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MISURE DI

TEMPERATURA
(parte 1°)
INTRODUZIONE ALLA GRANDEZZA T

Concetto di "T" strettamente correlato al


concetto di calore Q (energia)

L’essere umano attraverso l’esperienza


definisce gli oggetti caldi o freddi
Ma la sensazione caldo o freddo e’ ingannevole

ES: porta di legno e maniglia hanno la stessa


"T" ma procurano una diversa sensazione

Perche’?

Cosa significa questo?

Cosa e’ effettivamente "T"?

Come la si puo’ definire?


Una semplice “DEFINIZIONE QUALITATIVA”

"T" puo’ essere considerata come il LIVELLO DI


ENERGIA TERMICA

In analogia alla tensione elettrica che e’ legata al


livello di energia potenziale elettrica

Oppure l’altezza che è legata al livello di energia


potenziale meccanica
Una tale definizione interpreta la "T" come
forza motrice dei flussi termici

Non e’ corretto, ma ci avvicina al concetto


di flussi termici, sistemi che scambiano
calore ecc.
Se due corpi A e B sono in equilibrio termico
(non si scambiano calore) e B e C sono
anch’essi in equilibrio, allora anche A e’ in
equilibrio termico con C (legge 0 della
termodinamica)

Allora i corpi A, B e C hanno la stessa T

TA = TB = TC A B

C
La misura di “TA” del corpo a si puo’ fare
portando un certo corpo (lo strumento di
misura) in eq. termico con A e valutando le
variazioni di una sua qualche proprieta’ che
vari con “T” (es. volume)

Strumento di
misura in equilibrio
termico con A A
“T“ e’ una grandezza intensiva, cioe’:
1 Kg @ TA + 1 Kg @ TA = 2 Kg @ TA

Non e’ misurabile mediante confronto con


campioni unitari della grandezza, ma
occorrono strumenti tarati rispetto a punti
fissi e con adeguata scala.
BREVI CENNI STORICI

Lo sviluppo del concetto di “T” coincide con lo


sviluppo della scienza.
• 1600 Galileo e altri: termoscopio
(termometro ad aria, privo di scala)

• 1600÷1700 Costruzione di ° termometri a


gas, uso di ° scale con punti
fissi (°C, °F, ecc.), problema del
confronto
•1800 Sviluppo della teoria
termodinamica, concetto di
temperatura termodinamica
(Kelvin)

•1900 Standardizzazione
SIT-27 SIT-68 SIT-90
COSTRUZIONE DELLE SCALE DI TEMPERATURA

DT produce  variazioni nei corpi

a) cambia lo stato fisico (solido, liquido,


gas)

b) DV

c) variano proprieta’ elettriche

d) varia irraggiamento
Le ultime tre (b, c, d) sono sfruttate per
fare termometri

La prima (a) e’ sfruttata per fare punti


fissi, cioe’ i campioni di “T” da usare per
tarature
SCALE PRATICHE E PUNTI FISSI

Usando “T” a liquido in capillari:

Fahrenheit: Tra 1708 e 1724 propose una


scala con 2 punti fissi:
H2O + ghiaccio 32°F
Corpo umano 96°F
Da qui H2O bollente 212°F
Celsius: Nel 1742 propose una scala
centigrada:
H2O + ghiaccio 0°C
H2O bollente 100°C
Presto ci si accorse che non bastano punti
fissi, ma servono metodi di interpolazione
tra essi.

Punto fisso T0

Serve scala:

Rapporto tra T1/T0


TEMPERATURA TERMODINAMICA

II° principio termodinamica


CLAUSIUS “E’ IMPOSSIBILE fare una
macchina ciclica con unico
effetto “Q” da “T” bassa a
“T” alta

KELVIN-PANK “E’ IMPOSSIBILE fare una


macchina ciclica con unico
effetto trasformare tutto “Q”
preso in lavoro “L”
Da cui teorema di Carnot:

L QOUT
h= = 1-
Q1N QIN

e per ciclo di Carnot h dipende solo da TIN e TOUT


CICLO DI CARNOT
HA: • trasformazioni
P reversibili
A
B • 2 isoterme
T1
• 2 adiabatiche
T 1 >T 2
D T2
C
V
P
A B
Per questo ciclo
Q2 Q2
T1
h = 1- = 1-
Q1 Q1 D T
C 2
V
Dove Q e’ definita come la temperatura
termodinamica

$ Q = 0 assoluto  e’ Q2 = 0 per cui h→


(massimo possibile idealmente)
Fissando un punto fisso Q0, avendo un
modo per stabilire Q2/Q1, possiamo
costruire la scala.

