Fi Densità di frequenza fi


[6.0 , 6.1) 5 0.05 0.5
[6.1, 6.2) 12 0.12 1.2
[6.2, 6.3) 24 0.24 2.4
[6.3, 6.4) 37 0.37 3.7
[6.4, 6.5) 15 0.15 1.5
[6.5, 6.6) 7 0.07 0.7

Tabella 6: Disposizione degli N = 100 valori totali misurati da ogni


membro del gruppo per intervalli di ampiezza ∆i = 0.1 s.

Per calcolare media e deviazione standard abbiamo scritto un codice


in linguaggio C (in Appendice A), e abbiamo ottenuto i dati sintetiz-
zati nella eseguente tabella, insieme al valore medio e semi larghezza
a mezza altezza ottenuti graficamente:

9
Γ
Operatore T 10 σT 10 X 2
Emanuele 6.34 0.09 6.35 0.10
Alessandra 6.31 0.14 6.3 0.2
Alberto 6.32 0.11 6.30 0.10
Vincenzo 6.30 0.14 6.30 0.15
Totale 6.32 0.12 6.30 0.10
Tabella 7: Le prime due colonne riportano i valori ottenuti analitica-
mente di media e deviazione standard, le ultime due riportano i valori
ottenuti graficamente di valore medio e semi-larghezza a mezza altezza.

Adesso possiamo determinare la deviazione standard della media σT


definita come:
σT
σT 10 = √ 10 (9)
N
Utilizzando il codice sopra citato, abbiamo ottenuto un valore della
deviazione standard della media pari a: σT 10 = 0.01 s.

Sommiamo quest’ultimo per tre volte all’errore strumentale δstrumentale =


0.01s per ottenere l’errore complessivo, risultando in una confidenza
del 99.7% che il nostro risultato sia compreso tra (T 10 − δT10 ) < T 10 <
(T 10 + δT10 ):

δT10 = 3σT + δstrumentale = 0.04 s (10)


Quindi in conclusione, possiamo dire che con una massa di 220 g il
tempo impiegato dalla molla per compiere dieci oscillazioni è di:

T10 = (6.32 ± 0.04)s (11)


Otteniamo il periodo T e la sua incertezza δT , divendo quest’ultimo
risultato per 10:
T = (0.632 ± 0.004)s (12)

Trovato il valore del periodo, si può determinare anche la costante elastica della molla,
da confrontare con gli atri risultati.

10
4 Parte II
4.1 Conoscenze teoriche e descrizione del procedimento di
misura
Le forze agenti sul corpo appeso (di massa m) sono la forza elastica Fe
della molla e la forza di gravità Fg , entrambe dirette lungo la verticale,
ma in verso opposto, considerando il verso del vettore Fg come verso
positivo.
Assumiamo che il sistema segua la legge di Hooke:

Fe = −k(l − l0 ) (13)

Per trovare k:
Fe = −Fg
Fg = mg Fe = −k(l − l0 )
k(l − l0 ) = mg

mg
k= (14)
l − l0
Dove l0 è la lunghezza a riposo della molla, l è la lunghezza della molla
dopo aver appeso la massa, m è il valore della massa sospesa alla molla
e g l’accelerazione di gravità (9.80 m/s2 ).
Troviamo quindi che possiamo ricavare la costante di proporzionalita’
k dal rapporto tra il modulo della forza peso e l’ampiezza dell’allunga-
mento della molla.

Considereremo un errore di lettura doppio, in quanto non è stato pos-


sibile stimare con precisione la posizione dello zero nella misurazione
(a causa delle caratteristiche dello strumento di misurazione da noi
utilizzatto). Poiché la misurazione può essere definita come differenza
tra due misure, avremo:

δli lettura = (0.5 + 0.5) mm = 1.0 mm (15)


E l’errore assoluto come:

11
δli = δli precisione + δli lettura (16)
La costante k, detta costante elastica della molla, può essere determi-
nata sperimentalmente misurando l’estensione della molla in esame al
variare delle forze applicate su di essa. Per farlo applichiamo una forza
F (che nel nostro caso coincide con la forza peso delle varie masse cam-
pione che utilizzeremo) e misuriamo la lunghezza l della molla dopo
che è stata estesa della molla per mezzo della riga graduata.

