Go /Gi
Gi
Fig. V.1
Risposta in frequenza: Se il sistema tratta tutte le componenti in frequenze allo stesso modo, si ha
una buona risposta in frequenza. Anche in questo caso succede raramente e in generale il guadagno
risulta dipendente dalla frequenza.
33
Go /Gi
Fig. V.2
Risposta in fase: è importante principalmente per le forme d’onda complesse, in cui le diverse
componenti nel passare attraverso un sistema possono subire un ritardo di fase, con un ammontare
una diversa dall’altra. Allora la ricostruzione dell’onda in uscita porta a deformazioni, tanto più
rilevanti quanto più differente è la risposta in fase delle varie componenti.
90°
0°
f
Fig. V3
Ritardo o tempo di salita Δt: Quanto tempo impiega il segnale in uscita a raggiungere le condizioni
stazionario quando il segnale di ingresso è un gradino. Misura la capacità del sistema di rispondere
ai transitori veloci. Una caratteristica collegata è la velocità di risposta ossia la massima velocità di
cambiamento a cui il sistema risponde…………. dGo / dt .
34
input
t
output
t
t
Fig. V.4
k
m
Fig. V.5
Sistemi simili sono le barre di torsione, in cui la forza applicata risulta proporzionale all’angolo di
deflessione.
Smorzatore: E’un dispositivo che risponde con una forza negativa proporzionale alla velocità di
spostamento. Dipende dall’attrito, in genere viscoso.
ds
F = con ζ coefficiente di smorzamento
dt
k
Senza smorzamento il sistema oscilla con una sua frequenza caratteristica pari a 0 . Se si
m
inserisce lo smorzatore, esiste un valore di ζ = ζc (zeta critico) per cui non si hanno più oscillazioni
del sistema, anche se smorzate.
35
Per valori di ζ superiori il sistema si dice sovrasmorzato. Per valori inferiori è sottosmorzato. E’
chiaro che un buon sistema di misura deve avere uno smorzamento opportuno per evitare le
oscillazioni e per evitare tempi troppo lunghi per raggiungere il valore assegnato. In genere è
opportuno che sia :
0.6 c 0.75 c
Il comportamento di un sistema massa, molla, smorzatore con 1 solo grado di libertà (lo
spostamento s) è ottenuto dall’equazione differenziale:
d 2s ds
m 2
ks F t (ricavata dalla F ma )
dt dt
F t è chiamata la forzante ed è il segnale di input applicato al sistema.
Le forme più comuni di forzante sono: il gradino, la rampa, l’impulso( di Dirac), l’armonica
semplice.
Oltre al sistema completo si possono studiare i sistemi più semplici in cui mancano uno o più
elementi.
Nel sistema generale non è presente la massa e l’equazione viene del 1ºordine:
ds
ks F t
dt
Un esempio di sistema che si comporta in questo modo è il termometro, in cui l’elemento sensibile
(ad es. il bulbo contenente il mercurio), ha massa m , calore specifico c p e superficie A , e presenta
un coefficiente di scambio globale con l’ambiente U . Il sistema (elemento sensibile) riceve calore
da un ambiente in cui la temperatura cambia con una data legge Ti t . La legge che ne descrive il
comportamento è quella che si ottiene dal modello a parametri concentrati (se la parete
dell’elemento sensibile ha capacità termica trascurabile, e l’elemento sensibile stesso si può
considerare isotermo). Tale legge risulta:
dTo
mc p UATo Ti 0
dt
quindi nell’equazione che ne descrive il comportamento mc p sostituisce la costante di smorzamento
ζ e UA la costante elastica.
36
5.3.1 Risposta del sistema di 1° ordine al gradino
Ta
T0
t
Fig- V.6
k
F F t
s o o s e
k k A
Fo
essendo s (spostamento asintotico, al tempo )
k
t
s s s A s e
k
dove è la costante di tempo dello strumento, cioè il tempo a cui lo spostamento arriva al
63,2% dello spostamento asintotico (cfr. fig. V.7), o la differenza tra il tempo iniziale e il tempo in
cui la tangente alla curva nell’origine intercetta l’asintoto.
