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Può essere un problema in termini di accuratezza, per l’ampiezza si valuta il worst case (caso
peggiore), cioè la distanza più piccola che c’è, il valore fondamentale e quindi quando la distanza è
maggiore
A seconda della condizione non rispettata si parla:
Distorsione da linearità, quando la risposta in frequenza non è costante in modulo o taglia
qualche frequenza del segnale in ingresso.
Distorsione di fase, quando la risposta in frequenza
Distorsione armoniche, quando la caratteristica I/O non è lineare -> In uscita si osservano
più armoniche che in ingresso.
Distorsione Armonica:
Per i parametri nel dominio del tempo si sollecita il componente in modo pesante, in condizione
ideale con un gradino. Per questi sistemi dopo un certo intervallo di tempo l’uscita supera il valore
di regime (cioé presenta una sovraleongazione) e poi presenta oscillazioni intorno al valore di
regime (si ha una sovraelongazione tanto più accentuata quanto minore è lo smorzamento). I
parametri comunemente impiegati per caratterizzare la risposta al gradino di un sistema del secondo
ordine sono:
Tempo di assestamento: (tass) è il tempo dopo il quale l’uscita resta confinata in un
intervallo attorno al valore di regime;
Tempo morto: è il tempo che il sistema impiega a passare dallo 0 al 5% del valore di regime;
Tempo di salita: è il tempo che il sistema impiega per passare dal 10% al 90% del valore di
regime;
Sovraelongazione: (A1) rappresenta l’ampiezza del picco massimo del segnale rispetto al
valore di regime y(∞);
Fattore di smorzamento: è un indice di quanto diminuisce l’ampiezza delle oscillazioni, ed è
il rapporto tra il secondo picco e il primo picco del segnale considerato (A2/A1).
In base a queste caratteristiche posso avere i seguenti parametri nel tempo:
Limite di velocità: massima variazione del misurando oltre la quale l’uscita non varia
corrispondentemente.
Tempo di recupero (recoverytime): intervallo di tempo richiesto dopo un evento specificato
(es. sovraccarico) affinché il sensore riprenda a funzionare secondo le caratteristiche
specificate.
Trasduttore ideale:
Il trasduttore è un dispositivo di qualsiasi genere destinato a convertire una grandezza fisica ad
un'altra alterandone alcune delle caratteristiche che la identificano. Per trasduttore si intende anche
un dispositivo in grado di trasformare una forma di energia in un'altra forma tramite uno o più
sistemi di trasformazione. Una grandezza caratteristica di un trasduttore è il suo rendimento
È dotato di elevata sensibilità e di bassa impedenza di uscita (se con uscita in tensione);
È accurato, non distorce e non presenta isteresi;
È lineare e veloce;
È robusto, affidabile e possiede un ampio campo di sicurezza;
È poco ingombrante;
Costa poco
Misuratori di temperatura
Termometri a resistenza metallici (termoresistenze, RTD)
Termometri a resistenza a semiconduttori (termistori)
Termometri a coppia termoelettrica (termocoppie)
Termometri a dilatazione o pressione (bimetallici, a liquido, a gas)
Termometri a radiazione (pirometri)
Strisci Bi-Metallica:
Il più semplice sensore è la striscia bi-metallica, i metalli col calore si dilatano o si restringono con
freddo. Essi si dilatano o si restringono in base ad un coefficiente che dipende dal metallo
Se ho 2 metalli a contatto di diverso tipo, essi si dilatano in modo diverso e di conseguenza si
piegano.
Quello con il coefficiente maggiore si dilaterà più velocemente, perciò è come se l’altro restasse
uguale e curvasse sopra di esso. Essendo questa una nuova variazione di caratteristica meccanica, si
collegati una striscia con due perni collegati ad uno switch, di fatto realizzando un termostato. Se
c’è dilatazione in un verso, lo switch viene attivato.
Mettendo invece un resistore (una resistenza
variabile), in base alla dilatazione varierà la
resistenza. Non è il massimo in termini di
accuratezza, sia per i 2 step per effettuare la misura,
sia perché c’è bisogno di dimensioni abbastanza
grandi per poter apprezzare la variazione. Ciò
provoca un tempo di attesa elevato per la
valutazione della variazione di temperatura. Essendo
economico e poco accurato, viene utilizzato solo in
ambito di verifica di una soglia come ad esempio delle caldaie).
L=L0 [1+ β ( T−T 0 ) ]
Termoresistenze:
Sono basate sulla proprietà dei metalli di variare la propria resistenza in funzione della temperatura.
Bisogna valutare il fattore ambientale (resistenza ad agenti chimici o temperatura elevate) e quindi
il materiale adatto per il campo di misura. Bisogna valutare la resistività perché vogliamo che il
sensore sia il più piccolo possibile e inoltre vogliamo che sia il più possibile lineare.
I materiali utilizzati sono:
RTD
Sono termoresistori che sfruttano la relazione tra resistenza e temperatura. Non è lineare ed è
passivo.
