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Casara Miriam

Rigato Alessandro anno 2021/2022


Schiavo Leonardo
Zambello Riccardo

CORSO DI SCIENZE E TECNOLOGIE


AGRARIE–ANNO 2021/2022

ALUNNI:
Casara Miriam - 2032628
Rigato Alessandro - 2043285
Schiavo Leonardo - 2044839
Zambello Riccardo - 2044834

DETERMINAZIONE DELL’ ACCELERAZIONE DI GRAVITA’ ATTRAVERSO UN


PENDOLO SEMPLICE

Indice:
0) SOMMARIO
1) INTRODUZIONE
1.1 Caratteristiche principali di un pendolo semplice……………………………………………………………………….. 2
2) SCOPO DELL’ESPERIENZA 2
3) MATERIALE UTILIZZATO 3
3.1 Materiale utilizzato …………………………………………………………………………………………………………………..… 3
4) PROGETTAZIONE DELLA STRUMENTAZIONE 4
4.1 Informazioni sulla preparazione del pendolo………………………………………………………………………… 4
4.2 impostazione precisa dell’angolo ϕ………………………………………………………………………………………. 4
4.3 misura del periodo di oscillazione………………………………………………………………………………………… 4
5) FONDAMENTI MATEMATICI PER MINIMIZZARE ERRORI 5
5.1 Discussione dei dati ……………………………………………………………………………………………………………………. 5
5.2 errori sistematici e statistici ………………………………………………………………………………………………………… 5
5.3 scarto quadratico medio ……………………………………………………………………………………………………………… 6
5.4 errore della media ………………………………………………………………………………………………………………………. 6
5.5 calcolo dell’accelerazione di gravità…………………………………………………………………………………………….. 7
5.6 media pesata ………………………………………………………………………………………………………………………………. 7
5.7 distribuzione gaussiana ………………………………………………………………………………………………………………. 7
6) DATI OTTENUTI (VEDI FOGLI EXCEL) 7
7) OSSERVAZIONI e CONCLUSIONI. 8
7.1 confronto dati sperimentali ottenuti con teoria …..…………………………………………………………………….. 8
7.2 precisazione su misure ……………………………………………………………………………………………………………….. 8
7.3 ragionamenti teorici …………………………………………………………………………………………………………………… 8

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Casara Miriam
Rigato Alessandro anno 2021/2022
Schiavo Leonardo
Zambello Riccardo

SOMMARIO
L’elettromagnetismo e la forza di gravità governano le leggi del macro.
Nel caso specifico, la legge di gravitazione universale giustifica la caduta dei gravi, le orbite descritte dai pianeti
secondo le tre leggi di Giovanni Keplero (1571,1630) e l’oscillazione di oggetti vincolati ad una superficie orizzontale;
quest’ultimo è oggetto dell’esperienza da noi condotta durante il laboratorio di fisica.

1. INTRODUZIONE
1.1 Caratteristiche principali di un pendolo semplice
Da un punto di vista teorico, il pendolo può essere considerato un punto
materiale appeso tramite un filo ideale (non estensibile e di massa nulla) ad
un punto di sospensione fisso.
La posizione di equilibrio statico, comunemente chiamata posizione di
riposo, è quella verticale in cui il modulo della tensione del filo risulta essere
uguale al modulo della forza peso del punto fermo.
T f =mg
Quando il punto materiale viene spostato dalla verticale (equilibrio statico)
esso tenderà a ritornare alla condizione di riposo compiendo un moto
(curvilineo) lungo un arco di circonferenza avente per raggio la lunghezza
del pendolo stesso. (Fig. 1)
Le forze agenti sul punto materiale a quell’istante risultano quindi essere:

RT =−mgsinφ=m aT forza di richiamo (vettore F PX nella


figura)
R N =T F−mgcosφ=m a N forza centripeta.

