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Esame di Fisica I
Guida alla risoluzione dei Problemi e tipici errori da Evitare

1 Dati iniziali
Prima di iniziare a risolvere il problema, è utile esprimere tutti i dati iniziali in
unità di misura omogenee. Si consiglia di usare il Sistema Internazionale (S.I.)

• ESEMPIO 1:
Un’auto viaggia alla velocità costante v = 55 Km/h. Determinare quanto tempo
impiega a percorrere una distanza di 100 m.

(qui abbiamo la velocità espressa in Km/h, ed una distanza espressa in m. Quindi,


prima di iniziare, esprimiamo tutto in m. ).

SOLUZIONE CORRETTA:
Uniformiamo anzitutto i dati iniziali esprimendoli tutti in m e s:

Dati iniziali:

i) v = 55 Km
h = 55 ·
1000 m
3600 s = 15.28 m/s
ii) ∆x = 100 m
(1)
e poi applichiamo la formula per il moto uniforme
∆x 100 m
t= = = 6.5 s (2)
v 15.28 ms

ERRORE TIPICO:
Applichiamo la formula per il moto uniforme (senza sostituire né convertire le unità
di misura)
∆x 100
t= = = 1.8 s SBAGLIATO (3)
v 55
che è sbagliato sia numericamente [perché è diverso di un fattore 3 dal risultato cor-
retto] sia dimensionalmente [perché in (3) compare un’uguaglianza tra un numero
puro ed una quantità dimensionata, ossia un’uguaglianza priva di senso].

• ESEMPIO 2:
Una mole di gas ideale biatomico occupa un volume VA = 10 litri, ed è tenuto alla
pressione di pA = 1 bar. Calcolare la temperatura del gas.

Dr. Fabrizio Dolcini


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(qui abbiamo il volume espresso in litri, e la pressione espressa in bar. Quindi,


prima di iniziare, esprimiamo tutto in m3 e la pressione in Pa. )

SOLUZIONE CORRETTA:
Uniformiamo anzitutto i dati iniziali esprimendoli tutti in m3 e Pa:

Dati iniziali:

i) VA = 10 l = 10 · 10−3 m3 = 10−2 m3
ii) pA = 1 bar = 105 Pa
(4)
Dato che conosciamo pressione e volume nei tre stati, la temperatura viene determi-
nata attraverso l’equazione di stato
pA VA
TA = =
nR
1 · 105 mN2 10−2 m3
= =
1 mol · 8.314 molJ K
103 N m
= K=
8.314 J
[uso J = N m]
= 120.3 K (5)

ERRORE TIPICO:
Dato che conosciamo pressione e volume nei tre stati, la temperatura viene deter-
minata attraverso l’equazione di stato (senza sostituire né convertire le unità di
misura)

pA VA
TA = =
nR
1 · 10
= = SBAGLIATO
1 · 8.314
= 1.203 K (6)

Il fatto di non aver né sostituito né uniformato le unità di misura ha comportato:
i) di ottenere un risultato sulla temperatura sbagliato di 2 ordini di grandezza (e
già alle temperature dell’ordine del Kelvin un gas non segue nemmeno le leggi della
fisica classica, ma quelle della fisica quantistica); ii) di aver scritto un’uguaglianza
priva di significato tra un numero puro [seconda riga della (6)] ed una temperatura
[prima e terza riga della (6)]

2 Svolgimento dei calcoli


Utilizzare sempre il calcolo simbolico durante i passaggi intermedi dei calcoli. Sostituire
i dati numerici e le loro unità di misura solo alla fine, ricordandosi che i calcoli e le
semplificazioni vanno effettuate sia sui numeri che sulle unità di misura. Vale la pena
sottolineare che tra i seguenti due possibili scenari:

1. l’espressione simbolica del risultato è corretta, ma nel sostituire i dati si commette


un errore di calcolo;

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2. l’espressione simbolica del risultato è sbagliata, ma il risultato numerico è corretto


(ad esempio perché si commette un altro errore che compensa il precedente)
il secondo tipo di errore è assai piú grave. Pertanto, se in sede della prova resta poco
tempo, è molto piú importante controllare che l’espressione simbolica del risultato sia cor-
retta (anzitutto dimensionalmente) che non affrettarsi a sostituire dei dati numerici.

• ESEMPIO 1:
Una mole di gas ideale biatomico occupa un volume VA = 10−2 m3 , ed è tenuto alla
pressione di pA = 1 bar. Calcolare la temperatura del gas.