Come misurare Q?

Si puo’ dimostrare che Q termodinamica e’


uguale alla T del gas ideale, quindi puo’
essere misurata con termometro a gas
ideale
Per gas ideale si ha:

PV=RT

U = U(T)  dU = CV dT

I° PRINCIPIO TERMODINAMICA

dQ = dU + pdV

Quindi dQ = CvdT + pdV per gas ideale


Se il gas ideale percorre il ciclo di Carnot.

Isoterma AB:
Q1
dT=0  dQ=pdV P
A B
T1
D
C
T2
V


VB


VB
RT1 VB
(1) Q1 = pdV = dV = RT1 ln
VA V VA
VA
Isoterma CD:
P
dT=0  dQ=pdV A B
T1

D T2
C
Q2 V
VC
(2) Q2 = RT2 ln
VD
P
Adiabatica D A A B
T1
dQ=0 - CVdT= pdV
D T
C 2
RT
- CVdT= dV V
V
dV
- CVdT= R
V
A dT A dV
D
- CV
T
= D R V
1 T1 dT VA VD

R T2
CV
T
= - ln
VD
= ln
VA
(3)
Adiabatica BC dQ=0
1 T1 dT VC

R T2
C V
T
= ln
VB
= (4)

dalle (3) e (4)


VB VC
(5) ln = ln
VA VD

Q1 T1
da (1), (2) E (5): = .
Q2 T2
Ma allora T1 Q1 .
=
T2 Q2

Cioe’ la temperatura termodinamica Q coincide


con “T” misurata da termometro con gas ideale.

Esiste il gas ideale?

No, ma aria a “P” e “T” ambiente lo approssima


entro l’ 1% !
Un termometro a gas ideale usa una proprieta’
macroscopica (“P” o “V”) per definire SCALE ed
UNITA’ corrispondenti alla teoria termodinamica:

P V=R T

se V=cost.  P  T è la relazione lineare usata

Nel S.I. la unità di misura della T termodinamica (o


assoluta) è il Kelvin K

La scala Celsius t [°C] = T[K] - 273.15


GLI STANDARD

I termometri a gas, che definiscono la t


termodinamica, sono di difficile uso e poco
ripetibili.

Quindi nelle scale pratiche si sono usati come


“campioni standard” altri strumenti
{
Insieme di punti fissi
Scale pratiche:
Insieme di strum. camp.
con leggi di interpolazione

Attualmente e’ in vigore la SIT-90


LA SIT-90 - Punti Fissi

Punto fisso T [°C]


Punto triplo O2 -218.7916
“ “ Hg -38.8344
“ “ H20 (SIT-68) 0.01
Ebollizione H2O 100
Fusione Zn 419.527
“ Ag 961.78
“ Au 1064.18
LA SIT-90 - Strumenti Campione

Term. a
Gas
Pirometro
Termoresistenza Pt ottico

3K 13.8K 25K 962°C


CARATTERISTICHE DINAMICHE
ES: Termometro a dilatazione di liquido
Ti(t) temperatura del
fluido variabile nel tempo

Principio fisico:
espans. termica del liquido
x0
(1) X0= KEX Ttf Vb / AC x0 = 0

dove: Ttf
AC = sezione capillare
Vb = volume bulbo Ti(t)
KEX = coeff. espans.
Equilibrio termico:
h Ab [Ti(t) - Ttf(t)] dt = r Vb c dTtf
con h=coeff. scambio term. convettivo
r=densità fluido
c=calore specifico fluido
da cui dT
(2) Vbr c tf +hAbTtf = hAbTi
dt
rcAC dX 0 hAb AC
Dalle eq. (1) e (2) + X 0 = hAb Ti
KEX dt KEX Vb
Tipico sistema del I° ordine
Ti k X0
t dX0/dt + X0 = K Ti tD+1
con t = rcVb / ( h Ab)
cost. di tempo K = KEXVb/AC sensib.statica
Termometro veloce se:
t  rc  X0
Vb 
h
Ab
t
I TERMOMETRI AD ESPANSIONE
•TERMOMETRI A LIQUIDO

capillare pieno di liquido

Liquidi tipici: Hg, Alcool

STRUTTURA TIPICA
LINEA CAMERA
BULBO D’IMMERSIONE D’ESPANSIONE

SCALA
Il termometro può operare in diverse condizioni di
immersione: P

Parziale P T
Totale T C
Completa C

Se usato in condizioni diverse


dalla calibrazione serve correzione

DT=k L (Tb-Taria)

