Esame di Fisica I
Guida alla risoluzione dei Problemi e tipici errori da Evitare
1 Dati iniziali
Prima di iniziare a risolvere il problema, è utile esprimere tutti i dati iniziali in
unità di misura omogenee. Si consiglia di usare il Sistema Internazionale (S.I.)
• ESEMPIO 1:
Un’auto viaggia alla velocità costante v = 55 Km/h. Determinare quanto tempo
impiega a percorrere una distanza di 100 m.
SOLUZIONE CORRETTA:
Uniformiamo anzitutto i dati iniziali esprimendoli tutti in m e s:
Dati iniziali:
i) v = 55 Km
h = 55 ·
1000 m
3600 s = 15.28 m/s
ii) ∆x = 100 m
(1)
e poi applichiamo la formula per il moto uniforme
∆x 100 m
t= = = 6.5 s (2)
v 15.28 ms
ERRORE TIPICO:
Applichiamo la formula per il moto uniforme (senza sostituire né convertire le unità
di misura)
∆x 100
t= = = 1.8 s SBAGLIATO (3)
v 55
che è sbagliato sia numericamente [perché è diverso di un fattore 3 dal risultato cor-
retto] sia dimensionalmente [perché in (3) compare un’uguaglianza tra un numero
puro ed una quantità dimensionata, ossia un’uguaglianza priva di senso].
• ESEMPIO 2:
Una mole di gas ideale biatomico occupa un volume VA = 10 litri, ed è tenuto alla
pressione di pA = 1 bar. Calcolare la temperatura del gas.
SOLUZIONE CORRETTA:
Uniformiamo anzitutto i dati iniziali esprimendoli tutti in m3 e Pa:
Dati iniziali:
i) VA = 10 l = 10 · 10−3 m3 = 10−2 m3
ii) pA = 1 bar = 105 Pa
(4)
Dato che conosciamo pressione e volume nei tre stati, la temperatura viene determi-
nata attraverso l’equazione di stato
pA VA
TA = =
nR
1 · 105 mN2 10−2 m3
= =
1 mol · 8.314 molJ K
103 N m
= K=
8.314 J
[uso J = N m]
= 120.3 K (5)
ERRORE TIPICO:
Dato che conosciamo pressione e volume nei tre stati, la temperatura viene deter-
minata attraverso l’equazione di stato (senza sostituire né convertire le unità di
misura)
pA VA
TA = =
nR
1 · 10
= = SBAGLIATO
1 · 8.314
= 1.203 K (6)
Il fatto di non aver né sostituito né uniformato le unità di misura ha comportato:
i) di ottenere un risultato sulla temperatura sbagliato di 2 ordini di grandezza (e
già alle temperature dell’ordine del Kelvin un gas non segue nemmeno le leggi della
fisica classica, ma quelle della fisica quantistica); ii) di aver scritto un’uguaglianza
priva di significato tra un numero puro [seconda riga della (6)] ed una temperatura
[prima e terza riga della (6)]
• ESEMPIO 1:
Una mole di gas ideale biatomico occupa un volume VA = 10−2 m3 , ed è tenuto alla
pressione di pA = 1 bar. Calcolare la temperatura del gas.
SOLUZIONE CORRETTA:
Uniformiamo anzitutto i dati iniziali esprimendoli tutti in m3 e Pa:
Dati iniziali:
i) VA = 10 l = 10 · 10−3 m3 = 10−2 m3
ii) pA = 1 bar = 105 Pa
(7)
Dato che conosciamo pressione e volume nei tre stati, la temperatura viene determi-
nata attraverso l’equazione di stato
pA VA
TA = =
nR
[sostituisco valori numerici e unità di misura]
1 · 105 mN2 10−2 m3
= =
1 mol · 8.314 molJ K
[separo numeri dalle unità di misura]
103 N m
= K=
8.314 J
[eseguo i calcoli numerici e semplifico le unità di misura, usando J = N m]
N/m /
= 120.3 K=
/J
= 120.3 K
[controllo che il risultato ottenuto abbia la corretta unità di misura:
ho ottenuto K per una temperatura, quindi OK] (8)
• ESEMPIO 2:
Un cilindro con pistone contiene 3 moli di un gas ideale biatomico. Inizialmente
il gas si trova in equilibrio termico con un serbatoio d’acqua alla temperatura di
T = 373.2 K (temp. di ebollizione dell’acqua). Si compie ora sul gas un ciclo ter-
modinamico composto di tre parti:
iii) infine il gas, messo nuovamente a contatto con l’acqua, si riporta gradual-
mente alla temperatura iniziale attraverso una trasformazione irreversibile a volume
costante.