SOLUZIONE CORRETTA:
Uniformiamo anzitutto i dati iniziali esprimendoli tutti in m3 e Pa:

Dati iniziali:

i) VA = 10 l = 10 · 10−3 m3 = 10−2 m3
ii) pA = 1 bar = 105 Pa
(7)
Dato che conosciamo pressione e volume nei tre stati, la temperatura viene determi-
nata attraverso l’equazione di stato
pA VA
TA = =
nR
[sostituisco valori numerici e unità di misura]
1 · 105 mN2 10−2 m3
= =
1 mol · 8.314 molJ K
[separo numeri dalle unità di misura]
103 N m
= K=
8.314 J
[eseguo i calcoli numerici e semplifico le unità di misura, usando J = N m]
N/m /
= 120.3 K=
/J
= 120.3 K
[controllo che il risultato ottenuto abbia la corretta unità di misura:
ho ottenuto K per una temperatura, quindi OK] (8)

• ESEMPIO 2:
Un cilindro con pistone contiene 3 moli di un gas ideale biatomico. Inizialmente
il gas si trova in equilibrio termico con un serbatoio d’acqua alla temperatura di
T = 373.2 K (temp. di ebollizione dell’acqua). Si compie ora sul gas un ciclo ter-
modinamico composto di tre parti:

i) attraverso una trasformazione isotermica reversibile si comprime il gas fino ad


1/3 del suo volume iniziale VA ;
ii) si isola termicamente ora il gas dal resto e, con una seconda trasformazione adi-
abatica reversibile, lo si riporta al suo volume iniziale;

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iii) infine il gas, messo nuovamente a contatto con l’acqua, si riporta gradual-
mente alla temperatura iniziale attraverso una trasformazione irreversibile a volume
costante.

Calcolare il lavoro compiuto dal gas in ciascuna delle tre parti del ciclo.

SOLUZIONE CORRETTA:
Scriviamo anzitutto i

Dati iniziali:
n = 3 mol (numero di moli)
TA = 373.2 K
VA
(9)
VB = VA /3
VC = VA
C 7
γ = Cvp = 5 (dato che si tratta di un gas biatomico)

i) Il lavoro nella parte isoterma A → B (in cui la temperatura rimane costantemente


uguale a TA ) si determina attraverso l’equazione di stato dei gas perfetti pV = nRTA
Z VB Z VB
nRTA VB 1
WA→B = p dV = dV = nRTA ln = nRTA ln (10)
VA VA V VA 3
Sostituendo solo ora i valori, otteniamo
WA→B = [sostituisco valori numerici e unità di misura] (11)
J 1
= 3 mol · 8.314 373.2 K · ln
mol K 3
[separo numeri dalle unità di misura]
1 J
= 3 · 8.314 · 373.2 · ln · mol K
3 mol K
[eseguo i calcoli numerici e le semplificazioni nelle unità di misura]
J
= −10226.3 · mol/ /K
mol
/ /K
= −10226.3 J
[controllo che il risultato ottenuto abbia la corretta unità di misura:
ho ottenuto J per un lavoro W , quindi OK] (12)
ii) Il lavoro nella parte adiabatica B → C (caratterizzata dall’equazione pV γ =
const = pB VBγ ) si determina attraverso
Vγ pB VBγ  1−γ
Z VC Z VC 
WB→C = p dV = pB Bγ dV = VC − VB1−γ =
VB VB V 1−γ
 γ−1 !
pB VB VB
= −1 =
1−γ VC
 γ−1 !
pA VA VB
= −1 =
1−γ VC
 γ−1 !
nRTA 1
= −1 (13)
1−γ 3

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Sostituendo solo ora i valori, otteniamo

WB→C = [sostituisco valori numerici e unità di misura]