Figura 8: Come determinare la costante k con metodo statico

12
4.2 Dati, calcoli e analisi grafica dei dati sperimentali

Riportiamo i dati dapprima in tabella, dove calcoliamo l’ errore com-


plessivo δl della lunghezza, definito come in (16).

m (g) F (kg (mm/s2 )) l (mm) δl (mm)


20 196 118 1.3
70 686 139 1.3
90 882 148 1.3
120 1176 160 1.3
140 1372 169 1.3
170 1666 182 1.3
190 1862 190 1.3
220 2156 202 1.3
240 2352 211 1.3
270 2646 224 1.3
290 2842 231 1.3
Tabella 8: Le misure della lunghezza della molla, prese per 10 differenti
pesi.
Riportiamo i dati su grafico di F in funzione di l.

Figura 9: Forza in funzione della lunghezza della molla.

13
Ricaviamo il massimo e il minimo valore di k tracciando graficamente
le rette di massima e minima pendenza e calcolandone i coefficienti
angolari (mediante la funzione Screen Reader, presente in SciDAVis).

Chiaramente, durante la costruzione delle rette di massima e minima


pendenza, si introduce un errore di lettura che è dovuto alla posizio-
ne del puntatore quando si parte dallo zero, allo spessore della retta
stessa e anche alla risoluzione del monitor (nel nostro caso parliamo di
monitor, in quanto abbiamo utilizzato per l’analisi grafica l’applicativo
SciDAVis). Per ridurre questo errore, leggiamo la pendenza della retta
misurando due punti vicino al fondoscala, cioè sugli assi secondari.
I punti presi in esame per il calcolo della pendenza sono i seguenti:
A(239.1, 3000), B(230.4, 2800) e C(237.2, 3000), D(228.8, 2800). Dato
che le rette non passano per l’origine, calcoleremo anche l’intercetta
utilizzando i punti E(111.6, 0) ed F (108.3, 0). Quindi:
yA − yB
kmax = (17)
xA − xB
yC − yD
kmin = (18)
xC − xD

A e B sono i punti situati sulla retta di massima pendenza, mentre C


e D sono i punti trovati sulla retta di minima pendenza.

Massima pendenza:
3000 − 2800
kmax = = 22.99 kg/s2 = 22.99 N/m (19)
239.1 − 230.4
Minima pendenza:
3000 − 2800
kmin = = 23.81 kg/s2 = 23.81 N/m (20)
237.2 − 228.8

Calcoliamo sia kbest che l0best come il valore centrale dell’intervallo di


dispersione:

14
kmax + kmin
kbest = = 23.4 N/m (21)
2
l0max + l0min 111.6 + 108.3
l0best = = = 109.95 mm (22)
2 2

Determiniamo l’errore assoluto associato a kbest ed a l0best come semi-


dispersione di tali valori:

kmax − kmin
δk = = 0.4 N/m (23)
2

l0max − l0min
δl0 = = 1.6 mm (24)
2
Il valore di k determinato sperimentalmente è quindi (dopo averlo
approssimato tenendo in considerazione l’errore):

k = kbest ± δk = (23.4 ± 0.4) N/m (25)


L’errore relativo del valore di k stimato è

δk 0.4 N/m
k = = = 0.017 o 1.7% (26)
kbest 23.4 N/m
Mentre il valore di l0 determinato sperimentalmente è quindi (dopo
averlo approssimato tenendo in considerazione l’errore):

l0 = l0best ± δl0 = (110.0 ± 1.6) mm (27)

L’errore relativo del valore di l0 stimato è

δl0 1.6 mm
l0 = = = 0.015 o 1.5 % (28)
l0best 110.0 mm

15
Confrontiamo adesso il valore della lunghezza a riposo della molla ri-
cavato con il metodo grafico con quello misurato direttamente che ri-
sultava essere l0 = 110.0 mm. vedi commento precedente

Calcoliamo la discrepanza come:

|110.0 mm − 110.0 mm| = 0 mm (29)

la discrepanza è 0 e le misure sono consistenti.

Quando si hanno due valori coincidenti, non si calcola la discrepanza.


E' ovvio che un valore non può essere mai discrepante con se stesso!

16
5 Parte IIIB
5.1 Conoscenze teoriche, descrizione del procedimento di
misura, dati e calcoli
Abbiamo appeso alla molla una massa per volta (per un totale di 5
differenti masse, ovvero 250 g, 270 g, 320 g, 340 g e 370 g), e misurato
i tempi relativi a 10 oscillazioni per mezzo dell’app Phyphox ottenendo
un nuovo set di dati rispetto alla Parte II.
La misurazione è stata ripetuta 3 volte, in modo da stimare il periodo
medio di oscillazione e la sua incertezza.

Di seguito riportiamo la tabella con i dati acquisiti durante l’esperi-


mento:

m T10 u,m.
250 6.919
250 6.929
250 6.929
270 7.167
270 7.167
270 7.197
320 7.544
320 7.554
320 7.564
340 7.743
340 7.753
340 7.782
370 8.080
370 8.090
370 8.090
Tabella 9: Le misure della lunghezza della molla, prese per 10 differenti
pesi
La media T 10 , la deviazione standard σT 10 e la deviazione standard
dalla media σT 10 verranno calcolate rispettivamente come in (4), (5) e

Per poche misure, bisogna usare la semidispersione, come richiesto nel testo dell'esperienza.

17
(6) considerando N = 3

La media T verrà calcolata come:


T 10
T = (30)
10
Mentre l’errore complessivo δT10 può essere stimato come segue:

δT10 = 3σT 10 + δstrumentale (31)


da cui
δT10
δT = (32)
10
dove l’errore strumentale è l’errore di precisione nelle misure dei tempi
introdotto dallo smartphone utilizzato, che è riportato nelle caratteri-
stiche tecniche descritte nell’app ed è in genere uguale a 0.02 (come
suggerito nel testo dell’esperienza)1 .

m T 10 σT10 σT 10 δT10 T δT
250 6.925 0.006 0.003 0.03 0.693 0.003
270 7.177 0.017 0.010 0.05 0.718 0.005
320 7.554 0.010 0.006 0.04 0.755 0.004
340 7.759 0.002 0.012 0.06 0.776 0.006
370 8.087 0.006 0.003 0.03 0.809 0.003
Tabella 10: In tabella riportiamo il valore medio del periodo T, la devia-
zione standard, la deviazione standard della media e l’errore assoluto
complessivo δT . vedi commento precedente

La legge che ci permette di mettere in relazione la frequenza ω con il


periodo di oscillazione T della molla è:

ω= (33)
T
1
L’app Phyphox per iOS non riporta informazioni relative all’errore di precisione, per-
tanto ci siamo basati sul valore comunicatoci dal professore e confrontandolo con quel-
lo di altri dispositivi (Android) è risultato essere un "upper bound" per l’errore di
precisione.

18
Calcoleremo poi l’errore associato ad ω come:
δT 2π 2π
δω = T ω = = δT 2 (34)
T T T
Di seguito sono state raccolte in forma tabellare le frequenze angolari
per ogni massa presa in esame:

m ω δω
250 9.07 0.04
270 8.75 0.06
320 8.31 0.04
340 8.09 0.06
370 7.77 0.03
Tabella 11: ω calcolato come descritto sopra ed il suo errore δω .

19
5.2 Analisi grafica dei dati sperimentali

In un oscillatore armonico semplice vale la relazione:

r
k
ω= (35)
m

da cui:

√ 1
ω= km− 2 (36)

in cui ω è la frequenza angolare, k è la costante elastica della molla e


m è la massa appesa alla molla.