L=lungh. in [°C] della colonna liquida non immersa

k=coeff.esp.differenziale liquido term./vetro


• TERMOMETRI BIMETALLICI

due metalli con coeff. d’espansione diverso


sono uniti tra di loro alla temp. T0
METALLO 1 KEX1

METALLO 2 KEX2
l0
se T > T0
t
r=
{ [
t 3(1+m) + (1+mn) m2 + 1(mn)
2
]}
( 0 ) ( EX1 EX2 )(
T - T 6 K - K 1+m )2

r
dove n=E2 / E1 ed m=t2 / t1
Quindi sono trasduttori T → X

Sono impiegati in molte forme diverse come


termometri analogici

T1

T2 > T1

T2 < T1
Es. completo di quadrante analogico:
Trasduttori di temperatura binari (ON / OFF)

Impiego tipico - controllo On / OFF di T

- disgiuntori termici
(passa I  RI2  T )
TERMOMETRI A GAS
(bulbo + capillare + trasduttore di P) riempiti di gas

V @ cost PV=RT  PT

Solo a P  i gas reali approssimano il gas ideale


e lo strumento è lineare
Adatti a trasmettere l’informazione a grande
distanza (@ 100 m) grazie al capillare

Sensibile a DT nel capillare  compensazione


con 2° capillare
TERMOMETRI A
VAPORE SATURO
( bulbo + trasduttore di P )
riempiti di liquido in
equilibrio col suo vapore
saturo
P di un vapore saturo
dipende solo dalla T; P= f(T) Vapore in eq.
il liquido non volatile serve Fluido volatile
solo a trasmettere P
è insensibile a DT nel
capillare

Fluido non volatile


MISURE DI
TEMPERATURA
(parte 2°)
ARGOMENTI DELLA LEZIONE

- Effetti termoelettrici

- Le termocoppie

- Circuiti di misura

- Il giunto della termocoppia


Le termocoppie:

- Sono sensori di temperatura molto semplici

- Trasducono T → f.e.m. direttamente mediante


effetto termoelettrico

- Operano da Tmin  criogeniche fino a TMAX

- Pertanto sono diffusissime


EFFETTI TERMOELETTRICI

a) EFFETTO SEEBECK: in un circuito costituito


da 2 materiali diversi A e B, se i giunti sono a
temp. T1  T2  ( f.e.m. e I)  DT= (T1 - T2 )

A
T1 T2
B B
A

T1 T2
B B
I
A
T1 T2
B B
A

T1 T2
B B
I

L’ effetto Seebeck può essere sfruttato per


misurare la T1 di un giunto se è nota la T2
dell’altro giunto ( f.e.m. e I)  DT= (T1 - T2 )
b) EFFETTO PELTIER: se in un circuito formato
da due materiali diversi A e B viene fatta passare
corrente elettrica I  un giunto si scalda mentre
l’altro si raffredda; ai giunti si ha assorbimento e
cessione di calore
A

T1 T2
B B
I
A

T1 T2
B B
I
Questo effetto modifica la T dei giunti: T1 caldo
cresce e T2 freddo cala

Quindi può generare errori di misura

Se I   DT di ogni giunto  ; in genere non è


un problema importante

Effetto Peltier è utilizzato per il raffreddamento di


sistemi elettronici
c) EFFETTO THOMSON: in un conduttore con
estremità a temperature diverse T1 e T2 si genera
una differenza di potenziale che genera I
concorde col flusso Q12. Q12 → I

E’ un effetto reversibile I → Q12

Q12 T1 > T2
A
T1 I T2

Anche questo effetto può generare errori di misura,


ma di un ordine di grandezza trascurabile

Anche questo effetto cala molto se I 


Pertanto per misurare la temperatura con un
circuito a termocoppia, sfruttando l’effetto
Seebeck, è necessario misurare la f.e.m.
mantenendo la corrente I  molto bassa

In genere si usano: - metodi potenziometrici


- voltmetri ad elevata
impedenza ( > 200 MW)
LEGGI DELLE TERMOCOPPIE

1) Variazioni di T sui fili A e B non influenzano la


f.e.m. di una termocoppia se i giunti rimangono a
T1 e T2 e se i conduttori A e B sono di due
materiali perfettamente omogenei