  7 −1 !
3 mol · 8.314 molJ K 373.2 K 1 5
= · −1
1 − 75 3
[separo numeri dalle unità di misura]
  7 −1 !
3 · 8.314 · 373.2 1 5 J
= 7 · − 1 · mol K
1− 5 3 mol K
(14)
[eseguo i calcoli numerici e le semplificazioni nelle unità di misura]
 2 !
5 1 5 J
= − · 3 · 8.314 · 373.2 · − 1 · mol/ /K
2 3 mol
/ /K
(15)
= 8275.27 J
[controllo che il risultato ottenuto abbia la corretta unità di misura:
ho ottenuto J per un lavoro W , quindi OK] (16)

iii) Il lavoro nella parte isocora della trasformazione C → A è nullo, in quanto il


volume non cambia
Z VA Z VA
WC→A = p dV = p dV = 0 J (17)
VC VA

3 Scritture prive di senso


E’ importante ricordare che ogni grandezza fisica è composta da un valore
numerico e dalla relativa unità di misura. Senza unità di misura le grandezze
fisiche non hanno alcun senso; pertanto i passaggi intermedi e/o i risultati
finali in cui una grandezza fisica non sia accompagnata dall’unità di misura
sono semplicemente errati. Un risultato numericamente sbagliato è pur sempre
un risultato, mentre un risultato dimensionalmente sbagliato è una scrittura
priva di significato, e quindi è un errore molto piú grave.

• ESEMPIO 1:
Supponiamo di dover calcolare Fx = mg sin θ per un punto materiale di massa
m = 5 Kg che si muove lungo un piano inclinato di un angolo θ = π/6.

ERRORE TIPICO

Fx = mg sin θ = (18)
1
= 5 · 9.81 · = |24.5
{z N} SBAGLIATO
| {z 2} forza
numero puro

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E’ errato in quanto in un passaggio intermedio è stata scritta un’uguaglianza tra


un numero puro ed una quantità dimensionata (in questo caso una forza, misurata
in N). Non ha senso. Si noti che quando si scrive una serie di uguaglianze non è suffi-
ciente che il primo e l’ultimo membro abbiano le stesse dimensioni. Ogni uguaglianza
intermedia deve avere senso, e dunque ciò che si trova a sinistra del simbolo ’=’ deve
avere le stesse dimensioni di ciò che si trova a destra.

FORMA CORRETTA
Fx = mg sin θ = (19)
m 1
= 5 Kg · 9.81 2 · =
s 2
m
= 24.5 Kg 2 =
s
= 24.5 N (20)

• ESEMPIO 2:
Un corpo viene lasciato cadere da un’altezza H dal suolo ed impiega 2 s a raggiun-
gere il suolo. Trascurando l’effetto dell’attrito dell’aria, calcolare l’altezza H.

SOLUZIONE ERRATA 1:
Applicando la formula per il moto di un corpo in caduta libera
1 2
H = gt =
2
= 0.5 · 9.81 · 22 qui manca l’unità di misura !!
= 19.6 qui manca l’unità di misura !!
SBAGLIATO (21)
SOLUZIONE ERRATA 2:

1 2
H = gt =
2
= 0.5 · 9.81 · 22 = qui manca l’unità di misura → SBAGLIATO
= 19.6 m (22)
SOLUZIONE ERRATA 3:

1 2
H = gt =
2
m
= 0.5 · 9.81 2 · (2 s)2 =
s
= 39.24 m errore di calcolo alla fine, ma la scrittura ha senso
→ SBAGLIATO, MA MENO GRAVE (23)
FORMA CORRETTA:
Applicando la formula per il moto di un corpo in caduta libera
1 2
H = gt =
2
m
= 0.5 · 9.81 2 · (2 s)2 =
s
= 19.6 m (24)

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• ESEMPIO 3:
Una ruota di raggio R = 10 cm e di massa M = 2 Kg può rotolare senza strisciare
lungo un piano inclinato di un angolo θ2 = π/5, ed è collegato tramite un filo in-
estensibile ad un blocco di massa m = 3 Kg, che a sua volta può scivolare su un
piano inclinato di un angolo θ1 = π/3 e privo di attrito. come mostrato in Fig.1.
Calcolare l’accelerazione del sistema.

Supponiamo che dopo una serie di calcoli si sia ottenuto il seguente risultato espresso
in forma simbolica
M sin θ2 − sin θ1
a=g SBAGLIATO (25)
m + 2M
Un controllo dimensionale permette rapidamente di vedere che questo risultato è
dimensionalmente sbagliato, e dunque privo di significato. Infatti al numeratore
della frazione compare la somma di una massa e di un numero puro, che non ha
senso.

M
m
θ1 θ2

Figure 1: Una ruota ed un blocco scorrono su due piani inclinati e sono collegati da un
filo inestensibile.

