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IL GENERATORE

Un circuito elettrico elementare è costituito da una successione di utilizzatori collegati in


modo continuo e da un generatore il cui scopo è quello di mantenere nel tempo il passaggio
della corrente.

In un generatore, se agli estremi di un conduttore metallico vi è differenza di potenziale,gli


elettroni si spostano dal polo negativo a quello positivo.
Se si toglie la tensione dopo un certo periodo il dislivello iniziale viene annullato e il
movimento di elettroni cessa. Per mantenere la corrente occorre inserire nel circuito un
generatore con la funzione di ripristinare continuamente il dislivello di natura elettrica. Il ruolo
del generatore è analogo a quello di una pompa in un sistema idraulico.
Per forzare una carica q positiva ad andare verso il polo positivo, in contrasto con l’azione
delle forze elettrostatiche che tendono a respingerla, occorre che il generatore compia un
lavoro.

La forza elettromotrice ( f.e.m.) ci informa sul lavoro che viene compiuto in un generatore
per trasferire una determinata carica verso il polo del medesimo segno.

La forza elettromotrice è data dal rapporto tra il lavoro necessario per portare una carica
positiva dal polo negativo al polo positivo e la carica stessa.

Unità di misura:

La forza elettromotrice si misura in volt.

La forza elettromotrice di un generatore coincide con la d.d.p tra i suoi morsetti a circuito
aperto. Quando il circuito viene chiuso, la corrente comincia a circolare sia nel circuito sia
all’interno del generatore. Pertanto una parte del lavoro svolto dal generatore, cioè una parte
della forza elettromotrice, serve per far muovere le cariche al proprio interno.

La forza elettromotrice in un circuito chiuso è maggiore della differenza di potenziale, mentre


nel circuito aperto coincide con la differenza di potenziale.

f.e.m. = r x I + R x I

r = resistenza interna
R= resistenza esterna
Sapendo che per la prima legge di Ohm = R x I, avremmo che :

f.e.m. = r x I +
RESISTENZE

Oltre al generatore, un altro elemento importante all’interno di un circuito elementare è


l’utilizzatore, cioè quel componente che trasforma l’energia elettrica in altre forme di energia
a noi utili.

Dato che gli utilizzatori presentano una resistenza che si oppone al passaggio di corrente,
questi vengono meglio identificati con il termine resistenze.

Quest’ ultime possono essere di due tipi: in serie o in parallelo.

RESISTENZE IN SERIE
Le resistenze si dicono collegate in serie quando sono disposte in successione (l’uscita di
una è l’ingresso di quella seguente) e sono attraversate dalla stessa corrente.

1) somma delle differenze di potenziale (d.d.p.)


2) somma delle due resistenze

Le due resistenze R1 e R2, se collegate in serie, possono essere sostituite da un’unica


resistenza di valore pari alla loro somma, per ottenere così un circuito equivalente a quello
precedente.

LE LEGGI DI KIRCHHOFF

1) LEGGE DEI NODI

I punti in cui concorrono più rami del circuito si chiamano nodi. La legge dei nodi è legata al
principio di conservazione della carica.

La somma delle correnti entranti in un nodo è uguale alla somma delle correnti
uscenti dal nodo stesso.
La corrente elettrica, arrivando nel nodo A, si ripartisce fra le resistenze R1, R2, R3.
2) LEGGE DELLE MAGLIE

Dato un circuito qualunque, un percorso chiuso attraverso il quale partendo da un punto


iniziale si ritorna allo stesso punto di partenza prende il nome di maglia.
La legge delle maglie è legata al principio di conservazione dell’energia.

Lungo una maglia qualunque di un circuito elettrico, la somma algebrica delle forze
elettromotrici e delle differenze di potenziale (cadute di tensione = cioè una
diminuzione dell’energia a causa della resistenza incontrata) presenti in tale maglia è
pari a zero.

RESISTENZE IN PARALLELO
Le resistenze si dicono collegate in parallelo quando i loro capi sono collegati ingressi con
ingressi e uscite con uscite, in modo tale che in tutte vi sia la stessa differenza di potenziale.

Quando le resistenze collegate in parallelo sono soltanto due, è possibile utilizzare la


formula:

DISTRIBUZIONE DELLA CORRENTE IN UN NODO


In un collegamento in parallelo quando la corrente giunge in un nodo si avrà che la corrente
elettrica al di là del nodo è più intensa nel ramo dove la resistenza è meno elevata, mentre a
parità di tensione ai capi delle resistenze.

GLI STRUMENTI DI MISURA: AMPEROMETRO E VOLTMETRO

Per misurare l’intensità di corrente che passa attraverso un utilizzatore occorre utilizzare
l’amperometro.

L’AMPEROMETRO deve essere collegato in serie e deve avere una resistenza interna
molto piccola rispetto alla resistenza esterna ( quando sono collegate in serie le resistenze si
sommano)

Per misurare la d.d.p. appartenente ad un circuito elettrico bisogna ricorrere all’utilizzo del
voltmetro.

IL VOLTMETRO deve essere collegato in parallelo e la resistenza interna deve essere


molto grande rispetto alla resistenza esterna ( perché facendo il suo reciproco la resistenza
tenderà a zero )
CONDENSATORI IN SERIE E IN PARALLELO = ci informano sulla quantità di carica che si
accumula in un condensatore a seconda della differenza di potenziale

CONDENSATORI IN SERIE
Si parla di condensatori in serie quando l’armatura di un primo condensatore ha segno
opposto rispetto all’armatura di un secondo condensatore.

Nei condensatori in serie si ha una stessa carica, ma cambia la capacità equivalente dove si
sommano i reciproci delle singole capacità.

CONDENSATORI IN PARALLELO
Si parla di condensatori in parallelo quando l’armatura di un primo condensatore è collegato
all’armatura di un secondo condensatore, entrambi o di carica positiva o di carica negativa.

Nei condensatori in parallelo si ha una stessa differenza di potenziale e la capacità


equivalente è uguale alla somma delle singole capacità.

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