Da queste due equazioni risulta possibile conoscere la traiettoria lungo l’asse y, utilizzando la legge di Newton che
descrive R N e la traiettoria lungo l’asse x utilizzando sempre la legge di Newton che in questo caso descrive RT .
Tuttavia per determinare la traiettoria lungo l’asse x risulta necessario utilizzare piccole oscillazioni affinché il moto
possa essere approssimato ad un moto armonico semplice, caratterizzato da un periodo che risulta essere
indipendente dall’ampiezza e avente la seguente formula:

T =2 π
√ L
g
Partendo da tale formula, avendo lunghezza e periodo noti, si può ricavare l’accelerazione di gravità.
2 L
g=4 π 2
T

2. SCOPO ESPERIENZA
Utilizzando un pendolo semplice costruito manualmente, determinare l’accelerazione di gravità terrestre:
-attraverso 15 misure dei periodi di 10 oscillazioni mantenendo la stessa lunghezza del filo ma variando le masse ad
esso collegate
-attraverso 15 misure dei periodi di 10 oscillazioni relativi a diverse lunghezze del filo, mantenendo la stessa massa.
Trattandosi quindi di misure indirette è fondamentale considerare anche gli errori non solo sistematici ma anche
statistici attraverso l’utilizzo dello scarto quadratico medio e basandosi sulla propagazione degli errori.
Per rendere questo ultimo punto maggiormente visibile, è stato richiesto anche di eseguire 100 misure dei periodi i 1
oscillazione semplice relativi ad una delle diverse lunghezze, e una delle diverse masse già scelte per il pacchetto di 10
oscillazioni.

L’esperienza è stata svolta in gruppo presso lo stesso luogo, utilizzando lo stesso pendolo per tutti e quattro i
componenti.

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3. MATERIALE UTILIZZATO

L’oggetto chiave di questa attività è il pendolo semplice, realizzato con materiali di facile accesso. Sono stati utilizzati
due pendoli differenti costruiti con materiale differenti.
Gli oggetti utilizzati per il pendolo risultano essere:
- Diversi pesi per le diverse masse del peso
- un filo inestensibile (non elastico)
- un cronometro, per determinare il periodo di oscillazione
- un metro, per misurare la distanza dal punto di aggancio al baricentro del punto materiale

Nella prima parte dell’esperienza è stato utilizzato un piombo da muratore legato ad un filo inestensibile di L=2m.
Nella seconda parte sono stati utilizzati 3 differenti piombi da muratore con masse diverse, mantenendo la stessa
lunghezza del filo inestensibile, ovvero L=1m.
Nella terza parte è stata usata la stessa massa, ovvero un bullone di massa m=67g, per 5 fili di differenti lunghezze.

3.1 Materiale utilizzato

 3 piombi muratore o fili a piombo (attrezzo comunemente utilizzato nell’ambito dell’edilizia per determinare
la direzione verticale), di masse rispettivamente:
o m1=232g
o m2= 303g
o m3=366g
 bullone diametro 30mm, autobloccante, massa m4= 67g
 due travi di legno per ancorare nella parte più in alto il pendolo e, il secondo trave da mettere
trasversalmente per determinare la posizione precisa di oscillazione
 gancio per ancorare il pendolo
 telefono utilizzato come cronometro (Iphone Xr)
 Metro
 Scotch carta per evidenziare la posizione precisa del pendolo
 Goniometro

m4=67g

Filo a piombo

4. PROGETTAZIONE DELLA STRUMENTAZIONE

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4.1 Informazioni sulla preparazione del pendolo
Prima di iniziare ad operare manualmente, è bene avere già in mente la lunghezza del pendolo che si è
precedentemente scelta e tagliare il filo di conseguenza, quindi per la prima parte dell’esperienza si sceglie una
determinata lunghezza del filo magari tenendo qualche centimetro per arginare eventuali errori di costruzione (come,
ad esempio, annodare il filo ad una distanza maggior del previsto, diminuendo poi la lunghezza totale del filo).
La costruzione del pendolo è un’operazione poco complicata: si lega saldamente il punto materiale al filo e dopodiché
lo si appende alla superficie di aggancio scelta, cercando di restare entro i centimetri di margine considerati
precedentemente ed assicurandosi nuovamente, tramite strumento di misura, che la distanza finale tra punto di
aggancio e baricentro del corpo sia esattamente quella prestabilita.

Operativamente, la preparazione dell’esperienza è iniziata misurando l’altezza dal punto di sospensione del pendolo
verso terra dell’asta orizzontale su cui poi sarebbe stato appeso il pendolo, per avere un quadro generale delle
possibili misure tra cui scegliere; dopodiché, tenendo conto delle accortezze precedentemente riportate, è stato
tagliato il filo, a cui poi è stato legato il punto materiale.
Una volta assemblato il tutto, ci si è assicurati che la distanza dall’asta al centro della massa fosse esattamente quella
ricercata e si è occupato di segnare sulla parete subito dietro l’angolo massimo entro cui rimanere per avere dei valori
consoni (si è scelto un angolo di 10° per la prima parte dell’esperienza).