E’ anche importante sottolineare che, in qualunque uguaglianza, il membro


sinistro deve essere dello stesso tipo del membro destro. Ad esempio sono
prive di senso uguaglianze in cui un vettore viene eguagliato ad uno scalare.
Analogamente non hanno senso uguaglianze in cui quantità finite e quantità
infinitesime.
Esempi sono mostrati in Tabella 1

4 Includere le unità di misura nelle grandezze fisiche per-


mette di controllare la giustezza delle formule utilizzate
Esempio:
Calcolare il valore dell’accelerazione di gravità ad una distanza H = 120 Km dalla super-
ficie di Marte, sapendo che la massa di Marte è di M = 0.64 · 1024 Kg e che il suo raggio
è R = 3.37 · 106 m [2 punti].

Supponiamo di non ricordare se la formula corretta per l’accelerazione gravitazionale (che


deriva dalla forza di gravitazione universale) sia

M
a=G (26)
r2

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FORMA ERRATA FORMA CORRETTA

m~a = mg sin θ ma = mg sin θ

~ =R×F
M ~ =R
M ~ × F~

−→ −→
W = F~ ∆s W = F~ · ∆s

g = 9.81 g = 9.81 m/s2

W = F~ · d~s F~ · d~s
R
W =

∆U = ncV dT ∆U = ncV ∆T

Table 1: Alcuni esempi di scritture senza senso e la relativa forma corretta.

oppure
M
a=G . (27)
r

Sapendo che la costante di gravitazione universale (che solitamente viene data nel testo)
vale
m3
G = 6.67 · 10−11 (28)
Kg s2
la semplice analisi dimensionale permette di dedurre quale sia la formula corretta. Infatti
nel primo caso otteniamo

[M ] m3 Kg m
[a] = [G] 2
= = 2 CORRETTO (29)
[r] Kg s2 (m)2 s

mentre nel secondo caso otteniamo


[M ] m3 Kg m2
[a] = [G] = = SBAGLIATO (30)
[r]2 Kg s2 m s2

Dato che un’accelerazione deve avere la dimensione di m/s2 , si deduce che la prima formula
(26) è quella corretta, e la seconda (27) è quella errata.

5 Controllare sempre l’ordine di grandezza del risultato ot-


tenuto. Aiuta a riconoscere eventuali errori.
ESEMPIO:
Una mole di gas ideale biatomico occupa un volume VA = 10−2 m3 , ed è tenuto alla pres-
sione di pA = 1 bar. Calcolare la temperatura del gas.

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Dato che conosciamo pressione e volume nei tre stati, la temperatura viene determinata
attraverso l’equazione di stato
pA VA
TA = =
nR
1 bar · 10−2 m3
= =
1mol · 8.314 molJ K
[fingo ora di eseguire a mente le semplificazioni sulle unità di misura, in base al
principio ‘certamente tutto si semplificherà come deve’ o peggio ‘so bene cosa
sto facendo, non sono nato ieri’ ]
= 1.20 · 10−3 K (31)
[ho ottenuto una temperatura dell’ordine del mK, che è decisamente molto
bassa rispetto ai valori tipici che ottengo negli esercizi che ho fatto. Mi viene
il dubbio di aver sbagliato qualcosa. Ricontrollo allora i passaggi, e mi accorgo
di non aver sostituito 1 bar = 105 Pa, sbagliando dunque di 5 ordini di grandezza]

Il fatto di non aver né sostituito né uniformato le unità di misura ha comportato: i) di
ottenere un risultato sulla temperatura sbagliato di 5 ordini di grandezza (e alle temper-
ature dell’ordine del Kelvin un gas non segue nemmeno le leggi della fisica classica, ma
quelle della fisica quantistica); ii) di aver scritto un’uguaglianza priva di significato tra un
numero puro [seconda riga della (31)] ed una temperatura [prima e terza riga della (31)]

6 Scomposizione della forza peso di un corpo che si muove


su un piano inclinato
Immaginiamo di avere piano inclinato di un angolo θ rispetto all’orizzontale, e che lungo
di esso si muova un corpo di massa m (può trattarsi di un punto materiale o di un corpo
rigido che ruota, come ad es. un disco). Occorre scomporre la forza peso P~ = m~g nei suoi
componenti longitudinale e ortogonale al piano, che sono (per definizione) vettori diretti
tangenzialmente e ortogonalmente al piano, rispettivamente.