37
T
Ta
63,2%(Ta -T0)
T0
t
Fig. V.7
Per una buona risposta di uno strumento è importante che la costante di tempo sia tanto più piccola
quanto possibile. Si può fare agendo su U (grande), m (piccolo), c P (piccolo) o A (grande); in
pratica il rapporto superficie volume deve essere piccolo, e questo succede per oggetti di piccole
dimensioni. La costante di tempo di termocoppie con elemento sensibile (giunto caldo) molto
piccolo può arrivare anche a valori inferiori al centesimo di secondo.
Questo è quanto succede su sistemi lineari. Se il sistema non è lineare (come succede quando
U dipende da T , caso della convezione naturale h T 1/ 41/ 3 , o quando vi è scambio
radioattivo in cui il flusso scambiato e proporzionale a T 4 T 4 a la soluzione è più complessa. Si
ottiene in genere linearizzando il sistema e iterando (approssimazione per iterazioni successive).
Se la forzante non è un gradino ma una funzione lineare del tipo: Ti vt t (essendo vt la velocità
di salita della temperatura, costante), come nell’andamento seguente:
Ti
t0 t
Fig. V.8
dTo
mc P UATo UAvt t 0
dt
con To la temperatura di uscita (output), cioè quella misurata dal termometro. L’equazione
differenziale si risolve sommando la soluzione dell’omogenea associata
38
UA t
t
mc p
Toom. ass.
C e Ce
ed una soluzione particolare. Si sceglie come soluzione particolare un andamento lineare, che risulta
valido dopo un tempo sufficientemente lungo dall’inizio della rampa
Tsol . part . at b .
Applicando l’eq. differenziale si ha:
mc p a UA(at b) UAvt t 0
e uguagliando i coefficienti di t e il termine noto
UAa UAvt a vt
mc p vt
mc p UAb 0 b v t
UA
da cui
mc p
Tsol . part. vt (t ) vt (t )
UA
e la soluzione è
t
mc p
To Ce v t
UA
imponendo le condizioni iniziali To 0 per t=0, si ha C vt da cui
t
T0 vt e t
che ha l’andamento riportato nella figura sottostante:
Ti
T
t0 t
Fig. V.9
L’errore di misura è definito come, ad un dato istante t, la differenza tra l’input e l’output (cioè ad
esempio la differenza tra la temperatura dell’ambiente e quella dell’elemento sensibile dello
strumento), ed è pari a
t
t
T Ti To vt t vt e vt t vt vt 1 e
che a parte il transitorio iniziale è tanto minore tanto è bassa vt . La costante di tempo risulta anche
la differenza nel tempo che impiegano To e Ti a raggiungere un dato livello (intercetta in
orizzontale).
39
5.3.3 Risposta di un sistema di 1° ordine ad una forzante armonica
Se la forzante è armonica
F (t ) F0 cos t
si può ricavare la soluzione dell’equazione
ds
ks F0 cos t
dt
come
t
F0 / k
s A1e cos( t )
1 ( ) 2
con
A1 costante dipendente dalle condizioni iniziali
= costante di tempo
k
spostamento di fase = arctg
k
t
La risposta s (t ) è la somma di due componenti A1e che è un transitorio che si spegne dopo
qualche costante di tempo,e un andamento sinusoidale (stazionaria) la cui ampiezza è proporzionale
a quella della forzante. La costante di proporzionalità vale:
s0 1/ k
F0 1 ( ) 2
F0
La quantità si chiama la deflessione statica (è l’espressione precedente per =0), e
k
s output 1
F0 / k 1 2 2
F0
è chiamato il rapporto di amplificazione. rappresenterebbe l’amplificazione che avrebbe il
k
sistema se fosse di ordine 0, e quindi ideale. Il sistema si allontana sempre più da quello ideale se
e/o τ sono grandi, quindi per frequenze alte e costante di tempo elevata.
La risposta in fase e in ampiezza sono del tipo di quelle riportate nel disegno (fig. V.10).
90° 1,0
S0
F0 /k
45°
0,2
0°
0,01 0,1 1 10 100 1000 0,01 0,1 1 10 100 1000
T/ T/
Fig. V.10
40
5.3.4 Risposta del sistema di 1° ordine all’impulso( di Dirac)
Consideriamo la di Dirac come il limite di una forma d’onda quadra quando la sua durata tende a
0. Supponiamo un impulso quadrato di area unitaria (t t
0 )dt 1
Ti ,To
t t
Fig. V.11
L’andamento della temperatura dovuto all’impulso è lo stesso di quello visto per il gradino. Se la
1
durata dell’impulso è t , è la temperatura che verrebbe raggiunta se l’impulso durasse
t
1
indefinitamente T , essendo l’area sottesa sotto l’impulso unitaria.