Calcolare il lavoro compiuto dal gas in ciascuna delle tre parti del ciclo.
SOLUZIONE CORRETTA:
Scriviamo anzitutto i
Dati iniziali:
n = 3 mol (numero di moli)
TA = 373.2 K
VA
(9)
VB = VA /3
VC = VA
C 7
γ = Cvp = 5 (dato che si tratta di un gas biatomico)
• ESEMPIO 1:
Supponiamo di dover calcolare Fx = mg sin θ per un punto materiale di massa
m = 5 Kg che si muove lungo un piano inclinato di un angolo θ = π/6.
ERRORE TIPICO
Fx = mg sin θ = (18)
1
= 5 · 9.81 · = |24.5
{z N} SBAGLIATO
| {z 2} forza
numero puro
FORMA CORRETTA
Fx = mg sin θ = (19)
m 1
= 5 Kg · 9.81 2 · =
s 2
m
= 24.5 Kg 2 =
s
= 24.5 N (20)
• ESEMPIO 2:
Un corpo viene lasciato cadere da un’altezza H dal suolo ed impiega 2 s a raggiun-
gere il suolo. Trascurando l’effetto dell’attrito dell’aria, calcolare l’altezza H.
SOLUZIONE ERRATA 1:
Applicando la formula per il moto di un corpo in caduta libera
1 2
H = gt =
2
= 0.5 · 9.81 · 22 qui manca l’unità di misura !!
= 19.6 qui manca l’unità di misura !!
SBAGLIATO (21)
SOLUZIONE ERRATA 2:
1 2
H = gt =
2
= 0.5 · 9.81 · 22 = qui manca l’unità di misura → SBAGLIATO
= 19.6 m (22)
SOLUZIONE ERRATA 3:
1 2
H = gt =
2
m
= 0.5 · 9.81 2 · (2 s)2 =
s
= 39.24 m errore di calcolo alla fine, ma la scrittura ha senso
→ SBAGLIATO, MA MENO GRAVE (23)
FORMA CORRETTA:
Applicando la formula per il moto di un corpo in caduta libera
1 2
H = gt =
2
m
= 0.5 · 9.81 2 · (2 s)2 =
s
= 19.6 m (24)
• ESEMPIO 3:
Una ruota di raggio R = 10 cm e di massa M = 2 Kg può rotolare senza strisciare
lungo un piano inclinato di un angolo θ2 = π/5, ed è collegato tramite un filo in-
estensibile ad un blocco di massa m = 3 Kg, che a sua volta può scivolare su un
piano inclinato di un angolo θ1 = π/3 e privo di attrito. come mostrato in Fig.1.
Calcolare l’accelerazione del sistema.
Supponiamo che dopo una serie di calcoli si sia ottenuto il seguente risultato espresso
in forma simbolica
M sin θ2 − sin θ1
a=g SBAGLIATO (25)
m + 2M
Un controllo dimensionale permette rapidamente di vedere che questo risultato è
dimensionalmente sbagliato, e dunque privo di significato. Infatti al numeratore
della frazione compare la somma di una massa e di un numero puro, che non ha
senso.
M
m
θ1 θ2
Figure 1: Una ruota ed un blocco scorrono su due piani inclinati e sono collegati da un
filo inestensibile.
M
a=G (26)
r2
~ =R×F
M ~ =R
M ~ × F~
−→ −→
W = F~ ∆s W = F~ · ∆s
W = F~ · d~s F~ · d~s
R
W =
∆U = ncV dT ∆U = ncV ∆T
oppure
M
a=G . (27)
r
Sapendo che la costante di gravitazione universale (che solitamente viene data nel testo)
vale
m3
G = 6.67 · 10−11 (28)
Kg s2
la semplice analisi dimensionale permette di dedurre quale sia la formula corretta. Infatti
nel primo caso otteniamo
[M ] m3 Kg m
[a] = [G] 2
= = 2 CORRETTO (29)
[r] Kg s2 (m)2 s
Dato che un’accelerazione deve avere la dimensione di m/s2 , si deduce che la prima formula
(26) è quella corretta, e la seconda (27) è quella errata.
