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Al giorno d’oggi è possibile trovare defibrillatori in diversi luoghi pubblici, a partire da luoghi di
svago fino alle stazioni ferroviarie. Quello comunemente usato dalle persone prive di conoscenze
medico-sanitarie è il DAE – defibrillatore semiautomatico esterno.
Il defibrillatore è un apparecchio salvavita in grado di rilevare le alterazioni del ritmo della
frequenza cardiaca e di erogare una scarica elettrica al cuore in caso di arresto cardiaco.
L’erogazione di uno shock elettrico serve per azzerare il battito cardiaco e, successivamente,
ristabilirne il ritmo.
Generalmente, un defibrillatore è composto da due elettrodi che devono essere posizionati sul
torace del paziente (uno a destra e uno a sinistra del cuore ) e da una parte centrale dedicata
all’analisi dei dati da essi trasmessi. Dopo che il defibrillatore avrà analizzato il ritmo cardiaco del
paziente sarà esso stesso a determinare se il ritmo cardiaco è defibrillante o meno e di
conseguenza a consigliare la scarica. Nei modelli semiautomatici occorrerà premere il tasto per il
rilascio della scarica stessa, mentre nei modelli automatici la scarica verrà rilasciata
automaticamente.
Lo sfruttamento del defibrillatore cardiaco è reso possibile grazie all’utilizzo del trasformatore di
tensione e dei circuiti RC, il cui elemento base è un condensatore di capacità elevata. Spieghiamo
brevemente cos’è un circuito e da cosa sono formati in particolare i circuiti RC:
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Per poter capire al meglio il meccanismo dei circuiti RC, è necessario chiarire com’è formata la
parte più caratteristica di un circuito RC, ossia, il condensatore .
𝑄
𝐶=
∆𝑉
Chiusa questa breve parentesi sui condensatori, si riporti ora l’attenzione sul circuito RC e quindi
sul processo di carica e scarica di un condensatore.
PROCESSO DI CARICA
t=0s,chiusura interruttore
Nella prima fase, la fase di carica, inizialmente l’interruttore del circuito è aperto e il condensatore
è totalmente scarico. Nell’istante t=0s in cui chiudiamo l’interruttore, il flusso di cariche positive
provenienti dal generatore, andrà a fluire verso un’estremità del condensatore e stessa cosa
succederà nell’altra estremità del circuito con le cariche negative. Di conseguenza, sulle due
armature del condensatore, si verrà a creare una stessa quantità di cariche positive e di cariche
negative caricando completamente il condensatore. Il processo di carica continuerà fino a che la
differenza di potenziale tra le due armature avrà uguagliato la forza elettro motrice (f) fornita dal
generatore.
Per determinare come la carica di un condensatore varia in funzione del tempo ricorriamo
all’applicazione della seconda legge di Kirchoff che afferma: stabilito un verso di percorrenza, la
somma algebrica delle cadute di tensione in un circuito è uguale a 0.
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Quindi si ottiene:
𝑞
𝑓 − 𝑅𝑖 − =0
𝑐
Inoltre, ricorrendo alla definizione di corrente, si evidenzia che ( 𝑖) è la derivata prima della carica
rispetto al tempo e possiamo sostituire questo valore nell’equazione precedente.
