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Pendolo

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Pendolo (disambigua).

Il pendolo semplice (o pendolo matematico) è un sistema fisico costituito da un filo inestensibile e


da una massa puntiforme (m) fissata alla sua estremità e soggetta all'attrazione gravitazionale (che
supponiamo uniforme nello spazio e costante nel tempo). Questo sistema apparentemente banale è
stato reso celebre dall'impegno sperimentale e teorico profuso dallo studioso Galileo Galilei, che ne
ha correttamente descritto la proprietà principale, ovvero l'isocronismo.[1]. Il pendolo è
un'applicazione pratica del moto armonico.

Indice
• 1 Impostazione delle equazioni del moto e loro soluzione
• 2 Bilancio energetico
• 3 Pendolo fisico
• 4 Pendolo a torsione
• 5 Pendolo cicloidale
• 6 Note
• 7 Voci correlate
• 8 Altri progetti
• 9 Collegamenti esterni
Impostazione delle equazioni del moto e loro soluzione

Il pendolo semplice Pendolo semplice


(laboratorio). Semplice apparato per verificare l'isocronismo delle piccole oscillazioni del pendolo e
determinare il valore dell'accelerazione di gravità locale

Se accelerazione di gravità g , velocità iniziale e direzione iniziale del filo sono complanari il
pendolo oscilla in un piano verticale, descrivendo in particolare una traiettoria circolare, a causa
dell'inestensibilità del filo. Se si scelgono coordinate polari (come illustrato nel disegno), si possono
scrivere le equazioni del moto, che assumono la seguente forma:

m ( r ¨ − r θ ˙ 2 ) = m g cos ⁡θ − T f

m ( r θ ¨ + 2 r ˙ θ ˙ ) = − m g sin ⁡θ

La prima equazione corrisponde alla componente radiale di F = m a e la seconda alla componente


tangenziale. T f è la tensione del filo. Ora, essendo la lunghezza del filo r costante nel tempo per
ipotesi, si deve avere:

r¨=r˙=0

ed inoltre le masse, che compaiono ad ambo i membri si semplificano. Si ottengono quindi le


equazioni più semplici:

T f = m ( g cos ⁡θ + l θ ˙ 2 )

l θ ¨ = − g sin ⁡θ

dove la lunghezza costante del filo è stata indicata, come è consuetudine, con la lettera l invece
che, come in precedenza, con r . Notiamo ora che l'equazione che ci interessa, in quanto determina
il moto angolare del pendolo (l'unico non banale, essendo il moto radiale nullo), è solo la seconda,
mentre la prima risulterebbe utile solamente per determinare, in seguito, la tensione del filo.
Scegliamo di approssimare la seconda equazione per piccoli angoli, ovvero considerando solo il
termine lineare nello sviluppo in serie di Taylor del seno:

lθ¨=−gθ

che è l'equazione differenziale dell'oscillatore armonico di pulsazione g / l . Diventa così possibile


determinare anche il periodo T di una oscillazione completa, ovvero il tempo impiegato dal pendolo
per andare da un estremo all'altro e ritornare nell'estremo iniziale.

Si trova:

T=2πlg

La legge di oscillazione è dunque indipendente dalla massa e, nell'ipotesi di piccoli angoli


(tipicamente, non superiori a 10°), si riduce ad un oscillatore armonico, indipendente quindi anche
dall'ampiezza dell'oscillazione.

Dalla relazione precedente è, dunque, possibile determinare, con un apparato di laboratorio come
quello in foto, misurato il periodo T di una singola oscillazione e la lunghezza l del pendolo, il
valore di g, che rappresenta la stima del valore dell'accelerazione di gravità del luogo in cui viene
eseguita la misura sperimentale, ovvero:

g=4π2lT2

Ovviamente, al fine di ridurre gli errori di misura del periodo T, è bene misurare il tempo necessario
all'apparato per compiere un cospicuo numero di oscillazioni (tipicamente 10-15 oscillazioni, dopo
aver fatto compiere al pendolo alcune oscillazioni iniziali non cronometrate), ripetere più volte la
misura e, quindi, dividere il tempo medio misurato per le n oscillazioni per il numero di oscillazioni
stesse, determinando così il tempo necessario per una singola oscillazione, che rappresenta,
appunto, il periodo T del pendolo considerato.