Osserviamo però che non è una funzione lineare. Facciamo quindi il


logaritmo di entrambi i membri e sfruttando le proprietà dei logaritmi
otteniamo:

1 1
logω = log(k) − log(m) (37)
2 2

In questo modo potremo riportare in un grafico log-log i valori della


frequenza angolare in funzione della massa.
Ponendo:

1
log(ω) = y log(m) = x 2
log(k) =q

Infatti possiamo scrivere la funzione lineare della forma y = mx + q:

1
y =− x+q (38)
2

E attraverso il metodo delle rette di massima e minima pendenza, pos-


siamo verificare che il coefficiente angolare della retta sia − 21 .

20
I grafici potevano essere
fatti più grandi, in quanto
non è facile leggere le scale.

I punti estremi non seguono


lo stesso andamento degli
altri. Magari acquisendo
qualche altro punto, si
poteva capire quale dei due
fosse sbagliato,
Figura 10: Grafico di ω in funzione di m. probabilmente il punto a
m=370 g.

Calcoliamo il coefficiente angolare m della retta a partire dai punti


A(240.1, 9.224), B(380, 7.742) per la retta di massima pendenza e
C(240.1, 9.147), D(380, 7.86) per la retta di minima pendenza.

log( yyBA )
mmax = = −0.381 (39)
log( xxBA )
log( yyDC )
mmin = = −0.330 (40)
log( xxDC )
ed mbest è uguale a:
mmax + mmin
mbest = = 0.356 (41)
2
E l’errore:

|mmax − mmin |
δmax = = 0.05 (42)
2
da cui il valore best è:

mbest = −0.36 ± 0.05 (43)


Con quale valore? Qui bisogna riportare -1/2.
Il valore best non è consistente. Questa discrepanza può essere attri-
buita alla qualità dei dati sperimentali. Daremo più informazioni al

21
riguardo nelle conclusioni di questa relazione di laboratorio.

Continuamo il calcolo della costante elastica k per mezzo di un grafico


in scala log-log e utilizzando il metodo delle rette di massima e minima
pendenza, imponendo che il coefficiente angolare di entrambe le rette
sia − 21 .

In questo grafico, le scale


sono leggibili.

Vedete che bisognava


prendere altri punti!

Figura 11: Grafico di ω in funzione di m

Le intercette lette in corrispondenza di m = 380g sono

ωmax = 7.67 (44)

ωmin = 7.6 (45)


q
k
E data la relazione ω = m
da cui k = ω 2 m

kmax = (7.67)2 380 = 22, 355.0 g/s2 (46)

kmin = (7.6)2 380 = 21, 948.8 g/s2 (47)


Troviamo kbest :

kmax + kmin
kbest = = 22, 151.9 g/s2 = 22.152 N/m (48)
2

22
E l’errore:
kmax − kmin
δk = = 203 g/s2 = 0.2 N/m (49)
2
Il valore best sarà quindi:

kbest ± δk = (22.2 ± 0.2) N/m (50)


Mentre l’errore relativo percentuale è:

0.2 N/m
k = = 0.009 o 0.9 % (51)
22.2 N/m

23
6 Conclusioni
Per verificare che i valori di k ottenuti con il metodo statico e dinamico
siano consistenti tra loro, abbiamo calcolato la discrepanza:

|22.2 N/m − 23.4 N/m| = 1.2 N/m (52)


Dato che la discrepanza è maggiore della somma degli errori assoluti
associati alle due misure di k (0.2 N/m+0.4 N/m = 0.6 N/m), la di-
screpanza è significativa e purtroppo le misure non sono consistenti.

Di seguito, diamo una plausibile spiegazione del risultato ottenuto.