𝑑𝑞 𝑞
𝑓−𝑅 − =0
𝑑𝑡 𝑐
Ciò che si ottiene è un’equazione differenziale nella variabile q la quale, una volta risolta, ci porta
alla legge con cui la carica elettrica varia in funzione del tempo:
𝑡
𝑄(𝑡) = 𝐶𝑓 (1 − 𝑒 𝜏 )
In merito all’intensità di corrente elettrica (𝑖), per arrivare alla sua equazione in funzione del
tempo è necessario partire dalla definizione di corrente precedentemente usata, cioè:
𝑑𝑞
𝑖= 𝑑𝑡
E si ottiene che:
𝑡 𝑡 𝑡
𝑑 −𝜏 𝑡
1 𝐶𝑓 −𝜏 𝑓 −𝜏
−
𝑖(𝑡) = 𝑑𝑡 [𝐶𝑓 (1 − 𝑒 )] 𝑖(𝑡) = 𝐶𝑓 (−𝑒 𝜏 ∙ − 𝜏) 𝑖(𝑡) = 𝑅𝐶 ∙ 𝑒 𝑖(𝑡) = 𝑅 ∙ 𝑒
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Vediamo ora il suo andamento al variare del tempo:
𝑓
t=0s i= 𝑅
𝑓
t= i= 0,37 𝑅
t∞ i= 0 A
𝑡
Per la carica elettrica: 𝑄(𝑡) = 𝐶𝑓 𝑒 𝜏
Se t=0s q= C𝑓
Se t= q= 0,37 𝐶𝑓
Se t+∞ q=0 C
𝑡
per il potenziale:𝑉(𝑡)𝑓 𝑒 𝜏
Se t=0 V= 𝑓
Se t= V= 0,37 𝑓
Se t+∞ V=0 V
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𝑡
𝑓
per l’intensità di corrente: 𝑖(𝑡) = − 𝑅 𝑒 𝜏
E’ importante osservare che la corrente di scarica del condensatore ha un’intensità che varia nel
tempo in modo identico a quello osservato nella fase di carica e perciò la sua espressione
matematica risulta essere la stessa tranne che per un segno meno che tiene conto del fatto che
ora la corrente ha segno opposto.
Analizzando i grafici delle precedenti funzioni si evidenzia come in tutte sia presente un asintoto.
Si definisca ora cos’è un asintoto:
Una retta è un asintoto di una funzione se la distanza di un generico punto della funzione da tale
retta tende a 0 quando l’ascissa o l’ordinata del punto tendono a ∞.
Gli asintoti che si possono trovare all’interno di una funzione possono essere verticali, orizzontali e
obliqui. Gli asintoti che che si trovano all’interno di queste funzioni sono degli asintoti orizzontali.
La retta di equazione y=k è un asintoto orizzontale di una funzione f(x) se il limite della funzione
per x che tende a ∞ da come risultato un numero finito:
lim 𝑓(𝑥) = 𝑁
𝑥→∞
𝑡 𝑡
𝑉(𝑡) = 𝑓(1 − 𝑒 −𝜏 ) lim 𝑓 (1 − 𝑒 𝜏 ) lim 𝑓(1 − 𝑒−∞ ) lim 𝑓(1 − 0) 𝑓
𝑡→∞ 𝑡→∞ 𝑡→∞
𝑡 𝑡
𝑓 −𝜏 𝑓 −𝜏 𝑓 𝑓
𝑖(𝑡) = ∙ 𝑒 lim ∙𝑒 lim ∙ 𝑒−∞ lim ∙00
𝑅 𝑡→∞ 𝑅 𝑡→∞ 𝑅 𝑡→∞ 𝑅
Fase di scarica:
𝑡
𝑡 −𝜏
𝑄(𝑡) = 𝐶𝑓 𝑒 𝜏 lim 𝐶𝑓 ∙ 𝑒 lim 𝐶𝑓 ∙ 𝑒−∞ lim 𝐶𝑓 ∙ 0 0
𝑡→∞ 𝑡→∞ 𝑡→∞
𝑡
𝑓 𝑡
𝑓 −𝜏 𝑓 𝑓
𝑖(𝑡) = − 𝑅 𝑒 𝜏 lim − ∙ 𝑒 lim − ∙ 𝑒−∞ lim − ∙ 0 0
𝑡→∞ 𝑅 𝑡→∞ 𝑅 𝑡→∞ 𝑅
𝑡
𝑡 −𝜏
𝑉(𝑡)𝑓 𝑒 𝜏 lim 𝑓 ∙ 𝑒 lim 𝑓 ∙ 𝑒−∞ lim 𝑓 ∙ 0 0
𝑡→∞ 𝑡→∞ 𝑡→∞