t
t
L’andamento della temperatura entro l’impulso è T (t ) T0 T T0 1 e con T0 0 e
1
T
t
1
T (1 e t / ) è la temperatura all’istante t . Da qui incomincia un nuovo ciclo
t
(raffreddamento) a partire da questa temperatura.
t
Nuovamente T (t ) T0 T T0 1 e ma ora T0
1
t
1 e t / , T 0 e al posto di t
ho t t . Per cui l’andamento dopo l’impulso è
1
t t t
1 t t t t t
1 t t
T (t ) (1 e ) e
e e e e 1
t t t
se t 0 la forma è indeterminata e con de l’Hospital
t
t
e 1 1 1
lim lim e
t 0 t t 0
da cui l’andamento della funzione di output risulta
41
t
e
T (t )
cioè un esponenziale decrescente, uguale a quello che descrive il transitorio dopo l’impulso nella
fig. V.11, che parte dal valore 1/.
Se si vuole un andamento con le grandezze reali in gioco (cioè non adimensionale) si consideri che
. .
Q Q E
è la temperatura asintotica, l’area (finita) dell’impulso vale t (E è l’energia in J
UA UA hA
E
dell’impulso) e la temperatura iniziale da cui parte l’impulso vale T (t 0) tanto maggiore
UA
quanto maggiore è l’energia fornita nell’impulso e quanto minore è la costante di tempo.
Sono sistemi in cui sono presenti tutte le tre componenti meccaniche elementari (massa, molla e
smorzatore).
Ricordando l’equazione differenziale che ne descrive il comportamento:
d 2s ds
m ks F0 con F0 la forzante
dt dt
Vediamo il comportamento del sistema nel caso delle forzanti più comuni.
42
dove le costanti di integrazione A e B , o C1 e C2, si ottengono dalle condizioni al contorno. Se
ds
supponiamo di avere posizione e velocità nulle prima dell’ impulso( s 0 e 0 per t = 0) si
dt
ottiene
F 0
0 0 Ae 2 m B sin 0
k
F
da cuii A 0
k
ds 2m t t
0 e ( A cos t B sin t ) e 2 m ( A sin t B cos t ) A B 0
dt 2m 2m
F
Quindi B ; A 0
2m k 2m
da cui in definitiva
F t
s 0 1 e 2 m cos t sin t
k 2m
che rappresenta una funzione oscillante smorzata, tanto più smorzata se è alto o piccolo m.
s i , so
Fo (t)=Fou(t)
t
Fig. V.12
k 2
2 Sistema sovrasmorzato:
m 4m
Le due soluzioni sono entrambe reali e negative (dall’analisi dei segni) e risulta:
F 4mk
s 0 C1e r1 t C 2 e r2 t con r1, 2 1 1 2
k 2m
se imponiamo se stesse condizioni al contorno del punto precedente si ha
F F
C1 C 2 0 0 cioè C1 C 2 0
k k
e
0 r1C1 r2 C 2
Da queste relazioni si ottiene
F r1 F r2
C2 0 C1 0
k r2 r1 k r2 r1
ed essendo
43
4mk
r2 r1 1
m 2
(1 1 4mk / 2 (1 1 4mk / 2
F0 2 m r1 t 2 m r2 t
s 1 e e
k
1 4mk / 2 1 4mk / 2
m m
s i , so
u(t)
t
Fig. V.13
3. Sistema smorzato criticamente:
2 k
Quando 2
si ha lo smorzamento critico, r1 e r2 coincidono, e non si hanno oscillazioni. La
4m m
soluzione si ottiene ponendo
k
F t
s 0 A Bt e m
k
ds
Con le stesse condizioni al contorno s = 0 e 0 per t = 0 , si ha
dr
F0 k F k
A e BA 0
k m k m
da cui
k
F k t
s 0 1 te m
k m
ricordiamo che è la frequenza naturale non smorzata del sistema (la frequenza a cui il sistema
m
oscillerebbe se lo smorzamento fosse nullo).
F
In generale si può rappresentare l’andamento di s 0 in funzione di t ,e questo risulta valido
per tutti i casi (cfr. figura degli allegati). Si nota come la migliore risposta si ha proprio per
compreso tra 0,6 e 0,7 dello c ( critico).