Se però l'ampiezza dell'oscillazione θ m a x non è piccola, si può dimostrare che il periodo del
pendolo dipende da essa secondo la formula

T = 4 l g K ( sin 2 ⁡θ m a x 2 )

dove K è l'integrale ellittico completo di prima specie, valutato in sin 2 ⁡θ m a x 2 . I primi due
termini dello sviluppo in serie di potenze dell'integrale forniscono l'espressione

T = 2 π l g ( 1 + θ m a x 2 16 )

approssimata a meno di un infinitesimo dell'ordine di θ m a x 4 .

L'approssimazione per piccoli angoli va bene per ottenere una formulazione semplice
dell'integrazione dell'equazione differenziale.

La differenza tra il valore dell'angolo esatto e quello ottenuto tramite approssimazione non è
impercettibile se il pendolo viene usato per orologi che devono contare tempi molto lunghi (vedi più
avanti "Pendolo cicloidale").

Bilancio energetico
Moltiplicando membro a membro la seconda equazione del moto per θ ˙ si ottiene:

l θ ˙ θ ¨ = − g θ ˙ sin ⁡θ

che, riconoscendo una derivata rispetto al tempo e moltiplicando membro a membro per l , si
riconduce a:

d d t ( l 2 θ ˙ 2 2 − g l cos ⁡θ ) = 0

ovvero la quantità tra parentesi risulta conservata nel tempo. Tale quantità, a meno di un fattore m
e di una eventuale costante additiva è l'energia del pendolo: il primo addendo costituisce l'energia
cinetica ed il secondo l'energia potenziale gravitazionale.

Si può quindi verificare che, agli estremi dell'oscillazione, in cui θ ˙ = 0 per definizione, si ha solo
energia potenziale, ovvero la particella ha solo energia di posizione e non di movimento; mentre,
scegliendo uguale a + m g l la succitata costante additiva dell'energia, si può affermare che nel
punto di minimo vi è solo energia cinetica, cioè solo energia di movimento e non di posizione.

Pendolo fisico
Lo stesso argomento in dettaglio: Pendolo fisico.

Il pendolo semplice non è che un caso particolare: un qualunque oggetto fissato ad un punto di
sospensione e soggetto alla gravità costituisce un pendolo, talvolta denominato pendolo fisico. In
questo caso la forza di gravità agisce sul centro di massa dell'oggetto e la componente di tale forza
perpendicolare alla congiungente con il punto di sospensione risulta:

F = − m g sin ⁡ϑ

Il momento meccanico risultante sul pendolo, considerato rispetto al punto di sospensione è


pertanto:

M = − m g d sin ⁡ϑ

dove d rappresenta la distanza tra punto di sospensione e centro di massa. Applicando la seconda
equazione cardinale si trova che

I θ ¨ = − m g d sin ⁡ϑ

dove I rappresenta il momento di inerzia del pendolo rispetto al centro di rotazione, che in questo
caso è punto di sospensione. L'equazione si riduce in forma simile a quella dell'oscillatore armonico
anche in questo caso, purché si considerino piccole oscillazioni. Si trova quindi:
T=2πImgd

Confrontando questa formula con la corrispondente del pendolo semplice, si può concludere che il
pendolo fisico oscilla con lo stesso periodo di un pendolo semplice di lunghezza

l=Imd

Tale lunghezza è detta lunghezza ridotta o lunghezza equivalente del pendolo fisico.

Pendolo a torsione
Un pendolo a torsione è costituito da un filo inestensibile e di massa trascurabile alla cui estremità è
fissato un corpo rigido. Se si fa ruotare il corpo attorno all'asse passante per il filo, quest'ultimo si
torce producendo un momento torcente dato da τ → = − χ ϑ k ^ , dove χ = π 2 G R 4 l (nel caso il
corpo rigido sia un disco) è detta costante di torsione. Esso ha segno meno perché tende a far
ruotare il corpo nel verso opposto al moto. Prendendo come polo il centro di rotazione e applicando
la seconda equazione cardinale della dinamica M → ( e ) = − χ ϑ k ^ = d L → d t = d ( I ϑ ˙ k ^ ) d t
, otteniamo la seguente equazione differenziale:

ϑ¨+χIϑ=0 ,

dove I è il momento d'inerzia del corpo rigido rispetto all'asse di rotazione, avente soluzione

ϑ = ϑ m a x cos ⁡( ω t + φ ) .

Essa rappresenta l'equazione di un moto armonico semplice di pulsazione

ω=χI .

Applicando il teorema di conservazione dell'energia meccanica (siccome non vi sono forze


dissipative), ricaviamo che l'energia potenziale torsionale dovuta al momento del filo risulta essere:

U(ϑ)=12χϑ2 .