T4 T5 T8
T3
A A
T1 T2 T1 T2
T7 T9
B T6 B
f.e.m.  (T1-T2) f.e.m.  (T1-T2)
2) La introduzione di un terzo metallo C in una
termocoppia A e B non modifica la f.e.m. a patto
che le nove giunzioni siano isoterme (T3 =T3) e T1
e T2 siano rimaste invariate
T4 C
A
A A
T3 T3
T1 B T2 T1 T2
B
f.e.m.  (T1-T2) f.e.m.  (T1-T2)

Questa proprietà dei circuiti a termocoppia è utile


per inserire uno strumento di misura nel cicuito
3) Se in un circuito di termocoppia si apre un
giunto che si trova alla T1 e si inserisce un terzo
metallo C, tenendo le due nuove giunzioni alla
T1, la f.e.m. generata non cambia

A T1 A
C
T1 B T2 B T2
T1
f.e.m.  (T1-T2) f.e.m.  (T1-T2)
Questa proprietà è utilizzabile per:
- inserzione di strumento di misura
- realizzazione di termocoppia con fili A e B saldati
direttamente al metallo C di cui si deve misurare T1
4) Se la termocoppia A e C con giunti a T1 e T2
genera f.e.m. EAC e la termocoppia C e B con
giunti a T1 e T2 genera f.e.m. ECB, allora la
termocoppia A e B con giunti a T1 e T2 genera
f.e.m. EAB = EAC + ECB

A C
T1 T2 T1 T2
C + - C B + - B
Eac Ecb
A
T1 B + - B T2
Eac+Ecb
Questa proprietà delle termocoppie calcolare il
potere termoelettrico di qualsiasi termocoppia
A e B se è noto il potere termoelettrico di ogni
materiale con riferimento ad un unico materiale
C ( il Platino Pt )

$ tabelle e grafici dei poteri termoelettrici riferiti


al Pt a 0°C
5) Se una termocoppia A e B fornisce f.e.m. E12
con giunti a T1 e T2 ed E23 con giunti a T2 e T3
allora essa genera E13 = E12 + E23 se i giunti sono
a T1 e T3
A A
T1 T2 T2 T3
B + - B B + - B
E1 A E2

T1 + - T3
B B
E1+E2

$ tabelle e grafici dei poteri termoelettrici riferiti


delle diverse termocoppie riferiti a 0°C
Questa proprietà è utilizzata per riferire le misure
di una qualsisi temperatura T3 a 0°C ( quindi
avere f.e.m.  T[°C] ) senza necessariamente
tenere il giunto di riferimento a 0°C

Infatti: a) se T2 = 0°C
A E30  (T3-T2) = T3 [°C]

T3 B T2 b) se T2  0°C, ma nota,
f.e.m.  (T3-T2) si può usare tabella per
trovare E20 e misurare E32
per determinare E30 = E20 + E32 e quindi T3 in [°C]
I materiali per termocoppie sono attualmente
standardizzati ( norme IEC)

TIPO MATERIALI A e B
S (Pt - Rodio 10%) / Pt
R (Pt - Rodio 13%) / Pt
E (Ni - Cromo 10%) / (Cu - Ni)
J Fe / (Cu - Ni) [ ferro / costantana]
K (Ni - Cr 10%) / (Ni - Al 6%) [cromel / allumel]
T Cu / (Cu - Ni) [ rame /costantana]
N (Ni - Cr - Si) / (Ni - Si)
W3 (Tung.-Renio 3%) / (Tung. - Renio 25%)
Poteri termoelettrici di ciascun elemento di
termocoppia (positivo o negativo) riferiti al Pt
+40
f.e.m. [mV] KP
+30
+20
+10 JP

0 TP Giunto di riferimento Pt
KN
-10
-20
JN TN
-30
-40
-200 0 200 400 600 800 1000 T [°C]
Le f.e.m. generate: curve con giunto a 0°C

f.e.m. [mV]
80 E

60 J K
N
40
T
20 R
S

0 T [°C]
0 500 1000 1500 2000
Impiego di termocoppia (es. J) per misurare T2
f.e.m. [mV]
80 A
T1 B B
T2

60
J

40
E
misurata 20

0
0 500 1000 1500 2000 T [°C]
T1 Nota T2
Diversi tipi di TC -  sensibilità [ mV / °C ]