4.2 Impostazione precisa dell’angolo ϕ

Per considerare l’oscillazione del pendolo un moto armonico è fondamentale che l’angolo formatosi tra il filo in
condizioni di riposo e il filo nella posizione in cui si vuole far iniziare l’oscillazione sia non più di 10°.
Per garantire questo angolo, una volta ultimato il pendolo, è bene munirsi di goniometro o ideare un metodo
alternativo per avere un punto di riferimento in grado di segnalare visivamente l’ampiezza massima che l’operatore
può raggiungere nello spostare il punto materiale dalla verticale del filo.
Si è utilizzato un goniometro fissato al punto di attacco del pendolo e una volta misurato l’angolo, è stato segnato su
una travetta posta orizzontalmente il punto preciso da cui far partire l’oscillazione.
Procedure eseguite per tutte le misure effettuate

4.3 Misura del periodo di oscillazione

Dopo aver soddisfatto tutte le precedenti accortezze, si può iniziare a prendere le misure dei periodi di oscillazione con
il cronometro.
Per la prima parte dell’esperienza sono state effettuate 100 misure di periodo di una singola oscillazione e
successivamente 15 misure di 10 oscillazioni per misurare il periodo del pendolo utilizzando la massa m3, con una
lunghezza del filo pari a 2.00m.
Si inizia spostando il punto materiale legato al filo facendo però attenzione a non andare oltre l’ampiezza
precedentemente segnata.
Una volta raggiunta l’ampiezza desiderata, il punto materiale viene rilasciato e si fa partire il cronometro nell’esatto
momento in cui viene rilasciata la massa e si arresta quando compie una singola oscillazione, ovvero ritorna al punto
dove è stata rilasciata.
Successivamente si effettuano 15 misure del periodo di 10 oscillazioni complete, viene avviato il cronometro nel
momento in cui viene rilasciata la massa, e verrà lasciata oscillare per 10 volte; il cronometro verrà poi arrestato
nell’esatto istante in cui il pendolo tornerà nella posizione a cui era stato inizialmente portato.

Per la seconda parte dell’esperienza, sono state scelte tre masse differenti, tre piombi da muratore, legati ciascuno ad
un filo di lunghezza L=1m. Per ognuna delle masse sono state effettuate 15 misure del periodo di 10 oscillazioni. Le
masse differenti sono state scelte per modo da avere più termini di confronto con cui verificare, in primo luogo, che
per piccole oscillazioni il periodo è indipendente dalla massa e dipendente quindi solo dalla lunghezza del pendolo e
dall’accelerazione di gravità, e, successivamente, poter affermare con certezza che l’accelerazione di gravità resta
effettivamente costante (via di eventuali errori sistematici).

Per la terza parte dell’esperienza è stata scelta una singola massa, ovvero un bullone, a cui è stato legato un filo. La
lunghezza di questo filo viene variata cinque volte durante quest’ultima parte.
Per ogni lunghezza di filo differente vengono fatte 15 misurazioni del periodo di 10 oscillazioni.

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È opportuno scegliere lunghezze sopra al metro e mezzo e scegliere un’altezza di cui misurare almeno cento
oscillazioni per verificare che all’aumentare del numero di dati presi, aumenta anche l’errore complessivo (dato dalla
somma dei singoli errori che ogni misurazione si porta appresso).
Per minimizzare gli errori è importante mantenere costante angolo e piano d’oscillazione, evitare errori di parallasse
sulle tacche indicanti gli angoli e verificare che non ci siano oscillazioni del pendolo sulla sua base.
Una volta prese le misure dei periodi, i cui valori sono stati annotati in modo ordinato in un foglio, questi valori
vengono inseriti all’interno di tabelle Excel per calcolare l’accelerazione di gravità.