• ERRORE TIPICO:
Un errore assai frequente è quello di scomporre la forza peso P~ = m~g come mostrato
in Fig.2. Tale scomposizione è sbagliata, in quanto la scrittura m~g sin θ non indica
un vettore diretto lungo il piano, ma un vettore che ha la stessa direzione di ~g (cioè
è diretto verso il basso) e che ha modulo |mg sin θ|. Analogamente m~g cos θ ha la
stessa direzione di ~g (cioè è diretto verso il basso) e modulo |mg cos θ|.

• FORMA CORRETTA:
Occorre definire innanzitutto dei versori ~ux e ~uy che denotano le direzioni longitu-
dinale e perpendicolare al piano, rispettivamente. Scomporre la forza peso significa
scrivere il vettore P~ = m~g come somma (vettoriale!) dei due vettori componenti P~x
e P~y : (
P~x = Px ~ux
P~ = P~x + P~y dove (32)
P~y = Py ~uy

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SBAGLIATO

m
m�g sin θ
m�g cos θ
θ

P� = m�g
Figure 2: La scomposizione mostrata in figura è sbagliata, in quanto la scrittura m~g sin θ non
indica un vettore diretto lungo il piano, ma un vettore che ha la stessa direzione di ~g (cioè è diretto
verso il basso) e ha modulo |mg sin θ|. Analogamente m~g cos θ ha la stessa direzione di ~g (cioè è
diretto verso il basso) e ha modulo |mg cos θ|

Come si vede P~x ha la stessa direzione del versore ~ux , e P~y ha la stessa direzione
del versore ~uy . Ricordiamo che le quantità (scalari!) Px e Py vengono chiamate le
componenti del vettore P~ lungo le direzioni identificate dai versori ~ux e ~uy , e possono
essere positive o negative. Se ad esempio Px > 0, il vettore componente P~x ha lo
stesso verso di ~ux , mentre se Px < 0 il vettore componente P~x ha la stessa direzione
ma verso opposto al versore ~ux . Analogamente dicasi per Py .

Siccome la scelta dai versori ~ux e ~uy non è univoca, il medesimo vettore P~ = m~g
può scomporsi in modi diversi, a seconda della scelta che si adotta per i versori ~ux
e ~uy . In Fig.3 sono indicate quattro possibili scelte, del tutto legittime, dei versori.

(a) �uy (b) (c) (d)


�ux �ux �uy
�ux
m m m m �ux
P�x P�x �uy P�x �uy P�x
θ
P�y P�y P�y P�y
θ θ θ θ

P� = m�g P� = m�g P� = m�g P� = m�g

scelta (a) P~ = m~g = −mg sin θ ~ux − mg cos θ ~uy Px = −mg sin θ Py = −mg cos θ

scelta (b) P~ = m~g = −mg sin θ ~ux + mg cos θ ~uy Px = −mg sin θ Py = +mg cos θ

scelta (c) P~ = m~g = +mg sin θ ~ux + mg cos θ ~uy Px = +mg sin θ Py = +mg cos θ

scelta (d) P~ = m~g = +mg sin θ ~ux − mg cos θ ~uy Px = +mg sin θ Py = −mg cos θ

Figure 3: Possibili scelte (tutte legittime) dei versori ~ux e ~uy determinano scomposizioni diverse
(e dunque componenti Px e Py diverse) dello stesso vettore P~ = m~g

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• NOTA BENE: E’ importante comprendere che:

mg sin θ ~ux 6= m~g sin θ

in quanto mg sin θ ~ux e m~g sin θ sono vettori che, pur avendo modulo uguale, hanno
direzioni completamente diverse. Lo stesso vale per −mg sin θ ~ux e m~g sin θ. Pertanto
confondere questi due vettori è un errore grave che mostra lacune su elementi basilari
come la definizione stessa di vettore.

7 Momento di una forza


Supponiamo di considerare un corpo rigido (ad es. un disco) che ruota perché soggetto ad
una forza f~ che applica momento.

(b)
(a) f�
R
R f�

Figure 4: La forza f~ esercita un momento sul disco. Il momento M ~ × f~ è un vettore diretto


~ =R
perpendicolarmente a questo foglio, con verso entrante nel caso (a), e con verso uscente nel caso (b).
~ ha la stessa direzione di f~.
Pertanto in nessun caso M

• ERRORI TIPICI:
Un tipico errore è quello di scrivere il momento della forza in questo modo

1. M ~ =− →
fR SBAGLIATO (scrittura priva di significato)
−→
in quanto il simbolo f R non ha alcun significato. Il prodotto vettoriale non è
un prodotto con sopra una freccia piú lunga.