-  linearità

-  campo di misura

-  incertezza

Sono normallizzate (ad es. in Italia UNI - 7938)


Le f.e.m. generate sono sempre poche decine di
mV e non sono perfettamente lineari
f.e.m. [mV]
80 E

60 J K
N
40
T
20 R
S

0 T [°C]
0 500 1000 1500 2000
Tipico campo di misura:

Pt / PtRodio (R, S) 0  1450 °C (alte T, amb.


ossidanti)
Cromel / Allumel (K) -200  1250 °C
Cu / Costantana (T) -200 350 °C
Ferro / Costant. (J) 0 750 °C (la + usata in
industria)
Incertezza tipica di fili standard non tarati uno per
uno:

Pt / PtRodio (R ed S) ± 0.25% lettura


Cu / Costantana (T) ± 0.50% “
Cromel / Allumel (K) ± 0.75% “
Ferro /Costantana (J) ± 1.00% “
CIRCUITI DI MISURA

a) Circuito con giunto di riferimento in bagno di


H2O e GHIACCIO ( 0°C )
A
B

Mercurio
Il bagno di H2O e ghiaccio è un riferimento molto
preciso e stabile ± 0.1 °C

Adatto ad uso in laboratorio

Poco adatto ad impieghi industriali


b) Circuiti con compensazione elettronica della
T2 di riferimento
Un circuito di compensazione misura T2 di
riferimento con trasduttore, genera E02 sulla
base delle tabelle, quindi dalla E0X  TX in [°C]
CIRCUITO DI
COMPENSAZIONE

T2 VOLTMETRO
A
TX E02
EX2 EX0=EX2+E02
B
T2
A
TX

Il trasduttore che misura T2 di riferimento


(termistore) deve essere su una basetta isoterma

Simili circuiti sono i più usati nei:


- termometri digitali
- sistemi acquisizione dati
c) TERMOPILA: circuito di N termocoppie in serie
con giunti a T1 e T2  aumenta la sensibilità
T2
T1
T2 VOLTMETRO

T1
T2

T1 T2

Usata anche per: - generazione f.e.m.


- misure di flussi termici
d) TERMOCOPPIE IN PARALLELO: misurano T
media tra le giunzioni di misura

TREF
TX1

TX2

TREF VOLTMETRO
TX3 E  (TX1+TX2+TX3) / 3

Utili ad esempio per controllo T media di ambienti


IL GIUNTO DI UNA TERMOCOPPIA

$ molti tipi di giunti differenti - già preparati


- da realizzare
Caratteristiche statiche e dinamiche delle
termocoppie dipendono da - giunto
- installazione
Misure di T di fluidi isolanti
di fluidi conduttori
di superfici isolanti o
conduttrici
di interno di solidi

Giunti diversi con o senza guaine, involucri e


supporti
$ molti tipi di giunti differenti - già preparati
- da realizzare
Caratteristiche statiche e dinamiche delle
termocoppie dipendono da - giunto
- installazione
" resistenza termica tra giunto e corpo o fluido
(guaine, supporti, isolanti elettrici ecc.) causa DT
quindi errore di misura

T < TX
T < TX

Q
TX
TX
Se le dimensioni del giunto D  allora la
costante di tempo del sistema t quindi le
termocoppie veloci devono avere giunto piccolo

a A ( TX - Tgiunto) = M C dTgiunto / dt

serve ( A / M )  ( D2 / D3) = 1/D  D 

t t
La t è però limitata sopratutto da eventuali
guaine e supporti
Alcune tipiche forme di giunto

Fili intrecciati Saldatura di testa Brasatura


In genere i fili delle termocoppie sono entro guaine
isolanti e protettive

Spesso la termocoppia è
inserita in un supporto
metallico che la isola e le
conferisce robustezza
meccanica
Le termocoppie
Testa di connessione cavi
utilizzate per
misurazioni di T di
fluidi in condotti
vengono installate in
“pozzetti” porta- Filettatura
sonda per ragioni di
robustezza, tenuta,
manutenzione
Pozzetto
MISURE DI
TEMPERATURA
(parte 3°)
ARGOMENTI DELLA LEZIONE

- Le termoresistenze: principio di
funzionamento

- Circuiti di misura

- I termistori

- Problemi di misura della temperatura


mediante sensori
LE TERMORESISTENZE
LE TERMORESISTENZE -
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
La resistenza elettrica R dei conduttori metallici
è f(T)  questo fatto può essere utilizzato per
realizzare termometri elettrici a resistenza

Trasducono T → DR

Per la maggior parte dei metalli R se T

Vale R(T) = R0 ( 1 + aT + bT2 + ..........)