5. FONDAMENTI MATEMATICI PER MINIMIZZARE ERRORI

5.1 Discussione dei dati

Per quanto i procedimenti possano essere eseguiti nel miglior modo possibile, è inevitabile che nella raccolta dei dati
ci siano degli errori di tipo sistematico e di tipo statistico.
Considerando che i pendoli sono stati realizzati da diverse persone, è logico pensare che gli errori sistematici coinvolti
nell’esperienza siano diversi; gli errori sistematici sono errori inevitabili se l’esperienza viene condotta da persone ma
se il sistema di lavoro è automatizzato, l’errore sistematico può essere eliminato o quanto meno ridotto.

5.2 Errori sistematici e statistici

Si definiscono errori statistici, gli errori insiti nello strumento di misura e che si ripetono in tutte le misurazioni. Non
possono essere eliminati del tutto ma è possibile ridurre l'errore usando uno strumento più preciso.
Gli errori sistematici invece, sono quelli legati al metodo operativo con cui viene eseguita la misura e ad esempio
all’utilizzo di strumenti non calibrati correttamente, causando un risultato sistematicamente diverso.
Gli errori sistematici che si possono commettere in questo tipo di esperienza variano da persona a persona: si va da un
errore sulla lunghezza erroneamente misurata ad un errore sulla lunghezza dovuto alla manualità dell’operatore, che,
potrebbe realizzare un pendolo più corto rispetto alla misura voluta.
Altri eventuali errori possono verificarsi nel momento in cui l’operatore sposta il punto materiale dalla verticale: se da
una parte segnare visivamente l’ampiezza massima dell’angolo può essere utile, dall’altra, nel momento in cui
l’operatore si trovasse ad una distanza troppo elevata dal simbolo visivo per l’ampiezza massima, si potrebbe
prevedere che al soggetto potrebbe sfuggire un errore di parallasse.
Un altro tipo di errore sistematico consiste nei tempi di reazione; con “tempo di reazione” in questo caso si intende il
periodo che intercorre tra un’azione percepita visivamente da un soggetto e il riflesso (ovvero la risposta automatica)
ad essa corrispondente. Essendo una risposta di tipo nervoso, varia da soggetto a soggetto, in base alle abitudini
quotidiane di ogni singola persona.
Da ciò deriva che i tempi di reazione variano da persona a persona, e che sono quindi diversi (anche per minime
frazioni di secondo) per ogni operatore.
Nell’insieme, gli errori sistematici si ripetono per ogni misurazione, e calcolando diversi parametri a partire da tali dati,
si deve tenere in considerazione l’insieme degli errori statistici che si vengono a creare di conseguenza.

Questi errori possono essere corretti utilizzando la propagazione degli errori.

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5.3 Scarto quadratico medio (σ ¿

I valori dei periodi di 10 oscillazioni misurati per ciascuna lunghezza contengono al proprio interno errori statistici e
sistematici che devono essere considerati.
Per fare questo si prendono in considerazione dei parametri statistici, più precisamente degli indici di dispersione che
stimano la probabilità con cui i valori raccolti si discostano dal risultato medio teorico aspettato.
Questi parametri possono essere:

- La deviazione standard:


N
σ= ∑ ¿¿¿¿¿
i=1

- Scarto quadratico medio

√∑
N
σ T= ¿¿¿¿¿
i=1
La differenza tra la deviazione standard e lo scarto quadratico medio risulta essere molto piccola maggiore è il numero
di misure prese.

Prima di calcolare lo scarto quadratico medio però, bisogna ricavare il valore di T , che rappresenta la migliore stima
del valore teorico di un numero infinito di misure, con la seguente formula:
N
1
T= ∑T
N i=1 i
Lo scarto quadratico medio quindi ci permette di considerare T come valore inferenziale del valore vero, dedotto da
un campione limitato.

Normalmente l’errore relativo al periodo di un oscillazione (σ T ¿ è del decimo di secondo ed è dato dall’errore umano
a causa di una scarsa o eccessiva prontezza nel bloccare/avviare il cronometro.
Questo ci permette di avere un’idea della distribuzione delle misure, anche se non rientra nella nostra analisi.

Tale errore, infatti non viene considerato importante in questa trattazione, perché la nostra analisi è basata su un
periodo di 10 oscillazioni e quindi l’errore non sarà più di un decimo di secondo ma sarà quello determinato dallo
scarto quadratico medio.

Invece l’errore relativo alla lunghezza del filo (σ L ¿ è di 1 mm ed è legato all’errore nominale dello strumento di
misura.