Dato che conosciamo pressione e volume nei tre stati, la temperatura viene determinata
attraverso l’equazione di stato
pA VA
TA = =
nR
1 bar · 10−2 m3
= =
1mol · 8.314 molJ K
[fingo ora di eseguire a mente le semplificazioni sulle unità di misura, in base al
principio ‘certamente tutto si semplificherà come deve’ o peggio ‘so bene cosa
sto facendo, non sono nato ieri’ ]
= 1.20 · 10−3 K (31)
[ho ottenuto una temperatura dell’ordine del mK, che è decisamente molto
bassa rispetto ai valori tipici che ottengo negli esercizi che ho fatto. Mi viene
il dubbio di aver sbagliato qualcosa. Ricontrollo allora i passaggi, e mi accorgo
di non aver sostituito 1 bar = 105 Pa, sbagliando dunque di 5 ordini di grandezza]
Il fatto di non aver né sostituito né uniformato le unità di misura ha comportato: i) di
ottenere un risultato sulla temperatura sbagliato di 5 ordini di grandezza (e alle temper-
ature dell’ordine del Kelvin un gas non segue nemmeno le leggi della fisica classica, ma
quelle della fisica quantistica); ii) di aver scritto un’uguaglianza priva di significato tra un
numero puro [seconda riga della (31)] ed una temperatura [prima e terza riga della (31)]
• ERRORE TIPICO:
Un errore assai frequente è quello di scomporre la forza peso P~ = m~g come mostrato
in Fig.2. Tale scomposizione è sbagliata, in quanto la scrittura m~g sin θ non indica
un vettore diretto lungo il piano, ma un vettore che ha la stessa direzione di ~g (cioè
è diretto verso il basso) e che ha modulo |mg sin θ|. Analogamente m~g cos θ ha la
stessa direzione di ~g (cioè è diretto verso il basso) e modulo |mg cos θ|.
• FORMA CORRETTA:
Occorre definire innanzitutto dei versori ~ux e ~uy che denotano le direzioni longitu-
dinale e perpendicolare al piano, rispettivamente. Scomporre la forza peso significa
scrivere il vettore P~ = m~g come somma (vettoriale!) dei due vettori componenti P~x
e P~y : (
P~x = Px ~ux
P~ = P~x + P~y dove (32)
P~y = Py ~uy
SBAGLIATO
m
m�g sin θ
m�g cos θ
θ
P� = m�g
Figure 2: La scomposizione mostrata in figura è sbagliata, in quanto la scrittura m~g sin θ non
indica un vettore diretto lungo il piano, ma un vettore che ha la stessa direzione di ~g (cioè è diretto
verso il basso) e ha modulo |mg sin θ|. Analogamente m~g cos θ ha la stessa direzione di ~g (cioè è
diretto verso il basso) e ha modulo |mg cos θ|
Come si vede P~x ha la stessa direzione del versore ~ux , e P~y ha la stessa direzione
del versore ~uy . Ricordiamo che le quantità (scalari!) Px e Py vengono chiamate le
componenti del vettore P~ lungo le direzioni identificate dai versori ~ux e ~uy , e possono
essere positive o negative. Se ad esempio Px > 0, il vettore componente P~x ha lo
stesso verso di ~ux , mentre se Px < 0 il vettore componente P~x ha la stessa direzione
ma verso opposto al versore ~ux . Analogamente dicasi per Py .