Pendolo cicloidale
Il pendolo cicloidale è un tipo di moto periodico ideato da Christiaan Huygens intorno al 1659 con
una peculiare proprietà: le sue oscillazioni sono isocrone indipendentemente dalla loro ampiezza. Si
è visto infatti che questo vale nel caso del pendolo semplice solo per ampiezze abbastanza piccole.
Huygens dimostrò invece che un punto materiale che oscilla seguendo una traiettoria cicloidale
sotto l'azione della gravità ha un periodo costante che dipende unicamente dalle dimensioni della
cicloide.

L'equazione della cicloide in forma parametrica è

x = a ( θ − sin ⁡θ ) ; y = a ( 1 + cos ⁡θ )
dove a è la lunghezza del raggio della circonferenza che genera la cicloide. Siano quindi x e y le
coordinate del punto di massa m che oscilla sotto l'azione della gravità. L'energia potenziale del
punto è

U=mgy

mentre l'energia cinetica è

K=12m(x˙2+y˙2) .

Poiché

x ˙ = a θ ˙ ( 1 − cos ⁡θ ) ; y ˙ = − a θ ˙ sin ⁡θ

si ha

x ˙ 2 + y ˙ 2 = 2 a 2 θ ˙ 2 ( 1 − cos ⁡θ )

e ricordando le trasformazioni

cos ⁡θ 2 = 1 + cos ⁡θ 2

sin ⁡θ 2 = 1 − cos ⁡θ 2

si ottiene

U = 2 m g a ( cos ⁡θ 2 ) 2 ; K = 2 m a 2 θ ˙ 2 ( sin ⁡θ 2 ) 2 .

Introducendo

q = cos ⁡θ 2 ,

si ottiene

q ˙ = − 1 2 θ ˙ sin ⁡θ 2 .

La grandezza q si può considerare coordinata generalizzata del punto oscillante, e la sua derivata q ˙
come velocità generalizzata. Allora

U=2mgaq2;K=8ma2q˙2 .

L'energia potenziale è una funzione quadratica della coordinata q, e l'energia cinetica è una funzione
quadratica della sua derivata (e i coefficienti sono costanti). Da ciò risulta che le oscillazioni del
pendolo sono isocrone e armoniche di periodo

T=2π4ag .

Huygens utilizzò la sua scoperta per realizzare orologi a pendolo molto precisi. Per costruire il
pendolo cicloidale occorre sospendere il pendolo ad un filo posto fra due archi di cicloide, in modo
tale che esso segua il loro profilo facendo percorrere anche al peso attaccato una traiettoria
cicloidale.

Note
1. ^ A seguito di un'erronea interpretazione della raffigurazione nei trattati medievali arabi di
alcuni sistemi di filo a piombo per la determinazione del piano orizzontale in strumenti
astronomici, in alcuni testi moderni si attribuisce la scoperta del pendolo come sistema di
misura del tempo al grande astronomo egiziano Ibn Yunus (950-1009) (cfr. Adolf Müller,
Elementi di astronomia ad uso delle scuole e per istruzione privata, Volume 1, ed. Desclée
Lefebure e c., p. 106). Questa attribuzione è stata confutata in King, D. A. (1979). "Ibn
Yunus and the pendulum: a history of errors". Archives Internationales d'Histoire des
Sciences 29 (104): 35–52.

Voci correlate
• Isocronismo
• Pendolo di Wilberforce
• Moto armonico
• Doppio pendolo
• Pendolo composto
• Pendolo balistico
• Pendolo orizzontale
• Pendolo di Foucault
• Pendolo di Kater
• Pendolo di Newton
• Equazione di sine-Gordon

Altri progetti
• Wikizionario contiene il lemma di dizionario «pendolo»
• Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su pendolo

Collegamenti esterni

• (EN) Pendolo / Pendolo (altra versione), su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia


Britannica, Inc.
• Applet di meccanica Archiviato il 19 novembre 2011 in Internet Archive..
• Pendolo di Kater - Misura della costante di accelerzione gravitazionale locale mediante il
pendolo reversibile, su fisica.uniud.it.
• Pendolo cicloidale, su php.math.unifi.it.
Thesaurus BNCF 3878 · LCCN (EN) sh85099384 · GND (DE) 4173651-5 · BNF
Controllo di
(FR) cb11966679g (data) · J9U (EN, HE) 987007533962805171 · NDL
autorità
(EN, JA) 00563762
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