5.4 Errore nella media


Visto che σ T eT sono legati a dei pacchetti di 15 misure, ciascuno con un periodo di 10 oscillazioni per
singola misura, è possibile applicare la legge della propagazione degli errori per entrambi.

N
Ti σ
T =∑ e σ x= T
i=1 N √N
Il valore medio ha ancora un’incertezza ma è ridotta rispetto la singola misura.
Infatti σ T facendo N misure, diminuirà di √ N , che nel nostro caso sarà 15 volte più piccolo rispetto quello di una
singola misura, perché per ogni lunghezza siamo andati a considerare 15 misure di periodi.

Tuttavia non si riduce l’errore sistematico, ma solo quello statistico quindi considerare un elevato numero di misure
può rendere addirittura gli errori statitici comparabili con quelli sistematici.
Per dimostrare questa legge anche sperimentalmente, nell’esperienza sono state raccolte cento oscillazioni per una
singola lunghezza.

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5.5 Calcolo dell’accelerazione di gravità

Utilizzando L e T medio si può calcolare l’accelerazione di gravità per ogni lunghezza, utilizzando la seguente formula:
2 L
g=4 π 2
T

L’aver preso misure tra loro non correlate, consente di poter applicare anche la propagazione degli errori a tale
formula, ottenendo σ gdi ciascuna lunghezza, tramite la seguente formula:


σL 2
σ g=g ( ) + 4 ¿ ¿
L
Risulta quindi evidente l’importanza di avere σ L σ T molto piccoli

5.6 Media pesata

Ciascuna accelerazione di gravità, calcolata per ciascun pacchetto di altezza, è costituita da errori specifici.
Quindi per calcolare l’accelerazione di gravità finale si considera la media pesata in cui ogni accelerazione di gravità ha
un peso maggiore se il suo errore è più piccolo e viceversa.
In questo modo è possibile combinare i risultati e ottenere la migliore stima finale di g.

Le formule per la media pesata sono le seguenti:

g
∑ σ 2i


i gi 1
g= con σ g=
1 1
∑ σ2 ∑ σ2
i gi i gi
5.7 distribuzione gaussiana

Si osserva che il grafico relativo all’insieme dei diversi valori di g per ciascuna lunghezza ha un andamento a
campana, detto a gaussiana.
Nell’istogramma quindi, i valori vengono maggiormente a trovarsi in prossimità del valore , che è appunto
il valore medio; poi verso le ascisse positive e verso le ascisse
negative, l’istogramma si sviluppa con un’ampiezza da ambo
i lati dettata dal valore di σ, che misura la larghezza della
distribuzione.

L’istogramma, che si comporta da gaussiana, è importante perché può essere sovrapposto alla funzione normalizzata
a 1 (ha integrale pari a 1), ovvero un grafico di riferimento che indica la probabilità di avere un valore simile a quello
medio per ogni singolo intervallo della funzione e si ottiene dalla formula
2
−1 x−x
1 ( )
f ( x )= e 2 σ

√2 π σ 2

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Al diminuire di σ, aumenta la precisione del grafico e dei valori raccolti: nella gaussiana, infatti σ g serve ad esplicitare
di quanto ci si discosta dal valore medio.

6. DATI OTTENUTI (VEDI FOGLI EXCEL)

7. CONCLUSIONI e OSSERVAZIONI:

7.1 confronto dati sperimentali ottenuti con teoria

Dalle tabelle viene identificato che:


 La g media risultante da diverse masse a parità di filo è 10,092 m/s^2
 La g media risultante a parità di massa ma con differenti lunghezze del filo è 9,862 m/s^2
 La g risultante dalle 100 misurazioni di 1 oscillazione è 9,993 m/s^2
 La g risultante dalle 15 misure di 10 oscillazioni complete è 9,818 m/s^2
È evidente che il valore ottenuto dall’esperienza non è sempre preciso, infatti, confrontando le g ottenute
precedentemente con la g teorica, pari a 9,81 m/s^2, gli errori sono rispettivamente di:
 2,87%
 0,51%
 1,87%
 0,08%

