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Gruppo 15
Nicola Pellegrini - 2075452 - nicola.pellegrini@studenti.unipd.it
Anna Silvia Pepice 2 - 2079190 - annasilvia.pepice@studenti.unipd.it
Anna Mori 3 - 2075441 - anna.mori.2@studenti.unipd.it
PENDOLO A TORSIONE
1 introduzione
Si consideri un cilindro di raggio di base RC e altezza LC appeso mediante un filo metallico
ad un supporto connesso ad un motore e lo stesso cilindro sia immerso totalmente in un
fluido di viscosità e densità ρ.
Si supponga che il filo giaccia lungo l’asse del cilindro e di mettere in rotazione il
supporto mediante l’accensione del motore. La rotazione del supporto pone in torsione il
filo che, essendo metallico, risponde a tale sollecitazione promuovendo il ristabilirsi delle
condizioni iniziali in cui il filo era a riposo, reagendo con inerzia alla torsione. Sia ω(t) la
posizione angolare del cilindro assunta all’istante, sia I il momento di inerzia del cilindro
rispetto l’asse di rotazione, L ⃗ il momento angolare del cilindro e M ⃗ i il momento della
i-esima forza esterna applicata al cilindro, l’equazione del moto è dato dalla relazione:
⃗
dL X
= Mi (1)
dt i
I momenti delle forze agenti sul sistema in oggetto sono: momento della forza d’attrito
viscoso (M ⃗ Att ) generato dall’interazione col fluido, il momento di richiamo torcente
esercitato dal filo che sorregge in modo solidale al cilindro (M⃗ ϑ ) e l’eventuale presenza del
momento forzante imposto per porre in rotazione il supporto (M ⃗ f ). Come desunto dal
fisico Landau, si può dimostrare che il modulo del momento di attrito è funzione della
viscosità del mezzo e della densità, della geometria dell’oggetto in rotazione, dalla sua
velocità angolareω = 0 ω = 0 e velocità tangenziale:M ⃗ Att = M⃗ Att (RC , LC , ρ, ϑ, ν ) Per
velocità angolari basse si osserva con buona approssimazione che:
⃗ Att = M
M ⃗ Att (RC , LC , ρ, ϑ, ν) ∽ C ϑ̇ (2)
Il momento di richiamo torcente è generato dalla torsione del filo impartita dall’ester-
no: per torsioni limitate si riscontra che il modulo di tale momento M ⃗ ϑ è proporzionale
a ϑ con una costante K di proporzionalità detta costante torsionale:
1
⃗ ϑ = − Kϑ
M (3)
Ne consegue che:
I ϑ̈ = −Kϑ − C ϑ̇ + Mf (4)
dove ϑ̈ = α rappresenta l’accelerazione angolare del cilindro ed I è il momento d’inerzia
del cilindro. Si tratta di un’equazione differenziale:
¨C K
ϑ̈ + ϑ̇ + ϑ = Mf (5)
I I
la cui soluzione è la somma tra la soluzione dell’equazione omogenea associata ϑomog (t)
e la soluzione particolare ϑpart (t):
Figura 1: Esempio di smorzamento (grafico realizzato con dati sperimentali, più precisamente
la serie di dati relativa alla frequenza della forzante pari a 0,930 Hz
2
La soluzione dell’equazione omogenea è quindi:
3
Ad ωR inoltre risulta
p p
2γ ω02 − 2γ 2 ω02 − 2γ 2
tanφp |ωf =ωR =− 2 = − (14)
ω0 − ω02 + 2γ 2 γ
Per qualificare l’efficienza del sistema oscillatore-forzante, si introduce un parametro
detto Q-valore o fattore di merito (Q), definito come il rapporto tra la pulsazione propria
e la larghezza di risonanza
ω0
Q= (15)
∆ω
dove la larghezza di risonanza è definita come ∆ω = ωf,2 − ωf,1 dove ωf,2 e ωf,1 (ωf,2 >
ωf,1 ) rappresentano le pulsazioni della forzante tali per cui la potenza trasferita all’oscil-
latore è maggiore o uguale della metà della potenza massima erogata. Si può dimostrare
che risulta: