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2011/2012
L’applicazione della 2a legge della dinamica permette (in linea di principio) di ricavare il
moto del corpo. Infatti, dobbiamo sempre tenere ben presente che (ad esempio, nel caso
unidimensionale) la relazione ma = F , si traduce nell’equazione differenziale seguente
d2 x
ma = F ⇒ m 2 =F ,
dt
che è detta equazione del moto. La risoluzione di tale equazione costituisce, in pratica, il
problema della dinamica e la sua soluzione, date le condizioni iniziali, è l’equazione oraria
del punto materiale.
~ , l’equazione del moto si traduce nelle 3
In 3 dimensioni, data la natura vettoriale di ~a e F
equazioni differenziali seguenti:
~ d2 x d2 y d2 z
~a = F
m~ ⇒ m 2 = Fx ; m 2 = Fy ; m 2 = Fz .
dt dt dt
In tal caso, le soluzioni delle tre equazioni differenziali, una volta imposte le condizioni iniziali,
danno l’equazione della traiettoria seguita dal punto materiale in funzione del tempo.
Le forze elastiche
Sono forze che si originano dalla deformazione (elastica) di certi corpi. Quando detti corpi
vengono deformati essi generano (per reazione) delle forze dirette come le azioni esterne, ma
di verso opposto. Nei limiti elastici le intensità di tali forze sono proporzionali all’entità della
deformazione.
Una molla in genere presenta una lunghezza caratteristica che
assume in condizioni di riposo (assenza di forze applicate). Se
la molla viene allungata (o compressa) essa produce una forza
avente verso opposto alla deformazione. Come vediamo in figu-
ra nell’allungamento (compressione) verso destra (sinistra) la
molla produce una forza verso sinistra (destra) proporzionale a
tale spostamento. Cioè
F = −k∆x = −k(x − x0 )
La quantità k è detta costante elastica della molla (si noti
che tale costante si misura in N/m). Le forze che rispettano
tale relazione rigorosamente sono dette forze elastiche.
Analogamente, se un punto materiale è soggetto ad una forza
esprimibile nella forma
~ = −k∆~
F ~
r
(∆~~
r è il raggio vettore tra un punto fisso O e un generico pun-
to P ) diremo che il punto materiale è soggetto ad una forza
elastica.
gilberto.giugliarelli@uniud.it Dinamica del punto materiale 58
Laurea Triennale in Ing. Gestionale ed Elettronica - Corso di Fisica Generale I - A.A. 2011/2012
Abbiamo appena imparato che un corpo (di massa m) fissato ad un estremo di una molla è
soggetto ad una forza elastica del tipo
F = −k(x − x0 )
fs,max = µs N ,
Attrito dinamico
Se il corpo si sta muovendo, la presenza dell’attrito determina anco-
ra delle forze che si oppongono al moto. Anche in questo caso tali
forze hanno intensità proporzionale alla reazione normale del piano
di appoggio. In questo caso, la forza di attrito viene detta forza di
attrito dinamico, fk , e il suo modulo è espresso dalla seguente
fk = µ k N ,
dove ora µk (sempre adimensionale) è il coefficiente di attrito
dinamico.
In genere si ha
µk < µ s .
Se F è la forza esterna agente sul corpo che si muove orizzontalmente
(che supponiamo parallela al piano di appoggio), in presenza di attrito
dinamico l’equazione del moto del corpo è
ma = F − fk ,
che porta ad un’accelerazione
F − fk F − µk N F − µk mg
a= = = .
m m m
Quando un corpo si muove in un mezzo fluido (l’aria, per esempio) sul corpo viene ad agire una
~ che tende a rallentare il corpo. Per l’aria si parla di resistenza aerodinamica.
forza resistente D
Nel caso di corpi (quasi) sferici la forza resistente, che dipende dalla velocità del corpo v
relativa al mezzo, è esprimibile in modo semplice in termini di tale velocità: per basse velocità
D è proporzionale a v, mentre, per velocità intermedie D cresce proporzionalmente a v 2 .
Nell’aria, per velocità non troppo elevate, si può scrivere (con discreta approssimazione)
1
D= CρAv 2
2
Nella tabella seguente vediamo i valori della velocità limite di vari corpi in moto in aria.
Conseguentemente,
r otteniamo r „q «
m −1
“q
kA
” mg gkA
tanh mg
v(t) = t → v(t) = tanh m
t
gkA kA
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