7.2 precisazione su misure

Va esplicitato che gli errori sistematici sono errori inevitabili se l’esperienza viene condotta da persone ma se il
sistema di lavoro è automatizzato, l’errore sistematico può essere eliminato, ridotto o addirittura maggiorato da un
margine di errore appositamente calcolato.
La precisione della misura dei periodi è evidente anche attraverso il grafico relativo la dipendenza di T medio
quadratico e la rispettiva lunghezza considerata nell’esperienza.
Si è ottenuta infatti una retta con pendenza quasi perfetta, indice di una precisione elevata durante la rilevazione dei
periodi.
A livello statistico tuttavia i diagrammi a campana, di ciascuna lunghezza considerata per l’esperienza, danno origine a
delle gaussiane molto larghe, indice che le misure ottenute risultano essere poco precise e poco accurate.
Questo può essere spiegato principalmente dal numero ridotto di misure effettuate che non permette di avere una
stima completa dei dati e quindi non è possibile avere una rappresentazione ottimale del fenomeno.
Va anche considerando che il tempo di reazione dell’uomo, che è all’incirca di 5 secondi, e i vari errori sistematici
vanno ad influenzare ulteriormente la mancata formazione di gaussiane perfette.
È da considerare anche l’errore del cronometro, di 0,01s, che rapportato poi alla sensibilità dell’errore umano, risulta
essere 0,1s.
Dalla teoria statistica infatti più è piccolo il valore di sigma più le misure sono accurate.
Oltretutto per ottenere una gaussiana perfetta è necessario basarsi su un numero infinito di dati.
Tale situazione non si potrà mai verificare e quindi risulta impossibile conoscere con certezza il valore esatto
dell’accelerazione di gravità ma si può fare una stima molto precisa del possibile valore, per tanto non si potrà ma
ottenere una gaussiana perfetta.

7.3 ragionamenti teorici

I diversi valori di g ottenuti rispettivamente dalle misure, sono dovuti al fatto che la Terra non è una sfera perfetta
bensì un ellissoide.
La formula di Newton infatti è ottenuta approssimando la Terra ad una sfera, da cui si ricava:
mT
g=G 2
R
G= costante universale dell’accelerazione di gravità che risulta essere 6,67x 10^-11
mT= massa della Terra
R^2= raggio della Terra

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Essendo quindi la Terra un ellissoide il valore di g si discosta da quello teorico, relativo ad una sfera perfetta, in
funzione della latitudine che causa quindi una variazione del raggio nella formula considerata sopra.
Questo spiega come le g ottenute dai componenti del gruppo siano tra di loro leggermente differenti.
La forza di gravità è infatti un’interazione che viene a diminuire all’aumentare della distanza tra due corpi; è quindi
intuitivo che l’altezza a cui viene attuato l’esperimento subisce una lieve variazione (abbastanza piccola rispetto ai
6378,388 chilometri che compongono il raggio terrestre da poter essere trascurata) in base a dove ci si trova, sia
perché il pianeta Terra non è una sfera perfetta ma bensì un geoide.

Dal confronto poi di g di una precisa lunghezza del pendolo (L=2,00m) rispettivamente ottenuta attraverso 100 misure
relative ad 1 oscillazione e 15 misure relative 10 oscillazioni complete, si osserva che la g delle 15 misure è molto più
precisa (9,818) rispetto quella delle 100 misure (9,993).
Questo perché l’errore sistematico nelle 100 misure è molto più grande, visto che si propaga in un numero molto
elevato di dati; oltretutto l’errore relativo al tempo di percezione umana è molto più accentuata visto che il periodo di
oscillazione è molto breve.
Viceversa l’errore sistematico nelle 15 misure, è molto più piccolo perché il periodo di oscillazione è maggiore e quindi
l’errore viene distribuito in un tempo più grande, diminuendo l’errore complessivo.
A livello statistico invece, si ottiene una gaussiana molto più precisa e quindi molto più stretta utilizzando la 100
misure.
Questo perché a livello statistico maggiori sono i dati considerati, minori sono gli errori, tuttavia quest’analisi non
considera gli errori sistematici che rivestono un ruolo molto importante nel risultato finale.

In conclusione la g misurata attraverso un pendolo semplice è funzione della sola lunghezza e dei periodi di
oscillazione, non è invece funzione della massa.
La g risulta poi pressoché invariata, anche se è soggetta a lievi variazioni come dimostrato dall’esperienza.
Il valore esatto di g, poi, non è possibile determinarlo con precisione a causa dell’elevato numero di errori che possono
incorrere in un esperimento, è tuttavia possibile fare un’elevata approssimazione in riferimento alle leggi teoriche.

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