Siccome la scelta dai versori ~ux e ~uy non è univoca, il medesimo vettore P~ = m~g
può scomporsi in modi diversi, a seconda della scelta che si adotta per i versori ~ux
e ~uy . In Fig.3 sono indicate quattro possibili scelte, del tutto legittime, dei versori.
scelta (a) P~ = m~g = −mg sin θ ~ux − mg cos θ ~uy Px = −mg sin θ Py = −mg cos θ
scelta (b) P~ = m~g = −mg sin θ ~ux + mg cos θ ~uy Px = −mg sin θ Py = +mg cos θ
scelta (c) P~ = m~g = +mg sin θ ~ux + mg cos θ ~uy Px = +mg sin θ Py = +mg cos θ
scelta (d) P~ = m~g = +mg sin θ ~ux − mg cos θ ~uy Px = +mg sin θ Py = −mg cos θ
Figure 3: Possibili scelte (tutte legittime) dei versori ~ux e ~uy determinano scomposizioni diverse
(e dunque componenti Px e Py diverse) dello stesso vettore P~ = m~g
in quanto mg sin θ ~ux e m~g sin θ sono vettori che, pur avendo modulo uguale, hanno
direzioni completamente diverse. Lo stesso vale per −mg sin θ ~ux e m~g sin θ. Pertanto
confondere questi due vettori è un errore grave che mostra lacune su elementi basilari
come la definizione stessa di vettore.
(b)
(a) f�
R
R f�
• ERRORI TIPICI:
Un tipico errore è quello di scrivere il momento della forza in questo modo
1. M ~ =− →
fR SBAGLIATO (scrittura priva di significato)
−→
in quanto il simbolo f R non ha alcun significato. Il prodotto vettoriale non è
un prodotto con sopra una freccia piú lunga.
3. M~ = R f~ SBAGLIATO
in quanto questa scrittura denoterebbe un vettore M ~ che ha la stessa direzione
~
del vettore f , mentre il prodotto vettoriale è un vettore che ha direzione ortog-
onale a quella dei due vettori fattori.
• FORMA CORRETTA:
Il momento e definito come
~ × f~
~ =R
M
~ è un vettore con:
Pertanto, facendo riferimento alla figura 4, abbiamo che M
8 Attrito Statico/Dinamico
Consideriamo un corpo che si muove lungo un piano scabro, inclinato di un angolo θ
rispetto all’orizzontale (il caso del piano orizzontale corrisponde a θ = 0). Siano µs il co-
efficiente di attrito statico e µd il coefficiente di attrito dinamico. Due esempio importanti
sono i seguenti:
• un blocco di massa m (modellizzabile con un punto materiale) che striscia lungo il
piano
• un corpo rigido (ad esempio un disco o un anello) che rotola senza strisciare (sale o
scende) lungo il piano.
come mostrato in Fig.5. Ci chiediamo qual è la forza di attrito Fatt che agisce su tali corpi.
(a) (b)
R
• ERRORI TIPICI:
Un tipico errore riguarda il caso del corpo rigido che si muove di moto di puro
rotolamento, e consiste nello scrivere la forza di attrito che agisce su di esso come
Entrambe queste forme sono sbagliate. Occorre ricordare infatti che un disco che ro-
tola lungo un piano ha un unico punto di contatto col piano, ed è tramite tale punto
che il piano esercita la forza di attrito. Se il moto è di puro rotolamento (anche detto
rotolamento senza strisciamento) questo punto di contatto è per definizione istanta-
neamente fermo. Pertanto la forza di attrito che si esercita su tale punto è una forza
di attrito statico. Per questo motivo la (33) [che riguarda l’attrito dinamico] non può
essere certamente corretta. D’altra parte nemmeno la (34) può essere corretta perché
nell’attrito statico la quantità µs mg cos θ rappresenta la forza massima, e non quella
effettiva. Ossia un ’corpo’ (in questo caso il punto di contatto disco-piano) soggetto
ad una forza Fatt rimane fermo fino a quando la forza Fatt non supera in modulo il
valore soglia di µs mg cos θ, ossia fino a quando vale 0 ≤ |Fatt | ≤ µs mg cos θ. Quindi
in generale non è detto che Fatt coincida col valore massimo Fatt max = µ mg cos θ. Nel
s
caso di un corpo rigido che rotola senza strisciare la forza di attrito è un’incognita
del problema e deve essere determinata.
Si noti che il fatto che il punto di contatto sia istantaneamente fermo non è in con-
traddizione col fatto che il disco si sta muovendo, in quanto il punto di contatto
disco-piano è diverso man mano che il disco rotola.
