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Fisica I con laboratorio

Prova scritta in itinere del 17/04/2019

1) Una molla ha lunghezza di riposo L. Se all'estremo libero viene attaccata un corpo di massa M, la
molla si allunga di un tratto ΔL. Supponendo che la molla abbia massa trascurabile
rispetto alla massa M, determinare
a) la costante elastica della molla.
La molla, con il corpo agganciato, viene poi allungata di un ulteriore tratto ΔL e
successivamente lasciata libera.
Determinare:
b) l'equazione oraria del corpo
c) la massima velocità raggiunta dal corpo
d) la massima reazione vincolare del supporto fisso a cui la molla è agganciata
e) i valori numerici delle domande precedenti nel caso in cui M = (5.00 ± 0.05) kg,
ΔL = (20.0 ± 0.1) cm

2) Un sistema rigido è costituito da due dischi omogenei, concentrici e solidali tra loro di massa e
raggio rispettivamente m1 , r1 e m2 , r2 . Il sistema è vincolato a ruotare intorno a un asse orizzontale
perpendicolare al piano dei dischi e passante per il loro centro, in assenza di
attrito. Una corda ideale di lunghezza L è avvolta attorno al bordo del disco di
raggio minore. All'estremità libera della corda è attaccato un corpo di massa
m. Il sistema è inizialmente fermo con la corda completamente avvolta per
effetto di una forza F orizzontale applicata al bordo del disco di raggio
maggiore.
In tali condizioni si determinino:
a) il modulo della forza F
b) la reazione vincolare applicata dall'asse fisso al sistema dei due dischi.
Eliminata la forza F, il sistema viene lasciato libero di muoversi.
Nell'istante in cui la corda si è completamente svolta, determinare:
c) la velocità angolare dei dischi
d) il tempo di caduta
e) i valori numerici delle domande precedenti nel caso in cui m1 = (1.00 ± 0.01) kg , r1 = (50.0 ±
0.1) cm , m2 = (0.50 ± 0.01) kg , r2 = (20.0 ± 0.1) cm , m = (2.00 ± 0.01) kg , L = (1.00 ± 0.01) m.

3) Un'asta di lunghezza L e massa M è appoggiata con l'estremo inferiore al pavimento e con quello
superiore a una parete con un angolo di inclinazione θ 0 . Il pavimento e la parete sono entrambi
privi di attrito.
Determinare:
a) la forza che deve essere applicata all'estremo inferiore dell'asta per
mantenerla in equilibrio statico
b) il coefficiente di attrito del pavimento necessario per ottenere la
stessa condizione di a)
In assenza della forza sull’estremo inferiore l'asta cade.
Quando la scala arriva in posizione orizzontale, determinare:
c) la velocità del centro di massa dell'asta
d) la velocità angolare dell'asta
e) i valori numerici delle domande precedenti nel caso in cui
θ 0 = (45.0 ± 0.1)°, M = (5.00 ± 0.01) kg, L = (50.0 ± 0.2) cm.

Tempo a disposizione: 2 ore.


Si possono consultare testi e appunti. Si può usare la calcolatrice. I cellulari devono essere
spenti.
COMPITO DEL 17/04/2019

Problema 1
Quesito a
Affinché il sistema sia in equilibrio statico devono valere le due equazioni cardinali della
statica che si traducono nelle relazioni vettoriali F~ (e) = 0 e M~ (e) = 0. Il problema non
tratta rotazioni di corpi e quindi possiamo cercare di risolverlo considerando solo la prima.
Sulla massa M agiscono solo forze verticali: la forza peso M~g , diretta verso il basso e la
forza di trazione della molla T~ diretta verso l’alto. La forza di trazione della molla è
dovuta al fatto che essa si è elongata rispetto alla posizione di riposo di una quantità ∆L
e il suo modulo è pari a k∆L con k costante elastica.
Prendendo l’asse z lungo la verticale discendente, ambedue le forze sono dirette lungo z
e quindi avremo:

F~ (e) = 0 → Fz(e) = 0 = Mg − T = Mg − k · ∆L

da cui
Mg
k=
∆L

Quesito b
La molla è stata allungata di un’ulteriore quantità ∆L e poi viene lasciata libera. Il
moto successivo della massa M è descritto dalla prima equazione cardinale della dinamica
F~ (e) = M~a. Come nel caso statico anche in questo caso le forze sono tutte dirette lungo
la verticale e quindi potremo considerare solo la componente z dell’equazione vettoriale.
Prendendo l’asse z positivo verso il basso e con origine coincidente con la posizione in cui
la molla non è elongata, avremo quindi:

F~ (e) = M~a → Fz(e) = M z̈ = Mg − kz

Dividendo per M e riordinando i termini, si tratta quindi di risolvere l’equazione differen-


ziale
k
z̈ + z=g
M
equazione differenziale del secondo ordine non omogenea (a causa della presenza del ter-
mine g a secondo membro).
La soluzione generale di questa equazione differenziale è data dalla somma della soluzione
dell’equazione omogenea (ovvero con il secondo membro uguale a zero) + una soluzione

1
particolare della equazione non omogenea.
L’equazione differenziale omogenea è quella caratteristica
p di un moto armonico e ha per
soluzione zomog (t) = Acos(ωt + φ) con ω = k/M e A e φ da determinarsi con le con-
dizioni iniziali.
Una semplice soluzione particolare dell’equazione differenziale non omogenea è data da
znonom (t) = Mg/k (basta sostituirla nell’equazione differenziale e verificare che valga
l’uguaglianza). Concludendo, la soluzione generale dell’equazione differenziale non omo-
genea è data da:

z(t) = Acos(ωt + φ) + Mg/k

con derivata prima data da

ż(t) = −Aωsen(ωt + φ)

Imponendo le condizioni iniziali z(0) = 2∆L e ż(0) = 0 si ottengono i seguenti valori per
A e φ: A = ∆L, φ = 0. Infine avremo che l’equazione del moto della massa M è

z(t) = ∆L(1 + cos(ωt))

ovvero un moto armonico di pulsazione ω intorno alla posizione z = ∆L.

Quesito c
Viene richiesta la massima velocità della massa M.
Dal punto b) abbiamo che la velocità ha l’espressione

ż(t) = −∆L · ωsen(ωt)

che ha valore massimo, in valore assoluto, quando la funzione sen(ωt) assume valore
massimo o minimo ovvero per ωt = π2 + nπ.
π
Il primo di questi si ha quindi per t = (2ω) .

Quesito d
Viene richiesta la massima reazione vincolare del supporto fisso a cui la molla è agganci-
ata.
La molla ha la proprietà di applicare, istante per istante, forze uguali ai suoi estremi.
L’estremo agganciato al supporto fisso subirà la reazione uguale e contraria applicata dal
supporto alla molla. La domanda è quindi equivalente alla massima forza con la quale la
molla agisce ai suoi estremi.
Sappiamo che tale forza ha modulo pari al prodotto della costante elastica k per l’allungamento
della molla e quindi assumerà il suo massimo valore quando sarà massimo l’allungamento
della molla stessa. Concludendo Rmax = k · 2∆L

2
Quesito e
I valori numerici delle domande precedenti sono:
a) k = (245 ± 4)N/m
b) ω = (7.00 ± 0.02)rad/s
c) żmax = (1.400 ± 0.004)m/s
d) Rmax = (98 ± 1)N

3
Problema 2
Quesito a
Affinché il sistema sia in equilibrio statico devono valere le due equazioni cardinali della
statica che si traducono nelle relazioni vettoriali F~ (e) = 0 e M ~ (e) = 0. Il problema
tratta rotazioni (carrucola) e traslazioni (massa m) di corpi e quindi dovremo considerare
entrambe le relazioni.
Consideriamo innanzitutto la massa m che può solo traslare. Per essa potremo quindi
cercare di utilizzare la prima equazione cardinale. Su di essa agiscono la forza peso m~g ,
diretta verso il basso, e la trazione della corda T~ , diretta verso l’alto. In condizioni statiche
avremo quindi, prendendo un sistema di riferimento con l’asse y diretto verso l’alto e l’asse
x diretto verso destra)
F~ (e) = 0 → Fy(e) = 0 = −mg + T
Le forze agenti sulla carrucola sono:
- la trazione T~ del filo agente sul bordo di raggio minore
- una forza F~ orizzontale applicata sul bordo di raggio maggiore
- la reazione vincolare dell’asse R~ applicata dall’asse di rotazione
La seconda equazione cardinale della statica ci dice che il momento risultante delle forze
esterne M ~ e deve annullarsi. Prendendo come asse di riferimento per il calcolo dei mo-
menti di forza l’asse fisso di rotazione della carrucola, abbiamo che la reazione vincolare
dà momento nullo, la trazione del filo dà un momento M ~ T = −r2 T ~uz che deve essere
~
compensato da quello esercitato dalla forza F . Si tratta quindi di decidere dove applicare
la forza F~ per esercitare tale momento.
Dovrebbe essere evidente che applicare la forza F~ in uno dei due punti in cui la direzione
della forza passa per l’asse di rotazione non risolve il problema in quanto in tali casi il
momento della forza F~ rispetto all’asse è nullo. Tutti gli altri punti del bordo esterno
possono essere utilizzati ma quelli posti sul bordo esterno sopra o sotto l’asse di rotazione
sono quelli più efficienti in quanto offrono il “braccio” massimo e quindi necessitano di
una forza F~ di modulo minimo.
Scegliendo ad es. il punto sul bordo esterno al di sopra dell’asse, la forza F~ dovrà essere
diretta verso sinistra per fornire un momento di forza M ~ F = r1 F ~uz .
La seconda equazione cardinale della statica darà allora

M~ (e) = 0 → M (e) = 0 = r1 F − r2 T = r1 F − r2 mg → F = r2 mg
z
r1

Quesito b
Per determinare le componenti della reazione vincolare applicata dall’asse fisso al sistema
dei due dischi dovremo utilizzare la prima equazione cardinale della statica in quanto nella
seconda da noi utilizzata nella parte a) la reazione viincolare non appariva. Indicando
con Rx e Ry le componenti della reazione vincolare R ~ avremo quindi

F~ (e) = 0 → Fx(e) = 0 = Rx − F Fy(e) = 0 = Ry − T − (m1 + m2 )g

4
dalla quale segue
r2
Rx = F = mg Ry = T + (m1 + m2 )g = (m + m1 + m2 )g
r1

Quesito c
Soppressa la forza F~ la carrucola è libera di ruotare intorno all’asse fisso e, conseguente-
mente, la massa m di cadere.
Il quesito richiede la determinazione della velocità angolare dei dischi quando la corda di
lunghezza L si è tutta svolta. Risolveremo il problema utilizzando le equazioni cardinali
della dinamica ma vedremo che una strada più veloce potrebbe essere quella di utilizzare
la conservazione dell’energia meccanica.
Separiamo il sistema meccanico in esame in due parti: i dischi e la massa m che si muovono
sotto l’effetto delle forze agenti su di essi. Terremo poi in considerazione il fatto che i due
moti sono legati tra loro per effetto della corda.
I dischi avranno un moto rotatorio e quindi è immediato utilizzare la seconda equazione
cardinale della dinamica, che per un corpo in rotazione intorno a un asse fisso pruò essere
(e) (e)
espressa nella forma Mz = I φ̈, dove Mz è la componente lungo l’asse di rotazione del
momento delle forze esterne applicate ai dischi, I il momento di inerzia dei dischi rispetto
all’asse (dato da 21 (m1 r12 + m2 r22 )) e φ̈ la derivata seconda rispetto al tempo dell’angolo
φ, positivo antiorario, di rotazione dei dischi. L’unica forza applicata ai dischi che dà un
momento rispetto all’asse di rotazione è la tensione T~ della corda, diretta verticalmente
e applicata al disco interno.
Avremo quindi
Mz(e) = −r2 T = I φ̈
Il corpo di massa m esegue un moto traslatorio e quindi è immediato applicare la prima
equazione cardinale della dinamica F~ (e) = m~a. Tenendo conto che le forze agenti, forza
peso e tensione della corda, sono tutte verticali, potremo considerare solo la componente
verticale della equazione cardinale, ottenendo
Fy(e) = T − mg = mÿ
Abbiamo quindi due equazioni ma purtroppo il numero delle incognite è pari a 3 (T , ÿ e
φ̈).
La presenza della corda fa sı̀ che a uno spostamento verticale y della massa m corrisponda
una rotazione φ dei dischi e che valga la relazione y = r2 φ. Da questa segue che ÿ = r2 φ̈.
Sostituendo questa espressione nelle due equazioni della dinamica il numero delle incognite
si riduce da 3 a 2 e quindi il problema è risolvibile. In particolare si ottiene
−mgr2
φ̈ =
I + mr22
ovvero un moto rotatorio dei dischi uniformemente accelerato per il quale valgono le
relazioni
1
φ(t) = φ(0) + φ̇(0)t + φ̈ · t2
2
5
e

φ̇(t) = φ̇(0) + φ̈ · t

e analoghe relazioni per y(t) e ẏ ottenibili da queste moltiplicando ambo i membri delle
relazioni per r2 .
Il quesito richiede la velocità della massa m quando la corda si è svolta ovvero quando la
massa m si è abbassata di una quantità L pari alla lunghezza della corda. Per rispondere
al quesito potremmo usare la seconda relazione se conoscessimo il tempo tf in impiegato
dalla massa m a percorrere il tratto L. Questo tempo è ricavabile dalla prima relazione
ricordando che al tempo 0 abbiamo φ̇(0) = 0 e ẏ(0) = 0 (partenza da fermi) e possiamo
scegliere, per semplicità, φ(0) = 0 e y(0) = 0. Otteniamo quindi
s
2L −1 2L I + mr22
t2f in = · tf in = ·
r2 φ̈ g mr22

e quindi
s
2mgL
φ̇(tf in ) = φ̈ · tf in =
I + mr22

Val la pena di notare che se eleviamo al quadrato ambo i membri dell’ultima e poi li
moltiplichiamo ambedue per I + mr22 otteniamo
1 2 1
I φ̇ (tf in ) + mr22 φ̇2 (tf in ) = mgL
2 2
ovvero la relazione che avremmo ottenuto dalla conservazione dell’energia meccanica.

Quesito d
Viene richiesto il tempo di caduta che, utilizzando le equazioni cardinali, abbiamo già
ricavato nel punto c).

Quesito e
I valori numerici delle grandezze ricavate nelle domande precedenti sono
a) F = (7.84 ± 0.09)N
b) Rx = (7.84 ± 0.09)N e Ry = (34.3 ± 0.3)N
c) I = (0.135 ± 0.002)kg m2 , φ̇(tf in ) = (13.5 ± 0.2)rad/s
d) tf in = (0.740 ± 0.014)s

6
Problema 3
Quesito a
Affinché il sistema sia in equilibrio statico devono valere le due equazioni cardinali della
statica che si traducono nelle relazioni vettoriali F~ (e) = 0 e M ~ (e) = 0. La scala, se non
bloccata, avrà un moto sia rotatorio che traslatorio: è quindi probabile che dovremo con-
siderare entrambe le relazioni.
Scegliendo un sistema di assi cartesiani con l’asse y verso l’alto e l’asse x diretto da sinistra
verso destra, le forze applicate alla scala sono:
- la forza peso (= M~g = −Mg~uy ) che potremo pensare applicata nel suo baricentro
- le reazioni vincolari di pavimento e parete: ambedue sono prive di attrito e quindi po-
tranno esercitare solo forze perpendicolari alle corrispondenti superfici. Avremo quindi
~ pav = Rpav ~uy e R
R ~ par = Rpar ~ux
- la forza F~ applicata alla base della scala: viste le altre forze applicate alla scala potremo
supporre che tale forza abbia solo componente x in quanto la reazione vincolare del pavi-
mento si occuperà di compensare la forza peso della scala.
Applicando la prima equazione cardinale della statica avremo quindi:

F~ (e) = 0 → Fx(e) = 0 = Rpar + Fx Fy(e) = 0 = Rpav − Mg

La seconda equazione ci dice immediatamente che Rpav = Mg, come anticipato, ma non ci
dice nulla su Fx . La prima lega Fx a Rpar , purtroppo incognita. Per risolvere il problema
abbiamo quindi bisogno di un’altra equazione e ci viene in aiuto la seconda equazione
cardinale della statica M~ (e) = 0; tutte le forze in esame si trovano sul piano xy e quindi i
loro momenti di forza saranno diretti lungo l’asse z. Scegliendo come punto di riferimento
il punto di appoggio inferiore della scala, avremo quindi

~ (e) = 0 → M (e) = 0 = L · sen(θ0 ) · Mg − L · cos(θ0 ) · Rpar


M z
2
Da questa relazione si ricava immediatamente Rpar = 21 Mgtan(θ0 ) e quindi Fx = −Rpar =
− 21 Mg · tan(θ0 ) ovvero componente negativa lungo l’asse x prescelto.

Quesito b
La forza di attrito dovuta al pavimento si oppone al moto della scala e quindi sarà diretta
nel verso negativo dell’asse x scelto e quindi può sostituire la forza F~ prima applicata.
Sappiamo inoltre che il modulo della forza di attrito Ratt è legato alla componente normale
della reazione vincolare del pavimento dalla relazione Ratt = µ · Rpav , con µ coefficiente
di attrito statico. Avremo quindi
1
Ratt = µ · Rpav = µ · Mg = −Fx = Mg · tan(θ0 )
2
1
da cui si ricava immediatamente µ = 2
· tan(θ0 ).

7
Quesito c
Tolta la forza F~ l’asta cade mantenendo gli estremi appoggiati alla parete e al pavi-
mento. Non essendo presenti forze non conservative, potremo utilizzare la conservazione
dell’energia meccanica per determinare la velocità del centro di massa dell’asta quando
arriva in posizione orizzontale. Nella condizione di rilascio iniziale l’asta è ferma, il suo
centro di massa si trova a una quota h = L2 · cos(θ0 ) e la sua energia potenziale gra-
vitazionale è Vin = Mg · L2 · cos(θ0 ). All’istante di contatto con il pavimento l’energia
potenziale gravitazionale ha Vf in = 0 ma l’asta ha un’energia cinetica che potremo e-
sprimere come Tf in = TCM + Trel = 21 · M · vCM 2
+ 12 · I · ω 2 , con TCM energia cinetica del
centro di massa, Trel energia cinetica rotazionale rispetto al centro di massa, I momento
d’inerzia baricentico dell’asta e ω sua velocità angolare.
Imponendo la conservazione dell’energia meccanica avremo
L 1 2 1
Vin − Vf in = Mg · · cos(θ0 ) = Tf in − Tin = · M · vCM + · I · ω2
2 2 2

Purtroppo questa equazione non ci permette di ricavare vCM se non si conosce ω. È


facile dimostrare (si scrivano le coordinate cartesiane del centro di massa in funzione di
θ, se ne faccia la derivata rispetto al tempo, tenendo conto che dθ/dt = ω e ottenendo
cosı̀ le componenti cartesiane di ~vCM , si calcoli il modulo di ~vCM ) che vale la relazione
vCM = L2 ·ω e quindi, sostituendo nella relazione della conservazione dell’energia meccanica
1
e ricordando che I = 12 ML2 , si ottiene
r
3
vCM = gL · cos(θ0 )
4

Quesito d
La velocità angolare dell’asta ω al momento di arrivo dell’asta in posizione orizzontale è
data da

r
2 3g · cos(θ0 )
ω = · vCM =
L L

Quesito e
I valori numerici delle grandezze ricavate nelle domande precedenti sono
a) Fx = (24.5 ± 0.1)N
b) µ = (0.500 ± 0.002)
c) vCM = (1.612 ± 0.005)m/s
d) ω = (6.44 ± 0.02)rad/s

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