Nell’esempio abbiamo un PT 100 ovvero a 0°C avrò 100 Ω. Ho una piccola variazione di resistenza
per grandi variazioni di temperatura.
RTD AL PLATINO
Il platino è un metallo nobile: non si ossida apprezzabilmente fino a 1000-1100 °C, non è
soggetto a corrosione
Molto duttile: può essere lavorato in fili molto sottili
Ha un elevato punto di fusione (oltre 1700 °C)
Si può ottenere da processi industriali ad elevatissima purezza: ottima riproducibilità della
resistività
La relazione resistenza-temperatura è modellata con l’equazione di Callendar-Van Dusen.
Per valori negativi di temperatura:
Termistori:
A differenza delle termoresistenze che sono basate sui metalli, si basano sui semiconduttori. Sono
dei sensori passivi non realizzati secondo uno standard, ogni costruttore decide il drogaggio e
quindi come realizzarli. I loro vantaggi sono il fatto che la resistenza a 0°C parte da 1 kΩ (fino
anche ad un massimo di 10 kΩ), non avendo i problemi di offset delle termoresistenze in platino ed
introducendo qui un errore minimo. Di conseguenza sono sensibilmente più piccoli ed occupano
meno volume, si scaldano più velocemente, andando ad effettuare la misura in tempo più breve.
Il silicio non ha un punto di funzione elevato come il platino ed avendo delle impurità per via del
drogaggio ha dei limiti che riducono il campo di sicurezza. La temperatura media d’utilizzo è 50°C,
il massimo consentito è 300°C - 400°C, oltre i quali c’è una de-calibrazione che va a danneggiare
irrimediabilmente il componente.
Sono distinti in 2 categorie, gli NTC e i PTC, si può variare la relazione che lega la temperatura
negativamente o positivamente.
NTC:
Possiedono una caratteristica temperatura non lineare bene resistenza – temperatura non lineare
bene approssimata, in un campo relativamente ristretto di temperatura dall’espressione:
Dove
RT: resistenza alla temperatura T [K]
R0: resistenza alla temperatura di riferimento T0 [K]
β: coefficiente caratteristico del materiale
(typ. 3000-5000 [K])
Sui datasheet sono indicati A e B in quanto termini costanti. Si possono avere modelli più complessi
che invece di di approssimare a 2 termini, considerano i successivi, es. +C ln(RT)3.
Considerando la sensibilità, essa non sarà
costante proprio perché la caratteristica non è
lineare, cambia in funzione della temperatura.
Per la misura continua della temperatura si utilizzano sempre i termistori NTC. Tali sensori sono
molto più sensibili degli RTD e non richiedono particolari procedure di misura (collegamento a 2
fili).
Purtroppo i termistori NTC sono sensori fortemente non lineari, pertanto è necessario introdurre
circuiti correttivi, oppure una adeguata linearizzazione numerica.
I termistori PTC hanno un intervallo di funzionamento ristretto e sono usati per la protezione da
sovraccarichi e da surriscaldamento. In tal caso, grazie all’elevato guadagno ed alla caratteristica a
soglia, sono utilizzati per la realizzazione di sensori ad uscita logica in grado di rilevare il
superamento di una temperatura predefinita.
I PTC operano quindi come rivelatori di soglia termica, accoppiati a circuiti comparatori
opportunamente calibrati.
Effetti termoelettrici:
Effetto Thomson
Un conduttore, con una estremità posta ad una temperatura T1 e con l’altra ad una temperatura T2,
diventa sede di un passaggio di energia dalla parte calda alla parte fredda.
Il gradiente termico genera un campo elettrico che si manifesta con una differenza di potenziale
DVa=αa dT
Il fenomeno si verifica senza la presenza di materiali diversi, non è un fenomeno di giunzione, non
è un fenomeno legato al potenziale di contatto (effetto Volta).
Effetto Peltier
Consiste nel manifestarsi di una certa quantità di calore, assorbita o ceduta da una giunzione quando
questa è attraversata da corrente elettrica
Es.: frigoriferi termoelettrici di piccole dimensioni e limitato assorbimento di potenza.
Effetto Seebeck
Se due conduttori differenti (A e B) vengono uniti a formare un circuito chiuso, si osserverà un
passaggio di corrente funzione della differenza tra le temperature delle giunzioni T1 e T oppure una
f.e.m. E ai morsetti del circuito.
La forza elettromotrice E dipende solamente dalla temperatura dei giunti e dai materiali, I=E/R (R:
resistenza del circuito)
La coppia di conduttori viene definita coppia termoelettrica o termocoppia.