• NOTA BENE: E’ importante comprendere la differenza tra il caso del corpo rigido
(ad esempio un disco) che rotola senza strisciare, ed il caso di un di un punto ma-
teriale (ad esempio un blocco di dimensioni trascurabili) che striscia. Nel caso del
punto materiale che striscia si tratta di attrito dinamico e dunque la forza di attrito
che il piano esercita è
Fatt = µd N = µd mg cos θ (35)
ed è quindi una costante nota.
• FORMA CORRETTA:
Riassumendo, in base alle osservazioni precedenti, occorre distinguere due casi:
dL~0
~0
=M
dt
corredata dalla condizione di puro rotolamento
aCM
α=
R
ERRORE TIPICO
Z VB
∆WA→B = p dV = SBAGLIATO (37)
VA
Z VB
nRTA VB
= dV = nRTA ln = nRTA ln 3 =
VA V VA
J
= 3 mol · 8.314 300 K · ln 3 =
mol K
J
= 3 · 8.314 · 300 · ln 3 · mol
/ K/ =
mol
/ K /
= 8220.5 J (38)
e dunque
∆QA→B = 8220.5 J SBAGLIATO
che, essendo positivo, è calore assorbito.
Ora, scrivere ∆WA→B significa considerare il lavoro W come una funzione di stato (cioè
una funzione definita nello spazio dei parametri termodinamici p, V, T ) di cui si sta cal-
colando la variazione ∆WA→B = W (B) − W (A). Analogamente scrivere ∆QA→B significa
pensare che il calore sia una funzione di stato. Pertanto chi scrive ∆WA→B o ∆QA→B
(anche se fa il calcolo perfettamente) dimostra di non aver capito in realtà assolu-
tamente nulla del primo principio della termodinamica, il quale stabilisce che né
il lavoro W né il calore Q sono funzioni dello stato termodinamico, ma che invece l’energia
interna è una funzione di stato, le cui variazioni ∆UA→B = U (B) − U (A) sono date da
Soluzione corretta:
L’energia meccanica del sistema è conservata, ed ha una componente di energia
potenziale gravitazionale, una di energia cinetica ed una terza di energia potenziale
• ESEMPIO 2:
Un cilindro con pistone contiene 3 moli di un gas ideale biatomico. Inizialmente
il gas si trova in equilibrio termico con un serbatoio d’acqua alla temperatura di
T = 373.2 K (temp. di ebollizione dell’acqua). Si compie ora sul gas un ciclo ter-
modinamico composto di tre parti:
Calcolare il calore scambiato dal gas in ciascuna delle tre fasi del ciclo. [6 punti]
Soluzione corretta:
Scriviamo anzitutto i
Dati iniziali:
n = 3 (numero di moli)
TA = 373.2 K
VA
(45)
VB = VA /3
VC = VA
C 7
γ = Cvp = 5 (dato che si tratta di un gas biatomico)
i) Parte isoterma del ciclo: In un’isoterma la temperatura non cambia per definizione,
e rimane uguale a TA ; dato che in particolare abbiamo a che fare con un gas perfetto,
l’energia interna U dipende solo dalla temperatura, e dunque non varia durante
un’isoterma
∆U = 0 (46)
Pertanto, ricordando che ∆U = Q − W , il calore scambiato è uguale al lavoro fatto
QA→B = WA→B =
Z VB VB
nRTA VB 1
Z
= p dV = dV = nRTA ln = nRTA ln =
VA VA V VA 3
J 1
= 3 mol · 8.314 373.2 K · ln
mol K 3
= −10226.3 J (47)
ii) Parte adiabatica del ciclo: per definizione il calore scambiato è nullo
QB→C = 0 (48)
– L’equazione per la parte adiabatica si può scrivere nella forma T V γ−1 = const,
e quindi la temperatura TC soddisfa TB VBγ−1 = TC VCγ−1 , da cui
γ−1 γ−1
VB 1
TC = TB = TA (49)
VC 3
– Nell’intero ciclo vale che ∆U = 0 e quindi che Qtot = Wtot . Siccome sappiamo
che nella parte isoterma vale QA→B = WA→B , si deduce che