2. M~ =R×f SBAGLIATO (scrittura priva di significato)


in quanto il prodotto vettoriale × si fa tra due vettori, mentre f e R qui com-
paiono senza freccia e quindi denotano scalari.

3. M~ = R f~ SBAGLIATO
in quanto questa scrittura denoterebbe un vettore M ~ che ha la stessa direzione
~
del vettore f , mentre il prodotto vettoriale è un vettore che ha direzione ortog-
onale a quella dei due vettori fattori.

• FORMA CORRETTA:
Il momento e definito come
~ × f~
~ =R
M
~ è un vettore con:
Pertanto, facendo riferimento alla figura 4, abbiamo che M

– direzione perpendicolare a questo foglio

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– verso entrante nel caso (a) [uscente nel caso (b)]


– modulo pari a |M ~ f~| sin α. In questo caso, dato che α = π/2, si ha
~ | = |R||
~ ~ ~
|M | = |R||f | = Rf .

8 Attrito Statico/Dinamico
Consideriamo un corpo che si muove lungo un piano scabro, inclinato di un angolo θ
rispetto all’orizzontale (il caso del piano orizzontale corrisponde a θ = 0). Siano µs il co-
efficiente di attrito statico e µd il coefficiente di attrito dinamico. Due esempio importanti
sono i seguenti:
• un blocco di massa m (modellizzabile con un punto materiale) che striscia lungo il
piano

• un corpo rigido (ad esempio un disco o un anello) che rotola senza strisciare (sale o
scende) lungo il piano.
come mostrato in Fig.5. Ci chiediamo qual è la forza di attrito Fatt che agisce su tali corpi.

(a) (b)
R

Figure 5: (a) un blocco di dimensioni trascurabili (modellizzabile come un punto materiale)


striscia lungo un piano inclinato. (b) un disco rotola senza strisciare lungo un piano inclinato.

• ERRORI TIPICI:
Un tipico errore riguarda il caso del corpo rigido che si muove di moto di puro
rotolamento, e consiste nello scrivere la forza di attrito che agisce su di esso come

Fatt = µd N = µd mg cos θ SBAGLIATO (33)


oppure
Fatt = µs N = µs mg cos θ SBAGLIATO (34)

Entrambe queste forme sono sbagliate. Occorre ricordare infatti che un disco che ro-
tola lungo un piano ha un unico punto di contatto col piano, ed è tramite tale punto
che il piano esercita la forza di attrito. Se il moto è di puro rotolamento (anche detto
rotolamento senza strisciamento) questo punto di contatto è per definizione istanta-
neamente fermo. Pertanto la forza di attrito che si esercita su tale punto è una forza
di attrito statico. Per questo motivo la (33) [che riguarda l’attrito dinamico] non può
essere certamente corretta. D’altra parte nemmeno la (34) può essere corretta perché
nell’attrito statico la quantità µs mg cos θ rappresenta la forza massima, e non quella
effettiva. Ossia un ’corpo’ (in questo caso il punto di contatto disco-piano) soggetto
ad una forza Fatt rimane fermo fino a quando la forza Fatt non supera in modulo il
valore soglia di µs mg cos θ, ossia fino a quando vale 0 ≤ |Fatt | ≤ µs mg cos θ. Quindi
in generale non è detto che Fatt coincida col valore massimo Fatt max = µ mg cos θ. Nel
s
caso di un corpo rigido che rotola senza strisciare la forza di attrito è un’incognita
del problema e deve essere determinata.

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Si noti che il fatto che il punto di contatto sia istantaneamente fermo non è in con-
traddizione col fatto che il disco si sta muovendo, in quanto il punto di contatto
disco-piano è diverso man mano che il disco rotola.

• NOTA BENE: E’ importante comprendere la differenza tra il caso del corpo rigido
(ad esempio un disco) che rotola senza strisciare, ed il caso di un di un punto ma-
teriale (ad esempio un blocco di dimensioni trascurabili) che striscia. Nel caso del
punto materiale che striscia si tratta di attrito dinamico e dunque la forza di attrito
che il piano esercita è
Fatt = µd N = µd mg cos θ (35)
ed è quindi una costante nota.