8
Nickel
R 7
R0 6
5 Rame
4
3
Platino
2
1
-200 0 200 400 600 800 1000
Temperatura °C
Il Pt ha una discreta linearità:
8 Ni
±0.5% tra -200°C  150°C R 7
R0 6 Cu
5
In questo campo 4
3
Pt
T °C
R(T) @ R0 ( 1 + aT ) 2
-200 1 0 200 400 600 800 1000

a può essere stimato in un intervallo 0  100°C


a @ ( R100 - R0 ) / ( R0 100 )
Pt per usi industriali ha a = 0.00385 (°C)-1
La termoresistenza converte DT → DR

L
Un conduttore cilindrico ha:
R=r
r = resistività A
L = lunghezza
A = sezione
Occorre evitare al conduttore qualsiasi
sollecitazione meccanica. Essa produrrebbe
deformazione e → DRe → errore DTe
Aspetti fondamentali:a) montaggio e assemblaggio
b) no tensioni residue
IL SENSORE

$ termoresistenze: - a filo metallico


- a film metallico

$ termoresistenze con forme diverse


Filo avvolto o annegato in supporti di vetro o
ceramica
Filo avvolto o annegato in supporti di vetro o
ceramica

Capsule protettive in metallo o vetro o ceramica


Versioni per misure di T superficiale
Caratteristiche ideali del materiale per
termoresistenze:
coeff. di temperatura a  sensibilità
alto punto di fusione  campo di misura
linearità
stabilità nel tempo (no corrosione)

Il Pt è il più usato

Acronimi: T.R.P. (Termometro a Resistenza di Pt)


Pt-100 cioè TRP con R0=100W
R.T.D. (Resistance Temp. Detector)
Caratteristiche di materiali per termoresistenze
Coefficiente di
Punto di Temperatura a 0°C
Materiale
fusione [W/(W°C)]
Platino 1773 0,00392
Nickel 1455 0,0065
Rame 1083 0,00425

Platino
Nickel
Rame

-300 -200 -100 0 100 200 300 400 500 °C


CIRCUITI DI MISURA

Struttura di un termometro a resistenza:


sensore
fili di connessione
circuito di misura

Circuiti di misura tipici:


Ponti di Wheatstone sbilanciati o bilanciati
2 o 3 fili

Metodi volt-amperometrici 4 fili


1) Circuito a 2 fili

R1 R2

R4
RX

Nel collegamento a 2 fili di solito si bilancia il ponte


con R4 e si determina RX del sensore, da cui TX

E’ una misura di zero: un galvanometro rileva lo 0


1) Circuito a 2 fili

R1 R2
R1 R2

R4
R4 RX
RX

Per ridurre incertezza legata alla resistenza di


contatto il reostato si mette in posizione
simmetrica (sui rami adiacenti)

E’ un circuito più preciso


Problemi:
a) RX = RRTD + RFILI quindi errore;
occorre RFILI « RRTD se fili lunghi è un problema

R1 R2

R4
RX = RRTD + RFILI

b) Il ponte a 2 fili è sensibile a " DTFILI quindi


errori
2) Circuito a 3 fili

R1 R2

RX
R4

Bilancia automaticamente " variazione di RFILI


(sono su rami adiacenti del ponte)
3) Circuito a 4 fili

R1 R2 RFILI

R4 RX
RFILI

Soluzione poco usata con ponti


" circuito a ponte sbilanciato non ha uscita EOUT
lineare rispetto a DRRTD, quindi sebbene
DRRTDDT la uscita del ponte EOUT non lo è

Non è linearizzabile poichè DRRTD sono grandi

Soluzione: R1 = R2 = 10 RX

R1 R2

RX
R4
se R1 = R2 = 10 RX ed R4 @ RX = R
e DT  R → (R+DRT)
 R1 R2  10 R 10 R 
E OUT = - E ex =  - E ex =
 R1 + R 4 R2 + RX  11R 11R + DR T 
2
110R + 10 DR T R - 110R2 10DR T
= E ex @ E ex
11R (11R + DR T ) 11R
se DRT « 11 R è quasi lineare;
R1 R2