Termocoppie:
Sono dei sensori attivi che generano una forza elettromotrice in uscita, non hanno bisogno di un
eccitamento come i precedenti componenti passivi
V M =∫ S ( T ) dT +∫ S ( T ) dT +∫ S ( T ) dT =0 (è chiuso
T3 T1 T3
in circuitazione)
Si basa sull’effetto seeback, se ho 2 metalli con elettronegatività diversa e li unisco, ho che si
genera una tensione
Fe – CuNi
(Costantana, legame rame-nichel)
a ∈ [6 – 10]
Lega le potenze della forza elettromotrice misurata alla temperatura
Terminologia:
Giunto caldo (giunto di misura); Giunzione esposta alla temperatura incognita
Giunto freddo (giunto di riferimento); Giunzione mantenuta a temperatura costante e nota
Elemento termoelettrico; Cavo conduttore termoelettrico
Potere termoelettrico; Incremento della f.e.m. di uscita per una variazione unitaria della
temperatura del giunto caldo
Cavo di estensione; Prolungamento del circuito dal giunto caldo al giunto freddo (deve
produrre la stessa f.e.m. della termocoppia al punto di giunzione)
A noi interessa l’infrarosso perché per esso l’emissione non risente del calore del
materiale. Essendo una misura non a contatto e usando gli infrarossi so che non
verranno distorti come le altre bande e passeranno intatti.
I sensori precedenti avevano un’uscita analogica, in questo caso è digitale. Hanno una
configurazione a forcelle ed utilizzano un led con banda a infrarossi, se viene
interrotto il flusso luminoso ho 1, altrimenti 0.
Colleghiamolo al ricevitore una logica di controllo che lavori col suo clock interno,
valutiamo così i ritardi nei tempi del sensore. Passando ad esempio da 011 a 100,
devo cambiare tutti i bit e supponendo che il passaggio sia più veloce del cambio,
potrei avere una lettura errata. Facciamo un esempio con 3bit:
0 0 0 0 0 0
0 0 1 0 0 1
Si usa cosi una codifica naturale ma quella di Gray, nella quale da
0 1 0 0 1 1
un valore al successivo cambia solo di 1 bit.
0 1 1 0 1 0
1 0 0 1 1 0 Serve solo come rappresentazione, non è adatta ad effettuare
1 0 1 1 1 0 operazioni tipo matematico. Con essa l’errore massimo che posso
1 1 0 1 0 1 avere è di 1 bit, con una stringa ripetuta una o più volte.
1 1 1 1 0 1
Θ= θmin·K (k=indice del codice)
Nella logica di controllo, si deve riappare il codice Gray in binario classico per poter
eseguire delle operazioni. Con gli encoder assoluti, la misura resta la stessa, ancge in
caso di blackout o spegnimento, a meno che non si vari l’asse.
Uno svantaggio di questi sistemi è la sensibilità ai disallineamenti tra i foto-
accoppiatori ed ai diversi tempi di risposta.
Dal diametro del disco dipende il numero di piste n (numero di bit = 2 ÷ 21)
Con un solo disco il numero di settori angolari N è pari a: N = 2n
Da n dipende la Risoluzione Angolare Δθ= 360°/2n
ENCODER INCREMENTALI
L’encoder di tipo incrementale, è così definito in quanto segnala gli incrementi
(variazioni) rispetto ad una posizione assunta come riferimento, indipendentemente
dal verso di rotazione.
Forniscono la posizione contando il numero di impulsi che sisono verificati a
partire da una posizione di riferimento (zero).
La forma del segnale digitale è indipendente dalla posizione.
Un contatore provvede al conteggio degli impulsi (CK) generati dal foto-
accoppiatore. Un altro foto-accoppiatore individua il riferimento di zero, ed
abilita il contatore.
Ho un solo bit, collegandolo ad un contatore numerico, ogni volta che incontra una
salita viene contata, ci si muove di K passi.
Considerando la circonferenza segmentata di n segmenti:
2π
M = 2n θmin = M
Non so in che direzione si muove o se accade che faccia due tacche in un verso ed
una nell’altro, un altro problema lo avrei se si fermasse in un periodo di salita o se ci
fosse uno spostamento non voluto. Per risolvere tali problematiche, i dispositivi
commerciali hanno tre finestratura invece di una.
Valutiamo i fronti di
salita come in
precedenza per A, ma valutando B con un
contatore up-down se aumentare o
decrementare il conteggio a seconda del senso in
cui mi sposto. In questo caso si ha:
M = 2N-1 perché un bit mi serve per il segno
Per valutare uno spostamento non voluto posso contare i fronti di discesa di B, anche
in caso di oscillazioni se non si effettua discesa non ce conteggio.
2π 2π
Θmin = M = n−1 Θ= θmin·K
2
Posso avere un punto di partenza che non coincida con l’angolo 0, se c’è la necessita
si può risolvere con delle batterie tampone che mantengono il conteggio in caso di
mancata alimentazione. Gli encoder incrementali sono molto usati per valutare la
velocità angolare perché per essa il fatto che parte da 0 o meno è ininfluente.
Ad ogni impulso ho una modifica della velocità angolare, non dovrò aspettare N
come in precedenza, i tempi di risposta saranno quindi migliori.
Valutando la risoluzione per entrambi i sistemi avremo:
Tanto migliore la risoluzione
della velocità angolare tanto
più lenta sarà la risposta
Analisi Frequenziale