• FORMA CORRETTA:
Riassumendo, in base alle osservazioni precedenti, occorre distinguere due casi:

– Punto materiale che si muove strisciando lungo un piano: La forza di


attrito Fatt è di tipo dinamico ed è una costante nota, pari a

Fatt = µd N = µd mg cos θ (36)

– Corpo rigido che rotola senza strisciare lungo un piano: La forza di


attrito è di tipo statico ed è un’incognita del problema (di cui sappiamo solo
che Fatt ≤ µs N = µs mg cos θ). Il suo valore deve determinarsi aggiungendo
alle equazioni che determinano il moto del centro di massa del corpo rigido (in
cui Fatt entra) l’equazione del momento angolare

dL~0
~0
=M
dt
corredata dalla condizione di puro rotolamento
aCM
α=
R

9 Energia Interna, Calore, Lavoro


Un gas si trova in uno stato termodinamico A alla temperatura TA = 300 K e compie
un’espansione isoterma fino ad uno stato B, triplicando il suo volume. Calcolare il lavoro
compiuto dal gas, ed il calore assorbito o ceduto:

ERRORE TIPICO

Z VB
∆WA→B = p dV = SBAGLIATO (37)
VA
Z VB
nRTA VB
= dV = nRTA ln = nRTA ln 3 =
VA V VA
J
= 3 mol · 8.314 300 K · ln 3 =
mol K
J
= 3 · 8.314 · 300 · ln 3 · mol
/ K/ =
mol
/ K /
= 8220.5 J (38)

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14

In una trasformazione isoterma si ha

∆QA→B = ∆WA→B SBAGLIATO

e dunque
∆QA→B = 8220.5 J SBAGLIATO
che, essendo positivo, è calore assorbito.

Il procedimento svolto, all’apparenza impeccabile, contiene in realtà un grave


errore concettuale, che consiste nell’aver scritto

∆WA→B (sbagliato) anziché WA→B (corretto) (39)


∆QA→B (sbagliato) anziché QA→B (corretto) (40)

Infatti, la scrittura ∆f (dove f è una qualunque grandezza) presuppone i seguenti passi


logici:
1. La grandezza f è definita in ogni punto dello ‘spazio’ (che può essere lo spazio fisico,
o lo spazio delle variabili termodinamiche p, V, T , o anche il tempo, a seconda dei
contesti);

2. Stiamo considerando la variazione di tale grandezza da un punto 1 ad un punto 2,


ossia per definizione la differenza tra il valore nel secondo e quella nel primo punto
.
∆f = f (2) − f (1)

Ora, scrivere ∆WA→B significa considerare il lavoro W come una funzione di stato (cioè
una funzione definita nello spazio dei parametri termodinamici p, V, T ) di cui si sta cal-
colando la variazione ∆WA→B = W (B) − W (A). Analogamente scrivere ∆QA→B significa
pensare che il calore sia una funzione di stato. Pertanto chi scrive ∆WA→B o ∆QA→B
(anche se fa il calcolo perfettamente) dimostra di non aver capito in realtà assolu-
tamente nulla del primo principio della termodinamica, il quale stabilisce che né
il lavoro W né il calore Q sono funzioni dello stato termodinamico, ma che invece l’energia
interna è una funzione di stato, le cui variazioni ∆UA→B = U (B) − U (A) sono date da

∆UA→B = QA→B − WA→B (41)

10 Spiegare le motivazioni per le quali si utilizzano le for-


mule
• ESEMPIO 1:
Un corpo di massa m = 1 Kg, inizialmente situato ad un’altezza H dal suolo, viene
lasciato in caduta libera (velocità iniziale v0 = 0). Sotto la sua verticale si trova
una molla, con costante elastica k = 500 Nm−1 , attaccata al suolo e con lunghezza
a riposo pari a l0 = 1 m. Una volta raggiunta la molla, il corpo la comprime. Calco-
lare quale deve essere il valore H ∗ dell’altezza H affinché la compressione massima
raggiunta dalla molla corrisponda ad un’altezza z = l0 /3 dal suolo. [5 punti]

Soluzione corretta:
L’energia meccanica del sistema è conservata, ed ha una componente di energia
potenziale gravitazionale, una di energia cinetica ed una terza di energia potenziale