RX = R
R4
10DR T
E OUT @ E ex
11R

Se si bilancia il ponte a metà del range di DT e


con Pt-100 si arriva a linearità ±0.1% in un campo
di misura di -100  200°C

R1 R2

RX
R4
4) Circuito a 4 fili volt-amperometrico

RRTD Voltmetro I = cost

Impiega una sorgente stabilizzata di I=cost e


legge direttamente sul voltmetro EOUT=RRTD I

Uscita EOUT è lineare con RRTD


TIPICI PROBLEMI DI MISURA CON RTD
1) Errori dovuti al riscaldamento del sensore

Q = R I2  T  errore di misura

Serve pertanto I  (1 20 mA tipico, DC o AC)


Una soluzione è l’alimentazione ad impulsi; il filo
ha transitorio termico lento, quindi la lettura non
risente del riscaldamento elettrico, però è
discontinua
Eex

t
2) Alta costante di tempo t

Infatti la massa del sensore col suo involucro è


grande ( le RTD più veloci hanno t @ 0.1 s)

3) Sensibilità alle sollecitazioni meccaniche e


vibrazioni

Infatti e → DRe → DTe apparente


I TERMISTORI
Sono termometri a semiconduttore

Sono realizzati con ossidi metallici sinterizzati


(Mn, Ni, Co, Si ecc.)

Hanno R = f ( T )
R  se T con alta sensibilità
IL SENSORE

Vantaggi
sinterizzazione:

" forma

" dimensione

molto piccoli t 
1000
Fortemente non lineari
100
1 1 R / R25°C
b - 
 T T0 10
R = R 0e
Hanno spesso R alta 1

Hanno R = f ( T ) 0.1
R  se T con alta sensibilità 0.001

Usati per misure non precise


0.0001

-50 0 50 150 °C
Campo di misura tipico -200  1000 °C con
diversi termistori

La R si può misurare con ponti di Wheatsone a 2


fili (bilanciati o sbilanciati)

Termistore
Esistono diversi circuiti linearizzatori

Elevata sensibilità dei termistori  strumenti


indicatori molto semplici che lavorano su campi di
misura piccoli (DT   @ lineare)

Termistore Galvanometro
ALCUNI PROBLEMI
DI MISURA DI
TEMPERATURA
MEDIANTE SENSORI
Sensore misura la propria TM

TO oggetto della misura

Spesso TM ° TO  Errori di misura


1) Errori dovuti alla conduzione di calore Q

La sonda conduce calore da / verso il corpo

Ad es. sonda (o pozzetto) in fluido caldo = aletta


Sonda
TPAR < TF

TF
TF
TM
TM → TF L TSONDA
Soluzioni: - isolamento termico
- L di immersione grande

Esempio di sonda
totalmente
immersa
Sensore
Altro esempio di
sonda totalmente
immersa

Sonda
Altro esempio di
installazioni di
sonde totalmente
immerse

Fig. 8-56a-b Doeb.


2) Errori dovuti all’irraggiamento

Una sonda scambia calore Q per irraggiamento


con l’esterno  DT

Q  ( T4SONDA - T4EST )
L’errore di misura può essere grande

Soluzione: schermi contro l’irraggiamento


TPAR Sonda TPAR

Calore irraggiato Schermo


dal tubo caldo
Lo schermo tende ad avere la stessa T del fluido
TPAR Sonda TPAR

Calore irraggiato Schermo


dal tubo caldo

Se necessario più
schermi
concentrici
3) Errori dovuti alla velocità del fluido

La sonda genera un punto di ristagno nel flusso

Al punto di ristagno la TTOT > TSTAT; se la velocità


V del fluido è alta tale errore non è trascurabile

V
 k - 1 2
TTOT = TSTAT  1+ M  Sonda
 k 
con k = CP / CV M = V / VSUONO (N. di Mach)

in aria k=1.4  se M=0.2  errore @ 1%


In realtà ad un punto di ristagno la conversione
di energia cinetica in termica non è perfetta
quindi la TTOT.IND < TTOT

Per misure di T in fluidi ad alta velocità si


determina un fattore di conversione r mediante
calibrazione

r = (TTOT.IND - TSTAT) /(TTOT - TSTAT) r<1

Quindi si può correggere la lettura e determinare


TSTAT = TTOT.IND / [ 1+ r (k-1) M2 / 2 ]

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