44
Molti strumenti hanno uno smorzamento molto piccolo 2 0,01 e una frequenza naturale
m
di oscillazione molto elevata (ad es. 10 5 rad/s ). Se si prendesse in esame la risposta al gradino,
si presenterebbero evidentissime oscillazioni (molto lente a smorzarsi) che indicherebbero un
comportamento non adatto. Tuttavia gli impulsi che si riscontrano fisicamente spesso non possono
essere considerati gradini ideali ma piuttosto rampe di durata finita con pendenza 1 / T e durata
della rampa T. La risposta a tale tipo di input può decisamente essere migliore.
s=/k·vt
s i , so
Fo (t)= vt ·t
t=/k
t
Fig. V.14
In condizioni asintotiche (dopo il transitorio) la distanza tra le rette (cioè il ritardo di risposta) vale
t e compare un errore di misura (distanza in vericale) s vT . Per ridurre queste quantità
k k
bisogna o ridurre , o aumentare la frequenza propria del sistema, tuttavia ciò comporta grandi
oscillazioni.
F0
cos( t )
s e t / A cos 1 2 n t B sin 1 2 n t k
1 /
n
2 2
2 / n 2
45
con , n (frequenza propria non smorzata) e
c 2 k m m
2 / n
arctan
1 / n
2
/s/
F0 /k
1 n
Fig. V.15
Si nota come per 0 e n ci sia una risonanza. La parte utile di questo grafico è per
s
1 e questo si ha solo per poche frequenze. Nuovamente torna 0,.6 0.7 per
F0 / k
un comportamento ottimale del sistema, ma anche qui solo per 0.4 .
n
Il comportamento in fase viene descritto da un grafico analogo (fig. V.16).
90°
1 n
Fig. V.16
46
sia dipendente linearmente dalla frequenza. Nuovamente questo si ha per 0,6 0,7 , come si
può notare dal grafico.
Dimostriamo ora questo fatto (che se il ritardo di fase tra input e output è lineare nella frequenza, il
passaggio tra input e output non deforma il segnale, ma lo ritarda soltanto).
Supponiamo che un generico segnale f(t) sia mandato in ingresso ad uno strumento. f(t) si può
sviluppare in serie di Fourier (o trasformare con la Trasformata di Fourier) e risulta la
sovrapposizione di un determinato numero di armoniche, al limite infinito.
f (t ) Anein t
n 0
Nello strumento avviene una trasformazione delle ampiezze delle singole componenti da An a A’n , e
della fase, che risulta in generale funzione della frequenza .
i t n
s out An' e n
n
Se la fase è una funzione lineare della frequenza, cioè:
0 k
risulta:
s out An' e
i n (t k ) 0
n
'
Se gli A risultano proporzionali agli An (non c’è cioè deformazione in ampiezza) il segnale in
n
uscita risulta uguale come forma a quello in ingresso a meno di una quantità k costante, quindi di un
tempo di ritardo k.
Il termine 0 chiaramente non influisce, rappresentando una fase costante applicata a tutte le
componenti armoniche del segnale.
Fig. V.17
47
f(t)
t
f'(t)
t
Fig. V.18
48
Massa, m induttanza L (H)
Costante elastica, k inverso della capacità C 1 (F-1)
Costante di smorzamento, resistenza R( )
Forza, F d.d.p. V(V)
Spostamento, s carica Q (coulomb)
Velocità, ds/dt corrente I (ampere)
Frequenza, frequenza f (Hz)
Accelerazione, d2s/dt2 velocità di variazione della corrente
Tempo morto
Quando l’uscita di un sistema risulta ritardata nel tempo senza però deformazione, si definisce il
cosiddetto ritardo da tempo morto il tempo particolare t .m. .,per cui
F0
t t.m.
s out
k
Si comporta approssimativamente in questo modo un sistema di trasmissione pneumatica, a causa
del tempo finito di propagazione del suono nell’aria. In fig. V.19 sono riportati alcuni esempi di
tempo morto per alcune forzanti, e in figura V.20 la risposta in ampiezza e fase di un sistema che
presenti un tempo morto (si conferma nuovamente che tale sistema deve avere un andamento
lineare nella frequenza del ritardo di fase)
F0 (t)
F0 (t)
F0 (t)
sout (t)
sout (t)
t.m. t.m. t.m. sout (t)
t t t
Fig. V.19
49
s/ F0 /k
Fig. V.20
50