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elastica dovuta alla compressione della molla. In particolare abbiamo


i) al punto iniziale l’energia meccanica iniziale è solo potenziale gravitazionale perché
l’energia cinetica iniziale è nulla e la molla non è compressa: Ei = mgH
ii) al punto di massima compressione l’energia cinetica è nulla, e dunque l’energia
meccanica è potenziale gravitazionale e potenziale elastica: Ef = mgz + 12 k(z − l0 )2 .
Sfruttando la conservazione dell’energia meccanica, ed il fatto che z = l0 /3, si ottiene
 2
∗ l0 1 l0
mgH = mg + k − l0 (42)
3 2 3
da cui  2
∗l0 1 k 2l0
H = + (43)
3 2 mg 3
Sostituendo ora i valori
 2
∗ 1 500 N/m 2
H = m + 0.5 · m2 =
3 1 Kg · 9.81 sm2 3
N s2
= 0.333 m + 11.326 =
Kg
[usare N = Kg m/s2 ]
= 0.333 m + 11.326 m =
= 11.66 m (44)

• ESEMPIO 2:
Un cilindro con pistone contiene 3 moli di un gas ideale biatomico. Inizialmente
il gas si trova in equilibrio termico con un serbatoio d’acqua alla temperatura di
T = 373.2 K (temp. di ebollizione dell’acqua). Si compie ora sul gas un ciclo ter-
modinamico composto di tre parti:

i) attraverso una trasformazione isotermica reversibile si comprime il gas fino ad


1/3 del suo volume iniziale VA ;
ii) si isola termicamente ora il gas dal resto e, con una seconda trasformazione adi-
abatica reversibile, lo si riporta al suo volume iniziale;
iii) infine il gas, messo nuovamente a contatto con l’acqua, si riporta gradual-
mente alla temperatura iniziale attraverso una trasformazione irreversibile a volume
costante.

Calcolare il calore scambiato dal gas in ciascuna delle tre fasi del ciclo. [6 punti]

Soluzione corretta:
Scriviamo anzitutto i

Dati iniziali:
n = 3 (numero di moli)
TA = 373.2 K
VA
(45)
VB = VA /3
VC = VA
C 7
γ = Cvp = 5 (dato che si tratta di un gas biatomico)

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i) Parte isoterma del ciclo: In un’isoterma la temperatura non cambia per definizione,
e rimane uguale a TA ; dato che in particolare abbiamo a che fare con un gas perfetto,
l’energia interna U dipende solo dalla temperatura, e dunque non varia durante
un’isoterma
∆U = 0 (46)
Pertanto, ricordando che ∆U = Q − W , il calore scambiato è uguale al lavoro fatto

QA→B = WA→B =
Z VB VB
nRTA VB 1
Z
= p dV = dV = nRTA ln = nRTA ln =
VA VA V VA 3
J 1
= 3 mol · 8.314 373.2 K · ln
mol K 3
= −10226.3 J (47)

ii) Parte adiabatica del ciclo: per definizione il calore scambiato è nullo

QB→C = 0 (48)

iii) Parte isocora del ciclo: Si può procedere in due modi

– L’equazione per la parte adiabatica si può scrivere nella forma T V γ−1 = const,
e quindi la temperatura TC soddisfa TB VBγ−1 = TC VCγ−1 , da cui
 γ−1  γ−1
VB 1
TC = TB = TA (49)
VC 3

Il calore scambiato è dato dalla capacità termica (costante) per la variazione di


temperatura

QC→A = ∆U = nCV (TA − TC ) =


 γ−1 !
5 1
= nR TA − TA =
2 3
 γ−1 !
5 1
= nR TA 1 − =
2 3
  7 −1 !
J 1 5
= 2.5 · 3 mol · 8.314 373.2 K · 1− =
mol K 3
= 8275.27 J (50)

– Nell’intero ciclo vale che ∆U = 0 e quindi che Qtot = Wtot . Siccome sappiamo
che nella parte isoterma vale QA→B = WA→B , si deduce che

QB→C + QC→A = WB→C + WC→A (51)

D’altra parte QB→C = 0 (perché B → C è un’adiabatica), e WC→A = 0 (perché

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C → A è un’isocora), si ottiene che


Z VC
QC→A = WB→C = p dV =
VB
[vedi esempio al punto 1.] =
 γ−1 !
nRTA 1
= −1 =
1−γ 3
  7 −1 !
3 mol · 8.314 molJ K 373.2 K 1 5
= · −1
1 − 75 3
= 8275.27 J (52)

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