La molla sembra aver avuto dei comportamenti non lineari agli estremi
delle misurazioni, plausibilmente dovuti all’eccessivo peso delle masse
utilizzate durante l’esperienza. Questi, nella parte IIIB non riteniamo
fossero evitabili essendo che già il solo strumento di misurazione (il
cellulare) aveva un peso di 250 g. Per questa ragione non è stato possi-
bile includere nelle rette di massima e minima pendenza il valore della
massa più grande utilizzata (370 g). Si sospetta che, data la grandezza
della massa, il risultato di questa misurazione sia da considerarsi poco
affidabile.
Inoltre, i valori ottenuti dalle misurazioni effettuate con masse 250 g e
270 g sembrano essere stati influenzati sia dall’inesperienza degli opera-
tori, sia da brevi e imprevedibili variazioni di fattori ambientali, come
variazioni di temperatura e piccoli spostamenti d’aria (data la loca-
zione del tavolo di lavoro in prossimità di una finestra aperta) i quali
sembrano aver influenzato il moto della molla, inducendola ad oscillare
anche nelle direzioni x e z. Abbiamo comunque deciso di includere que-
sti ultimi punti nell’analisi grafica data la scarsità di dati disponibili.

Concludiamo dicendo che, nel caso in cui dovessimo ripetere l’esperien-


za, ci proporremmo di compiere più misurazioni per la stessa massa e
utilizzare pesi più piccoli e vari (specialmente in riferimento alla Parte
IIIB) e, sicuramente, di effettuare l’esperienza in condizioni migliori.

24
7 Appendice A - Codici Parte I
Codice per calcolare media, deviazione standard e deviazione standard
dalla media://
#include<stdio.h>
#include<stdlib.h>
#include<math.h>

void mediaecc(int N, double dati[]){


double media;
double stdev;
double stdev_media;

int i;

media = 0;
for (i = 0; i < N; i++){
media += dati[i];
}

media = media / N;

stdev=0;
for (i = 0; i < N; i++){
stdev += (float)pow((dati[i]-media),2);
}
stdev = (float) stdev/(N-1);

stdev = sqrt(stdev);

stdev_media=0;
stdev_media= (float) stdev/sqrt(N);

printf("La media e’ %lf \n", media);


printf("La deviazione standard e’ %lf \n", stdev);

printf("La deviazione standard della medida e’ %lf \n", stdev_media);

25
}

int main(){

FILE *fp;

int N = 100; /*cambiare a seconda del numeri di dati*/


double dati[N];
int i;

fp=fopen("numeri.dat","r");

if((fp=fopen("numeri.dat","r"))==NULL){
printf("Errore nell’apertura del file numeri.dat\n");
exit(EXIT_FAILURE);
}

for (i = 0; i < N; i++){


fscanf(fp, "%lf", &dati[i]);
/*printf("%lf\n\n", dati[i]);*/
}

mediaecc(N,dati);
}

26
8 Appendice B - Grafici Parte IIIB

Figura 12: Linear acceleration, massa 250 g graph n. 1.

Figura 13: Linear acceleration, massa 250 g graph n. 2.

27
Figura 14: Linear acceleration, massa 250 g graph n. 3.

Figura 15: Linear acceleration, massa 270 g graph n. 1.

28
Figura 16: Linear acceleration, massa 270 g graph n. 2.

Figura 17: Linear acceleration, massa 270 g graph n. 3.

29
Figura 18: Linear acceleration, massa 320 g graph n. 1.

Figura 19: Linear acceleration, massa 320 g graph n. 2.

30
Figura 20: Linear acceleration, massa 320 g graph n. 3.

Figura 21: Linear acceleration, massa 340 g graph n. 1.

31
Figura 22: Linear acceleration, massa 340 g graph n. 2.

Figura 23: Linear acceleration, massa 340 g graph n. 3.

32
Figura 24: Linear acceleration, massa 360 g graph n. 1.

Figura 25: Linear acceleration, massa 360 g graph n. 2.

33
Figura 26: Linear acceleration, massa 360 g graph n. 3.

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